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Autore: Magica Emy    24/03/2021    5 recensioni
Provare a baciarla? Ranma? No. Proprio no. Non certo con gli appellativi con cui amava sempre apostrofarla e che, in un modo o nell'altro, oltre a farla arrabbiare, finivano sempre col ferirla.
"Rozza, violenta e per niente carina!" e "Vita larga!" erano sempre i più gettonati e ogni volta, anche se si sforzava di non darlo a vedere, suonavano come un violento colpo al cuore che la faceva capitolare, rendendola facile preda di tristi emozioni. Era così che aveva perso fiducia in se stessa, finendo per vedersi come la vedeva lui. Lui che non la considerava nemmeno una donna ma un maschiaccio privo di sex appeal di cui mai si sarebbe potuto innamorare...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Shinnosuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Che cosa? Puoi ripetere, per favore? 

Tuono` Soun, battendo un violento pugno sul tavolo e facendola sobbalzare insieme a tutti i presenti, che con espressione basita la fissavano ora senza parlare. Quella che aveva appena lanciato era una bomba di proporzioni bibliche, ne era ben consapevole, tuttavia non riuscì a dirlo di nuovo. Una volta era già stata più che sufficiente. 

-Hai capito benissimo, papà. 

Replicò quindi incrociando le braccia al petto in un gesto che tradiva grande disagio, poiché neppure per sbaglio ebbe il coraggio di incrociare lo sguardo di Ranma che, dal canto suo, se ne stava seduto in un angolo con aria apparentemente pacifica. Come se ciò che stava accadendo attorno a quel tavolo non lo riguardasse minimamente. Il capofamiglia sospirò più volte, grattandosi la nuca con un dito come se si stesse sforzando di rimettere in ordine i pensieri, prima di riprendere a parlare. 

-Figliola, devi capire che non puoi uscirtene così all’improvviso con una trovata del genere e senza alcuna spiegazione… 

-Vuoi una spiegazione? - lo incalzò, asciutta - Va bene, d'accordo. Eccotela. Sono arcistufa di tutto questo, perché mi sento soffocare e so che finirei per morire intrappolata in una vita che non desidero affatto. Voglio sentirmi libera di decidere cosa sia meglio per me, senza alcuna costrizione e non mi importa un bel niente di portare avanti le tradizioni, né di questa stupida palestra! 

Mai, per nulla al mondo avrebbe dato la colpa a Ranma di fronte all'intera famiglia, anche se il doloroso ricordo della sera prima era ancora vivido dentro di lei, come se fosse appena successo. La verità era che, a differenza sua, nonostante tutto, lei non avrebbe potuto ferirlo o riversargli addosso torti che di certo non aveva. Lo amava disperatamente, con tutta se stessa e la sola idea di metterlo alla gogna le era intollerabile. 

 

-Akane, non ti permetto di parlare così a nostro padre. Sai bene quanti sacrifici abbia fatto per crescerci nel migliore dei modi, questo luogo per lui è sacro. 

La ferma determinazione che la piccola Tendo avvertì nella voce della sorella maggiore la costrinse ad abbassare il capo, di colpo vergognosa. Non capitava spesso che Kasumi la riprendesse in quel modo e con quel tono. La sua inflessione, di solito morbida e gentile era drasticamente cambiata solo per scuoterla nel profondo, riempiendola di rimorsi. 

-Hai ragione. Ti chiedo scusa, papà. 

Disse sinceramente. A furia di cercare le parole giuste per tenere Ranma fuori da quella discussione, aveva finito per mancare di rispetto all'unico genitore rimastole. Maledizione, ultimamente non ne combinava una giusta. Quando riprese a parlare, dopo un lungo momento di silenzio Soun aveva gli occhi lucidi, quasi si stesse sforzando di tenere a freno le emozioni. Il duro colpo infertogli dalla minore delle figlie, un colpo che mai si sarebbe aspettato di ricevere, gli pesava ora dentro come un enorme macigno. 

