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Autore: OrderMade96    22/03/2021    1 recensioni
Stiles cerca di parlare con Derek attraverso l'unico altro mezzo che conosce che non riguardi le parole e il linguaggio delle sopracciglia.
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Ogni capitolo è basato su un fake screenshot di chat che ho trovato su Pinterest e salvato perché mi ricordano troppo i personaggi. Così ho deciso di farne una raccolta. I capitoli avranno più o meno nesso tra loro, ma non tutti seguiranno la trama canonica. Sarà più un au in canon. E un pretesto per scrivere su di loro. Il rating potrebbe variare.
Genere: Angst, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Derek/Stiles, Il branco, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 10



 

La partenza di Derek è solo il primo dei tanti cambiamenti che il gruppo di adolescenti si ritrova ad affrontare. 

I primi a lasciare Beacon Hills sono proprio gli ex beta del lupo mannaro, Erika e Boyd. I due ragazzi praticamente fuggono una mattina, caricando la macchina che Derek aveva comprato ad Erika per il suo compleanno, lasciando dietro di loro un semplice biglietto per informare gli altri che avevano bisogno di un ‘periodo sabbatico’ e prendere una boccata d’aria dal soprannaturale, vivendo come ragazzi normali per un po’. Promettono di seguire un corso online per recuperare i loro voti durante l’estate e iscriversi all’ultimo anno scolastico non appena arriveranno da alcuni parenti di Erika in Georgia, dove intendono restare per il prossimo anno o giù di lì. Poi si vedrà. 

Stiles riceve durante le ultime settimane estive vari messaggi da parte di Erika dove l’esuberante ragazza lo rassicura che stanno bene, in allegato c’è ogni volta una nuova foto del loro road-trip. Entrambi gli adolescenti hanno sempre un enorme sorriso stampato sulle labbra e lui non può che essere felice per loro. 

Prima che il nuovo anno scolastico cominci, Allison decide di partire per la Francia alla riscoperta di se stessa, seguita da Isaac. Quando i due ragazzi informano il resto del gruppo della loro decisione, Scott si costringe a sorridere ed essere contento per entrambi. 

Il giovane lupo non lo ammetterebbe mai ad alta voce, ma Stiles sa che la partenza dei due ragazzi per cui nutre più che del semplice affetto, non lo lascia solo semplicemente un po’ turbato. Allison occuperà sempre un posto speciale nel cuore di Scott e probabilmente lui non amerà mai nessun’altra ragazza sulla faccia della terra come abbia amato lei. E Isaac... bhe, lui occupa un posto altrettanto importante e speciale nel cuore del suo migliore amico. 

Scott ama Kira e l’innocente kitsune lo ricambia con tutta la sua dolce devozione, ma la loro storia, per quanto pura e carica di sincero sentimento, non potrà mai competere con quello che Scott e Allison hanno condiviso. Inoltre, Kira non è con Scott per aiutarlo ad affrontare i suoi confusi sentimenti in quel momento, perché i suoi genitori l’hanno trascinata via dalla città per una vacanza. 

I sentimenti sono una cosa complicata, soprattutto quando si è adolescenti. 

Il cuore è una macchina complessa e incomprensibile, ti porta ad amare persone oltre ogni ragionevolezza, ti fa innamorare ancora e ancora, anche quando pensi di averne avuto abbastanza di quel sentimento agrodolce e struggente, a volte ti confonde facendoti sentire allo stesso modo per più persone, altre volte non ti permette di vedere altri al di fuori di una singola persona. Non esiste una formula matematica capace di spiegare l’amore e viverlo è sempre un’esperienza molto personale e unica. È come salire sulle montagne russe, ti da una scarica di adrenalina assurda ma allo stesso tempo ti terrorizza da morire. L’amore a volte ti colpisce in pieno quando meno te lo aspetti, ti travolge come un camion che si schianta contro un muro a tutta velocità. Altre volte cresce piano, come l'influenza che stavi covando pensando fosse un semplice raffreddore, trasformandosi da una piccola innocua attrazione a un’ardente folgorante passione. A volte l’amore può durare per sempre, altre volte svanisce in un batter di ciglia. L’amore può portarti in alto oltre le nuvole, riempirti finché non senti il petto scoppiare di estatica contentezza, o buttarti a terra tra i pezzi infranti del tuo cuore, facendoti sentire perso senza più una via di fuga da quel dolore che ti attanaglia così strettamente da non permetterti di respirare. Amare a volte si rivela una prova di coraggio e non tutti sono abbastanza coraggiosi da affrontarla. 

