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Autore: Lodd Fantasy Factory    11/03/2021    1 recensioni
Non ho tempo per le introduzioni. Devo raccontare questa storia, e voglio farlo il prima possibile. Prima che qualcosa mi possa fermare... prima che loro... sono dietro ogni angolo. Sono nella mia casa... cancelleranno tutto. Persino me...
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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11 Marzo 2021,

 

 

Sapevo che sarebbe accaduto: ho sognato di essere su quella maledetta nave!

Ho potuto scorgere con questi occhi quella luna famelica, quelle stelle stregate, quella montagna d’ombra capace di dividere il mare e il cielo… quale sinistra e nefasta presenza!

L’Uomo Ombra. Ho un nome, perlomeno.

Ma questa entità, questo Essere… sembra differenziarsi di molto da ciò che segue le mie tracce. Ancora non ho capito chi mi ha consegnato questo diario.

È un amico?

Oppure si tratta di un avvertimento.

Potrei scoprirlo, se solo avessi il coraggio di andare alla fine del suo racconto.

Devo confessarvelo, ormai vi sento vicini come degli amici; quindi mi sento di potervi rivelare tutto del mio modo di pensare, dei miei timori. State condividendo con me questo viaggio di soffocante incertezza. Ve ne sono grato, in un certo qual modo.

Ogni tanto, mentre scrivo, mi capita di domandarmi se la notte, prima che alcuni di voi vadano a dormire, magari non si rigirino nel letto chiedendosi se vi saranno mie notizie, il giorno seguente. Chissà se il mio ricordo è diventato per voi un motivo per svegliarsi la mattina e, con il cuore in gola, spingervi a controllare se ho lasciato una mia ultima lettera d’addio. Oppure se, dopo giorni di assenza… rimasti senza più notizie, qualcuno di voi serberebbe ancora il mio ricordo? Ma per i più di voi, questa è solo una storia… un racconto dell’orrore su un sito online. Io… nient’altro che un personaggio di fantasia. Mi sento un po’ come Adam Kadmon. Qualcuno di voi lo ricorda?

Tante idiozie fantasiose e molte risate. Nessun vero mistero.

Sono forse diventato a mia volta un fenomeno da baraccone?

Mi detesto per questi pensieri. Non so neanche perché sto continuando a scriverli su questa pagina. Non è questo che v’importa, giusto? Non la mia umanità, non la mia realtà; importa solo la storia che mi affligge. Volete semplicemente vedere come andrà a finire… e allora vi chiedo scusa per questa mia volgare interruzione.

Mi sembra di star iniziando a scrivere come il vero Philipp.

Quello che volevo confidarvi, prima di tutto questo mio inutile vaneggio, è il mio timore di leggere le ultime parole del vero Lloyd. E se non fosse riuscito a farcela? Saperlo mi trascinerebbe nell’angoscia. Non avrei la forza di andare avanti. Lui, da quel che leggo, sembra aver avuto un grande coraggio nell’affrontare questa mia medesima situazione.

Questo diario è il suo lascito.

Questa notte, quella nave era così reale, quasi fosse ancora ferma nel cuore dell’Atlantico. Ferma da novanta lunghi anni di salsedine, tempeste e onde. Le pareti dei corridoi erano marce, i letti ammuffiti, le luci scintillanti come coralli delle profondità di mondi ancora sconosciuti. Il colore verde predominava su ogni altro. Ero solo. Ma era come se potessi avvertire un costante flusso di ancestrali presenze ed entità scorrermi attraverso.

Non sono riuscito, così come si è descritto Philipp nei capitoli seguenti, a fronteggiare quella montagna di tenebra. Alla vista della sua mole, ho avuto l’istinto di prostrarmi, di invocarne il perdono e la grazia. Ma davanti a quell’ordine non pronunciato d’inchinarmi al suo cospetto, ho preferito fuggire via, lungo l’intricato labirinto di corridoi della nave.

