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Autore: fefi97    19/03/2021    6 recensioni
[sterek; hp AU; auror sterek; Stiles serpeverde, Derek tassorosso; Derek licantropo]
-Fammi capire. Secondo Argent il tuo... lupo interiore ha trovato il suo compagno. Il suo compagno per la vita. E sta facendo il pazzo per emergere e trovare il suo compagno, marchiarlo e stare con lui per sempre. E più reprimi il tuo lupo interiore più questo fa il pazzo scatenando in te la tua parte animale, spingendoti a comportamenti violenti e strani? -
Derek fece una smorfia, ma non lo contraddisse.
Sapeva che Stiles sarebbe scoppiato a ridere prima o poi, ma questo non gli impedì di trucidarlo con lo sguardo.
-Oh mio Dio! Il tuo lupo è un piccolo ribelle! - ghignò – Sono sicuro che sia un serpeverde. E che mi adora perché riconosce in me un suo pari. -
Questo spiegherebbe molte cose, pensò Derek amaramente.
ps: leggete le note!
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, Cross-over, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2

 

Zio Peter

 

 

Per tutto il tempo che ci volle a Derek per guidare di nuovo verso Londra, Mike rimase in braccio a Stiles, la testa incastrata sotto il mento del ragazzo, la piccola schiena circondata dalle braccia forti dell'auror.

Derek li teneva d'occhio mentre guidava, preoccupato non solo per il bambino, ma anche per Stiles.

Sapeva quanto potesse essere forte e sapeva altrettanto bene come potesse crollare facilmente, se sottoposto a forte pressione.

E il modo in cui Stiles stringeva Mike, non faceva presagire niente di buono.

Ebbe la conferma dei suoi timori non appena entrarono nel dipartimento auror, Mike ancora saldamente in braccio a Stiles.

Non avevano nemmeno raggiunto il loro ufficio, che Bob Finstock gli venne incontro, seguito da Lydia e Allison.

Derek sapeva cosa significasse e, a giudicare dallo sguardo omicida e da come avesse amplificato la stretta intorno al bambino, anche Stiles lo sapeva.

Non sarebbe finita per niente bene.

Afferrò velocemente il gomito di Stiles, stringendolo forte.

-Stai calmo e non ostacolare il protocollo. Fallo per me. -

Odiava l'idea di dover interrogare Mike quanto Stiles. Sapeva che fosse il protocollo a richiederlo, sapeva che avessero bisogno della testimonianza di Mike, essendo l'unico sopravvissuto.

E sapeva quanto questo facesse schifo.
Ma aveva comunque bisogno che Stiles fosse lucido.
Stiles gli gettò uno sguardo di pura rabbia.

-Così non vale. Ti odio. -

Derek accennò un sorrisetto.

-Era un sì? -

Stiles sbuffò, anche se i suoi occhi erano più rilassati mentre spingeva giocosamente Derek per il petto.

-Sì, odioso tassorosso. -

Derek sospirò internamente di sollievo.

 

 

 

 

 

Stiles era sprofondato nel più completo silenzio da quando avevano terminato l'interrogatorio, aveva lo sguardo cupo e perso nei suoi pensieri e Derek sapeva che quando era così fosse meglio lasciarlo stare, se non si voleva saggiare gli effetti di una spiacevole fattura.

Non avevano ottenuto molto da Mike, il bambino era troppo spaventato per rispondere alle loro domande e cercare di identificare gli assassini della sua famiglia. Quando era scoppiato a piangere, Derek si era rifiutato di andare oltre, nonostante le insistenze di Finstock sulla necessità di ottenere una pista grazie alla testimonianza del bambino.

Ma a Derek era bastato lanciare uno sguardo a Stiles, rimasto silenzioso e cupo in un angolo della stanza per tutto il tempo, per rimanere nei suoi propositi.

Mike era stato affidato alle cure di Lydia e Allison e Derek aveva trascinato via Stiles.
Stiles riprese l'uso della parola solo quando furono nel loro ufficio, entrambi sprofondati dietro le loro scrivanie, Derek con i gomiti sul tavolo, Stiles con le gambe sollevate e i piedi indisciplinatamente appoggiati su un vecchio rapporto, la testa inclinata indietro sullo schienale, lo sguardo corrucciato.
-Cosa ne sarà di Mike? -
Derek gli lanciò un'occhiata, trovandolo ancora avvolto da quella spessa nube nera di malumore e rabbia, tipica di quando era incazzato o erano su un caso schifoso. Derek riteneva che l'umore dell'altro si accordasse perfettamente con entrambe le situazioni.
-Non lo so. Immagino che lui e Maggie verranno affidati ai parenti più prossimi, una volta che questa storia sarà finita. -

Se finirà, pensò, ma non lo disse.
Stiles fece un suono sdegnato di gola.
-L'hai letto il loro fascicolo. E hai una fottuta memoria fotografica. Non fingere di non sapere che non hanno alcun parente in vita solo per farmi stare meglio. -
Derek si passò una mano sulla faccia. Si sentiva vecchio di cent'anni.
-Scusa. Hai ragione. Molto meglio dirti che non ho idea di cosa ne sarà di Mike e che molto probabilmente sia lui che Maggie finiranno in qualche pidocchioso orfanotrofio babbano - sputò fuori, acidamente.
Derek trattenne subito il respiro, conscio di aver esagerato. Non osava guardare verso Stiles, temendo di aver solo peggiorato il già precario equilibrio mentale dell'altro.
Ma Stiles si lasciò andare in una piccola risata sbuffata e Derek si rilassò immediatamente.
-Cazzo, devo essere proprio insopportabile se ti ho fatto perdere la pazienza, eh Tassorosso? Di solito sei sempre disgustosamente gentile con me quando siamo su questo tipo di casi. -
Derek gli lanciò un'occhiataccia, mentre Stiles ghignava saputo.
-Io sono sempre gentile con te. Sei tu che a volte sei stronzo. E non chiamarmi Tassorosso. -
Stiles sorrise, quasi intenerito.
-Sei adorabile quando cerchi di fare la voce grossa. -
Derek sospirò, sprofondando con la faccia sulla scrivania sia perché Stiles lo esasperava totalmente, sia per nascondere il piccolo sorriso che gli era nato sulle labbra.