“Andiamo Scott, esci da quel maledetto cumulo di coperte.” Sbuffa Stiles, cercando di scoprire il corpo dell’amico racchiuso nel bozzolo di lenzuola spiegazzate. 

“Lasciami in pace!” Geme Scott, trattenendo ostinatamente le coperte sopra la testa.

“Per quanto tempo pensi di restare rinchiuso qui dentro ignorando tutto il resto del mondo?” Rimprovera il ragazzo, riuscendo a strappare le coperte dalla presa ferrea delle mani dell’altro. 

“Per tutto il tempo che voglio.” Ringhia il giovane lupo mannaro, infastidito dall’insistenza dell’amico. 

Scott ha un aspetto pietoso. I suoi grandi occhi da cucciolo sono gonfi e arrossati, cerchiati da profonde occhiaie. I capelli castani sono un pasticcio informe appiattito dal cuscino e persino il naso umano di Stiles non riesce ad ignorare il pesante odore di sudore che si libera dalle coperte quando le solleva. Arriccia il naso, trattenendosi dal spingere immediatamente l’amico giù dal letto e nella doccia, decidendo poi se valesse la pena tentare di lavare le coperte lerce o dargli semplicemente fuoco. Melissa probabilmente lo avrebbe ucciso se avesse optato per l’ultima soluzione, ma la lavatrice dei McCall gliene sarebbe stata eternamente grata, ne era sicuro. 

“Il nuovo anno scolastico inizierà a breve, Scott. Sarai costretto a lasciare questo letto che tu lo voglia o no. Non puoi sottrarti in eterno alle tue responsabilità.” Fa notare Stiles facendogli la paternale, sedendosi a cavalcioni su di lui. “Liam è quasi impazzito nel cercare di controllarsi da solo durante l’ultima luna piena perché tu non c’eri. Dovresti essere la sua guida, Scott. Lo hai morso. Sei il suo alpha, ricordi?” Accusa, cercando di far ragionare il suo migliore amico.

Scott si limita a borbottare, coprendosi il viso con un braccio. 

“Puoi occupartene tu. Lo hai già fatto per me quando sono stato trasformato e poi per Malia. Sei bravo in questo genere di cose.” Risponde l’alpha, cercando di sottrarsi al rimprovero. 

“Sono lusingato, Scottie, ma come sto cercando di farti notare in questa discussione, Liam non è una mia dannata responsabilità!” Sbraita allora l’altro, passandosi con frustrazione una mano tra i capelli. Stiles sospira, cercando di ricordare mentalmente a se stesso che urlare contro l’amico mentre aveva il cuore spezzato non avrebbe risolto nulla e tantomeno avrebbe aiutato Scott a stare meglio. “Tua madre è preoccupata. Kira è preoccupata perché non rispondi al telefono da giorni. Io sono preoccupato.” 

Scott abbassa il braccio, folgorandolo con i suoi vermigli occhi alpha. 

“Ti ho lasciato il tuo spazio quando Derek se ne è andato, no? Perché non puoi fare lo stesso?!” Ruggisce furioso, lasciando scattare le zanne.

Stiles trema per la violenta reazione inaspettata, ma non indietreggia. Scott non gli farebbe mai del male, nemmeno sotto forte stress o rabbia, ne è totalmente sicuro. 

“Le due situazioni non sono neanche lontanamente paragonabili.” Sussurra in imbarazzo.

L’alpha si lascia sfuggire una piccola risata sarcastica, deridendolo. “Stiles, smettila di mentire a me e innanzitutto a te stesso. Tu sei innamorato di Derek! Hai pianto la prima volta che ha deciso di lasciare la città ed eri distrutto quando se n’è andato insieme a Braeden. Dovresti capire cosa sto passando in questo momento.” 

