UMI
Come
negli ultimi tre anni
eccomi qui a passare gli unici mesi liberi dalla scuola in questo
stupido
campeggio.
È
terribilmente fantastico come ogni cosa sia sempre uguale rimanendo
invariata
nel tempo, il caldo afoso tipico di agosto, le roulotte disposte
ordinate nelle
piazzole, i bambini che urlano fingendo improvabili onde energetiche
con dei
sacchetti di plastica, tutto insomma.
Ogni
giorno qui è sempre più noioso, la mattina ci si
alza verso le 8, una colazione
veloce e poi al mare, ritorno in roulotte per il pranzo e
l’ancor più odiata
ora compiti che termina alle 17 infine ancora mare, doccia, cena e
letto.
Ogni
santo giorno così, credo che perfino un automa si stuferebbe.
I
miei genitori e i cugini che soggiornano qui con me non fanno altro che
dirmi
di andare a socializzare con gli altri ragazzi della mia
età, peccato che qui
non ho voglia di conoscere nessuno, non sono asociale ma solo seccato.
Ecco,
sento mio cugino Hitori svegliarsi, guardo l’orologio, naaah
che palline sono
solo le 7.48, io volevo dormire ancora ma sarebbe inutile, se si
sveglia lui a
priori mi devo svegliare anche io.
Esco
in veranda vestito solo con un paio di boxer e una maglia lunga che non
è
neanche mia, sento il russare leggero dei miei che, beati loro, ancora
dormono,
svogliatamente mi siedo al tavolo dove il mio caro cuginetto porta la
nutella e
delle brioche, e si, che mondo sarebbe senza nutella? Bhè di
sicuro un mondo in
cui io e credo molta altra gente come me avrebbe
Mentre
spalmo la crema marroncina sento alcuni ragazzi del campeggio passare
poco
lontano da me e salutarmi con un “ciao carina” per
poi scoppiare subito in una
fragorosa risata.
Sanno
che sono un maschio ma ovviamente è più
divertente per loro andare a dire in
giro che sono una donna nata con le palle al posto sbagliato.
Hitori
vedendo il mio sguardo esasperato rivolto al celo sorride dicendomi che
stanno
solo scherzando ma che in fondo me la cerco portando i capelli lunghi,
biondi e
sottolineando i miei tratti già dolci di natura con del
trucco.
Probabilmente,
anzi, quasi di sicuro ha ragione lui ma a me piaccio così, i
capelli neri e
corti mi intristiscono mentre credo che il trucco mi vivacizza il
volto, io non
dico niente a loro anche se ogni volta sono costretto a vedermi i loro
fondo
schiena perché portano il costume troppo in basso quindi non
vedo il perché
loro debbano scocciare tanto a me.
Finita
la colazione rientro in roulotte per mettermi in tenuta da mare e
riuscire,
noto che si sono svegliati tutti: i miei, gli zii, mia sorella e gli
altri tre
cugini fratelli di Hitori, io qua sono il più piccolo con 16
anni seguito poi
dall’essere che ha fatto colazione con me che ne ha 19 ma non
per questo la mia
sopravvivenza qui è più semplice, emm ok forse
sto esagerando un po ma quando
non sono proprio allegro tendo a essere melodrammatico.
Preso
l’asciugamano vado in spiaggia, il sole è alto ma
il vento agita il mare
scoraggiandomi ad entrare così opto per fare la lucertola da
spiaggia.
Mi
stendo sul mio telo ignorando gli sguardi dei passanti che si domandano
come
mai una ragazza indossi un costume maschile, infondo qua di ragazze
senza seno
c’è ne sono parecchie così non viene a
nessuno il dubbio che io in realtà non
lo sono.
Chiudo
gli occhi lasciandomi trasportare dal piacevole venticello che mi
accarezza la
pelle e dal suono aritmico delle onde che si infrangono
sulla riva della spiaggia e mi addormento.
Appena
Morfeo mi accoglie fra le sue braccia tutto ciò che mi
circonda svanisce come
avvolto in una nuvola di nebbia, sto davvero bene perso in questo mondo
solo
mio, dove nessuno si può intrufolare rovinando
così la dolce quiete.
Non
so quanto tempo sia passato prima che delle voci mi riportassero alla
realtà,
apro a fatica gli occhi che entrano subito in conflitto con i raggi
prepotenti
del sole ma piano piano , anche su un po alla ceca comincio a
comprendere la
situazione, vicino al mio ombrellone si sono messi quattro ragazzi
più o meno
della mia età.
