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Autore: E_AsiuL    15/03/2021    1 recensioni
Il rapporto tra il medico legale Tessa Beale e il detective Gabriel Giuliani non è mai stato idilliaco. Ma le cose potrebbero cambiare per via di un serial killer, il cui operato toccherà Tessa un po' troppo da vicino.
Genere: Introspettivo, Noir, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Ehilà! Quello di oggi è un po' più lungo. E quasi altrettanto inutile *immaginate l'emoji con la mano sul mento, quella che riflette, per intenderci*
Ogni opinione è sempre gradita e ben accetta! (Lo so che ci siete, lo vedo il numeretto eh!)

 


8
Il Capitano Roxane Green credeva di averle viste e sentite tutte. Ma quella le mancava.

«Ripetimelo un’altra volta, che le prime dieci credo di non aver capito» disse, guardando la Beale, seduta sulla sedia davanti alla scrivania con l’aria della scolaretta nell’ufficio della preside. Roxane strinse le labbra per non ridere della sua espressione imbarazzata e sollevò un sopracciglio, gli occhi blu che brillavano.

Tessa sospirò. «Roxy…» cominciò, esasperata. Quante volte avrebbe dovuto ripetere a sua sorella che aveva intenzione di accettare l’avventata proposta di matrimonio di Alex? Aveva sulle spalle una notte semi-insonne proprio per quello – era rimasta in piedi fino a tardi a stilare una lista di pro e contro e poi a riflettere e rimuginare – seguita da una mattina in tribunale. E ora, dopo aver espletato le formalità relative al caso – non che Roxy non fosse già aggiornata su ogni dettaglio, ma c’era un protocollo che sarebbe stato meglio rispettare – sua sorella la torchiava.

«Tessie…» la incalzò il Capitano, battendo un’unghia sulle copie dei rapporti che le aveva consegnato Tessa. «Andiamo con ordine. Siete ufficialmente tornati insieme da… tre settimane, giusto?» le chiese. Tessa annuì. «E ieri sera, di punto in bianco, ti ha chiesto di sposarlo?» Tessa annuì, senza guardarla. Roxane sospirò, con un sorriso. «Dimmi che hai urlato di gioia e gli sei saltata al collo, ti prego».

Tessa guardò sua sorella, allibita. Roxane si morse il labbro per non ridere.

«No. Non gli ho risposto. Mi ha dato l’anello e mi ha detto che potevo pensarci e di metterlo se decidevo di sì» raccontò.

Roxane sollevò entrambe le sopracciglia. Non aveva mai voluto darlo a vedere ma, quando Tessa aveva iniziato ad uscire con Alex, non ne era stata felice. Si trovava in una posizione un po’ scomoda, il detective era un suo sottoposto e Tessa sua sorella, anche se nessuno ne era ufficialmente al corrente. Avevano preferito non rendere pubblica la parentela per evitare che qualcuno potesse sostenere che Tessa fosse stata assegnata alla squadra per qualche favoritismo e non per meriti. Era stato lo stesso dottor Thomson a caldeggiare la sua nomina, proponendola come sua sostituta e sottolineandone l’attenzione e la bravura. Il fatto che Tessa e Alex avessero poi deciso di mantenere molto privata la loro relazione aveva sorpreso Roxane, soprattutto quando il detective aveva dato quasi le sue stesse motivazioni. Roxane aveva, allora, solo mantenuto le preoccupazioni da sorella maggiore.

