Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
Segui la storia  |       
Autore: Jigokuko    05/03/2021    1 recensioni
Storia ambientata trent'anni dopo la fine dell'anime, che vede come protagonisti gli eredi dei precedenti predestinati.
-
Un drago, una duellante misteriosa ed una canzone che stordisce chiunque l'ascolti.
Cosa sta succedendo a Nuova Domino? Toccherà a quattro ragazzi ed un pappagallo venire a capo del mistero e scoprire se Stelle Cadenti può essere considerata un'alleata od un temibile nemico.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Altri, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: Kidfic | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Appendice 3

Håkan

 

Una gran quantità di fumo fuoriuscì dalla sua bocca, fino a lasciarlo senza fiato e costringerlo a tossire.
Si mise a sedere sul letto, tenendosi la fronte pulsante con le mani ed ansimando rumorosamente. La luce del lampadario era così forte e fastidiosa...
Girò la testa alla sua sinistra. Come si chiamava quella tipa, adesso? In realtà non gli importava, come non gli importava di essere completamente nudo.
L'unico suo problema in quel momento era il fatto che la sigaretta fosse ormai alla sua morte. Chiuse gli occhi e si gettò nuovamente all'indietro, rimbalzando sul materasso e scuotendo un po' il letto. La ragazza si svegliò, sorridendogli quando lo vide intento a trafficare con l'accendino.
-Buongiorno.-
-Buongiorno un cazzo. Che ci fai ancora qui?- Il suo tono di voce fu fin troppo rude. Lei ci rimase male.
-M-mi dispiace.-
-Continuare a scusarti non credo ti farà rivestire più in fretta.-
Non un'altra parola, la ragazza sparì e non la vide mai più.
Ma d'altronde, quella era una sua giornata tipo: alcool, sesso, fumo, feste e... noia mortale.
Stranamente, quella mattina non si era ritrovato in ritardo, forse perché la notte non aveva dormito quasi nulla. Forse due ore, prima di venir svegliato da un mal di testa atroce causato dalla sbornia.
Visto allo specchio aveva un aspetto terribile: i capelli biondi erano scompigliati con le ciocche che andavano dove pareva loro e due occhiaie scure e profonde a contornare gli occhi diversi arrossati dalla stanchezza.
Aveva un fisico asciutto, non esageratamente magro né troppo muscoloso, seppur la sua prima apparenza suggerisse l'opposto, non gli piaceva la violenza, né il dover picchiare qualcuno.
Sbadigliò un'ennesima volta e senza accorgersene crollò lentamente in avanti appoggiando la fronte sullo specchio gelido, rimanendo lì un'infinita ventina di secondi. Un sospiro e si rimise diritto, stropicciandosi pigramente un occhio.

Lui era sempre lì: composto, pulito e perfettamente ordinato, con la cartella stretta tra le braccia ed un sorriso stampato in viso. Spesso, si chiedeva come facesse ad essere tanto contento di prima mattina, quel ragazzo era incredibile.
-Ciao, Håkan!- Nonappena il biondo varcò l'uscita del condominio, il castano gli venne incontro.
-Ciao, Akito. Ti ho... fatto aspettare tanto?- Si passò una mano tra i capelli, incapace di trattenere il decimo sbadiglio degli ultimi cinque minuti e poi estrasse dalla tasca dei pantaloni un pacchetto di sigarette, infilandosene una tra le labbra.
-Ma no, ormai sono abituato ai tuoi ritardi.- Rispose, osservandolo accenderla. -Quante ne hai già fumate?-
-È la terza.-
-Non sono nemmeno le otto di mattina e tu stai alla terza sigaretta? Di questo passo vomiterai anche i polmoni la prossima volta che ti sbronzerai.-
Non lo disse con cattiveria, piuttosto con preoccupazione. Il suo amico ultimamente aveva preso una strada deviata e ciò non gli piaceva; era iniziato quando, pochi mesi prima, aveva avuto la brillante idea di andare a vivere da solo raggiunta la maggiore età, ma le cose non andavano troppo bene.
Questo lo sapeva anche Håkan stesso, però... tante cose lo portavano a fregarsene ed a continuare il suo percorso errato.
-Scusami se ti faccio preoccupare.- Mormorò, ma l'accese comunque.
-Inizia ora a diminuirle.- Inaspettatamente, il castano gliela rubò di mano e la lanciò dentro un tombino.
-Hey! ... no, hai fatto bene.- Entrambi si rivolsero un sorriso.
Håkan era contento di avere Akito nella sua lista di pochi amici, lui era l'unico vero, che nonostante fosse in una situazione economica disastrata, gli stava vicino non per soldi ma per affetto. Aveva provato più volte a dargli una mano, ma lui aveva sempre rifiutato, odiava recargli disturbo, soprattutto quando il suo amico era in una condizione mentale tanto precaria.
Il biondo gli si avvicinò e, mentre camminavano, gli avvolse le spalle con un braccio, stringendolo forte a sé e ridendo.
-Ah, se non ci fossi tu, amore mio, come farei!- Disse, in modo estremamente teatrale, facendo arrossire l'altro d'imbarazzo.
-Ma cosa dici? Lasciami, sei molesto!- Gonfiò le guance, allontanandosi di qualche passo. -Non dire cose così ambigue in presenza di altre persone.-
L'amico, però, continuava a ridere, standogli dietro con le mani in tasca. Erano passati pochi minuti da quando si era presentato ad Akito come un morto vivente, ma in quel frangente sembrava aver ripreso vitalità all'improvviso, il vero Håkan Atlas era lì presente, e non aveva nulla a che vedere con quello che si sfondava di alcool e sigarette quasi ogni sera.
Purtroppo, arrivati a scuola si dovettero separare, non essendo nella stessa classe.

