Fumetti/Cartoni americani > My Little Pony
Segui la storia  |       
Autore: JasonTheHuman    09/03/2021    0 recensioni
Umani.
Verità o finzione? Antica civiltà perduta o solo una vecchia favola dei pony?
Nessun pony ne ha mai visto uno, e molti non ne hanno neanche sentito parlare. Ma Lyra sa che queste creature meravigliose sono più di una vecchia leggenda, ed è determinata a scoprirne di più… e possibilmente far impazzire la sua coinquilina nel processo.
Genere: Avventura, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 9

IL COMPLOTTO DI CANTERLOT

 

La carrozza rallentò fino a fermarsi davanti ai cancelli del castello. Guardando fuori dalla finestra, Lyra prese un lungo respiro.

La stavano aspettando. L’invito era arrivato mesi prima di quando Twilight aveva bussato alla sua porta, prima di quando aveva parlato degli umani alla Principessa Luna, e prima che qualunque sospetto potesse ricadere su di lei. 

Ma era comunque pericoloso.

Lyra aprì la porta e scese dalla carrozza. Le sue scarpe dorate risuonarono sui mattoni in pietra della strada. Si girò verso la custodia della sua Lyra e i libri che stavano fluttuando fuori dal veicolo, e li attirò a sé. 

“Buona fortuna, signora,” le disse il conducente.

“Grazie,” rispose lei in maniera assente.

Udì le ruote sulla strada mentre la carrozza ripartiva. Lyra esitò davanti ai cancelli. L’atmosfera era diventata un po’ inquietante adesso che si trovava da sola. 

C’era ancora luce in cielo. I musicisti erano attesi in anticipo rispetto agli altri invitati. Lyra cercò di convincersi che questa non era molto diversa da una sua qualsiasi altra esibizione, ma in qualche modo percepiva che sarebbe successo qualcosa stanotte. La Principessa Celestia era probabilmente a conoscenza delle sue ricerche, ma… cosa avrebbe potuto fare ad un evento pubblico? 

Il sentiero che conduceva al palazzo era lungo, ma attualmente vuoto. Niente guardie. Era un buon segno.

Camminò dritta fino alla sala d’ingresso, dove un lungo tappeto rosso portava fino al centro. Lyra si guardò intorno, e trovò la sala da ballo – il suo habitat per quella notte. Gli altri membri della banda erano giù dentro a prepararsi. Il palco era posto davanti a diverse vetrate, colorate con pattern astratti. Faceva proprio scena. 

Salendo sul palco, Lyra prese posto vicino ad un elegante pony di terra grigio, intenta ad accordare il suo violoncello. C’era anche un altro pony con un grosso ottone – un susafono, le sembrava di ricordare – e uno stallone al piano. 

Dammi solo dieci dita e scommetto che potrei suonare meglio di lui, pensò Lyra.

Un leggio era già lì ad aspettarla, così cominciò ad impilarvi gli spartiti. Posò la custodia, la aprì e tirò fuori il suo strumento.

“Ciao. Sei pronta a suonare?” Chiese al pony vicino a lei. “Piacere, il mio nome è Lyra.”

“Octavia.” Si girò appena a guardare la nuova arrivata, per poi tornare ad accordare le sue corde. Quando fu soddisfatta, si tirò su sulle zampe posteriori, e suonò una lenta e prolungata nota per valutarne il tono. 

Lyra la fissò a bocca aperta. “Quindi… stai sempre in piedi in quel modo quando suoni? Come fai?”

“Anni di pratica,” rispose Octavia.

“Deve essere difficile mantenere l’equilibrio,” disse Lyra, pensando che forse poteva esercitarsi di più nel tenere quella posa. 

“Si può imparare a mantenere la postura, anche per lunghi periodi.” 

Lyra ritornò al proprio strumento. Si era sempre presa cura della sua lira, dal momento in cui i suoi genitori gliel’avevano comprata quando era piccola. Il telaio dorato splendeva ancora nella luce del tramonto che passava attraverso la finestra, e le corde… Ne pizzicò una con la magia, aggrottò la fronte contrariata, tese di più la corda, e provò ancora. Ora era a posto. 

