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Autore: LittleBunny    22/03/2021    4 recensioni
[Continuo di 'Irresistible']
Il mercenario pensò nuovamente a quella proposta.
Effettivamente, l'uomo gli aveva dato solo buone motivazioni per accettare quella commissione, senza contare che, visto il brutto periodo che aveva passato, cambiare aria gli avrebbe fatto più che bene.
Dopotutto, Francis ora era bello che morto, non c'era modo di sistemare la sua brutta faccia ma era praticamente immortale e Vanessa.... beh, era andata.
Era arrivato il momento di iniziare un nuovo capitolo della sua vita.
Mentre Weasel, felice che l'altro avesse accettato l'incarico, iniziava ad offrire un giro a tutti quelli presenti nel locale, Wade posò nuovamente lo sguardo sulla locandina della taglia del supereroe con un sospiro rassegnato.
Era proprio un peccato doverlo uccidere perchè, da quella foto, sembrava avere proprio un bel culo.

[Spideypool]
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Deadpool, Peter Parker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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02indestructible ● Continuo della fanfiction Irresistible che potete trovare qui
● In questa fanfiction, NON si fa riferimento al Peter Parker della MCU ma è ispirato a quello dei fumetti;
● I personaggi NON sono miei ma della Marvel Comics.


2° Capitolo.



"... E questo è quello che è successo nel capitolo precedente. Non ti sembra tutto dannatamente assurdo?!"

"... Wade, sono le due del mattino, perchè diavolo mi hai chiamato per parlare dei tuoi incontri imbarazzanti? E che diavolo è questo bordello in sottofondo??"

"Prostitute." esclamò il canadese, con un certo orgoglio nella voce "Ma non stanno facendo quello che pensi, Weasel, sei un pervertito, come ti ho cresciuto? Stanno facendo dell'innocua lotta con i cuscini mezze nude, ovviamente."

Mentre l'occhialuto sospirava pesantemente ed imprecava in svariate lingue, il mercenario si sistemò l'ennesimo bigodino sulla parrucca bionda che stava indossando e che gli ricadeva fino alle spalle.
Stringendosi nella sua vestaglia rosa shocking, posò lo sguardo su Lucy e Candy, le due simpaticissime squillo che avevano deciso di seguirlo a casa con un semplice incentivo dato dai soldi, sperando che ciò lo aiutasse a rilassarsi un po', ma niente da fare: la sua concentrazione era focalizzata solo su ciò accaduto quel giorno.

"So che hai il cervello completamente andato a male, ma giuro non ti capisco." borbottò Weasel, appena fu più tranquillo "Ma... perchè ti interessa tanto, quel tipo - Phills, giusto? E' un trombamico della tua adolescenza, no? Che ha di così speciale?"

"Intanto è Peter." specificò l'altro, inclinando la testa per tenere il cellulare sulla spalla, per poi iniziare a mettersi dello smalto per le unghie "E no, non è un trombamico, non dire queste cose su di lui."

"Ow, scusa, non dirmelo, era il tuo fidanzatino frocio?"

Sbaglio o sentiva del sarcasmo in quell'affermazione?

"...No, non avevamo neanche quel tipo di relazione." borbottò, pensieroso "Uh. Non credo fossimo amici."

"Come no. Che diavolo sarebbe allora?"

"...Beh... E'..."

