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Autore: FrancyF    13/03/2021    1 recensioni
Zac Efron sta passando un periodo complicato e vuole solo prendersi del tempo per stare da solo con sè stesso. Vanessa Hudgens, invece, vuole solo stare vicino al suo fidanzato, e sperare che la felicità tanto conquistata a fatica non la lasci mai. Ma il destino ha altri piani per loro, e presto i fili rossi dei due giovani finiranno nuovamente per ingarbugliarsi e li legheranno come mai prima d’ora.
Secondo la tradizione orientale ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Il filo ha inoltre la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate, prima o poi, a incontrarsi e a sposarsi.
“Fate is pulling you miles away and out of reach from me. But you're here in my heart, so who can stop me if I decide that you're my destiny?” - “Rewrite the stars” The Greatest Showman
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vanessa Hudgens, Zac Efron
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo è parecchio lungo ed è 100% tenerezza... siete stati avvisati. Ci vediamo sabato prossimo (20 marzo) con il capitolo numero 20! - Fran

 
“You might be left with my hair, but you'll have your mother's eyes
I'll hold your body in my hands, be as gentle as I can
But for now you're scan of my unmade plans”
- “Small Bump” Ed Sheeran

 
-Non ci posso credere!- squittì Vanessa, stringendo saldamente in mano la foto della sua prima ecografia –ti rendi conto? Zac te ne rendi conto? Torniamo dopo un mese di vacanza e dobbiamo dire alle nostre famiglie che siamo incinti? Dopo tutte le raccomandazioni che ci hanno fatto prima di partire!-
La ragazza si tirò su la canotta tanto quanto bastava per scoprirsi la pancia e si specchiò. Nulla lasciva presagire che dentro di lei qualcosa stava cambiando, che stava crescendo qualcosa. Anzi, qualcuno.
Zac la cinse i fianchi e le appoggiò la testa su una spalla, prima di depositarle un lieve bacio a fior di labbra. Le sue forti mani andarono subito a poggiare sulla piccola protuberanza della ragazza, dove presumibilmente stava riposando loro figlio. Sospirò. Da quando Vanessa gli aveva rivelato di essere incinta tutto il resto del mondo per lui era scomparso. Non si aspettava di reagire in quel modo. Aveva sempre detto che, durante decine e decine di interviste, lui avrebbe aspettato i quarant’anni per il matrimonio e  i figli. E invece…
Erano appena tornati dalla loro prima visita ginecologica. Zac aveva insistito per prenotare subito una visita in una clinica privata di Maui. Il personale era stato estremamente cortese e discreto nei loro confronti. Avevano rimosso la spirale a Vanessa, avevano fatto qualche foto al piccolo e le avevano raccomandato delle vitamine prenatali.
-Beh, c’è ne hanno sempre fatte di raccomandazioni. E questa sarebbe la prima volta che le cose sono andate diversamente- .
Zac potè sentire la ragazza irrigidirsi sotto il suo tocco.
-Van… hai freddo?-
-No. Sono solo preoccupata- si morse il labbro inferiore. Davvero non riusciva a capire come potesse essere così calmo in una situazione del genere.
-Non c’è niente di cui preoccuparsi Nessa. Quello è il nostro piccolo- rimarcò indicando la foto che la donna stringeva tra le mani. Come era possibile amarlo così tanto? L’aveva appena visto per pochi minuti e, di certo, non assomigliava ancora ad un bambino, ma più ad un’arachide.
Vanessa per quanto si sforzasse non riusciva a condividere la visione ottimistica del compagno. Quel bambino per lei rappresentava anche una fonte costante di preoccupazione. Zac, anche in quella situazione, si era dimostrato un inguaribile romantico e lei doveva fare la parte di quella più pragmatica. Le pesava enormemente riportalo ogni volta con i piedi per terra.
-Ho tutto il diritto di preoccuparmi- sbottò lei, divincolandosi.