La sala da ballo era decorata a festa. I tavoli erano stati sparsi nella sala, e i camerieri vestiti di tutto punto stavano sistemando il cibo per il buffet. Il Gran Galà durava fino a mezzanotte. Lyra sarebbe stata lì dentro per ore… Meglio prendere del cibo mentre ne aveva ancora l’opportunità. 

Era il tipico cibo striminzito da eventi formali. Piccoli panini che non saziano, e minuscoli cubi di formaggio costoso. Degli arrangiamenti floreali si trovava al centro. Lyra prese un bicchiere di punch. Ne aveva bisogno se avesse voluto resistere per tutta la notte.

Ritornando sul palco, riprese ad accordare la sua lira, ed aspettò che arrivassero gli invitati.

Il sole stava calando, e i fasci di luce colorati che si stagliavano sul palco piano piano svanirono. Lyra cercò un modo più consono ad un pony per sistemarsi, in modo che potesse durare l’intera notte. Non era affatto facile.

Il pony di terra che suonava il susafono si girò verso Lyra. “Hai davvero un bel vestito.”

“Grazie!” Ricordò cosa le avevano comandato di dire. “È un design originale di Rarity.”

“Rarity?” chiese il pony, inclinando la testa.

“Di certo non la… disastrosa… accompagnatrice del Principe Blueblood dell’anno scorso, direi,” disse Octavia, alzando un sopracciglio.

“Negativo. Una Rarity diversa,” disse Lyra, distogliendo lo sguardo, e voltandosi in un’altra direzione, verso la porta.

“Oh, sì. Non ero sicuro di voler di nuovo partecipare, dopo quella scena,” disse lo stallone al piano, entrando in conversazione. “Infatti Nadermane non è tornato, ma sono sicuro che la nostra amica Lyra riuscirà a sostituirlo egregiamente.” Disse, annuendo verso di lei. 

Un rintocco risuonò dalla torre sopra, segnando la fine di un’altra ora.

“Sembra che la festa stia per cominciare,” disse Octavia. “Al mio segnale.”

Quando entrarono i primi invitati, la banda cominciò a suonare il primo pezzo della serata, una lenta sonata che durò per un pieno quarto d’ora. Lyra era già stufa.

Canterlot l'aveva sempre fatta sentire isolata dagli altri pony. A nessuno importava di cose interessanti o importanti, solo di moda ed alta società e della più noiosa di tutte le noiose musiche classiche mai scritte. Perché aveva accettato di partecipare al concerto?

Giusto. Per avanzare di carriera. Verso altri concerti e feste ancora più noiose. 

Appena la canzone volse al termine, attaccarono con un’altra, e poi ancora un’altra, andando avanti per due interminabili ore.

Lyra si stava per addormentare, ma si sforzò di stare vigile. La sua mente passava in rassegna ogni canzone che stesse suonando senza davvero pensarci. Dopo essersi esercitata così a lungo, era ormai diventata un’azione automatica. Solitamente non le serviva neanche tanto allenamento per perfezionare un pezzo, aveva sempre imparato in fretta. Era un genio, un prodigio. Ma a lei non importava. 

La nottata era un viavai di pony che danzavano, chiacchieravano, uscivano ed entravano nella sala da ballo dai giardini all’esterno. Era difficile immaginare quanto fosse stata nervosa al suo arrivo. Assolutamente niente sarebbe successo fino alla fine di quella notte, ammesso che terminasse. 

Suonò la coda del pezzo, mentre gli altri musicisti sembravano stessero preparandosi a staccare per l’intermezzo, l’unico per l’intera serata. Invece, partirono con un altro valzer, e Lyra riprese a levitare il suo strumento per suonare ancora una volta.

Finalmente, il valzer finì. Ci sarebbe stato una breve pausa – circa dieci minuti, ma era comunque qualcosa – prima di continuare con il resto della musica. Grata per l’opportunità, posò la lira e scese dal palco per sgranchirsi un po’ le gambe.

“Scusatemi. Chi di voi è la signora Heartstring?” Uno dei camerieri, un unicorno bianco vestito con una giacca smoking, era salito sul palco e si era rivolto alla banda.

Lyra si voltò. “Sono io.” Era sorpresa di sentire usare quel nome. 