-E adesso stai sorridendo! - continuò Stiles, petulante e fastidioso come al solito – Cerchi di nasconderlo, ma so che lo stai facendo! -

-Lasciami in pace – borbottò Derek contro le sue braccia, sorridendo di più.

Il suo sorriso raggiunse proporzioni allarmanti quando sentì Stiles scoppiare a ridere.

-Sei proprio un sourpuff – lo prese in giro con affetto, ed era talmente bello sentirlo appena più sereno, che Derek non si lamentò nemmeno per il soprannome.

L'atmosfera si era appena fatta più rilassata, quando un lieve bussare alla porta li mise di nuovo all'erta.

Entrambi sospirarono, sapendo benissimo cosa li attendesse.

 

 

 

Derek odiava stare nell'ufficio di Argent.

Era come essere convocato dal preside di Hogwarts quando avevi combinato qualche guaio.

O stare davanti ai tuoi genitori quando sapevi che di lì a poco avresti ricevuto una punizione epica.

Non che avesse mai provato queste cose personalmente, ma la sua migliore amica era Erica e quindi si era fatto tramite lei un'idea di cosa volesse dire.

Ecco, stare nell'ufficio di Argent era un misto di entrambe le cose.

Ma mille volte peggio.

Stiles, al suo fianco, non aveva l'aria di starsi divertendo molto di più.

-Il bambino è troppo sconvolto al momento per poterci fornire informazioni utili, signore – disse Derek con educazione, decidendo di rispondere alla domanda al posto di Stiles, che al momento era rinchiuso in un ottuso e rancoroso silenzio. Derek sapeva che non avesse perdonato ad Argent la decisione di interrogare subito Mike.

-Suggerisco di dargli un po' di tempo, prima di provare a fargli nuove domande – dovette fare una piccola pausa per non far tremare la voce – In fondo ha perso i suoi genitori e sua sorella, signore. -

Argent lo fissò e sembrò leggere qualcosa negli occhi di Derek, perché il suo sguardo si ammorbidì notevolmente. Stiles si mosse leggermente sulla sua sedia per poter sfiorare con la spalla quella di Derek.

-Certo. È naturale. Rimane da risolvere il problema della sorella. -

-Maggie? - intervenne Stiles, parlando così improvvisamente dopo minuti interi di silenzio da far sobbalzare Derek.

Argent gli gettò un'occhiata in tralice.

-Sì, Margaret Dalton. Non può rimanere a Hogwarts. Lei e il bambino verranno trasferiti in due case sicure, sorvegliati da auror, fino a nuovo ordine. Non sappiamo come potrebbero reagire i mangiamorte quando scopriranno di non aver ucciso tutta la famiglia Dalton. Dobbiamo tenerli al sicuro. -

-In due case, signore? - domandò Stiles, prima che potesse farlo Derek – Vuol dire che verranno separati? -

Argent gli gettò un'altra occhiata in tralice e Derek si trovò a pregare che fosse l'ultima.

Merlino solo sapeva cosa fosse capace di fare Argent alla terza occhiata in tralice.

-Certo, Stilinski. Conosci il protocollo di sicurezza. Abbiamo più possibilità di successo se i soggetti da proteggere sono separati. -

Derek gemette dentro di sé quando vide gli occhi di Stiles brillare di rabbia.

-Questo protocollo mi ha veramente rotto il... -

-Capiamo perfettamente signore – si affrettò ad interromperlo Derek, evitando per un pelo la terza occhiata di Argent – La nostra priorità è tenere Mike e Maggie al sicuro – aggiunse, usando i soprannomi a beneficio di Stiles, anche se questo gli valse la sua prima occhiata in tralice da parte di Argent.

Stiles sbuffò ma, fortunatamente, tenne la bocca chiusa.

Derek sapeva che stesse pensando alla promessa che aveva fatto a Mike, sul fatto che lo avrebbe portato dalla sorella, e avrebbe voluto consolarlo, ma non osava far passare Stiles per debole davanti a Argent.

Stiles non glielo avrebbe mai perdonato.

-Lieto che voi capiate – commentò Argent in tono piatto, squadrandoli con gravità – Posso affidarvi il compito di andare a prelevare Margaret da Hogwarts e portarla qui? Il bambino rimarrà sotto la nostra custodia fino a nuovo ordine, quando tornerete qui con Margaret entrambi verranno trasferiti in due luoghi sicuri. -

-Certo che andremo a prendere Maggie – sbottò Stiles, in un tono davvero troppo bellicoso per passare per solerte accettazione degli ordini, come Derek sperava.

Ma Argent si limitò ad annuire, poi il suo sguardo si puntò all'improvviso su Derek.
Il lupo si mise sulla difensiva, mentre sentiva Stiles al suo fianco irrigidirsi ancora di più e protendersi impercettibilmente verso di lui.
-Hale. Hai risolto la faccenda del compagno della vita? - domandò a bruciapelo, con una sensibilità degna di un branco di gnu inferociti.
Derek non poté fare a meno di risentirsi.
-Non è esattamente come andare a fare la spesa – sbottò, aggiungendo rapidamente davanti alle sopracciglia inarcate di Argent: - Signore. -
Stiles al suo fianco stava palesemente cercando di non ridere. Dio, quanto lo odiava. Preferiva decisamente la sua versione depressa.