-Non pensavo nutrissi certi sentimenti in merito alla situazione né che occuparti della palestra rappresentasse un tale peso per te, ma non posso ignorare la tua richiesta perché la tua felicità per me è la cosa più importante. Ragion per cui, se pensi che rompere il fidanzamento con Ranma e disinteressarti del dojo possa aiutarti ad avere la vita che desideri non mi opporrò di certo, anche se è necessario a questo punto che io prenda delle decisioni. 

Si voltò verso l'amico di lunga data, incapace ormai di tenere a freno le lacrime mentre lo supplicava con lo sguardo. 

-Caro Ghenma - disse - in tutto questo tempo trascorso insieme mi sono così affezionato a te e Ranma da non voler rinunciare alla vostra presenza, per questo ti chiedo di continuare a restare in questa casa e permettermi di designare tuo figlio come mio erede. Anche se Ranma non ha il mio stesso sangue e non porta il mio cognome lo considero comunque come un figlio ormai, perciò desidero consegnare tutto questo nelle sue mani. 

Fece un ampio gesto con la mano per includere ciò che li circondava, rivolgendosi poi direttamente a Ranma. 

-A breve raggiungerai la maggiore età, ragazzo mio. Da quel momento la palestra ti apparterrà di diritto, perché così ho deciso. So che ne farai buon uso. Mi raccomando, rendimi orgoglioso di te! 

Akane si guardò bene dall'attendere la sua risposta, qualunque essa fosse, preferendo invece rifugiarsi in giardino per provare a placare l'avvilente senso di inquietudine che le opprimeva il petto già da un po'. Qualche istante dopo una mano calda e forte si chiuse attorno al suo polso, trasformandole il cuore in un tamburo che batteva ormai furiosamente dentro al suo petto, impedendole di pensare lucidamente. Era questo l'effetto che faceva il semplice contatto con la sua pelle. Arrossì di vergogna cercando di divincolarsi, ma con scarsi risultati. Quella presa sembrava d'acciaio. 

 

-È colpa mia, vero? - lo sentì sussurrarle, senza voltarsi - Immagino sia per quello che ho detto ieri. Mi dispiace, Akane, non avrei dovuto insultarti. Io ho… esagerato con te, stavolta. 

Per un momento credette di non aver sentito bene. Ranma si stava davvero scusando per averla offesa? Non se lo sarebbe mai aspettato, non era certo da lui prendere simili iniziative. Degluti` a vuoto e il giovane allento` la presa, permettendole di voltarsi per incrociare il suo sguardo. Sembrava incredibilmente serio. No, non poteva essere uno scherzo. Tuttavia questo non avrebbe di certo cambiato le cose, semplicemente perché non era quello il problema. Akane non era mai riuscita a rimanere arrabbiata con lui per più di cinque minuti e anche stavolta, lo sapeva, non ci sarebbe stata alcuna differenza. Aveva già seppellito in fondo al cuore l'umiliazione subita, sforzandosi di archiviarla come se non fosse mai esistita, perché quella era l'unica maniera che conosceva per andare avanti. Si era però resa conto che non la amava e questo mai, neppure fra un milione di anni avrebbe potuto dimenticarlo né tantomeno ignorarlo. Non sarebbe riuscita a sposare qualcuno che non ricambiava i suoi sentimenti e non poteva certo prendersela con lui per questo, oppure costringerlo ad amarla. Se dopo tutto il tempo trascorso insieme Ranma non provava un briciolo di affetto per lei, la colpa non era certo sua. 

"Non si può scegliere a chi donare il proprio cuore, succede e basta." 

L'unica strada possibile era quella appena imboccata, un baratro oscuro senza via d'uscita. La decisione più difficile della sua vita, ma anche la più giusta. 

-Ora, per favore, possiamo tornare di là e mettere fine a questa ridicola commedia? 

