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Autore: melly_chan96    27/03/2021    1 recensioni
Due normali ragazzi, ma entrambi con un triste passato che vorrebbero dimenticare e la speranza in un futuro diverso. Da soli non potevano farcela. Forse, insieme, saranno in grado di dare una svolta alle proprie vite. Probabilmente non se lo sarebbero mai immaginato ma...tutto ebbe inizio quando i loro occhi si incontrarono.
~ESTRATTO DALLA STORIA~
-- Eem comunque c'è una cosa che volevo dirti...sì, insomma...-- lei si bloccò, sentendo che il tono della sua voce era cambiato. Era diventato serio, esattamente lo stesso tono dell'ultima volta. Sentì il proprio battito accelerare.
[...]
--...penso che la nostra amicizia sia iniziata in maniera un po' insolita... quindi, ecco, ti sembrerà stupido o infantile ma che ne dici se ricominciassimo da capo? Qui, ora...-- Lucy lo guardò interrogativa. Il ragazzo allora, per farle capire meglio cosa intendesse, le porse la mano.
-- Ciao, io sono Natsu!-- esclamò alla fine. A quel punto Lucy lentamente sorrise, segno che aveva finalmente capito l'intenzione dell'amico, decise di stare al gioco e afferrò decisa, quasi in modo teatrale, la mano di lui.
-- Piacere, io sono Lucy!--
Spero vi piaccia! ^-^
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajeel/Levy, Gray/Juvia, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tuttii!! Sono tornataa ^_^
e con un nuovo e super lungo capitolo! Per rimediare alla mia scomparsa di mesi e mesi EHM...
spero vi piaccia <3
 

VENTOTTESIMO CAPITOLO

Era ormai giunto l’ultimo giorno di vacanza per i ragazzi; il loro treno, infatti, era previsto per l’indomani mattina mentre le ragazze avrebbero trascorso lì ancora qualche altro giorno. Per questo motivo, in occasione dell’ultima serata insieme, avevano deciso di trascorrere tutta la notte in spiaggia fino all’alba!

 

— Juvia hai finito di preparare lo zaino con la roba da mangiare? — le domandò Levy.

— Come..? Ah sì, Juvia ha quasi finito…— rispose soprappensiero.

— …Ok, vado a vedere se le altre sono pronte!— la informò in risposta l’azzurrina rifilandole un’occhiata incuriosita.

— Ho visto un topo che mangiava zucchero filato — aggiunse, subito dopo, guardando l’amica per verificare se stesse effettivamente prestando attenzione o meno.

— Anche Juvia lo pensa, sì…— e con questo aveva avuto la conferma che avesse davvero la testa fra le nuvole.

 

Che buffa, chissà a cosa starà pensando…o a chi?” Pensò divertita Levy, fra se e se, facendo spallucce. Anche se un’idea ce la poteva avere eccome.

 

Juvia, infatti, non riusciva a smettere di pensare alla conversazione che aveva avuto con il suo Grey il giorno prima quando stavano tornando a casa. 

 

Il pomeriggio precedente

 

— Wow ragazzi guardate che tramonto stupendo!— esclamò Lucy entusiasta, attirando l’attenzione dei suoi amici affinché potessero anche loro apprezzare lo spettacolo che avevano davanti.

Era un classico tramonto di un giorno d’estate.

Il sole si era avvicinato pericolosamente all’orizzonte e stava per sprofondare nell’abisso del mare. Il cielo era terso fatta eccezione per una leggera foschia attorno al sole che proiettava su di essa bagliori dall’arancione al giallo al rosa creando un contrasto mozzafiato, il tutto con uno sfondo di un azzurro chiaro che man mano si faceva sempre più intenso. I ragazzi rimasero ad osservare per diversi minuti, totalmente rapiti.

Grey, che inconsapevolmente si era messo al fianco di Juvia, si volse un attimo a guardarla. Il suo viso era illuminato dalla luce del sole andando ad evidenziare la pelle ormai abbronzata e le guanciotte arrossate, gli occhi spalancati esprimevano tutto il suo entusiasmo e Grey non potè trattenersi dal sorridere nel vederla così emozionata. Era strano. Ultimamente si ritrovava spesso ad osservarla, ovunque si girasse i suoi occhi finivano sempre per posarsi su di lei, rifletté, non riuscendo a spiegarsene il motivo. Poi Juvia fece qualcosa che lo colse alla sprovvista. Sul viso delicato della ragazza comparve un timido sorriso, ad esprimere probabilmente la gioia che provava in quel momento. Non è che non l’avesse mai vista sorridere; ciò che lo stupì infatti fu la sua stessa reazione: questa volta, quel suo sorriso così inaspettato e dolce gli aveva fatto perdere un battito. 

— Come mai stai sorridendo Juvia…?— chiese d’impulso, attirando quindi l’attenzione della ragazza. 

— C-come mai Juvia sta sorridendo?— ripeté spaesata, volgendo anche lei gli occhi al ragazzo al suo fianco. Ci pensò un attimo e poi rispose — Semplice, Juvia è felice perché in questa vacanza si sta divertendo moltissimo, insieme a tutti voi!— ammise con un’onestà disarmante. Questa volta fu il turno di Grey di spalancare gli occhi.

Si sta divertendo…”

—  …—

— E Grey-sama si sta divertendo?— domandò a sua volta Juvia notando che si fosse  come perso nei suoi pensieri. Grey tornò a guardarla dritta negli occhi.

— Oh sì, mi sto divertendo un sacco… e questo anche grazie a te Juvia…— la ragazza lo guardò un attimo perplessa.

— G-grazie a Juvia?— gli fece eco per l’ennesima volta, quasi per paura di esserselo immaginata.

— Certo! A me piace stare in tua compagnia…e a te? — replicò, grattandosi il capo con fare imbarazzato.

— A Juvia piace stare con Grey-sama!! — rispose con tono carico di entusiasmo e i luccichii agli occhi. 

Ecco che il cuore  del corvino perse un altro battito; una gioia indescrivibile gli aveva  appena riempito il petto.

