Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Bec Hale    27/08/2009    18 recensioni
La secondogenita dei Greengrass non era né bionda, né tantomeno aveva splendidi occhi azzurri. Astoria era bassina, magra e con lunghi boccoli bruni che le cadevano lungo la schiena; gli occhi erano di un marrone profondo, e Daphne - non sapeva se per renderla aumentare la sua autostima o perchè lo pensava veramente - le aveva sempre detto che sembrava il colore del cioccolato.
A quell'affermazione, Astoria sorrideva sempre mestamente, sapendo di non poter competere con la sorella.
{Astoria/Draco}
Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Tracey Davis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

sense&sensibility
the other Greengrass




Chapter 1 - Welcome to Hogwarts
Non poteva andare peggio di così, Astoria ne era certa.
Prima di tutto, Daphne quella mattina l'aveva svegliata in ritardo. Dormivano nella stessa stanza - anche se sua sorella era da anni che scalpitava per averne una tutta sua - e Astoria sapeva che Daphne era un tipo puntuale. Se c'era una cosa che odiava, erano i ritardi e i ritardatari; quindi la sera prima era andata a letto tranquilla, sapendo che lei l'avrebbe svegliata - sembrava che avesse un orologio interno, sua sorella.
Quindi, quando quella mattina la svegliò urlando e inveendo contro i poveri elfi domestici, Astoria aveva sbarrato gli occhi color cioccolato di colpo e si era messa a sedere, osservandosi nello specchio di fronte al letto.
Assolutamente impresentabile, avrebbe detto sua madre. E lei doveva fare un'ottima figura il primo giorno di scuola. Daphne le aveva sempre detto che il primo impatto era tutto. E Daphne era sempre perfetta, sempre in ordine.
La piccola Astoria sapeva di provare una sorta di invidia per lei. Aveva lunghi capelli biondi, mossi e grandi occhi azzurri; era molto alta per la sua età ed era bravissima a scuola. Astoria lo sapeva bene perchè l'anno prima Daphne era andata per la prima volta ad Hogwarts e l'aveva tempestata di lettere gioiose per i suoi successi.
E Astoria, di fronte a un tale esempio di perfezione, si era sempre sentita più scialba, più stupida. Nella sua testa Daphne era migliore di lei; rendeva più soddisfatti i suoi genitori. Li rendeva fieri e orgogliosi di avere una figlia così brava e così bella. Astoria sentiva che lei non ci sarebbe mai riuscita.
La secondogenita dei Greengrass non era né bionda, né tantomeno aveva splendidi occhi azzurri. Astoria era bassina, magra e con lunghi boccoli bruni che le cadevano lungo la schiena; gli occhi erano di un marrone profondo, e Daphne - non sapeva se per renderla aumentare la sua autostima o perchè lo pensava veramente - le aveva sempre detto che sembrava il colore del cioccolato.
A quell'affermazione, Astoria sorrideva sempre mestamente, sapendo di non poter certo competere con la sorella.
Ma quella mattina decise di non dar peso a tutto ciò. Da settimane si era prefissa che lei avrebbe brillato anche di più della sorella.
Fino ad allora aveva avuto un carattere debole, remissivo; era sempre stata docile come un agnellino ed aveva sempre fatto tutto ciò che le veniva chiesto. Ma, nonostane avesse solo undici anni, Astoria era già stanca. Stanca di essere l'anello debole, stanca di essere sempre meno della sorella, in tutto.
Ad Hogwarts avrebbe fatto vedere che tipo era. E avrebbe cominciato nel dimostrarlo da Pansy Parkinson, un'amica di sua sorella, che già la prima volta che l'aveva vista, quell'estate, aveva storto il naso chiedendo beffarda se per caso non l'avessero adottata.
Le lacrime avevano offuscato gli occhi di Astoria, che si era morsa forte il labbro inferiore per non piangere. Non doveva piangere, Daphne glielo diceva sempre. "Piangere vuol dire essere deboli, e i Greengrass non sono deboli", era uno dei tanti motti di sua sorella.
«ASTORIA! Maledizione! Datti una mossa, o la mamma si arrabbierà con me!», strillò Daphne spaccandole nuovamente i timpani e pettinando furiosamente i capelli biondi. Astoria storse il naso. No, sua madre non si sarebbe arrabbiata con Daphne. Adorava Daphne; almeno diecimila volte di più di quanto adorasse lei.
«Sì, Daphne», disse improvvisamente agitata Astoria, saltando giù dal grande letto e correndo a vestirsi nel grande bagno collegato alla camera da letto. La loro elfa domestica, Beth, aveva già preparato i suoi vestiti, che consistevano in una gonna sopra al ginocchio, una camica e un maglioncino grigio da indossare sopra; poi si sarebbe cambiata in treno indossando la divisa.
Astoria indossò il tutto più velocemente possibile e cercò di aggiustare alla bell'e meglio i lunghi boccoli.
«Tieni, metti questo», disse Daphne porgendole un cerchiello per capelli grigio, identico a quello che aveva usato lei l'anno prima il primo giorno. «Ti porterà fortuna», aggiunse, prima di sparire nuovamente per guardarsi nel lungo specchio.
La ragazza si mise lesta il cerchiello fra i capelli e decise che era abbastanza presentabile. Tornata in camera, si accorse che sua sorella si era già avviata verso la sala da pranzo. Sospirò, afflitta; sua madre l'avrebbe sgridata, come sempre, dicendo che sembrava sciatta e che era colpa sua se erano in ritardo. Scese lentamente le scale, pensando che la giornata non era cominciata proprio splendidamente. E sperando che non finisse peggio.