“Io non…” Prova a negare Stiles, venendo prontamente inchiodato al suo posto da un’occhiata severa. “Ok, anche se fosse, quello che provo io per Derek non è rilevante al momento. Sto cercando di aiutare il mio migliore amico ad affrontare il suo trauma emotivo qui!” Ricorda mestamente, incrociando le braccia al petto. 

Scott alza gli occhi al cielo, la rabbia che sfuma velocemente come era venuta. “E questo lo chiami aiutare?” Brontola. 

Stiles sorride perfidamente, afferrando di nascosto un soffice cuscino. “A volte bisogna usare le maniere forti.” Dichiara per poi colpirlo in pieno viso con la morbida arma improvvisata. 

Scott lo fissa scioccato per la cuscinata. 

“Stiles…” Non riesce a finire la frase per avvertirlo che non ha voglia di giocare al momento, che un’altra cuscinata lo colpisce in pieno volto. “Stiles!” 

“Andiamo Scott, mi conosci. Se vuoi che ti lasci in pace, la tua unica possibilità è buttarmi fuori di casa con la forza.” Afferma sfoggiando un sorrisetto strafottente. 

Scott ringhia basso in gola, lanciandoglisi contro. 

Melissa li trova mezz’ora più tardi, circondati da svolazzanti piume bianche e i resti del set di biancheria da letto del figlio. Scott sta trattenendo Stiles sotto un cuscino spennacchiato, ribadendogli di arrendersi e sembra per la prima volta qualcosa di diverso da triste e pietoso che sua madre non ha il cuore di arrabbiarsi o metterlo in punizione per il disastro. 

Si assicura solo di chiarire che non ha intenzione di ripulire il loro casino e Stiles la rassicura che ci penseranno loro. 

“Grazie.” Ringrazia Scott dopo, abbracciando strettamente il suo migliore amico. “Non sapevo di averne bisogno.” Ammette, sentendosi decisamente meglio dopo la violenta battaglia di cuscini. 

Stiles sorride sollevato. “Amico, puzzi da far schifo.” Si lamenta scherzosamente, battendogli una mano sulla schiena prima di allontanarlo. “Sai che ti amo, ma hai davvero bisogno di fare una doccia.”

Scott tira su col naso, il suo viso si contorce in una comica smorfia di disgusto quando annusa, rendendosi improvvisamente conto del proprio sgradevole odore. “Forse hai ragione.” Concorda, tuffandosi rapidamente in doccia. Quando esce dal bagno, sembra rinato. 

Lui e Stiles sistemano il casino nella sua stanza e scendono a fare merenda insieme, saccheggiando la dispensa, poi tornano in camera e giocano ai videogames come due normali liceali che passano uno degli ultimi pomeriggi estivi insieme. Parlano per ore di cazzate finché il cielo non si fa scuro e allora Stiles manda un messaggio a suo padre dicendogli che passerà lì la notte. Melissa cucina il piatto preferito di Scott quella sera e il ragazzo mangia tre porzioni senza alcuna dignità.

Quando tornano a letto, sotto un nuovo set di lenzuola pulite e profumanti di ammorbidente, Scott finalmente si apre con Stiles, sfogando tutti i sentimenti che aveva represso durante quella settimana di autoisolamento. Stiles resta ad ascoltarlo pazientemente in silenzio finché non ha finito. 

“È tutto così complicato.” Si lamenta il giovane lupo, immergendo la testa nel cuscino. “Amo Kira, lei è fantastica. Ma quando Allison ha detto che se ne sarebbe andata, ho sentito come se mi venisse strappato il cuore dal petto. E mi manca anche Isaac.”

“Lo so, Scottie.” Rassicura Stiles, passandogli affettuosamente una mano tra i capelli. “Magari un giorno torneranno e potrete sistemare le cose tra voi.”

“Se torneranno.” Corregge tristemente l’altro. 

“Ehi ora, lascia che sia io quello pessimista della coppia.” Ammonisce bonariamente Stiles. “Non mi sembra che nessuno dei due abbia detto che si sarebbero trasferiti in Francia per sempre. Chris non ha ancora venduto il loro appartamento qui.” 

