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Autore: Immersi nella vita    25/03/2021    0 recensioni
Le avventure tragicomiche delle Nazioni alle prese con i loro sentimenti.
[ Pairing: Gerita, Spamano, Fruk, Rochu ]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11: Tra litigi e vendette

Alfred capì subito di essere fottuto, si sentì improvvisamente come un topo in trappola. Nella stanza sembrò calare la temperatura, un brivido gelato gli attraversò la schiena, gli occhi di Ivan, freddi come una notte siberiana e duri come l' acciaio, lo fissavano con rabbia, schiacciandolo contro la parete a cui si era appoggiato. Il respiro accelerò appena, ma decise di non abbandonarsi al panico che continava a crescere con insistenza nel suo petto e  di combattere. Ivan piegò il braccio all' indietro, la punta del rubinetto brillò minacciosa, e scagliò il colpo all' altezza della testa di America. Alfred riuscì a evitare il colpo per un pelo, il rubinetto aveva aperto una voragine vicino al suo cranio, cadde qualche pezzo di intonaco. America spalancò gli occhi e fissò le crepe sul muro, strinse i pugni, non sarebbe mai scappato davanti a uno scontro frontale. Lui e Russia se le erano date di santa ragione in passato, sopratutto durante la guerra fredda; ma la sensazione nel suo stomaco gli diceva che questo era qualcosa di diverso, che c'era un reale intento omicida dietro tutta quella violenza. Riuscì a schivare un altro colpo, sembravano davvero il gatto con il topo. I movimenti di Russia erano accecati dall'ira, improvvisi e brutali. Un colpo lo colse all'altezza delle  costole, America sentì distintamente il rumore sordo delle ossa che si frantumano. Si schiantò contro il tavolo delle vivande, l' aria gli lasciò i polmoni. Con la vista offuscata vide il tubo di metallo avvicinarsi rapidamente alla sua faccia, chiuse gli occhi e si preparò all' impatto. Non avvenne. 

Inghilterra si era messo in mezzo e aveva bloccato il colpo con il piatto della sua spada. Russia guardò minaccioso l' inglese, sibillò: "Stanne fuori!". Arthur si parò davanti all' americano mezzo svenuto e disse ad alta voce: " Smettila! Calmiamoci tutti un attimo. Vi state facendo trascinare un po' troppo, state solo compromettendo le vostre relazione diplomatiche, piantatela" . Yao si levò sulla gamba buona e strinse il braccio ferito, disse: " Smettila tu di impicciarti nelle relazioni degli altri, non spetta a te giudicarci! " un moto di irritazione ad alterargli i lineamenti. Canada comparve vicino al fratello, gli avvolse un braccio dietro la schiena e lo aiutò a mettersi in piedi. Inghilterra guardò malamente entrambi, si chiese tra sé e sé perché dovevano sempre fare i bambini, il suo disappunto chiaramente espresso dalle sue sopracciglia corrucciate. 

Cina respirò profondamente, utilizzò il qi* che scorreva nei suoi meridiani per fermare l' emorragia e alleviare il dolore. Decise che se doveva dare una lezione a quel maiale americano, doveva prima sbarazzarsi di quell' insetto davanti a sé. Disse: " Levati Oppio**, lasciaci sistemare le cose fra di noi". Inghilterra alzò un sopracciglio e disse ironico: " e se non lo facessi? ".
Per tutta risposta l' inglese venne colpito da una sfera di energia. Gli occhi di Cina brillavano, il palmo della mano aperto davanti a sé, le dita tese, cariche di tensione ed energia. Arthur venne scaraventato contro il muro, sbatté violentemente la testa. Sputò una boccata di sangue, lampi bianchi gli attraversarono improvvisamente la vista. Scosse la testa e disse :" Ancora con questo qi? Non cambi mai..." si staccò dalla parete e si scrocchiò le dite, sorrise sfrontato:'' Non sai con chi hai a che fare!" gli occhi verdi brillarono di cattiveria sul volto macchiato di sangue. Inghilterra impugnò la sua sciabola e pronunciò parole incomprensibili. Francia disse esasperato: " Angleterre, smettila con quelle tue stronzate sulla magia e andiamocene!!" il suo tono era sbrigativo. Inghilterra lo ignorò e si buttò nello scontro. 

