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Autore: Fiore del deserto    23/03/2021    2 recensioni
A causa della sconfitta subita da Sarah diversi anni prima, il regno di Jareth rischia di andare incontro ad un pericoloso scioglimento di alleanze con il famigerato regno di Dullahan, dominato da un sovrano crudele e senza scrupoli. Quest'ultimo, tuttavia, è disposto a chiudere un occhio se Jareth sposerà la principessa Laryna, figlia del re di Dullahan. Non esattamente una storia romantica, Sarah si vedrà coinvolta nuovamente ad affrontare un' altra avventura nell'Underground... senza non incorrere in diversi pericoli.
Genere: Avventura, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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UNDERGROUND
 
In pochi attimi, come voleva la magia, Sarah e Hoggle si ritrovano catapultati in casa del nano. Ad attenderli, ci sono Ludo, Didymus e il suo fido destriero. Non c’è tempo per i festeggiamenti, come ricorderà loro Hoggle, devono immediatamente correre nel castello di Jareth per cercare di salvare il povero Rastaban. Per scongiurare qualsiasi guaio, Hoggle e gli altri si sono fatti trovare preparati. Hoggle le ha offerto un mantello con tanto di cappuccio perché Sarah possa camuffarsi, mentre Didyumus e Ludo le hanno offerto una boccetta contenente un profumo... piuttosto particolare.
«Il sentore umano, milady,» asserisce Didymus «è smisuratamente percettibile all’odorato del nostro mondo. Orbene, ho ben considerato di cogliere qualche goccia di palude.» è ben chiaro a tutti che l’origine di quello stranissimo liquido contenuto nella boccetta provenga dalla Gora dell’Eterno Fetore.
«Dico, sei impazzito?» sbotta Hoggle «Vuoi appestarci tutti per il resto della nostra vita? Come ti viene in mente di portare quella robaccia in casa mia?»
«Chetati, amico mio.» aggiunge Didymus «Siffatto fluido non offenderà il vostro olfatto e vostra persona.» la apre e fa rendere conto a tutti che, in effetti, non emette nessun cattivo odore. Didymus spiega di averla presa da una pozzanghera della parte meno fetida della gora e che bastino poche gocce per “correggere” un odore poco desiderato. Fiduciosa, Sarah lascia che Didymus le poggi solo una piccolissima goccia di quel liquido e il suo odore umano è come svanito. Per sicurezza, anche Hoggle e gli altri fanno altrettanto, in modo da non emanare nessun odore di Sarah.
 
L’idea di Didymus sembra funzionare, in quanto sono tutti quanti riusciti ad entrare nella città di Goblin, attraversandone le mura, per poi filtrarsi all’interno del castello di Jareth. Non destano nessun sospetto, nemmeno Sarah che si presenta coperta dal mantello color terra scura offertole da Hoggle. Vuoi per negligenza delle guardie goblin, vuoi per la fretta collettiva di assistere al giudizio di Jareth nei confronti dello zio Rastaban.
Li trovano lì, nella grande sala del trono. La sala brulica di gente di ogni ceto sociale della città, come quando Sarah è entrata per la prima volta nell’occasione del primo giorno della cerimonia di fidanzamento del re di Goblin.
Cosa mai avrà pensato Rastaban all’idea di essere stato messo agli arresti proprio da suo nipote, il figlio della sua cara Rosheen, questo non si potrà mai sapere. Nemmeno Sarah riesce ad immaginarlo, nonostante possa percepirne empaticamente l’enorme sofferenza interiore. L’unica certezza ruota intorno al fatto che adesso si trova davanti a lui, davanti ad un Jareth con un’aria tutt’altro che rassicurante.
«Non ti ho fatto incatenare come il cane che sei, perché mia madre non lo avrebbe mai permesso.» sono state le “gentili” parole di Jareth.
Sarah si accorge che alla sinistra del re di Goblin c’è Laryna e, come tutti i presenti, ha notato questa peculiarità: è seduta al trono, alla sinistra di Jareth, come se fosse già una regina. Si atteggia addirittura come tale.
