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Autore: Hilla_    24/03/2021    0 recensioni
Cos'era il destino?
Era per caso stato il destino a condurla in quel posto, in quel mondo così diverso dal suo?
Era stato il destino a spingerla in quel viaggio?
Si, probabilmente era destino che finisse in quella situazione, un destino vecchio di secoli e che si intrecciava con altri, formando un complesso dipinto che avrebbero visto solo alla fine, quando ormai sarebbe stato troppo tardi per cambiarlo.
Quindi che fare? arrendersi a quello che sarebbe accaduto? Di certo fuggire non era un opzione, anche volendo non ne sarebbe stata capace. C'era una sola possibilità: andare avanti.
aggiornamenti ogni martedì
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-ultima revisione: 22/09/2021-
Anche a distanza di tanti anni, Niav ricordava ancora quel sogno. Lo avrebbe ricordato sempre.
Quella mattina, alzandosi, si era guardata attorno: nessuno bosco, solo la sua stanza.
Era un sogno.
Si concesse qualche istante per riprendersi, aveva ancora il battito accelerato a causa dello spavento.
Cercò a tentoni gli occhiali sul suo comodino, li indossò e prese il suo cellulare.
La luce dello schermo inizialmente le fece male agli occhi, ma dopo pochi istanti la sensazione di fastidio passò.
Ore cinque e trenta: provare a riaddormentarsi non sarebbe stato molto utile. Poteva iniziare a prepararsi ed evitare di correre tutta la mattina per una buona volta.
Nonostante si stesse avvicinando la bella stagione e le giornate si stessero allungando era ancora necessario accendere la luce per poter vedere chiaramente.

La giovane si diresse in bagno e aprì l'acqua.
Aspettò che si scaldasse per alcuni istanti, poi si lavò il volto.
Raccolse i capelli in una mezza coda e puntò gli occhi sul suo riflesso, osservando i suoi occhi. Per lei era diventato una specie di rituale, un processo da ripetere tutte le mattine.
Erano l'unico tratto estetico particolare, se così si può definire, nella ragazza.
Ne andava fiera, in effetti.
Aveva occhi espressivi e profondi, sembra quasi che ci si potesse entrare.
Se il cielo era coperto o se era notte tendevano al grigio, nelle giornate più limpide invece erano azzurri.
Una cosa abbastanza comune in fondo, soprattutto fra le persone con gli occhi chiari come i suoi: era una semplice questione di come la luce veniva riflessa dall'iride, ma ci aveva sempre visto qualcosa di speciale.

Si asciugò il volto e raggiunse il suo armadio, prendendo la divisa della sua scuola.
Quando fu pronta prese la sua cartella, preparata la sera prima, e scese al piano inferiore.
Iniziò a preparare la colazione, aggiungendo persino qualcosa in più per suo fratello minore .
Dopo la colazione passò in camera di Daibhi per avvertirlo.
《Daib》chiamò stando sulla soglia.
Il ragazzino, sui dodici anni, aprì gli occhi.
《Ti ho lasciato la colazione, muoviti o si raffredda》disse chiudendo subito dopo la porta.
Appena in tempo, perché il minore le aveva lanciato contro un cuscino
《Lasciami dormire Nia!》 Protestò, ma si poteva sentire che si stava preparando ad uscire dalla stanza, e a giudicare dalla fretta con cui lo stava facendo o voleva lanciare qualcos'altro addosso alla sorella oppure l'idea della colazione pronta gli piaceva.
La maggiore sorrise, crescendo il rapporto con il fratello era peggiorato e i due si punzecchiavano spesso, ma nonostante le discussioni non potevano negare di volersi bene.
Lei, in quanto sorella maggiore, l'aveva sempre visto come qualcuno da proteggere, non tanto dagli altri quanto dagli errori che avrebbe potuto commettere. Questo a volte infastidiva Daibhi, che si sentiva trattato come un bambino. Il minore infatti faceva di tutto per non essere considerato il "piccolo di casa", come si suol dire. Se fosse stato per lui, avrebbe fatto tutto quello che era permesso fare a Niav. Ovviamente, ad opporsi a questo suo desiderio c'erano le regole imposte dai genitori dei due, che lo reputavano troppo piccolo per certe cose.