Yao lottava con calci e pugni, il qi scoreva in lui infondendo forza nei suoi colpi. Inghilterra aveva il fiato corto e riusciva a malapena a tenergli testa, quel maledetto si muoveva velocissimo e schivava ogni suo affondo. Gli altri li guardavano con il fiato sospeso. Yao infuse forza nel suo palmo e creò una spada illusoria, la scagliò contrò l' inglese, che la bloccò con uno scudo magico. Le loro mosse si fecero sempre più incalzanti.  Arthur creò delle frecce infuocate e le scagliò contro Yao. Cina venne ferito di sfuggita, iniziava a stancarsi. Inghilterra sorrise crudele, colse la piccola apertura creata dal cinese e con un affondo lo colpì al fianco. Sussurrò una parola all' orecchio di Yao ed estrasse la spada. Cina spalancò gli occhi, cadde in ginocchiò, il sangue iniziò a fuoriscire a fiotti. Tossì sangue, si tappò con una mano il fianco, ma l' emorragia non si fermò. Divenne bianco come un cencio, spalancò gli occhi e realizzò con orrore. Digrignò i denti, quel maledetto lo aveva avvelenato. Russia si precipitò al fianco di Yao, lo strinse a sé preoccupato. Cina volle rassicurarlo, ma tossì altro sangue, era nero. Ivan sbiancò, guardò con occhi sbarrati Inghilterra. Ringhiò: " Cosa gli hai fatto!?? " la sua voce rimbombò in tutta la sala. Inghilerra scioccò le dita e si volatilizzò nell' aria insieme a Canada, Francia e America. Ivan iniziò a imprecare in russo, gridò furioso: " Codardo, pezzo di merda, cosa gli hai fatto!? " la sua voce assunse un tono isterico.  Cina si accasciò nella sua stessa pozza di sangue e guaì di dolore.  Russia fu subito al suo fianco, con mano tremante gli scostò i capelli dal viso,  gli fece una carezza. Si morse un labbro e cercò di trettenere le lacrime. Sentì il suo cuore spezzarsi, la sofferenza maggiore era quella di vedere la persona che amava soffrire senza poter fare nulla. Il senso di impotenza lo schiacciò a terra, impotente osservò il sangue allargarsi in una pozza sul pavimento.   
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Le Nazioni rimaste decisero di andarsene. La festa era decisamente degenerata e nessuno aveva intenzione di stare vicino a un russo instabile. 
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Giappone aveva osservato tutta la scena pietrificato. Non pensava che si potesse arrivare fino a quei punti. Un pensiero gli balenò in mente ' È stato come un meeting mondiale, ma senza Germania-san, e con molto alcol e confusione ad amplificare il tutto'. Guardò il suo nii-san riverso sul pavimento, il sangue steso come un drappo sotto di lui. Gli girò improvvisamente la testa, la vista gli si offuscò, immagine lontane si riaffacciarono all' occhio della sua mente. Memorie di sangue, di dolore e di tradimenti. 

La terra intorno a lui bruciava, l'odore del sangue e del fumo impregnava l'aria. Davanti a Yao era steso per terra inerme, la sua schiena bianca esposta, bagnata di sangue. Strinse nel pugno l' impugnatura della katana, dalla punta della lama scese una lacrima di sangue

I ricordi lo abbandonarono così come lo avevano assalito. Un' ondata di nausea lo attraversò, si allontanò velocememte dala sala e uscì in giardino. Fece diversi respiri profondi, un senso di panico gli assaltava la bocca dello stomaco. Quei ricordi non erano suoi, non capiva che stava succedenso. Lui non aveva mai...