Alle parole della ragazza non seppe come rispondere, ma in cambio le sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori, tale da toglierle il fiato.

 

~~

 

‘Mi sto divertendo grazie a te’ e ‘A me piace stare in tua compagnia’

Queste parole continuarono a frullarle nella testa fino a quel momento senza darle un attimo di tregua. Le sembrava ancora di poter sentire quel suo sguardo intenso su di se mentre le parlava…e quel sorriso alla fine l’aveva lasciata semplicemente senza respiro, l'avrebbe scolpito nel suo cuore per sempre. Il solo ricordo le faceva venire le farfalle allo stomaco. Persino il tono le era sembrato diverso; non era scherzoso come al solito, ormai aveva imparato a riconoscere quando il suo Grey stesse scherzando o meno, e non era stato certo questo il caso, la sua voce era ferma e…e…leggermente imbarazzata?! Juvia si schiaffò le mani sulle guance per cercare di non dare ulteriormente in escandescenze. Ora basta. Questa volta non avrebbe pensato troppo, basta con i viaggi mentali o le insicurezze, era giunto il momento di fidarsi del suo istinto. E il suo istinto le diceva che era giunto il momento! Una certa idea stava iniziando a prendere forma nella sua testa… decisamente audace e rischiosa ma  ormai aveva deciso e non si sarebbe tirata indietro! 

 

***

 

—Eccoci ragazzi!— li chiamò a gran voce Erza, avvicinandosi al gruppetto che pazientemente le stava aspettando davanti al tratto di spiaggia libera che avevano precedentemente individuato.

— Finalmente siete arrivate, amore! — la accolse Gerard stampandole un bacetto a stampo.

— Ehm… i preparativi ci hanno preso più tempo del previsto! — spiegò Lucy con tono di scuse. Il che non era affatto una bugia, in fondo avrebbero trascorso la notte all’aperto! Tutti erano visibilmente emozionati tant’è che i ragazzi non se lo fecero ripetere due volte e afferrarono direttamente dalle mani delle ragazze borse e borsoni e si lanciarono di corsa in spiaggia a prendere posto. E le ragazze li seguirono a ruota. La sensazione della sabbia fresca sui piedi nudi era indescrivibilmente piacevole, nulla a confronto con il calore che emetteva durante il giorno. Iniziarono a correre urlando come dei bambini attirando l’attenzione dei pochi passanti che passeggiavano di lì e qualche sporadico gruppetto di amici che si era appostato qua e là nella spiaggia buia.

— Sshh ci faremo cacciare così!— si lamentò Levy trattenendo la voce. 

— Avanti Levy, è l’ultima sera, cerca di scioglierti un po’! — replicò Gajeel guardandola con occhi da cucciolo sperando di convincerla ad essere più comprensiva.

C-cos…Ora si mette pure a fare gli occhioni dolci?!” Pensò l’azzurrina strabuzzando gli occhi. Non smetteva mai di sorprenderla. “Se mi guarda a quel modo come faccio…” si ritrovò a pensare cercando di frenare i battiti del suo cuore che improvvisamente si erano fatti più irregolari. Era talmente immersa nei suoi pensieri che non si era neanche accorta che il capellone l’aveva raggiunta alle spalle e ora era chino su di lei, il viso vicinissimo al suo.

— Sta sera ho intenzione di divertirmi e non permetterò che tu rovini i miei piani gamberetto…— le soffiò all’orecchio procurandole un brivido che la percorse per tutto il corpo. Si girò di scatto e se lo ritrovò ad un palmo dal naso. Ciò che vide fu uno dei suoi soliti ghigni arroganti e allo stesso tempo magnetici. La verità era che anche lei fremeva all’idea di cosa sarebbe potuto capitare. Non si scompose, anzi sostenne il suo sguardo, determinata. Il ragazzo era sicuro che il suo tono provocatorio l’avrebbe fatta sobbalzare ma rimase piacevolmente sorpreso. Sbuffò divertito. — Beh io ti ho avvertita — concluse, arruffandole la testolina di capelli celesti e facendo per andarsene. Lo guardò correre via e raggiungere Natsu e Grey che stavano aiutando a sistemare gli asciugamani e il resto della loro roba. 

—Uff, sarà una lunga nottata!— esclamò fra se e se con tono di biasimo. Il sorrisetto  divertito che comparve sul suo piccolo viso però, esprimeva tutt’altra emozione.

 

Il richiamo del mare era troppo forte e infatti Juvia e Grey (naturalmente) non resistettero  dall’andare a riva per immergere i piedi nell’acqua tiepida.

— Waa è una sensazione fantastica! Non lo pensa anche Grey-sama?— esclamò la ragazza estasiata.

— Hai proprio ragione Juvia! Gli altri non sanno cosa si perdono!— ribatté, guardando di sbieco gli amici alle loro spalle con tono di scherno. Poi guardò Juvia ed entrambi scoppiarono in una leggera risata. 

Sebbene il contatto dell’acqua sui piedi fosse davvero gradevole, la ragazza dovette ritirarsi quasi subito perché stava iniziandi a sentire i brividi percorrerle la schiena, complice anche la leggera brezza serale. A Grey non sfuggì e prontamente si offrì di prestarle la sua felpa, rassicurandola che non ne avrebbe bisogno. Dopo varie insistenze da parte dell’amica, alla fine cedette e accettò di mettersi la felpa. Si sentì avvolgere immediatamente dal profumo del ragazzo e ripensò che, dopotutto, non era stata poi così una cattiva idea quella di accettare.

 

— Comunque devo chiederti una cosa, ho notato che solo quando ti rivolgi a me…ecco mi chiami sempre ‘Grey-sama’ ma non capisco il perché? — domandò cogliendo l’azzurrina totalmente alla sprovvista, tant’è che strabuzzo gli occhi per la sorpresa.

— B-bhe… come dire…ehm — Juvia iniziò ad incespicare non trovando le parole giuste per potergli rispondere.

