Anime & Manga > Candy Candy
Segui la storia  |       
Autore: moira78    26/03/2021    2 recensioni
Candy e Albert si conoscono da sempre e, da sempre, un filo invisibile li lega. Ma la strada che li porterà a venire a patti con i propri sentimenti e a conquistare la felicità sembra essere infinita e colma di ostacoli...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Brighton, Archibald Cornwell, Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Elroy Ardlay non capiva cosa fosse tutto quel baccano. Che diamine, le sembrava di stare in casa con quattro bambini anziché con degli adulti fatti e finiti! Prima aveva sentito urlare, poi chiudere e riaprire porte, quindi si era affacciata alla finestra e aveva scorto di nuovo suo nipote William e quella Candy camminare fin troppo vicini.

Si portò una mano alle tempie, massaggiandole un poco mentre li seguiva con attenzione dai vetri: tra l'aria di tragedia che si era respirata qualche giorno prima e quella sottospecie di atmosfera ludica che c'era al momento attuale, la matriarca degli Ardlay non sapeva cosa fosse peggio.

Certo, vedere suo nipote finalmente felice le faceva un immenso piacere e ancora non si capacitava di come non avesse voluto denunciare il corpo di polizia che aveva comunicato loro una notizia tanto tragica senza prima ascoltare adeguatamente tutte le fonti. Era chiaro come il sole il sollievo con cui aveva informato il Consiglio dell'errore, ma di lì ad amoreggiare apertamente con la sua figlioccia ne passava di acqua sotto i ponti!

Strinse le labbra in un gesto di stizza nel rendersi conto di come William le parlava all'orecchio, avvicinandosi fino a sfiorarla.

Inaudito!

Già da tempo si era resa conto che si vedevano sempre più spesso, inoltre William aveva avuto la malsana idea di investire dei soldi in quell'orfanotrofio e Candy di permettersi di scriverle come se fosse sua zia. Insomma, sì, faceva parte della famiglia, ma non certo per sua volontà! Fosse stato per lei, quella Candice White non avrebbe avuto il loro cognome nemmeno per sbaglio.

Eppure... eppure tutti i suoi nipoti sembravano essere caduti sotto al suo incanto. Certo, non poteva negare che fosse molto bella, ma mancava di classe e soprattutto le sue origini erano ignote. Pensò con orrore al momento in cui William avesse avuto la pretesa di farla diventare qualcosa di più che una semplice protetta e si ripeté che no, non poteva accadere, non sotto al suo naso, almeno!

Le mani torsero la gonna e le sopracciglia si aggrottarono ancora di più, se possibile.

Mentre li guardava discutere e ridere nel giardino con tanta complicità, rifletté sul fatto che mancavano ancora una decina di giorni al termine di quell'assurda vacanza forzata e decise che era ora di movimentare un po' le cose con nuovi ospiti.

D'altronde, anche loro erano suoi nipoti.  
 - § -
 
Candy non riusciva a smettere di ridere: era più forte di lei. Guardò la faccia perplessa di Albert, gli occhi spalancati e le sopracciglia un po' inarcate e questo la fece ridere ancora di più.

"Insomma, Candy, comprendo che forse sia una cosa buona, ma non capisco come mai un semplice bacio solletichi la tua ilarità in questo modo!".

"È che... è che penso che l'espressione di Archie in quel momento fosse molto simile alla tua adesso!", rise ancora, tenendosi la pancia e piegandosi in avanti. Fortuna che erano seduti su una panca del giardino, o sarebbe caduta a terra!

Albert s'indicò con il dito: "Perché, che espressione ho?", chiese con genuina sorpresa, sbattendo le palpebre.

"Di uno che non ci capisce più nulla!", disse in un singulto strozzato, asciugandosi l'angolo dell'occhio dove le risate l'avevano fatta lacrimare.

"Oh...", fece lui annuendo lentamente. Bastò la sua espressione poco convinta e ancora molto confusa per provocarle un nuovo accesso di risa. Forse pensava di avere a che fare con una pazza e la stava solo assecondando.

Candy tentò di dominarsi, respirando a fondo e sventolandosi il viso con le mani: "Va bene, va bene, devo sembrarti pazza", si schernì dando voce ai propri pensieri.
"Affatto", riprese Albert con tono dolce, "mi sembri bellissima. Te l'ho sempre detto che sei più carina quando ridi che quando piangi".

Bastò quella frase magica per riportarla in uno stato di calma beatitudine: "Mi piace quando me lo ripeti", mormorò chiudendo gli occhi.

