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Autore: Ghostclimber    18/03/2021    2 recensioni
Gokudera ha passato due mesi in Italia nel vano tentativo di dimenticare il Decimo.
Ora è di ritorno, e dovrà decidere se continuare a fingere o guardare in faccia la realtà.
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Genere: Demenziale, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"And with the awkwardness of strangers,
you will finally give up:
no exceptions to the first rule of love.
"





Tsuna si sedette al tavolo della cucina, non appena ebbero finito di restituire alla casa una parvenza di ordine. Bianchi aveva preparato una tazza di latte caldo col miele per Fuuta, che al momento aveva dimenticato le proprie preoccupazioni per concedersi di vomitare l’anima a causa della Poison Cooking.

Come anche dopo anni continuassero a dimenticarsi che Bianchi non doveva assolutamente cucinare era un mistero che Gokudera non avrebbe mai risolto.

-Decimo, Basil non risponde. È normale, credo, in Italia è sera tardi. Gli ho lasciato un messaggio e gli ho detto di richiamare appena possibile.

-Grazie, Gokudera kun.- ribatté Tsuna, con le mani tra i capelli.

Scacciò il pensiero dalla mente, cercando di focalizzare la situazione attuale: stando a quel che aveva detto Mukuro, Iemitsu aveva tradito Nana. Quanto fosse grave la questione, non era dato saperlo: Nana era sempre incline al perdono, quindi avrebbe potuto perdonarlo se fosse stata una cosa capitata una sola volta, ma Gokudera dubitava che Nana avrebbe accettato di restare con lui se si fosse trattato di una vera e propria relazione extra-coniugale. Chiedere a Fuuta quanto in basso fossero scesi nel ranking era decisamente fuori questione, un po' perché non sembrava il caso di traumatizzarlo ulteriormente e un po' perché Gokudera non era convinto che quel poveretto sarebbe riuscito a smettere di vomitare abbastanza a lungo da rispondere.

Gokudera osò posare le mani sulle spalle di Tsuna: -Decimo, siete troppo teso. Vedrete che tutto si risolverà per il meglio.

-Ah, Gokudera kun, non so cosa fare... Vorrei chiamare la mamma, ma non voglio doverla costringere a parlare mentre è sconvol... Oddio!

-Cosa, Decimo?

-E se la mamma decidesse di fare una sciocchezza? O se se ne sta andando in giro da sola, se qualcuno la rapisce, lei non sa niente, oddio cosa faccio?!- Gokudera boccheggiò e non rispose, ma ricominciò a massaggiare le spalle contratte di Tsuna. Sfiorarlo era una sensazione paradisiaca, anche nell’ansia della situazione poco chiara.

-Dame Tsuna, stai migliorando,- disse Reborn, -Anche se non rapidamente come dovresti.

-Reborn, non è il momento.- disse Tsuna, appoggiando la schiena contro il ventre di Gokudera, che si morse a sangue la lingua per non collassare.

-Invece sì. Hai intuito che Nana può essere un bersaglio, vista la tua posizione e quella di Iemitsu, questo significa che stai finalmente cominciando a pensare da mafioso.

-Che bella consolazione, me lo ricorderò SE DOVRÒ ORGANIZZARE UN MALEDETTO FUNERALE!- Tsuna, stressato, si sporse in avanti urlando. Reborn nemmeno si scompose, anzi sorrise. Gokudera si trasse Tsuna al petto e gli circondò le spalle con un braccio. L’aveva fatto istintivamente, senza pensare, e sentirlo che non si divincolava aggiunse gioia alla gioia.

-Nessun funerale, Dame Tsuna. Stanno entrambi bene, ho contattato il Cedef e Lal me l’ha confermato. E non devi preoccuparti per Nana, non è sola.

-Stanno bene? Sono al Cedef? Posso chiamare lì per-caso-apposta?

-Non sono lì, ma i loro spostamenti sono monitorati, e ti assicuro che stanno bene. Iemitsu attualmente è in Piazza di Spagna, Nana sta rientrando all’albergo insieme a Oregano.

-Come mai Nana è con Oregano?- chiese Gokudera, come sempre pratico, -Mukuro ha detto che è con lei che Iemitsu l'ha tradita.- Reborn aprì la bocca per rispondere, ma non ebbe tempo.

