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Autore: Joy2000    20/03/2021    0 recensioni
Olivia è stata arrestata...e ci eravamo lasciati lì. Dal testo:" Non posso crederci. Chi ha osato toccare il mio pub? Chi si è permesso di darlo in pasto alle fiamme?"
TOM POV
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thomas Shelby
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Stone's love 2

nda: questa volta il punto di vista dell'intera storia è di Tom. Buona lettura!

Non posso crederci. Chi ha osato toccare il mio pub? Chi si è permesso di darlo in pasto alle fiamme? Mentre il fuoco si riflette nei miei occhi, un rancore profondo e immenso si fa spazio nella mia mente. Chiunque sia stato ne pagherà le conseguenze. Il mio Garrison adesso  è un mucchio di macerie e cenere. Fortunatamente Polly ha salvato i documenti importanti, ma tutto il guadagno degli ultimi due mesi è andato perduto. Mentre ascolto la polizia che mi spiega l’accaduto –gli incompetenti sono intervenuti solo quando il mio bar era già in pasto alle fiamme- noto una fotografia dispersa tra le macerie. Mi dirigo a passo svelto verso l’immagine che cerca invano di scappare nel vento, poichè un mattone le blocca un angolo. È la foto della mia famiglia, ci siamo io, John e Arthur in divisa da soldati, poiché la foto era stata scattata prima della nostra partenza, Ada ancora senza le attuali curve femminili e Polly, sempre uguale. La raccolgo con delicatezza, facendo attenzione a non strapparla. Non so perché ma mi viene di girarla, forse è il mio istinto o forse la consapevolezza di trovare qualcosa che mi avrebbe portato alla verità. Dietro la fotografia c’è scritta la frase “Il fuoco nel cuore manda fumo nella testa” e c’è una firma chiara, leggibile ed elegante, sembra la scrittura di una donna, e infatti la firma appartiene a lei, Margaret Stone. Stone? È lo stesso cognome di Olivia. Mi inizia a battere forte il cuore e per un momento mi isolo dal contesto cercando di mettere in chiaro le cose. Olivia Stone, la mia piccola Lily che ho dovuto abbandonare in carcere, è orfana. Ho ucciso io suo padre e da ciò che ricordo la mamma si è suicidata anni or sono. Quindi questa Margaret non può che essere…la sorella? O tuttalpiù la zia? Ma Olivia non mi ha mai parlato di una sorella. E perché avrebbe mai dovuto incendiare il pub? Io non l’ho mai vista, non la conosco, cosa vuole da me? Una cosa è certa, devo trovarla, al più presto e l’unico modo per accelerare i tempi è rivolgermi ad Olivia stessa. Quando ero svenuto in ospedale e non riuscivo ad aprire gli occhi mia mamma mi disse in sogno di starle lontano. Dopo averne parlato con Polly siamo giunti alla conclusione che avrei dovuto lasciarla stare, per il bene di entrambi.
“Quando un morto ti dà un consiglio lo devi seguire, altrimenti ci saranno conseguenze disastrose” mi aveva detto la zia Polly preoccupata per me. E io le avevo dato retta, convinto che avesse ragione. Olivia mi è mancata dal primo giorno che ho preso quella decisione difficile e mi manca tutt’ora. Non sono andato neppure a trovarla né ho cercato un modo per liberarla, nonostante mi sia accertato con le dovute precauzioni che nessuno in carcere le potesse far del male. Si sarà sentita tradita, di nuovo, mi troverà sicuramente un uomo ignobile, opportunista, e forse non mi amerà più. Probabilmente è un bene perché avremmo potuto farci male a vicenda, e proprio perché io la amo ancora, ho deciso di allontanarmi. Ma a volte il destino è proprio strano, l’ho ritrovata sulla mia strada e chissà cosa accadrà questa volta.
Vado a casa di Polly, ho bisogno di un consiglio, ho una gran paura che la situazione possa sfuggirmi di mano, devo calcolare le mosse e non sapendo con chi ho a che fare, mi risulta tutto più difficile. È proprio l’ignoto a farmi paura, come in guerra: quando scavavo i tunnell non sapevo mai se dall’altra parte ci fosse il nemico, pronto ad aspettarmi per spararmi con un colpo ben piazzato tra gli occhi.
“Polly, devo parlarti” dico chiudendomi subito nella stanza con lei. Non sembra allarmata, si fuma la sua sigaretta tranquilla, mentre io invece sto cercando le parole giuste per spiegarle la situazione. Inutile dire che non le trovo e mi limito a tirar fuori dalla tasca interna della mia giacca la foto di famiglia. Polly la osserva senza toccarla e sorride malinconica. Per un attimo abbassa il solito muro difensivo alza in ogni momento sin da quando ero piccolo. Aspira un po’ di tabacco. Lo butta fuori e poi dice ironicamente
“Non sono cambiata di una virgola!”
Ecco che di nuovo alza le mura difensive, per non farmi capire le sue emozioni, ma so di conoscerla meglio di chiunque altro, e forse anche lei ne è consapevole, eppure preferisce illudersi, e mostrare la maschera della persona forte e impossibile da scalfire.
“Girala” le ordino. A quel punto mi guarda stranita. Fa come le dico e la sua attenzione è colpita da una scritta che sono certo non si ricordava ci fosse sul retro della foto. Legge con attenzione, in silenzio, mentre pian piano comincia a sgranare gli occhi.
“E chi è questa Margaret Stone?” mi domanda. A quel punto sbuffo demoralizzato perché pensavo che Polly potesse darmi una mano con la sua fitta rete di conoscenze, invece mi tocca sbrigarmela da me.
“Davvero Polly?! Stone…Olivia… che hai fatto ingiustamente arrestare…Non ti dice proprio niente?” le ricordo sarcastico e pungente perché ancora mi brucia il fatto che lei abbia ostacolato in questo modo la nostra relazione. Ma ormai quel che è fatto è fatto. Polly trattiene un sorriso orgoglioso e sta cominciando davvero a infastidirmi.
“Quindi Tom, fammi capire, Margaret Stone, una parente di Olivia ti ha bruciato il pub. E perché avrebbe dovuto farlo?” mi chiede lei, scettica. Ha sicuramente un’altra teoria per darmi torto.
“Non ne ho idea, ecco perché devo parlare con Olivia”
“Thomas caro, non è meglio che prima valuti le altre eventuali ipotesi?” mi suggerisce melliflua spegnendo nervosamente la sigaretta nel posacenere. Le faccio cenno con la mano di proseguire “Ad esempio, se quella foto risalisse a più anni fa, e questa Margaret te l’avesse semplicemente nascosta dentro il tuo pub? La foto è venuta fuori così all’improvviso” mi dice, ma la sua teoria non regge e capisco che Polly vuole tenermi lontano da Olivia.
“Mi stupisco di te, Polly, come puoi essere tanto sciocca da pensare una cosa simile?” le domando schietto, notando un velo di disappunto nei suoi occhi, ma rimane zitta. “La foto deve essere stata messa lì appositamente. E poi il messaggio è attuale, ed è chiaramente una provocazione.” Riprendo la foto e leggo ad alta voce “Il fuoco nel cuore manda fumo nella testa” “Margaret sa di me e Olivia. E sa di suo padre. È evidente. Devo trovarla. E devo pensare a un piano” dico più a me stesso che a Polly, che adesso sembra preoccupata.
“Thomas, quella ragazza ha portato solo guai nella nostra vita, te ne sei reso conto?” mi dice andando verso l’uscio. Non le rispondo e la congedo in fretta. Non ho bisogno di altre paure o di altre ansie. Se Polly non può essermi d’aiuto vorrà dire che me la sbrigherò da solo.
 