Dopo aver raccolto le ultime cose, la castana uscì finalmente di casa, osservando il cielo, dove il sole si era alzato riscaldando l'ambiente.
La ragazza accennò un sorriso, le era sempre piaciuta la sua città, Wicklow Town. Si trattava di una cittadina situata nell'omonima contea, a sud della capitale Iralndese Dublino. Non era nulla di speciale, ma per lei era un luogo ricco di ricordi.
La giovane percorse le vie familiari per un centinaio di metri e si fermò davanti ad una casa.
Suonò il campanello ed una ragazza le aprì la porta. Era leggermente più alta di lei, e con un fisico decisamente migliore.
Non che quello di Niav avesse qualche problema particolare, ma per Ailis era tutta un'altra storia.
Con il volto dolce ed il fisico snello e lanciato da ginnasta, dovuto a tutti gli anni in cui si era dedicata alla ginnastica artistica, era indubbiamente bella.
Era anche gentile e divertente.
Insomma, non serve dire che aveva molti ammiratori.
Quel mattino però i capelli della ragazza erano scompigliati, con diversi ciuffi dorati che andavano in diverse direzioni. Probabilmente Ailis aveva dormito più del solito, e a giudicare dagli occhi assonnati avrebbe continuato volentieri a farlo.
《Buongiorno》 salutò la ragazza, già con lo zaino in spalla
《Ciao》.

Le due studentesse avevano molto in comune, perciò erano sempre molto legate, fin dalla primary school.
A dodici anni avevano anche scelto la stessa scuola ed erano ormai arrivate al quinto dei sei anni previsti.
Entrambe sapevano di dover studiare duramente, era difficile accedere alle università Irlandesi.

