Dedicata a Nina. Perchè ancora non riesco ad accettare che tu te ne sia andata.
“Davvero
troppo caldo”
Un ventaglio di poco prezzo.
Un ventaglio di plastica e stoffa rosa pallido un po' sfilacciata,
grossolanamente dipinta, anzi, macchiata.
Probabilmente l'allegato di un qualche patetico giornaletto, di quei
settimanali per ultra-cinquantenni che si dilettano tra ricette di cucina,
uncinetto fai da te, storie d'amore a puntate stile Harmony e pettegolezzi sui
vips.
Un piccolo ventaglio per trovare un alito, un surrogato d'aria, in quell'estate
afosa e soffocante, nella città oppressa dai 40 gradi.
Lei che odiava il freddo e maniacalmente fuggiva le correnti d'aria, ora
implorava per un poco di frescura. Sola nella città, agosto inoltrato, i figli
in vacanza.
I suoi adorati figli, sempre così
disponibili. Erano ad un'ora soltanto di distanza, pronti a raggiungerla per
ogni evenienza. Ma lei stava bene, era la più vitale ottantenne mai vista. Lei
stava maledettamente bene. Per questo le permettevano di restare sola, in
città, d'estate.
L'avevano trascinata al mare, il
mese prima. Ma ora, li aveva obbligati a partire senza di lei. Non voleva
essere un peso. Lei non era la vecchiettina rinsecchita non autosufficiente da
rinchiudere in una casa di riposo, nè aveva bisogno di balie. Lei stava
bene. Lei era in forma.
Faceva solo troppo caldo. I tg mettevano in guardia, snocciolavano ogni giorno
elenchi di vittime tra i più anziani, a causa di quella temperatura
eccessivamente alta, tropicale.
Ma lei non se ne occupava. Stava bene. E aveva il suo ventaglio. Lo portava
sempre con sé. A far la spesa, in Chiesa al solito rosario, alle funzioni e
alle confessioni. E in casa. In ogni stanza.
Lo portava anche a letto. Lo teneva lì, accanto, per sventolarlo finchè non si
addormentava, o per quando si svegliava troppo presto. Lo appoggiava lì, nella
parte sinistra del letto. La parte dove lei aveva sempre dormito.
Invece, da quando suo marito era morto qualche anno prima, aveva iniziato a
dormire dalla sua parte. Si sentiva meno sola, diceva.
Appoggiò il ventaglio sulla parte sinistra del letto, anche quella sera. E si
addormentò.
Tengo quel ventaglio sul
comodino, da un anno ormai. Lo sfioro con tenerezza, gli occhi lucidi, lo apro,
e poi lo ripongo con cura.
L'avevo trovato lì, sulla parte sinistra del letto, quella mattina d'agosto.
Un ventaglio senza alcun valore, fino a quel giorno.
Ora, invece, l'ultima cosa che lei ha toccato.
Prima che il suo cuore si fermasse inaspettatamente e per sempre.
Davvero troppo caldo.