Il lupo mannaro aggrotta la fronte. “Come lo sai?”

Stiles scrolla le spalle con finta disinvoltura. “Ho controllato.” Informa, ghignando furbamente.

Scott scuote la testa, sorridendo. “Sei il migliore.”

“Lo so.” Si pavoneggia scherzosamente Stiles facendolo ridere. 

Cadono in un tranquillo silenzio per qualche lungo minuto, finché Scott non decide di porre la domanda che Stiles sapeva sarebbe arrivata prima o poi. 

“Che mi dici di te e Derek?” Domanda, accoccolandosi più vicino all’amico. 

“Non c’è molto da dire, Scott. Se n’è andato.” Risponde l’altro ragazzo sulla difensiva. “Lo stronzo il più delle volte non risponde nemmeno ai miei messaggi.” 

Scott gli accarezza un braccio in un gesto comprensivo. “E tu e Malia?” 

Stiles sospira, rigirandosi per fissare il soffitto. “Voglio molto bene a Malia, è stata la prima con cui… bhe, hai capito. Ma non so se l’amo davvero.” Ammette. 

“Effettivamente con lei non sei uscito di testa come lo eri con Lydia.” Ironizza l’alpha. 

Stiles ride piano, assestandogli una gomitata nel fianco. “Credo che la mia cotta per Lydia Martin non passerà mai davvero. Sai quando dicono ‘il primo amore non si scorda mai’?” Scott annuisce. È praticamente quello che prova per Allison. “Pensi valga anche per gli amori non corrisposti?” Chiede sovrappensiero il giovane, pensando alla ragazza dai lunghi capelli biondo fragola, ma anche a un certo lupo mannaro dalle folte sopracciglia espressive. 

L’idea che il sentimento segreto che prova per Derek non si spegnerà mai è in parte rassicurante ma allo stesso tempo terrorizzante. 

“Non ne ho idea.” Sospira Scott con rassegnazione. “Amico, l’amore fa schifo.” 

Stiles gli da una pacca sul petto nudo. “Sono completamente d’accordo con te.” 

Si addormentano facendo progetti sul nuovo anno scolastico, sperando entrambi che non ci siano altri problemi soprannaturali da affrontare che mettano nuovamente a rischio le loro adolescenziali vite già fin troppo fottute e incasinate. 

Il mattino seguente, quando Stiles torna a casa, non riesce a smettere di pensare a Derek. 

Il lupo mannaro se n’è andato da due mesi e da quando si sono salutati in Messico, non ha risposto a quasi nessuna delle sue chiamate o messaggi. Non che ce ne fossero stati molti, Stiles sa mantenere le distanze quando gli veniva chiesto, ma si era comunque permesso di fare il check-in dopo quasi un mese dalla sua partenza, giusto per sapere se l’altro stesse bene e dove fosse. Derek aveva risposto sbrigativamente dicendogli che stava bene e non doveva preoccuparsi per lui, sarebbe stato da Cora con il branco sud-americano che la ospitava per il momento, non aveva piani precisi per il futuro. 

Avevano parlato solo un’altra volta, quando Derek gli aveva chiesto come favore di portare una copia delle chiavi del loft a un’agenzia immobiliare. 

Cosa ti fa pensare che io abbia le chiavi del loft? Aveva infantilmente protestato sul momento. 

Derek aveva sbuffato dolcemente al telefono. Stiles, so che hai fatto una copia praticamente il primo mese che mi sono trasferito lì. Gli aveva risposto, conoscendolo fin troppo bene. 

Hai deciso di vendere l’appartamento? Aveva quindi chiesto, non riuscendo a porre la vera domanda che gli premeva sulla lingua. Se Derek aveva deciso di vendere l’unica ‘casa’ che gli era rimasta a Beacon Hills, forse era perché non aveva intenzione di tornare in primo luogo. 

Lo sto prendendo in considerazione. Aveva ammesso come se nulla fosse il lupo mannaro. Il respiro di Stiles gli era morto in gola a quelle parole. Per ora mi limiterò a far ristrutturare il posto mentre non ci sono. Aveva poi aggiunto, facendogli tirare un enorme sospiro di sollievo. 