-Ok- Zac la guardò storto. Più volte al giorno doveva ricordarsi che era solamente tre mesi che lui e Vanessa avevano ripreso ad essere una coppia, e uno solo alla luce del sole. Era normale che non sapessero entrambi da quale parte girarsi, e il bambino aveva aggiunto stress ad ulteriore stress.
-Nessa il medico ha detto che non ti devi stressare- gli ricordò.
Vanessa non ci vide più.
-Ok!- sbuffò allontanandosi da Zac –puoi non starmi sempre alle costole? Dio Zac sono sempre io! Sono solamente incinta adesso e con tutto quello alla quale devo pensare gradirei che non mi stessi sempre addosso!-
-Ness io sto solamente cercando di…
-Di aiutare lo so! Ma sono in grado di prendermi cura di me stessa! Non devi sempre proteggermi! Io voglio avere questo bambino… ma… ma non immaginavo di averlo così e non immaginavo di averlo qui con te-.
Le parole le erano uscite dalla bocca così velocemente che si diede della stupida. Non intendeva ferirlo, tuttavia erano la verità. Non avrebbe mai immaginato di diventare madre prima dei trent’anni e non avrebbe mai immagino che il padre di suo figlio fosse il suo ex ragazzo.
-Scusa, Zac… io-.
Lui le rivolse uno sguardo carico di rammarico. Era chiaro che stava trattenendo le lacrime.
-Senti, va bene così… vado a fare un giro così ti calmi-
E uscì sbattendo la porta d’ingresso.  
 
Zac era andato dritto alla spiaggia e aveva noleggiato una tavola e fatto surf per circa un’ora prima di crollare, esausto, sulla risacca. Aveva bisogno di qualcuno che gli desse dei buoni consigli senza rimproverarlo o giudicarlo. Solo una persona in tutta la sua rubrica telefonica corrispondeva alla descrizione: Dylan. Aveva sempre trattato suo fratello minore come un suo pari e non come il più piccolo della famiglia. E per questo, si era facilmente guadagnato il suo rispetto. Sapeva quando Dylan adorasse Vanessa e viceversa: di sicuro sapeva ascoltarlo. Fece un rapido calcolo mentale: il fuso orario della California era solamente tre ore avanti rispetto alle Hawaii, quindi probabilmente Dylan era già sveglio a quell’ora del mattino.
Si sedette sulla spiaggia deserta e aspettò che Dylan rispondesse.
-Ehi Zac- sembrava sorpreso.
-Ehi Dylan…-
-E’ successo qualcosa?-
-Beh… perché?-
-Perché non mi hai quasi mai chiamato quando tu e Nessa andavate in vacanza. Di solito vi chiudevate in hotel e…-
-Dylan!- Zac si lasciò scappare un sorriso. Il solo potere parlare con il suo fratellino lo metteva sempre di buonumore.
-Ehi guai in Paradiso?-
-No… no- Zac si schiarì la voce: si sentiva quasi ridicolo a chiamare suo fratello minore per delle rassicurazioni –non proprio ecco. Io e Nessa abbiamo litigato-.
-Non eri tu quello che dicevi che si litiga per fare meglio l’amore?-.
Non si ricordava affatto di avere mai pronunciato una frase del genere: era il genere di frasi romantiche che il lui diciottenne diceva a Vanessa quando erano soli nel suo vecchio appartamento. Sembravano passati secoli eppure se Zac si fermava a pensarci sembrava anche che lui e Vanessa non fossero mai cresciuti realmente. Diventare adulti sotto gli occhi di tutti era stato faticoso per entrambi, ma soprattutto per Vanessa. Forse era quello che temeva Vanessa. Temeva il fatto di dovere crescere loro figlio sotto gli occhi del mondo e dei media, sottostare al loro incessante giudizio. Come avrebbero dovuto comportarsi? Zac sapeva che avrebbero analizzato ogni loro mossa fin dal principio. Non voleva che Nessa fosse la sola a dovere portare quel fardello.
