Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: Lodd Fantasy Factory    16/03/2021    1 recensioni
Non ho tempo per le introduzioni. Devo raccontare questa storia, e voglio farlo il prima possibile. Prima che qualcosa mi possa fermare... prima che loro... sono dietro ogni angolo. Sono nella mia casa... cancelleranno tutto. Persino me...
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

16 Marzo 2021,

 

 

Questa notte sono stato di nuovo in quella grotta.

È accaduto quasi come l’altra volta.

Ma era diverso… surreale è la parola che trovo adeguata.

I colori si mischiavano, il giorno diventava notte e le ombre si ergevano attorno a me come tanti spaventapasseri. Non ne ho provato timore, no; neanche quando, dentro la grotta, le pareti hanno rilasciato Esseri del tutto simili a quelli che presumo abbiano invaso casa mia.

Ero conscio, nel sogno, di stare sognando.

Sapevo che tutto quel raccapricciante spettacolo era solo frutto della mia mente. Non avrebbe potuto farmi del male, non davvero. Ho assistito, quasi fosse un film horror, allo svolgersi di quell’episodio, sino al suo climax:

La fatidica domanda.

Non ho potuto fare a meno di scoppiare in una risata, quando ho ricevuto la risposta che mi sarei atteso dal peggiore dei film comici: ‘Sono tuo padre!’ ha gorgogliato l’oscurità, nel lato oscuro, ma senza la spada laser. Io non sono Luke Skywalker, anche se ogni tanto mi piacerebbe poter far uso della Forza!

 

Mi sono risvegliato con il sorriso, anche se Avorio non era dello stesso avviso. Mi scrutava dall’alto del mio ventre, in posa come i guardiani egizi. C’era un lampo di accusa nel suo tetro miagolare. Non si trattava di una questione di fame. Ma di cosa?

Nel frattempo che ci pensavo, gli ho aperto una scatoletta. Si è fatto tutto dolce. I gatti!

A questo punto della nostra relazione (mi riferisco a voi lettori), trovo doveroso dovervi spiegare qualcosa in più su chi sono. In due settimane non mi avete sentito parlare di lavoro, di problemi finanziari, o di sopravvivere in un momento in cui l’intera nazione cerca di farlo.

Non ho problemi di liquidità, diciamo così.

Questo sogno mi ha fatto guardare indietro, alla mia famiglia.

Mi sarebbe piaciuto conoscere mio padre, anche se l’ho sempre reputato uno stronzo, specie dopo quell’unica telefonata che ho avuto con lui. Ha abbandonato mia madre, quando ha saputo che mi avesse in grembo. Il fato è stato clemente con lui.

Forse non la amava abbastanza, forse sono stato uno sbaglio, perché il buon uomo decise di lasciarla per farsi una nuova famiglia, ottenere una promozione e scalare in una decade i vertici della società. Aveva ottenuto tutto quello che desiderava, sino all’incidente in elicottero.

Morì, insieme a quasi tutta la famiglia, nello schianto. Gli sopravvisse solo la moglie, ricoverata d’urgenza, ormai in fin di vita; il destino le avrebbe riservato ancora due giorni di agonia, prima di lasciarla spirare. Ma credo di avere avuto un ruolo in tutto ciò.

Non seppi perché, ma mi presentai lo stesso in ospedale. Nonostante mio padre non mi avesse mai riconosciuto, portavo il suo cognome. La donna, privata della parte inferiore del corpo, di un occhio e delle falangi della mano destra, non parve troppo sorpresa di vedermi. Forse credette di vedere mio padre.

Mia madre era morta due anni prima, divorata da un tumore al cervello che l’aveva portata alla pazzia, prima di consegnarla alla terra. Mio padre non aveva voluto saperne di occuparsi delle sue cure mediche; quando mi recai da lui, disperato, accettò di parlarmi solo per mezzo del telefono della reception; non ebbe neanche il coraggio di guardarmi in faccia, il miserabile. Seppi da lui che anche mia madre aveva avuto la mia stessa idea.

‘Se è con la pietà che cercate di spillarmi del denaro, è una tattica che non funzionerà due volte. Non è un mio problema. Io e quella donna siamo degli sconosciuti. Tu sei uno sconosciuto. L’errore di una notte non può condannare un uomo ad una vita infelice: questa è l’unica lezione che posso darti, da padre. Sempre che sia davvero tuo padre… tua madre era una che saltava di fiore in fiore, tra un’ombra e l’altra dei locali, a succhiare via nettare dagli uomini, se capisci cosa intendo. E per cosa? Addio.’

