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Autore: VigilanzaCostante    10/03/2021    13 recensioni
Amare sette uomini è impossibile, possederli tutti è un gioco da ragazzi.
Byron, Damian, Garret, Malcolm, Philbert, Steven e Tony: un excursus sui sette mariti dell'affascinante quanto inquietante madre di Blaise Zabini.
[Questa storia partecipa al contest "Storie alfabetiche" indetto da Lady.Palma sul forum di EFP]
Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2022 indetti sul forum Ferisce più la penna
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
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Questa storia partecipa al contest “Storie alfabetiche” indetto da LadyPalma sul forum di EFP. La sfida consiste nello scrivere una storia in 21 frasi in cui ogni frase inizi con una lettera dell’alfabeto, in ordine. Per frase si intende un periodo, quindi fino a un punto fermo è una frase.
 

Sette volte vedova

 
 
Amare sette uomini è impossibile, possederli tutti è un gioco da ragazzi.
Byron era stato il primo, erano giovani e sconsiderati e l’aveva amata alla follia; aveva speso tutti i suoi soldi per lei, l’aveva bramata e aveva urlato di rabbia e di dolore alla scoperta dei suoi innumerevoli tradimenti. Con efficace risposta l’aveva avvelenato: primo uomo, primo omicidio.
Damian era stato il secondo, e conquistarlo fu facile: le bastò mostrarsi come una vedova addolorata, in frantumi per la perdita del marito. Era tanto ricco quanto brutto, il volto deformato dalla vecchiaia e i sorrisi mesti che gli tagliavano il viso; si innamorò talmente tanto da lasciare la moglie per lei e portarla all’altare. Fu preso da un malore improvviso e lei lo pianse tanto al funerale, bella e dannata in quel suo vestito nero.
Garret era stato una ventata d’aria fresca, perché non aveva niente, ma proprio niente, di coloro che lo avevano preceduto: era ricco, ma dei soldi non gli importava molto; era giovane, ma aveva l’animo scalfito da saggezza adulta. “Hai sconvolto il mio mondo” le diceva, ma lei non lo ricambiò mai. Inutili i tentativi di affezionarsi a lui, il suo cuore avvelenato non gli apparteneva. Logomotor mortis quando era in piedi sulle scale e poi precipitò giù: la delusione e la sofferenza nei suoi occhi mentre cadeva non la scalfì nemmeno un po’.
Malcolm era il padre di suo figlio, o meglio, tutti pensavano che lo fosse: gli diede un tetto, un cognome e un’istruzione. Non poteva dargli il suo sangue ma andava bene così, né marito né figlio lo sapevano, nessuno doveva saperlo. Optò per una morte lenta e diluita nel tempo, perché non voleva togliere troppo presto al suo Blaise quello che credeva essere suo padre; fu l’unica volta che si pentì davvero, perché il suo bambino piangeva come non aveva mai fatto, il bel viso scolpito contratto dal dolore.
Philbert era viscido, l’aveva fermata sul ciglio di una strada e le aveva allungato dei galeoni pensando fosse una prostituta; lei gli tirò uno schiaffo e lui se ne innamorò. Quando si è disperati si accetta l’aiuto anche di chi ti svaluta, ti rimpicciolisce e ti stringe con troppa violenza – menomale che Blaise non c’era a vedere quelle scene, era a Hogwarts e doveva rimanerci. Roventi erano le fiamme che lo inghiottirono e a tutti lei disse che era scappato lasciandole un gruzzolo di soldi e nulla più; nessuno ne sentì la mancanza.
Steven durò poco, nemmeno un mese dal matrimonio, non aveva la stoffa per sostenere una donna come lei e quindi si meritò una maledizione in pieno petto e una trasfigurazione veloce: in morte fu una foglia, tremolante e fragile come era stato in vita.
Tony, invece, fu la sua distrazione durante la guerra, occupava i suoi pensieri mentre gli altri sceglievano uno schieramento; non le importava chi avesse ragione, sperava solo che una delle due fazioni facesse fuori suo marito perché agli occhi del mondo iniziava a diventare sospetta. Un Avada Kevadra lo stese con glaciale semplicità, perché lei mise in giro la voce che aveva mentito sul suo status di sangue e che in realtà era un nato babbano.
Vedova eterna, vedova crudele, vedova sadica che con la sua immortale bellezza schioccava la lingua e li sottometteva tutti; ma nessuno sapeva che il vero padre di suo figlio fu il suo unico vero amore, l’unico che non l’aveva voluta, l’unico che l’aveva abbandonata per davvero.
Zero mariti aveva amato, ma – colui che non lo era stato – le aveva dimostrato che era in grado di farlo.
 
 
 

NDA:
“Zabini, interrogato dopo McLaggen, aveva per madre una strega di celebre bellezza (da quello che Harry riuscì a capire, si era sposata sette volte, e ciascuno dei suoi mariti era morto in circostanze misteriose lasciandole montagne d’oro).”
Le informazioni che abbiamo sulla madre di Zabini si limitano a questo estratto dal “Principe mezzosangue”. Questo dovrebbe far intendere che aveva già sposato il settimo uomo durante il sesto libro, quindi ho immaginato che sia durato fino alla guerra, dove è ambientata appunto la morte del cosiddetto Tony.
Il resto è tutta mia invenzione, sia i nomi che le brevi caratterizzazioni!
Spero che questo esperimento vi piaccia
Un bacio
Mati
   
 
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