***



«E vedi di non combinare disastri. A Serpeverde ci sono eredi di famiglie molto nobili. Non farci fare brutta figura, Astoria. E ascolta sempre tua sorella.»
Astoria desiderò i saluti finissero in fretta con tutta se stessa. Mai come in quel momento voleva andarsene per non sentire più la voce di sua madre che le rifilava raccomandazioni - inutili, per di più - una dietro l'altra, già snocciolate giorni prima. Eppure continuava a ripetergliele, come se fosse talmente inetta da non capirle; e il fatto che già la dava per scontata fra i Serpeverde la infastidiva non poco. Annuì per la centesima volta e sorrise, sperando che il risultato non fosse troppo posticcio.
«Ed ora vieni un attimo qua, ti devo aggiustare quei capelli, sono semplicement-», iniziò di nuovo la signora Greengrass, ma venne interrotta dalla voce della primogenita e quella della sua amica, che si rivelò essere la tanto odiata da Astoria Pansy Parkinson.
«Salve, signora Greengrass! Signor Greengrass» trillò scoccando occhiate sprezzanti ad Astoria, che restituì lo sguardo con cattiveria.
«Oh, Pansy! L'estate ti ha fatto proprio bene, sei davvero graziosa» commentò la signora Greengrass, mentre Pansy sorrideva compiaciuta.
Astoria ridacchiò, nascondendo il tutto con un falso attacco di tosse. Pansy, che non era ancora così idiota da non capire, la guardò con odio e sorridendo forzatamente ringraziò la signora Greengrass. Astoria sorrise soddisfatta. Pansy non era affatto graziosa; aveva una faccia da carlino e un carattere pessimo. Era civettuola e mostruosamente arrogante. Astoria dovette riconoscere, però, che aveva dei begli occhi neri, ma per il resto, non le invidiava nulla.
La giovane Greengrass si isolò dalle chiacchiere di sua madre, sua sorella e della Parkinson, improvvisamente nervosa. Quello sarebbe stato il suo primo anno ad Hogwarts, e,come sempre, temeva di non essere all'altezza delle aspettative dei genitori. Sospirò, riavviandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Non si accorse che sua madre la stava chiamando finché non si beccò una gomitata fra le costole da sua sorella.
«Signor Malfoy, che piacere rivederla», stava dicendo suo padre, stringendo con cortesia la mano di un uomo dai lunghi capelli biondi e la pelle diafana. Astoria sbarrò gli occhi. Sua madre le aveva parlato mille volte della famiglia Malfoy, elogiandola in tutte le occasioni; diceva che Narcissa era una donna adorabile, e il marito Lucius una persona un po' sulle sue, ma beneducata. E per finire, aveva discusso più volte con Daphne del loro unico figlio, Draco. Astoria non era mai stata troppo interessata ai loro discorsi, ma se c'era una cosa che aveva capito, era che i Malfoy andavano sempre rispettati. Clarissa Greengrass lo diceva sempre.
«Ti presento Astoria, la mia secondogenita»
Astoria sussultò e arrossì profusamente, balbettando qualche saluto smozzicato mentre Lucius Malfoy la squadrava con un lieve sorriso sulle labbra.
«Davvero adorabile tua figlia, Charles», commentò distogliendo lo sguardo da Astoria, che si rilassò. Gli occhi grigi dell'uomo l'avevano decisamente messa a soggezione.
«Ti ringrazio, Lucius», rispose per il marito la signora Greengrass, guardando per la prima volta Astoria con orgoglio. «Ma sai, io ho sempre trovato che Daphne sia più bella, non trovi?»
Astoria strinse i pugni. Le sembrava strano che per una volta la madre l'apprezzasse senza paragonarla alla figlia maggiore; troppo strano perché fosse vero. Si morse il labbro inferiore per non cominciare ad insultare Pansy che la fissava beffarda, chiaramente soddisfatta che persino la madre trovasse Astoria semplicemente graziosa e nulla di più.
Passarono vari minuti, e Astoria desiderò che finalmente quelle maledette undici arrivassero. Finalmente sua madre ritenne che era l'ora di congedarsi dal signor Malfoy, e, prima di salutarlo definitivamente, chiese: «E il caro Draco? Dov'è?»
«E' già salito sul treno», rispose telegrafico il signor Malfoy. Si scambiarono qualche altro convenevole, la signora Greengrass chiese di salutarle Narcissa e finalmente Astoria fu libera di seguire Daphne sul treno.
Il viaggio, finalmente, iniziava.

