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Autore: MaryFangirl    14/03/2021    1 recensioni
Un possibile legame tra City Hunter e Angel Heart...e se Kaori non fosse morta? L'amore può superare ogni barriera?
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Li Shan In, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter, Angel Heart
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Verso le due del mattino, i tavoli si stavano gradualmente svuotando dei loro occupanti; solo un gruppo di amici continuava allegramente con le sue discussioni. Ryo, avendo infine ottenuto la grazia da parte della sua bella, aveva di nuovo messo il braccio intorno allo schienale della sua sedia mentre chiacchierava ironicamente con Mick e Falcon a proposito delle loro recenti paternità. Nonostante l'aria quasi inorridita che mostrava, se qualcuno avesse prestato più attenzione avrebbe notato una punta di nostalgia a pizzicargli la voce quando parlava del ruolo di padre che diceva che lui non avrebbe mai vestito. Quel 'titolo' però era stato suo per un breve tempo, e lo aveva vissuto con molto fervore e soprattutto con molto amore.
 
Quella ragazzina, sebbene immaginaria, aveva preso un grande posto nel suo cuore, inoltre era la LORO figlia; la loro bambina non avrebbe potuto essere diversa perché Shan In aveva il cuore e la passione di sua madre e la professionalità e l'ardore di suo padre, anche se a volte era patologicamente timida...un tratto caratteristico di sua madre, a seconda del contesto.
 
Mentre parlava con i due amici, con la coda dell'occhio Ryo prestava attenzione a ogni espressione del viso della giovane donna e soprattutto a quel sorriso radioso che appariva sulle sue labbra quando incontrava discretamente il suo sguardo scuro. Anche se i loro scambi rimasero silenziosi, le emozioni che emanavano quei momenti furtivi erano traboccanti di tenerezza. Kaori conversava con le altre ragazze al tavolo mentre stringeva dolcemente i due bimbi che si erano addormentati. Kazue fu la prima ad alzarsi per dare il segnale di congedo, prendendo delicatamente sua figlia; in un gesto stanco, Pai Lan si mosse leggermente, accoccolandosi alla fine a sua madre per proseguire la sua nottata mentre Mick stringeva la sua infermiera per le spalle. Miki fece lo stesso e Kaori posò un dolce bacio sulle guance rosee del bambino mentre gli sfiorava i capelli castani; il sonnellino del piccolo non fu in alcun modo disturbato. Uno dopo l'altro, gli ospiti si alzarono per lasciare la festa mentre il ridotto staff sparecchiava i tavoli vuoti.
 
Nel parcheggio, gli amici si allontanarono a turno, salutandosi a vicenda, e il piccolo gruppo tornò alle auto. Kaori, presa la Fiat, si mise al volante; Ryo la fissò interrogativamente, stoico mentre aggrottava le sopracciglia, lei si sporse verso la portiera sul lato del passeggero e abbassò il finestrino.
 
“Ehi, Ryo, che fai?”

“Non mi farò accompagnare...”

“Taci e sali...non devi guidare, ordine di Doc! Se non ti sbrighi, ti lascio qui!”

Vedendo lo sguardo determinato della sua compagna, lui inghiottì il suo orgoglio maschile mettendosi al suo fianco. Si rilassò spostando indietro il sedile del passeggero e stendendosi per tutta la sua lunghezza.
 
“Va bene, posso dormire”

Kaori mise in moto e si diresse verso l'appartamento; ci volle una buona ora prima di tornare a casa.
 
Durante tutto il tragitto, un silenzio pacifico regnava nel veicolo; Ryo, con gli occhi chiusi, apparentemente si era addormentato. Il suo respiro regolare diventava sempre più discreto e i suoi lineamenti tirati esprimevano la sua fatica, ma lei era felice di averlo di nuovo al suo fianco. Mentre guardava verso la strada che si apriva alla luce dei lampioni, Kaori, con un gesto aereo accarezzò il volto dello sweeper mentre spostava una folta ciocca nera che gli ricadeva sul viso. Un sospiro di sollievo sfuggì dalle sue labbra, poi accese l'autoradio che, in un sussurro, diffondeva una delle sue canzoni preferite e, dolcemente, iniziò a canticchiare per non svegliare l'addormentato. I fari delle auto e le luci al neon dei bar qua e là erano pochi e solo alcuni bagliori testimoniavano la presenza di alcuni nottambuli. Gettò un'occhiata per ammirare l'uomo dall'aria serena; anche loro tardavano ad arrivare.
 