Tornando alle crudeli parole del nipote, Rastaban sente una fitta dolorosa nel proprio petto. Si illude di stare vivendo all’interno di un incubo, sperando di potersi svegliare il prima possibile. Non ci riesce. Ciò che gli sta accadendo, è tutto vero. Non capisce, comunque, il perché di tutto ciò.
Abbiamo più volte conosciuto il lato debole e fragile del povero sidhe che, adesso, si trova dinanzi a Jareth, alla futura regina e alla moglie Linaris che – in piedi alla sinistra di Laryna come una velenosa dama da compagnia - lo guarda con aria di superbo disgusto.
Anche Sarah si è resa conto di un dettaglio che, con ogni probabilità, è saltato anche all’occhio di Rastaban. Onyx non c’è. Come mai, proprio suo figlio, non è presente?
Riprendendo l’attenzione sulla fragilità emotiva di Rastaban, la dignità, però, non sembra averla perduta. Un conto è farsi plagiare da quella serpe di Linaris, un altro è quello di farsi accusare ingiustamente. Dentro di sé prega la sorella di dargli la forza necessaria per aiutarlo ad affrontare tale sopruso.
La sua mente si “risveglia” non appena sente una voce accusatoria che non appartiene a suo nipote.
«Rastaban, duca di Goblin,» è Laryna «sei stato condotto qui per volere del mio amato re di Goblin con l’accusa di assassinio, alto tradimento della corona e per aver distrutto la scultura ritraente la compianta Rosheen, madre del re di Goblin. Cos’hai da dire in tua difesa?»
Per la prima volta, Rastaban raccoglie tutto il suo coraggio e alza gli occhi verso Laryna.
«Perché sei proprio tu a parlare, tu che sei ancora la principessa di Dullahan?» la voce del sidhe è calma, serena, educata, nonostante la sua situazione attuale «Con tutto il mio rispetto, non sei ancora la regina di Goblin e gradirei sentire tali accuse infamanti dal mio re di Goblin.»
La solidarietà di Sarah nei confronti del sidhe non fa che incrementare nel sentirgli pronunciare tali parole, così semplici ma abbastanza forti da fare sfigurare quell’arrogante di Laryna.
«Silenzio!» lo blocca Jareth, la sua voce rimbomba per tutta la sala, ottenendo un sobbalzo collettivo «Non osare mai più rivolgerti così a Lavinia...»
«Laryna!» quasi strilla la principessa, seccata.
«Sì, giusto...» si corregge, rimanendo nella sua posa autoritaria «La futura regina di Goblin ha diritto quanto me di scegliere e di giudicare. Per cui, Rastaban, ti ordino di rispondere alle sue parole.»
Così come la solidarietà verso Rastaban, anche l’incredibile voglia di prendere a schiaffi Jareth incrementa dentro Sarah.
Rastaban prende un bel respiro prima di difendersi.
«Jareth,» rivolgendosi al nipote, fa largamente capire a tutti i presenti che non ha intenzione di prestare attenzione a Laryna «come mai puoi solo pensare che io possa essere ritenuto colpevole di quanto mi si accusa? Per favore, sono certo che si sia trattato di un orrendo equivoco o di una vergognosa congiura. Sono persino disposto a perdonarti...»
«Taci!» ordina Laryna con tutta l’acidità di cui è ben dotata «È a me che devi rispondere.»
«Io non ho nessuna colpa,» risponde Rastaban con una serenità d’animo che fa imbestialire internamente Laryna «mio nipote lo sa bene. E credo che anche tutti coloro che sono qui adesso siano d’accordo con le mie parole. Il vero problema è che il re di Goblin pende troppo dalle labbra di una principessa che, a parer mio, con i suoi capricci lo stia trasformando in qualcuno che non è mai stato.»
«Come osi?» gli strilla contro Laryna scandalizzata «Ti dovrei fare giustiziare per questo! Questo oltraggio è troppo da sopportare! A me? Io sono la futura regina di Goblin!» scandisce con estrema altezzosità le ultime parole e, in particolare, il titolo di futura regina.