Dopo aver spiegato a Johnny Dogg la situazione e dopo avergli raccomandato di indagare su questa Margaret Stone, mi dirigo al centro di detenzione femminile, solo e agitato come poche volte sino ad ora. Non vedo l’ora di rivedere quel visetto spaurito e quegli occhi scuri e profondi, la cicatrice sul sopracciglio, i suoi capelli corvini. Chissà se Olivia è cambiata. Spero se la stia cavando bene in prigione. Probabilmente appena mi vedrà mi odierà come non mai. E come potrei darle torto? L’ho abbandonata dopo averle promesso la mia presenza. Sono un verme. E vorrei spiegarle di mia madre, di Polly, di come un sogno nella mia cultura da zingaro vada necessariamente seguito, ma so che lei non capirebbe, perché effettivamente le mie le sembrerebbero solo scuse. Fumo una sigaretta per la strada, cercando di calmarmi e darmi un contegno, ma quella ragazza ha completamente rivoluzionato il mio modo di sentire le cose. Mi rende vulnerabile, mi fa provare emozioni, che pensavo di aver ormai perduto a causa della guerra. Lei invece mi aveva fatto ritrovare me stesso, quel me stesso che però gli altri non avrebbero mai dovuto scoprire e che solo lei aveva avuto la fortuna di conoscere. Entro nel centro di detenzione e chiedo al primo poliziotto che incontro di Olivia,
“La signorina Stone è uscita l’altro giorno, è venuta a prenderla un’altra signorina” mi risponde la guardia. Nascondo la mia sorpresa.
“Sa dirmi com’era quest’altra signorina?” domando pensando già a un piano B.
“Vediamo…occhi chiari, capelli rossi, un cappello scuro e un vestito nero. Ah, indossava una pelliccia! Mi sembra si chiami Margaret” mi racconta il poliziotto. Mentre Margaret prende le sembianze nella mia mente cerco di accettare il fatto che è già un passo avanti a me, e io sono davvero in un bel guaio.
Torno nel mio studio, a Watery Lane, afflitto e preoccupato per come gestire la questione. Non ho idee in mente, ho bruciato la carta Olivia per un mio stupido errore. Se l’avessi liberata adesso sarebbe al mio fianco e mi aiuterebbe ad affrontare il problema. Io invece l’ho lasciata al freddo in una cella sporca e sgradevole per uno stupido sogno. Mamma, perché mi hai detto di allontanarla? Non ti basta avermi visto soffrire in la guerra? Mi accendo una sigaretta e cammino avanti e indietro per il mio studio pensando a qualcosa. Il fumo non riesce a mettere ordine tra i miei pensieri, e la frase del biglietto non fa che apparire nel caos della mia mente. Forse Margaret ha ragione, mi sono lasciato distrarre dall’amore per Olivia e non ho pensato di indagare su di lei, sul suo passato. Però qualcosa la sapevo…ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima? Lei è di Leicester, forse le avrei trovate entrambe lì, Olivia mi ha parlato di in una casetta in campagna, sarebbe stato piuttosto facile trovarle. Chiamo subito John e Arthur, sarebbero venuti con  me.  La cosa che mi preoccupa è che saremmo andati disarmati. Che la sorte ci assista!
 
  
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