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Autore: Clodie Swan    21/03/2021    4 recensioni
“Noi non siamo i nostri genitori. Non siamo le nostre famiglie.” le disse con un tono dolce guardandola intensamente. Le sue parole la calmarono subito e annuì con un piccolo sospiro.
“E poi...” cominciò Jughead lasciando subito la frase in sospeso.
Non era da lui balbettare o restare a corto di parole. Betty ne fu sorpresa e lo guardò interrogativa.
Jughead esitò trattenendo il fiato per un istante.
“Cosa?” chiese lei incoraggiandolo con lo sguardo curioso.
Negli occhi di lui vide un lampo di risolutezza e sentì le sue mani sul viso. Un attimo dopo la stava baciando.
Betty e Jughead: due diverse solitudini che si sono trovate. Cosa hanno provato i due ragazzi prima di quel bacio inaspettato?
Scritta in collaborazione con Daffodil.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso con tutti per il tempo che ho lasciato passare, ma sto usando il computer per fare i compiti con mia figlia. Gli orari sono tutti sballati quindi non ho avuto molto tempo da dedicare alla scrittura. Spero apprezzerete il nuovo capitolo. E' il momento che tutti stavate aspettando.
Saluti a tutti.



 

CAPITOLO 11

Romeo and Juliet
 

A love struck Romeo, sings the streets a serenade

Laying everybody low, with a love song that he made

He finds the street light, steps out of the shade and says something like,

"You and me babe how about it?"

                                                             Dire Straits

POV BETTY di Clodie Swan

Dopo una nottata insonne che non aveva portato consiglio, Betty si alzò tardi e toccò appena la colazione che la madre le aveva lasciato in cucina. Il suo stomaco era in subbuglio per le emozioni forti del giorno prima e faticava a mandare giù il cibo. Passò la giornata in uno stato di apatia, tormentata dal pensiero di sua sorella chiusa in quella stanzetta angusta, simile ad una cella. Non faceva che pensare alle due versioni della storia che aveva sentito. Polly sosteneva che Jason aveva deciso di sposarla per mettere su famiglia con il nascituro e che avrebbero dovuto fuggire quel fatidico giorno. I suoi genitori erano invece convinti che tutta la storia fosse un’invenzione della mente depressa della ragazza, sconvolta per l’abbandono di Jason e per la scoperta della gravidanza.

Betty non era affatto disposta ad accettare la spiegazione dei genitori: aveva perfino puntato il dito contro suo padre accusandolo dell’omicidio. Ma non aveva ottenuto niente, tranne la risata stridula di sua madre. Le sembrava di impazzire.

Dopo una doccia, riuscì a calmarsi un po’ e indossò un maglioncino comodo di cotone bianco sopra i jeans stretti. Si legò i capelli nella solita coda e si mise appena un filo di lucidalabbra. Non sapeva che cosa fare. Continuava a torturarsi la catenina pensierosa. Quanto avrebbe voluto confidarsi con Jughead e programmare con lui la prossima mossa. Le sarebbe piaciuto chiamarlo, ma dopo quello che gli aveva fatto passare il giorno prima, si sentiva a disagio. Non voleva approfittarsi della sua disponibilità, anche doveva ammettere che il suo amico le mancava molto. Forse lui avrebbe saputo cosa fare o come tirarla su.

Un colpo di nocche sul vetro la riscosse dai suoi pensieri. Si voltò sorpresa vedendo Jughead in persona che faceva capolino alla sua finestra, appoggiato ad una scala a pioli. Un moto di gioia la pervase quando corse ad aprire la maniglia per farlo entrare.

Jughead tirò fuori una delle sue battute che la fece ridere. “Ehi, Giulietta. La balia è fuori servizio?”

Col berretto grigio e il giubbino jeans era davvero un simpaticissimo Romeo.

La storia di Romeo e Giulietta la fece ripensare a Polly e ricominciò ad agitarsi mentre Jughead per sdrammatizzare la paragonava alla protagonista de La Tappezzeria Gialla. E in effetti le mancava poco per uscire fuori di testa. Si sfogò con il suo amico raccontandogli quanto era accaduto nelle ultime ore, camminando su e giù per la stanza finché lui non la fermò posandole una mano sulla spalla. “Noi non siamo i nostri genitori. Non siamo le nostre famiglie.” le disse in tono dolce guardandola intensamente. Le sue parole la calmarono subito e annuì con un piccolo sospiro.

“E poi...” cominciò Jughead lasciando subito la frase in sospeso. Non era da lui balbettare o restare a corto di parole. Betty ne fu sorpresa e lo guardò interrogativa.

Jughead esitò, trattenendo il fiato per un istante.

“Cosa?” chiese lei incoraggiandolo con uno sguardo curioso.

Negli occhi di lui vide un lampo di risolutezza e sentì le sue mani sul viso. Un attimo dopo la stava baciando.


 

POV JUGHEAD di Daffodil

Le labbra di lei erano umide. Morbide. Sapevano di burro di cacao. Il respiro che gli accarezzava il labbro superiore lo fece fremere. I sottili capelli della nuca erano setosi. Sotto il palmo destro sentiva il cuore di lei pulsare frenetico come il suo. La pelle era calda. La piccola mano gelida sulla sua guancia lo mandò a fuoco. Lei profumava di cannella.

