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Autore: Lodd Fantasy Factory    10/03/2021    1 recensioni
Non ho tempo per le introduzioni. Devo raccontare questa storia, e voglio farlo il prima possibile. Prima che qualcosa mi possa fermare... prima che loro... sono dietro ogni angolo. Sono nella mia casa... cancelleranno tutto. Persino me...
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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10 Marzo 2021,

 

 

Nonostante i molti pensieri, è stata una notte tranquilla.

Non posso nascondere il senso di inquietudine che provo al pensiero di questo diario. Sembra antico. Molto antico. Al tocco mi restituisce la sensazione di un oggetto che sia stato immerso nella bile di una creatura immonda. È viscido in copertina, appiccicoso sul dorso. Le pagine sono ingiallite e unite da una sostanza collosa che non riesco – e non voglio – identificare; occorre una certa premura per evitare di farle sfaldare. Esala, come vi avrò forse già detto, un fetore terribile. Ho provato a pulire via lo sporco, ma ho subito smesso quando mi sono accorto di starlo danneggiando.

Ho sfamato Avorio. È tornato mansueto e affettuoso, ma sembra nutrire un certo interesse in questo libro. Ho come l’impressione che possa essergli familiare. È un caso che sia arrivato prima Avorio e poi questo diario?

A giudicare dal titolo, è il MIO diario.

No. Questo è il diario di Philipp.

Io non sono Philipp: è solo un nome che ho preso in prestito.

Può essere una coincidenza?

Sarebbe folle crederlo, in questo caso.

È troppo vecchio per essere un vostro scherzo, a meno che qualcuno tra voi non sia un vero artista. Riuscire ad invecchiare la carta, dare certe pieghe agli angoli delle pagine. C’è dello sporco che pare essersi accumulato in decenni, se non forse centinaia di anni. La cosa che legge questo mio diario online. O forse è solo una mia impressione. Ma se mi è stato consegnato, forse è perché vuole che sia divulgato.

Ho aspettato il giorno per rimettermi a leggerlo, perché ho paura di quale effetto possa mai avere sulla notte il contenuto di questa confessione manoscritta.

È scritto in italiano, con una bella calligrafia in corsivo. Non sono un esperto, ma ritengo abbia preso tutto il tempo a sua disposizione per trascriverlo. Non ci sono sbavature o errori, come invece vi sarà capitato di trovarne nei miei resoconti… scrivo troppo in fretta, e non trovo mai il tempo di tornare indietro a correggere. Sono sempre di corsa… spero mi capirete. Gli errori non danneggiano il contenuto del mio racconto… forse lo rendono più reale, veritiero. Ma sto divagando...

Scritto in un italiano comprensibile, questo diario non può essere troppo vecchio. Non trovate?

Ho deciso di condividerne un passo con voi e con la persona, o la cosa, che suppongo stia leggendo questi miei resoconti giornalieri.

Ho trascritto tutto, dopo un certo attimo di sconcerto.

Non riesco a credere che stia capitando a me.

Tra parentesi, troverete alcuni miei commenti al testo.

 

 

13 Settembre 1937 (Quello stesso giorno. 13 Settembre...)

 

Durante il viaggio in nave, trascorso rinchiuso all’interno della mia cabina, ho avuto molto su cui riflettere.

Una sola volta, ed una soltanto – lo posso giurare –, ho trovato il coraggio di presentarmi sul ponte, per sfidare a viso aperto l’orrore che dominava i miei sogni. L’Uomo Ombra (Che sia lo stesso che mi segue la notte?) mi ha perseguitato sino ai confini della follia. Era una notte di burrasca, ma con un cielo terso (Difficile da credere, ma capisco cosa vuol dire); la luna scintillava nel buio della notte come un ghigno affilato di sangue, le stelle come una miriade di occhi ardenti di follia… ero deciso a togliermi la vita, quando i mari si sono aperti ed Egli si è annunciato. Si è stagliato come una montagna più oscura della tenebra stessa, aprendo le acque ed il cielo, arrivando a far sembrare l’oscurità luce, messa a confronto con la propria essenza.

Credevo di non poter più vivere con questo fardello.

Era lo stesso motivo che mi aveva spinto ad abbandonare Providence, lasciando indietro i miei ricordi e il mio passato… perlomeno, mi ero convinto di potervi riuscire. Ma, ahimè, non ci è concesso di sfuggire a noi stessi. Non potevo separarmi dai miei pensieri, dai miei inquieti sogni. Dalle mie visioni. Quando realtà e fantasia divengono una cosa sola, non ci resta che accettare la pazzia, così mi disse il mio dottore, prima dei fatti che mi avrebbero convinto ad imbarcarmi per l’Inghilterra.