Wade si fermò a pensare ad un lungo istante a Peter Parker.
I suoi ricordi erano sempre vaghi e confusi ma sembrava ricordare bene tutto ciò che riguardasse il newyorkese.
La prima memoria che aveva di lui era in un bagno scolastico e rimembrava ancora abbastanza lucidamente la prima cosa che aveva pensato: 'questo ragazzo ha il culo più bello che io abbia mai visto.'
Collegato al fatto che sembrava che fosse un tipo abbastanza impacciato e avesse qualche problema con i compagni di scuola, pensava che fosse una conquista abbastanza facile e non doveva neanche inventarsi scuse per incontrarlo perchè il preside l'aveva assegnato a lui come 'guida'.
Già si era immaginavo la scena: lui che lo difendeva da qualche tipaccio e quello che, per ricambiare, lo rinchiudeva da qualche parte per fargli qualche servizietto assai gradito.
A pensarci al tempo, oltre che vedere un sacco di porno scadenti, era molto incasinato in testa per quanto riguardava le relazioni umane.
Sarà stato il fatto che non avesse una madre, il fatto che avesse un padre di merda o il fatto che si spostavano in continuazione, non aveva mai stretto chissà che legame con gli altri.
Le persone erano un passatempo con cui divertirsi e via, nessun legame e, detta sinceramente, non pensava che Peter sarebbe stato diverso.
Era qualcosa già visto, si diceva.
...Ah, quanto sbagliava.
'Allora, mettiamo subito le cose in chiaro. Le cose sono due: o ti aiuto a studiare in qualche modo o ti arrangi da solo. Molto semplicemente.'
Furono le prime esatte parole che gli fecero capire che Peter Parker non era di certo uno che si faceva sottomettere così facilmente e la cosa l'aveva lasciato di sasso.
Insomma, il canadese era il doppio di lui, se solo avesse voluto, avrebbe potuto mandarlo all'ospedale solo col pensiero e quel ragazzetto moro era lì, che lo guardava dritto negli occhi, con sguardo di sfida.
Fu la prima volta che si interessò genuinamente a qualcuno, la prima volta che voleva conoscere realmente una persona e farsela amica.
Tuttavia, si era reso presto conto che lui era una frana a fare amicizia 'sul serio' e il solitario nerd non era uno che si facesse avvicinare facilmente.
I primi approcci erano stati assai fallimentari, insomma, gli aveva quasi provocato uno shock - un attacco d'ansia?
Ricordava ancora il modo in cui cercava di attirare l'attenzione dell'altro e farsi perdonare ed era... assai goffo, per essere gentili, da psicopatici, per essere brutali.
Ma ci teneva davvero tanto: voleva essere amico di Peter.
... In realtà puntava all'essere l'amico del cuore con cui l'altro scopava sempre, ma a questo ci sarebbe potuto arrivare per gradi.
Forse.
Ma neanche qui, le cose andarono come voleva lui.
Più che far avvicinare il moro a sè era Wade che ne rimaneva sempre attratto, come il miele e le api, le zanzare al moschicida elettrico, Justin Bieber e le droghe.
Era interessato al suo modo di pensare, a cosa lo facesse felice, cosa arrabbiare, cosa gli facesse paura e voleva stare solo ed esclusivamente con lui, non importava cosa facessero e, soprattutto, lo voleva vedere sorridere.
Nonostante ciò, si era stranito di volere solo quello e si sorprese ancora di più che bastasse che l'altro lo trattasse come una persona o che lo toccasse, anche solo per sfiorare con le dita la sua mano, per renderlo la persona più felice del mondo.
A pensarci era così assurdo-- insomma, il canadese che aveva trombato con qualsiasi cosa disponibile nelle vicinanze, che si accontentava di una cosa del genere?
Assurdo e patetico e... da innamorato.
Ebbene sì, era arrivato ad un punto che era davvero convintissimo che gli piacesse da morire- insomma, già lo sapeva, ma ne ebbe la certezza al 100% quando si rifiutò di fottere chiunque perchè non gli sembrava giusto: voleva solo Peter.
E c'erano delle volte che era convinto di essere ricambiato ma, come provava a fare un passo verso di lui, si ritrovava a peggiorare la situazione.
L'aveva anche fatto piangere... era stato orribile.
Ma le cose erano andate meglio, finchè...Wade non aveva rovinato tutto, andandosene.
Di nuovo.

"...Complicato." finì la frase il mercenario, a disagio a causa di quei pensieri.

"Boh, come ti pare." borbottò Weasel con voce assonnata, poco interessato alle turbe interne dell'altro "Hai finito con le tue crisi da checca? Posso andare a dormire?"

Il canadese sbuffò, spostando un ciuffo di parrucca biondo.

"Mi hai passato quei file?"

"Sìsì..." rispose l'altro, con uno sbadiglio "Tutta la roba che riguarda l'Uomo Ragno, che siano video, che siano articoli di giornale, li ho mandati al tuo pc. Mi raccomando, poi cancella ogni file appena hai finito, non si sa mai."

"Per chi mi hai preso? Sono un professionista." esclamò oltraggiato il mercenario, soffiando sopra lo smalto appena messo "Brucerò il portatile nel dubbio."

"Come vuoi." disse, emettendo un altro sbadiglio "Ora vado a dormire. Giuro che se la prossima volta non mi chiami per qualcosa attinente al lavoro...!"

"Mi uccidi?" esclamò con un sorrisone, ammirando le sue unghie verde fluo.

"Fanculo Wade."

******

Quando chiuse la chiamata con Weasel, Wade sbuffò mentre apriva i file che l'altro gli aveva mandato.
Erano file per dieci anni di attività quindi erano infiniti file da visionare.
Con un sospiro rumoroso, posò la fronte sulla tastiera del pc, sbattendola poi ripetutamente.
Era forse la parte più noiosa del suo lavoro : conoscere l'obiettivo.
Solitamente, cercava di conoscere lo stretto necessario - chi era e i posti che frequentava abitualmente, ad esempio - ma col fatto che era nel Queens dove c'erano Peter e la sua famiglia, avrebbe dovuto prestare molta più attenzione.
Non poteva rischiare di ammazzarlo in un parco pubblico, col rischio che il bel newyorkese ci passasse e si traumatizzasse.
Doveva essere cauto cosa che il mercenario non era per niente, non era per l'essere cauto che era così bravo nel suo lavoro!
Era bravo perchè aveva un ottimo istinto ed aveva un talento naturale a sparare in bocca ai cattivoni che gli capitavano a tiro.
E, col non doversi preoccupare di morire, beh... non aveva davvero nessun limite.
Il meglio di sè in queste condizioni, l'aveva dato quando aveva ucciso la boy band di Francis e aveva ucciso... beh, Francis.
Era stato frustrante il fatto che quel coglione non gli avesse sistemato la faccia ma era stato molto, molto gratificante l'avergli sparato in faccia.
Colosso non ne era stato molto felice ma... Oh beh, così è la vita.

