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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    15/03/2021    0 recensioni
[Fate - The Winx Saga]
Una raccolta di piccolissime os che trattano di momenti passati, presenti e what if di quello che era il team d'élite di Magix pre-serie composto da Farah (Faragonda), Saul (Saladin), Andreas (Erendor) e Ben (Palladium), guidato dall'allora Direttrice di Alfea Rosalind.
L'Angst sarà predominante e cercherò di esplorare con brevi momenti i particolari rapporti tra ognuno di loro - troppo spesso complicati, talvolta malsani, sempre profondi.
1. I own you [Farah x Rosalind]
2. You were my hero [Saul x Andreas]
3. You should know [Ben x Andreas x Rosalind]
4. Obedient [Andreas x (Farah/Saul) x Rosalind]
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Erendor, Faragonda, Palladium, Saladin
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Note:
- Tutte le os della raccolta fanno riferimento agli eventi/personaggi della serie tv, o prendono spunto da essa;
- What if? [Prima degli eventi della serie, quando Rosalind era Preside di Alfea e Andreas il suo pupillo.] – angst - sentimentale
- Storia partecipante alla Challenge "Things you said" indetta da Juriaka sul forum di efp col prompt "Things you didn't say at all / Le cose che non hai detto affatto";
- Storia partecipante alla Challenge "Solo i fiori lo sanno" indetta da Pampa313 sul forum di efp col prompt: "Alstroermeria: devozione";


 
4. Obedient
[Andreas x (Saul/Farah) x Rosalind] 
 
Le iridi cerulee scrutavano i giardini circostanti Alfea dalla finestra, le mani tenute saldamente dietro la schiena, la postura ritta, impeccabile, la muscolatura già ben definita sotto la divisa.
Era un perfetto Specialista e soldato, Andreas di Eraklyon, una perfetta macchina da guerra e lei lo sapeva.
Eccome se lo sapeva.
« Non credo tu sia venuto qui per una visita di cortesia, caro. » lo esortò la Preside, intenta a sistemare una serie di trofei e riconoscimenti in una bacheca al fianco della scrivania. Dalla parte opposta di quell’ufficio, il giovane Specialista manteneva il volto serio e la mascella indurita.
« Perché lei? » domandò apparentemente al nulla, apparentemente senza soggetto. Ma sapevano benissimo entrambi a chi si riferisse, Rosalind non tardò a manifestare uno dei suoi sorrisetti tra le rughe.
« Perché mi piace. Non ti basta, come giustificazione? » Sempre ironica, sempre al limite tra l’ambiguità e la concretezza. Criptica, nel suo modo di rispondere e non rispondere al contempo, abile a manipolare il necessario a portare il giovane ad esprimersi con molta più enfasi dell’apparente compostezza – si volse quasi di scatto verso di lei, sebbene così lontani, con l’impeto dell’irrefrenabile istinto.
« E’ compassionevole. E non è agguerrita. Se davvero vorrà allenarci contro i burned ones ci servono dei guerrieri e lei non sarà in grado di- »
« Andreas » lo fermò quasi subito, ed egli ubbidì. Si zittì, per quanta fatica gli costò, ma le prestò attenzione – ora no, non stava scherzando, benché il tono non fosse cambiato. « E’ la sua relazione con il tuo amico a preoccuparti? » Colse nel punto, lo centrò in pieno e poté quasi sentire il dolore da lui patito in quell’esatto attimo.
Li aveva osservati.
Li aveva osservati tutti.
E non le serviva essere una fata della mente per sentire la sua malcelata collera e patetica gelosia.
Sorrise, di nuovo, e come il veleno più letale andò ad avvicinarsi a lui con passo composto e per nulla affrettato.
« Non temere, ho pensato già a tutto io. Avrai il tuo compagno notte e giorno. »
« E lei? »
« Lei sarà impegnata con me, non devi preoccuparti. Ciò che mi aspetto da te, però, è disciplina. Rispetto. Esecuzione degli ordini, a prescindere dalle tue emozioni – sono stata abbastanza chiara? »
« Sì. » asserì lui ancora rabbioso, ritrovandosi tuttavia la punta di una spada sotto il mento, costretto così ad alzare nuovamente le iridi cerulee in quelle della Preside e sua mentore.
« Non ho sentito bene » un ordine, esattamente come tutti gli altri. Un’autorità a cui era impossibile opporsi, avida nell’assoggettare menti non ancora sufficientemente forti, formate, da rifiutarla.
« Sì, Signora » ribadì con maggior sicurezza. Ella sorrise, di nuovo, ma senza abbassare la spada.
« Bravo » melliflua, mentre si allontanava il necessario a dargli le spalle per approcciarsi proprio a quella teca, che andò a scostare con un cenno della mano, rivelando così una serie di scale.
« Ora vieni, è l’ora del tuo allenamento speciale. »
Andreas volse un’ultima volta lo sguardo oltre quella finestra, il necessario ad intravvedere quelle due figure che camminavano affiancate – ancora – e che sorridevano tra loro – ancora.
Poi, infine, lo sguardo duro si spostò a quelle scale e con passo militare le scese: avrebbe avuto Saul, un giorno. E quello stesso giorno Farah sarebbe perita.
  
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