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Autore: inlovewithfour    05/03/2021    0 recensioni
"Un Black!? Serp..." Il ragazzino perse un battito. "Ma no, aspetta...che strano...tu non sei un Serpeverde...proprio no...fammi un po' pensare...GRIFONDORO!" Il tavolo della sua casata battè forte le mani e lui sorrise, sorrise veramente. Era felice come mai lo era stato, perché finalmente lo sapeva per certo, non era come loro!
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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"Ti avevo detto di alzarti prima!" La madre di Sirius sbraitò, come era suo solito fare. "Ora faremo tardi!" Il ragazzino alzò la testa verso l'orologio, mentre continuava a camminare a passo svelto per la stazione: erano solo le 10:45, non gli serviva un quarto d'ora per raggiungere il binario 9 e 3/4. E già, 9 e 3/4! Era il binario verso il quale tutti i giovani maghi dagli undici ai diciassette anni si dirigevano il 1° settembre alle 11:00 in punto per aspettare l'Hogwarts Express, il treno che li avrebbe condotti alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Ma per arrivarci, bisognava ricorrere ad un medoto decisamente non convenzionale: attraversare il muro che divideva il binario 9 dal binario 10. "Dai, vai per primo!" La donna scorbutica dal naso sottile, gli diede un leggero spintone per incoraggiarlo. Sirius alzò gli occhi al cielo per quel gesto, poi respirò rumorosamente, rafforzò la stretta sul suo baule e corse fino ad attraversarlo con gli occhi chiusi. Qualcosa nell'aria all'improvviso era cambiato, se ne rese conto ancor prima di aprire gli occhi grigi e curiosi che scrutarono il un attimo il binario: c'erano tanti giovani maghi e streghe che chiaccheravano, creando così un forte brusio. Il treno alle loro spalle era grande e scarlatto, così come lo era la divisa dei Grifondoro. Già, i Grifondoro, una casata che Sirius avrebbe solo potuto guardare da lontano. Dai sotterranei, esattamente, perché era proprio lì che si trovavano i dormitori di Serpeverde. Sirius odiava quella casata, ma era destinato a farne parte, come tutta la sua famiglia: sua madre, suo padre, i suoi zii, sua cugina Bella e persino Dromeda, la cugina alla quale era più affezionato. Era destino, e purtroppo avrebbe dovuto rassegnarsi, anche se per lui, che era sempre stato un bambino testardo, non era poi così facile.

"Che fai? Non startene lì a guardare, prendi posto!" Lo esortò sua madre con tono arrogante e indisponente. Al ché Sirius si diresse verso il treno, decisamente infastidito, per posare il suo baule. Era molto pesante, forse più di lui! Se solo sua madre non lo avesse riempito di cimeli della famiglia Black...

"Bene, Sirius." Disse alla fine guardandosi intorno. "Mi raccomando, fai vedere a quei mezzosangue cosa significa fare parte dell'antica e nobile dinastia dei Black." Accennò un sorriso, o almeno ci provò. Il ragazzino annuì un po' scocciato, dopo di ché salutò entrambi i suoi genitori e suo fratello minore Regulus che guardava incantato il treno rosso brillante. Fra pochi anni sarebbe stato il suo turno, ed era chiaro che non vedesse l'ora. Sirius salì a bordo del treno e venne pervaso dal profumo di zuccotti di zucca e tè alla cannella mentre percorreva il lungo corridoio alla ricerca di un posto libero, ma all'improvviso andò a sbattere contro un ragazzino sghignazzante. Si girò verso Sirius, ancora il sorriso stampato sul volto. Era mingherlino, i capelli in disordine neri come l'ebano e gli occhi color nocciola. Portava un paio di occhiali rotondi che poggiavano sul naso lungo e sottile ed era alto più o meno quanto lui.

"Scusa, ero distratto." Disse quasi immediatamente. "Stavo parlando con uno dei ragazzi più grandi, dicono che durante il viaggio passerà una signora con un carrello pieno di caramelle e roba da mangiare! Dicono che ha di tutto, sai? Gelatine tutti i gusti + 1, Api Frizzole, Zuccotti di zucca. Aspetta, sai di cosa parlo o sei un nato-babbano?" Chiese un secondo prima di notare la spilla con lo stemma dei Black che sua madre aveva sistemato accuratamente sulla sua maglietta. "No, direi proprio che sai di cosa sto parlando." Ghignò.