"Dobbiamo colpirci con dei cuscini ancora per molto...?" esclamò una voce dietro le spalle del mercenario, che si voltò immediatamente con la sua poltrona rotante.
Una ragazza dalla tinta rossa era sopra il suo letto, con le braccia sui fianchi che lo guardava furibonda mentre l'altra ragazza dalla tinta blu e un grosso tatuaggio a farfalla nella parte bassa della schiena, era seduta e si sgranchiva le braccia.
Ah giusto, le prostitute.
Com'è che si chiamavano?

"Ah giusto, Candida." mormorò Wade, fissando la ragazza sopra il letto "In realtà no, non è più necessario. Anzi, ora sarebbe gradito che ve ne andaste. Vedetela così, il nostro colloquio è stato molto soddisfacente, vi farò sicuramente sapere!"

"E' Candy, non Candida, coglione." esclamò la tipa, scendendo con difficoltà dal letto "Senti, sono più che felice di non aver manco toccato quello schifo di pelle che ti ritrovi ma se pensi di prendermi per il culo e non pagarmi per tutto quello che ci hai fatto fare, tu-"

"Ma quello è Spider-man!" cinguettò l'altra ragazza e, in un momento, Wade se la ritrovò al suo fianco mentre guardava lo schermo con occhi a cuori.

"...Oh gesù, un altro fissato per quel supereroe da strapazzo." esclamò quella che si era rivelata Candy, sospirando pesantemente.

"Non è un supereroe da strapazzo!" ribattè l'altra, che sicuramente di chiamava Luanne o Lily o Karen "E' fighissimo e mi ha salvato la vita!"

"Ecco che ci risiamo..."

"Devi sapere che quando ero alle prime armi." iniziò a raccontare la prostituta dai capelli blu, senza che nessuno le dicesse niente "Fui assalita da dei tipacci e... e.... Spiderman mi ha salvato! Non solo, mi ha portato pure al pronto soccorso e... e... e....Non ha voluto nulla in cambio, neanche nessun tipo di servizietto!"

"Lucy, perdio, magari è frocio, che ne sai!" esclamò Candy, con un sospiro "E ti ricordo che ha ammazzato una ragazza."

"Sono tutte bugie! Il Daily Bugle l'ha sempre infamato, sin dai primi tempi" insistette Karen "Io credo in lui."

A quel punto, Wade imparò una cosa: le tende della sua stanza d'appartamento color lilla erano davvero affascinanti ma sarebbero state ancora più belle con degli unicorni sopra.
Ah e, sì, mai invitare prostitute mente lavorava: troppo emotive.


******

"Weasel? Weasel! Ci sei?? E' per il lavoro!" esclamò alla cornetta il mercenario, con voce agitata.

"Sono sveglio. Di nuovo. Purtroppo." borbotto Weasel irritato, per poi schiarirsi la voce " Ma deduco che tu abbia qualcosa. Bene, che hai scoperto?"

"Io..." sussurrò in tono drammatico "Mi sono appena iscritto al fanclub di Spiderman."

L'amico non lo degnò neanche di una risposta e gli chiuse la chiamata in faccia.

