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Autore: Myriru    10/03/2021    2 recensioni
Questa sarà una storia un po’ particolare. Sarà ambientata nei nostri tempi, con qualche riferimento al manga/anime.
In particolare, André avrà 21 anni mentre tu, lettore, 20. Perché specifico lettore? Lo avevo già detto, sarà una storia particolare.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nota: avevo letto una storia simile in un altro fandom, completamente diverso da questo, e mi aveva catturato subito.  Il racconto sarà in prima persona, la protagonista... sarai tu lettrice! ( ovviamente questa storia è aperta a tutti ). Quindi, verrà usato il format m/n ( my name ) per renderlo più personale, un’esperienza unica. 
Questo è un capitolo di prova, vedremo come si evolverà.

 

*Questa storia include riferimenti all’uso di marijuana. I fatti descritti non riguardano la mia persona ma sono di libera fantasia*

 

~~~

 

L’odore del tabacco impregna l’aria nella stanza. 
Chiudo gli occhi e aspiro il fumo senza pensare a nulla.
Una piccola nuvola chiara esce dalle mie labbra, socchiudo gli occhi per vederla muoversi libera nell’aria e dissolversi così com’era comparsa. Porto di nuovo la sigaretta alle labbra e mi sdraio sul letto godendomi il silenzio della mia camera e dell’intero palazzo.  
Una mia collega ha organizzato una festa in un locale, non molto lontano dal Campus - noi abbiamo deciso di prendere un’appartamento vicino l’università per avere un po’ di privacy -, ma ho preferito restare nella mia stanza, nonostante la mia coinquilina abbia cercato invano di convincermi a venire. Sono quasi certa che non tornerà questa notte. 
Mi rialzo e porto la mano al viso per massaggiarmi le palpebre.
«Cazzo... il trucco »
Ho completamente dimenticato di essere ancora truccata, mi alzo dal letto quasi di corsa e mi guardo allo specchio solo per vedere la mia faccia stanca e il mascara sciolto appena sotto gli occhi. 
Il mio telefono vibra sul letto e si illumina per qualche secondo. Poso la sigaretta ormai finita nel posacenere e vado a prendere il telefono, controllando la notifica. 
Il mio cuore perde un battito e le mani mi tremano.

André: hey
M/n: ciao
André: sei alla festa? ti ho disturbato?
M/n: non disturbi affatto, sono in camera. tu?
André: anche tu non sei andata... posso venire da te? ci facciamo compagnia
e ho il fumo
M/n: va bene, sono al secondo piano, corridoio destro ultima stanza a sinistra
André: arrivo subito

Faccio un respiro profondo, passandomi una mano tra i capelli in disordine. André è un mio collega, ci siamo passati alcuni appunti riguardo alcune lezioni ma non abbiamo mai più di tanto approfondito la nostra conoscenza nonostante vivessimo nello stesso palazzo. Avevo messo gli occhi su di lui da subito, lo ammetto. Aveva riacceso in me qualcosa di... indescrivibile che non volevo spegnere, forse ne ero addirittura ossessionata. 

Ed era impossibile non esserlo. 
Butto il telefono sul letto e prendo la felpa che avevo posato sullo schienale della sedia e la indosso velocemente, chiudendo la zip rapida. Appena sento bussare mi muovo verso la porta, attraversando il corridoio buio, e me lo ritrovo davanti, con un felpone grigio scuro e i jeans e un piccolo sorriso sulle labbra. I capelli neri, invece, li aveva legati sulla nuca in un codino, lasciando la fronte libera, non lo avevo mai visto con i capelli sciolti ma mi aveva detto che gli arrivavano alle spalle. 
«Prego, entra »
Appena entra si mette a sedere sul mio letto e mi guarda. 
«Pensavi fossi alla festa »
Dico richiudendo la porta girandomi poi a guardarlo poggiando la schiena alla porta.
«Mi annoiano le feste, soprattutto quelle organizzate da Zofia »
Rido.
«Non mi aspettavo una tua risposta a quest’ora »
«Eppure eccoci qui »
Mi avvicino a lui e mi sdraio sul letto, lui mi imita. Restiamo a fissare il soffitto per un po’ in silenzio.
«Non sono un tipo da festa, mi annoio molto e cerco sempre di uscire prima se riescono a incastrarmi »
Rido e mi giro a guardarlo, stava guardando ancora il soffitto. Ha davvero un bel profilo e i suoi occhi, due smeraldi profondi, sembravano tristi, vaghi.