Tessa aveva sempre avuto difficoltà relazionali – pochissimi amici, ancor meno relazioni – e il Capitano temeva che nemmeno Alex avrebbe resistito a lungo, davanti ai complessi di Tessa. Suo malgrado, aveva dovuto riconoscere che, al contrario, Alex era stato capace di fare quello che anni di terapia non avevano portato. Peccato che…

Tessa aveva la tendenza a sabotarsi. Appena le cose iniziavano ad andare bene, doveva trovare il modo di distruggerle, perché, a suo dire, non meritava niente di bello e non valeva la pena di sprecare affetto su di lei. Alex aveva fatto tutto il possibile e anche di più per convincerla del contrario, finché Tessa non aveva deciso di non essere degna di tutto quell’amore. L’aver perso il bambino era stata la ciliegina sulla torta di merda. Quando Tessa aveva cacciato Alex, lui si era arreso e l’aveva lasciata fare. Poi, era andato da Roxane, le aveva spiegato cos’era successo, e le aveva detto che avrebbe lasciato a Tessa tutto lo spazio che voleva, ma non se ne sarebbe mai andato. Roxy gli aveva ricordato che era un uomo e non uno zerbino e di darsi una mossa, che il mondo era pieno di donne. E Alex le aveva detto che l’unica che riusciva a vedere era Tessa. E lo aveva fatto fino a prima di quella dannata serial killer.

E ora, Roxane Green aveva capito perché il suo detective non le aveva più parlato di Tessa.

Perché, evidentemente, Tessa era tornata da lui.

Se ne sarebbe dovuta accorgere, davvero. Aveva solo notato che Tessa le era sembrata meno tesa, le aveva visto meno bende.

«E quindi, hai deciso di sì» constatò Roxane, indicando l’anello con un cenno. Tessa annuì, avvampando. Roxane si alzò. «Dobbiamo festeggiare, allora». Andò alla porta, affacciandosi fuori. «Hasler, porta quel tuo culo rinsecchito nel mio ufficio. Adesso».

Roxane finse di non vedere Giuliani ridacchiare o Alex farsi il segno della croce prima di raggiungere il suo ufficio. Chiuse la porta alle spalle del detective.

«Capitano… dottoressa Beale» salutò Alex, cercando di non farsi notare mentre praticamente faceva la radiografia a Tessa. No, non poteva stupirsi se persino Gabriel, che quasi nemmeno la considerava un essere umano, aveva preso a fantasticare su di lei.

Roxane sbuffò. «Togliti quell’aria da bravo ragazzo dalla faccia, Alex» lo apostrofò il capitano, il sorriso con cui aveva accompagnato quelle parole le disegnò un ventaglio di rughe intorno agli occhi. «Quando so benissimo a cosa stai pensando» continuò.

Alex guardò il capitano, battendo le palpebre, confuso. Tessa iniziò a sghignazzare.

«Alex, Roxy sa tutto» spiegò Tessa, quando si calmò. Alex deglutì rumorosamente. Roxane era sempre stata molto protettiva, nei confronti di Tessa, dal non voler rivelare di esserne la sorella adottiva fino al minacciare Alex di spedirlo a dirigere il traffico se anche solo si azzardava a ferirla. Alex azzardò uno sguardo al capitano, che se la rideva.

«Lo so, che le hai chiesto di sposarti. E che lei pensa di accettare. Se non l’avesse già deciso lei, la costringerei io», disse Roxane. Alex era sempre più stupito.

«Roxy… ora basta, o gli verrà un colpo» la redarguì Tessa.

«Un colpo mi era già venuto quando sei uscita dall’ascensore vestita così…» ammise Alex. «Hai smosso persino Gabriel, Tess. Gabriel…»

Tessa sollevò un sopracciglio, aspettando che Alex elaborasse.

«Non farmi ripetere quello che ha detto…» borbottò il detective, guardandola storto.

Tessa ridacchiò. «Geloso?» lo prese in giro. Alex non le rispose.

Roxane li guardò, scuotendo la testa. «Lasciamo perdere gli apprezzamenti del tuo collega, Alex, e ricordiamoci le regole» cominciò.

«In privato, Roxy. Davanti agli altri, Capitano. Non sono ancora così rincoglionito» sbottò lui. Roxane si trattenne dal rispondere.

