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Autore: MaryFangirl    28/03/2021    4 recensioni
[Sequel di 'Una presenza così familiare']
Prosegue la vita familiare dei nostri adorati sweeper...
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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La notte oscura cedeva gradualmente il passo a un sole che filtrava timidamente dalle persiane delle varie case e le macchine procedevano pigramente per le strade ancora deserte, un fagottino si muoveva mollemente nel suo letto per poi aprire, uno dopo l'altro, i suoi occhi assonnati. Quando vide che il giorno stava cominciando a spuntare, scostò rapidamente le coperte e balzò fuori dal letto, come un pupazzo dalla scatola, affrettandosi a percorrere il corridoio dell'appartamento.
 
Di colpo aprì la porta della stanza accanto per saltare sul letto battendo le mani, attirando l'attenzione dei due addormentati.
 
“È il mio compleanno, è il mio compleanno!” gridò felicemente.
 
Un grugnito sfuggì dalle labbra dei dormienti che vennero così bruscamente strappati dal loro sonno; Ryo affondò maggiormente sotto le coperte mentre Kaori socchiudeva gli occhi cercando di leggere il display digitale della radiosveglia.
 
“Stai esagerando Shan In...sono solo le cinque e mezza!” borbottò tornando a sdraiarsi, sospirando.
 
Con un piccolo broncio, la piccola si inginocchiò al suo fianco.
 
“Ma mamma, è il mio compleanno!”

“Ma è ancora troppo presto per preparare tutto, tesoro. Devi dormire ancora un po'” disse lei accarezzandole la guancia.
 
Immusonita, si sedette rudemente sul letto, poi incrociò le braccia sul petto. Dopo un breve silenzio, aggiunse:

“Va bene, ma posso dormire con voi? Così quando tu ti alzi, mi alzo anch'io!” disse con un ampio sorriso.
 
“Come vuoi!” rispose Kaori sorridendo.
 
Kaori tirò indietro le coperte, consentendo alla bambina di infilarsi, e lei allegramente vi precipitò dentro; riposizionandosi in quell'accogliente nido, Kaori abbracciò automaticamente la piccola che le sorrise felicemente.
 
A sua volta, Ryo abbracciò le due fissando affettuosamente Kaori che gli sorrise. Nella stanza si udì il respiro regolare della bambina, in seguito i due adulti percorsero il sentiero tracciato da Morfeo.
 
Qualche ora dopo, Kaori aprì gli occhi e si districò con cura dal gentile abbraccio, poi sospirò stiracchiandosi. Si alzò lentamente, poi diede un'occhiata ai due dormienti prima di dirigersi in bagno. La bambina, sospirando, si accoccolò contro il torso del padre mormorando parole incomprensibili. I suoi capelli scuri e fini coprivano il suo viso infantile come per proteggerla dalla luce che filtrava ulteriormente nella stanza.
 
Poco dopo, Kaori uscì dalla doccia calda per avvolgersi in un grande asciugamano di spugna; energicamente fece sparire la nebbia che si era depositata sullo specchio sopra il lavandino. Esaminando il minimo difetto sul suo viso nel riflesso che lo specchio le inviava, non prestò attenzione alla figura imponente che si insinuava nella piccola stanza piastrellata. Con le sue braccia forti, lui le cinse la vita premendosi contro di lei e posandole un bacio sulla spalla.
 
“Buongiorno tesoro” disse lui sorridendo, fissando la reazione della giovane donna allo specchio.
 
“Sei molto mattiniero” disse lei ironica.
 
“Per momenti privilegiati come questi, eviterei anche di andare a letto” confessò lui facendole l'occhiolino.
 
Da una semplice carezza, il cambiamento fu graduale; un bacio più approfondito sbocciò tra i due amanti che con desiderio si sfiorarono a vicenda.
 
“Sei già sveglia mamma!”

I due si separarono in fretta, a corto di fiato, fissando la bambina che si stropicciava gli occhi.
 
“Sì, piccola mia!” sorrise Kaori arrossendo. “Lasciamo fare la doccia a papà, io vado a vestirmi”

Con un bacio leggero sulle labbra di Ryo, prese poi la manina della bambina per tornare in camera a vestirsi; Ryo, in bagno, si precipitò nel box doccia per lasciare che l'acqua fredda avesse la meglio sui suoi desideri.
 
