Passiamo
dal retro, Anthea
mi vede in difficoltà. Il lungo
corridoio non finisce mai, non vedo l’ora di uscire dalla
sorveglianza delle
telecamere. Mi
affianca, mi prende per
la via e finge un abbraccio. “Forza Hayc ci siamo quasi,
Albert ci aspetta.”
Non rispondo mi limito ad annuire, mi sento stremato.
Alla
fine dopo essere scesi per l’ennesima scala di marmo
bianco, siamo nel giardino interno. Vedo Albert in piedi di lato alla
“Bestia,”
la berlina nera e mi ci butto dentro.
Albert
oscura i vetri, Anthea è salita parte rapido.
“Come
sta papà?” È la cosa che mi preme di
più. Ho cercato di non fargli del male,
ora ne voglio la conferma.
“Sta
bene, l’hai appena toccato, mi ha detto che devi stare
tranquillo, appena è possibile si farà sentire,
non vuole destare sospetti non
dopo tutto il lavoro che hai fatto.” Cerco di respirare a
ritmo, ma mi è quasi
impossibile. Annaspò aria.
“Sherrinford respira, è finita sei stato
bravo.” Mi allunga una carezza poi mi
prende il polso, ascolta il mio cuore. “Sto bene,”
ma mi esce un fiato
soltanto. Armeggia con il portaoggetti sul sedile e prende un
saturimetro, lo
infila nel dito della mia mano. Le rivolgo uno sguardo truce.
“Anthea, per
pietà sto bene!”
“Non
essere stupido, tuo padre mi ha dato degli ordini e io
li eseguo. Se è per questo,” incida quel coso in
filato nel mio dito, che
lampeggia impietoso, “abbiamo anche un defibrillatore, e sia
Albert che io
abbiamo fatto un breve corso.”
Sbuffò
risentito girandomi verso il finestrino, ma la lascio
fare perché stanco lo sono davvero.
“Mycroft
non lascerebbe nulla al caso lo sai, tantomeno la
tua salute.” Ha
la voce calda, vede che
è più lo stress che ho subito, che il mio cuore
malandato.
“Non
dirlo a papà.”
Le mormoro tornando a guardarla con il capo abbandonato su
sedile.
Ammicca. “Lo sai che
non posso. Ora rilassati, so
che stai
bene.” Chiudo
gli occhi e rimango
silenzioso per il resto del viaggio.
A
Baker Street scendo fingendomi ubriaco, lei mi accompagna.
Saluto Albert per
la pazienza che
dimostra.
“Si
riprenda giovane Holmes, è stato un ottimo
attore.”
Sorrido e scendo, la
voce di quanto sia
un figlio bastardo e ingrato circola nell’ambiente.
A
casa Anthea mi lascia alle cure di John che mi ha
aspettato alzato, nonostante sia tardi.
“Eccolo
di ritorno, dottor Watson lo metta a letto.” Non ho
il tempo di replicare perché Anthea esce rapida e John mi
trascina in camera.
“Stai
bene?” Mi scruta attento.
“Avanti
John, vi state preoccupando troppo, così mi rendete
le cose difficili.” Agita la mano allontanando un pensiero
cattivo e fa per
uscire.
“Va
bene, mi fido prendi le tue medicine e fila a letto.
Fallo, perché sennò domani ti lasciò
Rosie per tutto il tempo a
sgridarti.” Ridiamo
entrambi, già
immaginando il faccino imbronciato della
piccola peste.
“Va
bene, farò tutto alla perfezione.” Gli chiedo di
Sherlock. “È da Mycroft per chiarire questa
situazione. Ora dormi e basta
pensieri.”
La
giornata è finita, Auberton
è nella
nostra ragnatela, vedremo
cosa succederà nei prossimi giorni.
Mi
addormento senza nessun sogno.
La
mattina si apre con il profumo di caffè che invade la
camera. E naturalmente Rosie che si avvicina quatta al letto.
Non
serve a niente ficcare la testa sotto al cuscino, perché
lo scosta e me la ritrovo che mi fissa felice.
“Quando
mi accompagni a scuola? Lo zio Myc ha trovato i
cattivi che ti hanno fatto del male?”
Brontolo
mezzo addormentato.
