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Autore: eddiefrancesco    07/03/2021    0 recensioni
Abbandonata all'altare, Susanna dovrà fare da dama di compagnia alla ricca Amelia Western.
Per un capriccio del destino, viene rapita al posto dell'ereditiera dai sicari di Ben Wolfe.
Rapire la donna sbagliata sconvolge i suoi piani.
Romanzo trascritto dall'opera " La donna sbagliata "di Paula Marshall.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Susanna Beverly si sentiva privata del dono della parola. Il giorno prima, stava per diventare lady Sylvester. Quello dopo, era stata informata che era un'orfana senza un soldo, sul punto di essere mandata via di casa per diventare dama di compagnia di un'anziana signora, con tutto ciò che questo comportava. Fare commissioni, portare a spasso il cagnolino... né una domestica né una gentildonna, ma un'ibrida, imbarazzante via di mezzo. Più tardi, sola nella sua stanza, Susanna cominciò a interrogarsi su quello che le aveva detto il suo patrigno. E a sospettare. Era proprio vero che suo padre non le aveva lasciato nulla? Che l'esistenza del fondo non era stata altro che una pietosa bugia? Che negli ultimi dodici anni lei era vissuta grazie alla carità del patrigno? Decise di far visita agli avvocati del suo defunto padre per scoprire la verità. Non avrebbe parlato della cosa al signor Mitchell. Avrebbe detto solo che aveva bisogno della carrozza di famiglia per prendere una boccata d'aria. Ma Mitchell, conoscendo il suo carattere forte e determinato, aveva previsto una cosa simile e riuscì a impedirla dicendo alla moglie che fino alla partenza di Susanna per lo Yorkshire sarebbe stato poco saggio che la ragazza si facesse vedere in pubblico. Sarebbe stato meglio per tutti che restasse confinata in casa. 1819 Era stato uno dei suoi balli più riusciti, dichiarò lady Leominster il mattino dopo a colazione. Suo marito si limitò a un mugolio d'assenso, continuando a leggere il Morning Post. Mai avrebbe ammesso con lei quanto gli fossero utili quei balli e quei ricevimenti. Sua moglie gongolava già abbastanza anche così. - Ed è venuto perfino quel nababbo di Wolfe, che aveva rifiutato tutti gli altri inviti. - Milord ebbe un altro brontolio. Questa volta d'apprezzamento. Aveva passato una proficua mezz'ora in compagnia di Benjamin Wolfe, discutendo di opportunità d'investimento alternative dato il prolungarsi del periodo di depressione postbellica. - Mi ha fatto piacere parlargli - concesse burbero. - Quel ragazzo sembra un tipo sveglio. Invitalo alla nostra prossima cena, mia cara.- - Si dice che stia cercando moglie.- - Non dovrebbe essergli difficile trovarla. Con tutti quei soldi che si ritrova...- mormorò lord Leominster. - Questo è vero. Ma la sua nascita? Chi sa qualcosa della sua famiglia? - - Oh, io li conoscevo - tenne a precisare lui sorridendo perché, una volta tanto, era al corrente di qualcosa che sua moglie ignorava. - Stessa famiglia dell'omonimo generale. Lui è andato in India e ha fatto la sua fortuna là.- Sua moglie si strinse nelle spalle e abbandonò l'argomento Ben Wolfe. - Dicono che Darlington stia per chiedere la mano di Amelia Western. Quello sì sarà un matrimonio tra soldi. Le ha riservato le più pressanti attenzioni, ieri sera.- Non ricevette alcuna risposta. Lord Leominster non era interessato a futili pettegolezzi. Ben Wolfe era tutto un altro conto. Certe persone avevano la loro utilità. Come al solito, Amelia aveva quella santerellina della sua chaperon a rimorchio, aveva pensato George Wychwood, visconte Darlington, la sera precedente. Darlington aveva ricevuto la benedizione del padre di Amelia poche ore prima ed era venuto a Leominster House con il solo scopo di dichiararsi. Ebbene, aveva pensato, Amelia non avrebbe più avuto bisogno di chaperon una volta diventata sua moglie, e la santerellina avrebbe presto ricevuto il preavviso e avrebbe dovuto cercarsi un altro posto come dama di compagnia di una vecchia befana, o accompagnatrice di qualche altra innocente fanciulla, per assicurarsi che i lupi non se la mangiassero prima degli uomini onesti. A proposito di lupi, non era Ben Wolfe, detto il lupo, l'uomo che stava conversando col padrone di casa? George Darlington s'era accigliato. Aveva menzionato il nome di Wolfe a suo padre, il conte Babbacombe, il giorno prima, e il conte aveva abbozzato una faccia scura e gli aveva consigliato di evitarlo come la peste. - Suo padre era un essere spregevole. Tale padre tale figlio, dico sempre io...Anche se si sussurra che non sia affatto il figlio di Charles Wolfe, ma un bastardello sostituito alla nascita, quando il figlio di Wolfe morì. Credevo che se fosse andato in India... Cosa ci fa di nuovo qui, in società?