«Neanch’io sono molto a mio agio nelle feste. Nel remoto caso in cui dovessi andarci mi ritroveresti seduta in un angolo con una birra in mano... a proposito, ne vuoi una? »
«Dove le nascondi? »
«Ho comprato uno di quei mini frigoriferi per il trucco. Anche Stef - la mia coinquilina - ne ha uno in camera sua, così non litighiamo »
Dico alzandomi e lo sento ridere mentre chinavo verso il frigorifero nero e gli mostro le due birre. André mi guarda tra l’incredulo e il divertito, mi piace il suo sguardo.
«Questa sì che è un’idea geniale m/n »
«Grazie »
Gli passo la birra e la apriamo in contemporanea e facciamo una specie di brindisi. Mi siedo accanto a lui, il mio letto non mi è sembrato mai così piccolo - è una piazza e mezza, come diavolo è possibile? -. Incrocio le gambe e bevo un sorso, girandomi poi verso di lui.
«Non ti ho visto a lezione in questi giorni »
«È stata una settimana dura, avevo bisogno di cambiare aria... vuoi? »
Lo vedo cacciare dalla tasca dei jeans un pacchetto di sigarette e me ne offre una.
«Non pensavo che tu fumassi questa roba »
Dico sentendo il forte odore provenire dalla sigaretta.
«Lo faccio raramente, in effetti. Non so neppure perché la compro. Forse è perché ho bisogno di sentire qualcosa, forse semplicemente voglio solo estraniarmi un po’ da questo mondo. Tu, invece? »
«Come te. Ogni tanto non fa male a nessuno »
«Uhm... non tutti la pensano come noi »
«Non mi interessa - prendo l’accendino nella tasca della felpa ma lui è più rapido e avvicina la fiamma del suo alla sigaretta - grazie... ognuno è libero di fare quello che vuole a mio avviso »
«Quindi credi nel libero arbitrio »
La fiamma rossa dell’accendino si spegne subito, era l’unica fonte di luce, oltre la luna, ad illuminare la stanza. Alzò le spalle e mi giro verso di lui, mi sta fissando.
«No »
Ride.
«È da quando siamo nati che la nostra mente è condizionata da qualcuno. Dai nostri genitori alla società. Anche il voler andare contro queste condizioni non è libero arbitrio, perché anche in quel caso siamo condizionati da qualcuno, dai ribelli. Noi, ora, facciamo parte del gruppo dei ribelli che considerano l’erba ai pari del tabacco. Nessun libero arbitrio, semplice predestinazione »
«È un pensiero profondo »
«Grazie... »
Restiamo in silenzio per un po’ e ne approfitto per studiarlo un po’, per cercare di capire quello che sta pensando. Forse avrei dovuto stare zitta, l’ho annoiato di sicuro. Mordo appena il labbro inferiore, maledetta me. 
«Credo di non essere d’accordo con te... andare contro la massa non può essere considerata una ricerca della libertà? La stessa scelta di stare o in una fazione o in un’altra non è libero arbitrio? »
«Forse... è una bella domanda »
«È troppo tardi per filosofare e tra poco saremo di sicuro strafatti »
«Beh potremmo scriverci un libro »
«Già mi immagino il titolo: “m/n e André: la filosofia delle 2 di notte tra alcol ed erba” »
Scoppiamo a ridere entrambi, la testa mi gira appena. Forse non è stata una buona idea, ma ammetto che la sensazione mi piace e mi rilassa molto. Mi sdraio sul letto, lasciando cadere a terra la lattina di birra a terra del letto e chiudo gli occhi. 
Che pace. 
Sento il cigolio del materasso stridere nelle mie orecchie e il tessuto della felpa di André solleticarmi la spalla nuda. 
«Sai André... - apro gli occhi e mi giro verso di lui e André fa lo stesso - hai proprio degli occhi stupendi »
«Lo dici solo perché hai bevuto o lo pensi davvero? »
«Lo penso davvero... sono così... profondi, mi piacciono molto »
Non risponde, in realtà sembra distratto. Socchiudo gli occhi.
«Non ti preoccupi dell’arrivo di Stef? »
«Se tutto va come credo non la vedremo prima di domani mattina... tarda mattina, mezzogiorno »
«Come fai ad esserne così sicura? »
«Ama le feste ma ancora di più il sesso. Ora di sicuro starà con il primo che ci ha provato con lei »
«Non corre molta simpatia tra di voi? »
«Ci vogliamo bene ma abbiamo interessi completamente differenti »
«Per esempio? »
«Lei è tutta rosa, feste, moda, divertimento, folla mentre io preferisco definirmi più solitaria, circondata solo da persone fidate. Siamo come il sole e la luna »
Un lampo improvviso illumina la stanza facendoci sobbalzare e il rumore della pioggia lo segue subito dopo. Mi alzo dal letto con le gambe tremanti e chiudo la finestra e le tende rabbrividendo per il freddo improvviso. Un telefono vibra, era il mio.