Gli edifici e le strade divennero sempre più familiari man mano che il suo veicolo attraversava i viali, e finalmente giunsero a casa. Kaori fece un cenno verso la macchina di Mick e Kazue che si fermava nel portico dell'immobile vicino, poi si avviò verso il parcheggio sotterranea. Quando la piccola macchina si arrestò, Kaori cercò di risvegliare la sua marmotta.

“Sveglia, Ryo, siamo arrivati”

“No, lasciami dormire ancora un po'...” farfugliò voltandosi dall'altra parte sul sedile del passeggero.

“Non dormirai in macchina”

“Sono stanco...lasciami!”

“Ti aiuterò se necessario, ma esci da qui”

Lui obbedì con infinita lentezza e stirò tutte le sue membra mentre si apriva in uno sbadiglio che avrebbe potuto sganciargli la mascella. Kaori si avvicinò e gli prese un braccio, che si mise intorno alle spalle.

“Appoggiati a me, ti aiuterò come posso”

Un ampio sorriso canzonatorio apparve sulle sue labbra perché Ryo pensava bene di approfittare della situazione abbandonandosi con quasi tutto il suo peso sulle spalle della giovane donna.

“Come sei pesante!” sospirò lei.

“Sono esausto...” brontolò lui.
 
Ma lei si raddrizzò e, senza ulteriori lamentele, iniziò a salire le scale.
 
Uno dopo l'altro, i passi incerti salivano gli interminabili gradini che si rivelavano man mano. Arrivati sulla soglia di casa, lei si lasciò sfuggire un lungo sospiro di sollievo e aprì a fatica la porta perché Ryo si stava divertendo a lasciarsi andare; lei lo aiutò a sedersi sul divano, poi chiuse la porta.
 
“Pensavo che non saremmo mai arrivati” la prese in giro lui.
 
Scoprendo improvvisamente il giochetto meschino del suo partner, lei disse:

“La prossima volta ti porterò una coperta in macchina e salirai da solo il giorno dopo”

“Sei cattiva!” esclamò lui con tono quasi infantile. Lo sweeper rise interiormente mentre seguiva con lo sguardo le scale che portavano alle camere da letto.

“Rimane solo un piano per arrivare a letto!” esclamò disinvolto.

Una libellula si schiantò sulla testa della povera Kaori che sospirò, poi raccolse il suo coraggio; maledisse a voce bassa le scale, poi si avvicinò al suo partner per accorrere nuovamente in suo aiuto. Essendo la scalinata più stretta della precedente, Ryo si pressò volentieri contro la giovane donna. Raggiunto l'obiettivo, lei lo lasciò sdraiare sul letto; un lampo malizioso attraversò gli occhi di lui e picchiettò il materasso.
 
“Vieni a riposarti accanto a me! Sembri esausta!”

Lei lo guardò, non lasciandosi ingannare neanche per un secondo dal suo giochino.

“Perché, mi lascerai dormire?”

“Certo!” sorrise lui, con aria quasi innocente.

“Non so se dovrei fidarmi di te”

Ryo si svestì all'istante mentre la sua partner rifletteva e, quando fu in mutande, scivolò sotto le lenzuola.

“Guarda, sono pronto per dormire!” disse, scostando le coperte.
 
Kaori, stando al gioco, gli rivolse la schiena e iniziò a far scivolare lentamente il piccolo scialle che le copriva le spalle. Con un ampio gesto, gettò sul letto il pezzetto di stoffa; la profonda scollatura del dorso rivelava il suo perfetto fondoschiena. Ryo, allo stremo, conteneva i suoi ardori come meglio poteva, poi lei fece cadere una prima bretella e, con espressione sconvolta, aggiunse:

“Fa freddo nella tua stanza!”