“Ah, ecco. La Principessa ha richiesto un’udienza con lei alla conclusione della festa,” disse.

Lyra spalancò gli occhi. “Cosa? La Principessa… Celestia?”

Il cameriere annuì. “La aspetta dopo mezzanotte.” Senza dire altro, andò via. 

Quella era certamente stata una svegliata per lei. La testa di Lyra era ora un turbinio di domande. Era impossibile che quella richiesta fosse legata al Galà, dopotutto lei era solo una musicista, niente di speciale. C’era qualche altra trama sotto. Dunque aveva ragione. La Principessa Celestia era senza alcun dubbio a capo dell’intero complotto.

“La Principessa vuole parlarti?” Domandò Octavia, con la bocca aperta.

Lyra sorrise nervosamente. “Cosa posso dire? Devo essere davvero un pony importante.”

Trottò velocemente tra la folla a testa bassa. Le voci nella sala da ballo si mescolarono tutte assieme. Uno stallone alzò la voce per la battuta finale della sua barzelletta, seguita da un coro di risate educate provenienti da un angolo della sala. Lyra guardò di lato, e riconobbe Spitfire, una dei Wonderbolt, mentre parlava ad un ammiratore. Tutto sembrava nella norma. Nessuno sapeva cosa stesse davvero accadendo.

Il buffet era poco più avanti. Prese un altro bicchiere di punch e lo scolò.

“Fai parte della banda?” chiese una pegaso con la chioma conciata in un elaborato stile a riccioli.

Lyra fu presa alla sprovvista. “Oh? Ah s-sì, sono io…” Doveva calmarsi e ricomporsi. Non c’era ragione di sospettare di ogni pony. 

“Semplicemente una performance superlativa. Apprezzo alquanto un buon concerto.”

“Grazie.” rispose Lyra, finendo un secondo bicchiere di punch senza essersi accorta di averlo riempito, e si affrettò ad andarsene, quasi inciampando nel girarsi sulla coda del suo vestito.

Era facile nascondersi nella folla. Forse avrebbe potuto far perdere le proprie tracce senza che nessuno se ne rendesse conto. Ma purtroppo non fino alla fine del Gran Galà. Se ne sarebbero accorti se il loro quartetto musicale fosse diventato improvvisamente un trio. E anche solo, che avrebbe fatto dopo la notte? Come avrebbe potuto nascondersi da una Principessa di Equestria?

La poteva vedere attraverso l’arcata. La Principessa Celestia – proprio là, ad accogliere personalmente ogni pony della fila di invitati, sorridendo e offrendo un gentile saluto, Cosa sarebbe successo stanotte?

Lyra doveva prepararsi al peggio. Luna aveva reagito bruscamente alla sola menzione degli umani. Celestia aveva commissionato a Twilight quella ricerca, ma a quale scopo? Una cosa era certa – se Celestia aveva chiesto specificatamente di lei, allora sapeva.

Osservandola da distanza, Lyra esaminò le sue maniere eleganti. Stava scambiando qualche parola con tutti i pony che incontrava, anche se Lyra non riusciva a carpirle, e poi – appena una coppia di invitati si allontanò dopo averla salutata – Celestia si voltò verso di lei, e incrociò brevemente il suo sguardo. 

Lyra si immobilizzò. Durò appena un secondo, ma l’aveva sicuramente scrutata. Corse via velocemente, intrecciandosi nella folla, diretta verso il palco per tornare con gli altri musicisti.

Solo poche ore rimaste. Octavia le stava lanciando strane occhiate, senza dubbio gelosa del grande onore concessole. 

Lei sfogliò la sua musica, cercando il prossimo pezzo. Qualcosa cadde dalla pila di libri. Non era, però, una delle melodie del Galà…

No. Come aveva fatto a portarsi dietro il diario? Era bloccata al Galà, la Principessa sapeva che era lì, sapeva cosa stava facendo, e come ciliegina sulla torta, aveva con sé le sue incriminanti ricerche al completo.

Cos’altro poteva fare? Lyra nascose il diario tra i libri degli spartiti che aveva già suonato. Si mimetizzava facilmente tra i fogli. Neanche lei sarebbe riuscita a notarlo. Sperabilmente, l’avrebbe portato fuori di lì senza che nessuno se ne accorgesse. 