Vide una macchia di sangue sull' erba, gli girò la testa, sbiancò e vomitò. 


Inghilterra e le altre tre Nazioni si ritrovarono nel verde. Arthur non ebbe nemmeno il tempo di chiedersi perché cazzo si trovassero lì, che  si ritrovò il pugno di Francia stretto sotto la gola. Francia lo guardava con occhi di fuoco. Disse irato: " Che cazzo pensavi di fare poco fa!? " . Inghilterra gli regalò uno sguardo confuso. Al silenzio del britannico Francia si sentì in dovere di specificare: " Quella dannata lotta magica o quel cavolo che era, fai sul serio? Sei uscito fuori di senno!??'' strinse il pugno sul bavero della camicia. La luna baciava i capelli del francese facendoli sembrare fili d' argento, le ciocche sfuggite al nastro gli fluivano morbidante sul viso contratto da pieghe di stizza.  Inghilterra ringhiò, un famigliare senso di irritazione iniziò a fargli pulsare la tempia. Gli sbraitò a un soffio dal viso: " E cosa dovevo fare esattamente!? Lasciare che uccidessero America!? " . Gli occhi di Francia lampeggiarono e rispose alzando la voce: " Oh no, cher, non si tratta affatto di questo! Non provare a fare l' eroe davanti a me! Io parlo di Cina, tu ti sei buttato contro di lui solo per il tuo onore ! Perché non ti andava giù il modo in cui ti ha trattato!". Inghilterra lo guardò venefico, il rospo aveva ragione, ma non aveva nessun diritto a rinfacciarglielo, lo avrebbe fatto sicuramente anche lui al suo posto. Porto la mano su quella di Francia e sibillò: " Lasciami! " . La presa del francese si rinsaldò e lo sbatté violentemente contro il tronco di un albero. Brividi di rabbia gli fecero tremare le spalle, si morse un labbro e disse: " Tu...tu.. " il fiato gli venne meno. Il francese pensò amaremente ' perché devi sempre fare così, metterti in pericolo in questo modo!? Solo per quel tuo stupido onore....quel tuo maledettissimo onore' .  Staccò le mani dalla sua camicia, stava per tirargli uno schiaffo ma vennero interrotti dalla voce di Canada che pigolò: " Smettetela! ". 

Francia si girò verso Canada e si ricordò che non erano soli e che c' era anche lui. Il viso del povero Mattew era pallido dipinto di angoscia, disse:'' Potreste piantarla  di litigare per una  buona volta? Mio fratello è ferito, svenuto dissanguato e siamo da qualche parte sperduti nei boschi..." la sua voce gli si ruppe. Lo sguardo di Canada spense immediatamente tutta la rabbia che ribolliva nel  cuore di Francia, un senso di colpa e di vergogna gli raggelò lo stomaco. Anche Inghilterra si calmò.

 Francia si avvicinò ad America e sopirò, guardò l' inglese che stava controllando il polso di Alfred.  Canada guardò preoccupato il fratello, pensò amaramente che le cose andavano sempre a finire  in modo catastrofico quando lo statunitense ci si metteva. 
Francia utilizzò la via delle nazioni e insieme a Canada portò l' americano e l' inglese in ospedale. 
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Intanto a casa di America non era rimasto nessuno tranne che per Russia e Cina. Ivan era accovacciato al fianco di Yao, che respirava a fatica. Il russo disse: " Amore, andiamocene, ti porto all' ospedale ". L' asiatico si trovava con la schiena poggiata a un tavolino, era riuscito a manipolare il suo qi e a fermare l'avanzare del veleno, a casa sua aveva delle erbe che lo avrebbero guarito. Guardò con sguardo sicuro il suo amante, che fino a poco prima stava piangendo al suo fianco, un soffio di tenerezza gli accarezzò il cuore; ma prima di andarsene da quel posto infernale doveva  ancora  fare qualcosa. Yao afferrò la mano di Ivan e disse:" Prima di andarcene, dobbiamo lasciare un promemoria a  quel porco capitalista! " . Russia lo guardò scettico e disse: " Ma sei ferito, lasciamo perdere... " . Per tutta risposta si mise in piedi e gli disse: " Come vedi sto benissimo, solo un graffietto, aru" il viso era pallido come la giada, il respiro veloce. 

