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Autore: Sacchan_    19/03/2021    0 recensioni
[Sky - Children of the Light]
[Sky - Children of the Light]
Le avventure di due creature della Luce nel Regno della Luce, dal loro incontro ai successivi.
Raccolta di one-shot autoconclusive ambientate nei regni di Sky.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Insomma! Sarà la terza volta di fila che ti trovo addormentata!"
Le lamentele di Toen erano rivolte verso una piccola viaggiatrice supina al suolo, in mezzo ai tanti fili d'erba che componevano quella Terra, anche chiamata la Prateria Diurna.
Slippy era davvero piccola e infantile a volte, con quello strano vizio di addormentarsi spesso e ovunque.
Portava le codine alte come acconciatura e due morbidose cuffie rosse da cui non si separava mai, preferiva i mantelli dal colore nero o bordò e lo stesso si poteva dire del suo vestiario.
Nonostante la sua pigrizia era in grado di volare abilmente da un punto all'altro nel luogo dove si trovavano, e sapeva pure schivare i pericolosi draghi neri del Deserto Dorato con grande abilità. Aveva tanti amici e amava circondarsi da essi, tuttavia il suo più grande difetto era non saper dire mai di no a tutti loro.
Persino quando, inspiegabilmente, crollava dal sonno, finendo per essere trovata da Toen in qualche angolo di mondo, con quest'ultima che la svegliava per mandarla dritta a Casa.
"Sì, ma io ho sonno!" Si lamentò Slippy in risposta, ignorando Toen e dandole la schiena.
Le due si erano conosciute proprio nella Terra dell'Erba, tramite qualche amico in comune e da allora erano diventate quasi inseparabili. A detta di Slippy il motivo era dovuto alla timidezza e alla solitudine che Toen si portava appresso.
Dopo la discussione avvenuta tra Hozes e Toen, difatti, le due non si erano più parlate. Non si trattava di un vero e proprio litigio fra le due, ma era più simile a un evitarsi a vicenda probabilmente a causa del disagio che provavano l'una nei confronti dell'altra dopo la volta prima. 
A volte capitava anche che le due si trovavano nella Base da sole, all'alba come erano solite fare nel loro piccolo, intimo rito.
Ma incapaci di rivolgersi la parola per prime finivano con l'ignorarsi a vicenda.
Alla fine Hozes non aveva poi davvero bisogno di Toen, pensava quest'ultima. Dopotutto gli amici con cui viaggiare non le mancavano ed era esperta abbastanza per farsene di nuovi aiutando le nuove falene nate da poco.
Fu proprio in quel periodo che Toen conobbe Slippy e nonostante questa sua peculiarità di addormentarsi spesso e ovunque le due erano riuscite a stringere una grande amicizia che potesse essere benefica per tutte e due le parti.
Slippy aveva bisogno di qualcuno come Toen al suo fianco, che l'aiutasse a capire quanto i suoi continui dire di sì a tutti fossero esagerati; al contrario Toen poteva usufruire dell'esperienza di Slippy nell'affrontare i luoghi più pericolosi e scoprirne di nuovi per poi arricchire la sua conoscenza del mondo.
Slippy pareva, difatti, essere a conoscenza di tanti piccoli segreti e luoghi da raggiungere per essere esplorati, così come conosceva alcuni trucchi per collezionare luce giornaliera evitando inutili sprechi di tempo.
"La prossima volta ti porterò nel Deserto da addormentata, ma ti ci lascio anche. Lì nell'acqua tossica."
Slippy sgranò gli occhi.
"Oh! Potrebbe essere divertente!" Esclamò entusiasta. "La prossima volta fallo per davvero!"  
Le spalle di Toen caddero verso il basso per la rassegnazione. Qui il problema era che Slippy non stava affatto scherzando, anzi era seria per davvero. Bastava darle un'idea pericolosa per la mente che subito andava ad attuarla.
Toen si toccò la fronte esasperata.
"Se si rimane troppo a lungo in quell'acqua nera si rischia di perdere le proprie ali, lo sai."
Slippy balzò in piedi con uno scatto, poi si scrollò di dosso la polvere fino a scrocchiarsi le spalle.
"E allora? Le ali si possono ritrovare, non ti sembra divertente?"
Toen imbronciò le labbra perché per lei non lo era per niente, anzi...
"Che stai dicendo? Piuttosto è una seccatura."
Cercare ali per i vari regni non era esattamente un gioco da ragazzi; certo alcune erano semplici da trovare e visibili anche da lontano, ma altre risultavano davvero difficili e nascoste. Spesso serviva l'aiuto di qualcun altro che ti ripristinasse di energia per raggiungere i luoghi alti dove erano posizionate per prenderle, e se non c'erano nuvole per ricaricarsi fare affidamento sui viaggiatori più esperti era l'unica opzione possibile. Da questo punto di vista le falene nate da poco erano tra le più svantaggiate, ecco perché custodire le proprie ali al sicuro era cosa molto importante per qualsiasi viaggiatore di qualsiasi regno.
Ma di quella affermazione Slippy finì per riderne con gusto, suscitando ulteriore imbronciamento in Toen.
"Se la pensi così..." Dichiarò la più piccola dopo aver finito di ridere. "...Mi chiedo cosa farai quando ritornerai dall'Eden la tua prima volta.
Eccolo che ritornava a galla, quel maledetto Occhio dell'Eden da cui Uselji ancora pareva non essere tornata.
Toen non ne voleva più sentire parlare, ma le cose che eviti sono anche quelle che ti perseguitano di più, si sa.
Slippy notò il suo silenzio forzato, per questo tornò seria.
"Toen tu non ci sei mai stata, vero?"