Lo stallone al pianoforte cominciò con un intro di melodia, e cominciarono a suonare un altro pezzo.

Lì, ad uno dei più importanti eventi mondani di Canterlot, anzi no, di tutta Equestria! La Principessa Celestia avrebbe deciso di scontrarsi con Lyra proprio lì? Dopotutto lei era il capo indiscusso. Poteva farla franca, pur facendo qualsiasi cosa desiderasse, non è così? E dato che Lyra si trovava già là come musicista, quella sarebbe stata l’occasione perfetta.

La lira cominciò a suonare fuori tempo rispetto al resto della band. Si era portata ad almeno a tre battute davanti a tutti gli altri, e Octavia la guardò storto. Lyra si riprese subito. Doveva concentrarsi. La situazione era diventata più scottante. Non poteva permettere che i suoi pensieri influenzassero la sua magia.

Fece del suo meglio per concentrarsi sugli spartiti davanti a lei. Si era esercitata su queste canzoni centinaia di volte. Non era un problema per lei suonarle. Una nota alla volta, rimanendo a tempo con i suoi colleghi. Era una professionista dopotutto.

Come era possibile concentrarsi su questa tediosa musica classica quando essenzialmente le avevano detto che il governo la stava davvero tracciando?

La sua percezione del tempo divenne confusa. Stava suonando da cinque minuti, o cinque ore? Lyra non riusciva onestamente a stabilirlo. Il suo corno brillava, la prossima canzone era lì, e la lira continuava a suonare. 

Un’altra ora passò… o almeno, sembrava fosse stata un’ora, non lo capiva più. Distolse lo sguardo dagli spartiti per un attimo e controllò la folla. Che ore si erano fatte? Era una sua impressione, o la stanza da ballo si stava svuotando?

No, la festa stava decisamente finendo. Per la fine della canzone successiva, praticamente tutti gli invitati erano già andati via. Le sue possibilità di fuga si erano azzerate. 

Girò un’altra pagina di spartiti. Ormai non era rimasto altro che il leggio di bronzo dietro. Era l’ultima canzone della serata. 

Quando anche quella finì, c’era ancora qualche sparuto gruppetto di pony che parlottava tra loro. Il silenzio calò all’improvviso e in modo inquietante. Octavia cominciò a sistemare il violoncello nella custodia, lo stallone si alzò dal piano. 

Una voce femminile le si rivolse dal lato del palco. “Heartstring?”

“Preferirei Lyra,” disse automaticamente, prima di girarsi e vedere che era la Principessa Celestia a parlarle. Spalancò gli occhi sorpresa. 

“Oh, certamente. Perdonami.” La Principessa le sorrise.

Lyra si sentì mancare. Cosa poteva fare ora? Aveva una scelta diversa dall’assecondare il destino? 

“Forse ti sentiresti più a tuo agio a parlare in privato,” disse Celestia. “Ho delle questioni importanti da affrontare con te.”

“S-si…” disse Lyra, annuendo. “Certo”.

Si voltò verso la custodia del suo strumento e gli spartiti (col suo diario nascosto in mezzo, realizzò).

“Puoi lasciare qui le tue cose per ora,” disse la Principessa. “Possiamo andare?”

Lyra annuì in silenzio. Il suo stomaco stava facendo le capriole. Per fortuna non aveva mangiato niente quella sera.

Seguì Celestia fuori dalla sala da ballo. Le gambe le tremavano mentre camminava, e probabilmente non a causa del punch. Salirono le scale ed attraversarono i corridoi del castello. Il silenzio qui dopo il trambusto del Galà era estremamente snervante.

Lyra e Celestia continuarono ad attraversare il castello, sino ad arrivare alla sala del trono. La lunga sala era fiancheggiata da grandi finestre di vetro colorato. L’ultima volta che Lyra si era trovata in quel posto, era stata per la recita della Festa del Focolare dell'Amicizia, in cui la sala era stata aperta al pubblico. Ora, invece, l’enorme stanza era completamente vuota.

Celestia parlò ad una guardia posta davanti alla porta. “Ci puoi lasciare. Aspettate fuori.” 

“Sì, sua maestà.” Disse, uscendo prontamente e chiudendo le porte.