Questo concetto invece non era chiaro alla persona che raggiunse le due, mettendo un braccio attorno alle spalle di ciascun'amica
《Come stanno le mie ragazze preferite?》 Esclamò il ragazzo.
《Jacob, toglimi le mani di dosso》 lo rimproverò Ailis in tono scherzoso.
Il diciassettenne americano tolse le braccia, mettendosi le mani in tasca.
Era sempre stato una testa calda, nella testardaggine della bionda aveva trovato una degna rivale. I due erano in grado di passare intere giornate a battibeccare, senza però mai arrabbiarsi seriamente l'uno con l'altra.
Niav, dal canto suo, spesso preferiva tenere per sé quello che pensava. Non era mai stata una grande amante delle discussioni e, nella maggior parte dei casi, tendeva a passare fin troppo tempo a rimuginare prima di agire.
《Mi scusi principessa》
Disse il corvino per stuzzicare la bionda, che per quella volta decise di tacere, limitandosi a lanciargli un'occhiataccia.
Se per i loro caratteri, a volte simili e altre complementarietà, era ovvio che le due ragazze fossero amiche, per lui la cosa era stata diversa.
Si era trasferito in Irlanda durante il quarto anno, quando aveva 16 anni.
La maggior parte delle ragazze erano impazzite per lui al suo arrivo, come spesso succede con i ragazzi provenienti da altri paesi o contesti. Probabilmente era la novità a renderli così interessanti agli occhi di tutti, dato che nel giro di pochi mesi l'attenzione rivolta al nuovo arrivato era gradualmente scemata.
Fra coloro che non si erano interessati a lui c'era stata Ailis, che per qualche motivo l'aveva preso in antipatia. Notandolo, il ragazzo aveva deciso - in maniera parecchio infantile - che la sua missione sarebbe stata tormentare la bionda. Per quasi sei mesi i due non erano riusciti a stare nella stessa aula senza litigare, ma con grande incredulità di Niav -che era diventata una specie di mediatrice fra loro - avevano finito per avvicinarsi sempre di più ed avevano stretto amicizia.
Nonostante la castana non avesse ancora ben capito quale fosse stata la dinamica di quell'avvicinamento non si era azzardata a fare domande, arrivando alla conclusione che - come dice il proverbio - "a caval donato non si guarda in bocca", nella speranza di non dover mai più mediare fra quei due testoni, come spesso li definiva in maniera affettuosa.
《Sapete che quest'anno ci sarà un ballo?》 Chiese Jacob, quasi troppo allegro per la notizia. In effetti al suo arrivo dall'America era rimasto piuttosto sorpreso nello scoprire che la scuola non avrebbe organizzato nulla per la fine dell'anno.
《Allora, da chi di voi due mi farò accompagnare?》 Domandò ridendo.
Le due si lanciarono uno sguardo di intesa e sorrisero
《Io andrò con Niav》 disse la bionda sorridendo.
Il ragazzo le guardò male
《Eddai! Ed io che dovrei fare?》 Chiese, Ailis ridacchiò
《Facile, lei ci terrà compagnia signor Reyes》 disse tentando di assumere un tono serio.
Fra le varie battute i tre erano usciti dal loro quartiere ed avevano finalmente raggiunto l'edificio scolastico.
Alcune ore dopo, Niav osservava il cielo fuori dalla finestra mentre aveva la testa sostenuta dalla mano.
Una brezza delicata muoveva le foglie dei rami. Delle nuvole bianche coprivano alcuni punti del cielo, ma la giornata era molto luminosa.
Era solo la quarta delle sei ore di lezione previste quel giorno, ma lei era più stanca del solito.
Iniziava a rimpiangere la scelta di non essere tornata a dormire dopo quello strano sogno, ma era inutile pensarci troppo.
Rimase a fissare il cielo mentre cercava di seguire la lezione, con poco successo.
Non poteva farci nulla, la forma delle nuvole avevano catturato tutta la sua attenzione.
Il vento le spostava, creando forme diverse fra di loro.
Agli occhi della studentessa erano sempre state stupende, anche se in pochi la capivano.
In un istante i suoi occhi colsero un movimento più rapido degli altri ed i suoi occhi si spostarono per seguirlo.
Le sembrava un qualche volatile - probabilmente un falco - che si esibiva in varie acrobazie.
Pareva quasi che stesse entrando ed uscendo dalle nuvole, anche se nel caso in cui fosse stato così sarebbe stato troppo lontano per essere visibile.
Probabilmente era un gioco di prospettiva, e certamente era uno spettacolo interessante.
《Flynn》la richiamò una voce. Sentendo il suo cognome la castana si girò verso il professore.
《Presta più attenzione - raccomandò. La ragazza annuì - sei sempre distratta di recente, devi impegnarti di più》la ragazza annuì ancora
《Mi scusi》 mormorò, tornando a seguire la lezione, il suo professore aveva ragione: non poteva restare indietro sul programma.
Si concentrò per quel che restava della lezione, ma era ancora in grado di cogliere i movimenti di quello strano volatile con la coda dell'occhio.
Era una danza aggraziata che la ragazza avrebbe osservato per ore, se solo avesse potuto.
Quella creatura si tuffava fra le nuvole, riemergeva, si allontanava e si avvicinava.
Si esibiva in acrobazie mozzafiato, come per incantare chiunque lo stesse guardando.
Ma l'unica a vederla, in quel momento, era la giovane dagli occhi azzurri. E per quanto fosse affascinata non aveva tempo per cose simili.
Così quella danza andava sprecata, con gli uccelli come unici spettatori.