-Io…io…- non poteva dire a Dylan della gravidanza. Non poteva farlo. Vanessa non l’avrebbe mai perdonato. –Come stanno Shadow e Simon?-
-Stanno bene. Zac, sono serio. Non è che hai combinato di nuovo qualche casino? Giuro che se le hai fatto di nuovo del male-
-Dylan, Nessa sta bene, sta più che bene. Abbiamo solo discusso perché… perché dice che sono troppo protettivo nei suoi confronti. E’ una buona ragione vero? Molte coppie litigano perché lui ignora completamente i bisogni della sua donna-
-Zac non è che tu sei protettivo nei suoi confronti! Sei territoriale! E’ leggermente diverso. Nessa non è mica una sprovveduta!-
-Non sono territoriale! Lei è anche gelosa di me!-
-Zac lei era gelosa di te. Adesso ti ama, ma credo che abbia superato la fase in cui lanciava occhiate assassine a tutte le ragazzine che cadevano ai tuoi piedi. Tu invece no. Basta pensare a cosa hai fatto l’altro giorno quando mi ha abbracciato-
-Indossava solamente una maglietta!-
-Anche Courtney ti ha abbracciato con indosso solo una maglietta- gli ricordò Dylan –e non mi pare che il sottoscritto abbia detto nulla-.
Solo allora l’uomo si rese conto che, forse, aveva esagerato. Voleva così tanto proteggere Vanessa, assicurarsi che stesse sempre bene che aveva dimenticato che lei era una donna adulta.
-Zac sei ancora lì?-
-Cosa? Oh sì. Grazie bello per avermi ascoltato-
-Figurati e…Zac?-
-Si?
-Tu e Nessa starete bene. Ne sono convinto-.
Zac sorrise. Gli era eternamente grato per tutto il supporto che Dylan gli stava offrendo.
-Lo so’ bello. Devo solo ricordarmi di tenere chiusa la bocca ogni tanto-.
 
-Scusa se ho dato di matto – i suoi occhi neri da cerbiatto guardarono fissi in quegli blu di Zac e lui si sentì già sciogliere. -Abbiamo molte decisioni da prendere su Baby Zanessa. Dobbiamo decidere un vero nome. Dobbiamo assicurarci che lui o lei stia davvero bene dentro di me. E dobbiamo dirlo ad un sacco di persone. Ma avere questo bambino non è un'opzione ... è… e sono onorata di averlo con te. Perché sei stato straordinario in questi mesi, lo sei sempre stato. A meno che non ci sia un aborto o qualcosa del genere ... avremo il nostro bambino-.
Vanessa avvolse le braccia attorno al collo di Zac e gli posò un altro bacio sulla guancia. 
-Ora ...- la sua voce si abbassò a un tono più morbido, più seducente.
Zac la guardò con gli occhi spalancati chiedendosi solo cosa sarebbe successo dopo.
-Ti è piaciuto fare l'amore con me in questi mesi?- gli sussurrò all'orecchio mentre gli tracciava delicatamente l'orecchio con la lingua.
-Diavolo sì.-  Zac sentì subito i pantaloni farsi stretti. La litigata sembrava appartenere a secoli fa. Ma non era arrabbiata a morte con lui sola mezz’ora prima? Adesso voleva portalo a letto? Ecco cosa voleva dire umore variabile delle donne incinte!
-Beh, sono già incinta e ora sono decisamente dell'umore giusto. Non c'è bisogno di preoccuparsi della protezione in questo momento- lei praticamente lo stava supplicando e stava già armeggiando con la cintura dei jeans –i mie ormoni mi stanno facendo impazzire in questo momento e se non fai qualcosa per me, potrei semplicemente farlo da me-. Gli morse delicatamente il lobo dell’orecchio e sorrise, sentendo già l’erezione di Zac premerle sulla coscia.