Argent inarcò ancora di più le sopracciglia.
-Hale, la tua vita sociale si limita alla frequentazione di questo dipartimento, del signor Stilinski e dei Boyd, che a quanto mi risulta sono felicemente sposati e dispersi in giro per il mondo per la loro luna di miele. Con questi presupposti, non dovrebbe esserti difficile trovare il tuo compagno. Considerando lo stile di vita che conduci, si trova sicuramente all'interno dell'ufficio auror. -
Derek si sentiva sempre più indignato. Trovava umiliante che tutti gli conferissero una vita sociale così povera.
-Signore, io ho una vita oltre al mio lavoro! - esclamò, sentendosi avvampare. Stiles che emetteva suoni scettici con la gola, di certo non migliorava la situazione.
L'impassibilità di Argent venne turbata da una punta di scetticismo.
-In ogni caso, ti consiglio di trovarlo, e in fretta. Non tollererò altri episodi come quello avvenuto quest'oggi in sala mensa, signor Hale. -

Derek spalancò la bocca e persino Stiles smise di ridacchiare.

-Lei lo sa? - domandò Stiles, stranamente cauto.

Argent gli rivolse un'occhiata annoiata.

-Io so tutto, signor Stilinski. È tutto agenti, siete congedati. -

Derek e Stiles si alzarono in fretta, senza farselo ripetere due volte.

Non appena furono a distanza di sicurezza dall'ufficio di Argent, Stiles sbottò.

-Non può separarli! Ho fatto una promessa a quel bambino! -

Derek sospirò, anche se non poteva dire di non essersi aspettato una reazione simile.

-Non sarà per sempre, Stiles. Solo finché non avremo catturato i responsabili.-

Stiles lo fissò, incredulo e arrabbiato.

-Potrebbero volerci mesi! Siamo su questo caso da praticamente un anno e non abbiamo fatto nessun progresso, niente di niente! -

-Una volta ne abbiamo quasi catturato uno – cercò di rincuorarlo Derek, ma Stiles si limitò a sbuffare forte.

-Sì, ma è scappato. E aveva anche quel cazzo di cappuccio che gli nascondeva il volto. E poi cosa succederà quando li avremo presi? Mike e Maggie finiranno in qualche orfanotrofio? E Maggie dovrà frequentare Hogwarts per gran parte dell'anno. Come farà Mike da solo? -

-Anche Mike andrà a Hogwarts – disse Derek, ma le sue parole risultavano deboli e insufficienti alle sue stesse orecchie – È solo questione di qualche anno. -

Lo sguardo di Stiles era sempre più infuocato mentre si bloccava in mezzo al corridoio e lo fronteggiava.

-Come puoi essere così calmo? Pensavo che tu più di tutti avresti capito! -

Anche Derek si fermò, il volto rigido.

-Che intendi? -

Stiles sembrò appena più incerto mentre rispondeva, gli occhi che si addolcivano come ogni volta che non voleva ferire Derek.

-Quando... quando i tuoi genitori... tu e le tue sorelle siete stati affidati a tuo zio. Non siete stati separati. Non pensi che sarebbe la cosa migliore anche per Mike e Maggie? Tu avresti voluto restare senza Laura e Cora? -

-Certo che no, ma la situazione è diversa. Per quanto sia stato una figura genitoriale estremamente discutibile, mio zio era lì e si è preso cura di noi. Purtroppo non c'è qualcuno disposto a fare lo stesso per Mike e Maggie. E so che la cosa ti fa impazzire – aggiunse in fretta, prima che Stiles potesse interromperlo – Ma non possiamo farci nulla. -

Stiles rimase in silenzio, visibilmente contrariato.

Alla fine inarcò un sopracciglio.

-Figura genitoriale estremamente discutibile? Amico, tuo zio Peter è fichissimo. -

Derek alzò gli occhi al cielo, riprendendo a camminare.

-Dici così solo perché siete entrambi Serpeverde e ci devi passare solo tre ore a Natale. Non la penseresti allo stesso modo se quell'uomo ti avesse cresciuto dall'età di due anni. -

In realtà voleva bene a suo zio Peter, anche se era completamente fuori di testa.

Era anche l'unico genitore che avesse mai avuto.

In fondo Derek aveva solo due anni quando i suoi genitori erano stati uccisi. Non aveva praticamente nessun ricordo di loro. Cora anche peggio, visto che aveva solo pochi mesi all'epoca. Laura aveva sei anni quando era successo, ma comunque non aveva mai raccontato niente ai fratelli minori sui loro genitori, un po' perché anche i suoi ricordi col tempo si erano sfocati e un po' perché, semplicemente, faceva troppo male.

Lo zio Peter, con le sue assurde schiere di amanti, il suo latente alcolismo e la totale ignoranza di come si crescessero tre bambini, era davvero il loro unico modello genitoriale valido.

Il che era piuttosto triste, in effetti.

-Tu e le ragazze siete venuti su benissimo. -

Fu il turno di Derek di inarcare un sopracciglio.

-Laura non riesce a tenere in piedi una relazione per più di un mese, Cora soffre di insonnia da quando era una bambina e io, stando a quel che dice Argent, sono emotivamente costipato e incapace di costruire relazioni umane al di fuori di questo dipartimento. Ma sì, stiamo una favola. -

Stiles ridacchiò, ma la sua spalla che scontrava delicatamente la propria fece comunque sentire Derek molto meglio.

-Saresti stato emotivamente costipato anche senza tuo zio Peter, Tassorosso. Fa parte di te. Sei un lupo scontroso dal cuore tenero, lo sei e basta. E poi non è vero che non sai costruire relazioni al di fuori del dipartimento. Sei amico di Erica e Boyd dai tempi di Hogwarts. -

-Solo perché Erica decise di adottarmi al primo anno – borbottò Derek, imbronciato.

