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Autore: Lodd Fantasy Factory    12/03/2021    1 recensioni
Non ho tempo per le introduzioni. Devo raccontare questa storia, e voglio farlo il prima possibile. Prima che qualcosa mi possa fermare... prima che loro... sono dietro ogni angolo. Sono nella mia casa... cancelleranno tutto. Persino me...
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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12 Marzo 2021,

 

 

Indizi ovunque, amici miei, messaggi segreti: non ho pensato ad altro per tutta la notte. Ho riempito gli spazi vuoti con i miei pensieri. È stato strano.

Mi sono risvegliato con in testa il lamento di un bambino!

Era Avorio!

Questo gatto si diverte a traumatizzarmi. Ho riso della mia paranoia.

È un buon segno? Spero di sì.

È stato un piacere leggere le vostre risposte al mio ultimo messaggio. Non mi credete, e va bene così. */

*/ Siete pochi, amici miei; ma il mio messaggio vi è arrivato! Questo mi rincuora. Quegli esseri non devono averlo scoperto. Sapervi tanto scaltri mi riscalda il cuore. Non voglio abusare di questo mezzo segreto. Ogni volta che inserirò un messaggio negli spazi vuoti, sarà preceduto sempre da questi due simboli: */

Sto riuscendo a tornare a dei ritmi normali. Le mie occhiaie sono meno marcate, il mio appetito regolare. È strano, devo confessarvelo, come la normalità possa instillare in noi il dubbio su quegli orrori così profondi che m’impedivano di stare in questa casa. È come se tutto fosse improvvisamente assurdo. Non riesco a provare angoscia per le orme sui pavimenti, per quelle viscide creature, o per qualsiasi altra bizzarria accadutami e di cui vi ho raccontato in questi ultimi dieci giorni.

Non è strano?

È come se mi sentissi diverso.

Meno folle.

Oserei dire scettico.

Che sia merito di questi Dadi?

Nonostante il risveglio da infarto, mi sono alzato di buon umore. Non accadeva da non so più quanto tempo. Mentre sorseggiavo un caffè e scrutavo il giorno, non provando troppo fastidio nella flebile luce dell’alba, ho deciso che avrei finalmente iniziato a raccontare gli episodi di Settembre. Troppo a lungo vi ho tenuti sulle spine, troppe questioni hanno finito per distogliere la mia mente dal mio reale intento. Philipp Lloyd mi ha aiutato a ritrovare la strada e, così come anche lui sostiene: “Ho bisogno di raccontare la mia storia, perché i ricordi sono un bagaglio facile da smarrire sul treno della vita, perlomeno su quello lanciato a tutta velocità sui binari della follia.”

Vorrei premurarmi anche di tenervi al passo con il suo Diario: è arrivato in Italia, sostenendo di avvertire l’imminente scoppio di una Seconda Grande Guerra. Descrive i soldati alle frontiere come esseri privi di volontà, nei loro occhi scorge un bagliore tetro. In un passo, recita: ‘Ho abbandonato l’America, sapendola contaminata. Mi sono illuso del fatto che, avvicinandomi alla terra dei servitori di Dio, il potere dell’Uomo Ombra su di me potesse affievolirsi. Non è così, ahimè. Questa Italia, questa Europa... questo mondo è gravido. Presto le tenebre verranno partorite dal suo ventre pulsante; nessun cesareo: la prole si farà largo tra le carni a furia di artigliate, di morsi e di incubi. Verrà il fuoco, poi una grande luce che servirà al solo scopo di ottenebrarci l’anima.’

Ha previsto come si sarebbe conclusa la guerra, secondo voi?

Io ho un’altra opinione... Ma sono sicuro che pochi la capirebbero davvero! */

 

*/ Philipp non ha previsto il termine della Seconda Guerra Mondiale. Credo alludesse ad una cecità dell’umanità nei confronti di questo male. La guerra deve aver solo contribuito a facilitarne il passaggio verso la nostra realtà. Forse, ed è solo una mia ipotesi, quella bomba ha risvegliato qualcosa che dormiva negli Abissi d’Ombra.

 

Tornando a Settembre…

 

 

L’alcol e una buona dose del mio scetticismo, quello che sta tornando in questi giorni, mi avevano convinto a seguire le tracce di quell’ombra che si aggirava per le viuzze storiche della città. I suoi passi sul ciottolato di un centro improvvisamente svuotato, come lo scalpitio di un cavallo, mi avevano condotto attraverso una serpentina di viuzze gradualmente più anguste.

