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Autore: Lodd Fantasy Factory    23/03/2021    1 recensioni
Non ho tempo per le introduzioni. Devo raccontare questa storia, e voglio farlo il prima possibile. Prima che qualcosa mi possa fermare... prima che loro... sono dietro ogni angolo. Sono nella mia casa... cancelleranno tutto. Persino me...
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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23 Marzo 2021,

 

 

Giorno…? Anno…?

 

E per tutto il tempo che i sacerdoti avevano versato il loro sangue ad opera della mia delirante smania di verità, Ella aveva digiunato. Ma le sue deplorevoli condizioni non derivavano dal mio averla ignorata, dal mio aver rifuggito la sua richiesta di soccorso. La povera, aggrappatamisi all’abito con la disperazione di chi tenta di sottrarsi alla morte, era stata loro prigioniera da tanto tempo da aver scordato addirittura la sua natura umana. Quale mostruosità domina il mondo degli uomini…

La vidi che mi implorava, e potei vedere quei canyon che aveva come gore sotto gli occhi inondarsi di calde lacrime, frattanto che le sue mani tastavano le mie gambe, risalendo sino al mio sesso. Ebbi l’istinto di sottrarmi ad un gesto che compresi non esser frutto della casualità; era il modo cui era stata costretta a supplicar il perdono. Il cuore mi si colmò d’orrore, di rabbia e disperazione. L’istinto di consegnarla al trapasso tornò in me, sotto il fulgido pensiero che nessuno dovrebbe sopravvivere alla propria morte terrena, conservando dentro di sé nient’altro che disperazione e vergogna.

Mi accorsi delle lacrime che bagnavano il mio volto, baciandole quel cespuglio ispido che aveva per capigliatura. Piansi senza poter frenare quel dolore liquido che mi sgorgava dagli occhi.

No. Non devi. Non più.” mi affrettai a consolarla, raccogliendola tra le mie braccia, dopo aver tagliato quel filo maledetto che la segregava nell’oscurità. Il suo peso, irrisorio per l’età che supponevo dovesse avere, e la stretta che avvolse attorno al mio collo, mi riportarono alla mente la mia dolce Elisa; non ebbi il coraggio di salvare mia figlia, e non mi sarei mai perdonato di fallire una seconda volta. Comincio a credere che veniamo al mondo per uno scopo, che tutta la sofferenza a cui sono sottoposto possa avere un briciolo di senso in questa terra corrotta da troppi mali.

Mi sarei preso cura di lei.

Questo diede di nuovo senso alla mia esistenza.”

 

 

Così Philipp Lloyd prosegue nella stesura, un po’ confusionaria, della sua tormentata esistenza. Il suo modo di scrivere – e da che pulpito viene la predica – si evolve di giorno in giorno, qualche volta più ricercato e accurato, qualche altra come se la concezione del tempo per lui fosse del tutto slegata al flusso che tutti conosciamo. Ho come avuto l’impressione che il ritrovamento di questa povera ragazza possa essere solo una sua fantasia. Un tentativo della sua mente di darsi un motivo per sopravvivere. Chiuso in quell’abazia, potrebbe aver perso del tutto la lucidità.

Sarebbe stato semplice per lui abbandonare quel luogo, chiedere alle persone nei dintorni il giorno e l’anno, e tornare a comprendere la propria posizione nella società. Eppure, c’è questa sua frase che mi torna alla mente: “Vorrei andarmene. Ma non posso. Sento di avere ancora qualcosa da fare qui.”

E quella sensazione era esatta, sempre che la ragazza sia reale. Fidandosi del proprio istinto, ha salvato la vita della donna. Se questa sia stata una buona o cattiva scelta, avremo da comprenderlo proseguendo nella lettura.

Mi sono accorto di un’altra cosa, tornando indietro con le pagine del suo Diario: ho finito per l’iniziare a scrivere nel suo stesso modo, facendo uso degli stessi termini. Ho udito anche io una voce eterea. Il suo Uomo Ombra è diventato anche il mio.