«Basta così, Rastaban.» Jareth interviene in aiuto di lei «Tale oltraggio è troppo pesante anche per me. Nessuno nel regno, nemmeno un parente del re di Goblin, deve solo osare compromettere l’autorità della mia Lavinia...»
«Bastaaaaa!» l’urlo di Laryna è così forte che molti tra i presenti, Sarah e i suoi amici compresi, sono costretti a tapparsi le orecchie «Basta! Basta! Sono stufa marcia di tutto questo!» si alza dal trono, appoggia i pugni ai fianchi stizzita più che mai, fulmina Jareth con i suoi occhiacci «Tutti i miei problemi sono iniziati da quando ho messo piede in questo regno. Un regno che appartiene ad un re che non sa nemmeno il nome della sua futura regina!» il viso di Laryna si arrossa come per manifestare la forte rabbia che ribolle in lei «Un re che si è fatto sconfiggere da una sporca, lurida e schifosissima umana. La stessa che ha distrutto la statua di sua madre.» si volta verso i presenti «E non facciamo finta di non sapere di cosa io stia parlando. Lo sappiamo tutti che è stata lei! C’era il suo schifoso sangue sulla scultura, ma il vostro re è ancora troppo innamorato di lei per poter accettare la sua colpevolezza.» la sua voce si incrina come quella di una bambina capricciosa in procinto di piangere.
Sarah, nel sentire quelle parole, sente un sussulto in lei. Un sussulto negativo, come quello di un tuffo al cuore.
«Ma cosa stai dicendo, mia adorata?» domanda Jareth sorpreso, come se fosse stato schiaffeggiato «Come fai a credere ad una cosa simile? Sono stato io il primo ad aver bandito Sarah dal mio regno...»
«Tu la ami ancora!» strilla Laryna, incrinando ulteriormente la voce «L’hai addirittura chiamata per nome anche adesso, ti importa ancora di lei. Perché, altrimenti, continui a sbagliare il mio nome?»
«È stata solo una distrazione.» si difende Jareth «Non c’è bisogno di farne una tragedia.»
«Zitto!» è l’ultimo ordine di Laryna e si rivolge alternativamente a Jareth e ai presenti «Questa è l’ultima goccia. Adesso parlo io!» come se fino ad adesso non avesse proferito verbo «Sin dall’inizio non ho sopportato l’idea che mio padre, il re di Dullahan, mi affibbiasse ad un re fallito.» tale aggettivo fa sussultare tutti quanti, ma Laryna ha ancora tanto altro da aggiungere «Un re conosciuto per essersi fatto sconfiggere da un’insulsa umana, infangando il suo sangue reale e il suo regno. Io, la principessa Laryna, la figlia del grande e potente re Algol, avrei dovuto come lavare il vostro disonore unendomi in matrimonio con il vostro re. Io? E ditemi, come può una principessa del mio calibro accettare di sposare un re che, non solo si è fatto sconfiggere da una schifosa umana, ma che si è addirittura innamorato di quest’ultima!» un altro sobbalzo collettivo, mentre nel frattempo Sarah sta come bruciando di rabbia dentro sé. Ci pensa Hoggle a tenerle una mano, come per calmarla.
«Mia principessa,» interviene Linaris «se posso permettermi...»
«Silenzio!» la blocca Laryna «Io non ho nessuna intenzione di sposare un re che non ha fatto altro che coprirsi di ogni tipo di scandalo. Oltre alla vergogna dell’umana, adesso se n’è aggiunto un’altra. Io sono la principessa di Dullahan e non ho nessuna intenzione di unirmi in matrimonio con un re che colleziona fallimenti, sconfitte e che ha nella sua famiglia dei... criminali.» punta il dito contro Rastaban, per indicare il criminale al quale si riferisce «Per cui, basta così! Sono stufa marcia di tutto questo! Non ho nessuna intenzione di essere la regina di un re che ama coprirsi di scandali. Ho un nome molto importante da rispettare!» fa per andarsene, quando una voce fuori campo la ferma.