Quando si trovava da solo, in presenza di altre persone a lui non legate, era come se si spegnesse all'improvviso e diventasse totalmente un altro.
In quell'edificio e anche al di fuori, tutti lo conoscevano come la progenie del Re, il Principe, l'erede del grande Jack Atlas, destinato a fare grandi cose come il padre ed a diventare un campione di duelli turbo.
... non era assolutamente ciò che desiderava.
Duellare gli piaceva, ma lo aveva sempre visto più come un passatempo che un modo per aspirare alla gloria. Per lui, sapeva già sarebbe stato impossibile raggiungerla, a causa di tutti i paragoni che i media avevano fatto ed avrebbero fatto con suo padre, lasciandolo sempre nella sua ombra. Lo aveva capito sin da piccolo, quando provò a partecipare ad alcuni tornei, ma abbandonò subito l'idea.
Il nomignolo di "principe", però, gli era rimasto e non lo disprezzava, anzi, essere chiamato in quel modo lo faceva sentire un minimo importante.
Inizialmente, Jack era rimasto deluso dalla sua scelta di non proseguire per quella strada, ma dovette ringraziare sua madre per avergli fatto capire che poteva essere orgoglioso di suo figlio anche se non avrebbe seguito le sue orme.
Carly, per aiutarlo a combattere la noia, l'aveva raccomandato ad un'agenzia per modelli e, nonostante lui non seguisse mai le regole imposte per farsi fotografare, erano sempre entusiasti di poter mettere il suo bel viso su una rivista.
L'ultima copertina su cui era apparso era quella della rivista più rinomata della città; gli avevano messo addosso un chiodo di pelle senza una maglietta sotto, mentre si accendeva una sigaretta da delle banconote in fiamme. Il viso era truccato di scuro attorno agli occhi ed i capelli erano scompigliati per dargli un'aria ancora più stanca di quanto già non avesse. Lui l'aveva trovata estremamente ridicola, ma a quanto pare aveva riscosso enorme successo.