E quando diceva adottarmi, intendeva letteralmente adottarmi.

Derek non si sarebbe mai scordato di questa ragazzina serpeverde che gli si avvicinava durante pozioni agitando la lunga coda di cavallo bionda, declamando che era troppo depresso e imbronciato per il suo bene e che da quel momento lo avrebbe adottato. E visto che già allora Boyd stava sempre intorno ad Erica, avevano finito semplicemente con il legare tutti e tre.

-Beh, è stata una scelta saggia – replicò Stiles, annuendo con assoluta serietà – Anche io ti avrei adottato. Sei decisamente adorabile. -

Derek arrossì mentre gli lanciava un'occhiataccia, che ovviamente ebbe l'unico effetto di far scoppiare a ridere Stiles.

Non poteva dire queste cose. Derek era abbastanza sicuro che ci fosse qualche regola che vietava di dire cose come quella, se non eri intenzionato a ricambiare i sentimenti di qualcuno.

-Sta zitto. Scommetto che non mi avresti nemmeno notato a Hogwarts – borbottò, burbero e imbarazzato.

Si aspettava un'altra battutina da parte di Stiles, ma invece il suo compagno divenne stranamente silenzioso, mentre gli lanciava un'occhiata scaltra.

-Penso che sarebbe stato più facile il contrario – si limitò a dire, con un tono di voce piatto, non da Stiles.

Prima che Derek potesse chiedergli cosa volesse dire, Lydia Martin spuntò dall'altro capo del corridoio e venne dritta verso di loro, i lunghi capelli biondo fragola che le oscillavano sulla schiena a ogni passo.

Derek avvertì immediatamente l'odore di Stiles cambiare e farsi eccitato e nervoso, come ogni volta che Lydia era nei paraggi.

Sentì il lupo ringhiare piano dentro di lui e pregò che qualsiasi cosa la strega volesse, fosse una cosa rapida.

-Hale, Stilinski – esordì Lydia con aria di sufficienza, fermandosi davanti a loro. Derek non sarebbe mai riuscito a capire cosa Stiles trovasse in lei. La guardava come se fosse la creatura più dolce e amabile del pianeta, quando invece era solo una stronza.

Sapeva benissimo che Stiles fosse innamorato di lei da tempo immemore, ma non faceva altro che ignorarlo o indirizzargli battute sarcastiche. Derek non riusciva a capire come non potesse ritenersi la persona più fortunata sulla faccia della terra.

-Volevo solo dirvi che Mike sta bene, è ancora un po' scosso ma Allison gli ha dato una pozione calmante e adesso sta riposando – i suoi occhi verdi si spostarono improvvisamente su Stiles e Derek strinse forte i pugni, avvertendo già gli artigli fuoriuscire – Bel lavoro, Stilinski. Finstock ci ha detto che sei stato tu a trovare il bambino. -

Derek odiava il modo in cui Stiles fosse arrossito – Stiles non arrossiva mai – e si stesse dondolando sui piedi come un idiota – Stiles era sempre un idiota, ma era il suo idiota, non di Lydia Stronza Martin.

Dovette trattenersi dal roteare gli occhi quando Stiles gonfiò il petto in fuori, in una ridicola imitazione di un militare babbano.

-Ho fatto solo il mio dovere di buon auror – proclamò con voce profonda e pomposa, non da lui – Sai, seguire il protocollo, obbedire agli ordini, salvare vite e fare il culo ai criminali. Tutte cose che amo di questo lavoro. -

Derek girò un po' il viso, per nascondere un piccolo sorriso.

Seguire il protocollo e obbedire agli ordini, certo.

Derek era abbastanza sicuro che Stiles non avesse mai letto il regolamento auror in tutta la sua vita.

Anche Lydia Martin accennò un piccolo sorriso e subito il lupo di Derek alzò la testa, minaccioso. Come cazzo si permetteva di deridere il loro compagno! Quella stronza.

-Quindi devo dedurre che non sia stato tu a combinare quel casino con i vampiri, il mese scorso? -

Stiles strabuzzò gli occhi, fingendosi sconvolto e portandosi una mano al petto.

-Ovviamente no! Non violerei mai le regole in quella maniera! -

Lydia ridacchiò persino e Derek sentiva davvero di star perdendo il controllo.

Doveva andarsene prima di fare qualcosa che gli avrebbe fatto perdere Stiles per sempre.

-Scusate – borbottò, superandoli velocemente e dando una davvero involontaria spallata a Lydia nel movimento.

-Derek! -

La voce confusa e allarmata di Stiles lo richiamò, ma Derek continuò a procedere risoluto verso il loro ufficio, stringendo spasmodicamente i pugni. Non fece in tempo a sbattere la porta dietro di sé, che Stiles la fermò con un piede, infilandosi dentro all'ufficio, il petto ansante per il fiatone.

-Derek! - ansimò, chiudendo la porta e appoggiandocisi contro – Si può sapere che ti è preso? -

Il lupo non rispose, continuando a dargli ostinatamente le spalle.

-Derek? -

La voce di Stiles adesso era più vicina e Derek chiuse gli occhi, per impedirgli di vedere.

-Derek – la voce di Stiles aveva acquisito una nota consapevole ed era proprio davanti a lui.

Il lupo dentro di lui uggiolò dolcemente quando Stiles gli mise le mani sulle guance, delicato.

Derek sapeva di avere un principio di zanne, ma la cosa non sembrava disturbare per niente Stiles.

-Apri gli occhi, Tassorosso scemo – mormorò con dolcezza e Derek non poté fare altro che obbedirgli, lasciando che gli occhi dorati si riflettessero in quelli ambra di Stiles, preoccupati e comprensivi.