Lui le sorrise: "E a me piacerebbe baciarti, ora, ma temo che la zia Elroy ci possa vedere dalla finestra, quindi credo che dovrò rimandare il mio proposito".

Si limitò a guardarlo e tra loro avvenne una muta conversazione fatta di sguardi e di brevi sospiri. Vide riflesso, nei suoi occhi, il suo stesso desiderio di non avere più alcun ostacolo. Avvicinare i volti, sfiorarsi le labbra, inspirare una il profumo dell'altro, perdersi di nuovo in un bacio.

Ci sarebbe stato il tempo in cui non avrebbero più dovuto nascondersi, ne era certa, ma non ora.

Ora doveva essere paziente.

Candy tentò finalmente di spiegarsi: "Non riesco proprio a immaginare Annie che mette al muro Archie per baciarlo", dichiarò arrossendo un po'. Per quanto si sforzasse, non riusciva davvero a evocare l'immagine della sua timida sorella acquisita che si approcciava al fidanzato in quei termini. Lei stessa si stupiva della propria, recente audacia con Albert.

"Nemmeno io ci sarei riuscito fino a qualche minuto fa", ribatté Albert con il fantasma di un sorriso sul volto, "e a quanto mi ha detto mio nipote neanche lui".

"Devi sapere che fin da piccola lei è sempre stata così timida e chiusa che io le facevo quasi da mamma. Anzi, una volta ho finto persino di essere il suo papà", ridacchiò, imitata da Albert e si portò una ciocca di capelli sul labbro superiore proprio come in quell'occasione. "Un giorno l'ho trascinata a fare un picnic e ho... preso in prestito il vino di Miss Pony. Ci credi che sono riuscita a farlo bere anche a lei?".

L'espressione oltraggiata di Albert le fece venir di nuovo voglia di ridere: "Ma... Candy!".

"Esatto! È la stessa cosa che mi ha detto Annie stessa la sera del ballo, quando... quando...".

Quando le ho detto che non avrei messo il corsetto e che forse avrebbe dovuto farlo anche lei, stava per confessargli, ma si vergognò e arrossì.

Albert ora la fissava con curiosità, un sopracciglio alzato: "Di che diavolo avete parlato tu e Annie? Sei diventata più rossa di una peonia".

Lei lo liquidò con un gesto della mano, distogliendo lo sguardo: "Oh, una sciocchezza da donne, davvero. Solo che lei s'imbarazza a ogni più piccola allusione, per questo non so cosa darei per averla vista in quel momento! Dai, dimmi di nuovo come li hai trovati", insisté curiosa.

Albert si grattò la testa, pensieroso, poi spiegò: "Beh, come ti ho detto Archie era quasi al muro e lei gli stava... come dire, molto attaccata", gli scappò una breve risata.
"Molto attaccata come?", chiese Candy ricominciando a essere solleticata dall'ilarità.

"Guarda, te lo farei vedere io stesso ma siamo troppo vicini alle finestre. Insomma, aveva la faccia di Archie tra le mani", spiegò emulando il gesto nell'aria. La voce gli si spezzò e cominciò a ridere anche lui. "Sembrava... sembrava molto concentrata in quello che faceva e io non sono affatto un gentiluomo a descriverla così!". Più parlava, più veniva scosso dalle risate. "Oh, povero me, mi hai davvero contagiato!", aggiunse, portandosi una mano alla fronte.

"Ma scusa, lui non la ricambiava?", cercò di chiedergli, sghignazzando di nuovo apertamente.

Albert scosse la testa in segno negativo, senza riuscire a smettere: "Non... non credo abbia avuto... neanche il tempo... di capire cosa gli stesse facendo...", singhiozzò rovesciando la testa indietro e ridendo più forte.

"Dai, ora basta! Siamo veramente cattivi a prenderli in giro così!", gli intimò dandogli una spinta giocosa sul braccio, ma senza riuscire a contenersi nemmeno lei.

"Senti chi parla! E poi siamo solo contenti per loro, no? Magari risolvono le cose senza che noi mettiamo in atto subdoli piani stile Lagan!", ribatté Albert sfarfallando le dita delle mani e spalancando gli occhi con aria tragicomica.

"Non paragonarci a loro. Volevamo solo avvicinarli! Ma a quanto pare ci hanno già pensato da soli", ribatté cercando di tornare seria.

"Va bene, basta ridere di loro, hai ragione, siamo due pessimi Cupido", si arrese Albert asciugandosi gli occhi.