Dopo quella chiamata però, Derek sembrava essersi chiuso in un testardo silenzio radio. 

Stiles è così confuso su tutto. Sui suoi sentimenti, sui sentimenti di Derek, su quello che erano stati, su quello che sono, su quello che sarebbero potuti essere se il lupo mannaro non se ne fosse andato seguendo Braeden. Non sapeva nemmeno se la mercenaria fosse ancora in contatto con lui, se la loro storia fosse stata solo un fuoco di paglia o qualcosa di più serio, ma la gelosia era un seme infido con radici facili a crescere nell’animo umano.

Stiles sta fissando uno dei muri della sua camera facendo rimbalzare distrattamente una pallina da tennis contro di esso. La palla rimbalza ritmicamente dalla sua mano al muro, mentre i suoi pensieri gli si attorcigliano nella testa. Quando la pallina lo colpisce sulla fronte, facendolo accigliare, finalmente si decide a prendere il cellulare e fare quello su cui stava rimuginando. 

 

Da Stiles: Tuo fratello è un coglione. 

 

Digita, inviando il messaggio all’unica persona che potesse metterlo in contatto con Derek.

La risposta arriva quasi immediatamente, facendolo sorride. 

 

Da Cora: Dimmi qualcosa che non so.

Da Stiles: Tipo che se lo avessi di fronte al momento, lo prenderei a pugni? 

Da Cora: Ti romperesti una mano. Sarebbe più comodo per te colpirlo con una mazza da baseball di metallo. O dargli un calcio nelle palle. 

 

Stiles sbuffa una risata, sentendosi già meglio. 

 

Da Stiles: Mi piace quando incoraggi la mia vena violenta su di lui. 

Da Cora: Ringrazia che mi piaci. Se fossi stato chiunque altro ti avrei strappato le braccia e ti avrei picchiato con esse per aver minacciato mio fratello. 

Da Stiles: Lo so. Derek è fortunato ad averti come sorella. 

Da Cora: Puoi ben dirlo.

Da Cora: Quindi, cosa ha fatto il mio fratellone per farti incazzare? 

Da Stiles: A parte non rispondere mai al telefono e sparire dal giorno alla notte dall’altra parte del continente come se gli altri non significassero nulla per lui? 

Da Cora: Sai com’è fatto. Funziona a modo suo. 

Da Stiles: Non giustificarlo sempre.  

Da Cora: Non lo giustifico, Stiles. Cerco solo di capirlo. 

Da Stiles: Vorrei provarci anche io. Se mi parlasse. 

Da Cora: Per quanto sia divertente intromettermi nella vita sentimentale di mio fratello maggiore, non credo che mettere bocca nei vostri litigi da fidanzatini sia una mia prerogativa. 

Da Stiles: Di che stai parlando?

Da Stiles: Siamo solo amici.

Da Cora: Stai Scherzando. 

Da Cora: Lui ti guarda come se fossi tutto il suo mondo. 

 

Stiles sospira malinconicamente. Gli sarebbe davvero piaciuto se fosse stato realmente così. 

 

Da Stiles: Bhe, notizia flash. Non è così.  

Da Stiles: A meno che tu non sappia qualcosa che io non so, ovviamente. 

 

Ironizza, non volendo concedersi di alimentare false speranze. 

 

Da Cora: Mio fratello è davvero un coglione. 

 

Dice l’ultimo messaggio che riceve quella mattina da parte della giovane Hale.

 

Da Stiles: ?

 

Invia alla ragazza, domandandosi cosa intendesse così improvvisamente prima di sparire. 

Stiles perde le speranze di ricevere una risposta finché a tarda sera il suo telefono squilla sulla scrivania mentre sta giocando a World of worldcraft. 

“E-ehi.” Saluta esitante, riconoscendo il numero sul display. 

“Ehi.” Saluta a sua volta la voce ruvida di Derek. 

Stiles rabbrividisce, lasciandosi cullare dal suono della parola che scivola nel suo orecchio. 

