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Autore: MaryFangirl    02/03/2021    8 recensioni
La canzone che aveva scelto per buttarla giù dal letto era It's my life di Bon Jovi, e con quella musica carica chiunque sarebbe resuscitato.
Certo, la prima frase della canzone non la aiutava molto.
This ain't a song for the broken-hearted...
Genere: Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: City Hunter
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Salve a tutti ^^ ecco la mia nuova fanfiction che spero apprezzerete, ma se vorrete mi farete sapere :)
 
La storia è ambientata dopo il matrimonio di Miki e Umi, ma ci saranno delle modifiche che scoprirete strada facendo – prima fra tutte, Mick non sta con Kazue...e quindi tornerà in ballo il triangolo Ryo-Kaori-Mick che a me piace molto e penso meritasse di essere esplorato di più XD Anche l’ambientazione è diversa, la vicenda è stata spostata per ragioni di logica in tempi più moderni rispetto a quelli del manga originale (visto l’uso dei cellulari, almeno inizio anni 2000)...ecco il motivo della nota 'What if'. Non anticipo altro, grazie a chi vorrà seguire.
 
Aspetto le vostre opinioni, buona lettura :)
 

 
Il senso di stanchezza che la opprimeva non era dovuto al fatto che fosse sveglia ed erano solo le sette e mezza del mattino, quindi non si trattava di essere rintronata a causa del sonno; anche perché la canzone che aveva scelto per buttarla giù dal letto era It's my life di Bon Jovi, e con quella musica carica chiunque sarebbe resuscitato.
Certo, la prima frase della canzone non la aiutava molto.
 
This ain't a song for the broken-hearted...


Chissà perché ce l'aveva ancora come sveglia, allora.
Ma tanto subito dopo schiaffava la mano sul telefono per interromperla e svolgeva la solita routine mattutina.
Bagno, caffé, vestiti.
Ma avvertiva sempre la sensazione di nausea che la invogliava a ritornare a letto, perdersi sotto il piumone e dormire, non per qualche ora ma per almeno un paio di mesi.
 
Sospirando, lesse il messaggio appena arrivato da parte di Eriko, non sorrise nonostante apprezzasse la premura di quel 'Ehi, tesoro, come va?' e non rispose perché tanto Eriko lo sapeva già.
Si sentiva uno schifo, stava male.
Ingoiò a vuoto tentando di ignorare il sapore amaro della propria saliva e uscì, delusa che nemmeno il cielo volesse regalarle la minima soddisfazione visto che non c'era il sole.
 
 
"Io non ce la faccio più a vederla così"
Miki guardò Mick e si stupì di trovarselo vicino improvvisamente davanti al bancone, presa com’era a fissare il mesto viso di Kaori non si era neanche accorta che fosse entrato – e senza nemmeno tentare voli da maniaco – , soprattutto per la frase scelta come esordio di una conversazione.
"Insomma, sembra un cadavere. In una giornata brutta come queste, di solito ci pensava lei a illuminare tutto con il suo sorriso. È abulica, sembra uno zombie"
Miki si sorprese ulteriormente. "Com'è che ci tieni tanto al sorriso di Kaori?"
Mick fece una smorfia. "Una ragazza così giovane non può avere la vitalità di un novantenne in punto di morte. Non è giusto e non è normale. Ci soffre ancora così tanto?"
 
"Sono passate solo due settimane" precisò Miki guardando con aria sconsolata Eriko, la quale era ormai diventata assidua cliente del Cat’s Eye da quando Kaori aveva iniziato a lavorare con lei; le due donne erano sedute ad un tavolino e la stilista si sforzava invano di far ridere l’altra.
Vide poi Eriko che si irrigidiva e lanciava un'occhiata di astio nei confronti di Ryo Saeba che in quel momento faceva il suo ingresso nel caffè passandosi una mano fra i capelli.
 
"Kaori ci teneva..." mormorò mordendosi il labbro inferiore, seguendo con lo sguardo Ryo che senza dire una parola si accomodò a un tavolino abbastanza distante.
"Sì ma bisogna fare qualcosa. Farla svagare, farle capire che la vita va avanti, che è giovane e non può entrare in depressione per uno stronzo! Sbaglio, forse?"
"E cosa hai intenzione di fare? Portarla con te a fare baldoria nei tuoi locali preferiti? Kaori non è tipo da frequentare certi posti"
"Bene. No alla baldoria, sì al taglio di vene. Ma dai, Miki!"
Miki non fece in tempo a ribattere perché arrivò Eriko, sospirando con l'aria di chi aveva fallito per l'ennesima volta.
"Niente. Non c'è niente da fare. Non parla, non ride, avrei un dialogo più soddisfacente con le mie scarpe"


Mick scosse il capo, corrucciato, guardando di nuovo il bel viso di Kaori, ora praticamente isolata dal resto del mondo mentre fissava la sua tazza tenendo la testa bassa, smarrita in chissà quali fitte riflessioni.
"Io lo ammazzo, quel pezzo di merda" ringhiò Eriko tornando a gettare fulmini verso Ryo che ugualmente beveva il suo caffè dopo che gli era stato servito da Kasumi, e fu sorprendente non notare alcuna mossa inappropriata nei confronti della cameriera.