Non riuscì a trattenere un leggero sbuffo quando un gruppetto di ragazze gli si avvicinarono. In testa, la studentessa più popolare dell'istituto, con una scia infinita di pretendenti e cuori spezzati alle proprie spalle. Il suo sguardo verdastro era languido, le ciocche rosso fuoco scendevano lungo le spalle ed accarezzavano i seni prosperosi, in parte scoperti dalla scollatura profonda della sua maglietta.
-Buongiorno, Mio Principe. Come stai?- Allargò le labbra coperte di lucidalabbra in un sorriso, gli occhi da cerbiatta puntati verso di lui.
-... Bene, grazie dell'interessamento. E tu?- Rispose, con noia. Non ricordava nemmeno il suo nome.
-Divinamente, grazie!- Cinguettò e rivolse un'occhiata alle sue amiche, le quali si dileguarono, lasciandoli soli, nel silenzio del corridoio vuoto.
Gli accarezzò delicatamente una guancia, alzandosi in punta di piedi, mentre lui fece l'opposto, abbassandosi per raggiungere quelle labbra morbide come petali di rosa, sulle quali si avventò come una bestia famelica. Prese subito il comando, - lo pretendeva - spingendola contro al muro, facendo scontrare i loro petti ed ingabbiandola solo con la forza di quel bacio profondo e passionale, mentre con la mano destra percorreva il perimetro della sua gamba, salendo vertiginosamente, fermandosi però appena raggiunta la gonna. Divise i loro corpi suscitandole protesta e stavolta fu lui ad accarezzarle il viso e rivolgerle un sorriso, dolce, ma completamente falso.
-Ti va di continuare il nostro gioco dopo la scuola, principessa?- La fece arrossire, tanto che divenne simile alla sua chioma di fuoco.
-Certamente.-
La ragazza trotterellò via tutta contenta e lui si voltò per andare in classe, ma appena lei fu abbastanza lontana, gli arrivò un ceffone in pieno viso, completamente inaspettato. Ripresosi dalla confusione, scorse la figura più bassa e minuta di Akito, lo sguardo furente e i pugni contro i fianchi.
-Quando la smetterai di comportarti così?-
-Così come?-
-Lo sai benissimo: approfittarti delle ragazze. A quella piaci, ma tu la stai illudendo.-
-Ma ti pare? Lei mi sfrutta per la popolarità, sono solo il suo trofeo personale. Ciò che faccio è solo chiedere qualcosa in cambio.-
-Non sai proprio tenertelo nei pantaloni, eh?- Domandò, con tono quasi di disprezzo.
-Finché è bello e funzionante lo uso.- Seguì la risposta, assieme ad un sorrisino di soddisfazione.
-Comportati come l'adulto che sei.-
-Ho solo diciotto anni.-
-"Solo"... sei grande e maturo solo quando ti fa comodo, Håkan. Io cerco di aiutarti e tu non fai altro che accampare scuse, vanificando ogni mio tentativo.-
-Sembri mia madre.- Si lamentò, incrociando le braccia, ora sul suo volto lievemente arrossato era presente un'espressione seria, a tratti adirata.
-È perché ci tengo a te ed alla nostra amicizia. Voglio solo farti capire che con questo comportamento non ti scrollerai mai di dosso il titolo di "figlio di Jack Atlas", né diventerai mai un individuo unico staccato da lui.- Il biondo tacque, assottigliando lo sguardo. -Se mai dovesse piacerti davvero una ragazza, lei potrebbe rifiutarti perché penserebbe che vuoi solo il suo corpo per una notte. Alle donne non piacciono i farfalloni, mettitelo in testa.-
-Che ne vuoi sapere? Sei solo un verginello.-
-E tu? Ce l'hai mai avuta una ragazza vera, che tu abbia amato veramente?-

... La risposta era un "no" grande come una casa, anzi, un grattacielo di cento piani.
In tutta la sua vita, non aveva mai provato sentimenti tanto forti per qualcuno da poterli etichettare con "amore". Si era sempre distaccato da frivolezze simili a causa della sua diffidenza nei confronti di chiunque lo circondasse.
"Vuole solo soldi, o popolarità. Non le piaci", la sua mente elaborava sempre ed all'istante quei pensieri, come se fossero delle urla nella testa.
Ed era arrivato all'idea di sfruttare anche lui stesso chi cercava di accalappiarselo per non nobili fini.
Dopotutto, era giovane, poteva permettersi il divertimento quasi ogni sera, ma se si fermava ed abbandonava per un attimo l'euforia del momento, si rendeva conto di non sapere affatto cosa volesse farne di sé stesso. Non era buono a nulla, uno stupido capace solo di far vedere un bel viso ed incantare con un sorriso ben mirato.
Si sentiva completamente vuoto, per questo tentava di allontanarsi immergendosi nella baldoria e stordendosi con fiumi di alcool.
Nessuna l'avrebbe mai voluto così, il suo unico amico vero aveva completamente ragione, eppure per quanto ci provasse non riusciva a sistemare i suoi cocci. Era frustrato.