-Il lupo sta facendo il ribelle? - domandò Stiles, con insolita delicatezza.

Derek si limitò ad annuire, avvertendo già le zanne ritirarsi lentamente.

E tutto per il tocco di Stiles sulla sua pelle.

-Sei sicuro che il tuo compagno non sia Lydia, eh, Tassorosso? - scherzò Stiles, con un debole sorriso.

-Sicurissimo – mormorò roco Derek, mentre gli occhi tornavano al loro consueto verde.

Stiles fece un suono comprensivo, senza togliere le mani dalle sue guance. Derek trovava semplicemente confortante la sensazione delle dita fredde di Stiles contro la sua barba ruvida.

-Beh, immagino che tu abbia queste crisi senza un motivo scatenante, no? Voglio dire, il lupo sarà irrequieto finché non troverai il tuo compagno, giusto? -

-Immagino di sì – sussurrò Derek, cercando di nascondere la propria disperazione.

Era una vera fortuna che Stiles non fosse un licantropo e non fosse in grado di sentire le emozioni o di captare i battiti accelerati del suo cuore quando mentiva.

Stiles gli rivolse un grosso sorriso, dandogli un buffetto giocoso sullo zigomo.

-Risolveremo anche questa Tassorosso, te lo prometto. Tu ed io. A costo di dover andare a cercare il tuo compagno ai confini della terra. -

-Non penso che sia così lontano – replicò Derek, fissandolo e sperando che capisse.

Che per una dannata volta lo guardasse davvero e capisse.

Ma Stiles si limitò a scoccargli un ultimo sorriso luminoso, mentre faceva scivolare via le mani dal suo viso.

Il lupo uggiolò per la perdita, ma Derek, dopo anni di allenamento, riuscì a rimanere perfettamente impassibile.

-Muoviamoci Tassorosso. Dobbiamo andare a prendere Maggie. -

 

 

 

-Non è giusto! Perché non posso salire con te?! -

Derek sospirò, tirando il freno a mano della macchina.

Per essere un purosangue, aveva imparato a guidare la Camaro di servizio piuttosto bene, anche grazie alla pazienza di Stiles, che gli aveva fatto fare pratica sulla sua vecchia jeep.

-Sarà solo questione di un minuto. Rimani in macchina. -

Stiles si esibì in un broncio ridicolo e Derek odiò il fatto di non esserne nemmeno infastidito.

-Ma voglio salutare tuo zio anche io. -

-Gli dirò che lo saluti – lo confortò, cominciando a sentirsi frustrato dall'odore di delusione che emanava Stiles – Sul serio Stiles, mi ha chiesto di passare per non so che problema al suo conto alla Gringott, che conoscendo Peter significa che ha bisogno di soldi. Ti annoieresti e basta. Salgo a vedere che vuole e poi voliamo dritti a Hogwarts. -

-E va bene – si arrese Stiles, non cedendo dal suo broncio – Digli che ho amato il whiskey incendiario che mi ha regalato per il compleanno. -

-Sarà felice di saperlo – ironizzò Derek, gettandogli un'ultima occhiata di scuse mentre scendeva dalla macchina – Tieni la bacchetta a portata, se vedi qualcosa di strano o ti trovi in pericolo... -

-Derek, stai andando al piano di sopra. Siamo in un quartiere magico. In pieno giorno. Dubito che qualcuno mi attaccherà qui – lo interruppe Stiles, roteando gli occhi con un sorriso affettuoso.

Derek aggrottò la fronte, rimanendo serio.

-Magari non uno dei mangiamorte, ma tieni comunque la bacchetta pronta. -

Stiles sbuffò, ma fu comunque costretto a sollevare con indolenza la propria bacchetta di acacia e mostrarla a Derek, conscio che l'altro non si sarebbe allontanato altrimenti.

Il lupo annuì soddisfatto.

-Fa il bravo – si raccomandò con voce severa, ignorando il verso esasperato di Stiles.

Cercò di non sentirsi troppo in colpa mentre saliva le scale fino al secondo piano.

Non era vero che Peter dovesse chiedergli dei soldi.

Cioè, era successo innumerevoli volte in passato, ma non era questo il caso.

La verità era che Derek avesse un disperato bisogno di parlare con qualcuno, dopo quello che era successo con Jackson e con Lydia.

Il lupo stava prendendo troppo il controllo sulla sua parte umana e questo lo spaventava, anche se faticava ad ammetterlo persino a se stesso.

Peter forse non era il genitore perfetto, ma era un nato lupo come tutti in famiglia. Forse era giunto il momento di fare una chiacchierata con lui.

Derek utilizzò la sua vecchia copia di chiavi per aprire la porta, venendo immediatamente accolto da Pinkie, l'anziana elfa domestica della sua famiglia. In teoria gli elfi avrebbero dovuto servire in castelli o manieri, o in una villa come la vecchia tenuta Hale. Ma dopo la morte dei suoi genitori, Peter aveva deciso di trasferirsi con i nipoti in una zona più trafficata, ritenendo che cambiare aria avrebbe fatto bene a tutti. Pinkie li aveva seguiti, Derek sospettava più per fedeltà verso i suoi vecchi padroni e affetto per lui e le sue sorelle, piuttosto che per devozione verso Peter, che non possedeva alcun concetto di “pulizia della casa” e faceva impazzire Pinkie.

-Padroncino Derek! - squitti l'elfa, entusiasta di vederlo, i grandi occhi color cioccolato scintillanti.

Derek si chinò per abbracciare brevemente l'elfa.

-Ciao Pinkie. Come stai? -

L'elfa agitò le mani, guardandolo quasi con rimprovero.