“Vieni, ti riscaldo tra le mie braccia!” disse Ryo con il sorriso sulle labbra, non avendo perso un secondo dello spettacolino improvvisato della sua partner.

“Non lo so...”

Lei si sporse verso di lui e prese lo scialle con la punta delle dita, rimettendoselo sulle spalle; si voltò, dirigendosi verso la porta. Kaori posò una mano sulla manopola.

“Buonanotte, Ryo!” disse con un sorrisetto.

Lui, avendo capito il trucco della giovane donna, si librò in volo, ma la sua unica ricompensa fu un violento incontro con la porta. Kaori udì il caos e il suo partner tornò a letto, urlandole dietro:

“Solo una piccola coccola!” piagnucolò.

Lei infilò la testa nella porta semi-aperta.
 
“Prima eri sfinito...quasi incapace di salire le scale” aggiunse lei con tono falsamente lamentoso. “Allora, approfittane per recuperare le forze”

“Adesso va meglio...dai, vieni!”

Lei non prestò attenzione alle sue parole e chiuse la porta; udì i pseudo pianti del suo partner, ma era davvero stravolta. Si spogliò facendo attenzione ai minimi rumori sospetti, poi si infilò il suo largo pigiama giallo e si stese a sua volta nel letto, presto vinta dal sonno.
 
Ryo, nella sua stanza, girava in tondo; aveva dormito tutto il pomeriggio per sfruttare al massimo la serata. Così rimase sveglio, camminando avanti e indietro per la camera, senza smettere di pensare alla sua dolce partner che era proprio al suo fianco.

La vita aveva deciso di aprirgli gli occhi e dargli una seconda possibilità.

Alle cinque del mattino, il display della sveglia digitale che brillava nella notte oscura prendeva in giro lo sweeper che ancora non aveva trovato sonno. Ryo si girava e rigirava nel letto cercando disperatamente di addormentarsi. Piccoli lamenti giunsero alle sue orecchie; Kaori aveva il sonno agitato. Anche se sapeva che Ryo era nella stanza accanto, ciò non impediva in alcun modo che pensieri orribili sorgessero nei suoi sogni.

Un terribile incubo si impadronì della sua mente, portandole verso una versione completamente diversa dalla realtà...Ryo non si era mai svegliato ed era morto per lesioni cerebrali. Un sussulto la fece uscire dal suo tormento, alcune lacrime le erano scese lungo le guance. All'improvviso dubitò della veridicità della realtà e volle essere sicura; si alzò di colpo e andò nella stanza accanto. In silenzio girò la manopola e l'aprì con grande cautela. Si bloccò per la paura, il letto era vuoto; il cuore nel petto la opprimeva e fu presa da un tremito incontrollato. Sconvolta, fece qualche passo nella stanza.

“Ryo! Dove sei?” articolò a fatica.

“Sono qui”

Lui era scivolato dietro la porta della camera per farle uno scherzo, dopo aver udito i suoi passi in corridoio.

“Non dormi!” si stupì lei, asciugandosi le lacrime che si accanivano a voler scendere.

“Non pensi che abbia dormito abbastanza per più di due mesi!” fece lui con un sorriso di cui lui solo conosceva il segreto, avvicinandosi a lei.

Impulsivamente, si rannicchiò contro di lui.

“Ho fatto un altro incubo e quando non ti ho visto nel tuo letto, ho creduto...ho creduto di essermi immaginata il tuo ritorno” disse con voce tremante.

Lui le sollevò il mento e la fissò dritto negli occhi.

“Non ti lascerò mai più, amore mio!”

Le lacrime, senza freno, scorrevano ancora sulle guance di Kaori.

“Non voglio che tu pianga più a causa mia” le sussurrò nell'incavo dell'orecchio, “Sono stato responsabile delle tue lacrime troppe volte in tutti questi anni, e anche negli ultimi tempi”

Delicatamente, in uno sfioramento, le sue labbra arrivarono a schiacciare le lacrime che solcavano il viso di Kaori per baciare finalmente le sue dolci labbra. Mentre proseguiva in quella tenera tortura che si faceva quasi soffocante, lui indietreggiò lentamente verso il suo letto e la fece stendere.