«Chiama Giuliani. Così facciamo il punto di quello che abbiamo e ci liberiamo di mia sorella e delle sue grazie tentatrici» disse, invece, facendo l’occhiolino alla Beale.

 
Quando Gabriel entrò nell’ufficio della Green, aveva l’aria del condannato a morte. Era più che sicuro che Alex avesse spifferato al Capitano – e alla Beale – i suoi inconsci apprezzamenti alla mercanzia del medico legale. Si chiuse la porta alle spalle, aspettandosi una reprimenda.

«A che punto siamo?» chiese secca la Green, senza altri commenti. Gabriel batté le palpebre, confuso.

«Il laboratorio ha comunicato i risultati del campione di saliva rinvenuto sul seno di Beatrice Johnson…» la Beale prese la parola, riferendosi ai campioni relativi al morso trovato sul seno della seconda vittima. «Purtroppo, sono risultati impossibili da analizzare perché degradati da agenti chimici» sospirò Tessa, massaggiandosi una tempia. Dietro di lei, Alex si irrigidì.

«Merda» commentò sottovoce Gabriel. «Non si possono salvare in nessun modo?»

Tessa spostò su di lui gli occhi grigi, pronta a fulminarlo.

«Quale parte di “degradati” le devo spiegare, detective?»

 «Ci hanno messo meno del previsto, non possono riprovare?» insisté Gabriel. Non era possibile che il laboratorio, per soddisfare le loro pressioni, avesse sbagliato?

Tessa aprì la bocca per ribattere, ma Roxane la fermò.

«Riguardo l’impronta di denti, invece?» s’inserì.

«Stiamo incrociando le dita che esista una corrispondenza con qualche radiografia odontoiatrica, ma è come cercare un ago in un pagliaio. Per quel che riguarda il profilo psicologico, il dottor Rowe sta rivedendo le sue valutazioni, alla luce della scoperta del sesso dell’assassino» spiegò Alex, riferendosi allo psicologo criminale che collaborava con il distretto.

«Stiamo inoltre controllando le denunce di scomparsa di potenziali vittime che rientrano nel profilo, anche se con solo due vittime è difficile restringere il campo dei tratti comuni», aggiunse Gabriel. «Non che speri ci siano altri cadaveri», si giustificò, alzando le mani.

Roxane sospirò, passandosi le mani fra i capelli biondi. «Ovviamente, data la posizione isolata dei luoghi dei ritrovamenti, non abbiamo testimoni. Case e utenze risultano intestate alle vittime, ma non corrispondono ai loro indirizzi…»

«La nostra ipotesi è che l’assassina si impadronisca dell’identità della vittima, si procuri un luogo sicuro in cui portarla e poi…» Gabriel lasciò la frase in sospeso.

«E poi la sequestra, la tortura, e uccide lei e suo figlio» concluse per lui Tessa, passandosi inconsciamente una mano sul ventre. A Roxane non sfuggì il gesto. Sapeva quanto quel caso si stesse dimostrando difficile per sua sorella, proprio per quell’aspetto. Non erano le torture, le ferite o le eventuali mutilazioni. Erano quei piccoli corpi buttai in un angolo come immondizia.

«In conclusione, siamo al punto di partenza» riassunse Roxane.

I due detective dovettero annuire, sconfitti. Quasi due mesi, e non avevano fatto neanche un passo avanti. Quell’unica, mezza prova non era utilizzabile. E la stampa avrebbe voluto presto la loro testa.

Roxane guardò l’orologio. «Prendetevi il resto della giornata. Ora come ora, abbiamo bisogno tutti di staccare la spina. Domani mattina, a mente fresca, ci metteremo a scavare da capo nella vita delle vittime. Troveremo qualcosa, con un po’ di fortuna prima della terza».

Roxane sperò non fossero le ultime parole famose.
 

Dite che il Capitano se l'è tirata e spunterà presto la terza?
A giovedì!
  
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