***



«Greengrass, Astoria»
La ragazzina sospirò. Toccava a lei e sentiva i nervi a pezzi. Suo padre aveva detto che l'avrebbe reso molto fiero se fosse finita a Serpeverde, e Astoria desiderava più che mai l'orgoglio dei genitori. Ma temeva che il Cappello la smistasse in un'altra casa; magari ai suoi genitori sarebbe andato bene Corvonero, oltre Serpeverde, ma Tassorosso? Grifondoro? Sicuramente no.
Avanzò velocemente, mentre gli altri ragazzini si spostavano per lasciarla passare, e si sedette tremante sullo sgabello. Mentre la professoressa McGrannitt le posava sbrigativamente il Cappello sulla testa, Astoria volse lo sguardo verso il tavolo di Serpeverde in cerca del sosteno della sorella, ma incrociò solamente un paio di occhi grigi. Le sembrava di averli già visti, ma in un altro viso... sussultò e arrossì sotto lo sguardo curioso di Draco Malfoy. Turbata, abbassò il capo per interrompere il contatto visivo.
«Uhm...Grifondoro non direi; non hai coraggio da vendere...cervello arguto...potresti essere una buona Corvonero»
Astoria si morse il labbro, scuotendo lievemente la testa.
«Serpeverde, ti prego», sussurrò pianissimo.
«Serpeverde, eh? In effetti, sei molto ambiziosa... e potresti non farti scrupoli per ottenere ciò che vuoi», commentò il Cappello Parlante. «Direi che la casa giusta per te è proprio...SERPEVERDE!»
Astoria sorrise radiosa e si tolse festante il Cappello dalla testa, mentre Daphne applaudiva con tutte le sue forze. Si era addirittura alzata in piedi, mentre Pansy Parkinson aveva semplicemente arricciato il naso disgustata. Tutti gli altri Serpeverde applaudirono e Astoria si diresse verso la sorella, sedendosi fra lei e un ragazzo dai capelli neri. Non si accorse chi aveva di fronte finchè non sollevò lo sguardo, e allora arrossì di nuovo, dandosi mentalmente della stupida.
«Draco», disse Daphne, vedendo la sorella arrossire sotto lo sguardo di Malfoy e desiderando accorrere in suo aiuto, «ti presento Astoria. E' molto timida, sai, ma è un ragazza splendida»
Astoria sorrise lievemente alla sorella per ringraziarla dell'intervento. Pansy, che era seduta vicino a Draco, si sporse con un sorriso maligno verso di lei.
«E io che pensavo che, perdente come sei, finissi a Grifondoro. Non trovi, Draco?», cinguettò maligna. Draco fissò Astoria, indeciso su cosa dire. Prima, quando aveva incrociato il suo sguardo si era sentito...turbato. Strano, forse. Era uno sguardo talmente innocente e profondo. Non aveva mai visto due occhi marroni così espressivi e aveva provato un certo fastidio nel notare come una ragazzina riuscisse a scombussolarlo con il semplice sguardo. Nessuno ci era mai riuscito, fino ad allora. L'irritazione prese di nuovo il sopravvento.
Scrollò le spalle irritato, nel tentativo di far capire che di Astoria non gliene fregava nulla, distogliendo lo sguardo dal suo viso.
Fantastico, pensò lei. Neanche il tempo di presentarmi che già c'è gente che mi odia.
In realtà, la frase di Pansy non l'aveva toccata più di tanto. Il loro era stato odio a prima vista e sapeva che di certo non si sarebbe sopito presto.
Rimase ferita, invece, dal fatto che lui probabilmente la pensava come la Parkinson. Poteva ancora ancora comprendere l'antipatia di Pansy, assolutamente ricambiata, ma Draco? Non gli aveva fatto niente.
Sospirò tristemente, pensando che la giornata stava seriamente finendo male. Daphne scoccò un'occhiataccia a Draco e guardò male Pansy, ma Astoria di certo non si sentì meglio.
«Lascialo perdere. E' sempre così scorbutico», disse una voce che proveniva dalla sua sinistra. Astoria sobbalzò, sorpresa, voltandosi e osservando il ragazzo che aveva di fianco. Aveva la carnagione pallida e i capelli neri e sorrise vedendo il suo sguardo confuso.
«Scusa, non mi sono presentato. Piacere, Theodore Nott»
Astoria sorrise. Forse, oltre a sua sorella, qualcuno che non la odiava c'era...