“Come stai, sourwolf?” Domanda, facendosi coraggio per riempire la conversazione prima che un imbarazzante silenzio si depositi tra loro. 

Derek sbuffa al nomignolo familiare, facendolo sorride. “Sto bene.” Risponde. “Tu?”

“Ora che Scott ha smesso di fare l’emo per la partenza di Allison e Isaac sto molto meglio.” Ammette, ritrovandosi a raccontare tutto quello che è successo a lui o al branco nelle ultime settimane. “Erika mi ha mandato una foto bellissima di Boyd che cavalca un toro meccanico indossando un cappello da cowboy e degli orribili pantaloni pezzati.”

Derek ride affettuosamente. “Sì, l’ha mandata anche a me.”

Stiles stringe i denti. “Oh, quindi a lei rispondi?” Non riesce a trattenersi dal lanciare la velenosa frecciatina, pentendosene immediatamente quando sente il lupo mannaro sospirare attraverso la cornetta. 

“Stiles…”

“No, scusa. Dimentica quello che ho detto. Facciamo finta per una volta che la mia bocca non abbia parlato prima di mettersi d’accordo con il mio cervello.” Implora, volendo tornare alla tranquilla conversazione che stavano condividendo fino a un minuto fa.  

“Cora mi ha detto che ti sei lamentato con lei questa mattina.” Informa tranquillamente il lupo. 

Stiles si morde colpevolmente il labbro. “Sì, ecco… non volevo metterti contro tua sorella. Volevo soltanto, sai, smuovere le acque. Trovare un modo per capire perché non volessi più parlarmi.” Si giustifica, grattandosi nervosamente il collo. “Sapere perché fosse diventato così facile mettermi da parte.” Aggiunge tra i denti in un sussurro appena udibile. 

Derek non fatica però a sentire le sue parole, ribattendo velocemente. “Stiles. Non ti ho messo da parte.”

Il ragazzo ride stancamente. “Ah no? Derek, sei a duemila chilometri da qui. Non rispondi alle mie chiamate. Non mandi neanche un messaggio per farmi sapere se stai bene. Come lo chiami questo?” Colpevolizza. 

“Io…” Il lupo mannaro tenta di controbattere all’accusa, senza però sembrare trovare le parole giuste, ammutolendosi. 

Stiles sopira, massaggiandosi la radice del naso. “Pensavo fossimo amici.” 

“Lo siamo.” Conferma con veemenza Derek. 

“Ah davvero?” Deride l’adolescente, spegnendo il pc per alzarsi dalla sedia della scrivania e stendersi sul letto. Riprende in mano la pallina, lanciandola con forza contro il muro per sfogare la rabbia. “Quindi è così che tratti i tuoi amici? Perchè sono stufo di illudermi di essere importante per te quanto tu lo sei per me. Se anche sono mai stato minimamente importante per te.”

“Certo che lo sei!” Ringhia offeso il lupo mannaro. 

Stiles alza lo sguardo verso l’acchiappasogni appeso sulla testiera del letto, afferrandolo d’impulso per staccarlo, lanciandolo attraverso la stanza. 

“E come dovrei saperlo, Derek, visto che non vuoi parlarmi e anzi, sembri voler mettere sempre più distanza tra noi? Non ho una fottuta palla di cristallo da consultare ogni qualvolta tu torni ad essere il tuo vecchio te burbero, scontroso e chiuso col mondo!” Aggredisce, finendo per distrarsi e venir colpito nell’occhio dalla pallina. “Auch!”

“Stai bene?” Domanda subito il lupo, preoccupato dal suo gemito sofferente. 

“No, non sto bene, Derek! Una pallina da tennis mi ha appena colpito in un occhio e la persona di cui credo di essere innamorato continua a fare l’ottuso al telefono facendomi perdere la pazienza!” Vomita senza pensare, raggelando quando si rende conto di ciò che ha appena ammesso. 

“Che cosa hai detto?” Chiede tentennante il lupo mannaro, trattenendo il respiro.

“Niente. Non ho detto niente.” Nega il giovane, deglutendo pesantemente. “Ora attacco e entrambi faremo finta che questa conversazione non sia mai avvenuta.” Propone con una mezza risatina carica di panico. 

