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Autore: Lodd Fantasy Factory    22/03/2021    1 recensioni
Non ho tempo per le introduzioni. Devo raccontare questa storia, e voglio farlo il prima possibile. Prima che qualcosa mi possa fermare... prima che loro... sono dietro ogni angolo. Sono nella mia casa... cancelleranno tutto. Persino me...
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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22 Marzo 2021,

 

 

La musica mi ha fatto compagnia.

Cosa saremmo, senza?

Uomini dispersi nel silenzio dei nostri pensieri. Essa, e mi arrischio ad ammetterlo davanti a tutti, è la ninnananna dei nostri demoni. Certo, qualche volta riesce a deprimerci; ma, anche nel suo scavare nel profondo dei nostri dubbi, riesce sempre a tirare fuori il male che ci divora dall’interno.

No, non mi sono liberato da questa tediosa situazione grazie alla musica, eppure mi ha aiutato a superare la notte, a dormire cullato da suoni che ho ritrovato infine familiari. Hanno tenuto lontana quella voce eterea.

Avorio ha dormito accoccolato contro il mio petto. Il suo calore mi ha confortato nel profondo; riportandomi indietro all’abbraccio di mia madre. Sarebbe bello se gli spiriti di chi abbiamo amato, una volta persi a causa delle fatalità che assediano i viventi, potessero ritornare a noi sotto altre forme. Alcune culture lo credono possibile.

A me piace solo pensarlo.

Trovo il tutto abbastanza improbabile… come faccio ad avere questo punto di vista, dopo tutto quello che mi sta accadendo? Questo è un vero dilemma. La mente umana segue percorsi tutti suoi.

Non ho mai amato tanto il giorno quanto in questi momenti. Se tutto mi dovesse andare per il meglio, però, non ci sarebbe più bisogno di scrivere questo Diario.

Questa mattina mi hanno dato il buongiorno le sirene, due volte consecutive, a distanza di poco tempo. La prima si trattava di un’ambulanza: ho potuto vedere i paramedici scendere in tenuta bianca antisommossa, le borse mediche al posto dei fucili; anche loro sono impegnati su un fronte, e chissà che quest’ombra non abbia un ruolo anche in questo episodio che sta sconvolgendo il mondo intero. Hanno portato via una signora – neanche troppo vecchia - che sta due palazzi più avanti, dall’altra parte della strada. Mi è balzato in mente un pensiero malsano, proprio nel frattempo che l’ambulanza si lanciava di nuovo nel traffico: questi Esseri possono soccombere ai virus? Esiste qualcosa che ne impedisca il loro diffondersi?

Perché, se questa storia va avanti da un secolo, o forse più, non sono stati ancora in grado di dominare il mondo con la loro ombra? O forse è già così, solo che non lo sappiamo? Forse viviamo in una specie di realtà parallela, come in Matrix. Noi non siamo altro che un loro gioco!

Pensieri folli, ma dettati dai sussurri malevoli di quella voce nel cuore della notte. Sostiene che gli apparteniamo. Come se fossero i nostri procreatori. Ma allora perché questo Diario è così importante per loro? Che vi sia la chiave per poterli sconfiggere?

Ma allora perché non è già stata utilizzata?

Forse i miei predecessori non ne hanno avuto la forza. Sono stati sconfitti… quanti Philipp Lloyd sono esistiti prima di me?

Ci manca solo che mi metta a farneticare a riguardo dei rettiliani, sul Nuovo Ordine Mondiale e chissà quale altra follia del complotto. E se fosse tutto vero?

Più scrivo, più le idee mi assalgono. Non è da me!

Ma devo raccontarvi della seconda sirena. Lo farò nel mio solito codice, anche perché è ciò che i più di voi lettori non aspetta altro. Volevate sapere come era andata a finire, giusto? Solo voi, miei fidati, potrete leggerlo, evidenziando gli spazi vuoti della storia, per rivelare ciò che non è scritto. */

*/ La seconda sirena era della polizia. Gli agenti hanno fatto irruzione nel palazzo; guardando dallo spioncino, ho potuto scorgerli buttare giù la porta del vicino. Ho sentito all’improvviso un grattare frenetico sulle pareti, e quella voce gracchiare dal muro confinante con l’altro appartamento; poi, degli spari. Mi sono precipitato nel pianerottolo: volevo vederlo con i miei occhi! Mi hanno ordinato di tornare in casa. Non è il risultato che speravo: hanno ucciso la vicina! Sostengono che abbia fracassato la testa del marito a colpi di mazza; si è poi avventata sugli agenti, trovando la morte. Tutto è stato scoperto grazie a una chiamata di soccorso del figlio, il quale vive in un altra regione. Follia…

Non credo di essermi liberato da questo fardello. Ma forse ho un po’ di respiro.

Anche Avorio mi è parso più tranquillo.

Sarà una cosa strana, ma ho deciso di ordinare del sushi per festeggiare, e del buon salmone per Avorio. Si banchetta sul cadavere dei nemici? So che può sembrare macabro, ma mi sento sollevato. Ho avuto come l’impressione di vivere una giornata normale. Eppure… vorrei vedere cosa c’è in quella casa… provo questa sensazione di curiosità che già una volta mi ha messo nei guai. Devo cedere a questa tentazione?

Dove è finito tutto il mio terrore, oggi?

È come se questa notizia lo avesse portato via.

Ho deciso di riportarvi indietro alla scoperta di Philipp Lloyd, riprendendo il racconto proprio dove l’avevo interrotto. Sappiate che questo turba la mia quiete: ogni volta che ho provato a rivelare qualcosa di tutta questa faccenda, sono sempre accadute cose strane, surreali.

