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Autore: Fiore di Giada    10/03/2021    0 recensioni
[[Ultralion/Rionmaru]]
Yonosuke aveva creduto di dovere dare una prova ulteriore del suo pentimento.
– Non dovevi… – mormorò. Tra di loro, stava nascendo un legame forte.
Malgrado i loro precedenti non proprio limpidi e amichevoli, Yonosuke aveva suscitato la sua ammirazione per la sua capacità di rinascere ad una nuova esistenza, come guerriero della luce.
Aveva saputo riscoprire in se stesso il suo onore di samurai.
Aveva mostrato una forza d’animo notevole ed era una prerogativa di pochi eletti.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il sole cadeva sulle rocce e sull’acqua, creando deboli riflessi iridescenti, e un debole vento soffiava tra le piante, diffondendo nell’aria i tenui aromi dei fiori.
Lo sguardo di Shishimaru, stralunato, vagò sul paesaggio. Di nuovo, erano riusciti ad allontanare la minaccia di Gorsun e delle sue armate.
Tuttavia, era una vittoria temporanea e il Signore del Male era ancora vivo.
Per quanto tempo la sua ombra avrebbe aleggiato sulla comunità?
Tale risultato aveva domandato un sacrificio di sangue.
Abbassò un poco il capo e fissò il corpo di Yonosuke, abbandonato sul terreno. Tra le sue braccia, il redento guerriero si era spento.
Gli aveva domandato perdono per non essere riuscito a sconfiggere Gorsun.
Sospirò e, con un gesto deciso, allontana le lacrime. Quella scelta, per quanto folle e temeraria, aveva una ragione.
Yonosuke aveva creduto di dovere dare una prova ulteriore del suo pentimento.
Non dovevi… – mormorò. Tra di loro, stava nascendo un legame forte.
Malgrado i loro precedenti non proprio limpidi e amichevoli, Yonosuke aveva suscitato la sua ammirazione per la sua capacità di rinascere ad una nuova esistenza, come guerriero della luce.
Aveva saputo riscoprire in se stesso il suo onore di samurai.
Aveva mostrato una forza d’animo notevole ed era una prerogativa di pochi eletti.
E, per concludere il suo percorso, aveva deciso di affrontare da solo Gorsun.
Il suo comportamento era stato eroico, ma non era necessario.
Eppure, le amare parole di Yonosuke risuonavano nella sua mente.
Il gorgoglio dell’acqua limpida del fiume giunse alle sue orecchie, mescolandosi ai deboli lamenti di Saori e Kosuke, a poca distanza da lui.
Non devi scusarti… Tu hai cercato di risolvere un problema… – sussurrò, triste. Lui si era spento con l’animo greve di amarezza, credendo di essere un fallito.
Ma non meritava una simile pena nel suo viaggio verso l’Oltretomba.
Si chinò sul corpo del defunto samurai e lo sollevò tra le bracca.
La testa e le braccia di Yonosuke, a causa del brusco movimento, ondeggiarono, come gli arti di una bambola.
Vedendo quell’azione, Saori e Kosuke si scossero dal loro pianto e gli andarono incontro.
Co… Cosa vuoi fare? – domandò la ragazza.
Il ronin chiuse gli occhi, cercando di frenare le lacrime, poi fissò lo sguardo sui suoi compagni di battaglia.
Voglio dargli una sepoltura degna. Non merita di restare in balia di uccelli e predatori. – rispose lui.
La ragazza e il bambino, sentendo le sue parole, annuirono.
Io e Kosuke andremo a cercare della legna e dei fiori. Tu resta qui, con lui. – propose lei.
Con un cenno della testa, Shishimaru annuì. Sì, Saori aveva ragione.
Lui doveva impedire alle fiere di offendere il cadavere del guerriero.
Kosuke annuì e i due, rapidi, si allontanarono verso il bosco.

Stanco, il giovane si sedette e appoggiò la testa del defunto compagno sulle sue ginocchia.
La sua mano, distratta, posò la sua mano sul viso, freddo di morte, di Yonosuke.
Tremò. Di nuovo, riviveva gli estremi momenti di vita del suo compagno.
Risentiva quel corpo agonizzante, mentre si spegneva tra le sue braccia.
Mi dispiace di non averti salvato. – mormorò, apatico. A cosa erano serviti i poteri che gli erano stati donati?
In quel momento, tutto gli pareva privo di senso.
Un uomo come Yonosuke, capace di redimere se stesso dalle sue colpe, non meritava quella fine atroce.
Sospirò e la sua mano, leggera, sfiorò i capelli del caduto compagno. Non era il primo fallimento da lui sofferto.
Tanti erano morti, a causa di Gorsun e lui non era riuscito a salvarli.
E quell’essere ancora minacciava la serenità dell’umanità.
Non posso ridarti la vita. Ma ti prometto che distruggerò Gorsun. Lo farò anche per te. – sussurrò, il tono deciso. Ormai, solo lui poteva distruggere il Signore del Male.
Il suo cuore era pesante, ma non poteva recedere dal suo compito di combattente.
Accennò ad un sorriso melanconico. In quel momento, aveva percepito una dolente sensazione di serenità.
Non tutto era perduto, nonostante le apparenze.
Qualcosa di concreto si poteva portare a compimento, per stornare l’ombra di una catastrofe.

Qualche minuto dopo, Saori e Kosuke tornarono.
La ragazza teneva con sé tronchi e rami secchi, mentre Kosuke stringeva dei fiori di loto bianco.
Grazie, ragazzi. – mormorò il giovane, tranquillo.
Si alzò e si avvicinò ai suoi compagni e li aiutò a erigere una pira alta circa un metro.
Su di essa, Shishimaru posò il corpo di Yonosuke, gli incrociò le braccia sul petto, mentre Kosuke collocò i fiori di loto tra le sue dita, immote e gelide, e sulle sue gambe.
Si allontanarono di alcuni metri e Shishimaru, dopo alcuni minuti, accese una torcia.
Con un rapido moto del braccio, simile a quello di un lanciatore del peso, la gettò verso la pira.
Con un tonfo, cadde e le fiamme, cominciarono a divorare i ramoscelli della pira, che si contorsero e si spezzarono, con secchi scricchiolii.
Poco dopo, il fuoco si levò alto e circondò il corpo del samurai, illuminandolo d’un riflesso sanguigno.
I tre giovani, fermi, seri, silenziosi, osservarono la pira, i cuori grevi di rimpianto. Troppo poco era stato il tempo trascorso insieme, ma non riuscivano a non provare amarezza.
Lui, malgrado il suo carattere aspro e schivo, si era mostrato onorevole e aveva saputo andare oltre il suo orgoglio.
Sarebbe stato meraviglioso approfondire la conoscenza reciproca in ulteriori battaglie.
Ma era un sogno vano e tormentoso.
Una possibilità di conoscenza era stata distrutta dalla crudeltà del male.



   
 
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