— No ma non sto dicendo che non mi piaccia…— si affrettò ad intervenire lui — un po’ mi mette a disagio, è vero, ma in qualche modo mi fa sentire uhm speciale…?— ammise con un leggero imbarazzo. Juvia riuscì finalmente a trovare il coraggio di guardarlo negli occhi e quando notò che il corvino si stava grattando la nuca con fare impacciato e il viso arrossato non potè che sciogliersi sul posto per quanto era adorabile.

— Allora Juvia vi chiamerà sempre cosi!— 

— No non è quello che intendevo aaah — 

Erano talmente presi a chiacchierare che non si erano minimamente accorti il sopraggiungere di una figura possente dietro di loro. E quella stessa figura si fiondò tra loro abbracciandoli alle spalle.

— Che cosa fate qui soli soletti, state importunando i poveri pesciolini che nuotano? Ghighhihi — si intromise Gajeel facendogli prendere quasi un infarto. 

— Che cavolate stai dicendo? Sei già ubriaco per caso?!— inveì Grey in risposta, piuttosto infastidito.

— Non ho neanche iniziato bello mio! Ghihihih — fece il capellone divertito.

— Gajeel-kun questa sera è particolarmente su di giri eh?— aggiunse Juvia con un dolce sorriso.

— Ben detto Juvia, tu sì che dai soddisfazione, non come questo ghiacciolo idiota! — 

A quel punto il corvino si svincolò dalla sua presa ed incrociò le braccia emettendo  uno sbuffo irritato; ora erano diventate ben due le cose che gli avevano dato fastidio: il fatto che Gajeel si fosse messo in mezzo tra loro due e che in questo preciso istante aveva ancora un braccio intorno al collo di Juvia!! 

Il capellone lo notò, e un ghigno comparve sulle sue labbra.

Sei diventato così ovvio, stupido ghiacciolo” pensò ridendo fra se e se. 

— Ho capito, ho capito, vi lascio fare i piccioncini…— 

— CHE COSA?! — sbottarono in coro i diretti interessati, entrambi diventati improvvisamente rossi un viso. “Ma se fino ad un attimo fa stavate ridendo e scherzando come un coppietta felice…ah sono senza speranze” pensò infine rassegnato. E veloce com’era arrivato se ne andò, lasciando i due perplessi ed imbarazzati.

 

***

 

Per gran parte della serata mangiarono, bevvero, risero e scherzarono. Man mano che le ore passavano la temperatura si era fatta un po’ più bassa e così decisero di accendere un piccolo falò.

 

ORE 00:00

Quando finalmente giunse la mezzanotte Erza e le altre ragazze tirarono fuori da  chissà dove niente di meno che delle bellissime lanterne colorate, una per ciascuno di loro. 

— Abbiamo pensato che sarebbe stata una cosa carina lanciarle tutti insieme! — spiegò la rossa, soddisfatta.

— E’ una bellissima idea! — convenne Natsu con un largo sorriso ad illuminargli il viso e i luccichii agli occhi. La reazione del ragazzo lasciò Lucy, che si trovava al suo fianco, piacevolmente sorpresa; una cosa così apparentemente semplice lo aveva reso felice neanche fosse un bambino! Mentre lo guardava, un sentimento caldo e avvolgente si era fatto strada dentro di lei ma soprattutto, il solo vederlo reagire a quel modo l’aveva resa felice a sua volta. Fu quello il momento in cui realizzò (forse per la prima volta) che la felicità di qualcun altro stava pian piano diventando anche la sua. E quella persona era Natsu.

 

Levy propose di scrivere qualcosa sopra le lanterne prima di lanciarle, un pensiero, una semplice frase o perché no, un desiderio. E così, dopo aver preso ciascuno la sua lanterna, trovarono un posticino tranquillo e il più comodo possibile per poterle decorare come più preferivano. Una certa persona, però, sembrava proprio voler continuare a comportarsi come un bambino.

—Natsu non sbirciare!!— gli urlò la bionda cercando di coprire la lanterna col suo corpo.

— Eddai Lucy voglio sapere cosa hai scritto!—

— Neanche per sogno!— replicò la ragazza mettendo su un piccolo broncio che il rosato trovò assolutamente adorabile.

—Facciamo così, se io ti faccio vedere il mio, tu mi mostrerai il tuo, va bene?— propose allora lui con una strana luce negli occhi, come se facesse tutto parte di un piano — In fondo io la mia l’ho già ultimata — concluse con un ghigno furbetto. Felice che la bionda avesse finalmente acconsentito, Natsu la afferrò per un polso e con la sua lanterna nell’altra mano la portò fuori portata d’orecchi rispetto a dove si trovavano gli altri. Lucy, insospettita, stava per chiedergli il motivo ma venne interrotta ancora prima che iniziasse a parlare. 

—Lucy…— iniziò il rosato, fattosi improvvisamente timido —…in realtà non voglio sapere cosa tu abbia scritto nella tua lanterna…— dopo aver lasciato la presa si voltò posizionandosi di fronte a lei, sollevò la lanterna con entrambe le mani in modo da nascondere il suo viso ormai diventato rosso a causa dell’imbarazzo. 

Lucy lesse attentamente ciò che vi era scritto.

 

-Desidero che la persona di fronte a me diventi la più felice del mondo-

 

Passarono diversi secondi prima che uno dei due tornasse a parlare, fu Natsu ad interrompere quell’estenuante silenzio.

—Lucy?…sei ancora lì? — scherzò il rosato per smorzare l’atmosfera imbarazzante che si era venuta a creare. Abbassò finalmente le braccia, indolenzite per aver mantenuto quella posa a lungo, e ciò che vide lo spiazzò. 

Una lacrima solitaria rigava il viso della ragazza la quale, non appena Natsu l’ebbe notata, si affrettò prontamente ad asciugare. Quel messaggio, chiaramente rivolto a lei, l’aveva lasciata letteralmente senza parole, solo commozione. Quella lacrima non era altro che la prova della sua forte emozione e di quanto si sentisse grata e felice in quel momento. Tuttavia il ragazzo non sapendo come interpretare questa sua reazione si allarmò. Un  tenero sorriso comparve allora sul viso delicato della ragazza.