Invece di tornare in classe come avrebbe dovuto, salì prima all'ultimo piano e poi sul tetto dell'edificio, appoggiandosi alla ringhiera con i gomiti. Si vedeva tutta la città da lì, il sole che si levava pigramente illuminava gli edifici di luce tiepida.
Faceva freddo e la brezza di dicembre gli pizzicava il naso, ma poco importava, voleva stare da solo.
Si ritrovò una sigaretta tra le labbra, l'aveva accesa senza nemmeno rendersene conto. Akito non avrebbe voluto, ma ormai era lì, e da solo non l'avrebbe mai lasciata. Patetico.
Guardò in basso, il distacco dalla strada era davvero tanto.
-Ciao.- Una voce, femminile, gli fece quasi prendere uno spavento.
Si voltò. Era una ragazza bassa, dai capelli scuri e gli occhi verdi.
-Lasciami in pace.-
-Sei Håkan, giusto...?-
L'aveva chiamato con il suo nome e basta, non "principe" o cazzate simili. Apprezzò.
-Sei qui per farmi delle avances?-
-Mai nella vita.- Lo gelò completamente con lo sguardo. -Ho visto quando ti sei preso lo schiaffo, e ammetto... di aver sentito parte del discorso. Volevo chiederti come stavi.-
-Davvero ti interessa?- Annuì, raggiungendolo. -Penso si veda, no? Sono a pezzi ed è tutta colpa mia.-
Perché glielo stava dicendo tanto facilmente? Stava impazzendo?
-Non credo tu sia completamente colpevole, spesso sono le circostanze a portarci su una strada che non vorremmo percorrere. A me prendevano in giro perché non ho una madre, e per questo ho tirato parecchi schiaffoni che non avrei voluto dare.-
Håkan dischiuse le labbra e soffiò piano il fumo fuori dai polmoni.
-Perché mi dici questo? Non ci conosciamo nemmeno.-
-Perché mi sembri un potenziale sprecato.-
-Sei rude.-
-E tu stupido se ti lasci assalire così dalle aspettative che degli insulsi sconosciuti nutrono nei tuoi confronti. Sei grande e grosso ed anche un bel ragazzo, ma continuando in questo modo ti distruggerai e rimarrai da solo.-
Spostò gli occhi su di lei, che se ne stava mezza stravaccata contro la ringhiera.
-Quanta preoccupazione.-
-Non sono preoccupata, voglio solo farti aprire gli occhi.-
-Non ne capisco il motivo, non ci guadagneresti nulla.-
-Lo faccio perché in un certo senso siamo simili. Puoi uscirne se ci metti buona volontà, fidati di me.-
-Ma non so nemmeno il tuo nome.-
-Che t'importa? Non ti sarà utile a cambiare le tue abitudini sciocche.-
Ormai, quella sigaretta accesa era bruciata per metà, ma lei gliela rubò comunque di mano e se la mise in bocca. -Questa è mia!-
-Aspe— che stai combinando?!- Aveva preso a frugargli nelle tasche, trovando il pacchetto intero.
-Ed anche questo lo è. Buon proseguimento di giornata!-
Com'era arrivata, sparì all'improvviso, mollandolo lì, nel silenzio più totale.

Gli sembrò quasi di aver parlato con un fantasma, o che fosse stata un'allucinazione, eppure le sigarette erano scomparse, perciò non si era inventato tutto.
Non vide mai più quella ragazza impertinente, né scoprì il suo nome, ma da quella breve chiacchierata sembrò essergli scattato qualcosa in testa.
Ripercorse le sue parole, riflettè sul metterci buona volontà, da solo.
In effetti, lentamente iniziò a calmarsi ed a fregarsene di più, abbandonando l'abitudine di sbronzarsi tutti i giorni o fumare quantità abnormi di sigarette. L'unica abitudine che gli fu difficile mitigare era quella di andare a letto con tantissime ragazze, era la sua preferita, nonché un ottimo anti-stress.
Stufo di prendersi delle sberle da Akito, però, smise di fare anche quello, si fece qualche altro amico e non sfruttò più nessuno, né si fece sfruttare, limitandosi a tenersi a distanza da tali seccature.
Meglio soli, che mal accompagnati.

***

Quasi quattro anni passarono piuttosto tranquilli e le acque finalmente si erano mitigate, al momento non pensava più di star sprecando la sua esistenza, forse quella strana tipa comparsa totalmente a caso lo aveva veramente aiutato. Che gli servisse solo il parere sincero di uno sconosciuto?
Non lo sapeva, ma era comunque contento di averla incontrata, anche se per poco.

"Stelle Cadenti si sta preparando ad evocare il suo mostro più potente, finalmente potrete udire la sua splendida voce, spettatori!"
-Un'idol?- Rivolse lo sguardo alla televisione accesa, ma stavano trasmettendo in duello che si teneva a Nuova Città di Domino. Si stavano sfidando due donne, una guidava una duel runner verde, mentre quell'altra era totalmente vestita di bianco ed aveva il viso coperto.
-In che senso un'idol duellante?- Aggrottò le sopracciglia. Non sopportava le idol di per sé, figuriamoci se dovevano mettersi a rovinare anche Duel Monsters. Fece per cambiare canale, ma si bloccò.