Quando Vanessa si svegliò, il suo primo pensiero fu che era stato tutto un sogno. Quando aprì gli occhi la prima cosa che vide fu che Zac era accanto a lei e la guardava adorante. Vanessa gli sorrise e provò un inaspettata sensazione di gioia diffondersi in tutto il corpo.  Era notte e lei era nuda sotto le coperte con l’uomo che amava. Non c’era niente di più bello.
-Ehi, mamma. Come ti senti?- mormorò Zac dolcemente, pentendosene subito dopo. Era francamente terrorizzato dal fatto di potere scatenare un’altra crisi di nervi in Vanessa. Tuttavia lei gli sorrise, stiracchiandosi fra le sue braccia.
-Ehi- disse accogliendolo con un bacio –mai stata meglio-.
Zac allungò timidamente una mano sul suo addome, ancor piatto, e rilassò il suo tocco solo quando Vanessa strinse la mano alla sua.
-Puoi ancora toccarmi Zachary e decisamente possiamo ancora fare sesso. Non mi romperò, sia chiaro-.
Lei e Zac avevano appena finito di fare l’amore. Per tutto il tempo il suo ragazzo si era premurato di chiederle se andava tutto bene, come se quella fosse stata la loro prima volta. Era stato fin troppo prudente, ma Vanessa non voleva offenderlo. Perciò si era limitata ad annuire.
-Non ho intenzione di smettete di fare l’amore con te- Zac alzò un sopracciglio e sorrise –ma abbiamo fatto un bambino-.
Il solo pensiero era ancora terribilmente irrazionale per lui, ma adorava tutto quello. Adorava che ci fosse metà parte di lui in Vanessa. -Sei così incredibile Van -  la sua voce era roca ed insonnolita  -Non pensavo fosse possibile innamorarmi più profondamente di te, ma dall'ultima notte, l'ho fatto. Guardarti dormire e sapere ...-. Zac  si zittì per schiarirsi la gola, lottando contro le emozioni: aveva le lacrime agli occhi dalla commozione e Vanessa sentì di amarlo ancora di più. Gli accarezzò teneramente il viso con una mano e si specchio nei suoi limpidi occhi blu.
-Sapere che c'è un bambino, mio figlio, che cresce dentro di te è ... insomma va al di là di ogni mia aspettativa. Non volevo mostrarmi troppo felice perché è da pazzi, ma parliamoci chiaro… mi hai reso l’uomo più felice dell’universo. Continuo a provare questa sensazione di euforia e… e devi perdonarmi se… se… voglio passare ogni istante con te e sapere che sei al sicuro. Che tu e il piccolo siete al sicuro-.
Zac abbassò lo sguardo, quasi imbarazzato.
-E’ che a volte mi chiedo se… se… se tu pensi ancora ad Austin. Insomma se tu fossi incinta di lui adesso e…-.
Vanessa sfiorò con la punta delle dita la barba dell’uomo. Lo voleva costringerlo a guardarla e voleva essere chiara con lui.  –Zac ficcatelo bene in testa, va bene? Io sto bene e sono felice, perché sono con l’amore della mia vita e con il primo uomo che io abbia mai amato. Sei stato il mio primo amore e il primo uomo con cui io abbia mai fatto l’amore. E adesso aspetto tuo figlio. Sono incinta di un uomo meraviglioso e no, non vorrei che al tuo posto ci fosse Austin-.
Il volto di Zac si illuminò al suono di quelle parole. La prese tra le braccia e la baciò teneramente, prendendosi il suo tempo per godersi la morbidezza delle sue labbra e il sottile movimento della sua bocca contro la sua. Quando si tirò indietro grosse lacrime si erano formate sul volto della donna.
-Ti amo, piccola- mormorò.
-Ti amo anch'io- rispose lei, fissandolo con un’espressione di beata felicità impressa in volto. -E nostro figlio è dannatamente fortunato ad averti come padre-.
