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Autore: coopercroft    17/03/2021    0 recensioni
Ritrovare un padre dopo anni di abbandono e adozioni, finite spesso male. Sherrinford ha un nome eccentrico, come tutti nella sua singolare famiglia. Un padre chiamato “Ice Man”, una zia Eurus rinchiusa in una fortezza e uno zio detective famoso : Sherlock Holmes. Come potrà adattarsi a vivere con loro? Dopo anni di vita fisicamente disastrosa al limite dell’autodistruzione. Ritrovare un affetto stabile lo aiuterà a superare il dolore e i torti subiti?
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Passiamo dal retro,  Anthea mi vede in difficoltà. Il lungo corridoio non finisce mai, non vedo l’ora di uscire dalla sorveglianza delle telecamere.  Mi affianca, mi prende per la via e finge un abbraccio. “Forza Hayc ci siamo quasi, Albert ci aspetta.” Non rispondo mi limito ad annuire, mi sento stremato.

Alla fine dopo essere scesi per l’ennesima scala di marmo bianco, siamo nel giardino interno. Vedo Albert in piedi di lato alla “Bestia,” la berlina nera e mi ci butto dentro.

Albert oscura i vetri, Anthea è salita parte rapido. “Come sta papà?” È la cosa che mi preme di più. Ho cercato di non fargli del male, ora ne voglio la conferma.

“Sta bene, l’hai appena toccato, mi ha detto che devi stare tranquillo, appena è possibile si farà sentire, non vuole destare sospetti non dopo tutto il lavoro che hai fatto.” Cerco di respirare a ritmo, ma mi è quasi impossibile. Annaspò aria.
“Sherrinford respira, è finita sei stato bravo.” Mi allunga una carezza poi mi prende il polso, ascolta il mio cuore. “Sto bene,” ma mi esce un fiato soltanto. Armeggia con il portaoggetti sul sedile e prende un saturimetro, lo infila nel dito della mia mano. Le rivolgo uno sguardo truce. “Anthea, per pietà sto bene!”

“Non essere stupido, tuo padre mi ha dato degli ordini e io li eseguo. Se è per questo,” incida quel coso in filato nel mio dito, che lampeggia impietoso, “abbiamo anche un defibrillatore, e sia Albert che io abbiamo fatto un breve corso.”

Sbuffò risentito girandomi verso il finestrino, ma la lascio fare perché   stanco lo sono davvero.

“Mycroft non lascerebbe nulla al caso lo sai, tantomeno la tua salute.”  Ha la voce calda, vede che è più lo stress che ho subito, che il mio cuore malandato.

“Non dirlo a papà.”  Le mormoro tornando a guardarla con il capo abbandonato su sedile.

Ammicca.  “Lo sai che non posso. Ora rilassati,  so che stai bene.”  Chiudo gli occhi e rimango silenzioso per il resto del viaggio.

A Baker Street scendo fingendomi ubriaco, lei mi accompagna. Saluto Albert  per la pazienza che dimostra.

“Si riprenda giovane Holmes, è stato un ottimo attore.” Sorrido e scendo,  la voce di quanto sia un figlio bastardo e ingrato circola nell’ambiente.

A casa Anthea mi lascia alle cure di John che mi ha aspettato alzato, nonostante sia tardi.

“Eccolo di ritorno, dottor Watson lo metta a letto.” Non ho il tempo di replicare perché Anthea esce rapida e John mi trascina in camera.

“Stai bene?” Mi scruta attento.

“Avanti John, vi state preoccupando troppo, così mi rendete le cose difficili.” Agita la mano allontanando un pensiero cattivo e fa per uscire.

“Va bene, mi fido prendi le tue medicine e fila a letto. Fallo, perché sennò domani ti lasciò Rosie per tutto il tempo a sgridarti.”  Ridiamo entrambi,  già immaginando il faccino imbronciato della piccola peste.

“Va bene, farò tutto alla perfezione.” Gli chiedo di Sherlock. “È da Mycroft per chiarire questa situazione. Ora dormi e basta pensieri.”

La giornata è finita,  Auberton  è nella nostra ragnatela,  vedremo cosa succederà nei prossimi giorni.

Mi addormento senza nessun sogno.

La mattina si apre con il profumo di caffè che invade la camera. E naturalmente Rosie che si avvicina quatta al  letto.