— Questa non me l’aspettavo…— ammise, infine, con tono di voce leggermente incrinato.

Natsu poggiò sulla sabbia ciò che teneva in mano e si avvicinò alla bionda. Non appena Lucy alzò lo sguardo su di lui e se lo ritrovò a pochi centimetri di distanza con le braccia spalancate, semplicemente sprofondò in quel dolce abbraccio. 

—Non so cosa dire Natsu, solo grazie infinite — lo ringraziò dal profondo del suo cuore. Natsu si accoccolò meglio tra le braccia della ragazza strofinando la guancia sui suoi soffici capelli dorati.

— Non c’è bisogno che tu dica niente Lucy —

In effetti le parole non erano necessarie in quel momento, sarebbero state solo superflue.

Poteva sembrare esagerato commuoversi per una cosa del genere, ma non per Lucy. Spesso si da per scontato l’affetto verso un’altra persona ed è ancora più difficile saperlo dimostrare. Ma è grazie a questi piccoli gesti e attenzioni che si riesce a capire quanto una persona tenga davvero a te. 

La naturalezza, il calore e il senso di conforto che provava quando si trovava tra le braccia di Natsu era quasi innaturale, decisamente insoliti per lei, ma ormai sembrava  non riuscirne più a fare a meno. Ne voleva sempre di più. O meglio, ne aveva un disperato bisogno. 

Era amore quello che provava ma ancora non ne era pienamente consapevole.

 

Si ricongiunsero infine agli altri. Quando finalmente lanciarono le lanterne in aria, fu un momento davvero speciale, quasi magico. Rimasero ad osservarle allontanarsi nell’oscurità fino a che scomparvero totalmente dalla loro vista.

 

***

 

Gerard e Gajeel quella sera ci avevano dato proprio dentro con le birre, forse un po’ troppo. La differenza è che il primo reggeva piuttosto bene l’alcool, il secondo invece, a discapito di come si potrebbe pensare data la sua stazza, non altrettanto bene.

Era palese a tutti che ormai Gajeel fosse ubriaco, ma ne ebbero la conferma quando, di punto in bianco, si alzò lasciando tutti interdetti e si allontanò dal gruppetto.

— Ehi Gajeel! Dove pensi di andare? — gli urlò dietro la turchina.

— A fare due passi…lasciami in pace gamberetto!— rispose in malo modo alla povera ragazza. Levy alzò gli occhi al cielo ed emise un sonoro sbuffo.

— Vado io — comunicò agli altri prima di alzarsi per raggiungerlo.

 

— Uffi quante volte ti ho detto di smetterla di chiamarmi cosi?!— esclamò adirata, tuttavia il capellone sembrò non sentirla.  “Deve essere davvero brillo, che stupido!”. Lo chiamò innumerevoli volte prima di ricevere una risposta. 

— Ah sei tu, è che sei così piccola che non ti avevo vista… — la ragazza alzò per l’ennesima volta gli occhi al cielo e prese un ampio respiro. “É ubriaco Levy, non darci troppo peso…anche se siamo già a due insulti nel giro di neanche un minuto!”

— Che ne dici di tornare indietro o di sederci da qualche parte? Non riesci neanche a camminare diritto…— gli fece notare lei, cercando di mostrarsi premurosa e comprensiva.

— Non dirmi cosa fare! Sono arrabbiato con te!— Levy non potè che strabuzzare  gli occhi, sbigottita.

— Cosa?! E perché? Non abbiamo mica litigato o altro…— si lamentò lei corrugando la fronte.

— E invece io lo sono…perché sei una sciocca e imbranata e maldestra e un gamberetto…— “Ma che diavolo sta dicendo?’’ gli poggiò  una mano sul braccio ma lui si ritrasse bruscamente. La questione si stava facendo più seria del previsto.

— Gajeel…—

— Sono arrabbiato perché mi fai sempre stare in ansia! Non credi di avermi fatto preoccupare abbastanza ultimamente? Prima l’incidente in piscina poi l’altro giorno in spiaggia quando sei scappata, poi ieri pomeriggio quando sei caduta e non riuscivo più a trovarti…hai la minima idea di quanto mi sia spaventato?!— concluse con un ringhio di rabbia ma i suoi occhi esprimevano tutt’altro che furore.

— M-mi dispiace per averti fatto preoccupare così tanto...starò più attenta — balbettò in risposa la turchina sentendosi sopraffare da un improvviso senso di colpa.

— Certo che lo sarai!— rimbeccò lui, aspro. 

— Ok, ho capito…ora andiamo dai che se collassi qui non riesco a riportarti indietro da sola — lo incitò mentre si guardava indietro per verificare quanto si fossero effettivamente allontanati.

— Levy promettimelo! — continuò lui, attirando l’attenzione su di se. 

La  guardava con occhi pieni di apprensione e al contempo lucidi a causa dell’alcool.

Per qualche ragione Levy trovò questa sua reazione quasi…tenera?

— Te lo prometto… — rispose, sostenendo il suo sguardo con altrettanta intensità e abbozzando un piccolo sorriso rassicurante — ti prometto che d’ora in avanti starò più attenta...su inizia a fare freschino — fece dunque per incamminarsi ma si sentì avvolgere da dietro dalle sue forti e caldi braccia, facendole perder un battito.

E-ehi! Cosa credi di fare?— esclamò, quasi senza fiato per la sorpresa.

Niente…hai detto che avevi freddo così ti ho abbracciata…avevo voglia di farlo …tutto qui — rispose con voce ferma.

“Sapevo che è un tipo schietto, ma fino a questo punto! Deve essere proprio andato…spero non si accorga di quanto forte stia battendo il mio cuore in questo istante aah” 

— O-ok …grazie allora, ora puoi staccarti — si apprestò a sciogliere l’abbraccio e lui, sorprendentemente, non ribatté. Levy riprese a camminare ma, dopo qualche metro appena, si sentì afferrare nuovamente.

