Fumetti/Cartoni americani > She-Ra e le principesse guerriere
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Autore: Chierri chan    15/03/2021    0 recensioni
Glimmer non dorme e va a cercare conforto davanti alla statua di Angella.
Non è l'unica però...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I've got your back and you've got mine

 

 

 

Era notte a Brightmoon, una brezza leggera faceva ondeggiare i fili d’erba nel giardino del castello. Il cielo era sereno e la luna spendeva lucente sullo sfondo nero dell’orizzonte.

 

Glimmer però non dormiva, si era teletrasportata fuori dalla sua stanza, davanti alla statua di Angella che si trovava davanti alla serra.

 

Guardava intensamente il volto di pietra di sua madre, come se potesse effettivamente portarle consiglio.

 

Sorrideva tra se e se ricordando a tutte le volte aveva pensato che quando sarebbe stato il suo turno di regnare avrebbe cambiato tutto e non avrebbe commesso gli errori di sua madre, eppure ora avrebbe solo voluto averla li a dirle come comportarsi, ironico no?

 

Come aveva fatto Angella a comandare con così tanta sicurezza? Come aveva fatto a fronteggiare la disperazione di aver perso Micah? Come aveva fatto a reggere la pressione costante delle aspettative di tutti?

 

Glimmer non lo sapeva, perché lei non ne era capace…

 

Ogni giorno sentiva il peso aumentare sulle sue spalle e le ginocchia cedere per lo sforzo. Prima c’era stato Hordak da sconfiggere, poi il Grande Horde e adesso la ricostruzione di Etheria.

 

Così tanti cambiamenti continui, così tante decisioni da prendere, così tanta gente che dipendeva da lei. Etheria aveva appena iniziato a riprendersi eppure le persone avevano perso così tanto. Una mossa sbagliata e intere famiglie avrebbero sofferto.

 

Passava notti intere a rimuginare su tutte le opzioni possibili ed immaginabili tentando di trovare la soluzione migliore, per poi arrivare al meeting mattutino e temere le stesse parole che le uscivano dalle labbra. Continuava a mettere in dubbio ogni sua scelta, pensando più volte a tutto ciò che avrebbe potuto andare storto. Dopotutto aveva già quasi distrutto il mondo attivando il cuore di Etheria. Chi le assicurava che non avrebbe commesso un altro errore simile, chi le dava la garanzia che tutti l’avrebbero perdonata una seconda volta, chi le diceva che i suoi amici avrebbero potuto fidarsi di nuovo di lei.

 

Se questa volta i suoi errori avessero davvero ucciso delle persone, come avrebbe potuto guardarsi allo specchio?

 

Ed ecco che tornava la ormai famigliare sensazione di nausea che le attanagliava la gola quando i suoi pensieri iniziavano a farsi troppo veloci, seguita dal peso che le schiacciava il petto, impedendole di respirare normalmente e trovandosi, in un attimo, ad annaspare velocemente tendando di prendere fiato.

 

I suoni della notte arrivavano ovattati alle sue orecchie, le lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi senza che nemmeno se ne accorgesse ed il respiro corto prendeva lo stesso ritmo del suo cuore che batteva all’impazzata.

 

La temperatura nel giardino era mite, eppure Glimmer tremava mentre si stringeva la testa nel vano tentativo di rallentare il vortice di panico che sentiva dentro.

 

“Glimmer…”

 

La regina sussultò all’improvvisa mano che le si appoggiava sulla spalla, si voltò sapendo già a chi apparteneva la voce che l’aveva chiamata in quel sussurro a mala pena udibile.

 

“Catra… c-cosa ci fai sveglia a quest’ora?”

 

Le chiese tendando di usare il tono di voce più fermo che le riuscisse, mentre con il dorso della mano nascondeva velocemente le lacrime che non accennavano a fermarsi. Sapeva però che nulla sfuggiva all’ex comandante dell’Orda, che ancora non aveva rimosso la mano dalla spalla di Glimmer, anzi la stringeva leggermente, come a volerle dire “sono qui”.