Una manina tirò la gamba dei pantaloni di Gokudera, che abbassò gli occhi e vide Lambo.

-Che vuoi, Aho Ushi? Non è il momento!

-Tu e Tsuna nii state insieme?- Gokudera arrossì, poi sbiancò, poi cercò di fare entrambe le cose insieme e per poco non collassò. Tsuna lo tirò per la maglietta e lo costrinse a sedersi, mentre lui invece si alzava e si inginocchiava di fronte a Lambo.

-Non stiamo insieme,- rispose con dolcezza, -Ma dovevamo giusto parlarne, per cui non so, magari sì. Gokudera kun?- Tsuna si voltò, di colpo incerto.

Gokudera, del tutto incapace di pensare, emise un pigolio degno di un cucciolo di gazza ladra, poi annuì con forza. Non sapeva nemmeno lui cosa intendesse con quel gesto, se stava confermando o cos’altro, ma non riuscì a mettere insieme il briciolo di razionalità che gli sarebbe servito a intessere una risposta coerente.

-Ma due maschi non possono fare i bambini, me l’avete detto ieri sera!- sottolineò Lambo.

-Sì, ma ti abbiamo anche detto che se due maschi si vogliono tanto bene possono mettersi insieme.- ribadì Tsuna con calma.

-Lambo, devi sempre essere inopport...- cominciò Reborn, ma Lambo lo interruppe: -MA LAMBO SAN VOLEVA UN FRATELLINO!- Gokudera cadde dalla sedia, colpito dal nulla dall’idea di fare con il Decimo la cosa che si fa per fare i bambini, e Tsuna perse l’equilibrio.

-Ga...ma...

-NO!

-Ci manca solo questa, Lambo, ferm...

-...nnn!- con uno sbuffo di fumo rosa, il Lambo undicenne scomparve. Al suo posto apparve il Lambo adulto, ed era...

-Per la miseria, che muscoli!- si lasciò sfuggire Tsuna spontaneamente.

-Yare, yare... Ci siamo andati vicini...- disse Lambo, passandosi una mano tra i capelli.

-Ma tu lo saprai!- disse Tsuna, e Lambo lo fissò. Aveva una strana cicatrice che sembrava un fulmine ramificato sul viso, e se la grattò distrattamente.

-Ehm... Saprò cosa?- chiese. Il suo imbarazzo era palese.

-Ti ricordi per caso di quando mamma ha scoperto che papà l'ha tradita?- chiese Tsuna.

-Ah... Non molto, in realtà, ho saputo tutto dopo. So solo che Nana e Iemitsu hanno poi divorziato, ma non preoccuparti, starà bene.- rispose Lambo. Tsuna si lasciò cadere sulla sedia da cui Gokudera era appena caduto e trasse un sospiro di sollievo.

-Mi sento più tranquillo... Almeno possiamo prepararci psicologicamente.

-So che è inutile dirtelo, ma da quel che ricordo l'hai dovuta supportare parecchio per un bel po'. Aspetta qualche tempo, poi proponile di cambiare casa. Mi ricordo Nana che diceva che qui dentro vedeva Iemitsu in ogni angolo.

-Ah, Lambo, ti ringrazio, lo farò subito appena torna!- ribatté Tsuna, illuminandosi, ma Lambo scosse la testa. Gokudera lo fissò attonito: vederlo così maturo e pacato era impressionante.

-Non subito, Tsuna nii. Dalle tempo di metabolizzare, è una cosa grossa, credo. Per ora, fa' solo in modo di esserci per lei. Dimostrale che possiamo andare avanti benissimo anche senza Iemitsu.- Tsuna lo fissò a lungo, con la bocca aperta. Gokudera cercò di sovrapporre l'immagine di quel Lambo sensibile e intelligente al bambino che aveva appena piantato un casino perché Tsuna e Gokudera non gli avrebbero fabbricato un fratello e non ci riuscì.

-Se nel futuro non te l'avessi detto, Lambo, sappi che sono fiero di te.- disse Tsuna, attonito. Lambo gli rivolse un sorriso affettuoso e ribatté: -Ho imparato dai migliori.

-Dov’eri?- chiese Reborn di getto.

-Eh? Uhm... Non credo che siano affari tuoi.- rispose Lambo, poi arrossì.