-Smettila- Zac arrossì, scuotendo la testa, vagamente imbarazzato.  Affondò la testa nei ricci scuri della ragazza e ne inspirò il dolce profumo. Sperava che suo figlio li ereditasse. Sperava che ereditasse la pelle ambrata e i ricci scuri di Vanessa.
-Sono io che devo ringraziare te. Ero parecchio incasinato prima che tu ricomparissi nella mia vita. Sei il mio mondo Van. Siete il mio mondo-
Quella non era semplicemente una dichiarazione d’amore. In quei mesi Zac glie ne aveva fatto a decine, ma Vanessa sentì di dovere dire qualcosa.
-Lo dici come se avessi solo me-
.Ma lo sei- Zac la guardò vagamente preoccupato: davvero, non riusciva a capire il perché lei fosse ancora dubbiosa su loro due. –Sei il mio mondo Vanessa Hudgens. Lo sei sempre stata-.
- Ti amo Zac. E significhi tutto per me, ma non sei il mio mondo. Ho mamma, papà, Stella. Ho Shadow e ho Ashley e Chris… ho altri amici. Ho la mia carriera sia nel cinema sia a Broadway-.
-Non credi che io abbia altri interessi oltre te? Ho anche io una famiglia e degli amici. Ma vengono tutti dopo di te- il ragazzo era sulla difensiva. Aveva bisogno che Vanessa lo aiutasse a capire.
-Lo so’ che è così Zac, ma a volte è come se non riuscissi a separare tutto il tuo mondo da me. Non voglio che pensi che adesso che sono incinta il resto deve scomparire-
-E’ per questo che ti sei arrabbiata ieri pomeriggio? Perché sono troppo concentrato su di te?-.
La ragazza nascose il suo sguardo all’amante.
-Nessa- la incitò Zac –è per questo che hai fatto quella scenata?-
-Non voglio che ti senti soffocato per colpa mia-
-Van io non mi sento soffocato per colpa tua. E’ mia madre quella che mi soffoca- Zac tentò di farla ridere, ma la sua battuta non ebbe l’effetto sperato.  
-Credo che la mia crisi di ieri sia dovuta al fatto che non sappiamo ancora cosa fare quando saremo tornati a casa-.
-Oh-.
Adesso Zac capiva perfettamente. Quella non era la prima volta che Vanessa tentava di esprimergli la sua preoccupazione imminente sul loro futuro. E ogni volta lui aveva cercato di sviare il discorso o aveva fatto una battuta: probabilmente al suo ennesimo “Andrà tutto bene” Vanessa non aveva retto più e aveva dato di matto.
-Van, manca ancora un sacco di tempo. Non dobbiamo per forza decidere adesso. Sei incinta di cinque settimane-.
-Zac tra due giorni abbiamo un volo diretto a Los Angeles- la ragazza si divincolò dal compagno e si mise seduto sule letto a gambe incrociante, coprendosi con il lenzuolo.
-Puoi stare da me fin quando vuoi. Metà delle tue cose è già lì e a Dylan e Courtney non seccherà di certo-
-Quindi devo subito dire a tuo fratello che tu mi hai messo incinta?-
-Beh no- Zac deglutì mentre nella sua mente prendeva forma la scena –non è quello che intendevo. Solo… solo che non dobbiamo per forza pensarci adesso-
-No, sì che dobbiamo farlo. Amore, bisogna essere realisti-
-Sono realista piccola-
-No, non lo sei Lo capisco dal modo in cui mi guardi. Sei completamente… sei innamorato perso e la cosa non mi piace per niente perché non stai ragionando-.
-Potrei offendermi sai?- Zac inarcò un sopracciglio –sono innamorato perso di te, ma non ho mica perso ogni capacità intellettiva. Andremo a casa mia e ti aiuterò a decidere cosa fare con la tua vecchia casa. Poi dobbiamo dirlo alle nostre famiglie. Pensavo di andare in Oregon per stare un po’ con papà. Vedi? Non sono uno sprovveduto che vive alla giornata-.