"Scusate?" Esordì una voce gentile alle spalle di Sirius dopo essersi rumorosamente schiarita la voce. "Fareste meglio a prendere posto, state ostruendo il passaggio." Il ragazzo avvertì un filo di saccenza nel suo tono di voce ma non ci fece caso. Quando si girò verso di lei, vide una ragazza bassina con lunghi capelli rossi e profondi occhi verdi. Sul naso una spruzzata di lentigini sulla pelle chiarissima che le dava un'aria molto graziosa.

"È vero, hai ragione, scusaci!" Il ragazzo dai capelli corvini aveva le guance leggermente arrossate. Era ovvio che quella ragazza gli piacesse. "Vieni, amico." Afferrò Sirius dal braccio e lo portò con sè in un vagone vuoto. "Comunque io sono James!" Sorrise e gli porse la mano.

"Sirius." La afferò e ricambiò il sorriso. Entrambi presero posto su quei sedili, che oltre ogni previsione si rivelarono davvero comodi, e nel giro di pochi minuti il treno partì. Era forse la prima parola che Sirius pronunciava quel giorno. Si era sentito sotto pressione a causa di sua madre per tutto il tempo, ma ora, insieme a James, si sentiva un po' più a suo agio.

"Sai, tutta la mia famiglia è finita in Grifondoro, quindi spero che anche io sarò smistatao lì!" James guardava sognante fuori dal finestrino, stava ovviamente pensando al momento in cui il Cappello Parlante avrebbe pronunciato il nome della casata.

"I miei sono tutti di Serpeverde." Disse Sirius quasi disgustato. Lui non era come loro, lui era diverso e sapeva, o meglio sperava in cuor suo, che non sarebbe stato smistato lì. Voleva rincuorarsi in qualche modo, sperare che il sangue dei Black non lo destinasse a fare parte di una casata che non sentiva sua. Ma sapeva anche i rischi che avrebbe corso, se non fosse stato di Serpeverde: sua madre non lo avrebbe più guardato con gli stessi occhi, sarebbe stato l'altro figlio, ma d'altronde forse un po' già lo era. Con il suo carattere estroverso, il suo fare a volte irriverente, il suo essere forse un po' troppo ribelle per essere un membro di una famiglia di quel prestigio, non facevano di lui esattamente un figlio modello.

"Sì, lo so. Tutti conoscono i Black!" Disse James. "Anche se tu non sembri uno di loro, non hai la puzza sotto il naso, magari saremo smistati insieme. Mai dire mai!" Sirius sorrise eccitato. Forse James aveva ragione, il Cappello non tiene conto solo del legame di sangue e d'altronde Sirius aveva davvero poco dei Serpeverde, per non dire niente. Nel frattempo un ragazzo esile e dall'aria malaticcia bussò, attirando la loro attenzione.

"Chiedo scusa, è libero quel posto?" I ragazzi annuirono e lui si sedette a fianco a Sirius. "Io sono Remus." Si presentò.

"Io sono James e lui è il mio amico Sirius." Il ragazzo con i capelli ricci annuì, accennando un sorriso. James era un tipo socievole, alla mano e a Sirius piacevano le persone così, anche se purtroppo non aveva avuto molte occasioni per venirci a contatto. "Ma stai bene, Remus?" James lo scrutò e Sirius fece lo stesso: il volto era pallido, le occhiaie pronunciate e le labbra particolarmente secche. Si può dire che non aveva esattamente una bella cera.

"I-io? Sì...è solo un po' di raffreddore..." Rispose e Sirius pensò che se proprio doveva mentire, forse avrebbe dovuto imparare a farlo, ma James sembrava credergli.

Durante il resto del viaggio i ragazzi ebbero modo di parlare, di conoscersi meglio e di gettare basi per quella che sarebbe stata un'amicizia forte, Sirius ne era certo.

"Qualcosa dal carrello?" La famigerata signora si fece viva, finalmente. A James brillavano gli occhi alla vista di tutte quelle delizie, e quando si precipitò nella loro direzione, Sirius non esitò a seguirlo.

"Io voglio tre Cioccorane e una confezione di Gelatine tutti i gusti + 1!" Disse porgendo poi le monete alla donna.

"Allora io prendo tre Zuccotti di zucca, delle Api Frizzole e della torta alla melassa." Proseguì James. "Io adoro la torta alla melassa." I ragazzi presero tutto ciò che avevano comprato, anche se a stento, e tornarono da Remus.