«Mia principessa.» Tutti si girano nella direzione della voce.
È Onyx. Cammina a passo deciso in direzione di Rastaban, tenendo lo sguardo fermo verso Jareth.
Non lascia a quest’ultimo il tempo di chiedere spiegazioni, in quanto Onyx ha già iniziato a far scorrere il suo fiume di parole.
«Io, figlio del duca di Goblin, mi inchino a Laryna come degna regina del nostro regno.» esclama solennemente Onyx, mentre Rastaban cerca invano di chiedergli cosa abbia in mente «Miei concittadini,» continua Onyx rivolgendosi ai presenti «ho udito le parole della solenne principessa e mi si è aperto un mondo. Invito a tutti voi presenti di seguire il mio esempio. La saggezza alberga in lei come quella di una sovrana ed io farò di tutto, da adesso in poi, per servirla.»
Se Laryna, insieme a Linaris, guarda Onyx con fare trionfante, lo stesso non si può dire per Jareth e Rastaban.
Il re di Goblin si alza dal suo trono, adirato come una tempesta per l’affronto subito.
«Come osi?» tuona Jareth al cugino e ordina alle guardie di portarlo via, ma non fa in tempo a continuare.
«Mi rivolgo a tutti voi presenti, in questo momento.» insiste Onyx con una sicurezza raggelante «Riflettiamo su quanto ha detto la principessa e guardiamo tutti quanti in faccia la realtà. Il nostro attuale re di Goblin, negli ultimi tempi, con la sua arroganza, con la sua frivolezza nei riguardi di un’umana, non ha fatto altro che coprire ognuno di noi di ridicolo. Tutti i regni dell’Underground non fanno altro che deriderci e noi tutti dovremmo essere grati al re Algol, sovrano di Dullahan, se ci ha dato la possibilità di stringere un’alleanza. Ci ha dato la possibilità di farci rappresentare anche da una regina perfetta, quale è sua figlia e noi, per poco, non stavamo per perderla.»
«Ti ordino di smetterla!» continua inutilmente Jareth, non sembra che le guardie gli stiano prestando ascolto in quanto come rapiti dal discorso di Onyx.
«Io, dunque, vi chiedo di inchinarci tutti di fronte alla vera regina.» Onyx si inchina di fronte a Laryna e continua a parlare «Laryna, mia unica regina, io chiedo a nome di tutto il popolo di Goblin di perdonarci se abbiamo osato, anche se involontariamente, infangare il tuo prezioso nome. Così, nel nome dei nostri regni, io ti chiedo umilmente di onorarci con la tua maestà. Solo tu sarai all’altezza di innalzare il nostro regno, finora disonorato da Jareth.»
Essere chiamato semplicemente per nome, davanti al suo popolo, è troppo per Jareth. Si avvicina pericolosamente verso il cugino e, in preda alla furia cieca, lo afferra dapprima per il colletto per farlo sollevare dall’inchino e poi lo scaraventa per terra dopo averlo colpito con un forte pugno sul volto.
Una serie di sussulti echeggia per la sala, sono tutti quanti sconvolti da quanto accaduto negli ultimi minuti.
«Guardie,» asserisce Jareth in un sospiro di rabbia, guardando Onyx alzarsi mentre si massaggia la guancia colpita «arrestate questo traditore.»
Gli occhi adirati del re di Goblin mutano in un’espressione di sgomento quando le guardie da lui chiamate, anziché puntare le lance contro Onyx, non muovono un solo dito. Jareth insiste e il suo tono diventa più minaccioso.
«Che significa tutto questo? Siete sordi o semplicemente stupidi?» è l’ultima domanda di Jareth.
«Il figlio del duca ha ragione.» esclama una voce maschile indefinita tra la folla «Il nostro re di Goblin non ha fatto altro che umiliarci.»
«Non è degno del suo nome.» aggiunge una seconda.
«Non è degno della sua corona.» una terza voce.
«Non è degno di questo regno.» una quarta.
«Laryna è la nostra regina!» una quinta, carica di entusiasmo, la voce che più fa scaldare gli animi.