Se vi state chiedendo perché mi recai da sua moglie, non ho una risposta. Forse nutrivo dentro di me il bisogno di vedere morire con i miei occhi qualcuno a lui molto caro, come se ciò potesse ripagarmi del fatto che lui avesse lasciato morire mia madre, dopo averla abbandonata ad una vita di miseria.

Quella donna mi guardò però con dolcezza. Parlava a fatica, ma le riuscì comunque di dirmi che provava un grande dolore per me e per la sorte che era spettata alla mia famiglia. Non avevo nonni su cui fare affidamento, morti anche loro in un tragico incidente, questa volta d’auto, quando mia madre era poco più di una ragazza. Non vi nascondo che è per questo che non ho mai voluto prendere la patente.

In punto di morte, quella donna, una sconosciuta, volle includermi nel suo testamento. Non dimenticherò mai le sue parole.

Ho sempre voluto conoscerti… Ho sempre insistito affinché tuo padre ripagasse il suo debito. Il test del DNA, all’epoca, non era una cosa molto comune, ma non ho dubbi che tu sia suo figlio. Gli somigli molto. Io ti riconosco. Se non ha saputo darti ciò di cui avevi bisogno in vita, voglio essere ascoltata almeno nella morte. Siamo tutti connessi: le nostre azioni cambiano il mondo. Spero tu sia in grado di fare meglio di lui…”

Vi starete già immaginando hotel di lusso, elicotteri, ville.

Non ho avuto niente di tutto questo.

Ma ho un assegno mensile che mi consente di vivere tranquillamente, a vita.

Ho degli amici, ma non li vedo da molto tempo.

Non nascondo il mio alcolismo.

Non ho nessuno, oltre ad Avorio.

Non voglio coinvolgere nessuno.

 

Spero questo approfondimento su di me possa avervi aiutato a capirmi meglio.

Non ho altri episodi strani da riportare, a meno che non vogliate che trascriva qualcosa dal Diario di Philipp. Ha raccontato di Edgar, con gli occhi dei suoi figli, come se avesse avuto il potere di vedervi attraverso. Una scena grottesca e sempre meno credibile. Se ci tenete a conoscere questi dettagli, scrivetemelo nelle vostre mail. Pare che io al momento non abbia granché di quell’orrore che andate cercando nel mio diario.

Il mio scetticismo sta crescendo.

Ma ora vado: ho intenzione di godermi questa bella giornata di sole.

Voglio andare al parco, magari dopo aver comprato un paio di occhiali da sole. Porterò con me Avorio: ho intenzione di mettergli un guinzaglio!

Abbiamo bisogno di cambiare aria…

 

Aggiornerò, quando mi sarà possibile.

 

Philipp Lloyd.

 

 

PS:

 

Il vicino mi ha rotto il naso!

Vi aggiorno dalla sala d’aspetto dell’ospedale.

Come sono rientrato a casa, mi ha aggredito alle spalle.

Sono stufo dei tuoi giochini e dei tuoi amici! Qui c’è gente che vuole vivere tranquilla! mi ha gridato, prima di travolgermi. Sono caduto riverso nell’ingresso di casa mia. Se non ci fosse stato Avorio, mi avrebbe ucciso a furia di pugni. Credo di avere un dente scheggiato, che mi sono procurato nel lanciarmi a protezione proprio di Avorio, quando il vicino ha provato a sferrargli un calcio. Altri vicini sono intervenuti per placare la sua furia. Tutti, però, mi hanno guardato con disgusto, con disprezzo, asserendo che non valesse la pena di rischiare il carcere per uno come me!

Ma in che mondo sono finito? Una giornata così bella sciupata dalla follia…

Prima di andare al Pronto Soccorso, ho fatto un giro per la casa.

Era tutto sottosopra… qualcuno è stato in casa mia, e pare che cercasse qualcosa!

Il Diario di Philipp è stato con me tutto il tempo.

Le finestre, le ante dei mobili ed i cassetti erano aperti.

Non pare l’opera di un ladro, anche perché non mi è parso mancasse niente.

I Dadi dello Sciamano Zhùt! Li avevo lasciati sul tavolo… non ho avuto l’accortezza di cercarli, anche perché stavo spargendo sangue ovunque. Spero siano ancora al loro posto. */

*/ Porto fuori il guardiano (Avorio) e qualcosa entra dentro casa mia. Un caso? Non credo proprio. Spero solo i Dadi siano al loro posto. Dovessi aver perso qualcosa di simile, non saprei come reagire. Forse devo a quel gatto molto più della mia sanità mentale ritrovata.

P. L.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Lodd Fantasy Factory