Riprese il ragazzo, sicuro che, ora che aveva trovato il coraggio di scusarsi con lei, le cose sarebbero finalmente tornate alla normalità. Perché per lui la normalità portava un solo nome, ed era quello di Akane. La sua Akane. In quei due anni si era abituato al fatto che la giovane fosse la sua fidanzata e non sarebbe mai stato in grado di concepire una nuova vita senza di lei. Ecco perché quella decisione lo aveva colpito duramente, come un fulmine a ciel sereno, anche se prima era rimasto in silenzio per evitare altri inutili scontri. Adesso che erano soli, però, si rese conto di non poter più tacere, così aveva iniziato provando per prima cosa ad ammettere le sue colpe. Solo che, frugandole in viso alla ricerca di risposte, si accorse con rammarico di non trovarvi nulla di ciò che aveva sperato. Ma certo, che idiota. In fondo non sapeva neppure cosa aspettarsi da lei. Un pugno in faccia, forse? In ogni caso, le cose non erano mai semplici quando si trattava di Akane. Lo aveva imparato a sue spese. 

-Di cosa stai parlando, credi davvero che stia fingendo o che ce l'abbia con te per quello che mi hai detto? Non sono arrabbiata e non sto facendo la commedia, Ranma. Ero seria poco fa, voglio semplicemente finirla qui. Non c'è altro da dire. O devo pensare che la cosa ti dispiaccia? 

Quelle ultime parole avevano toccato un nervo scoperto in lui, risvegliando di colpo il suo orgoglio. 

-Ma fammi il piacere - rispose quindi, senza pensare - non dire assurdità! È solo che non puoi decidere tutto tu senza neppure prenderti la briga di consultarmi. 

-Certo che posso, e poi diciamoci la verità. Ho fatto un favore a entrambi, specialmente a te. 

-Che vorresti dire con questo? 

La afferrò di nuovo, avido di risposte, stringendole il braccio fin quasi a farle male. Se non era arrabbiata, se non ce l'aveva con lui, allora perché? Per quale motivo voleva… 

"La… sciarlo?" 

Cavolo, gli riusciva difficile persino pensarlo. Figuriamoci dirlo ad alta voce. 

-Lo sai benissimo! 

Esclamò la piccola Tendo, dimenandosi tra le sue dita senza successo. Stava iniziando davvero ad agitarsi. 

-No che non lo so! 

-Invece sì. E lasciami! 

-Hai sentito cosa ha detto? Toglile subito le mani di dosso. 

Una voce improvvisa dal tono vagamente familiare attirò l'attenzione di entrambi mentre si voltavano lentamente, scoprendo con immensa sorpresa di conoscerne bene il legittimo proprietario. 

 

-E tu che diavolo ci fai qui? 

Sbotto` Ranma, assolutamente incapace di trattenersi di fronte a quel ragazzo alto e atletico, in grado con la sua sola presenza di risvegliare in lui fastidiosi ricordi sopiti di cui avrebbe volentieri fatto a meno. 

-Shinnosuke, non mi aspettavo di vederti così presto! 

Le parole di Akane bastarono perché la realtà gli si delineasse davanti a chiare lettere. Dunque… era così che stavano le cose? 

-Sapevi che sarebbe venuto? Ma certo, adesso è tutto chiaro. È per lui che hai rotto il fidanzamento, non è forse così? Ne sei innamorata. 

Quella era più un'affermazione che una domanda, lo sapeva bene. 

-Non essere stupido, io non… 

Provò a replicare lei, ma le parole le morirono in gola. Non aveva voglia di spiegargli che era rimasta in contatto con Shinnosuke e che ogni tanto si erano scritti alcune lettere, raccontandosi le rispettive vite per evitare di perdersi di vista. Non c'era nulla di male in questo, no? Il giovane le aveva inoltre promesso di venire a trovarla prima o poi, ma non immaginava che proprio quel giorno lo avrebbe rivisto. Il suo arrivo improvviso era stato una bellissima sorpresa anche se, a giudicare dall'espressione dell'ormai ex fidanzato, non poteva dire lo stesso per lui. 