“Stiles, non riattaccare per favore.” Prega Derek, cercando di fermarlo. 

Ma Stiles non ascolta e conclude la chiamata. 

Derek fissa stupidamente il cellulare, confuso da quello che è appena successo. 

Sua sorella lo trova ancora così quando esce dal bagno dopo aver fatto la doccia. 

"Stai bene?" Domanda la ragazza, sedendosi al fianco del fratello sul letto. 

Derek annuisce, voltando leggermente la testa per guardarla. "Non so cosa fare." Ammette smarrito, stritolando l'apparecchio telefonico nella mano. 

Cora alza un sopracciglio. "Magari tirare fuori le palle?" 

Derek spalanca la bocca, sbigottito. 

"Non guardarmi in quel modo. Sono stata fin troppo tenera con te. Laura ti avrebbe preso a calci nei coglioni se fosse stata al mio posto." Dichiara Cora, sorridendo divertita mentre si alza per lasciare la stanza, lasciandolo solo. 

Sua sorella minore non ha tutti i torti. 

Se Laura fosse stata ancora viva, lo avrebbe tirato per le orecchie fino a portarlo in ginocchio davanti a Stiles per fargli affrontare finalmente i propri sentimenti. 

Derek ringhia a se stesso, sentendo l’impellente bisogno di andare a correre per schiarirsi le idee. 

Lancia un’ultima speranzosa occhiata al cellulare prima di uscire, desiderando di poter convincere Stiles a chiamarlo con la sola forza del pensiero. Scuote la testa, rassegnandosi al fatto che per quella sera non avrà più modo di confrontarsi con il giovane. Esce e corre, macinando un chilometro dietro l’altro mentre il suo cervello lavora incessantemente per analizzare ogni parola detta nella telefonata. 

Stiles che dichiarava i propri sentimenti durante uno sfogo d’ira non era il massimo degli inizi da cui sperare di instaurare una buona e sana relazione. Sempre se fosse riuscito ad ammettere a se stesso di volere una relazione con l’adolescente per prima cosa. 

Ma a chi voleva mentire. Certo che la voleva. 

Non riusciva a pensare ad altro da quando l'aveva lasciato. Si era più volte chiesto nelle ultime settimane se avesse preso la decisione giusta allontanandosi da lui. 

Era stato così felice quando Stiles gli aveva risposto al cellulare dopo che sua sorella aveva insistito perché lo chiamasse, che si era chiesto come avesse fatto a resistere per un intero mese dal chiamarlo solo per ascoltare la sua voce. Gli mancava il suo odore, i suoi intelligenti occhi ambrati e la sua squillante risata.

Tutto ciò che Stiles gli aveva detto, tutto ciò che il ragazzo aveva assunto e di cui lo aveva accusato, gli faceva supporre che credesse che fosse Derek quello che lo avrebbe rifiutato una volta venuto a conoscenza dei suoi sentimenti. 

Come poteva Stiles pensare una cosa del genere, quando era così perfetto e meraviglioso ai suoi occhi?

Stiles era sembrato così arrabbiato, ferito e deluso da lui. 

Le parole di Braeden gli risuonano come un disco rotto nella testa, ricordandogli che le sue decisioni non avrebbero mai fatto soffrire solo se stesso. 

È tutta colpa sua. È sempre stata colpa sua. 

Derek ulula, sentendo il proprio lupo agitarsi sotto la pelle, artigliando per uscire. Ha bisogno di sfogare tutta l’energia nervosa accumulata e la semplice corsa non sta aiutando. Si lascia andare alla trasformazione, mani che mutano in zampe, viso che si contorce in muso, pelo nero che ricopre la pelle. 

E corre.



Note dell'autrice: Come il capitolo precedente, anche questo segue un prompt del Cowt-11, per la settima settimana: M1 ispirata al prompt litigio - 17. “Leave me alone!”
Che dire, sia Derek che Stiles sono due cretini confusi ma sono arrivati entrambi al punto di rottura e siamo lì lì per la svolta ;) vi farò cuocere solo per un altro capitolo (o due, perché c'è altro angst canon in arrivo). 
   
 
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