Iniziò ad accarezzare con desiderio quella pelle vellutata, lei rabbrividì al contatto insistente. Passando con le mani sotto il pigiama, lui avvertì i brividi di piacere attraversare il corpo della sua bella e un leggero gemito sfuggire dalle sue labbra. Con gli occhi aperti, Kaori notò improvvisamente il dubbio nello sguardo del suo compagno che non sapeva come interpretare le sensazioni della giovane donna, così lei si mise lentamente a sedere per baciarlo timidamente.

Un sorriso di soddisfazione illuminò il viso di Ryo e riprese da dove aveva interrotto; aveva l'approvazione della sua amata. I sospiri della giovane raddoppiarono al contatto delle labbra avide di lui su ogni parte della sua pelle. Quando le sue mani incontravano il tessuto ad ostacolarlo, lo rimuoveva, finendo per spogliarla; si fermò per qualche istante ad ammirare quel corpo perfetto.

“Sono stato davvero un idiota a dire che eri un travestito o un uomo!” aggiunse con voce piena di desiderio.

Lei, intimidita, arrossì quando vide quello sguardo così conturbante; gli occhi maliziosi di lui indugiarono con voglia smisurata su ogni forma arrotondata e snella della donna. Con infinita dolcezza, continuò la sua esplorazione tattile e a sua volta si tolse i boxer, ultimo scudo a impedire il soave contatto. Pelle contro pelle, carezze e sospiri invasero la piccola stanza; lui massaggiò generosamente il seno svettante e le sue labbra sostituirono le mani con voluttuosa sensualità. Il desiderio di Ryo cresceva mentre le sue mani carezzavano la giovane donna che sospirava, poi con un leggero tocco i suoi polpastrelli sfiorarono l'interno delle cosce di Kaori che iniziò a fremere ancora di più a quella dolce sensazione.

Mentre la sua bocca non appagata vagava per le curve satinate di Kaori, con mano ferma guidò il proprio pene, che aspettava solo di entrare in azione, e con immensa attenzione il suo desiderio fu esaudito. Le dita di Kaori si strinsero sulle lenzuola spiegazzate mentre la sua smania cresceva; la sua bocca vogliosa cercò le labbra carnose del suo amante. In un incontro selvaggio, lei gli morse il labbro inferiore, lui prolungò lo scambio facendo accarezzare le loro lingue che si intrecciarono. Sullo sfondo di grugniti e sospiri ansimanti, partì una danza sensuale tra i due corpi impazienti e sudati. Con un ritmo cadenzato e sempre più avido, lui la fece sua; i gemiti di Kaori divennero sempre più ingordi e a scatti.

I suoi sospiri riecheggiarono nelle labbra di Ryo che sigillarono quelle di lei accentuando i movimenti. Le dita di Kaori, percorrendo la sua impressionante muscolatura, si serrarono sulla schiena del suo amante ad ogni febbrile ondata, lei gemette ancora e ancora fino a perdere la ragione. Accarezzò con ardore le spalle, la schiena e le natiche muscolose dell'amante mentre lui si inarcava. Ryo, eccitato al massimo, continuò in quel torrido amplesso, approfondendo i suoi gesti e addentrandosi nelle gambe della sua compagna che ansimava, fino a quando raggiunsero il godimento che fuse i due amanti.
 
Ryo si allontanò lentamente per guardarla e con la punta delle dita spostò le ciocche ribelli che nascondevano gli occhi della sua amata. Piccole gocce di sudore ricoprivano i due corpi in fermento, i respiri ansimanti si fecero sempre più moderati per finire in un ritmo più rilassato. Delicatamente, lui sfiorò le labbra di Kaori con le proprie.

“Ti amo mio Sugar Boy...ti amo Kaori!” soffiò concludendo la frase con un bacio appassionato.
 
Lei gli rivolse un sorriso radioso.