-Pinkie non è importante. Pinkie vuole sapere come sta padroncino Derek. -

-Certo che sei importante, Pinkie – ribatté Derek, sollevandosi di nuovo in piedi e sistemandosi un po' nervosamente la giacca di pelle – Io sto bene, ma dovrei parlare con mio zio. È in casa? -

Derek avrebbe giurato che, se non lo avesse ritenuto davvero sconveniente e maleducato, Pinkie avrebbe roteato volentieri gli occhi.

-Padron Peter è di sopra, padroncino – esitò – Pinkie pensa che non sia solo. -

-Non avevo dubbi – borbottò Derek a mezza bocca, per poi aggiungere in tono più alto – Lo chiameresti per me? Digli che è urgente. E di vestirsi – aggiunse frettolosamente, perché con Peter non si sapeva mai.

Pinkie annuì con efficienza e si smaterializzò con uno schiocco sordo.

Derek attraversò l'ingresso immacolato e si sistemò in salotto, sedendosi sul divano e togliendosi la giacca.

Un secondo dopo Pinkie si materializzò di nuovo davanti a lui, con Peter al seguito.

Derek osservò sconsolato l'uomo: aveva i capelli grigi sparati in aria e una vestaglia viola annodata malamente in vita, che lasciava scoperto parte del petto e non nascondeva affatto il collo pieno di morsi e segni rossi.

Era un immagine che non lasciava molto spazio all'immaginazione.

Probabilmente Derek avrebbe solo dovuto essere contento che avesse avuto la decenza di mettersi qualcosa addosso. Cercò di non pensare troppo al fatto che ci fosse qualcuno nudo nel letto di suo zio, al piano di sopra.

L'uomo gli rivolse un grosso sorriso e Derek si alzò in piedi giusto in tempo per essere placcato in un doloroso abbraccio da orso che gli incrinò sicuramente qualche costola.

-Derek! Il mio nipote preferito! - Peter riuscì a baciargli entrambe le guance prima che Derek avesse la prontezza di allontanarsi con una mossa decisa – Non ti vedo mai, non scrivi mai, non chiami mai! Non è così che ci si comporta con un povero vecchio!-

Derek roteò gli occhi davanti alla drammaticità dello zio.

-Hai quarantatré anni. E sono venuto a cena due settimane fa. E spero davvero che non ti aspettassi che rispondessi alla cartolina magica canora che mi hai inviato. -

Peter scoppiò in una risata fragorosa, battendogli la spalla con una mano e rompendogli probabilmente altre ossa.

-Nemmeno le tue sorelle hanno apprezzato! Quella di Laura proiettava anche i Beatles in aria che attraversano le strisce pedonali. Non è meravigliosa la magia? -

-Sì, certo – lo assecondò Derek sbrigativo, sedendosi nuovamente sul divano con lo zio – Possiamo parlare? Seriamente. -

Peter dovette leggere qualcosa nei suoi occhi, perché smise di fare lo scemo e annuì con efficienza.

-Ma certo – si rivolse all'elfa, che per tutto il tempo era rimasta ad osservare la scena con occhi soffici – Pinkie, puoi farci il te per favore? Il mio corretto, se puoi – aggiunse, ignorando lo sguardo di disapprovazione di Derek.

-Certo, padron Peter – rispose l'elfa, inchinandosi profondamente e scomparendo con un altro schiocco.

-Allora – esordì Peter con un grosso sorriso, non appena furono soli – Come stai? Come va il lavoro? Cosa racconta quella serpe di Stiles? Mi ha un po' stupito che tu non te lo sia portato dietro. Pensavo che foste inseparabili o una cosa del genere. -

-Non siamo inseparabili – mentì Derek con forza, ignorando il sorrisetto dello zio – E stiamo entrambi bene – sospirò, percependo l'odiosa sensazione di star arrossendo – In realtà... ti vorrei parlare di una cosa e preferirei che lui non fosse presente. -

-Oh mio Dio – sussurrò Peter, l'emozione che gli illuminava ogni parte del viso – Non ci credo, vi siete finalmente messi insieme? Lo sapevo che prima o poi persino tu ce l'avresti fatta. La vergogna di avere un nipote tassorosso è stata finalmente ripagata. -

Derek dovette fare uno sforzo fisico per non fargli del male.

-No. Decisamente no. Si tratta di... un'altra cosa – fece un profondo respiro, cercando di farsi coraggio –So di non avertene parlato, ma il mio lupo è stato irrequieto negli ultimi tempi, causandomi dei problemi a lavoro. Argent a quanto pare ha fatto delle ricerche e pensa che il motivo sia che il lupo ha trovato il suo compagno per la vita. -

Peter si fece incredibilmente serio, gettandogli un'occhiata acuta con i piccoli occhi azzurri.

-Ed è così? -

Derek annuì, senza guardarlo.

-Derek – era così raro che Peter usasse quel tono severo che Derek si sentì intimorito. A volte faticava a ricordarsi che Peter fosse legalmente suo padre – Perché diavolo non me ne hai parlato prima? Sai benissimo quanto sia importante nel nostro mondo trovare il proprio compagno, sai quante cose possono andare storte se non si gestisce bene la cosa. Da quanto tempo lo sai? -

Derek borbottò qualcosa, pianissimo, ma sfortunatamente Peter aveva l'udito di un lupo.

-Cosa?! - urlò, facendolo sobbalzare – Quattro anni?! Lo sai da quattro fottuti anni?! -

-Sono sempre riuscito a gestirlo bene fino a questo momento – protestò Derek, cercando di difendersi – Ma Argent sostiene che il lupo sia a un punto di rottura: ha bisogno di legarsi con il suo compagno e non si calmerà fino a quel momento. -

Peter gli gettò uno sguardo cupo.