Rimasero per un po' in silenzio, riprendendo il controllo. Quando fu sicura di non avere più voglia di ridere, Candy chiese: "Credi che dovrei andare a parlare con Annie?".

Lui si riavviò i capelli con una mano, sbuffando: "Non lo so, è scappata via come una furia e non sono riuscito neanche a capire quanto fosse sconvolta. Di sicuro Archie lo era, mi spiace di averli interrotti". Le sue spalle ricominciarono a sussultare, segno che cercava di trattenere nuove risate. "Forse dovrei parlare con lui, aveva gli occhi sbarrati come se avesse visto un fantasma!". Si mise una mano sulla faccia, cercando di trattenersi e fallendo miseramente.

Candy scoppiò di nuovo a ridere di conseguenza: "Ma non si bacia a occhi aperti! Credo che dovrai insegnargli tu che se si bacia una ragazza, o una ragazza ti bacia, gli occhi vanno chiusi!".

"Oh, che lo impari da solo!", fece lui in tono scandalizzato, aggrottando le sopracciglia.

"Albert! Ma cosa hai capito?!", ribatté lei dandogli un colpetto sulla spalla.

Lui l'abbracciò, senza smettere di ridere: "Scherzavo, scherzavo! Oh, Candy, non credevo che avrei mai più riso così tanto", disse a un certo punto, mettendo di nuovo fine alla loro ilarità.

Lei si cullò per un po' nel suo abbraccio, poi mormorò: "Mi piacerebbe rimanere così, ma se ci vedessero...".

Albert alzò gli occhi al cielo: "Che ci vedano, comincia a diventare impossibile per me controllare ogni singola reazione. È come se mi fossi svegliato da un lungo sonno e finalmente mi sia concesso ridere, piangere, amare ed esprimermi liberamente. Proprio come un vagabondo in fuga in Africa".

Candy lo guardò: "Vuoi fuggire di nuovo?", gli chiese preoccupata.

"No", disse lui con tono fermo. "O, almeno, non senza di te. Ho intenzione di prendermi le mie responsabilità, anche se mi concederò qualche libertà. Però se le cose dovessero mettersi male e il Consiglio dovesse impedirci di stare insieme... beh, rinunceresti al ricco prozio William per sposare un vagabondo di nome Albert?".

Candy rimase senza fiato: aveva davvero pronunciato il verbo "sposare"?

Adesso il suo volto arrossato per le risate era così vicino che poteva sentire il respiro tiepido di Albert sulle labbra. Dovette dominarsi per non baciarlo.

"Ti seguirei ovunque", gli disse seria, con il cuore che le batteva all'impazzata, "anche se dovessimo passare la vita a dividere panini".

"Questo mai, piccola. Per quanto squattrinato possa diventare ti offrirò sempre una vita dignitosa", dichiarò allentando la stretta e facendole un elegante baciamano. "Ora che ne dici di rientrare e sondare le acque?".
 
- § -
 
Archie bussò alla porta della zia Elroy con il cuore in subbuglio: avrebbe rivisto Annie e, dopo quello che era accaduto tra loro, non si erano neanche chiariti.
"Avanti!", lo invitò a entrare la nota voce altera.

Con un sospiro, girò la maniglia e non fu sorpreso quando vide Annie che gli dava le spalle. Si voltò solo per un istante, facendo un leggero cenno del capo ma senza guardarlo direttamente negli occhi: qualunque cosa l'avesse animata qualche ora prima, ora era scomparsa.

O sopita.

Accanto a lei c'erano Candy e Albert e non poté fare a meno di notare come quest'ultimo avesse una luce strana negli occhi quando lo vide: Archie non capì se fosse malizia o curiosità, ma sapeva che con lui si sarebbe potuto confidare serenamente, se ne avesse avuto bisogno.

Sedette accanto alla sua fidanzata cercando di mostrarsi tranquillo e si dispose ad ascoltare cosa avesse da dire la zia.

"Volevo avvisarvi che ho invitato qui a Lakewood anche i vostri cugini Eliza e Neil", esordì da dietro il suo scrittoio di mogano, strappandogli un gemito di disappunto che a malapena riuscì a contenere. Scoccò un'occhiata di traverso agli altri e vide volti appena composti.

"D'altronde, William, se la tua idea era quella di una vacanza fuori programma per festeggiare il... ritorno di Candice avresti dovuto pensarci tu stesso", puntualizzò lanciando allo zio uno sguardo gelido.

