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Autore: Princess_Glaceon    20/03/2021    0 recensioni
Ciao! Buongiorno a tutti. Non ho avuto molta ispirazione per il contesto di questa storia, comunque spero che vi piaccia comunque.
Sono nuova qui quindi mi farebbe piacere se mi facessi notare eventuali errori nel mio modo di scrivere.
Capitolo II
"Non mi fece diventare rossa il fatto che mi stesse così vicino, anche se di certo non aiutava, ma più il suo tocco, che era morbido, nonostante vivesse nella foresta"
Abbracci
Glacy
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Rose, Blaze the Cat, Cream the Rabbit, Miles Tails Prower, Sonic the Hedgehog
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quindi, era impossibile non trovarne in giro. Presi un piccolo sentiero sterrato che conduceva nel più fitto della foresta. Ero contenta perché non sarei stata rinchiusa nella mia stanza, ma allo stesso tempo ero un po’ impaurita e preoccupata perché era la primissima volta che mettevo piede nella foresta. Feci dei respiri profondi e mi incamminai più sicura.
All’interno, dopo due grandi alberi, che erano ripiegati su di loro, come se si stessero abbracciando, ai cui piedi c’erano un cespuglio di mirtilli e uno di fragole, c’era un campo pieno di fiori di tutti i colori possibili e immaginabili.
Sorrisi a quella specie di porta. Decisi di raccogliere un paio di quei piccoli frutti, per portarli a casa. Quando attraversai quell’arco, mi trovai in mezzo a un campo di fiori, che si estendeva ancora più in là di quello che si vedeva da fuori. Mi misi a ridere. Feci una giravolta, facendo alzare la gonna, e mi buttai sul prato. Da sotto i fiori erano ancora più belli e profumati. Chissà perché mio padre detesta i fiori. Chi lo sa… Quando mi misi ad ascoltare più attentamente i rumori della foresta, iniziai a sentire gli uccellini cantare, il ronzare delle api, e il dolce scroscio del fiumiciattolo lì dietro. Cominciai ad apprezzare di più i rumori della foresta. Insomma, al castello l’unico “rumore” che si poteva sentire erano le prove dei musicisti, che in realtà non mi avevano mai interessata. In quell’immensa orchestra di suoni, però, si sentiva qualcosa che stonava, come uno strumento mal accordato o un tempo mal contato. Affinai l’udito e cercai di capire cos’era. Sembravano delle voci. All’inizio non ci feci caso, ma poi la curiosità cominciò a farmi quasi male. Maddai!
Mi alzai quasi di mala voglia e cominciai a seguire quel suono. L’udito mi portò a seguire delle specie di ombre. Naturale, c’era un buio quasi totale. Li seguii cautamente, facendo crescere intensamente la mia curiosità. Mentre seguivo questi tipi, sentivo che stessero come sussurrando. Capii solo che una figura più grande stava parlando con una leggermente più piccola che chiedeva sempre all’altra qualcosa, e quella più grande rispondeva che mancava poco. Poco per cosa? L’unico modo per scoprirlo era seguirli, no? Intanto, mi stavo infiltrando sempre più dentro, finché, non vidi una fioca luce, che sembrava anche la meta degli altri.
Quando arrivarono, mi nascosi dietro un grosso albero, che faceva quasi il triplo della mia larghezza, quindi stavo bene. Tenevo stretto il cesto pieno di frutta e fiori.
Guardai meglio, e notai dei ragazzini, seduti su tronchi intorno a un fuoco. Ero ormai matta di curiosità, tanto che mi sporsi troppo in avanti, tanto che scivolai, attirando l’attenzione di tutti i presenti. Tenevo gli occhi bassi, mentre mi dicevo:
 “Tranquilla, tranquilla, non succederà niente, non succederà niente”
Tenevo gli occhi serrati.
All’improvviso, dopo un paio di secondi di silenzio tombale, alzai la testa e aprii gli occhi.
Un tipo tutto rosso disse:
“Sul serio? Nessuno ha intenzione di fare qualcosa? E’ evidente anche per me che ci stava spiando!”
 Un altro tutto blu gli rispose:
“Calmati Knuckles, non è detto che ci stesse spiando”
Fece con un tono calmo.
“Comunque, qualcuno deve fare qualcosa”
Rispose lui come offeso
Dopo questa affermazione, i cinque si fissarono per pochi secondi. Se fosse continuata così mi sarei seriamente imbarazzata.
Una ragazzina con le fattezze di un coniglietto alzò gli occhi e si diresse verso di me.
Cominciai a tremare leggermente.
Quando fu abbastanza vicina, mi tese una mano e fece un sorriso.
“Ciao, sono Cream. Vuoi sederti con noi? Non sembra che tu stia al meglio vestita così”
Io le ricambiai il sorriso, afferrai la sua mano e mi alzai un po’ tremante per la figuraccia appena fatta. Tenni gli occhi bassi.
Seguii la coniglietta che si sedette su l’estremità di un tronco. Restai in piedi qualche secondo, indecisa su cosa dovevo fare, fino a quando mi indicò un posto accanto a lei. Mi sedetti un pochino imbarazzata.
Silenzio.
In realtà, mi sarei messa a parlare di tutto e di più, ma avevo come la sensazione che fossi un peso morto. Insomma, ero piombata lì all’improvviso.
Feci un sonoro respiro, e finalmente proferii parola, ma senza alzare lo sguardo.
“G-guardate c-che se vi s-sono d’intralcio p-potete mandarmi v-via…”
Balbettai
Tutti i presenti si girarono verso di me, un po’ stupiti.
“Perché?”
Chiesero tutti in coro.
Un ragazzo che sembrava una volpe sussurrò a quello blu qualcosa.
Quello blu annuì, mi guardò e poi chiese:
“Bene, cosa vorresti sapere di noi?”
Con un tono quasi di disinteresse
Puntai lo sguardo al nulla, e ci riflettei su.
Dopo pochi secondi ebbi la mia risposta:
“Innanzitutto, vorrei sapere i vostri nomi”
Per me era la domanda più banale che potessi fare, ma era la base per un rapporto.
“Okay”
Fece quello blu.
Poi disse:
“Mi chiamo Sonic, un riccio super veloce”
Mmmh, presentazione molto superficiale, pensai.
Poi parlò la coniglia di prima
“Beh, io sono Cream, come sai, sono un coniglio”
E mi sorrise.
Poi la parola passò a quello rosso
“Io invece sono Knuckles…”
Fece imbronciato come un bambino.
Alzai le spalle. Veramente non mi dava l’impressione di uno tanto intelligente. Ma, solo un’impressione.
Poi l’ultimo
“Emh, io invece sono Tails, sono una volpe”
fece come un po’ imbarazzato.
Poi, quello blu… emh, intendevo dire Sonic, mi si sedette accanto e chiese
“E tu, invece?”
Io lo fissai negli occhi per qualche attimo, poi abbassai la testa a guardare il fuoco: Feci un respiro e parlai
“Io mi chiamo Amy e sono…”
Mi bloccai. Stavo per dire che ero una principessa? Era meglio mantenere un profilo basso, almeno per quel momento.
“E che animale sei?”
Mi chiese quello accanto a me.
Stavo per rispondere, quando Sonic prese uno dei miei aculei e si mise a giocarci. Diventai rossa come una fragola. Ma come si permetteva?! Non mi faceva diventare rossa solo il fatto che mi stesse troppo vicino, anche se di certo non aiutava, ma più il suo tocco, che era morbino e delicato, nonostante vivesse nella foresta!
Beh, che ci potevo fare in quel momento.


 
   
 
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