— Che c’è adesso Gajeel!?—  il capellone l’aveva afferrata per un braccio obbligandola a voltarsi e ciò che accadde la lasciò letteralmente senza parole. Nel voltarsi trovò il viso del ragazzo vicinissimo al suo e, prima ancora di capire cosa stesse per accadere, Gajeel posò le labbra sulle sue.

 Levy non riusciva proprio a capacitarsi del comportamento del ragazzo ma in quel momento decise di mettere da parte la razionalità e di lasciarsi trasportare da quel bacio sorprendentemente delicato ma allo stesso tempo avvolgente. Sarebbe stata ipocrita se si fosse ritratta, perché la verità è che negli ultimi giorni non aveva fatto altro che pensare a quanto avrebbe voluto abbracciarlo e baciarlo. Colpa dell’alcool o no, era stato un gesto avventato da parte sua e probabilmente gliene avrebbe dette quattro tuttavia, in quell’istante, il suo cuore fremeva dall’eccitazione e si sentiva felice come non mai. Tutto sommato, per questo non poteva che essergli grata. Quando le loro labbra finalmente si staccarono lui la fissò intensamente.

— Beh…avevo voglia di fare anche questo — inutile dire che queste parole diedero davvero il colpo di grazia alla povera Levy, facendola arrossire dalla testa ai piedi.

 — Ghhihihi non ti sembra un po’ tardi per arrossire, eh dolcezza? — aggiunse con tono eloquente. Le prese il piccolo mento per le mani e avvicinò nuovamente le labbra a quelle della turchina. Fu un bacio veloce questa volta, come se la volesse tenere sulle spine. 

Se da sobrio era difficile da “gestire”, conciato così non aveva la minima idea di cosa avrebbe potuto combinare, era davvero imprevedibile!

— A-ascolta Gajeel credo davvero che d-dovremmo andare!—

— Va bene, va bene andiamo…— Levy decise di prendere il controllo della situazione così lo prese per mano e iniziò a trascinarlo a forza — vuol dire che continueremo in un altro momento ghhihi— 

— Continuare cosa scusa? — domandò, temendo già in cuor suo la risposta.

— Quello che stavamo facendo mi sembra ovvio! Certo che a volte sei così tonta gamberetto…—

-- Cos-? Come osi! – “Controllati, sprecheresti solo fiato inutilmente a discutere con lui in questo momento!” 

Eppure a me è sembrato che ti piacesse …baciarmi …in fondo non è quello che volevi anche tu?—

La conversazione si stava facendo sempre più problematica.

—…—

— Perché non mi rispondi? Ci ho preso anche sta volta vero?—

— T-ti sbagli di grosso!— mentì spudoratamente.

— Perché non riesci a essere sincera con te stessa per una volta?! …e se ti dicessi che…—

— Se mi dicessi che cosa?— esclamò con un tono di voce un po’ troppo alto.  A quel punto il ragazzo piantò i piedi e la fece voltare afferrandole entrambe le mani.

— LEVY! — la fissò intensamente —  Tu mi pia-…— ma non riuscì a concludere la frase. Si accasciò su di lei e finirono entrambi per terra.

— Gajeel!! — lo chiamò a gran voce — Gajeel, rispondi!!! Così mi fai spaventare…Ehiii — riuscì a scivolare via da lui e lo girò con fatica, poi lo scosse, lo schiaffeggiò perfino ma niente. Poi sentì ronfare. 

“NON CI POSSO CREDEREEE… IO LO UCCIDOOOO…cosa stava per dire? Stava forse dicendo che…che gli piaccio?! Waaaa ”

 

A quel punto iniziò a dargli dei pugnetti sul petto finché, diversi minuti dopo, non riuscì a svegliarlo. Da come reagì, sembrava che avesse smaltito in parte la sbornia tuttavia sembrava non ricordare nulla di ciò che era appena successo.

 

— Ehi… smettila di picchiarmi! — biascicò rimanendo sdraiato sulla sabbia.

— “Smettila di picchiarmi!?” Te ne meriti altri cento di pugni!— replicò la turchina,  visibilmente infastidita.

— Cosa?? … piuttosto perché siamo a terra? — domandò rendendosene finalmente  conto. Levy diventò rossa sia di rabbia che di imbarazzo ma riuscì a mantenere una parvenza di contegno. Dopo aver preso un bel respiro, rispose:

— Tse…è tutta colpa tua naturalmente! Sei diventato brillo senza neanche accorgertene e mentre camminavamo mi sei finito addosso facendomi cadere con te!— spiegò brevemente.

— Ah accidenti mi dispiace, ti ho fatto male?…è che quando sono ubriaco non mi ricordo nulla di quello che faccio ghihighiihi — lei rimase scioccata. 

“Si è dimenticato tutto, non ci posso credere, voglio piangere…ora che pensavo fossimo arrivati ad un punto di svolta! Forse non era il momento giusto….” 

Rifletté fra se e se in preda ad un profondo sconforto interiore. 

— N-no non mi hai fatta male, però ora alzati!— lo incitò alzandosi per prima e scuotendosi la sabbia dai vestiti, in modo palesemente scocciato e amareggiato. Gajeel lo notò.

— Levy….ho fatto qualche cazzata per caso?—

— LASCIA STARE —

— Uhm va bene…ma non fa bene arrabbiasi così senza motivo, o ti verranno le rughe hahaha — scherzò, totalmente ignaro della vera ragione. Levy gli rifilò una delle occhiate più minacciose di cui era capace. Un brivido percorse il capellone dalla testa ai piedi.

— Ehi scherzavo, scherzavo saresti carina lo stesso…— aggiunse con un filo di voce cercando di alleggerire la situazione.

— Tu…!!—

“Ma che gli prende?!…aaah mi farà impazzire questo ragazzo!” 

E senza discutere oltre Levy si incamminò non curandosi se il ragazzo la stesse seguendo o meno.