Il contatto fu lungo e breve. Dolce e intenso. Ricambiato. Lei lo stava baciando a sua volta e questo… non aveva senso… era zucchero liquido. Era qualcosa che non sarebbe mai stato in grado di descrivere con delle semplici parole. Quel suo colpo di testa era impresso a fuoco nella sua mente, nel suo cuore, nel suo spirito. Non voleva interrompere quel contatto perché se avesse dovuto scegliere una sensazione da provare per il resto della sua vita sarebbe stata quella che stava provando in quel istante. L’euforia e la pace, unite e separate, erano qualcosa di incredibile.

Tutto il suo corpo era un fascio di nervi. Le spalle contratte, al posto delle celebri farfalle dei romanzi lui aveva sassi ma non voleva assolutamente smettere. I loro nasi si accarezzarono un momento. Le labbra di lei lo trattennero un istante in più. Sapeva che lei stava sorridendo, lo aveva sentito mentre lentamente la lasciava andare a malincuore. Si prese un momento prima di aprire gli occhi e si godette il sospiro di lei.

Il suo cervello era completamente andato. Non realizzò subito che lei si era staccata dal suo tocco e stava farneticando riguardo una macchina. “Wow, è a questo pensi nel mezzo del nostro momento?” Lo aveva detto con il sorriso sulle labbra. L’adorava per quella sua testolina sempre in funzione, per quel suo volere sempre conoscere.

Si scambiarono un’occhiata prima di tornare sul pezzo… e in quelle iridi verdi aveva letto serenità, felicità… Doveva solo assecondarla in quel suo discorso, in fondo la capiva più di quanto era disposto ad ammettere a voce alta e con chiunque.


 

POV BETTY di Clodie Swan

La sorpresa di essere baciata da Jughead Jones fu superata dalla sorpresa nello scoprire che essere baciata da Jughead Jones le piaceva. Se qualcuno glielo avesse detto soltanto qualche settimana prima non lo avrebbe mai creduto possibile. Se avesse mai potuto immaginare Jughead come un corteggiatore si sarebbe vista respingerlo con qualche parola di conforto. Invece, in quel momento accolse quel bacio inaspettato come quanto di più gradito potesse desiderare.

Lui l’attirò a sé tenendole una mano dietro la nuca, con dolcezza ma anche con decisione per non lasciarla andare. La baciava in modo delicato tenendo premute a lungo e ripetutamente le labbra morbide e calde sulle sue, ma Betty poteva sentire un trasporto pieno di passione. E lei ricambiò.

Il profumo della pelle di lui e il sapore della sua bocca la inebriarono e l’avvolsero in una nuvola di felicità che le fece dimenticare qualsiasi altra cosa che non fosse Jughead e il suo respiro caldo sul viso.

Non aveva mai provato un’emozione così forte prima. Sorrise con gli occhi chiusi, quando le labbra di Jughead si staccarono e il suo naso la sfiorò in una carezza intima. Quando lo guardò fu come se lo vedesse per la prima volta. Il ricciolo scuro che gli incorniciava il viso, gli occhi azzurri persi in un’espressione sognante, la linea sensuale delle labbra, la pelle chiara e liscia da adolescente, punteggiata da numerosi nei che Betty conosceva alla perfezione. Jughead era bellissimo. Quando era diventato così bello? Per un attimo tutto fu perfetto: un mondo senza omicidi, genitori pazzi, e innamorati che fuggivano.

Quel pensiero a riportò alla realtà “La macchina!”

“Wow! E´ a questo che pensi nel bel mezzo del nostro momento?” le chiese lui divertito. Un altro ragazzo si sarebbe offeso, ma non Jughead. Un altro ragazzo non avrebbe assecondato la sua folle idea di cercare la macchina incriminata e non si sarebbe calato giù dalla finestra per sottrarre l’auto di sua madre di nascosto. Ma lui non era un ragazzo qualunque. Era il suo Jughead.

Mentre partivano, Betty ripercorse i ricordi che la legavano a lui: Jughead che quando giocavano con le pistole ad acqua si faceva colpire ma non la colpiva mai. Jughead che la aspettava se restava indietro sulla sua piccola bici rosa. Jughead che arrossiva quando gli prendeva la mano per invitarlo a giocare. Jughead che offriva soltanto a lei le sue patatine. Jughead che si era seduto con entusiasmo accanto a lei e Veronica da Pop’s. Jughead che aveva accettato di collaborare al giornalino di una scuola che detestava. Jughead che aveva scelto di proiettare il film scelto da lei per l’ultima serata del drive in. Jughead che evitava il contatto fisico con chiunque ma che aveva abbracciato lei con calore, quando era triste. Jughead che era sempre stato lì per lei in quei giorni.

Possibile che in tutti quegli anni avesse sempre avuto dei sentimenti nascosti per lei? O era un’attrazione nata da poco? Moriva dalla voglia di saperlo. La pioggia aveva iniziato a cadere fitta e si stava facendo buio mentre uscivano da Riverdale.

“Jug...” cominciò Betty. Lui si girò verso di lei mentre guidava. “E´ stato un bacio bellissimo...” cominciò emozionata. Jughead arrossì e le rivolse un sorriso raggiante.

  
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