«Chi è? »
Mormoro tra me e me mentre controllo le notifiche e non posso non sorridere nel mostrare il messaggio ad André.
«Non torno stasera... avevi ragione tu »
«Nom finisce qui... ho casa libera questo weekend »
«Deve essere stata una festa magnifica »
«Ti stai pentendo di non esserci andato? »
«No »
Sorrido, rispondo veloce ai messaggi di Stef e poso il telefono sul comodino riprendendo la sigaretta dal posacenere che nel frattempo si era spenta. 

Stef: non torno stasera
anzi credo che passerò il weekend fuori
M/n: come vuoi, non combinare guai
Stef: non posso prometterlo 🥵😜

Troietta

Il messaggio di Stef mi fa sorridere ma decido di non risponderle, non saprei neppure cosa dirle. Forse era un bene la sua assenza, in quel modo potrei passare più tempo con André, sempre che lui ne avesse voglia. 
Prendo di nuovo il telefono, sento il suo sguardo addosso e il suo silenzio mi inquieta. La musica parte, mi giro e lo guardo sorridendo ma lui corruga la fronte, alzando un sopracciglio.
«Vuoi ballare? »
«Tu no? Al momento - dico alzandomi aspirando il fumo - mi sento così bene che ho voglia di ballare »
Cercò di trascinarlo giù dal letto e lui a malavoglia si alza ma il suo sorriso lo tradisce e balliamo anche se entrambi siamo davvero negati ma importava davvero qualcosa? Ridiamo, ci prendiamo in giro e sì le nostre mani si cercano, si toccano, e in un attimo mi trovo avvinghiata a lui. 
«M/n... »
Il suono roco della sua voce mi eccita. Sento la febbre. Il suo sguardo verde è penetrante, mi ruba la sigaretta dalle labbra.
«Basta così... »
Prima di posarla di nuovo nel posacenere però fa un tiro e mi sorride. Dannazione. Le gambe mi tremano e le mie guance sono in fiamme. Non si rende conto dell’effetto che ha su di me? Ho i brividi.
Mi allontano da lui e sposto una ciocca di capelli dal viso, la mia risata sembra quasi isterica.
«Guastafeste »
Gli faccio la linguaccia ma non riesco proprio a tenergli il muso e credo che lui se ne sia reso conto.
«Sono felice di averti scritto. Mi piace passare il tempo con te »
«Anche a me piace passare il tempo con te e credo di provare qualcosa per te »
Non dice nulla, né muta espressione. Per un istante ho creduto di non aver aperto bocca o che le mie ultime quattro parole le avessi solo immaginate. Non mi pento di averlo detto e non mi vergogno neanche ma il suo silenzio mi fa stare male. Mi mordo il labbro inferiore e la musica proveniente dal mio cellulare si blocca.
«È una cosa positiva o negativa? »
«Positiva »
Si avvicina a me e io, istintivamente, indietreggio fino a trovarmi con le spalle al muro. Non avrei mai immaginato che la serata avrebbe preso questa piega.
«Perché? »
«Non lo so. Sento il bisogno di starti accanto e vorrei tanto proteggerti dal mondo »
«Merito davvero tutto questo m/n? »
Il suo sguardo è triste, troppo e il cuore mi si stringe.  
«Perché non dovresti? »
Non mi risponde e contro ogni mia previsione mi abbraccia, posando la fronte sulla mia spalla, e lo abbraccio anch’io, stringendolo a me con tutta la forza che ho. Chiudo gli occhi, sento il suo respiro calmo solleticarmi appena l’orecchio.
«Penso che tu meriti tutto l’amore di questo mondo. Tutto quello che di bello possa regalare questa vita »
Lo sussurro appena, non sono sicura che lui mi abbia sentito ma lui si allontana appena da me per guardarmi in viso. Avvicino la mano al suo viso e gli accarezzo la guancia, lui si lascia scappare un sorriso.
«È tardi, andiamo a dormire »
Annuisce e lascia che io lo guidi verso il mio letto. Ci sdraiamo senza dire nulla e ci abbracciamo di nuovo e posa la guancia sul mio petto con un sospiro. Gli bacio la fronte facendo passare le dita tra i suoi capelli e lui chiude gli occhi. Ha un’espressione davvero rilassata mentre dorme, sembra un angioletto. 
Sorrido. 
Se qualcuno dovesse chiedermi cos’è la felicità... probabilmente gli risponderei questo.

 
   
 
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