-Beh, Argent ha ragione. Mi sorprende che tu abbia potuto resistere quattro anni senza reclamare il tuo compagno e non impazzire nel frattempo. Sei il solito testardo. Oltre alla persona più stupida del pianeta.-

Derek lo guardò, un po' disperato.

-Non c'è niente che possa fare? -

-A parte legarti con il tuo compagno? No, non molto. -

Era proprio la risposta che temeva.

Gemette disperato, prendendosi la testa tra le mani.

Sentì lo zio sospirare, mentre si trascinava più vicino.

-È Stiles, non è vero? -

Derek sollevò di scatto il volto, inorridito.

-Cosa? No! No, non so di chi si tratti, io...-

-Oh per favore – sbuffò Peter, guardandolo con sufficienza – Sei talmente ovvio che mi chiedo come quel ragazzo possa non essersi mai accorto di niente! -

Derek tacque, incapace di dire alcunché, tanto meno di negarlo.

A quanto pare essere sempre ubriaco aveva finito per conferire a Peter una sorta di perspicace saggezza.

-Beh, poteva andarti molto peggio – continuò Peter, con voce più dolce – Anche se te lo leggo in faccia cosa provi per quel ragazzo, so che non è il massimo pensare di essere legati per la vita a qualcuno quando hai solo venticinque anni. Ma trovare il proprio compagno è una cosa molto speciale per un lupo, Derek. Succede solo a pochi, a volte puoi vivere una vita intera senza mai trovarlo. E, credimi, la sensazione di vuoto che ti lascia non è per nulla invidiabile. Puoi provare a colmarlo in ogni modo, ma non smetterai mai di sentirti come se ti mancasse qualcosa. –

La sua voce era abbastanza amara da far capire a Derek che stesse parlando di se stesso.

Derek sollevò un po' la testa, incontrando lo sguardo calmo e serio dello zio.

-Perché a me? - sussurrò, pianissimo – Insomma né tu, né Cora, né Laura avete trovato un compagno. Perché a me è dovuto succedere? -

Peter si strinse nelle spalle.

-Questo non posso saperlo, Derek, e se sei venuto da me per questo temo di doverti deludere. Ma ti dirò una cosa. Talia aveva la tua età quando ha capito che tuo padre fosse il suo compagno – accennò un sorriso – Ed è andata bene, no? Voglio dire, si sono sposati e hanno avuto voi tre. Quello che gli è successo è stata una tragedia, ma ti posso assicurare che fossero assolutamente felici di essere compagni e di avere voi ragazzi. -

-Ma è diverso – protestò Derek, frustrato – Papà era un licantropo. E amava mamma. Stiles è un essere umano. E... - dovette stringere forte i pugni sulle cosce – E ama un'altra persona. -

Peter aggrottò la fronte.

-Ne sei sicuro? Il meccanismo del legame è ambivalente, il lupo sceglie un compagno che sa che potrà ricambiare il suo amore e la sua devozione. -

-Beh, sono sicuro che l'amore e la devozione di Stiles siano tutti per Lydia Martin – ribatté Derek, in tono secco.

Peter scosse la testa, di nuovo con quello strano sguardo severo.

-In ogni caso devi parlargli, Derek. Quel ragazzo ti è stato accanto in tutti questi anni, si fida di te. Merita di sapere una cosa così importante, merita di sapere tutto. -

-Non ho intenzione di legarlo a me – protestò Derek, in tono altero.

Peter gli rivolse un'occhiata inflessibile.

-Potresti non avere scelta. Quattro anni sono tanti, Derek. Il lupo è quasi al massimo del suo livello di sopportazione. Continuerà a logorarti finché non gli darai quel che vuole. -

-Beh, non gli darò Stiles – sbottò Derek, testardo – È solo un umano, merita di vivere una vita normale, di stare con chi ama anche solo per un mese, con la libertà di potersene andare in qualsiasi momento. Non merita di essere incastrato per tutta la vita con un licantropo. -

-Sai che il morso di accoppiamento non trasformerebbe Stiles – spiegò Peter con pazienza – Potrebbe continuare a vivere la sua vita umana senza nessun problema. -

-Sì, ma sarebbe vincolato a me. Non potrebbe stare con nessuno, a meno che non voglia la gola squarciata dal mio stupido lupo – ribatté Derek, disperato – Stiles è la persona più leale che conosca, so che se gli spiegassi tutto si offrirebbe semplicemente di essere il mio compagno di vita, senza pensarci due volte. Sacrificherebbe tutto per me , Lydia, la sua libertà... e questo lo ucciderebbe lentamente e finirebbe per odiarmi. Non posso permetterlo, io lo... - esitò, perché non lo aveva mai detto ad alta voce, a malapena si concedeva di pensarlo – Io non posso – si risolse a dire, frustrato.

Peter lo guardava con comprensione mista a tristezza.

-Allora non puoi far altro che cercare di resistere. Ma te lo devo dire Derek, non penso che finirà bene se continuerai a reprimere il legame. Il lupo ha scelto il suo compagno, non puoi negarglielo per sempre. -

Derek deglutì, nervoso.

-Il lupo potrebbe arrivare a fare del male a Stiles? -

Peter era molto cupo.

-Forse. Ma potrebbe anche portarti lentamente alla pazzia, riducendoti in uno stato talmente selvaggio da rendere la tua umanità solo un lontano ricordo. Ho visto qualcuno di noi che si è ridotto così. Non un bello spettacolo. -

-Beh, questo è molto rassicurante – commentò Derek in tono piatto – Farmi odiare da Stiles o impazzire per non farmi odiare. Due opzioni molto alettanti. -

-Dovresti parlarne con Stiles – insistette Peter, sembrando stranamente saggio – So che sei diffidente per natura, ma a volte le persone possono sorprenderci. Forse Stiles reagirà in modo completamente diverso da quello che pensi. In ogni caso non potrebbe mai odiarti. Quel ragazzo è il serpeverde più tassorosso del mondo, fidati di me. -

-A proposito, devo andare a recuperarlo – mugugnò Derek, sfregandosi gli occhi – L'ho lasciato solo in uno spazio chiuso senza nulla da fare. Starà impazzendo. -

Peter ridacchiò alzandosi in piedi, subito imitato da Derek.