Questa lettura mi sta condizionando, come se ogni pagina in più mi stesse portando ad assomigliare al vero Philipp. Le coincidenze sono troppe. La cosa mi spaventa!

Ma ho fatto tutto questo discorso per inoltrarvi una mia decisione, folle ovviamente.

Ieri vi ho raccontato che ho provato la sensazione di voler vedere con i miei occhi; devo sapere se quella cosa è stata portata via. Farlo, oltre che essere illegale, rendendomi potenzialmente presente sulla scena del crimine – e con tutti i condomini contro, è un grosso rischio – è una decisione sconsiderata; ma non avrei più il coraggio di lasciare la casa, senza esserne del tutto sicuro.

La cosa peggiore?

Non posso farlo di giorno, perché mi renderei troppo visibile. La strada è abbastanza trafficata. Dovrò farlo di notte, proprio quando il pericolo è più grande.

Ho notato che una delle grandi finestre che danno sul terrazzo del vicino è rimasta aperta. Un metro e mezzo di salto mi distanzia dal raggiungere la casa. Vi starete chiedendo: perché non ho intenzione di utilizzare il portone, buttato giù con un ariete dalla polizia?

Bella domanda!

Il figlio ha voluto far cambiare subito il portone. È la prima cosa che viene da pensare, quando viene ammazzata la tua famiglia? Non lo so, forse sono io ad essere troppo portato a pensare male, in questi momenti. Dovrei ringraziarlo, eppure ho solo sospetti.

Se vi conosco abbastanza bene, anche voi starete pensando che ci sia lo zampino dell’Uomo Ombra dietro quell’omicidio. Forse è tutto un suo tranello per attirarmi allo scoperto…

Non posso più nascondermi, sono stanco di essere l’unico a subire. Questa situazione, e le parole di Philipp, mi hanno ispirato ad andare avanti. Devo fare luce sulla questione!

Purtroppo, anche se vorrei che venisse con me, sono costretto a lasciare Avorio a protezione della casa. Devo impedire che il Diario di Philipp cada nelle sue mani. */

 

*/ Qualora non dovessi farcela, voglio che sappiate che è nascosto dentro casa. Saprete dove trovarlo, amici miei. Anduin, sei l’unico a cui ho avuto il coraggio di rivelare il mio vero nome. Potrai trovare casa mia seguendo le briciole di pane che ho lasciato sul web. Vi ho raccontato tanto, anche se in modo dispersivo, della mia storia, della mia città, della mia casa. So che posso contare su di voi.

 

Ho timore che questo possa essere l’epilogo della mia storia.

Chi combatte l’ombra, rischia di svanire in essa senza lasciar traccia di sé.

Rimanere inermi ad attendere la sorte non è poi tanto diverso, solo più vile. A questo punto preferisco combattere questo male con tutto me stesso!

Nel frattempo che vi sto scrivendo, ho in cuffia una canzone che vorrei ascoltaste.

L’avrò sempre in cuffia, quando sarò dentro la casa dei vicini. Devo tenere distante quella voce eterea. Non sentire bene i rumori attorno a me mi renderà meno cauto ma un po’ più coraggioso.

Ecco il brano: */

https://www.youtube.com/watch?v=vF5m5fLhz34

 

*/ Questa canzone mi tormenta… ma servirà a voi per comprendere dove ho nascosto il Diario.

https://www.youtube.com/watch?v=7jbmtlDfUSk&list=LL&index=78

 

Sento di doverlo fare, proprio come Philipp.

Me la vedrò con l’Uomo Ombra, se questo è il mio destino.

Ho preso la mia decisione.

Vi ringrazio per avermi seguito sin qui, se questo è un addio.

 

Aggiornerò, se mi sarà ancora possibile.

 

Un abbraccio,

 

 

Philipp Lloyd.

   
 
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