Angolo Autrice
okay, qui ci vuole seriamente una spiegazione per questa...cosa?
come dovrei definirla? ò_ò
allora, vediamo un po' di scrivere qualcosa che non sia un'ammasso di sciocchezze.
prima di tutto, dovete sapere che io sono Ficer fino al midollo, quindi diciamo che l'epilogo mi ha deluso un po', anche se Harry e Ginny non mi dispiacciono.
Nell'epilogo il nome della moglie di Draco non viene detto. Non sapete quanto ho temuto che fosse Pansy >_>
si è capito che la odio, eh?XD
quindi, quando alla fine ho letto sul sito della Rowling che la moglie di Draco era Astoria, me ne sono rallegrata parecchio.
Di Astoria ovviamente non si sa nulla, tranne che è di due anni più piccola di Draco e gli altri e che è la sorella di Daphne Greengrass.
quindi, diciamo che la mia fantasia ha galoppato un bel po' per immaginare il carattere di Astoria.

riguardo a questo primo, orribile capitolo...uhm.
innanzitutto, in questa storia Astoria [che gioco di parole -.-] è solo di un anno più piccola - per vari motivi che si capiranno più avanti.
questo è l'unico capitolo dedicato al primo anno di Astoria, dopodiché ci sarà un salto temporale e arriveremo al quinto di Astoria e sesto di Draco.
Credo che per quell'arco di tempo della loro vita - che solennità ohXD - ce ne sarà più di uno, poi non so.

oh, alla fine ho dovuto inserire Theodore. Sarà di vitale importanza per la storia, e poi è un personaggio che mi piace davvero tanto, quindi...
E anche Pansy sarà molto importante, anche se la odio. E la odia anche Astoria, il loro è stato un odio a prima vista u_u
ma sarà capace di riscattarsi di tutte le prese in giro, non temete xD

okay, fra un po'le note sono più lunghe della storia.
A proposito, il titolo è ispirato ovviamente al libro "Ragione e Sentimento" della Austen. Però è provvisorio, potrebbe cambiare xD

vabbè, vado, che è meglio.
xoxo
v.
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Bec Hale