Uno
è in piedi con le braccia incrociate e gli altri tre gli
sono di fronte.
Sento
uno del gruppetto schernire l’altro dicendogli che
è un fifone che si fa
spaventare da un paio di ondine, l’altro in risposta gli alza
il dito medio,
non riesco a distinguere l’espressione del ragazzo
destinatario del gestaccio
ma posso immaginarla furente perché dopo aver dato uno
spintone all’altro se ne
va con gli altri due verso il mare in cui spariscono tuffandosi.
Avverto
un improvviso dolore allo stomaco e dopo un attimo di oblio mi accorgo
che il
ragazzo spintonato mi è caduto addosso finendo col sedersi
su di me, mi sta
togliendo l’aria quindi gli intimo di alzarsi.
Dopo
pochi secondi il peso si dissolve e davanti ai miei occhi appare un
ragazzo
moro, con degli occhi grandi color nocciola, delle sottili labbra rosee
impegnate in un timido e imbarazzato sorriso, le guancie tinte di un
leggero
rosso e una mano impacciata con cui si gratta nervosamente la nuca,
continua a
chiedermi scusa cercando di giustificarsi.
Io
mi alzo continuando a guardarlo, è davvero un bel
ragazzo…emm…dai Saitou lo hai
appena conosciuto non fare pensieri strani!!
Dopo
la centesima scusa mi decido finalmente a stopparlo, solitamente mi
sarei
incavolato a bestia ma in lui c’è qualcosa che mi
blocca facendomi uscire dalla
bocca un semplice “tranquillo, non fa niente” ,
sentendo le mie parole si calma
per poi alzarsi e porgermi una mano invitandomi a seguirlo, titubante
accetto e
credo che il mio gesto gli abbia fatto piacere dato che mi sorride
raggiante.
Mi
propone di fare due passi lungo la spiaggia in sua compagnia e io mi
ritrovo
nuovamente ad accettare.
Stare
con questo ragazzo mi tranquillizza, mi fa sentire bene eppure neanche
lo
conosco!
La
linea dei miei pensieri viene interrotta da lui che mi porge ancora la
mano
presentandosi, io la afferro e faccio lo stesso.
Si
chiama Shinya, che bel nome…
Cominciamo
a parlare, scopro cos che suona il basso ed è in cerca di
una band e cosa più
importante che abita a mezz’ora di treno da me, Kami-sama
oggi mi deve aver
preso in simpatia!
Proprio
mentre stiamo parlando ci raggiunge Hitori che comincia a sgridarmi
perché sono
sparito senza dire niente, è davvero arrabbiato ma non
poteva cercarmi ancora
un po?
Appena
nota che non lo sto ascoltando mi afferra il polso tirandomi via, non
riesco a
liberarmi così mi ritrovo costretto a seguirlo lasciando a
malincuore Shinya
che noto non stacca gli occhi da me finché gli è
possibile.
Torno
in roulotte con ancora mio cugino che mi strilla infuriato nelle
orecchie ma
potrei scommettere che sulla mia faccia è stampata solo un
espressione ebete e
distratta, sto pensando ancora a lui, non riesco a togliermelo dalla
testa, è
stato come un fulmine a ciel sereno, con questo non intendo affatto una
cosa
negativa, anzi tutto il contrario, è stato come
mmm…non saprei come definirlo…
magico forse.
Non
avevo mai creduto nella magia, neanche da piccolo aveva ceduto alle
favole su
fate o su altre creature dalle ali incantate o dalle orecchie a punta,
certo mi
piaceva sentire le storie che mi leggeva la mamma prima di
addormentarmi ma ho
sempre pensato che se si vuole qualcosa bisogna provvedere con le
proprie
forze, impegnandosi al massimo e mettendoci tutti se stessi, solo
così si
possono avere i risultati migliori.
Ma
questa volta mi è sembrata davvero una magia,
cioè il motivo stupido per cui ci
siamo parlati, la mano con cui si grattava imbarazzato la nuca, le sue
mille
scuse e i pochi istanti che la sorte ci ha lasciato per conoscerci un
pochino
meglio, mi sembra insensato ma pensando a tutte queste cose mi viene in
mente
la favola di Cenerentola, una semplice ragazza che ha passato la vita
nell’ombra ma che nel giro di una sera si ritrova con un
meraviglioso abito e
il principe azzurro che la stringe fra le braccia mentre eseguono un
dolce
ballo ma poi per colpa dello scoccare della mezza notte perde tutto; io
non ho
mai vissuto recluso per i capricci dei miei parenti o cose simili
però ho avuto
come la sensazione di essere a quel gran ballo, anche se non avevo
l’abito
maestoso e intorno a noi nessuno ballava però
c’era lui, un ragazzo appena incontrato
che non mi ha rubato la scarpetta di cristallo bensì il
cuore, che si è
intrufolato tra i miei pensieri come un soffio di aria fresca in una
giornata
afosa, il mio principe azzurro, credo…
Ma
che cavolo sto pensando? Se vado avanti così mi
ritroverò con tutti i denti
cariati per colpa delle mie stesse smancerie!