Erano sole adesso. Il cuore di Lyra stava battendo furiosamente. In quel silenzio, poteva quasi sentirlo.

Finalmente, Celesta parlò. “È stato il tuo primo Galà, vero? Anche dopo mille anni, questi eventi sembrano sempre durare un’infinità.” Le sorrise.

“V-vero…” balbettò Lyra.

“È un peccato che Twilight e le sue amiche non siano potute venire, ma non potevamo certo avere un bis della scena dell’anno scorso.” La Principessa sorrise dolcemente. “Come è andata la tua nottata?”

“Abbastanza noiosa, in realtà”. Lyra la guardò confusa. Non stava andando per niente come si aspettava.

“Ah, sì. Potrei essere d’accordo.” Disse Celestia annuendo. “Non va mai meglio di così, indipendentemente da quante volte teniamo la stessa cerimonia.”

“Quindi, ehm… Di cosa mi voleva parlare?“ Lyra si accigliò. “Perché mi ha convocato qui?”

“Suppongo che dovrei arrivare subito al sodo, non è vero?” Chiese Celestia. “Twilight mi ha riferito che l’hai aiutata nel suo progetto di ricerca. Devo dire che sono rimasta sorpresa a vedere il tuo nome sulla sua relazione.”

“Oh… giusto,” disse Lyra. Quindi era quello il motivo, umani. Le sue paure erano state confermate. Era probabilmente inutile nascondersi a questo punto, ma cos’altro poteva fare? “Ma, ecco, io… Noi abbiamo letto tutto ciò che abbiamo trovato, e sembra che gli umani non esistano proprio.” Si sforzò di sorridere, anche se le era difficile anche solo pronunciare quelle parole.

“È così?” Celestia alzò un sopracciglio.

Lyra esitò. “Ma certo.” 

“È solo una complessa serie di miti e leggende, inventate dai pony molto tempo fa senza alcuna traccia di base scientifica,” disse la Principessa. Lyra poteva quasi sentire i propri genitori dire esattamente le stesse parole.

“Assolutamente.” Lyra strinse i denti. 

L’espressione di Celestia divenne più seria. “Da quanto ho sentito, hai trovato una gran quantità di informazioni,” disse. “Recentemente, sta diventando palese che gli umani non potranno rimanere dimenticati per sempre.”

Lyra non riuscì più a trattenersi. “Non mi menta! Io lo so che gli umani esistono!” La sua sfuriata rimbombò nella vuota e larga sala. Fu solo allora che realizzò… “A-aspetti… Sta dicendo che… Oh.”

Celestia si fermò. Stette lì, senza guardare Lyra, e senza parlare per quella che sembrò un’eternità. Lyra indietreggiò nervosamente, anche se per qualche motivo non si sentiva più minacciata.

“Io… ho avuto timore anche solo a parlare degli umani,” disse infine Celestia. “In questi ultimi anni, sono sempre più tornati a gravare sulla mia testa. Ed appena qualche mese fa, mia sorella è tornata dalla sua visita a Ponyville sostenendo che ci fosse ancora qualcuno che li ricordasse.”

Lyra si pentì subito di aver aperto bocca con Luna.

“Purtroppo, mia sorella non è stata in grado di descrivere chi le avesse chiesto degli umani. Sembra che fossero completamente camuffati nei loro costumi,” disse Celestia. Si girò, con un leggero sorriso. “Era pur sempre la Notte degli Incubi.”

“S-si…” Disse Lyra, annuendo.

Celestia continuò. “Ho realizzato allora che mi ero dimenticata di riferirle dei recenti sviluppi, dato che sono avvenuti poco prima del suo ritorno ad Equestria… I nostri rapporti con gli umani sono diventati più complicati di quanto mia sorella possa realizzare. Ma la verità, Lyra, è che gli umani sono esistiti tempo fa, nel mondo che ora noi chiamiamo Equestria.”

Lyra restò a bocca aperta. “E… e me lo sta dicendo così?” Si aspettava seriamente che sarebbe stato molto più difficile. La Principessa era incredibilmente diretta sull’argomento, e molto più calma di quanto fosse stata Luna. “Li studio da tutta una vita. Tutti mi dicevano che erano storie inventate. Perché nessuno li ricorda?” E poi, finalmente processò in pieno ciò che aveva detto Celestia. “Recenti sviluppi?”