******

Non aveva chiuso occhio quella notte, ma ne era valsa la pena e ci credeva con tutto il cuore.
Quando quella sera aveva iniziato a vedere i video di Spiderman con Karen - che aveva insistito per rimanere - non si aspettava di rimanerne così stregato.
Insomma, la prima parte della serata era tutto un fare urletti e fischi ogni qual volta l'eroe faceva una spaccata o c'era qualche inquadratura indecente, ma poi...  ma poi qualcosa era cambiato.
Vedere quella persona mascherata affrontare qualsiasi difficoltà, nonostante gli ostacoli, nonostante le persone avverse, anche se ciò lo portava spesso e volentieri a ferirsi e a beccare insulti gratuiti, gli aveva fatto uno strano effetto.
Forse era assurdo pensare ad una cosa simile, ma molto probabilmente, ciò che l'aveva colpito di più, era il fatto che si assomigliassero, in qualche modo: erano entrambi soli, in lotta contro il mondo, per fare la cosa giusta, anche se spesso gli altri non li apprezzavano.
Senza contare che aveva una pazienza immensa visto che, al posto suo, avrebbe già sparato a metà delle persone che lo insultavano o gli lanciavano cose addosso.
New York era assurda: avevano un super del genere, un angelo in spandex, e ci sputava sopra.
Era proprio un peccato doverlo uccidere...
... E fu quel pensiero che lo fece piangere come uno scemo e la povera Karen fu costretta a dargli alcune pacche sulla spalla per farlo calmare.
Aveva conosciuto tardi il suo idolo e doveva dirgli già addio... quindi c'era una cosa sola che poteva fare: recuperare il tempo perduto.
Fu così che uscì dall'appartamento e dopo aver salutato la prostituta - che, a proposito, era una tipa abbastanza strana che continuava a dirgli cose senza senso come 'sono Lucy, non Karen', in continuazione - andò in giro per Newyork, in cerca di tutti i possibili gadget su di lui, senza badare a spese.
Preso dalla commozione, la foga e la mancanza di sonno, era andato in qualsiasi negozio che vendesse roba a riguardo ma, non avendo nessuna busta o borsa con sè, pensò bene di infilare tutto dentro la sua felpa.
Fu quando si ritenne soddisfatto che, mentre si reggeva da sotto la pancia la felpa per non far cadere il suo tesoro, si rese conto di avere fame.
Si guardò intorno, in cerca di qualcosa che lo ispirasse, quando il locale dei locali attirò la sua attenzione con una scritta accattivante sulla lavagnetta : 'pancake a 8 dollari'.
Un modo perfetto per iniziare bene la giornata dopo le spese fatte, ma fu un'altra la cosa che lo convinse ad entrare proprio là dentro.
Oltre la vetrata, in un angolo, mentre sorseggiava non sapeva bene cosa, ecco il suo newyorkese preferito.
Lì per lì Peter non lo notò ma, dopo poco, i loro occhi si incrociarono e pensò che fosse proprio destino.
... Destino o il fatto che si era appiccicato al vetro con la faccia e aveva iniziato a fare versi strani e tutti, in poco tempo, si erano voltati a fissarlo perplessi.
Già, difficile dirsi.
Ad ogni modo, appena il moro lo aveva notato, aveva iniziato a muovere la mano freneticamente ed era entrato subito nel locale e, dopo aver dato una bella manciata di soldi al primo cameriere trovato a tiro e ordinato dei pancakes, prese una sedia da un tavolo a caso e si sedette proprio di fronte al più piccolo.

"Ehilà principessa~" esordì, con voce seducente "Anche tu sei qui per fare colazione con i pancake?"

"...Wade..." disse Peter, posando lo sguardo sul cellulare "Sono le 18."

"...Oh." mormorò il canadese per poi fare una lunga pausa "...Beh, è sempre un buon momento per fare colazione con i pancakes."

Posò poi lo sguardo su ciò che stava bevendo il ragazzo di fronte a sè e ne riconobbe l'odore.

"Caffè?" esclamò, sorpreso "Pensavo fossi più tipo da cioccolata e marshmallow."

"Quello sei tu, da quello che mi ha detto zia May." ribattè l'altro, per poi posare lo sguardo sulla sua tazza "E' un sapore a cui mi sono abituato, in qualche modo ."

"Oddio, allora è vero..."

Ad interrompere il momento romantico fra loro due, una voce femminile, e il mercenario si accorse in quel momento che il newyorkese non era solo in quel tavolo.
Le diede una lunga occhiata: dei lunghi capelli rossi, occhi verdi, ben truccata e ben vestita.
Aveva un non so che di familiare ma non aveva la più pallida idea di chi fosse, ed era una cosa assurda, contando che fosse oggettivamente una di quelle ragazze da cui il 90% degli uomini e delle lesbiche, avrebbe accettato volentieri di farsi calpestare.
Certo, se questa avesse parlato un pochino invece di fissarlo come se fosse sul punto di vomitare ed urlare assieme, magari l'avrebbe aiutato a ricordare qualcosa e-

"Wade, ti ricordi di Mary Jane? Andavamo a scuola insieme."

Ah, Petey pie, il suo angelo custode...
... Aspetta, Mary Jane?
Gli si era appena accesa una lampadina - una lampadina mezza fulminata, ma pur sempre una lampadina.
Era una delle amiche di Peter, se non la sua prima cotta, e ancora ora Wade non sapeva cosa ci avesse trovato in lei.
Non è che fosse geloso- okay, forse lo era stato giusto un po' ma- no, forse molto più di un po' e- va bene, era stato geloso marcio di quella ragazza ma era vero che, per quanto esternamente era una gnocca da paura, internamente era un personaggio davvero irritante.
Nonostante sapesse della cotta del moro, se n'era sbattuta altamente dei suoi sentimenti e aveva continuato a ronzargli intorno, infischiandosene di quello che lui potesse o meno provare, per poi sparire e tenere il muso se, malauguratamente, le cose non andavano come voleva lei.
Detto in parole semplici, la considerava un'opportunista.
Aaaaah, se pensava alle volte che aveva scocciato il moro con i suoi problemi ma poi, quando il ragazzo con cui stava , faceva il bello e il cattivo tempo, lei se l'era sempre presa con le persone sbagliate.
Insomma, quella litigava col fidanzatino coglione che aveva non so che di problemi con Peter e quello che veniva ignorato era sempre Peter.
Dio, che santo il newyorkese a sopportare quei due e- aspetta, come si chiamava il fidanzatino coglione?

"Perry, Gary..." mormorò il più grande, elencando con le dita "No no... Terry, Curry? ....Oh!"