Dopo la fine delle lezioni si incontrò con i suoi amici nel cortile della scuola, come suo solito in ritardo e con lo zaino aperto per metà.
Jacob era arrivato in orario. Anche lui sembrava esausto dopo la giornata scolastica. Si passò una mano fra i capelli corvini e sorrise 《vuoi muoverti? Muoio di fame》 scherzò.
La castana affrettò il passo e guardò l'amica. Doveva essere passata dal bagno a sistemarsi i capelli o il trucco, dato che non sembrava reduce da una lunga e noiosa giornata scolastica.
Niav a volte la invidiava, ma principalmente la ammirava. Sapeva benissimo che il suo aspetto era il risultato di un impegno costante.
Quando la raggiunse raggiunse lei le chiuse lo zaino.
《perderai le cose se non lo chiudi - la avvertì, poi sorrise - su, andiamo》 Disse poi uscendo dal cancello della scuola. I tre attraversarono nuovamente il viale decorato da aiuole e alberi sui lati.
Per i tre pranzare insieme era la routine.
La cosa era partita quando le due erano ancora molto piccole: i genitori si conoscevano e dovendo lavorare le lasciavano con la stessa baby-sitter. Una volta cresciute avevano continuato quella loro piccola tradizione, nella quale avevano successivamente incluso anche Jacob.

Quando i tre si salutarono Niav si affrettò verso casa. Anche se non era sportiva quanto la compagna, non era nemmeno pigra come Jacob. Due volte a settimana, infatti, i suoi pomeriggi erano occupati del nuoto, che la costringeva a correre a casa per recuperare la sua borsa e precipitarsi in piscina per non perdere l'inizio della lezione. Erano alcuni anni che praticava quello sport. In acqua si trovava a suo agio, tutte le preoccupazioni svanivano quando nuotava.
Quel pomeriggio, mentre nuotava, vide varie volte qualcosa che gettava ombre sulla piscina. Il tetto era formato da grandi vetrate, quindi il cielo era ben visibile.
Vedeva una strana figura bianca che si muoveva velocemente, ma la ragazza non riusciva a capire cosa fosse a causa della sua miopia e del sole che rendeva qualsiasi cosa ci fosse sopra di lei una macchia scura.
Anche dopo la lezione di nuoto, quando ormai si era già rivestita ed ora pronta per tornare a casa, continuò a vedere la stessa figura.
Per qualche motivo non la coglieva mai per intero. Prima una macchia bianca, poi un lampo azzurro e così via.
La sua curiosità cresceva di minuto in minuto, stuzzicata da quella creatura sfuggente che sembrava prendersi gioco di lei. Osservava quello strano volatile, lo stesso che aveva catturato la sua attenzione a scuola, cercando di capire cosa fosse.
Alla fine scelse di lasciare da parte le preoccupazioni, ricordandosi di quando era piccola. Allora le capitava spesso di sdraiarsi sul parto seguire con gli occhi il volo degli uccelli, oppure di osservare altri piccoli animaletti. Se uno di essi attirava in modo particolare la sua attenzione a volte si alzava e lo seguiva correndo.
Fu quello che fece.
Corse rapidamente tenendo lo sguardo puntato verso il cielo, verso quella creatura.
Lasciò la strada e si mise correre su un prato, le vie asfaltate si allontanarono sempre di più alle sue spalle, ma lei aveva occhi solo per la figura sopra di lei.
Più le si avvicinava e più le sembrava strana. Era ancora in alto, ma aveva una lunga coda, diversa di qualsiasi altro volatile mia visto dalla ragazza.
In alcuni punti del suo corpo sembrava brillare con riflessi bianchi, argentei e blu.
In altri erano visibile un candido piumaggio, o almeno questo era quello che le sembrava.
Dopo alcuni minuti di corsa, la creatura - non era più tanto sicura di poterla definire un volatile - si abbassò scendendo in picchiata.
Vedendola accelerò il passo, nonostante non fosse mai stata molto portata per la corsa quella situazione la incuriosiva tanto da farla muovere più veloce di quanto avrebbe mai pensato di poter fare.
La prima cosa che la giovane notò fermandosi fu l'assenza di tracce di civilizzazione. Le erano sempre piaciute queste zone, lontane da tutti quegli elementi che agli occhi della ragazza sembravano stonare.
Infine, per quanto la sua mente si sforzasse di ignorarlo, dovette guardare la creatura davanti a lei.
   
 
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