"Spezzerò le catene..."

Quella voce ipnotica lo destabilizzò, lasciandolo a bocca aperta. Sembrava il canto di una sirena, o meglio, un angelo.
Si rese conto solamente dopo quanto il suo organo cardiaco stesse battendo forte, cosa gli stava succedendo? Era solo una tipa in tutina e con una bella voce, nessuna cantante gli aveva mai fatto un effetto simile.
Il drago venne evocato, lei tornò muta ed azzerò i life points dell'avversaria in un istante.
Sembrava stupido da dire, ma pensò di essersene innamorato perdutamente, che quella dietro uno schermo fosse la sua anima gemella. Voleva incontrarla di persona, vederla in viso e sentire come sarebbe stata la sua voce quando parlava. Stelle Cadenti era diventata un'ossessione totalmente inaspettata. Desiderava ardentemente conoscerla e nessuno lo avrebbe fermato.

L'occasione giusta per farlo gli si presentò all'improvviso, quando venne contattato da un suo amico d'infanzia. Non si incontravano da parecchi anni, ma fin da piccoli erano sempre stati in buoni rapporti.
Tempo prima gli aveva parlato di Stelle Cadenti e del suo desiderio di vederla dal vivo e lui, poco dopo, lo aveva invitato a Nuova Domino, per rivedersi dopo tanto e, soprattutto, andarla a vedere insieme.
Yuichi Fudo era sempre stato molto pacato ai suoi occhi, ma quando risentì la sua voce dopo tanto, gli sembrò fin troppo calma, quasi come se fosse senz'anima. Questo lo fece preoccupare abbastanza, perciò aveva un altro motivo per tornare nella città in cui i suoi genitori erano cresciuti, in un certo senso l'aveva sempre sentita sua e prima o poi sarebbe andato a viverci.

Una settimana dopo era già in quella splendida metropoli dalle mille luci e colori, con il cuore che batteva forte al pensiero di poter vedere l'angelo dal cavallo d'acciaio.
La incontrò per caso mentre se ne stava andando dall'Arena Kaiba, lei gli cantò una canzone per imbambolarlo e trotterellò via, sparendo ed ignorando il suo richiamo.
Sconsolato ma al contempo contentissimo di aver appurato la sua effettiva esistenza - a volte, aveva ancne pensato si stesse inventando tutto -, si diresse a casa del suo amico.
Parcheggiò la duel runner nel vialetto e scese. Sostò davanti alla porta di casa per un lasso di tempo che gli sembrò interminabile, ma quando si decise a suonare il campanello, non fu Yuichi ad aprirgli, bensì una ragazza.
Capelli rossi tendenti al magenta e ciocche nere, penetranti occhi di uno splendido blu elettrico e uno sguardo che sembrava lanciare coltelli contro di lui. Lo guardò dall'alto al basso.
-Paaaapààà, c'è uno snob biondo platinato con una treccina da fighetta e gli occhi strani alla porta. Che faccio, gliela chiudo in faccia?-
Chi era quella, il suo nuovo incubo?


Angolo autrice

Maaaacciaoo!
Vi aspettavate un'appendice proprio adesso? La scorsa volta ho omesso che era l'ultimo capitolo del terzo atto giusto perché non volevo che mi tiraste le pietre, con un finale così a metà.
Ma parliamo di questo capitolo: Håkan un tempo era un tipico bad boy (più o meno) da ficcyna sugli Una Direzione, molto alla Enrico Stili, ma fortunatamente rinsavisce da solo e senza l'ammmmore di una Hope. :D

A parte le cagate, non potete capire QUANTO imbarazzo ho provato a scrivere quel mezzo limone tra lui e la tipa, non capisco certa gente come faccia a descrivere interi atti sessuali espliciti, dovrebbero dar loro una medaglia.

Ho deciso di scrivere l'appendice in questo modo e senza raccontare veri e propri fatti perché volevo focalizzarla più sulla psicologia e tutti i suoi complessi di inferiorità, spero di non avervi annoiato e che abbiate comunque apprezzato.

Ee niente, noi ci rivediamo al quarto atto, siamo agli sgoccioli ed io non vedo l'ora di completare la storia. Ci sono affezionata, ma ormai ne ho le palle piene.
Continuerò comunque ad impegnarmi fino al termine però, non preoccupatevi.

Ciaone!

Jigokuko

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's / Vai alla pagina dell'autore: Jigokuko