Chi tace acconsente per questo non ci fu bisogno di una risposta a voce.
"Cosa aspetti a farlo?" Le domandò Slippy stupita.
Toen si morse le labbra; eppure non sembrava tanto complicato da capire: chi mai voleva avventurarsi in un luogo che portava alla morte e da cui, forse, si correva il rischio di non tornare? Il solo pensarlo le fece dare della pazza da sola.
Ma possibile che Uselji, Hozes e ora persino Slippy fossero tutte pazze?
"Che cosa c'è di così divertente nell'andare verso una morte certa?"
Prima di risponderle Slippy intrecciò le braccia al petto e corrucciò lo sguardo.
"Quindi sai già che nell'Eden ci attende la morte? Ma dai, chi te l'ha detto? Ti ha già tolto tutto il divertimento di scoprirlo da sola!"
Toen strinse i pugni perché non era a quella risposta che anelava.
"Sto aspettando un'amica, è andata nell'Eden e ancora non ha fatto ritorno." Asserì con gli occhi che già le pungevano nel solo ricordarsi l'ultimo momento passato assieme alla sua cara Uselji. Lo maledì anche perché, se avesse saputo cosa sarebbe successo dopo, probabilmente le avrebbe chiesto di non andare.
"Beh, penso che sia un po' così per tutti. Quando ho fatto ritorno dall'Occhio dell'Eden la mia prima volta erano passate quasi tre settimane, anche se a me sembrava tutto accaduto molto più velocemente. Le volte successive sono state meglio, però, e ora al massimo sparisco per qualche giorno o due, senza dare troppa preoccupazione ai miei amici." Slippy le rispose grattandosi una guancia, ricordando come tutti loro si erano preoccupati per lei non vedendola tornare, ora invece la salutavano entusiasti augurandole persino una buona morte.
Alla fine tutto era sempre andato bene e questo era l'importante.
"Quante volte sei stata nell'Eden allora?" Le domandò Toen incredula; Slippy poté solo augurarsi di non aver detto troppo vista la sua insistenza.
"Uh, beh, non ricordo... ma così tante volte che ormai ne ho perso il conto." Ridacchiò imbarazzata, sperando così di mettere a tacere la sua curiosità una volta per tutte. Troppe domande scomode iniziavano a non piacerle affatto.
Toen si sfregò il mento più pensierosa di prima; talmente tanto che Slippy fu costretta a chiedersi di quali risposte avesse bisogno per darsi un po' di pace e smetterla di esserne così ossessionata.
Non vedenendone a capo le accarezzò una mano per rassicurarla.
"Ascolta, è vero che incute paura. Ma alla fine non è altro che un regno come tutti gli altri, solo un pochino più spaventoso."  
"Un regno dove si muore." Puntualizzò Toen portando Slippy ad allontare la mano.
"Vero, ma la morte non è che un prezzo da pagare per ricevere la nostra ricompensa finale. Non ti dirò altro però. Devi scoprirlo da sola, come tutti."
Toen le sorrise guadagnando così un po' di calma e serenità. Le due decisero quindi di proseguire nella ricerca giornaliera di luce, attraversando tutte le isole fluttuanti della Prateria, fino a giungere all'Arcipelago dove si rilassarono tra la sabbia scottante e la compagnia di alcuni granchietti di pietra.
L'Arcipelago offriva loro un habitat del tutto naturale, tra lidi e acque cristalline, capaci di ammansirli fino a renderli inoffensivi del tutto; come quei due solitari che facevano la coppietta felice su un piccolo isolotto al largo delle acque marine. Toen aveva deciso di adottarli dando loro persino un nome.
Quando il giorno iniziò a spegnersi e il tramonto a colorarsi all'orizzonte le due tornarono nella Casa, soddisfatte della loro giornaliera raccolta. Stavano persino discutendo se rilassarsi ancora andando a passeggiare nella Cupola quando, improvvisamente, Toen si bloccò e si girò indietro.
"Scusa, potresti andare avanti senza di me?"
Slippy assunse un faccino triste per quella improvvisa richiesta, ma non la obbiettò e la precedette gettandosi in direzione del portale che conduceva alla Cupola della Conoscenza.
Nel farlo quasi urtò un piccolo gruppetto di viaggiatori appena apparsi e di ritorno da chissà dove, tra di loro una minuscola viandante con i capelli a codini e avvolta in un mantello rosa pastello talmente grande che quasi le arrivava ai piedi.
Ed era proprio a lei che Toen aveva rivolto la propria attenzione, non aveva mai conosciuto nessuno con quell'aspetto eppure qualcosa le diceva che c'era altro. Questo lo capì da come la piccola viandante la continuava a guardare, un misto tra il volerla avvicinare e il voler starle lontana per l'imbarazzo.
Toen se ne fregò e l'avvicinò, guardandola lei stessa dall'alto verso il basso. Per la prima volta in vita sua ebbe la sensazione di interagire con una vera neonata, cosa mai successa prima di quel momento.
Le sue labbra si distesero e sorrisero, provò una sensazione di sollievo mista a felicità nel vedere quella giovanissima viaggiatrice davanti a sé, lottò persino con il desiderio di stringerla forte tra le sue braccia. Dopotutto era certa di non sbagliarsi, perché erano il cuore e l'istinto a dirglielo.
"Sono davvero contenta di vederti di nuovo."
La piccolina sollevò il mento e le ricambiò l'occhiata guardandola da sotto la sua cortissima frangetta a caschetto. Anche se sorrideva era un sorridere diverso, una miscela tra preoccupazione, nostalgia e un pizzico di gratificazione.
"Mi dispiace davvero tanto." Fiatò con voce dispiaciuta. "Amica mia."
   
 
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