Ma la mia morte non avrebbe che regalato a quell’essere un altro discepolo. Ho risparmiato la mia vita per fargli un dispetto. È questa la verità.

Il mio nome è Philipp Lloyd. (Il vero?)

Ho vissuto in America per trenta lunghi anni, tutta la mia vita, ma sono stato costretto ad abbandonarla. Ho dovuto allontanarmi da quei luoghi di perdizioni, da quelle colline cangianti, pulsanti di tormento e dannazione. Ho iniziato a scrivere questo diario nel frattempo che attendo la corriera che mi condurrà dalla Francia in Italia, nella piena volontà di lasciare una testimonianza della mia vita.

Che vogliate prendermi per pazzo, o meno: questa è la mia realtà, ormai. (Quanto siamo simili.)

Ho perduto i miei tre figli.

Ho perduto mia moglie.

Da quel venerdì ho perduto tutto, anche me stesso.

L’Uomo Ombra ha preso tutto quello che avevo.

Ha lasciato me per ultimo. (Ho questa stessa sensazione.)

Voleva che vedessi.

Voleva che sapessi:

Essi vivono.

Essi odono.

Essi dimorano.

Mentre noi uomini non siamo che semplici passeggeri della vita su questa Terra, essi esistono da sempre.

Ogni volta che ritorno a quegli episodi di Providence, la mia testa perde lucidità, ma ora che migliaia di miglia mi distanziano da quegli esseri, riesco a non cadere subito preda del panico.

Questi dadi runici mi aiutano, così come mi aveva promesso Zhùt lo Sciamano, un Indiano d’America dagli occhi così chiari da illudermi del fatto che fosse cieco.

Ci vedeva benissimo, il pellerossa: quello sguardo poteva fendere ogni realtà, diceva. Vedere cose che sono andate perdute. Vedere i morti. Non gli ho mai creduto, perlomeno sin quando non presi la decisione di imbarcarmi. Questi dadi hanno qualche sorta di potere; e anche se così non fosse, mi piace crederlo. Mi aiuta ad andare avanti in questa storia. Mi aiuta a dormire, anche se i miei sogni sono una continua discesa all’inferno. Non sono mai stato troppo religioso, ma se Dio esiste, ha abbandonato la mia anima alla volontà del Diavolo!

La corriera è arrivata.

(Aggiunto in uno stile più frettoloso, seguono delle parole scritte in piccolo.)

Le date non corrispondono alla realtà.

 

 

Ho guardato quei dadi in modo differente, ma provo troppo disgusto per tenermeli vicino.

Philipp, con le sue parole, mi ricorda la mia stessa situazione. Vi state forse chiedendo se sono andato avanti con la lettura…

Sì.

Ho letto qualche pagina, ma mi sono fermato.

Leggere è come scivolare nel suo orrore. Racconta dei suoi sogni, ed è come riviverli in prima persona. Mi auguro di non ritrovarmi in quegli stessi incubi, questa notte. Sarebbe un colpo che la mia mente non sarebbe in grado di reggere.

Ho impiegato più tempo del solito a scrivere questo resoconto.

Sento miagolare fuori dalla porta.

Non ricordo neanche quando mi sono chiuso nella mia stanza per scrivere.

Avorio deve avere di nuovo fame. Così tanta fame…

 

Vi aggiornerò domani,

 

Philipp Lloyd

 

 

PS:

La porta della mia camera si è aperta da sola, proprio subito dopo che ho inviato questo resoconto!

La maniglia, abbassata, ha emesso un suono secco, come se un grosso peso vi fosse appena caduto sopra.

Sono rimasto ad osservarla, impotente, aprirsi dall’oscurità del corridoio verso l’interno della mia stanza, rischiata a malapena dalla lampada a luce calda sulla scrivania.

Ho visto poi una sagoma bianca e nera avvolta alla maniglia.

Ho sussultato dal panico.

Avorio ha miagolato con rabbia, balzando poi a terra.

Quante maledizioni nelle lingue conosciute e sconosciute ho lanciato su questo gatto?

Ho tirato un sospiro di sollievo…

Vado a dargli da mangiare, prima di diventare la sua prossima preda!

   
 
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