Cominciarono lentamente a camminare lungo la sala. “Sì, relativamente parlando, recenti… Ma è meglio cominciare dall’inizio. Per più di mille anni, non c’è stata traccia di umani in Equestria. Io stessa ero molto giovane quando gli umani erano ancora vivi. Ma dopo ciò che gli è successo… io e mia sorella ci siamo impegnate a cancellare ogni traccia della loro esistenza. A poco a poco, i pony si sono dimenticati di cosa fossero gli umani. Quelli che ricordavano, pensavano fossero un mito inventato.”

“Perché farlo? Dalle mie ricerche, sembra che dobbiamo molto agli umani,” disse Lyra. “La nostra intera civiltà è basata sulle loro creazioni.”

“Ciò è corretto…” rispose Celestia. “Nonostante non potessero usare la magia, compensarono le loro mancanze con l’intelligenza. I pony hanno del potere magico innato. Non parlo solo degli unicorni, i pony di terra hanno il loro legame col suolo, e i pegasi possono controllare il tempo atmosferico. Gli umani, invece, hanno solo le loro menti. Trovarono le proprie soluzioni per rimediare a ciò che non possedevano. Ancora adesso usiamo alcune delle loro invenzioni; quegli strumenti sono davvero utili. Ponyville è quasi identica ad un villaggio umano di tanti anni fa. Ma poi…” 

Lyra si affrettò ad avvicinarsi. “Cosa gli successe?”

Celestia si portò davanti ad una delle vetrate colorate. L’immagine di un draconequus, grande in altezza quasi quanto tutta la vetrata e la sala stessa, era impressa su di essa. “Per quanto ambiziosi potessero essere, gli umani erano anche proni di propria natura a conflitti e disordine.”

Discord… Si era risvegliato appena un anno prima. Chiunque a Ponyville lo ricordava. Era lo spirito del caos. Molto di ciò che era successo mentre era in libertà, era diventato solo un ricordo sfocato, ma Lyra ricordava la pioggia di latte al cioccolato, gli edifici che si capovolgevano, e i pony che d’improvviso litigavano con i loro migliori amici. 

“Persino la più piccola differenza tra gli umani era sufficiente a portarli a lottare tra loro,” disse Celestia, fissando la faccia immobile, gli occhi gialli, e il corpo deforme composto da così tante incongrue parti. “Quando Discord salì al potere, inasprì le tensioni che già esistevano. La disarmonia causata dagli umani gli diede sempre più potere.”

“I-io non ho mai letto di lotte tra gli umani,” disse Lyra. Tolse lo sguardo dalla vetrata per puntarlo su Celestia. “Non ho trovato niente del genere sui libri.”

“È esattamente quello che io e Luna ci eravamo promesse di nascondere. Le guerre tra gli umani diventarono sempre più brutali. Cominciarono ad inventare nuove armi di distruzione, anziché strumenti di creazione. Ed infine…” Celestia chiuse gli occhi. “Nessuna civiltà può sopravvivere a lungo quando si dedica soltanto alla distruzione.”

Quelle parole colpirono duramente Lyra. Non riusciva neanche ad immaginarselo. Gli umani… si sono autodistrutti? Com’è possibile che una qualsiasi specie possa fare qualcosa del genere?

“È comunque tutta colpa di Discord, giusto?” Disse infine Lyra, rompendo il lungo silenzio. Celestia guardò giù verso di lei. “Non è possibile che sia tutta colpa loro. Non lo farebbero mai.”

“Erano già vulnerabili,” rispose Celestia. “Capisco che deve essere uno shock per te, ma devi capire come stanno le cose.” 

Uno shock? Chiamarlo così era un po’ riduttivo. Lyra poteva a malapena sforzarsi di accettarlo, nonostante fosse stata una Principessa d’Equestria in persona a dirgli quelle cose. Non erano per niente credibili.

“Dopo che gli umani furono spazzati via, il potere di Discord diminuì. Venne così travolto dal tale livello di caos a cui li aveva condotti, che senza di essi perse la sua principale fonte di potere.” Celestia abbandonò la vetrata ed attraversò la sala. “Fu allora che io e mia sorella usammo per la prima volta gli Elementi dell’Armonia. Discord venne finalmente sconfitto e pietrificato… ma era troppo tardi per salvare anche un solo umano.”