«Destituite Jareth!» la sesta, ultima, definitiva voce che enuncia il destino del re di Goblin.
Una folla inferocita – fatta eccezione per Rastaban, Sarah, Hoggle, Ludo, Didymuy e Ambrogio – inveisce verbalmente contro un confuso e basito Jareth.
Linaris guarda Laryna con arrogante complicità, per poi riservare lo stesso sguardo al figlio.
Laryna fa un gesto con la mano, ottenendo il desiderato silenzio.
«Jareth,» annuncia lei con la voce più acuta e smorfiosa che può usare per accentuare la sua autorevolezza «il potere di un re è direttamente proporzionale all’amore o alla paura che nutre il suo popolo. In questo momento, vedo che nessuno qui ha ancora intenzione di volerti obbedire. Sono così desolata, ma credo proprio che il tuo potere non valga che un po’ più di niente.» in realtà, non è per niente desolata. È evidente la soddisfazione in lei. Non lascia a Jareth il tempo di parlare «Intanto,» lo indica minacciosamente «guardie! Arrestatelo. Jareth altro non è che un vile traditore del proprio regno, non merita il suo titolo di re un minuto di più.»
Al contrario di prima, questa volta le guardie obbediscono all’ordine di Laryna seduta stante. Jareth sta per ribellarsi e anche Sarah, tra la folla, tenta di intervenire in suo aiuto. Accade, tuttavia, qualcosa. In una frazione di secondo.
Onyx blocca Jareth con il solo movimento di una mano, aprendo il palmo inguantato contro di lui. Piega lentamente le dita verso l’interno e Jareth si sente sempre più irrigidito.
«Cos...a...» sussurra Jareth come se lo stessero soffocando «Cosa succede?»
Onyx, fermo nella sua posa, non “lascia la presa”.
«Non ribellarti alla mia regina, traditore.» lo avverte e ne ottiene un altro sorriso soddisfatto di Laryna.
La folla sembra elettrizzata e parteggia per Onyx. Rastaban è troppo confuso, la sua natura fragile riemerge. Sarah tenta nuovamente di intervenire, ma Hoggle la ferma afferrandole un braccio.
«Dove vuoi andare?» le domanda preoccupato.
«Tutto questo è un sopruso.» gli risponde Sarah.
«Non possiamo fare niente.» spiega Hoggle «Hai visto tu stessa cos’è in grado di fare quel tipo.» si riferisce a Onyx.
«Milady,» aggiunge Didymus appoggiando il nano «non possiam prestare alcun soccorso in siffatto momento.»
Sarah si ferma e riflette. Dopotutto, non aveva tenuto conto che anche il cugino di Jareth possedesse delle doti magiche e lei, dopotutto, è solo un’umana. Non può improvvisare se vuole tenergli testa, non adesso. Non le resta che stare a guardare.
Laryna sostiene Onyx con aria carica di insopportabilmente altezzosa compiacenza.
«Questo tuo gesto di grande devozione nei miei riguardi ha ampliamente dimostrato il tuo valore.» dopo avergli ordinato di lasciare perdere Jareth e di inchinarsi davanti a lei, mentre numerose guardie circondano Jareth, neutralizzandolo, Laryna aggiunge «Popolo di Goblin, ascolta la mia voce. Da questo momento in avanti io, Laryna, figlia del re Algol, mi proclamo regina del regno di Goblin.» la sua autoproclamazione aumenta l’entusiasmo della folla – chiaramente, è implicito dedurre lo sbigottimento di Rastaban, Sarah e dei suoi amici – la quale la acclama con calore come nuova regina «Inoltre,» continua Laryna «ogni regina ha bisogno di un re al suo fianco. Così, come nuova regina di Goblin, io proclamo Onyx come nuovo re di Goblin.» dopo avergli dato il consenso di rialzarsi, la folla acclama energicamente i nuovi sovrani.
Gli occhi di Sarah, così come quelli di Jareth, in quel momento sono accomunati da un forte senso di malevolo stupore.
  
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