-Beh, immagino che dovremo rimandare il nostro tè. Pinkie è stata così efficiente nel lasciarci la giusta privacy, che ora si è fatto troppo tardi. -

-Forse è un bene considerando che hai compagnia – considerò Derek, accennando con sarcasmo alla vestaglia di Peter.

Lo zio simulò un'espressione contrita.

-Che imbarazzo! Pizzicato dal mio nipote preferito in un momento compromettente. -

-Ci sono abituato – gli fece presente Derek, con un debolissimo sorriso.

Si mossero praticamente in contemporanea per abbracciarsi.

Peter era più basso di Derek di quasi tutta la testa, ma la sua stretta era incredibilmente forte. Derek chiuse gli occhi, sentendosi stranamente al sicuro.

Peter era una figura paterna estremamente discutibile, eppure era l'unico padre che Derek avesse mai avuto.

E sapeva che gli sarebbe potuta andare molto peggio.

-Vieni a cena con le ragazze, un giorno di questi – mormorò Peter, senza lasciarlo andare.

-Va bene. Salutami Pinkie e chiedile scusa se non mi sono potuto fermare per il tè. -

Peter emise un mormorio di consenso, poi gli passò la mano intorno alla nuca, avvicinando il viso del nipote al suo.

-Parla con Stiles, testa dura. -

Derek abbassò gli occhi, senza rispondere.

Peter sospirò e lo lasciò andare, dandogli un ultimo buffetto tra i capelli.

-Vai dal ragazzo. E state attenti, con le vostre cose da auror. -

-Grazie zio - disse Derek con serietà, guardandolo negli occhi e sperando che Peter capisse tutto quello che non riusciva a dire a parole.

Ma Peter era più intelligente di quello che lasciava credere.

Sorrise, gli occhi azzurri che brillavano.

-Ti voglio bene anche io. -

Quando Derek uscì dall'edificio, non poteva dire di sentirsi leggero come aveva sperato, ma almeno parlare con Peter gli aveva alleviato un po' di pressione. Era la prima volta che parlava esplicitamente con qualcuno del fatto che Stiles fosse il suo compagno e anche se per natura era una persona riservata, doveva ammettere che fosse stato liberatorio.

Non appena fu abbastanza vicino alla macchina da poter vedere Stiles, sospirò profondamente, senza però riuscire a trattenere un sorriso.

Stiles stava volutamente cambiando posto ai CD che Derek teneva in macchina rigorosamente catalogati in ordine alfabetico e aveva l'aria di starsi divertendo un mondo.

Derek scosse rassegnato la testa, prima che un'idea molto serpeverde gli venisse in mente.

Si avvicinò di soppiatto alla macchina, attento a non farsi vedere da Stiles, la bacchetta pronta in mano.

Con suo grande scorno, Stiles non sussultò nemmeno quando gli conficcò la punta della bacchetta contro il lato del collo, sporgendosi dal finestrino aperto.

-E sei appena morto – disse comunque, piatto.

Stiles si limitò a voltare appena la testa verso di lui, con un sorriso accecante che fece perdere un po' la presa a Derek sulla bacchetta.

-E il tuo fegato è appena esploso – replicò tranquillo e abbassando lo sguardo Derek si rese conto che la bacchetta di Stiles fosse puntata contro la sua pancia.

Sbuffò, allontanandosi dal finestrino mentre Stiles rideva.

-Rassegnati, Sourpuff. Sarai pure un lupo, ma ho i sensi più sviluppati dei tuoi – lo prese in giro in tono bonario, mentre Derek riprendeva il posto di guida.

-Non ricominciare con la storia che sei come un ninja magico. E rimetti a posto i miei CD – lo rimbrottò Derek mentre metteva in moto.

Stiles roteò gli occhi, ma agitò comunque pigramente la bacchetta e subito i CD si sistemarono in modo ordinato nel vano porta oggetti.

-Che ha detto Peter? - domandò poi, in tono curioso.

-Niente di che – rispose Derek, senza guardarlo – Aveva bisogno di soldi per non so che manufatto magico dal dubbio gusto. -

Beh, questa non era propriamente una bugia. Derek ricordava ancora quando lui e Laura avevano dovuto dividersi la spesa di un orribile set di gobbiglie d'oro, acquistato da Peter in un momento di dubbia sobrietà, per evitare che lo zio si riducesse in bancarotta.

-Lo hai salutato da parte mia? - chiese Stiles, giocherellando con la sua bacchetta.

Derek gli lanciò uno sguardo e desiderò poterlo trovare un idiota, come obiettivamente era, ma tutto quello che provò, guardando la gola bianca rovesciata indietro di Stiles e la sua mascella tesa nel tentativo di mantenere in equilibrio la bacchetta sul naso, fu disarmante affetto.

-Sì, ti saluta anche lui. -

Derek iniziava a trovare logorante mentire a Stiles.

Soprattutto se Stiles continuava a rivolgergli quegli sguardi fiduciosi e quei sorrisi enormi e abbaglianti.

Cominciava a credere che sarebbe davvero finito per impazzire.

 

 

ANGOLINO

 

Ecco il secondo capitolo, spero che vi piaccia!
Come al solito è dedicato alle mie cicce, vi voglio bene <3

Grazie a chiunque leggerà, davvero!

A venerdì!

Un bacio a tutti,

Fede <3

  
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