Quando finalmente si riunirono agli altri, bastò un’occhiata per capire che qualcosa non andasse fra loro due. Grey esordì:

— Che situazione è questa? Prima Gajeel se n’è andato che era ubriaco e Levy ha voluto seguirlo preoccupata, ora invece, lui sembra essere quasi sobrio mentre Levy è…arrabbiata? Cosa è successo?!— domandò rivolgendosi a entrambi. Gajeel, sentendosi chiamato in causa, rispose.

— Non guardare me, non ne ho la minima idea …— disse, facendo spallucce.

Levy fece schioccare la lingua, assicurandosi che il diretto interessato la sentisse.

— Perché non torni a dormire visto che ti riesce così bene?— esclamò acida. Il capellone la guardò, inclinando la testa di lato. 

— Ma cosa…? — 

Tutti si schiaffarono una mano in faccia come a voler dire ‘Ecco che ci risiamo’, per fortuna Erza intervenne a salvare la situazione, come sempre.

— Ragazzi ho un’idea perché non facciamo un gioco?— il gruppetto accolse entusiasta la proposta della rossa e così riuscirono a dileguare l’atmosfera tesa che si era venuta a creare.

 

ORE 02:00

Si erano fatte già le due del mattino e la stanchezza iniziava ormai a farsi sentire. I primi a crollare furono Juvia e Grey, e come biasimarli, durante il giorno erano i più attivi di tutti gli altri membri del gruppetto messi insieme!

Si erano addormentato uno di fianco all’altra e nel voltarsi, Grey aveva istintivamente circondato l’amica con un braccio. Il che non era affatto passato inosservato. 

— Waaa come sono carini!— esclamò Lucy coi luccichii agli occhi.

—Ora gli scatto una foto! — disse invece Levy — Sono sicura che Juvia sverrà dalla gioia quando gliela mostrerò  hahaha — ridacchiò, scattando una marea di foto cercando di trovare l’inquadratura migliore. Dopodiché ripresero a parlottare mantenendo un tono di voce basso così da non rischiare di svegliarli.

 

Ciò che gli altri non notarono, dal momento che la ragazza era girata di spalle, fu che Juvia non era affatto addormentata! Per essere più precisi, si era svegliata nel momento esatto in cui Grey l’aveva circondata col suo braccio. E in seguito aveva dovuto fingere di stare ancora dormendo perché aveva sentito Levy avvicinarsi per fargli le foto. Insomma il suo cuore batteva talmente forte che lo poteva sentire rimbombare persino nelle orecchie. Diversi minuti dopo, quando si fu tranquillizzata e ormai abituata al fatto che il suo adorato la stesse praticamente abbracciando, e non riuscendo per ovvi motivi a riaddormentarsi, decise di godersi quel momento il più possibile. Si sistemò meglio nell’asciugamano. Se non aveva freddo era grazie alla felpa di Grey, avvicinò le maniche troppo lunghe al viso e si sentì avvolgere dal suo profumo, e ora, come se non bastasse, poteva avvertire persino il calore del suo corpo sulla propria schiena. Era una sensazione incredibilmente piacevole. Si ritrovò a domandarsi che espressione potesse avere il suo Grey mentre dormiva e così, con estrema delicatezza, si rigirò su se stessa facendo attenzione a non disturbare il ragazzo. Agli occhi di Juvia, lui era sempre bellissimo ma da addormentato forse lo era anche di più. Un sorriso colmo di affetto comparve spontaneamente sulle sue labbra. 

Era certa che questo momento non lo avrebbe mai dimenticato.

 

 

A Levy cadde l’occhio su Gajeel, anche lui alla fine aveva ceduto e si era addormentato, e non poté fare a meno di ripensare a ciò che era appena accaduto fra loro. Erano successe decisamente troppe cose in troppo poco tempo per poterle realizzare. Prima la sua sfuriata totalmente fuori contesto, il bacio…I BACI anzi, e poi la confessione, o almeno quello che sarebbe dovuto essere se non fosse collassato all’improvviso. Ci sarebbero state così tante cose che avrebbe voluto dirgli in quel momento ma lui aveva dovuto rovinato tutto. Una parte di lei era arrabbiata, e tanto. Perché le cose tra loro dovevano sempre essere così complicate e ingestibili, perché dovevano litigare sempre per ogni sciocchezza anche se ormai era chiaro e innegabile  l’affetto che provavano l’uno per altra? Eppure…nonostante tutto questo, era certa che non avrebbe voluto cancellare niente di tutto quello che avevano passato, perché è questo ciò che sono. Non sono perfetti. E quale coppia lo è? I loro veri sentimenti…è ciò che conta davvero. Lei era certa di quello che provava nei suoi confronti e a quanto pare lo era anche lui, dovevano solo trovare il modo giusto per dirselo. 

Con questa consapevolezza e un sorrisetto sulle labbra, allungò una mano sul ragazzo al suo fianco e gli fece una leggera carezza.

 

ORE 04:30

Fra circa due ore sarebbe sorta l’alba, e solo pochi veterani potevano vantarsi di essere ancora svegli. Sfortunatamente, erano persino finite le loro provviste! Senza pensarci due volte, Levy si offrì di andare da sola a comprare qualcosa, ignorando le proteste di Erza e Gerard. Non approvando la decisione della turchina, Erza si fiondò a svegliare Gajeel.

— Erza non c’è bisogno che lo svegli! — si lamentò lei trattenendo la voce.

— Eccome se lo sveglio!…Gajeel!…È finito da bere!…Levy ha detto che vuole andare da sola!— con quest’ultima frase aveva fatto centro.

— Cosa!? — biascicò, ancora stordito dal sonno.

Nel frattempo la turchina si era già incamminata, divertita e anche un po’ imbarazzata dal fatto che fosse bastato pronunciare il suo nome per far sì che il capellone si svegliasse all’istante.

 

— Levy!! Aspettami, vengo con te! — la informò, accelerando il passo per raggiungerla. A quel punto la turchina si fermò per aspettarlo.