"Tieni." Sirius gli porse una Cioccorana e Remus sembrò subito più felice.

"Grazie, io amo la cioccolata!" Sorrise cordialmente e il ragazzino dai capelli ricci ricambiò.

"Allora, chi vuole una Gelatina?" Ghignò Sirius.

"Non se ne parla!" Rispose Remus mangiando la sua Cioccorana. "Non sono per niente fortunato con quelle cose."

"Dai, lo facciamo tutti e tre insieme!" Insistette James. Il ragazzo non sembrava molto convinto, era chiaro, ma alla fine accettò. Sirius porse la confezione ai suoi amici, facendoli scegliere, dopo di ché ne prese una lui. Il colore prometteva bene: era rossa brillante, tendeva quasi al rosa. In un secondo la infilò in bocca e il sapore dolce di fragola gli pervase i sensi. "Menta!" Esclamò James.

"Fragola!" Lo seguì Sirius. Entrambi si voltarono verso Remus, che aveva la faccia di qualcuno che è sul punto di vomitare.

"Ve l'avevo detto, non sono fortunato con queste cose." Bofonchiò, e i due amici continuarono a guardarlo, curiosi di scoprire di che gusto si trattasse. "Cerume."

...

Il viaggio proseguì esattamente com'era iniziato, tra chiacchiere e risate, finché fuori non divenne buio.

"Scusate, ragazzi!" Era di nuovo la ragazzina con i capelli rossi che lui e James avevano incontrato qualche ora prima. Aveva già la divisa e i capelli rossi raccolti in un'ordinata coda fermata da un fiocco. "I prefetti hanno detto che dobbiamo metterci le divise." Li avvertì cordiale.

"Grazie, io sono James, comunque." Lui si alzò e le porse la mano.

"Lily." Sorrise poi lei, prima di andare via.

"Okay, amico." Esordì Sirius dopo qualche secondo. "Ma quando la smetti di provarci con lei?" Iniziò a ridere e Remus lo seguì.

"Ma come? Ho appena iniziato." Ghignò il ragazzo dai capelli corvini.

...

I tre amici si infilarono la divisa e in poco tempo l'Hogwarts Express si fermò nella stazione di Hogsmeade, una graziosa cittadina che sorgeva ai piedi del castello. Sirius iniziò ad avvertire una certa agitazione. Tutto diventava più reale, più concreto. Il momento della verità era sempre più vicino, e mentre scendeva dal treno non riusciva a pensare ad altro che al fatidico momento dello smistamento.

"Benvenuti, benvenuti ragazzi!" Urlò un uomo sorridente, ben piazzato, alto almeno due metri e con la barba che sfiorava il torace. "Il mio nome è Rubeus Hagrid e sono il guardiacaccia della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts!" Nonostante le sue dimensioni, quello che ad occhio e croce sembrava essere un mezzo-gigante, non intimoriva Sirius, anzi, con quel sorriso, il ragazzino dagli occhi grigi dubitava che potesse intimorire qualcuno. "Ora seguitemi!" Incitò poi i futuri studenti, iniziando a muoversi con passi pesanti e leggermente impacciati. Sirius si guardava intorno con occhi curiosi, non aveva intenzione di perdersi neanche un secondo, neanche il più infimo dei dettagli di quella giornata che tanto aveva atteso!

Hagrid li condusse fino ad un porticciolo pieno zeppo di piccoli battelli di legno scuro un po' consumato.

"Venite!" James chiamò Sirius e Remus. Lui era già comodamente seduto e stava aspettando i suoi nuovi amici, che non impiegarono molto a raggiungerlo. Ma non era da solo, insieme a lui c'era anche un ragazzino basso, grassottello, con gli occhi piccoli e acquosi che esprimevano chiaramente timore ed insicurezza. Sirius e Remus si bloccarono un attimo e si guardano per un momento, confusi. "Ah, ragazzi, ci sono quattro posti su questi affari e lui era tutto solo!" I due ragazzi annuirono, non era loro intenzione mettere a disagio quel ragazzo, così salirono sul battello.

"Io sono Sirius!" Gli porse la mano e lui la scrutò per un momento, poi decise di afferrarla, bofonchiando, forse con voce troppo bassa, il suo nome. "Come, scusa?"

"P-Peter." Balbettò infine, abbastanza forte da farsi sentire, questa volta.