“Non ancora cugina, ma vedrai che presto
potrò accompagnarti.”
“Sei
un pigrone! Alzati vieni a fare colazione.” Mi tira le
coperte, che finiscono a terra.
“Rosie,
vattene su lasciami dormire.”
Faccio finta di girarmi, mentre delusa
abbassa la testolina bionda. E si volta per andarsene.
Salutò giù dal letto
rapido, la afferro e le faccio il solletico.
Ride così forte, si ribella ed è
così felice che mi riempie il cuore di
gioia.
Inneschiamo
una rapida lotta nel mio letto disfatto, mentre
John la richiama arrabbiato, perché è di
nuovo tutta in disordine.
Trovo
bellissimo avere una famiglia, per tanto tempo sono
stato solo, ora la vita mi sembra più bella. Auberton a
parte.
“Sherrinford,
sei peggio di mia figlia! Guarda com’è
ridotta. Ora la rivesti tu.”
John si è
affacciato alla porta della camera mentre si asciuga le mani e brontola.
Trascino
via Rosie prima che perda la pazienza e la porto in
cucina a prendere il suo latte e a mangiare i suoi biscotti.
Io
in pigiama e scalzo, vengo prontamente redarguito.
Guardo
John e mi sorprendo a valutare che sembra più
apprensivo di papà. È
premuroso e mi
segue con attenzione, sento
affetto per
quest’uomo che ha perso la moglie in un modo brutale, ma cresce la figlia con tutto l’amore che
può darle. E sopporta discreto i due Holmes.
Per
lui non sono nulla, eppure ho un piccolo posto nel suo
cuore.
Mi
rivesto e seguo i suoi consigli. Come promesso rimetto in
ordine la piccola peste, le metto il cappellino rosa con un fiocco blu.
E le
stampo un bacio in fronte. Mi abbraccia stretto e mi ricambia, mentre
mi
abbasso per ricevere il suo bacio umido.
Escono
e nello stesso momento ricevo la chiamata di Mycroft.
SH
“Papà?”
Sono sorpreso ci possono intercettare.
MH
“Tranquillo
la linea è sicura.”
SH
“Problemi?
Come stai?” Temo
di avergli fatto del
male e la cosa mi rode.
MH
“Dimmelo
tu Sherrinford, visto che ieri sera
in auto sei crollato.” La voce gli trema un po'.
SH
“Possibile
che siate tutti così apprensivi? Sto bene cavolo!”
MH
“Volevo
sentirtelo dire. Comunque
anch’io sto
bene, stai sereno. Mi hai appena sfiorato.” Respiro meglio ora che lo
so.
SH “Auberton
come si muove?”
MH
“Credo
che si farà sentire tramite Serge. Dobbiamo riallacciare i
rapporti per
giustificare il fatto che ti avvicinerai al laptop. Ti darò
una memoria usb
contenente alcuni dati ben costruiti che lo convinceranno
ulteriormente. Gliela
consegnerai come invito ad abboccare a tutto il resto.”
SH “Bene,
riprenderò la recita. Voglio vederlo
con le mani fuori dalla famiglia, voglio accompagnare Rosie a scuola
senza
morire di paura per lei.”
MH “Presto
sarà innocuo te lo prometto.” Fa una pausa poi
lo sento ridere.
SH “Che
c’è Papa, sembri allegro.”
MH
“Non
sai cosa ho dovuto sopportare per il tuo comportamento sopra le righe, Alicia è
letteralmente scandalizzata.
Spero di riabilitarti presto
perché è difficile rimanere serio.”
Ride ancora. “Figlio sei un ottimo attore.”
SH “Mai
come la tua Lady Bracknell.”
Stravolta rido io.
MH “Te
ne ha parlato Sherlock? Non me lo
aspettavo.”
SH “Ti
vuole bene più di
quanto tu possa
pensare.” Soffia
dentro al cellulare e
prende una pausa. “Ci sei
Papà?”
MH “Si,
Sherrinford ci sono.” Altra
pausa. “Sei
un bravo ragazzo, Virginia sarebbe fiera di te.”
Rimango
muto mentre chiude la conversazione. E per Dio!
Mi sento bene come non lo sono mai stato.
Auberton
pagherà, siamo gli Holmes che diamine!