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Autore: Lodd Fantasy Factory    09/03/2021    1 recensioni
Non ho tempo per le introduzioni. Devo raccontare questa storia, e voglio farlo il prima possibile. Prima che qualcosa mi possa fermare... prima che loro... sono dietro ogni angolo. Sono nella mia casa... cancelleranno tutto. Persino me...
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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9 Marzo 2021,

 

 

Ho vagabondato per tutta la tutta la notte. Mi hanno inseguito!

Ero così preso dal panico che sono uscito di casa senza prendere il telefono.

È stata una notte solitaria, in tempesta. Non avevo né ombrello né cappuccio. Mi sono ritrovato a nascondermi sotto le tettoie delle fermate degli autobus, muovendomi ogni volta che avvistavo una macchina. Senza musica nelle orecchie, ho potuto sentire ogni cosa attorno a me, deliziato dai riverberi della pioggia e dei tuoni.

Avete mai prestato attenzione alla notte?

Ai suoi suoni?

Alle sue sinistre cantilene?

Questo, perlomeno, sino all’arrivo del mio inseguitore!

Non so neanche io quante volte sono scivolato sul marciapiede bagnato, rischiando addirittura di finire sotto una macchina. A dire la verità, ci sono finito con le gambe, sotto l’auto ferma al semaforo; sono riuscito a tirarle via giusto un istante prima di vedermele schiacciate dalle sue ruote.

Quella cosa mi ha seguito.

No, mi ha inseguito!

Ho corso per tutta la città, fradicio dalla punta del naso sin dentro l’anima. Potevo vederla sgusciare nei vicoli, avvolta in quella specie di mantella, o cappotto scuro che sia. Lo stesso che suppongo di aver visto fuori da casa mia. Sa dove abito, su questo non ho più dubbi!

Credevo di non poter tornare a casa, ma non mi rimanevano altre possibilità.

Le sono sfuggito per tutta la notte e, alle prime uggiose luci del giorno, ho deciso di farvi ritorno. Ho aspettato che i negozi fossero aperti, che ci fossero dei testimoni per le strade, prima di rientrare. Quella cosa ha smesso di seguirmi da quando è comparso il sole.

Cosa vuole da me?

 

Come ho aperto la porta blindata, ho sentito un odore strano. Riempiva tutta la casa.

Mi sono guardato attorno, con aria circospetta, sinché Avorio non è comparso dal nulla, facendomi perdere dieci anni di vita. Ha miagolato, affamato, prima di strusciarsi sulla mia gamba.

L’ho ignorato, deciso a fiondarmi sul portatile, ma il mio occhio è andato alla porta dello stanzino.

Era aperta!

Ho guardato Avorio pieno di terrore.

Come?

Chi è stato? Chi è entrato? Ho chiesto ad Avorio.

Non ha saputo rispondermi che con un miagolio imbronciato, andando a farsi le unghie sul divano. Sarà pure un gatto guardiano, ma rimane pur sempre un gatto: stronzo sin dentro l’anima. Ma poco mi importava e mi importa del divano, che lo faccia pure a brandelli se riesce a tenere quelle cose lontane da me!

Mi sono armato del bastone della scopa.

C’è nessuno? Vieni fuori! Ho sussurrato, sinché la mia voce non è cresciuta sino a traformasi in un grido.

Nessuna risposta. Per fortuna…

Ho fatto un giro della casa, tenendo lo stanzino per ultimo, senza mai dargli le spalle.

Avorio ha continuato a fissarmi con rabbia. Ho temuto potesse avventarsi sulla mia gamba, tant affamato. Dopo avergli visto fare a pezzi quelle cose, non credo avrebbe problemi ad avere la meglio su di me. I suoi artigli sembrano rasoi.

Niente: la casa era pulita.

Mi sono fatto coraggio, utilizzando l’asse da stiro come scudo. Lo stanzino era aperto e, dentro, la valigia era stata squarciata, quasi qualcosa ne fosse uscita dall’interno!

Ma come aveva aperto la porta?

La mia mente si è tuffata in mille pensieri diversi: un nano, una creatura umanoide?

Qualcosa non mi tornava.

L’odore veniva da quella valigia.

L’ho colpita.

Qualcosa si è mosso all’interno.

L’ho colpita di nuovo.

Niente.

Ho spintonato la valigia sino al terrazzo e l’ho chiusa fuori. Avrei potuto farlo anche ieri. Rientrare da lì sarebbe stato più difficile… forse.

Mi sono seduto al PC.

Ho letto le vostre mail.

Mi credete ancora un personaggio di fantasia… qualcuno mi ha invitato ad aprire il pacco: credo sia troppo tardi. Non siete stati voi, perlomeno, e questo mi consola. Che sia stata la cosa che mi ha inseguito questa notte?

Ho deciso di non rispondere a chi mi crede un personaggio di fantasia. Continuate pure a credermi tale… perché? C’è uno, tra voi, che continua ad augurarmi il buongiorno, a fare il tifo per Avorio. Sembra che lui sia divertito dalla mia situazione…

Avorio mi sta assordando: continua a miagolare. Sempre più forte. Sembra il lamento di una Banshee! Più tardi uscirò a prendere qualcosa da mangiare.

Ho deciso di guardare dentro quel pacco.

 

Ho tirando fuori un coraggio che non credevo di avere: mi sono sbrigato ad aprire la valigia; la busta era stata distrutta e il pacco devastato!

Un libricino con una copertina in pelle, esalante un odore putrido, era contenuta al suo interno; ma non solo, ed ecco spiegato quel rumore: dei dadi con delle strane rune. Non sembrano fatti di plastica. Non ho avuto il coraggio di toccarli.

Ho quasi cercato spiegazioni in Avorio che, dopo avermi fissato con rabbia, ha ripreso a miagolare. Andrò a prendergli qualcosa da mangiare, dopo essermi fatto una doccia. E questo pensiero mi ha fatto interrogare su come sia possibile che, dopo tutta una notte sotto al pioggia, al freddo, io non abbia neanche un raffreddore. Non mi sento infreddolito.

Sono ancora umano?

Tutti questi pensieri danno vita a congetture che preferirei non continuare a nutrire.

Quel libricino è vecchio, o lo sembra. È viscido al tocco. Le pagine sembrano incollate, e ho fatto un po’ di fatica per dividerle.

Ho tremato.

Una scritta tanto rossa e rappresa da sembrare sangue coagulato.

Lo è?

Quella scritta, in corsivo, immortala la prima pagina e forse anche la mia condanna:

Il diario di Philipp Lloyd.”

Ho gettato il diario dentro la valigia.

L’ho richiusa.

Non ho avuto il coraggio di andare avanti.

È uno scherzo?

Il diario sembra vecchio. Molto vecchio.

Come la borsa di quella cosa, a Settembre, nelle vie del centro. È simile a quello stesso libro che ho potuto vedere quella notte. Me ne rendo conto solo adesso: hanno lo stesso fetido odore!

Restano ancora troppe domande senza una risposta: chi ha aperto la porta? Cosa è uscito da questa valigia?

Avorio miagola!

È tempo che vada…

 

 

Aggiornerò, appena mi sarà possibile.

 

 

Philipp Lloyd

   
 
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