Ho eluso con disperazione i passeggeri fluttuanti del mezzo, costringendomi a tenere gli occhi chiusi per sfuggire alla vista delle loro pelli glabre e le pupille di forma spiroidale, multicolori – quasi fossero galassie. Ho temuto di rimanervi intrappolato. I loro versi agghiaccianti, non diversi da un lamento gorgogliante, mi hanno rimandando al suono stridente di una radio che intercetta un segnale confuso.

La mia corsa si è conclusa nella sala motori.

Nessuna via di fuga!

La nave era posseduta da un canto macabro.

Poi, ho avvertito un un fischio improvviso nelle orecchie: la pareti attorno a me hanno cominciato a deformarsi, sputando fuori ingranaggi, bulloni, tubature, vapori! Infine, il comparto stagno si è piegato verso l’esterno della nave, producendo un agghiacciante stridio di lamiere. Ma il mare era inconsistente, solido.

Artigli di tenebra si sono poi fatti largo attraverso la breccia… ansiosi di ghermire la mia anima!

 

Mi sono stretto Avorio al petto, baciandogli il muso peloso, ancora caldo del mio corpo, quando il dolore provocato dai suoi artigli, infilzati nel mio torace, è riuscito a riportarmi alla realtà. Ero in un bagno di sudore.

 

Tolto quest’incubo, la mia giornata è trascorsa tranquillamente. Ho letto un po’, questa volta dedicandomi ad una lettura di Goethe; immaginare una vita normale, in un contesto semplice, alle volte è appagante. Nonostante il piacere della lettura, ad ogni cambio di pagina i miei occhi tornavano al Diario di Philipp. Ora riesco a capire il senso di fascino che può esercitare su di voi la mia storia. L’orrore vissuto dagli altri può essere per noi una fonte di piacere.

Ho scoperto l’origine di quei dadi, proseguendo nelle vicende narrate dal vero Lloyd. Vorrei avere almeno metà del suo coraggio, della sua intraprendenza. Certo, è stata la disperazione a costringerlo lontano da casa, a convincerlo a ribellarsi alla propria sorte, all’Uomo Ombra. Ma ha avuto del fegato.

Cosa avreste da dire, invece, sul mio conto?

Sono un codardo, nascosto dentro casa, che cerca di venire a capo di questa situazione.

Ora che sono a conoscenza dell’origine di queste rune, provo ancora più disgusto nel saperle in casa mia. Sei rune diverse per ciascuno dei due quadrati; quattro per il dado a forma di piramide.

Sedici rune.

Non conosco ancora il loro significato.

Ho provato a cercale online, ma non ho trovato niente di simile.

Philipp non ha ancora spiegato a cosa servono. Quali sono i loro poteri?

Dovessi scoprirlo, sono indeciso se rendervi partecipi della cosa: non vorrei star facendo il loro gioco. Forse mi hanno consegnato questo diario per tradurre gli appunti di Lloyd.

Sono solo mie congetture?

Come possiamo comunicare, senza che loro sappiano?

 

Forse ho un’idea.

Vale la pena di provare. È l’unico modo che conosco per rendere le nostre conversazioni almeno parzialmente segrete. Sarete come Avorio: in apparenza ciechi, bianchi, ma capaci di vedere tutto nell’oscuro. Dovrete solo imparare a evidenziarlo, proprio come me:

Scriverò in piccolo, non ho altra possibilità. Occuperò questi piccoli spazi vuoti per raccontarvi quello che non voglio che quegli esseri sappiano. Avrei dovuto pensare a questa soluzione sin dall’inizio. Dovessi scoprire l’origine di quei simboli, ve li mostrerò: sotto inserirò le loro specifiche. Vi prego, se siete riusciti a leggere questo mio messaggio, scrivetemi che “non credete alla mia storia”. P. L.

Ho ancora molto da leggere.

Questi giorni di pace mi sembrano sogni sospesi dall’incubo,

 

Aggiornerò, se mi sarà possibile.

 

Un abbraccio, (si fa per ridere)

Il vostro Philipp Lloyd,

 

   
 
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