“Ti amo così tanto, Ryo!”

Kaori si rannicchiò contro di lui e appoggiò la testa sul suo petto, addormentandosi al ritmo regolare del battito del suo amante, che presto si unì a lei nella terra di Morfeo.


 
Il sole, filtrando dalle persiane, giunse con i suoi dolci raggi a svegliare i due amanti; con fatica, Kaori sollevò una palpebra per rilasciare un lungo sospiro prima di svegliarsi del tutto, mentre sbadigliava discretamente. Con stupore, scrutò l'ambiente circostante rendendosi conto che era proprio nella stanza di Ryo; quindi quella notte non era stata un sogno. Ryo l'aveva amata come una donna e l'aveva fatta sua. Ryo, al suo fianco, aveva un braccio che le stringeva la vita sottile; i suoi capelli scompigliati e il letto sottosopra rivelavano il movimento notturno. Come per confermare le sue deduzioni, sollevò con cautela il lenzuolo e scoprì la propria nudità.

“Che fai?”

Sobbalzando, lei lasciò il lenzuola e un fiammeggiante rossore imporporò i suoi lineamenti.

“Niente...io...io...”

Lui si mise a a sedere sul letto attirandola a sé.

“Abbiamo fatto l'amore stanotte se era quello che stavi verificando...” aggiunse con un sorrisetto. “A meno che tu non stessi approfittando del mio sonno per sbirciarmi!”

Un istante dopo, un martello si abbatté sulla sua testa.

“Non sono una pervertita come te!” si arrabbiò lei, avvolgendosi nel lenzuolo per dirigersi in bagno. Gattonando, lui la seguì con voce lamentosa e bussò alla porta.

“Posso venire con te!”
 
“No! Ci penserai due volte prima di dire sciocchezze!”

L'acqua della doccia si fece sentire dall'altra parte della porta e un sospiro di sollievo echeggiò nella piccola cabina piastrellata quando la giovane donna scivolò sotto l'acqua fumante.

“Fammi entrare!” piagnucolò lui di nuovo.

Ma le sue deboli lamentele non arrivavano più alle orecchie della donna che era già partita per il mondo dei ricordi di quella notte.
Infastidito, Ryo tornò a letto e, sdraiandosi pesantemente, immaginò le gocce della doccia calda che scivolavano lungo il corpo della giovane donna, intrufolandosi in ogni angolo, anche i più intimi della sua anatomia, finendo la loro corsa sulle sue lunghe gambe.

Con un movimento rapido, afferrò il cuscino e iniziò a morderlo furiosamente come per soffocare il desiderio che sorgeva in lui. Chiudendo gli occhi per rimproverarsi mentalmente, l'unica visione che gli si rivelò fu la sagoma perfetta e bagnata della sua partner che si insaponava generosamente sotto la doccia. Un lamento sordo e in seguito straziante sfuggì dalle sue labbra mentre Kaori usciva dalla doccia; spaventata da quel grido spezzato, si avvolse in fretta in un asciugamano e corse in camera.

“Ryo, che ti succede?”

Lui si raddrizzò subito sul letto e con occhi sbarrati esaminò attentamente la giovane donna vestita in modo così succinto. Le poche gocce che le imperlavano i capelli umidi caddero su una spalla e morirono nell'incavo dei suoi seni; lui deglutì a fatica, seguendo con gli occhi una gocciolina tenace.

“Allora, Ryo! Cosa ti succede?” gli chiese avvicinandosi a lui.

Lui l'afferrò per un polso e la prese tra le braccia, aggiungendo con voce sensuale:

“Non ho nemmeno ricevuto un bacio da parte tua questa mattina!”

Senza aspettare una reazione della giovane donna, la baciò appassionatamente mentre faceva scorrere le mani sul soffice tessuto dell'asciugamano. Senza fiato, Kaori si separò da lui e disse:

“Devo finire di vestirmi e preparare il pranzo...sono già le undici...”

“Non stai bene qui?” le chiese baciandole un lobo.

“Sì...” sospirò lei con voce ansimante.