Le luci erano andate man mano facendosi meno presenti, sino a calarmi nella totale oscurità. Conosciamo delle nostre città molto meno di quanto invero sappiano i muri, o i vecchi a quali nessuno presta più ascolto; i borghi più antichi ospitano cunicoli che attraversano interi centri abitati, sprofondando a decine di metri nel ventre della terra.

Con il cuore in gola, ho deciso di seguire il fetore di quell’ombra giù per una scalinata composta di sampietrini. Era scivolosa, ma applicandomi con tutta l’accortezza conferitami da qualche birra di troppo, riuscii a non spezzarmi l’osso del collo. Un vero miracolo. Ho voluto sottolineare il fatto che fosse l’odore a guidarmi: sapevo che mi sarebbe stato impossibile rimanere abbastanza vicino a quella sagoma, al buio.

Ero certo mi avrebbe trascinato nell’ombra. Non potevo ancora sapere quanto...

Non mi avrebbe svuotato le tasche, di questo ero certo sin dall’inizio. Certe cose le senti nel profondo nell’anima; e, se solo io avessi prestato ascolto alla mia, quella notte, forse avrei percepito il suo desiderio di tenersi lontano dal loro tocco maledetto. Una volta connessi… non possiamo più liberarcene.

È tornato! È tornato quel dolore alla testa…

Avanzando a tentoni, muovendomi al tempo di quello scalpitio, affrontai il sinistro viaggio nell’oscurità. Ho creduto di essere una specie di Ninja. Silenzioso. Accurato. Invisibile. L’alcol aveva alterato la mia percezione, illudendomi di grandi abilità.

A questo ricordo mi sono alzato per versarmi un bicchiere.

Avorio ha miagolato con tono d’accusa, scattando davanti alla bottigliera. Ha vocalizzato altri lamenti ogni volta che, ridendo, ho fatto per afferrare la bottiglia di whisky. Che reazione assurda… Ho desistito, anche se questo dolore non sembra volermi abbandonare. Ma devo continuare a scrivere...

Alcuni definirebbero quelle vecchie gallerie dei rifugi antiaerei. Ma se sentiste l’odore di chiuso, il viscido sulle pareti, l’eco di un mare che non può esistere dall’altra parte del ciottolato, posso assicurarvi che avreste la sensazione di trovarvi in un’altra dimensione.

Ma ci stiamo pur sempre basando sull’esperienza di un ubriaco… quanto è affidabile questa mia testimonianza? Io stesso riesco a mettermi in dubbio.

Mi tornano alla mente degli odori singolari: zolfo, catrame, muffa… e quella specie di fetore di palude. No, non era la fogna cittadina.

Era un odore sconosciuto.

Ma… lo sento anche adesso che scrivo…

Sta cambiando…

È come se fosse… non è possibile... Profumo?

Il cunicolo si aprì infine sulla vista del ponte, sempre alquanto trafficato. Un sentiero in terra battuta, viscido, conduceva alla sua base. Lo scalpitio non riempiva più la notte. Ma quel manto di tenebra non aveva smesso di lasciarsi dietro il suo fetore, frattanto che scivolava più rapido verso il suo nascondiglio.

Gli andai dietro.

I miei ricordi… sono confusi…

Se ripenso al cielo, continuo a vedere quella luna famelica descritta da Philipp nel suo Diario. Le stelle come una moltitudine di occhi sgranati sulla mia inerme figura. Hanno fame della mia anima…

Il dolore alla testa è insopportabile… */

 

*/ La realtà si confonde. Non avevo mai menzionato quel cielo, prima di oggi. Cosa mi succede? Ogni volta che torno indietro a Settembre, la mia mente è come se cercasse di cancellare i ricordi. Sento un dolore al petto. Stanno tornando… impazzirò di nuovo?

 

Devo smettere di scrivere…

Avorio è appena balzato sulla tastiera. Due dadi tra le fauci.

Li ha lasciati cadere sul portatile.

Un teschio, o così pare.

Un occhio, o così pare.

Un brivido ha iniziato a corrermi lungo la schiena.

Sento freddo.

Ho bisogno di uscire…

 

 

Aggiornerò…

 

 

Philipp Lloyd.

   
 
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