Lui sorrise, affatto a disagio: "Ho pensato che non si sarebbero scomodati a fare un viaggio così lungo per Candy", rispose calcando sul diminutivo, "ma d'altronde immagino anche che una vacanza, per loro, sia sempre ben accetta, specie considerando che gli affari li cura soprattutto Raymond e non credo siano molto... uhm... impegnati con il lavoro".

Archie avrebbe voluto alzarsi per dare una pacca sulla spalla ad Albert per fargli comprendere quanto fosse d'accordo con lui, ma si trattenne.

La zia Elroy si schiarì la voce, in un chiaro segno che non aveva gradito la risposta: "Bene. Mi aspetto che continuiate a riposarvi e a divertirvi come state facendo ora", lanciò un'occhiataccia a Candy e Albert, "e a mantenere le giuste distanze", concluse spostando gli occhi su di lui e Annie.

Vide il volto della fidanzata andare letteralmente a fuoco e temette che la zia travisasse quel comportamento. Per fortuna, mentre lo baciava non era entrata lei, nella sua stanza, o in quel momento si sarebbero trovati già a parecchi chilometri di distanza l'uno dall'altra.

Sarebbe stato un bene? A questo punto non lo sapeva più. Sperava solo di non dover rinunciare al matrimonio. Perché lui voleva sposare Annie. Come aveva cercato di spiegare ad Albert, l'amore che provava per le due donne era differente: quello per Candy era bello, onirico, ma da tempo l'aveva lasciata andare. Quello per Annie era più dolce, tenero, ma faceva parte del suo presente e, sperava, del suo futuro.

Si potevano amare due donne contemporaneamente? Gli venne in mente il detto: tenere il piede in due scarpe e capì che non era una cosa poi così corretta.

"Bene, Archibald, ammiro la tua devozione, vuoi rimanere a farmi compagnia per il resto del pomeriggio?", stava chiedendo la zia Elroy.

Alzò gli occhi di scatto, rendendosi conto che era così preso dalle sue riflessioni da essere rimasto solo con la zia nella stanza.

"No! Cioè, certo zietta, sono contento di farti compagnia, ma... ehm... se non hai nulla da chiedermi, ho dimenticato di dire una cosa ad Annie. Posso andare?".

L'espressione della zia non era delle migliori e Archie si morse la lingua: "Mi raccomando, ragazzo", lo ammonì e non gli tolse gli occhi di dosso finché non fu uscito.
 
- § -
 
"Avanti", disse Annie rimanendo seduta sul letto, sperando con tutte le sue forze che non fosse Archie.

Candy fece capolino e le concesse un lieve sorriso: "Vieni, Candy, entra".

Annie Brighton indurì il suo cuore, perché non voleva e non poteva far risalire in superficie quello che stava disperatamente cercando di affiorare nel suo animo.

Invidia. Rabbia.

Candy era sempre quella perfetta e adorata da tutti, mentre lei era solo un'ombra fugace o pressoché invisibile. Non sarebbero bastati tutti i baci rubati del mondo e nemmeno decine di arrampicate spericolate sugli alberi per emularla: erano semplicemente diverse come il giorno e la notte.

Ma non voleva odiarla per questo, era infantile e sciocco.

"Non pensare che vogliamo ficcare il naso, Annie, ma... ecco, insomma, Albert mi ha detto cosa è successo e quindi pensavo che magari le cose tra voi...", cominciò torcendosi le mani, a disagio.

"È finita, Candy. Ho deciso di lasciarlo", disse secca, strappandole un ansito di sorpresa.

"Ma... ma...". Candy non fece neanche un tentativo di sederle accanto, rimanendo in piedi come se temesse di avvicinarla.

Annie la guardò con più attenzione. Era l'immagine stessa della felicità, anche se non stava sorridendo: gli occhi le brillavano come poteva accadere solo a una donna innamorata e pienamente ricambiata. Annie pensò che se lo meritava, dopotutto, perché aveva sofferto tanto. Eppure quella punta d'invidia le rosicchiava, incessante, l'anima, corrodendola come se riversasse acido.

"Non c'è altro da dire. Archie non è mai stato davvero mio. Tu l'hai mandato fra le mie braccia e lui mi si è affezionato. Ma più della metà del suo cuore appartiene ancora a te", disse voltandosi verso la finestra. Non poteva più sostenere il suo sguardo senza che Candy le leggesse dentro come in un libro aperto.

"Annie, mi piacerebbe che lottassi per lui. Se sei riuscita a baciarlo, forse...".