-Dobbiamo sapere se rischiamo che torni ferito o che cosa.

-Reborn, ma quando mai te n’è fregato qualcosa se...- cominciò Tsuna, ma Lambo lo interruppe.

-Nah, sono al sicuro. Ma se fosse successo cinque minuti prima ci sarebbe stata della roba che sarebbe stato molto difficile spiegarmi.

-Tipo?- lo aggredì Reborn.

-No, ma io voglio sapere che cosa diavolo ti...- tentò Tsuna, ma fu ignorato.

-Tipo la persona con cui ho dormito, ok? Mamma mia che ficcanaso...- Lambo rivolse a Reborn uno strano sguardo, poi si chinò per raccogliere il bazooka dei dieci anni e glielo portò. Con voce dolce ma autoritaria disse: -Questo sarà meglio farlo distruggere. Credimi.

-E perché mai?- ribatté Reborn.

-Ma perché sì, lo dico da anni...- disse Tsuna.

-Perché sono sessualmente attivo.

-DAMMI QUI QUELL’AFFARE!- tuonò Gokudera: l’idea che quel ragazzino ancora confuso si ritrovasse di punto in bianco tra le braccia di una persona adulta che fino a un momento prima stava cercando di farsi la sua versione cresciuta era raccapricciante. Lambo si girò verso di lui, gli porse il bazooka e un lampo di dolore gli attraversò lo sguardo: -Gokudera, devi...- con un tonfo soffocato, Lambo adulto scomparve. La sua versione decenne esclamò: -Da grande avrò una casa fighissima!

-Gokudera, dammi quell’affare!- ordinò Reborn. Gokudera si strinse il bazooka al petto: -Ma che cazzo ti prende, Reborn?- chiese. Il comportamento del killer, unito alla sua voce stridula e al rossore sulle sue guance, lo sconvolgeva.

Reborn si schiarì la gola, finse di essere calmo e disse: -Lambo stava per dirti qualcosa. Potrebbe essere importante.- Gokudera rifletté un attimo. In effetti, anche lui si era accorto che il Lambo adulto stava cominciando a dire una cosa, ma in quel momento gli sembrava più importante dare contro a Reborn. Il discorso della notte precedente l’aveva lasciato imbufalito, e il fatto che apparentemente il killer avesse ragione era persino peggio.

-No,- decise, -Nel caso, mi sparerò io con il bazooka e indagherò.- Reborn lo guardò male, ma non trovò modo di ribattere: la soluzione trovata da Gokudera era un ottimo modo di ovviare alla questione senza rischiare la già precaria salute mentale di Lambo, e se Reborn aveva altri motivi di richiamare il Lambo adulto non si degnò di sottolinearli.

-Dov’eravamo rimasti?- chiese Gokudera.

-Da grande avrò una casa fighissima!- ripeté Lambo, che evidentemente scalpitava per raccontare. Gokudera vide che Tsuna lanciava un’occhiata alle scale, in cima alle quali c’era il bagno. A giudicare dai rumori che venivano dal piano superiore, Fuuta non si era ancora ripreso. Il Decimo si chinò verso Lambo e chiese: -Davvero? E com’è?- mentre il ragazzino cominciava a blaterare di questa fantomatica casa, il Decimo lanciò un’occhiata a Gokudera, che interpretò al volo il suo sguardo.

Era chiaro che il Decimo gli stava chiedendo scusa per aver nuovamente rimandato il loro discorso, ma Gokudera approvò la sua decisione nonostante la fretta: con Reborn diventato di colpo scemo, Lambo esagitato, Fuuta che vomitava il pranzo di Natale del '97 e I-Pin e Bianchi che mettevano insieme una colazione, da tenere sotto controllo per non finire a fare compagnia a Fuuta, sarebbe stato impossibile mettersi in disparte a fare una conversazione così importante.

Reborn interruppe Lambo con un calcio e Tsuna sbottò: -REBORN! ADESSO LA PIANTI!- cadde il silenzio. Il killer fissò Tsuna stupito, e il giovane proseguì: -Senti. Lo so che sei il mio tutor, ma stai esagerando. Lambo ha undici anni, ha visto una cosa bella e la vuole condividere. E che io sia dannato se non glielo lascerò fare.

-Tch. Come se non fossimo abbastanza impegnati.