Schioccò le dita, soddisfatto di sè stesso e del suo strabiliante cervello che, a volte, non era così marcio come tutti credevano, Wade compreso.

"...Harry." disse con voce soave, posare lo sguardo sulla rossa "Giusto, con quello là? Vi siete già sposati e sfornato tanti piccoli psicopatici, o...?"

Improvvisamente, il mercenario avvertì qualcosa nell'aria , o meglio dire una sensazione, un po' come quando te la facevi addosso ed eri l'unico che, per motivi oscuri, non si accorgeva della cosa mentre la gente intorno a te si chiedeva perchè non avessi usato un fottuto cesso: aveva detto una cosa che non doveva, anche se non sapeva cosa, e ora Peter e Mary Jane lo guardavano esterrefatti.
In quella strana atmosfera, in cui tutto sembrava essersi bloccato, notò la ragazza posare molto lentamente gli occhi sul moro, che si alzò, dirigendosi verso il bagno.

"Wow, complimenti Wilson." esclamò la rossa, guardandolo in cagnesco "Sei a New York da...quanto, 24 ore? E già fai casini."

"Prego...?" rispose l'altro, più interessato a seguire Peter con lo sguardo - e a chiedersi se dovesse seguirlo o meno - piuttosto che quello che stava dicendo.

"Quella domanda! Potevi risparmiartela."

A quel punto, il canadese la fissò, non avendo la più pallida idea di cosa stesse parlando.

"...Serio? Non dirmi che non lo sai." mormorò lei, alzando un sopracciglio perplessa "Devi essere proprio fuori dal mondo."

A quel punto, il mercenario sospirò: questi personaggi secondari non potevano leggere  invece di fare domande ,a cui aveva già abbondantemente risposto nel primo capitolo?

"Ho avuto un cancro terminale al fegato, polmoni, prostata e cervello" ribattè con un fare colpevolizzante e un timbro di voce acuto "E ho passato gli ultimi tempi a, diciamola così, 'querelare' il dottore che mi ha guarito di merda, lasciandomi dei buchi sulla pelle che neanche i donuts. Quindi, su forza, perchè non mi fai sentire in colpa perchè non ho seguito i cazzi di giornali e i cazzo di telegiornali, uh??"

A quel punto, la ragazza allargò gli occhi e sbiancò e quasi poteva vederla, farsi piccola piccola in quella sedia.
Li senti, eh? I sensi di colpa per esserti scagliata su un poveraccio come me, mh??
SCACCO MATTO!

"... Ad ogni modo." esclamò dopo un po' l'altra, schiarendosi la voce "Ti pregherei di lasciarlo in pace, ha già molto a cui pensare."

"Lasciarlo in pace?" ribattè innocentemente "Che avrei fatto di male?"

"Uh, non so, magari confondergli il cervello e poi abbandonarlo quando meno se l'aspetta?" rispose acida e sarcastica, schioccando la lingua "Assolutamente non nel tuo stile, giusto?"

In quel momento, arrivarono i suoi amati pancakes e Wade, mentre si versava il suo amato sciroppo d'acero, si prese un istante per pensare.
Probabilmente non era stata la migliore delle accoglienze, ma almeno Mary Jane aveva avuto una reazione naturale al suo ritorno.
Se invece pensava a come aveva reagito Peter...
...Diciamo che era stato parecchio statico.
Insomma, non che si aspettava che l'avrebbe ricevuto a braccia aperte o altro, ma si aspettava almeno un po' di rabbia, magari mischiata a tristezza, e che cavolo!

"...Wade? Wade, mi stai ascoltando?"

"Sì." rispose il canadese, mangiando un pezzo di pancake "Nessuno può mettere Baby in un angolo."

"Cos- no, cavolo no! Non hai ascoltato manco una parola di quello che stavo dicendo!" constatò la rossa, con una certa irritazione nella voce.

"Ho sentito il necessario." ribattè, facendo spallucce "Bla bla, non scocciare Peter, gne gne, lui è mio e non tuo e se fai qualcosa lo dico a mamma."

"... Cavolo, certo che, con gli anni, sei diventato più fuori di testa."

"Grazie dolcezza." rispose, facendole un occhiolino.

"Il mio non era un- Aaaaaaah."

Sospirò pesantemente, accavvalando successivamente le gambe.

"Mi chiedo come Pete ti sopporti così facilmente." si chiese, per poi guardare dritto negli occhi Wade "...Ad ogni modo. La cosa di Harry è...pesante. Ti pregherei di non nominarlo davanti a lui, non ora."

Wade appuntò mentalmente : non chiedere più a Petey di Harry ma informarsi privatamente con i suoi agganci e nel caso, decidere se farlo fuori o dargli un pestaggio di avvertimento.

"...Ed un'ultima cosa." disse ancora la ragazza, con sguardo di sfida "Io avrò... fatto delle scelte sbagliate, in passato, scegliendo la persona sbagliata. Ma non ho intenzione di farlo di nuovo."