Vanessa lo fissò: non le era chiaro se Zac avesse già architettato tutto quello che le aveva appena detto o se quella era stata una copertura elaborato all’ultima minuto. Tuttavia scelse di credergli.
-Ok, pensavo di tornare a casa mia-
-Non se ne parla nemmeno. Non ti lascio sola-
-Sai Zac ho vissuto per quasi due anni senza di te, prima che Austin si trasferisse a casa mia- in qualche modo voleva metterlo alla prova. Vanessa sapeva che Zac desiderava solamente stare con lei, ma sapeva anche che lei era perfettamente in grado di provvedere a se’ stessa e al bambino.  
-Preferire non lasciarti sola. Non ora-
-Beh allora trasferisti a casa mia-
-Dici sul serio?- Zac appoggiò il gomito sul letto e la fissò. –E’ un invito ufficiale?-
-Cosa c’è ti serve un invito scritto con la carta bollata Efron? I miei non saranno entusiasti, ma dato che aspetto tuo figlio e ti amo, alla fine capiranno. Casa mia è molto più grande. Una delle stanze degli ospiti può diventare la stanza del bambino-.
-Mi piace come ragioni Hudgens-.
Nonostante i loro piani appena stilati nella mente di Vanessa si divincolavano mille domande e più. Come avrebbero fatto lei e Zac ad affrontare tutto quello? A lei le sembrava che fossero su l’orlo del baratro: da una parte lei e Zac con il loro amore, dall’altra la razionalità delle loro famiglie, i dubbi suscitati dai loro migliori amici e la pressione dei media. Il suo pensiero però andava alla nuova vita che stava crescendo dentro di lei. Poteva anche averlo scoperto da poco e poteva anche essere stata una sorpresa, ma Vanessa credeva nel destino. Se lei e Zac si erano incontrati e se quel bambino ora era dentro di lei un motivo ci doveva essere. O almeno le piaceva pensare così. Forse Zac l’aveva influenzata alla fine, ma lei quel bambino lo desiderava con tutta se stessa.  Il dovere affrontare tutto nascondendo la cosa ai media la preoccupava enormemente, così come l’andare contro le loro famiglie. Il dolore del parto la spaventava, ma in quel preciso momento, la ragazza sentì di potere affrontare tutto con Zac accanto a sé. Spostò lo sguardo sul suo fidanzato; di una cosa era sicura: suo figlio sarebbe stato dannatamente bello, dentro e fuori. Vanessa sentì un bisogni impellente di vederlo… sarà biondo come il suo papà appena nato o avrà i capelli scuri come me alla nascita? Avrà gli occhi azzurri come Zac e come tutti i maschi Efron o scuri come quelli della famiglia Hudgens? Quanto saranno piene le sue guanciotte? Di cosa profumerà la sua pelle? Riuscirò a guardarlo senza piangere, pensando a quanto sarà bello avere tra le mie braccia lui, che è tutto l'amore che provo per suo padre? Riuscirò ad essere una buona madre, anche quando mi sentirò un completo fallimento? Come faremo ad uscire di casa evitando i paparazzi? Riusciremo a trovare un nuovo equilibrio nella nostra famiglia, nella nostra coppia e nelle nostre vite?
-Penso che staremo bene- Zac ruppe la bolla dei suoi pensieri –io, te e il piccolo. Penso che se continueremo a comportarci come persone civili e a essere sempre onesti l’uno con l’altra alla fine andrà tutto bene. Ti amerò come non mai quando Baby Zanessa sarà qui con noi. Anche se non credo che sia umanamente possibile amarti di più di quanto ti amo ora-.
Mentre diceva quelle parole Zac sperava che Vanessa lo ascoltasse per una volta tanto. Si era messo a nudo per lei, aveva affrontato la sua famiglia per lei, era andato via con lei e ora si sarebbe preso cura di lei e di loro figlio. Era davvero pronto a farlo e voleva che anche lei gli desse fiducia.