Si fermarono davanti ad una nuova vetrata. Twilight Sparkle e le sue amiche vi erano immortalate, mentre brandivano gli Elementi dell’Armonia per sconfiggere Nightmare Moon.

“Gentilezza, gioia, generosità, onestà e lealtà. Sono i valori su cui Equestria fu fondata.” alzarono entrambe lo sguardo ad osservare la vetrata. “Io e Luna abbiamo creato una nuova società basata su armonia ed amicizia, così da non ripetere mai più gli sbagli e il destino degli umani.” 

Lyra chinò la testa. Tutto sembrava andare contro ciò che sapeva degli umani.

È sbagliato, si disse Lyra. Gli umani non erano davvero così. 

 “Dicevate di aver distrutto tutte le testimonianze sugli umani. Eppure ho trovato libri su di loro nella libreria di Canterlot quando ero piccola,” disse lei. “Non vi erano mai menzionate delle guerre, ma…” 

“È impossibile che esistano documenti riguardanti la guerra in tutta Equestria. Abbiamo tentato di trovare ogni traccia rimanente degli umani, ma… Erano troppo diffuse. Non riuscimmo a distruggere tutto,” disse Celestia. “Sono sorpresa che tu sia riuscita a trovare quei reperti da così piccola… e proprio qui a Canterlot, di tutti i posti. Suppongo che gli umani siano sempre stati una razza persistente.”

Lyra non sapeva più che dire. “Quindi il nostro modo di vivere… E persino la ragione per cui abbiamo gli Elementi dell’Armonia, è solo per coprire… la guerra?”

“Naturalmente è difficile comprendere quanto sia importante l’amicizia, finché non se ne sperimenta l’assenza sulla propria pelle,” disse Celestia. “Non potevamo lasciare che si sapesse la verità, ma i pony dovevano essere istruiti. Così inventammo la Festa del Focolare dell'Amicizia. È molto riduttiva se confrontata alla vera storia degli umani, ma funge da avvertimento.”

“Dunque la recita è davvero inventata.” 

“Il Cancellier Bombolone fu di mia creazione. Sono particolarmente fiera di lui,” disse Celestia. “Ho sentito che Pinkie Pie ne ha fatto un’eccellente rappresentazione quest’anno.”

Forse per il fatto che aveva passato l’intera notte a suonare ad una tediosa festa, Lyra si sentiva esausta. “Avete lavorato così tanto per mantenere il segreto. Perché mi sta raccontando tutto?” Celestia guardò fuori da una delle finestre normali, che si affacciava sui bui terreni del palazzo con le loro statue di pietra, e sul labirinto di siepi che si estendeva fino all’orizzonte.

“I tuoi… genitori… mi sono venuti a parlare qualche tempo fa. Erano preoccupati,” disse Celestia. “Dicevano che avevi scoperto l’esistenza gli umani, e che avevi insistito a studiarli per tutta la tua vita.” 

“I miei genitori le hanno parlato? Perché… No, non lo farebbero…” Lyra rise nervosamente, e scosse la testa. “I miei genitori odiano gli umani. Mi hanno sempre cercato di tenere lontana da loro.” 

“Non direi che li ‘odiano’,“ dise Celestia. “Come molti pony, non avevano mai sentito parlare degli umani. Fino a quando… successe quella cosa. Circa quindici anni fa, se ricordo correttamente.” Si fermò. “Abbiamo parlato pochi mesi fa, e abbiamo concordato di dirti tutto. Ti prego, devi capire i motivi per cui noi pony abbiamo preso tali misure per distanziarci dagli umani…”

“Huh?” disse Lyra, confusa.

Celestia esitò.

“Quando Cirrus e Dewey Decimal ti hanno trovato da bambina, e ti hanno portato da me, non avevano idea di cosa tu fossi. Neanch’io ero sicura di come fosse possibile. Ma una cosa era certa… Lyra, tu non sei nata ad Equestria.”

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > My Little Pony / Vai alla pagina dell'autore: JasonTheHuman