...Oh.
Era la rivelazione degna di un film di serie B dove la protagonista scema si mette col bad boy, per poi capire a fine film di stare col good boy? Seriamente, Mary Jane??
Stava per aprire la bocca per percularla, quando un suono familiare lo ridestò: il suono di un caricatore che veniva inserito dentro una pistola.

"Fermi tutti, questa è una rapina!" esclamò uno dei due tipi incappucciati che erano entrati ora nel locale, sparando poi in aria e creando il panico all'interno del locale.

Wade sospirò pesantemente a quella scena.

"Davvero ragazzi? Proprio ora che sto facendo colazione?" esclamò irritato, fra sè e sè.

Si ritrovò a doversi chinare e, molto lentamente, si sfiorò la caviglia dove, sotto gli enormi pantaloni della tuta, nascondeva una pistola automatica per le emergenze.
Vedendo come i due tremavano, maneggiando malamente le pistole, ne dedusse che fossero alle prime armi e ciò voleva dire che sarebbe stato più facile sbarazzarsene ma che erano pericolosi per la gente intorno a loro perchè, agitati com'erano, avrebbero potuto sparare un colpo accidentale a qualcuno là dentro.
Era davvero una rottura, insomma, questi pancakes erano la fine del mondo: se gli avessero impedito di tornare lì dentro dopo aver sparato?
Nonostante fosse partito con l'idea di non sparare un colpo mortale, si ripromise di fargli però molto ma molto male: era pur sempre di pancakes che si stava parlando, che diamine!
Stava per prendere la pistola e sparare - da quell'angolazione, avrebbe potuto colpire entrambi in un colpo solo - per poi rendersi conto che, all'interno di quel locale, c'era anche Peter.
Cavolo, non poteva lasciare che lo vedesse, lui-
Prima che potesse pensare a qualcosa, un rumore lo distrasse e vide immediatamente le pistole dei due rapinatori scaraventate sul muro, attaccate da un materiale che sembrava la tela di un ragno.
Forse era stato l'unico ad essersi accorto di quel veloce gesto, perchè i due rapinatori si ritrovarono confusi e spaesati per una manciata di secondi mentre si guardavano le mani.
Fu quando uno dei due si accorse finalmente delle pistole attaccate al muro, che un'ombra apparve e, con un colpo secco, lo stese.
L'ombra - se così si poteva chiamare il sexy eroe in tuta rossa e blu - posò lo sguardo sull'ultimo malvivente, che stava tremando con una foglia.

"Amico, non voglio farti male, davvero, arrenditi e finiamola qui!"

...Cos'era quella bella voce sexy che proveniva da quell'altrettanto sexy maschera?
Ad ogni modo, nonostante la paura, il rapinatore decise di non arrendersi e si avventò su Spiderman che lo schivò senza troppe difficoltà, per poi dargli un calcio a martello che lo fece svenire.
Infine il supereroe sparò una ragnatela ai polsi dei malviventi, per tenerli bloccati e, proprio quando se ne stava per andare, le persone all'interno del locale gli applaudirono e l'eroe fu costretto a fare un lungo inchino profondo alla folla, per poi lanciare una ragnatela fuori dal locale e fuggire via.
Wade, che aveva assistito a tutta la scena, non poteva che continuare a guardare con gli occhi a cuore la porta da cui era appena andato via .
Era stata la cosa più bella che avesse mai visto, seppur di breve durata: insomma, una sveltina eroica.
E...e... erano sue fantasticherie da fangirl o, ad una certa, i loro sguardi si erano incrociati??

"Giornata impegnativa, uh?"

Sentendo quelle parole, il mercenario sussultò e si voltò immediatamente, trovandosi nuovamente Peter che digitava qualcosa sul suo cellulare.
Da quanto era lì? E quanto tempo il canadese aveva trascorso lì a sbavare sul misterioso super??
Il tempo, quando hai un cervello sfanculato come il suo, era relativo.

"Peach!" esclamò in un tono più acuto di quanto volesse, improvvisamente nervoso "Io- Non- stai bene, sì?? Non so se hai visto il casino appena successo."

"Peter." lo corresse di nuovo, non smettendo di controllare non si sa bene il cellulare "Sì, ho visto, ad una distanza di sicurezza."

...Oh.
Oh!
Ora capiva.
Facendo diventare gli occhi a due fessure, osservò per un istante il ragazzo di fronte a sè.
Era questo il suo gioco? Mettere un muro fra loro?
Oh, povero Peter Parker, forse ancora non aveva capito che razza di piaga biblica era Wade Wilson.
Così, senza troppe cerimonie, posò l'indice sul cellulare del moro, in modo che lo inclinasse e potesse vedere cosa stesse facendo di così importante: con sua enorme sorpresa, notò che stava guardando alcune foto di Spiderman.

"Non mi dire..." mormorò il canadese, facendo un fischio "Anche tu sei fan del ragnetto?"

"Diciamo che abbiamo un rapporto complicato." ribattè l'altro, per poi alzare il viso e guardarlo dritto negli occhi "Che vuol dire 'anche'? Sei un fan di Spiderman?"