-Van, ero serio l’altra sera. Se tutta questa faccenda forse capitata prima della nostra rottura ci sarei stato. Tanto più anche adesso siamo entrambi adulti e che le nostre carriere possono fermarsi per un po’ di tempo-.
Vanessa lo fissava con il cuore in mano. Vederlo mettersi a nudo davanti a lei in maniera così innocente… sapeva che per Zac non era stato facile ammettere tutto quello, sapeva che era terrorizzato dal futuro e dalla reazione delle loro famiglie e de media, ma stava facendo del suo meglio per nascondere tutte quelle insicurezze per non farla preoccupare. Come poteva non amarlo?
Si sporse verso di lui e unì le labbra alle sue in un lungo bacio.
-Ti amo- sussurrò contro le sue labbra – e quando dici questo genere di cose mi fai…-
-Si?- Zac sollevò un sopracciglio, gustandosi il momento.
-Mi fai impazzire- concluse lei –e fai allontanare tutti i problemi e i cattivi pensieri- Vanessa fece scorrere delicatamente la sua mano sul petto nudo del ragazzo –so’ che non scompariranno come per magia e che fra tre giorni saremo di nuovo nella terra dei paparazzi e dovremmo affrontare una miriadi di questioni lasciate in sospeso, ma quando parli in quel modo ecco… mi fai stare bene-.
Zac la baciò teneramente sulla fronte. Sarebbe stata dura trascorrere ore e ore senza poterla vedere quando le riprese del film sarebbero iniziate.
-Il film non sarà un problema. Van siamo già stati separati per qualche settimana, ci siamo già passati. Nell’estate del 2009 abbiamo fatto praticamente la spola tra il Canada e gli States. Potremo anche non essere fisicamente assieme per qualche giorno, ma lo sai che non saremo mai soli. Abbiamo l’un l’altra. E abbiamo le nostre famiglie e i nostri amici-.
Zac aveva volutamente omesso il fatto che nessuno dei loro amici e famigliari sapeva ancora della gravidanza, ma il giovane era convinto che, dopo un primo momento di smarrimento iniziale, tutto si sarebbero risolto e che persino Greg Hudgens avrebbe accettato la cosa. Tuttavia questo Vanessa non doveva saperlo, non voleva che si preoccupasse inutilmente.
-Ma Zac –protestò lei –sappiamo entrambi come è finita la scorsa volta-
-Hai davvero così poco fiducia in me? In noi?-
-Non sto dicendo questo- si affrettò a ribadire lei. Non voleva litigare di nuovo, ma Zac e il suo inguaribile ottimismo da sognatore le stavano rendendo le cose difficili. Doveva essere lei la mente razionali per entrambi -sappiamo entrambi cosa Hollywood può fare alle persone. Tu più di tutti dovresti saperlo. Non voglio finire come loro-
-Loro chi?-
-Loro. Le coppie che non ce l’hanno fatto. Zac è già difficile mantenere un certo equilibrio tra due carriere importanti e una vita di coppia. Adesso c’è il bambino e… ed è tutto così complicato-.
Zac premette delicatamente un dito sulle guancia della ragazza, asciugandole le lacrime. Era ansiosa, la poteva capire ma voleva rassicurarla in ogni modo possibile.
-Non siamo come gli altri. Noi non lo siamo. Niente può mettersi tra di noi. Dio Van, ti giuro che noi ce la faremo-.
Vanessa premette la fronte contro la sua e lasciò che Zac depositasse un lieve bacio su di essa. Chiuse gli occhi. Sapeva che le prole di Zac non erano vuote, che racchiudeva una promessa fatta con il cuore. Era reale.
-Ora- sussurrò Zac –niente più dubbi su di noi? Affare fatto?-
-Affare fatto-
-Bene. Lascia che ti prepari una colazione-.
   
 
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