Russia rimase in silenzio, era evidente che Cina non stava bene  e che aveva bisogno di urgenti cure, ma quando Yao si impuntava su qualcosa era impossibile fargli cambiare idea. Si disse che se doveva portare Yao fuori da quella casa doveva prima sbrigarsi a fare quello che voleva l' asiatico. Cina si appoggiò a una sedia e lo guardò con aspettativa. Ivan sapeva anche senza che Cina glielo dicesse che cosa doveva fare. Con il suo "magico tubo del dolore" iniziò a distruggere le finestre, i mobili e le porte di quell'immensa villa. 

Si perse in quel vortice di violenza, finalmente riuscì a scaricare tutta la tensione della serata, tutta la rabbia e il dolore che si erano accumulati. Immaginò di fracassare la faccia di quel arrogante di America e di quel fetido bastardo inglese che aveva osato ferire il suo Yao. Si fermò soltanto quando una scheggia di un vetro rotto non gli volò in faccia tagliandogli la guancia. Sentì il liquido scorrere caldo, come una lacrima, si ripulì con il dorso della mano. Si girò nella direzione del suo fidanzato, quest'ultimo aveva scritto qualcosa sul muro. 

Sulla parete campeggiavano diversi ideogrammi cinesi scritti con il sangue. Si avvicinò e lo abbracciò da dietro, stando attento alla ferita sul fianco, gli sussurrò  dolcemente all' orecchio: " Che hai scritto? ". Sentì il corpo del più basso sussultare, scosso dalle risate, disse a cuor leggero:" C'è scritto ' muori maiale americano' e altri insulti" . Cina si girò, si alzò sulle punte e diede un bacio alla guancia ferita di Ivan, gli sorrise soddisfatto leccandosi via il sangue che gli aveva macchiato le labbra. Russia gli prese le spalle fra le mani, si chinò su di lui e gli diede un bacio sulla fronte, bruciava di febbre. Una mano si staccò dalla sua spalla e gli prese il viso infiammato, sentì una stretta al cuore quella scena gli ricordava terribilmente la scena  che era stata interrotta da America poche ore prima. Gli diede un bacio a stampo e gli disse a un soffio dal suo viso: " Ora ce ne andiamo", Yao gli sorrise e annuì.
.

Romano aprì gli occhi. Si trovava in un luogo luminoso, una leggera brezza gli accarezzava il viso. Si guardò in giro confuso, dove si trovava? Un momento prima stava...trasalì i ricordi lo invasero, rivide il viso addolorato di Spagna, le sue lacrime, il modo in cui cercava di fermare l' emorragia. Gli avevano sparato!?

Si toccò il petto e notò con sorpresa che non c' era nessuna ferita, non provava nessun dolore. I suoi pensieri vennero interrotti quando sentì una voce profonda dietro la sua schiena.

 "Ciao Lovino~"

Si girò di scatto e si trovò di fronte alla faccia sorridente di suo nonno. 

Sbiancò e  balbettò: " S-sono...mor-to!? "

Per tutta risposta l'ex-Impero romano gli rise in faccia, dopo essersi calmato disse scuotendo una mano: " No, no nipotino. Ho solo deciso di venirti a trovare in sogno. " il suo sguardo si fece serio e aggiunse : " Be' non sei morto, ma ci è mancato poco" . Romano si accigliò e incrociò le braccia al petto, sputò: " E perché venirmi a trovare!? ". Superato lo shock iniziale iniziò a essere pervaso dalla rabbia, a suo nonno non era mai importato nulla di lui, perché tutta questa ipocrisia!?