Miki si limitò a sospirare comprendendo ma non condividendo del tutto l'odio di Eriko nei confronti di Ryo. Era tanto giustificabile quanto inutile.
Ciò che era accaduto tra Ryo e Kaori riguardava solo loro due e nessuno aveva il diritto di giudicare o sentenziare, a Miki semplicemente dispiaceva in modo enorme vedere Kaori così giù di corda. Non c'era verso di sollevarla, finora era parso impossibile.


Eriko era estremamente risentita, aveva sviluppato un senso di forte protezione nei confronti di Kaori come se fosse sua sorella e naturalmente era portata a odiare chiunque la facesse soffrire.
Eriko probabilmente era furiosa con Ryo proprio perché in realtà non l'aveva mai detestato, anzi, se inizialmente lo aveva considerato un buono a nulla, aveva scoperto con i suoi occhi che uomo speciale fosse dietro l’apparenza e aveva fatto il tifo per lui e Kaori con molta passione.
 
Ma da quando era avvenuta l'Apocalisse, non lo poteva soffrire e gli avrebbe volentieri scaricato addosso una mitraglietta, se avesse potuto.
Per rispetto di Kaori, però, non lo insultava mai davanti a lei. Sperava, come gli altri del resto, che Kaori si riprendesse e che tornasse presto a essere la meravigliosa donna solare che tutti amavano.
 
 
Kaori ignorò il tremore che la scosse internamente quando Ryo, con aria assolutamente tranquilla, le passò accanto per raggiungere il bancone e pagare la sua consumazione e uscire, silenzioso com’era entrato. Trattenne a stento le lacrime.
Solo poche settimane prima Ryo avrebbe dovuto essere minacciato di morte istantanea per dividersi da lei e ora entrambi sembravano giocare a chi si ignorava di più.

Sia lei che Ryo continuavano a frequentare il Cat’s Eye, come se nessuno dei due avesse voluto stravolgere le proprie abitudini, ma se Kaori aveva sperato di vederlo smuoversi, ne era rimasta solo immensamente delusa. Ryo aveva sempre un’aria annoiata, scocciata, non faceva alcun commento, arrivava a bere il caffè e se ne andava praticamente subito. Si domandava anzi perché andasse ancora in quel locale, di sicuro doveva conoscerne altri, con cameriere ben più svestite e accomodanti...non voleva affatto soffermarsi su come trascorresse il resto delle sue giornate.

Kaori si alzò e fece per andarsene, rigida come un palo della luce. Fu fermata momentaneamente dalla voce di Falcon.
"Kaori, stai bene?"
"No" disse, e il suo tono immensamente triste riuscì a smuovere qualcosa nel gigante che da tempo era molto affezionato alla ragazza. "Ma non preoccuparti, me la caverò"
Poi si voltò e lasciò solo un Falcon pensieroso, mentre Eriko si affrettava a raggiungerla, sotto gli sguardi preoccupati di Miki e Mick.
 
 
La mattina dopo, si svolse una scena pressoché identica. Miki, Eriko e Mick osservarono Kaori come fosse l'esemplare di qualche rara specie animale in via d'estinzione. C'era un silenzio tombale e inquietante.
Arrivò Ryo, bevve il suo caffè, se ne andò senza proferire sillaba, e subito dopo i tre andarono a raggrupparsi intorno alla povera Kaori che si muoveva come una bambola meccanica, con lo sguardo vitreo.
"E-ehi? Va un po’ meglio oggi?" fece Eriko. Kaori scrollò le spalle e non rispose.
 
I tre amici si scambiarono rapide occhiate cariche di preoccupazione prima che Mick, recuperando il suo famoso entusiasmo, posasse la mano sulla spalla della ragazza esclamando:
"Che fai stasera, Kaori? Cosa ne dici se passo a prenderti e ci beviamo qualcosa da qualche parte?"
Kaori ebbe giusto un lampo di stupore.
"Eh...no, grazie. Non è il caso..."
"Ti stai esercitando per diventare monaca di clausura?" e per quella battuta Mick fu trafitto da un'occhiataccia di Miki.
"Ti ringrazio per la proposta, Mick, ma...davvero, è meglio di no"
 
Si alzò apprestandosi a uscire.
"Non posso neanche passare stasera alla boutique per accompagnarti a casa?" aggiunse Mick.
"Grazie ma ho la macchina" abbozzò un sorriso facendo ciondolare la chiave. "Ci vediamo domani"
Quando uscì, Mick tirò un calcio a uno sgabello.
"FANCULO. Possibile che per quello stronzo debba ridursi a uno straccio per la polvere??"
Miki ed Eriko emisero un altro sospiro, ovviamente dispiaciute.
Invece Mick si sentiva rodere dall'ira.
  
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