- Disinteressato, George aveva alzato le spalle. - S'è fatto una fortuna, laggiù, dicono. È diventato un nababbo.- - Soldi. Fanno scordate tutto. - Aveva commentato suo padre disgustato. Il suo tono era stato amaro. Erano in pochissimi a sapere che la famiglia Wychwood si trovava in gravi difficoltà finanziarie e aveva un disperato bisogno del matrimonio che George si accingeva a stringere. Certamente, George non aveva idea di quanto suo padre fosse vicino alla bancarotta. Se l'avesse avuta, non si sarebbe avvicinato a cuore tanto leggero ad Amelia Western, che era seduta in un angolo in compagnia della sua chaperon. Aveva invitato la fanciulla a ballare. - Dopo la danza, ho qualcosa di particolare da dirvi, se la signorina...- Aveva lanciato un'occhiata verso la chaperon. - Vi permette di uscire sulla terrazza con me...Sola. È davvero particolare - aveva aggiunto con un sorriso significativo. - Oh, signorina Beverly - aveva gorgheggiato Amelia. - Sono sicura che mi darete il permesso di accompagnare George sulla terrazza, dato che ciò che ha da dirmi è così particolare. Dopotutto, ci conosciamo fin da bambini.- Susanna che era accompagnatrice e chaperon di Amelia Western da quando la sua precedente datrice di lavoro, la signorina Stanton, era mancata all'improvviso, sapeva perfettamente ciò che George Darlington aveva da dire alla ragazza che le era stata affidata. Sapeva anche che, sebbene lei e Darlington si fossero incontrati diverse volte e avessero perfino conversato, lui non l'avrebbe riconosciuta di certo se per caso l'avesse vista per strada. S'era alzata per rispondergli e il caso aveva voluto che si trovasse alla sua sinistra. Darlington aveva Amelia alla sua destra. In quel preciso istante Ben Wolfe, che li stava guardando dal lato opposto della sala, aveva chiesto a lord Leominster, che era stato appena raggiunto dalla moglie: - È George Darlington quell'uomo laggiù? - Era stata lady Leominster a rispondergli: - Oh, certamente - E in un sussurro complice aveva aggiunto: - Sta parlando con Amelia Western, l'ereditiera. Credo proprio che chiederà la sua mano. - - Davvero? - Ben li aveva guardati, poi aveva chiesto pigramente: - Sono due le giovani donne con lui. Qual è l'ereditiera?- Mai riluttante a fornire informazioni, lady Leominster aveva risposto: - Oh, la giovane a sinistra.- Si sbagliava naturalmente, del resto non aveva mai distinto la destra dalla sinistra, ma prima che suo marito potesse aprir bocca per correggerla lei aveva afferrato il braccio di Ben Wolfe, esclamando: - Oh, venite a conoscere lady Camelford. Ha due belle figlie, entrambe in età da marito! - E così l'errore non era stato rettificato. Lady Leominster non poteva sapere quanto quell'osservazione casuale avrebbe alterato il corso di molte vite. Ben non aveva più avuto occasione di vedere George Darlington e la sua futura sposa insieme, ma più tardi, mentre stava per congedarsi, aveva visto uscire quella che credeva la signorina Western da una delle sale da ballo. Era vestita in modo molto semplice, ma di buon gusto, con un abito in seta color crema. Non esibiva altri gioielli che un filo di piccole perle alla gola. Non era neanche una grande bellezza, ma questo era comune a molte ereditiere, e lui non poteva che apprezzare il fatto che non si fosse addobbata, esibendo tutte le sue ricchezze. Susanna non aveva mancato di sentire su di sé quello sguardo scrutatore. Aveva visto quell'uomo un paio di volte, durante la serata, e il suo aspetto l'aveva incuriosita. Una delle altre dame di compagnia le aveva detto chi era, e che era soprannominato 'il lupo'.
   
 
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