I battelli erano ovviamente incantati e in men che non si dica partirono. Si muovevano leggeri nelle acque del lago, creando una piacevole sinfonia che Sirius non sentì: era emozionatissimo, e più si avvicinavano alla scuola, più il suo cuore batteva all'impazzata. Come sarebbe stata all'interno? Il cibo era davvero così buono come diceva Dromeda? Anche i Corvonero ogni tanto cadevano nel tranello dello scalino mancante? E le scale, Sirius aveva sentito dalle sue cugine che a loro piaceva cambiare, ma fino a che punto? Lui non aveva risposte per queste domande, ma a dirla tutta non gli dispiaceva affatto. Aveva sette anni per trovarle, e non avrebbe sprecato neanche un minuto.

"Credo che ci siamo!" La voce euforica di James lo distolse dai suoi pensieri. I battelli si erano fermati in una specie di porto sotterraneo nei pressi della scuola e molti degli studenti erano già scesi, così anche loro quattro fecero lo stesso.

"Ci siamo quasi, ragazzi, ci siamo quasi!" Esclamò il guardiacaccia. "Ancora qualche metro!" Gli studenti continuarono a camminare finché non arrivarono di fronte alla scuola, imponente e magnifica. Le porte si aprirono, mostrando loro l'ingresso dove c'era una donna di mezza età ad attenderli. Aveva i capelli corvini, un lungo mantello viola e lo sguardo spaventosamente serio.

"Grazie, Hagrid, d'ora in poi penso io a loro!" Accennò a malapena un sorriso. "Benvenuti ad Hogwarts! Io sono la professoressa Minerva McGranitt e mi occuperò di smistarvi in una delle quattro case: Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde. La vostra casa sarà un po' come la vostra famiglia durante i prossimi sette anni, per cui capirete bene che questo momento sarà molto importante per voi. La cerimonia inizierà fra poco e avverrà nella Sala Grande davanti a tutta la scuola, quindi vi consiglio di farvi belli!"

"Io sono sempre bello!" Sdrammatizzò James in un sussurro e Sirius sghigazzò. Dopo di che si voltò  per dare un'occhiata in giro, scrutare i volti dei suoi nuovi compagni di scuola, leggere nei loro volti le emozioni che in quel momento stavano provando. Erano più o meno per tutti le stesse di Sirius: ansia, agitazione ed impazienza. Ognuno dei nuovi studenti non stava nella pelle, volevano tutti scoprire a quale delle quattro case appartenessero: se ai più gentili, ai più coraggiosi, ai più astuti o ai più ambiziosi.

"Venite pure, ragazzi!" La professoressa McGranitt spalancò le porte della Sala Grande in men che non si dica lasciando tutti senza fiato. Era immensa e meravigliosa: c'erano migliaia di candele che fluttuavano in aria, sopra a quattro lunghi tavoli, uno per ogni casata. Erano pieni di cibo e prelibatezze e gli altri studenti erano già seduti lì, in attesa dello smistamento.

"Ti chiami Black, sarai uno dei primi!" Sussurrò James emozionato. Sirius fino a quel momento non ci aveva pensato. La sua agitazione cresceva a dismisura, a malapena sentì la canzoncina del Cappello Parlante. Era sicuro che la professoressa avesse chiamato i primi cinque o sei studenti, ma lui aveva a malapena sentito i loro nomi.

"Black, Sirius." Disse poi a gran voce la strega. James sorrise e gli diede una pacca sulla spalla.

"Buona fortuna, amico!" Sirius annuì prima di farsi coraggio e avanzare a passo deciso. Aveva paura, sì, ma non voleva certo darlo a vedere. Prese posto sullo sgabello e la McGranitt gli poggiò il Cappello sulla testa.

"Un Black!? Serp..." Il ragazzino perse un battito. "Ma no, aspetta...che strano...tu non sei un Serpeverde...proprio no...fammi un po' pensare...GRIFONDORO!" Il tavolo della sua casata battè forte le mani e lui sorrise, sorrise veramente. Era felice come mai lo era stato, perché  finalmente lo sapeva per certo,  non era come loro! Si voltò verso James che lo guardava felice, con un'espressione che preannunciava una serie di avventure che già aveva in mente per lui ed il suo nuovo amico. Sul suo volto un ghigno che in men che non si dica spuntò anche su quello di Sirius...un ghigno malandrino.

  
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