Ma improvvisamente si ricompose e si divincolò dalla sua presa.

“Devo davvero prepararmi...ho appuntamento con le ragazze nel primo pomeriggio, quindi se non voglio fare tardi, devo andare”

A malincuore, lui allentò la sua prigione di muscoli ma, prima di scappare, lei gli rubò un ultimo bacio, andandosi a chiudere in bagno. Con la punta delle dita sfiorò la dolce traccia da lei lasciata e sorrise deliziato.
 
“Come avrei potuto continuare a vivere senza averti assaggiata” sospirò.

Due minuti dopo, Kaori tornò di corsa in camera da letto, poi scese in cucina a preparare il pranzo; Ryo, sorpreso, non ebbe il tempo di cercare di intercettarla. Così, scrollando le spalle, a sua volta entrò nel bagno che sprigionava profumi femminili.


 
Canticchiando, Kaori faceva friggere le diverse pietanze che rimbalzavano energicamente sulla padella; gli aromi, poco a poco, si diffusero per tutto l'appartamento, solleticando le narici dello sweeper che corse giù per le scale.

Persa nelle sue fantasticheria, Kaori non l'aveva sentito arrivare, per quanto fosse stato poco discreto; con un sorriso, lui si avvicinò ai fornelli e l'abbracciò la vita.

“Che buon profumo! Ho una fame terribile!”

“Mi avvertirai il giorno in cui non sarà così” disse lei in tono scherzoso, posandogli un piatto riccamente fornito.

Passandosi la lingua sulle labbra, lui aggiunse sullo stesso tono gioviale:

“Il giorno in cui non mi farai spendere tante energie come la notte scorsa!” esclamò facendole l'occhiolino, infilandosi la forchetta piena in bocca.
 
Arrossendo, Kaori si sedette senza dire altro, poi chiacchierarono con calma di altro.

Come d'abitudine, in seguito Ryo si alzò per andare in salotto in attesa del caffè, ma una cosa fu diversa, lasciò un bacio furtivo sulla guancia della donna prima di stendersi rumorosamente sul divano.

Picchiettando con le dita sul bancone, Kaori osservava con impazienza le goccioline marroni che scendevano con infinita lentezza. In un gesto infastidito, guardò l'orologio; non avrebbe avuto il tempo di prendere il caffè con Ryo, avrebbe dovuto accontentarsi di quello del Cat's Eye aspettando gli altri. Mentre versava la bevanda fumante nella tazza con la faccia di Ryo, la lasciò in fretta sul tavolino e poi salì le scale per prendere la giacca.

“Tieni, prendi!” disse lanciandogli qualcosa. “Se vuoi uscire, non dovrai aspettarmi”

La mano dello sweeper si chiuse sull'oggetto 'volante'.

“Non hai tempo di bere il caffè con me?” piagnucolò lui.

“No, farò tardi!”

Mentre fissava la giovane donna che si preparava con entusiasmo, il suo ampio sorriso beffardo si gelò e con espressione strana guardò la propria mano destra. Un piccolo oggetto dalla forma insolita era poggiata sul suo palmo; allargò a fatica le dita sbiancate che avevano afferrato istintivamente l'oggettino. Il cuore gli si strinse come se non volesse battere, lo sguardo si fermò sul gingillo dal quale oscillava un curioso portachiavi a forma di martello.
 
Come poteva essere? Non era possibile che avesse il regalo di Shan In in QUEL mondo! Anche se gli eventi vissuti erano quelli di Kaori, gli oggetti appartenenti a Shan In erano rimasti nell'altro mondo. Pietrificato, le pupille dilatate, non riusciva a staccare gli occhi dall'insignificante martello; senza una parola, il suo sguardo cadde nuovamente sulla giovane donna. Ma i suoi contorni si fecero più sfocati e la sua voce smorzata; dov'era la realtà e dov'era la finzione? L'ambiente circostante si fece a sua volta nebuloso, come in una spirale temporale.

Si rifiutava di credere che il mondo in cui la sua amata viveva fosse pura immaginazione della sua mente tormentata.
  
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