Annie si alzò e cominciò a passeggiare per la stanza. Aveva ancora i nervi a fior di pelle e non voleva una paternale.

"Dimmi una cosa, Candy", la interruppe, non volendo ascoltare oltre, "se Terence avesse insistito con te, tu saresti rimasta?".

Il viso della ragazza tradì lo stupore per quella domanda, poi divenne serio. Candy scosse la testa: "No, Annie, non avrei mai potuto".

"E perché?", la provocò lei, fermandosi a fronteggiarla e volendo che arrivasse da sola alla risposta.

"Perché avrei tradito lui e i miei stessi sentimenti. Oh, Annie, ma per voi è diverso: devi solo dare ad Archie il tempo di fare chiarezza nel suo cuore e...".

"Tempo?!", sbottò con un tono di voce alto e acuto. Fece una breve risata amara. "Quanti anni sono che stiamo insieme? È dai tempi della Saint Paul School che facciamo i fidanzatini e mi ha sempre trattata... con devozione, come se fossi una bambolina fragile a cui fare il baciamano o da mostrare con orgoglio agli eventi. Affetto, educazione. Non ho mai visto l'amore, Candy. Quello che avevi negli occhi tu quando ci parlavi di Terence tanto tempo fa. O quello che vedevo tra Patty e Stair, quando si sono conosciuti. Oppure quello che ora scorre tra te e Albert come una corrente elettrica!".

"Annie...". Sembrava afflitta e questo la urtò ancora di più.

"Ho visto le coppie innamorate in molte occasioni, Candy, e noi non lo eravamo. Archie non ha mai cercato di rubarmi un bacio, come ho avuto l'ardire e la stupidità di fare io. Non ho mai avvertito in lui la passione o il desiderio per me", aggiunse arrossendo, ma volendo dire finalmente ad alta voce ciò che pensava da sempre.

Candy tacque e Annie si asciugò le lacrime, quelle dannate lacrime sintomo di debolezza che odiava versare ancora e che avevano cominciato a scorrerle sulle guance senza che nemmeno se ne accorgesse.

Dopo lunghi istanti, Candy le parlò: "Annie, io credo che l'amore abbia diverse facce. Non è sempre uguale: può essere cauto, passionale o... devoto. Archie è un gentiluomo e tu sei sempre stata una ragazza composta ed elegante, non una scavezzacollo come me. Cosa avresti pensato di lui se ti avesse afferrata e baciata all'improvviso?".

"Io... io penso che mi sarei vergognata da morire", ammise chiudendo gli occhi.

"Esattamente. Il fatto che non abbia mai fatto gesti... avventati può semplicemente significare che ti ama al punto da non volerti mettere in imbarazzo. Ora che gli hai mostrato questo aspetto di te, magari comincerà a essere meno... ingessato e ti esprimerà davvero quello che sente".

Annie riaprì gli occhi, desiderando con ardore che fosse vero: "Candy, il suo cuore non è completamente libero. Una parte è rimasta con te e io non posso accettarlo. Lo capisci? È per questo che ti ho fatto l'esempio di Terry, poco fa. Ne abbiamo parlato e lui me l'ha confessato".

"Oh...", poté solo dire lei, chinando il capo. Ora non avrebbe più potuto confutare la realtà.

Cadde di nuovo il silenzio. Un silenzio scomodo, nel quale la rivalità tra loro si poteva avvertire nell'aria: ma era una rivalità a senso unico, perché Candy non avrebbe mai visto Archie se non come un fratello. Sembrava imbarazzata e a disagio mentre giocherellava con la gonna del vestito.

"Ora vorrei rimanere sola, per cortesia", mormorò cercando di non piangere di nuovo davanti a lei. Per la prima volta, ebbe bisogno di mostrarsi orgogliosa di fronte alla sua sorella acquisita.

Candy non disse nulla, ma camminò verso la porta con un sospiro. Mentre l'apriva, però, disse: "Rimango convinta che Archie sia solo molto confuso. Anche il mio amore per Terry sembrava non dovere finire mai, ma la verità è che crescendo cambiano molte cose".

Annie spalancò gli occhi e, per un attimo, fu quasi convinta delle sue parole. Ma quanto avrebbe ancora dovuto aspettare? E, soprattutto, perché mandare avanti quella farsa se il suo fidanzato era ancora legato a un amore adolescenziale? No, non voleva abbandonarsi a speranze inutili: avrebbe fatto quello che avrebbe dovuto fare molto tempo prima.

Rompere con lui.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Candy Candy / Vai alla pagina dell'autore: moira78