Il
pomeriggio è passato velocemente tra una mia fantasia e
l’altra tanto che a
malapena mi sono reso conto che si è già fatta
ora di cena, infatti ecco che
vengo chiamato per apparecchiare la tavola, però non
è mica giusto che devo
perdere il mio tempo a disporre piatti e bicchieri mentre potrei
cercarti… già,
cercarti, e dove se non so dove alloggi qua?
Non
posso aspettare di tornare a casa, manca troppo uffa!
Credo
che se ora fossi un personaggio dei manga mi uscirebbe il fumo dalle
orecchie,
sarei rossissimo e pieno di venette nere pronte ad esplodere.
Mi
siedo a tavola rassegnato sotto gli occhi perplessi di Shiori, e si la
mia
sorellina ha un vero e proprio radar, capisce subito quando in me
c’è qualcosa
che non va ma per fortuna non mi fa domande, lo sa che non amo parlare
dei miei
problemi però se ho bisogno di una spalla su cui piangere
lei c’è e questo mi
aiuta tantissimo.
Impugno
le mie bacchette infilandomi svogliatamente un boccone in bocca,
intorno a me
come sempre tutti ridono e scherzano fra di loro ma io non riesco a
prestare
attenzione a niente, mi sembra tutto così superfluo ho
voglia di rivederlo, di
parlare con lui, di riprovare quella magnifica sensazione che mi regala
il solo
sapere che è vicino a me.
Lui
sa che sono in una roulotte del campeggio ma non credo che si prenda la
briga
di venirmi a cercare, quando saremo tornati a casa potrò
rintracciarlo anche se
onestamente non so se troverei facilmente il coraggio di bussare alla
sua porta,
Kami quanto la faccio lunga!
Mh?
Qualcuno mi chiama, ero talmente perso dai miei tormenti mentali che mi
era
sembrata solo una voce lontana, e va bhè basta ho sentito!
Odio quando mi
chiamano 300 volte.
Alzo la testa e vedo mia mamma che finalmente si calma dicendomi che un
certo
Shinya mi sta cercando, sgrano leggermente gli occhi e solo adesso mi
accorgo
che il sopracitato è dietro alla persona che fino a poco fa
mi chiamava, mi
alzo di scatto facendo cadere un bicchiere in precedenza appoggiato sul
tavolo
e comincio a balbettare qualcosa che a mio dire dovrebbe essere un
saluto e lui
in tutta risposta mi sorride portandosi di nuovo una mano dietro alla
testa e
chiedendomi se mi andava di uscire con lui, a quelle parole mi attivo
correndogli in contro con un bel certo in risposta alla sua domanda.
Appena
cominciamo ad allontanarci sento una mano appoggiarsi sulla spalla,
è Hitori
che mi prende in disparte chiedendomi a nassa voce se sono sicuro che
Shinya
abbia capito che io sia effettivamente un maschio.
Che
domanda stupida!
Ovvio
che lo avrà capito!
Lascio
Hitori senza una risposta e torno da Shinya che appena gli sono vicino
lui
sposta piano la mano dalla sua tasca alla mia mano finendo per
stringerla forte
come per paura che qualcuno mi porti via nuovamente.
Andiamo
verso il mare fermandoci sulla riva dove ci sdraiamo vicini sulla
sabbia, il
cielo è pieno di stelle e risplende in modo quasi
sovrannaturale, le nostre
mani ancora strette e poi la sensazione delle sue labbra sulle mie;
rispondo
subito entusiasta ma dopo poco si stacca girandosi, rimango interdetto
sentendolo
chiedere scusa.
Trema
starà trattenendo le lacrime.