"IO?" esclamò con un forte acuto "Ti pare che io--"

E fu così che accadde.
Fece un movimento brusco e i portachiavi, le spille e quant'altro era riuscito ad infilare dentro la felpa, caddero a terra, causando un gran fracasso.

"... Stavo dicendo che-"

Nuovamente, altri oggetti caddero dalla felpa, facendo ulteriore rumore.
A questo punto, Wade guardò per terra e, dopo una manciata di secondi, provò a parlare nuovamente.

"...Io-"

E cadde l'ultimo portachiavi che aveva in corpo.

"...Signore." mormorò il cameriere che aveva precedentemente pagato in maniera eccessiva per dei pancakes "Vuole che le raccolga e metta tutto in un sacchetto?"

"...Sì, fammi il favore." borbottò il mercenario, per poi tornare a guardare di sottecchi il newyorkese.

Eccolo che era lì, il gomito sul tavolino e la mano a coprirgli un mezzo sorrisetto: era 1 a 0 per Peter.
Ma ciò non significava che avesse perso la partita.

"Okay, vabbè, ammetto che potrei avere una ''''leggerissima'''' fissa per Spiderman, ma sono un umano anche io. Sai, la carne è debole." ribattè, con fare teatrale "Ma fino a prova contraria, quello che sbavava sulle sue foto sul cellulare eri tu."

Il minore gli rivolse una faccia che non seppe decifrare - simile al disgusto - per poi sospirare.

"Io non sbavo." precisò subito "E' il mio lavoro."

"Lavoro?" ribattè Wade, con fare confuso.

"E' il fotografo personale di Spiderman." intervenne a quel punto Mary Jane, con uno strano sorrisino sul volto.

Il mercenario parve sempre più confuso.

"...Spiderman fa il top-model nel tempo libero e non lo sapevo?"

A quel punto, Mary Jane scoppiò in una risata sommessa mentre Peter le lanciava un'occhiataccia, improvvisamente molto in imbarazzo.
Okay, c'era qualcosa che gli sfuggiva?

"... Ricordi che ti dicevo che lavoro al Daily Bugle?" esordì il moro, ad una certa "Ecco, è quello che faccio. Sono... emh, diciamo bravo a fotografare Spiderman nel momento giusto."

A quel punto, Wade si fece molto interessato: una cosa del genere, poteva fare al caso suo.
Doveva solo riuscire a trovare un modo per sfruttarla a suo favore.

"...Quindi, venderai quelle foto al tuo capo?" chiese pensieroso.

"L'idea era quella." rispose, facendo spallucce "Ma uno, non avevo la macchina fotografica con me e, a livello di qualità, è tutt'altra cosa. Seconda cosa, molte sono uscite sfocate, quindi saranno tutte da buttare."

"...Aspetta." disse il canadese "Posso vederle prima?"

Il newyorkese lo fissò per un lungo istante, per poi sospirare e porgergli il cellulare.
Il più grande, scorse la galleria e, vero, le foto erano uscite un po' sfocate, ma erano comunque degne di nota, specie quelle dove si vedeva per bene il sedere del super.

"Oh..." esclamò di colpo Wade, zoomando su una foto dove l'eroe era ripreso di schiena "Lo spandex gli delinea bene i lineamenti. Dite che lo fa apposta a mostrarsi così sexy?"

A quel punto, a Peter andò di traverso il caffè e la rossa fu costretta a dargli delle pacche sulla schiena, con uno strano sorrisino in volto.

"Seriamente, è proprio uno sporcaccione questo Spiderman." disse, cercando di trattenere un'altra risata.

Nuovamente, ebbe la sensazione che gli sfuggisse qualcosa ma, in quel momento, lasciò perdere, in quanto improvvisamente un'idea gli balenò in mente.

"Senti, Petey..." disse pensieroso "E se le foto le vendessi a me?"

Il ragazzo appena ripreso dal tentato soffocamento, rivolse uno sguardo perplesso all'altro, che sorrise vittorioso.
Era perfetto: da un lato, avrebbe dato un'occhiata al moro come voleva la zia, dall'altra, avrebbe avuto foto del suo beniamin-
Insomma, a puro scopo lavorativo per, insomma, ucciderlo.
Perchè era sempre più super convinto di uccidere il proprietario di quel bel sederino.
Mai stato più convinto di così.
Certo.
Come no.

"Perchè?" chiese sospettoso Peter, a quel punto "Senza contare che è una bella spesa."

"Un fan non vorrebbe avere tutto il necessario del suo idolo?" gli rispose sinceramente "E non ho problemi di soldi, anzi, se vuoi, ti posso scrivere subito quanto ti offrirei per le foto."

Senza aspettare una risposta, prese un tovagliolo e sopra scrisse la cifra e, prima di passargli il tutto, fece in modo tale di aggiungerci qualche fiorellino e cuoricino qua e là.

"...Uh, Wade." mormorò il moro perplesso, leggendo la cifra "Penso tu abbia sbagliato a scrivere, guarda quanti zeri ci sono."