“Che l’occasione sia già arrivata?” Pensò ridacchiando Levy fra se e se.

 

Camminarono per un po’ immersi nel silenzio. Il che era decisamente insolito! Ad avere il comportamento più strano però era senz’altro Gajeel, il quale camminava con sguardo pensieroso se non addirittura irrequieto.

— Ehm…devi dirmi qualcosa?— esordì Levy attirando la sua attenzione. Sentendosi colto in flagrante Gajeel spalancò gli occhi.

— Beh in effetti sì…sono sicuro che prima sia successo qualcosa o meglio devo aver fatto qualcosa ma davvero non riesco a ricordare…cioè ricordo solo qualcosa ma …no non può essere — ormai stava parlando rivolto più a se stesso che alla turchina.

— Qualcosa è successo…è vero — ammise lei, prendendo sempre più coraggio.

— Cosa ho fatto? Dimmelo Levy!— la ragazza si fermò, lui fece lo stesso e rimase in attesa.

— Questo… — si avvicinò lentamente a lui, afferrò la sua maglia, e lo attirò a se per poi dargli un piccolo bacio. Gajeel non poteva credere ai suoi occhi. — …ora ricordi?— lo provocò infine con un sorrisetto. Lo sguardo del capellone sembrò viaggiare per diversi secondi per poi sgranarli improvvisamente, segno che doveva aver ricordato.

— Io…ti ho baciato due volte…poi mi stavo per….dichiarare ma sono crollato a terra!— si accovacciò in preda allo sconforto   — Diamine sono un vero idiota!! — grugnì. Alla vista di quella sua reazione totalmente non da lui, Levy non potè che provare tenerezza per quel ragazzo grande e grosso.

— Ehi sono le 4 del mattino, non urlare— lo rimproverò lei, leggermente divertita. 

— Non me ne frega un cazzo — Levy scoppiò in una risatina. 

Sembra proprio un bambino” Tuttavia, vedendolo così frustrato, provò l’irrefrenabile desiderio di consolarlo. Si accovacciò anche lei.

— Dai, non fare così..— gli sussurrò mostrandogli un sorriso. Poi Levy si sentì afferrare per le spalle. Gajeel la stava guardando con un’espressione indescrivibile negli occhi.

— Levy!…—

— S-si?—

— Io sono innamorato di te!!— la ragazza spalancò gli occhi per la sorpresa, non  si aspettava certo che glielo confessasse così all’improvviso! —…e la cosa che mi fa incazzare è che non capisco il perché! Siamo totalmente l’opposto l'uno dell’altra, bisticciamo in continuazione però… sei la prima ragazza che mi ha fatto davvero preoccupare e che ho pensato di voler proteggere con tutte le mie forze …mi permetterai di stare al tuo fianco Levy?— a quelle parole la turchina era diventata completamente rossa in viso e, inoltre, era ancora avvolta nella stretta del ragazzo dal quale non riusciva proprio a svincolarsi. Si guardarono per qualche secondo che parve interminabile, in totale silenzio. Poi lo chiamò, raggiunse le sue mani ancora sulle sue spalle e le allontanò, tenendole strette fra le sue.

— Gajeel?—

— Mm cosa c’è?— per qualche ragione risentire la sua voce la fece avvampare nuovamente. Decise di farsi coraggio anche lei. “Forza Levy, ora o mai più!”

— Anche tu mi piaci…stupido!— tuttavia l’imbarazzo fu troppo da sopportare e finì col sprofondare il viso nel suo petto. Il ragazzo la accolse tra le su braccia senza neanche pensarci, solo in un secondo momento realizzò le sue parole.

— Sei incredibile. Ti sei appena dichiarata e allo stesso tempo mi hai anche insultato, ti rendi conto?! Ghigigi — rise fragorosamente e la stinse ancora di più a se.

— Non è colpa mia se sei uno stupido! Ma mi piaci lo stesso…—

 

Dopodiché andarono a comprare qualcosa veloce ad un mini market aperto 24/24 e nel tragitto del ritorno si tennero per mano per tutto il tempo.

 

 

 

ORE 6.30 

Il cielo aveva piano piano iniziato a rischiarare, non mancava ormai molto al sorgere del sole. Per paura che tutti inevitabilmente avrebbero finito per addormentarsi, Erza, previdente come sempre, aveva puntato la sveglia per quell’ora in modo da non rischiare di rimanere in spiaggia fino a mattinata inoltrata. 

Decisamente provati dalla nottata appena trascorsa, si alzarono, raccattarono tutta la loro roba e decisero di andare a dormire qualche oretta per poi ritrovarsi per accompagnare i ragazzi alla stazione.

 

***

 

— Eccoci arrivati — esordì Gerard, tenendo ancora stretta la mano della sua ragazza — il treno dovrebbe arrivare fra poco… — 

L’atmosfera non era affatto allegra come lo era stata nei giorni precedenti. D’altronde era comprensibile. Erano stati solo pochi giorni ma avevano fatto così tante cose che era sembrato molto di più, ed ora che era giunto il termine di questa breve vacanza insieme, era normale che si sentissero tutti un po’ tristi.

— Chiamami appena arrivi, ok?— gli raccomandò Erza abbracciandolo e stampandogli un lungo bacio.

— Certo piccola — dopo averla salutata e aver mandato un saluto generale alle altre ragazze, fu il primo a salire sul treno.

Gli altri seguirono il suo esempio e si unirono, malvolentieri, ai saluti.

 

Non passò certo inosservato l’atteggiamento insolitamente quieto di Gajeel e Levy ma soprattutto i sorrisetti che continuavano a scambiarsi l’un l’altra prima di separarsi. Era chiaro che fosse successo qualcosa fra loro ma decisero tacitamente di far finta di niente, sicuri che, quando sarebbero stati pronti glielo avrebbe detto loro stessi. 