Dopo
un respiro profondo prendo coraggio e gli cingo le spalle in un
abbraccio,
inizialmente lo sento irrigidirsi sotto il mio tocco ma poi si gira
verso di me
puntando i suoi occhioni lucidi di pianto nei miei, quasi in un
sussurro
ricomincia a scusarsi dicendomi che non avrebbe dovuto dato che ci
conosciamo
solo da una giornata ma non sa cosa gli è preso,
probabilmente si è fatto
travolgere troppo da quello che provava senza tener conto di quello che
potevo
pensare o volere io.
Mi
fa tenerezza, stringe con i pugni chiusi la mia maglia e tiene il volto
nascosto sotto il mio mento, a volte è scosso da piccoli
fremiti mentre le
lacrime continuano a rigargli le guancie ormai arrossate che sono
così in
contrasto con la sua pelle pallida.
Vorrei
continuare a guardare quello Shinya così indifeso che si sta
stringendo a me ma
mi sembra una cosa crudele quindi lo avvicino a me ancora di
più forte
baciandogli dolcemente la testa per cercare di calmarlo, ma con pochi
risultati, comincio a preoccuparmi quindi gli sussurro piano
all’orecchio di
stare tranquillo e che il suo gesto mi ha fatto solo un gran piacere, a
queste
parole lui alza piano il viso tirando su col naso, sembra proprio un
bimbo che
cerca di farsi perdonare dalla mamma dopo aver commesso
l’ennesima marachella.
Gli
sorrido e lui fa lo stesso chiedendomi se è vero, certo che
lo è, anche se ci
siamo appena conosciuti non mi importa, mi è sembrato
speciale sin dalla prima
volta che l’ho visto e ora ne ho avuto la conferma, infondo
che differenza fa
mettersi insieme adesso o aspettare una settimana o un mese se abbiamo
già le
idee più che chiare? A niente, ovvio.
Rassicurato
dalla mia piccola confessione si sporge quanto basta per riallacciare
le nostre
bocche, mi sento invadere da una marea di emozioni e sensazioni una
più bella e
nuova dell’altra ma non so per quale gioco del destino nella
mia mente risento
le parole che Hitori mi ha detto poco fa e se davvero pensasse che sono
una
ragazza e appena si rende conto del contrario reagisce male?
Per me ragazzi e ragazze sono sempre stati uguali, se vedo
l’amore in uno o
nell’altro non è un problema ma questo non vuole
dire che sia lo stesso per
lui.
Mi
stacco improvvisamente dal bacio, lui mi guarda stranito e forse un po
timoroso, io dopo un breve attimo di silenzio in cui ci siamo sfiorati
solo con
lo sguardo tutto d’un fiato glielo dico, anzi più
che altro lo urlo per poi
abbassare gli occhi e puntarli sulla sabbia ormai fresca della sera,
lui sgrana
gli occhi e poi ridacchia divertito soffiandomi un banale “ma
va?” continuo a
guardarlo spaesato come se mi risultasse tanto impossibile che qualcuno
se ne
sia accorto, lui capisce e ride ancora di più dicendo che
comunque lo avrebbe capito
dato che le ragazze non hanno sospette montagnette sotto i jeans,
faccio
scorrere gli occhi sul mio stesso corpo e mi accorgo che effettivamente
ha
ragione, arrossisco subito dandogli una pacca sulla spalla, ma lui
continua a
ridere, che baka ora mi ha rotto sono cose che succedono!
Gli
giro le spalle assumendo un finto broncio, al mio gesto mi cinge subito
le
spalle con un braccio come poco fa avevo fatto io per consolarlo mentre
con l’altro
mi accarezza la pancia chiedendomi per l’ennesima volta scusa.
È inutile
non posso resistere ai suoi occhioni, riavvicino i nostri volti e cerco
le sue
labbra che non tardano a farsi trovare.
Ora
è davvero tutto fantastico, il mare che ci culla dolcemente
insieme alle sue
onde, le stelle che ci illuminano leggere e discrete e infine noi,
Saitou e
Shinya niente di più, solo due ragazzi che si stanno
baciando scambiandosi con
esso sentimenti e frammenti d’anima che danzano intorno a noi
come petali di
fiori trasportati dal vento fondendosi fino a diventare indivisibili.
Queste
vacanze non sono state poi tanto noiose, anzi potrei dire che sono
state le più
belle della mia vita e tutto grazie ad un incontro speciale con una
persona
ancora più speciale.
***FINE***
Salve
a tutti! Spero che questa storia in cui ho voluto inserire un po di
infantilismo vi sia piaciuta.
Ho
messo Bou perché per me lui sarà sempre uno degli
An anche se ora non suona più
con loro.
A
presto,
EriLi