“Avevo bisogno di un po’ d’aria…”

 

Glimmer strinse automaticamente la mano intorno a quella di Carta per tentare di trasmetterle lo stesso messaggio. La regina non mancò di notare come l’altra avesse tentato di essere vaga, ma si vedeva che era agitata, probabilmente tormentata dai sensi di colpa per il suo passato che ancora non riusciva a lasciarsi alle spalle.

 

Si dice che “ci vuole un pazzo per capirne un altro”, allo stesso modo Glimmer vedeva le stesse paure che provava lei riflesse negli occhi bicolore di Catra. Vedeva le stesse occhiaie dovute alle notti insonni, le stesse spalle irrigidite dalla tensione, le stesse labbra morse troppe volte per non lasciarsi sfuggire singhiozzi nella notte mentre gli altri riposavano tranquilli poco lontani.

 

“Ne vuoi parlare?”

 

“Dovrei chiederlo io a te” 

 

Glimmer e Catra parlavano sottovoce e lentamente, per dare all’altra il tempo di decidere se confidarsi o meno. Dopo quello che era successo sulla nave del Grande Horde, le due sapevano che a volte non servivano parole e avevano creato un piccolo rituale tutto loro per darsi conforto a vicenda.

 

Glimmer si sedette per prima sul prato soffice, dando le spalle all’altra, che la imitò immediatamente appoggiandosi con la schiena contro quella della ragazza dai capelli rosa.

 

Rimasero così in silenzio per parecchi minuti, entrambe trovando sollievo nel respiro regolare dell’altra. Stranamente fu Catra a rompere il silenzio.

 

“A volte è semplicemente troppo…”

 

Ci fu una pausa e Glimmer rimase in attesa che l’altra trovasse le parole per procedere. Glimmer capiva, anche per lei era troppo: troppe aspettative, troppi doveri, troppe responsabilità, troppa pressione…

 

“Tutto questo è troppo. Adora, tu e tutti gli altri siete troppo. Troppo perché dopo tutto quello che è successo… dopo tutto quello che ho fatto… io… io…”

 

Il respiro accelerato le mozzava le parole e Glimmer si appoggiò un po’ più fermamente contro la sua schiena per infonderle coraggio.

 

“Ho sempre dovuto lottare per riempire con poche briciole la ciotola che avevo e adesso è come se fosse stata di colpo riempita oltre il bordo e sta andando da tutte le parti. Ho sempre vissuto da sola nella rabbia ed improvvisamente ci sono troppe emozioni, troppe persone… troppo… amore… e non riesco a non pensare che ci sono un miliardo di persone che se lo meriterebbero più di me e invece… invece c’è l’ho io”

 

“Ehi… va bene… Anche se adesso è troppo, non sei da sola”

 

“Nemmeno tu”

 

Ed era vero, avevano l’un l’altra, Adora, Bow e tutti gli altri. Non c’era una soluzione veloce alla spirale negativa di pensieri che le teneva sveglie la notte, ma la consapevolezza di avere persone che capivano senza giudicare e che le sostenevano era la miglior medicina.

 

Glimmer sorrise, rilassando la testa sulla spalla di Carta, mentre l’altra faceva lo stesso.

 

“Io ti guardo le spalle e tu le copri a me”

 

“Sempre, Sparkles”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

 

Grazie a tutti quelli che hanno letto fino a questo punto!

 

Questa piccola one-shot senza pretese è stata scritta perché adoro i personaggi di Glimmer e Catra. Sono entrambi molto interessanti e complessi, ma credo che fondamentalmente siano molto simili e che abbiamo le stesse difficolta.

 

Ho cercato quindi di rappresentare come io personalmente veda il loro rapporto basato sul supporto reciproco.

 

Non fatevi problemi a farmi notare errori oppure darmi qualche feedback!

  
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