Non serve a niente ficcare la testa sotto al cuscino, perché lo scosta e me la ritrovo che mi fissa felice.

“Quando mi accompagni a scuola? Lo zio Myc ha trovato i cattivi che ti hanno fatto del male?”

Brontolo mezzo addormentato.  “Non ancora cugina, ma vedrai che presto potrò accompagnarti.”

“Sei un pigrone! Alzati vieni a fare colazione.” Mi tira le coperte, che finiscono a terra.

“Rosie, vattene su lasciami dormire.”  Faccio finta di girarmi, mentre delusa abbassa la testolina bionda. E si volta per andarsene. Salutò giù dal letto rapido, la afferro e le faccio il solletico.  Ride così forte, si ribella ed è così felice che mi riempie il cuore di gioia.

Inneschiamo una rapida lotta nel mio letto disfatto, mentre John la richiama arrabbiato, perché è  di nuovo tutta in disordine.

Trovo bellissimo avere una famiglia, per tanto tempo sono stato solo, ora la vita mi sembra più bella. Auberton a parte.

“Sherrinford, sei peggio di mia figlia! Guarda com’è ridotta. Ora la rivesti tu.”  John si è affacciato alla porta della camera mentre si asciuga le mani e brontola.

Trascino via Rosie prima che perda la pazienza e la porto in cucina a prendere il suo latte e a mangiare i suoi biscotti.

Io in pigiama e scalzo, vengo prontamente redarguito.

Guardo John e mi sorprendo a valutare che sembra più apprensivo di papà.  È premuroso e mi segue con attenzione,   sento affetto per quest’uomo che ha perso la moglie in un modo brutale, ma  cresce la figlia con tutto  l’amore che può darle. E sopporta   discreto i due Holmes.

Per lui non sono nulla, eppure ho un piccolo posto nel suo cuore.

Mi rivesto e seguo i suoi consigli. Come promesso rimetto in ordine la piccola peste, le metto il cappellino rosa con un fiocco blu. E le stampo un bacio in fronte. Mi abbraccia stretto e mi ricambia, mentre mi abbasso per ricevere il suo bacio umido.

Escono e nello stesso momento ricevo la chiamata di Mycroft.

SH    “Papà?” Sono sorpreso ci possono intercettare.

MH   “Tranquillo la linea è sicura.”

SH      “Problemi? Come stai?”  Temo di avergli fatto del male e la cosa mi rode.

MH   “Dimmelo tu Sherrinford, visto che ieri sera in auto sei crollato.” La voce gli trema un po'.

SH      “Possibile che siate tutti così apprensivi? Sto bene cavolo!”

MH    “Volevo sentirtelo dire.  Comunque anch’io sto bene, stai sereno. Mi hai appena sfiorato.” Respiro   meglio ora che lo so.

SH      “Auberton come si muove?”

MH     “Credo che si farà sentire tramite Serge. Dobbiamo riallacciare i rapporti per giustificare il fatto che ti avvicinerai al laptop. Ti darò una memoria usb contenente alcuni dati ben costruiti che lo convinceranno ulteriormente. Gliela consegnerai come invito ad abboccare a tutto il resto.”

SH       “Bene, riprenderò la recita. Voglio vederlo con le mani fuori dalla famiglia, voglio accompagnare Rosie a scuola senza morire di paura per lei.”

MH      “Presto sarà innocuo te lo prometto.” Fa una pausa poi  lo sento ridere.

SH      “Che c’è Papa, sembri allegro.”

MH      “Non sai cosa ho dovuto sopportare per il tuo comportamento sopra le righe,  Alicia è letteralmente  scandalizzata. Spero di riabilitarti presto perché è difficile rimanere serio.” Ride ancora. “Figlio sei un ottimo attore.”

SH       “Mai come la tua Lady Bracknell.”  Stravolta rido io.

MH     “Te ne ha parlato Sherlock? Non me lo aspettavo.”

SH       “Ti vuole bene più  di quanto tu possa pensare.”  Soffia dentro al cellulare e prende una pausa. “Ci sei

            Papà?”

MH      “Si, Sherrinford ci sono.”  Altra pausa. “Sei un bravo ragazzo, Virginia sarebbe fiera di te.”

Rimango muto mentre chiude la conversazione. E per Dio!    Mi sento bene come non lo sono mai stato.

Auberton pagherà, siamo gli Holmes che diamine!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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