 

— Godetevi questi ultimi giorni!— esclamò Natsu rivolto alle ragazze mostrandosi allegro. Poi rivolse il suo ultimo sguardo verso Lucy che si trovava al suo fianco. Si fissarono per diversi secondi che parvero interminabili, era come se entrambi non riuscissero a distogliere gli occhi l’uno dall’altra, quasi fossero in attesa di chissà che cosa. — A presto Lucy — riuscì a dirle, infine, in un sussurro. La ragazza ricambiò con un sorriso ma i suoi occhi non riuscirono a nascondere il dispiacere che provava. 

“Perché stai reagendo in questo modo Lucy, siamo stati insieme solo per qualche giorno e fra un paio torneremo a casa anche noi, non è che non vi vedrete mai più!” Rifletté fra se e se pensierosa. Era una sensazione totalmente nuova per lei che ancora non si riusciva bene a spiegare. Una cosa però era certa. Grazie alla presenza di Natsu, quei giorni erano stati davvero speciali. Le avevano permesso di capire quanto lui fosse diventato importante. Era diventato una persona di cui non avrebbe più potuto fare a meno. “ Se solo riuscissi a trovare il modo per dimostrarglielo…”

 

Al contrario degli altri, Juvia era quella più irrequieta di tutti.

Nel momento in cui Grey si avvicinò per salutarla ebbe l’impressione che volesse dirgli qualcosa ad ogni costo tuttavia lei non disse nulla! Assorto nei propri pensieri salì infine anche lui sul treno ma pochi istanti dopo si sentì chiamare a gran voce.

— Grey-sama!— era proprio la voce di Juvia. Corse subito sulla soglia delle porte, ancora aperte, e notò che la turchina stava tenendo fra le mani una felpa. Era quella che le aveva prestato la sera prima temendo che avesse freddo.

— Ah…è per la felpa…— rispose aggrottando le sopracciglia, quasi con tono deluso. “Che cosa ti aspettavi che ti dicesse, stupido” — Non dovevi preoccuparti Juvia, potevi tenerla! Me l’avresti potuta restituire una volta tornata a casa anche tu — le disse con voce sincera.

— No è che…— aveva iniziato a torturarsi le mani e teneva lo sguardo basso — la felpa era solo una scusa…Juvia voleva…—

— Volevi?— la incitò Grey. Il suo battito si era fatto irregolare per qualche ragione.

— Voleva dire a Grey-sama che… da questo momento in poi avrebbe fatto di tutto per far sì che lui pensi solo a Juvia!— esclamò tutta d’un fiato lasciando il moro letteralmente senza parole. Anche se sopraffatta da un enorme imbarazzo, ora Juvia lo stava guardando dritto negli occhi. La sua espressione era più ferma che mai.

— N-non capisco Juvia, che v-vuoi dire…? — Grey era così sconcertato da temere di non aver capito bene le sue parole, o meglio, le aveva udite bene, ma non era certo di come dovesse interpretarle. Fortunatamente la turchina stava per chiarire tutti i suoi dubbi rivelandogli finalmente ciò che provava davvero…

— Che…che Juvia è innam-…— …ma venne bruscamente interrotta da Gajeel.

— Ehi ghiacciolo ti muovi o no? Il treno sta per partire!!— sbraitò il capellone, arrivando alle sue spalle e interrompendo malamente la conversazione tra i due.

— Ma sei impazzito?!— gli urlò di rimando Grey, voltandosi. Dopo averlo rassicurato che li avrebbe raggiunti fra pochi istanti, si girò nuovamente verso la ragazza. 

—Juvia io…—  

Si guardarono negli occhi senza dire niente. Il cuore di Grey era in subbuglio. Per qualche ragione, le sue parole, anche se non del tutto chiare, lo avevano reso davvero felice ma allo stesso tempo lo avevano fatto sprofondare nella confusione più totale. Inoltre sarebbe stato un bugiardo se avesse detto di non esserne rimasto colpito. Anzi, era rimasto letteralmente scioccato. Mai si sarebbe aspettato che tali parole uscissero dalla bocca di Juvia. Una leggera fitta lo colpì al cuore. Cos’era questa sensazione? Già, questa volta aveva mentito. La verità è che in cuor suo sapeva bene che Juvia aveva un debole per lui, glielo aveva mostrato innumerevoli volte ma lui era stato troppo ceco per notarlo. In fondo a lui piaceva Lucy e aveva occhi solo per lei…cosa era cambiato allora? Cosa provava ora invece nei confronti della ragazza che aveva di fronte?  

Non erano certo domande a cui avrebbe potuto dar risposta in quel momento.

La verità è che non sapeva proprio cosa dire. 

— Juvia…— nei suoi occhi scuri si poteva leggere solo dispiacere e rammarico e confusione.

Prima che potesse aggiungere altro, le porte si chiusero improvvisamente.

 

Juvia, che per tutto il tempo da quando Gajeel li aveva interrotti aveva trattenuto il respiro, quando si chiusero le porte fece finalmente uscire tutta l’aria che aveva trattenuto nei polmoni. Non riusciva a togliersi dalla mente l’espressione negli occhi di Grey. Le sue parole l’avevano visibilmente scioccato. Esattamente cosa si aspettava le dicesse dopo una dichiarazione del genere?! Gli occhi iniziarono lentamente ad inumidirsi. Cosa aveva fatto? Era certa che Grey non provasse lo stesso eppure aveva avuto l’arroganza di dichiararsi e per di più così da un momento all’altro! Iniziò a pensare che il ragazzo non trovando il coraggio di rifiutarla, aveva preferito non dire niente. Cosa ne sarebbe stato della loro amicizia? Propio ora che sembrava si fossero avvicinati…

Ma ormai era troppo tardi, aveva rovinato tutto.


*Angolo autrice*
Con questo capitolo siamo arrivati a un buon punto della storia! Ormai Gajeel e Levy sono diventati una coppia e chissà, presto o tardi se ne formerà un' altra hiihih scommesse su chi sarà la prossima? :P
Dal prossimo capitolo la storia entrerà ufficilamente nelle sua parte finale! (Era ora ahhaha) 
Bacioni Melly

   
 
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