Tra parentesi trovate alcune mie considerazioni.

 

 

“[…] Ora che ero lì sotto, mi chiesi, perché non mi riusciva di udire quel lamento?

‘Vieni fuori, oh vergine che esigi il mio tormento!’ mi venne da gridare; la mia mancanza d’animo però lo tradusse in poco più di un sussurro. Cercai di schiarirmi la gola, ma il terrore che mi assalì all’udire di nuovo quel tonfo sordo davanti a me arrivò a seccarmi addirittura la lingua e gli occhi. L’intensità del lume della lanterna, come se un gas lo stesse alimentando, finì per darmi fastidio alla vista.

Poi, vidi quell’essere delinearsi al calore della fiamma, al passo del suo macabro tonfo.

Sempre più vicino.

Sempre più rapido.

‘Mostrati!’ avrei voluto gridare; ma, nonostante il mio volto fosse corrucciato in un’espressione di cieca follia, dentro ero paralizzato dalla paura. Quel vecchio dormiva davvero sopra il Diavolo! (Quale coraggio. Io non avrei trovato la forza.)

Un altro colpo sordo portò la creatura ad una distanza tale da poterla vedere, da poterne distinguere la rattrappita e deforme ossatura; il cespuglio crespo che ne ricopriva una parte del volto scavato e segnato da ombre profonde come l’abisso dello spazio. Il suo incedere era un atroce scricchiolare d’ossa e cartilagine e, da una bocca che non mi era ancora concesso di scorgere, prese ad esalare uno strozzato lamento gutturale.

L’ennesimo tonfo… e mi fu concesso di vederla in tutta la sua aberrante natura!

‘Eccola, dinanzi a me, la regina delle tenebre!’ pensai. I suoi occhi di rubino saettarono sulla mia figura, le sue articolazioni schioccarono verso di me nell’atto di afferrarmi. Mi ritrassi, lanciando al contempo un sordo grido di terrore. Avrei voluto voltarmi e scappare via, ma qualcosa, forse il suo sguardo, mi tratteneva ogni muscolo. Rimasi pietrificato! (Come lo capisco. Quale orrore!)

‘Fa...me’ esalò l’Essere, cadendo prona ai miei piedi. Scorsi solo in quel momento il lazzo che la tratteneva legata ad una colonna portante, bruciandole la raggrinzita pelle del collo sino a produrre un sangue scuro e grumoso. Ne provai improvvisamente pietà, pur maledicendomi per star nutrendo quel sentimento. Ero certo che, se non fosse stata legata, avrebbe istantaneamente fatto scempio delle mie carni.

La vista della prigionia ci affligge così tanto, anche per coloro che crediamo di odiare. Perché un essere qualsiasi, imprigionato, è la dimostrazione che basta un niente per perdere le nostre libertà. In catene, o legati, smettiamo di essere vivi: siamo solo carne da macello.

La pietà mi indusse a non vibrare il colpo mortale, e da quella posizione mi sarebbe risultato semplice sopraffarla. Riuscire a mettere fine a quello scempio, a quella maledizione, non mi sarebbe potuto rivelare più facile. (Non è facile prendere una vita, sia anche quella di un nemico.)

Ucciso il diavolo, il mondo è libero, si dice. Ma anche il diavolo un tempo era stato un angelo. Lucifero: è così che mi sentii, reggendo quella luce, quando ai miei occhi si palesò l’operato dei servi di Dio! (Questa sua definizione m’inquieta. Gli uomini che tendono a paragonarsi a creature celestiali, Dei, o simili, finiscono sempre per divenire schiavi della loro stessa immagine.)

‘Pa...dre… Fa… me’ mugolò ancora l’Essere.

Tremante per mia esagerata sconsideratezza, mi chinai sulla sua figura e presi le sue mani rattrappite tra le mie: dotate di unghie così lunghe tanto averle credute artigli, erano segnate da morsi di piccole bestie che dimorano nell’ombra, quali roditori, insetti e vermi. La sua pelle era scura, ma per l’essersi rotolata in quel suo fetido giaciglio. Gli occhi, incavati da un’evidente denutrizione, si rivelarono di un celeste intenso, tanto d’aver la facoltà di assimilare il calore della luce, al cui tocco troppo a lungo ella doveva essere stata sottratta. I miei occhi terrorizzati misero finalmente a fuoco la creatura che avevo dinanzi. Ella, lontano dalle mie iniziali congetture demoniache, non era altri che una giovane donna, intrappolata lì sotto da chissà quanto!”

 

La scoperta di Philipp mi da subito sconcertato.

Mi ha dato l’impressione che debba esserci per forza un nesso tra l’oscurità che ci perseguita e l’operato di altri uomini. Che sia il Diavolo o chissà quale altra entità ad avere un ruolo portante in questa faccenda, temo proprio avremo da scoprirlo solo andando avanti con la sua storia.

Vorrei raccontarvi di più in merito al suo incontro, ma ho scritto abbastanza per oggi.

Voglio fermarmi fintanto che tutto sembra essere tranquillo.

Avorio dorme placido acciambellato dietro lo schermo del mio portatile, sollevando di quando in quando lo sguardo quando batto con troppa foga la barra spaziatrice, come ad invitarmi a fare con più calma.

Ora che ci penso… non trovate che abbia qualcosa di strano? Da quando quell’Essere si è avvicinato a casa mia, lo trovo più pavido del solito, più assonnato, più debole.

Quando lo accarezzo, fa un verso tremulo.

È come se avesse assorbito tutta la mia preoccupazione.

Cosa ti sta accadendo, Avorio?

 

 

Aggiornerò presto,

 

 

 

Philipp Lloyd.

   
 
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