"Oh?"

Il mercenario fissò nuovamente il foglio ed, effettivamente, aveva ragione: ci aggiunse immediatamente un altro zero.

"Io- Wade, ma sei impazzito??" esclamò di botto il minore, sbiancando a quella cifra "NON PUOI PAGARMI UNA CIFRA SIMILE PER UNA FOTO."

"...Perchè?" chiese confuso il più grande "Troppo poco?"

"Troppo... e basta, Wade."

A quel punto, Wade sospirò pesantemente : Peter Parker era l'unica persona che conosceva che potesse rifiutare dei soldi.
Era assurdo quel ragazzo, adorabile, ma davvero assurdo.

"E tu vuoi dirmi che puoi spendere una cifra simile?" chiese a quel punto Mary Jane davvero poco convinta, squadrandolo.

"Certo che posso, sono un uomo d'affari." esclamò, con un caldo sorriso che non prometteva nulla di buono "Se Petey mi passa il suo conto, glieli posso mandare anche subito. O se vuoi posso vedere se nel portafoglio o-"

"Forse non ci siamo capiti." disse il newyorkese, ancora esterrefatto "Io non la voglio una cifra simile. E poi... e poi... che diavolo ci fai con le foto?"

"Un altarino."

"Che??"

"Petey, tranquillo, stavo scherzando."

No, non stava scherzando.

"Non capisco perchè questo ripudio. Sono soldi che ti potrebbero fare comodo per tante cose eee non è che stai rubando, ti sto pagando un lavoro. Quindi possiamo--?"

"Togli qualche zero." esclamò Peter, con fare fermo.

"Che? No, non voglio!" ribattè ancora "Quei soldi sono meritatissimi, fidati."

"Togli tre zeri, Wade."

"No. E se non la smetti, te ne aggiungo un altro."

"WADE, IO QUESTA CIFRA NON-"

"PETER, NON FUNZIONANO COSI' LE CONTRATTAZIONI."

Si misero entrambi a sospirare pesantemente, improvvisamente stanchi da quelle trattative che non stavano portando a niente, mentre la rossa li guardava come se avessero qualche problema.
Il mercenario, a quel punto, si rese conto che ciò non avrebbe portato da nessuna parte: era il caso di contrattaccare.

"...Facciamo così." disse, cercando di essere quello ragionevole, per una volta "Forse lo credi perchè queste foto non ti sono uscite benissimo, mh? Ma sono sicuro che hai tante foto belle che magari non ti hanno preso e sarebbe un bel peccato non guadagnarci sopra qualcosa."

Il newyorkese lo guardava poco convinto ma, a questo giro, non ribattè e ciò era un buon segno.

"Potremo fare così:" continuò il canadese "Potremo vederci, farmi vedere tutte le foto che hai a disposizione e discutere assieme una cifra che accontenti entrambi. Che ne pensi?"

"Io..." rispose il moro "...Sì, mi sembra una cosa più fattibile."

Bingo, era fatta.
E ora, mancava solo il tocco finale.

"Ottimo. Ci scambiamo i numeri, dolcezza?" esclamò Wade, facendogli l'occhiolino.

"...Perchè vuoi il mio numero?" ribattè l'altro, subito sulla difensiva.

"Beh, mio caro, come possiamo metterci d'accordo sennò?" rispose, con finta innocenza che non gli si addiceva "...Ah! Ho capito, preferisci che venga a casa tua? Va benissimo, c'è ancora l'albero in cui mi arrampicavo per entrare in--"

"Va benissimo scambiarci il numero di telefono."

Così, mentre Peter gli dettava il numero controvoglia e Mary Jane lo fulminava con lo sguardo, Wade ghignò: ora erano 1-1, palla al centro.









//Beh? BEH? Vi ho tolto qualche dubbio su Wade?8)
Ora sapete cosa pensasse del nostro Petey Pie nella scorsa storia. <3
Spero abbiate ripassato con la storia precedente, per gustarvi meglio le parole di Wade e capirne tutte le citazioni. 8) <3
E niente, inizio a divertirmi a scrivere questi capitoli dal 'punto di vista' del nostro mercenario chiacchierone, pensavo sarebbe stato più difficile, essendo uno spirito più 'affine' a Petey ma... Weell, non sta andando così male come pensavo!
Detto ciò, scusate l'enorme assenza ma, come già detto precedentemente, ho una storia a cui dare la precedenza eeee il fatto che ora ho iniziato uno stage, mi ha dato ulteriormente meno tempo libero.
Sigh, ma tranquilli ragazzi, non mollerò la storia, dovessi metterci 100 anni per finire (?).
Concludo ringraziando come sempre Alice per il fangirleggiamento (?) e le correzioni eeeee Ah.
Prima che me ne dimentichi, la storia è ambientata verso fine gennaio/inizio febbraio (come in Irresistible, uhuh <3)

E niente, alla prossima ragazzi, fatemi sapere che ne pensate se vi va :3 <3
   
 
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