Il viso di suo nonno assunse una piega interrogativa, gli diede una forte pacca sulla spalla e disse in tono squillante:" Smettila di brontolare come al solito! " gli sorrise. Romano si scostò e alzò gli occhi al cielo soggiunse in tono acido: " Allora, che vuoi da me? " . Suo nonno disse semplicemente: " Parlare con il mio nipotino, pretendo troppo? " prima che Lovino potesse rispondergli aggiunse: " Ho visto che hai combinato un sacco di casini ultimamente... " . L' italiano arrossì e gridò: " Ma che ne sai tu vecchio!" . Quest' ultimo ignorò il nipote e continuò il suo discorso: " Ho visto che stai giocando con il cuore delle persone" il suo sguardo si fece terribilmente serio, gli chiese: " Perché? ".

 Lovino distolse lo sguardo, non riusciva a sostenere quel confronto, ad avere quella conversazione. Non sapeva nemmeno lui perché aveva fatto quelle cose, probabilmente all' epoca gli erano sembrate delle idee "geniali". Ma sapeva bene  dentro di sé che erano  state tutte cazzate. Aveva cercato di fare delle cose assurde perché non si accettava, non voleva accettarsi, ammettere che forse gli... . Digrignò i denti e divenne completamente rosso, si odiò profondamente in quel momento.

Si girò, diede le spalle a suo nonno e disse:" Non sono affari tuoi! "
La mano di suo nonno calò con forza sulla sua spalla, Lovino sussultò. La sua voce gli arrivava forte e chiara: " Non essere timido, puoi confidarmi tutti i tuoi problemi di cuore, io sono un esperto in queste cose! " l' entusiasmo vibrava in ogni sua parola. Romano rabbrividì e il suo viso si fece impossibilmente rosso, sputò in tutta fretta: " No, no! Ma che idee ti sei fatto!? "; si girò e gli regalò uno sguardo allarmato. Per tutta risposta il vecchio gli fece l' occhiolino e iniziò a rivelargli con orgoglio tutte le sue conquiste da latin lover. Dalle labbra di Lovino sfuggì un suono di frustrazione, perché doveva parlare con questo vecchio delirante!? 

Nonostante tutte le insistenze Romano rimase una tomba, non si confidò al Nonno. Quest' ultimo prima di sparire dal sogno gli disse solamente:" Romano, ricordati una cosa  'Si vis amari, ama' (se vuoi essere amato, ama)! " e scomparve sorridendo. 
.

Romano aprì gli occhi. La luce artificiale gli diede fastidio agli occhi, sbatté più volte le palpabre. Si sentiva come se gli fosse passato addosso un Tir. Aveva la gola secca, quanto aveva dormito? E dove diamine si trovava!? Riabituatosi alla luce, diede un' occhiata in giro, si trovava nella sua stanza, era nel suo letto, lo avevano attaccato a una flebo. Ma quello che più lo stupì e che gli fece mancare un battito fu vedere una chioma di capelli castani sul bordo del suo letto. Era Spagna, si era addormentato al suo capezzale la sua mano sopra la sua. Romano vide il suo aspetto esausto probabilmente era crollato dal sonno dopo ore di veglia, il senso di colpa gli compresse il petto.
Si sentiva ancora stanco, scivolò nuovamente nel sonno dopo essersi impresso nella mente quel volto. 

Note:

*Qi: Si intende l'energia "interna" del corpo. Il termine è utilizzato nella filosofia, nelle arti marziali, nella medicina tradizionale cinese e nel Taoismo. 
I merdiani(脈)sono secondo la medicina tradizionale cinese i canali in cui scorre l'energia( il qi).

** Oppio: Il soprannome che Cina  ha affibbiato a Inghilterra a causa delle due Guerre dell'Oppio (1839–1842 e
1856–1860). 

Note dell' Autrice:

Salve a tutti! Ringrazio come al solito tutti i miei i lettori e soprattutto Charlotte77 che mi ha lasciato una graditissima recensione ^^. 
Alla prossima (´。• ᵕ •。`).  










   
 
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