-Un momento, mi stai dicendo che tu e questa specie di scherzo della natura non state più insieme? 

Chiese il nuovo arrivato, strabuzzando gli occhi incredulo. 

-Ehi, attento a come parli! 

Gridò Ranma. Akane lo ignoro`. 

-È una lunga storia - disse a denti stretti, stampandosi in faccia un sorriso finto - ma parliamo di te, piuttosto. Sai, mi è dispiaciuto sapere che tuo nonno se n'è andato, lasciandoti solo. 

-Cosa? È morto? 

Si intromise il ragazzo col codino mentre l'altro lo fissava con occhi pieni di livore, quasi fosse stato uno stupido insetto da schiacciare. 

-No, razza di idiota - rispose a quell'odiosa faccia di bronzo - si è solo trovato una fidanzata e ha deciso di mollarmi a Ryugenzawa per andare a divertirsi viaggiando per il mondo. 

Sospirò affranto, giocherellando distrattamente con la sua folta frangia bruna quando lo sentì scoppiare in una sonora risata. Questo era davvero troppo. Come osava prendersi gioco di lui a quel modo? 

-Una fidanzata? Quella specie di Matusalemme si è veramente fidanzato? E dove l'avrebbe trovata la dolce metà, facendosi un giro nelle catacombe? 

E giù a sghignazzare come un matto. 

-Ma insomma, Ranma - lo riprese Akane - che modi sono! Possibile che tu abbia sempre la sensibilità di un elefante? 

-Scusa, ma è troppo divertente! 

-Un'altra parola e ti faccio a pezzi, mezzo uomo. 

Intervenne Shinnosuke. Ranma smise all'istante di ridere e la sua espressione si fece molto seria. 

 

-Come mi hai chiamato? Prova a ripeterlo, se ne hai il coraggio! 

-Credi forse che abbia paura di uno come te? Non hai capito proprio niente. 

-Ho capito benissimo, invece. Ho capito tutto quello che sta succedendo qui. Il motivo per cui Akane ha rotto il fidanzamento con me è fin troppo chiaro ormai, ma se hai deciso di scavarti la fossa da solo non sarò certo io a fermarti. Vedi, Akane è un maschiaccio isterico con il fascino di un tostapane e la personalità di uno scaricatore di porto, inoltre ogni volta che si mette ai fornelli rischia seriamente di mandarci tutti al creatore. Ma, se nonostante questo hai deciso di stare con lei ti faccio i miei più sentiti complimenti amico, sei davvero il tipo più coraggioso che abbia mai conosciuto. 

Annullo` la breve distanza che ancora li separava per stringergli la mano, senza accorgersi che la minore delle Tendo, in piedi dietro di lui e fumante di rabbia per tutte le offese gratuite appena ricevute, aveva già il pugno ben proteso per spedirlo direttamente in orbita. Cosa che di certo avrebbe fatto se Ukyo, sbucata praticamente dal nulla, non si fosse intromessa per abbracciarla stretta. 

Ma che accidenti… 

-Oh Akane, lo sapevo che eri una vera amica! Sono così felice che abbia deciso di rompere il fidanzamento, non so davvero come ringraziarti per aver finalmente capito che dovevi farti da parte e cedermi Ranma! 

Esclamò l'indiscussa regina delle okonomiyaki, mentre Akane tentava faticosamente di staccarsela di dosso. Cosa diavolo ci faceva lei lì e perché in quella casa tutti quanti si divertivano sempre a spuntar fuori come funghi? Non ebbe neppure il tempo di mettere insieme una frase di senso compiuto che un turbinio di lunghi capelli viola piombo` direttamente sulla rivale, atterrandola con una ginocchiata. 