-Come se ci fosse qualcosa che si può fare nell’immediato.- ribatté Tsuna. Gokudera avvistò Lambo, con gli occhi lucidi ma non in lacrime: un altro segno, se ce ne fosse stata necessità, che la reazione di Reborn era esagerata. Mentre il silenzio si allargava, Gokudera raggiunse il ragazzino e lo prese in braccio. Pesava, e se lo dovette appoggiare sulla curva dell’anca, ma le braccia di Lambo che gli circondavano il collo lo ripagarono in qualche modo della fatica.

-E va bene, Dame Tsuna.- disse Reborn. La sua voce era pacata ma carica di minaccia, tuttavia Tsuna non si lasciò intimidire. Continuò a fissarlo, e dopo una lunga pausa ordinò: -Chiedi scusa a Lambo.

-Perché?- ribatté Reborn.

-Perché gli hai dato un calcio quando non se lo meritava.- Reborn esitò a lungo, poi si avvicinò a Gokudera, che mise giù Lambo.

Il bambino era poco più basso del killer e lo guardò alzando il visino; il timore nei suoi occhi era da spezzare il cuore. Reborn prese in grosso respiro e disse: -Lambo, ti chiedo scusa.- il bambino esitò, poi senza alcun preavviso si gettò in avanti e strinse Reborn in un goffo abbraccio. Gokudera lanciò un’occhiata al Decimo, che sembrava sul punto di esplodere dalle risate; e in effetti l’espressione di Reborn era degna di essere immortalata e stampata sui bigliettini di Natale. Gokudera lo vide ricambiare l'abbraccio di Lambo per un millesimo di secondo e poi spingerlo via alla velocità della luce; aprì la bocca per commentare, quando Leon squillò.

Reborn prese in mano il camaleonte, che si trasformò in un cellulare, e rispose: -Sì? ...va bene, riferisco.- Leon tornò normale. Reborn guardò Tsuna, fingendo di ignorare il suo viso livido e congestionato, e disse: -C’è una prenotazione a nome di Nana per un volo in partenza dall’Italia tra otto ore. Immagino che ti dovrai aspettare una chiamata.- senza aggiungere altro, prese una tazza di caffè e si eclissò.

 

-Reborn.- chiamò dolcemente Bianchi.

-Mh?- ribatté lui, intento a guardare fuori dalla finestra del salotto, immerso nei suoi pensieri.

-Devo dedurre che tra noi è finita?- chiese la donna. Il killer esitò, poi esalò un breve bisbiglio: -Sì.

-Temevo questo momento. Avrei voluto che fosse andata diversamente.

-Anch'io. Non sai quanto.- nelle parole di Reborn sembrava esserci molto di più, ma Bianchi non indagò. Era da un po' di tempo che aveva capito che non ci sarebbe stato futuro per loro due, ma pensarlo e trovarcisi ad avere a che fare erano due cose del tutto diverse.
 

-Ti auguro di essere felice.- riuscì infine a dire.

-Dubito che lo sarò. È troppo... complicato.- disse Reborn, poi bevve un sorso di caffè e aggiunse: -Ma per quel che vale, lo apprezzo molto. E auguro lo stesso a te.- Bianchi non rispose e il silenzio si dilatò all'inverosimile.

Dopo un po', Reborn si voltò verso la porta della cucina, dalla quale lei gli aveva parlato, e scoprì che lei non era più lì.

Alla fine, nessuno restava mai.






OCCHEI, capitolo modificato perché mi ero completamente dimenticata che Mukuro aveva già spifferato un po' di roba.
Chiedo venia, il lavoro mi sta bruciando le cellule cerebrali, sto imparando roba nuova a manetta e mi si è accesa una spia sulla macchina ed è una settimana che la uso toccandomi le palle che non ho e il meccanico ha detto di stare a vedere se è solo un contatto o se devo fare le acrobazie per cambiare il sensore dei freni senza chiedere un permesso (che non mi pare il caso visto che ho appena cominciato), hanno anche provato a scassinarmela, non digerisco più i peperoni, ho le mani che sanguinano a furia di igienizzarle e lavarle ed è arrivata la stagione delle graminacee. In pratica, sono ad un passo dal chiedere l'eutanasia.
Alla prossima!
   
 
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