-Ma che stai dicendo, brutta gallina rinsecchita? Lei lo ha lasciato a me! Evidentemente ha capito di non potersi opporre al nostro amore profondo e così ha deciso di renderlo un uomo libero, affinché le nostre anime possano finalmente congiungersi per sempre. Grazie tante mia cara e stai tranquilla, mi prenderò cura del mio Lanma. D'ora in poi penserò io a lui e ogni tanto penseremo anche a te. 

Shampoo. Ci mancava solo lei, adesso. A completare il simpatico duetto di squinternate si aggiunse ben presto un'inquietante risata proveniente dall'alto, prima che una cascata di petali neri si abbattesse sui presenti, lasciandoli interdetti. 

-Povere illuse! Toglietevi di mezzo sciacquette, Ranma appartiene a me! 

 Sentenziò Kodachi prima ancora di entrare in scena, afferrandolo saldamente per un braccio mentre le altre due lo tiravano dall'altro, dando vita a un grottesco spettacolino dal quale, per il malcapitato, era ormai impossibile fuggire. 

-Ehi aspettate un momento, parliamone almeno… 

-Non c'è niente di cui parlare - lo incalzò Ukyo, rifiutandosi di mollare la presa - ho già deciso la data delle nozze. Ci sposeremo tra una settimana, vivremo qui e metteremo al mondo tanti piccoli, adorabili… 

-Scusatemi tanto, signorine - intervenne a quel punto il padrone di casa che, armato di microfono, comparve all'improvviso facendosi largo tra loro, schiarendosi la voce più volte per interrompere l'ilare baruffa venutasi a creare - ho bisogno della vostra attenzione. Se volete proporvi come possibili fidanzate di Ranma, dovremmo prima stabilire delle regole e organizzare delle sfide. A questo proposito, la prima che si aggiudicherà… 

-Andiamocene via, non voglio neppure starlo a sentire! 

Esplose Akane a quel punto, trascinandosi dietro Shinnosuke che, bianco come un lenzuolo, osservava intanto a bocca aperta l'incredibile caos intorno a lui. Accidenti, ne aveva davvero abbastanza di quelle pagliacciate. 

 

Al parco trovarono un posto tranquillo dove poter finalmente chiacchierare indisturbati. Lì il ragazzo venuto da lontano si perse a contemplare a lungo il dolce viso della sua amata che ora, non sapeva perché, ma pareva d'un tratto triste e malinconico. 

-A casa tua c'è sempre tutta quella confusione? 

Si ritrovò a dire, cercando goffamente di tirarle su il morale mentre, con le mani in grembo, la guardava trasalire. 

-No, a volte è anche peggio. 

L'aveva sentita rispondere in un soffio, torcendosi nervosamente le dita. 

-E così tu e Ranma non state più insieme. 

Considerò dopo un breve momento di silenzio, durante il quale i pensieri che gli agitavano la mente stanca non smisero di tormentarlo. La giovane annuì, lasciandosi sfuggire un profondo sospiro che sapeva di nostalgia mentre arricciava le labbra in una smorfia involontaria, che ai suoi occhi la rese ancora più bella. 

-Sai - riprese - non ti nascondo che non c'è niente che mi renda più allegro, del resto una ragazza tanto carina e dolce come te merita sicuramente di meglio di un pallone gonfiato come quello. 

Si sporse per prenderle le mani, accarezzandole in un gesto carico di tenerezza che la colpì, tingendo di rosa le sue guance pallide. 

Carina e dolce come lei? Aveva detto proprio così? Com'era gentile ed educato, non c'era di certo abituata. Ranma non si sarebbe mai sognato di parlarle a quel modo. Shinnosuke, invece… lui era completamente diverso. Si perse nelle sue iridi scure, arrossendo ancora di più. 

-Vedi Akane, i miei sentimenti per te non sono mai cambiati in tutto questo tempo e so che, se solo lo volessi, potrei davvero renderti molto felice… 

 

 



 
   
 
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