Mettendosi un asciugamano intorno al collo, scese le scale asciugandosi le orecchie mentre le voci dalla cucina testimoniavano l'attività dei suoi occupanti.
 
“Allora, andava bene la doccia?” chiese Kaori in tono scherzoso quando lo vide apparire sulla soglia, ridendo mentre riprendeva la preparazione della colazione.
 
-Non si prende in giro lo stallone di Shinjuku impunemente- pensò lui.
 
Sorridendo, si avvicinò alla sua donna e si incollò amorevolmente a lei.
 
“Per fortuna c'era nostra figlia, altrimenti ti avrei fatto la festa!” sussurrò lui sensualmente, mordicchiandole il lobo.
 
Mentre un brivido iniziava a percorrerle la spina dorsale, la bambina li interruppe di nuovo.
 
“Papààà!” si lamentò. “Lascia la mamma in pace, deve finire la colazione perché poi dobbiamo preparare la torta”

“Una torta, dici?” chiese lui falsamente sorpreso mentre si sedeva a tavola.
 
A-Shan posò le mani sulle gambe di suo padre.
 
“Non lo sai?” chiese lei incuriosita, accigliandosi.
 
“Vediamo...” pensò ad alta voce sfregandosi il mento. “Non è il mio compleanno, che è a marzo. Non è San Valentino, è ancora troppo presto...”

“È il mio compleanno!” disse lei con una vocina triste.
 
Un largo sorriso beffardo si diffuse sul volto dello sweeper che fissò la bambina, la quale gli lanciò un'occhiataccia rendendosi conto che l'aveva presa in giro.
 
“Non sei carino!” borbottò, incrociando le braccia sul petto.
 
Lui sollevò la bambina imbronciata e la mise sulle ginocchia.
 
“Credevi davvero che avessi dimenticato il tuo compleanno?”

“Non ti parlo più!” disse lei, calcando le parole per dimostrare la sua insoddisfazione.
 
“Troverò un modo per farti parlare” disse lui stringendo gli occhi, immaginando un piano.
 
Sospettosa, A-Shan lo guardò interrogativamente, poi non riuscì a prevenire l'assalto del padre che iniziò a farle il solletico energicamente. Contorcendosi, Shan In rise con forza.
 
“Allora, mi parli?” fece lui interrompendo momentaneamente il gesto.
 
“No!” disse lei con un ampio sorriso, gli occhi scintillanti di gioia.
 
Il gioco riprese mentre le lacrime salivano agli occhi della bambina che si dimenava freneticamente.
 
“Papà...fermati...fermati, ti parlo...promesso!” disse lei con voce rauca dalle risate.
 
“Un po' di calma, voi due” disse Kaori con tono gentile ma deciso.
 
“Sì mamma” dissero entrambi all'unisono. Si tuffarono poi sull'abbondante colazione; pochi minuti dopo, Kaori ammucchiò i piatti sul bordo del lavandino, quando la bambina impaziente tornò alla carica.
 
“Mamma, quando prepariamo la torta?” chiese tirando il grembiule della madre.
 
“Finisco di sistemare e poi ce ne occupiamo, va bene?”

La bambina annuì.
 
“Vai con tuo padre in salotto, ti chiamo non appena ho finito”

A-Shan si precipitò in salotto, poi raccolse uno dei suoi libri illustrati e portò con sé l'orsacchiotto. Ryo, seduto sul divano, osservava i movimenti della bambina con la coda dell'occhio e quando la vide avvicinarsi a lui riportò la sua attenzione sull'articolo di giornale che stava leggendo.
 
Shan In mise tutti gli oggetti sul divano e si arrampicò sui cuscini, poi mettendosi con cura l'orsacchiotto in grembo, aprì il grande libro illustrato.
 
Con una voce particolarmente dolce, iniziò a leggere al peluche che, nonostante gli occhi fissi, sembrava essere attento alla storia della bambina. Furtivamente, Ryo guardò dolcemente sua figlia che alzò il viso nella sua direzione e gli offrì un sorriso raggiante.
 
“Vuoi che ti legga una storia?”

Senza una parola, Ryo ripiegò il giornale mentre la bambina, con l'orsacchiotto sotto un braccio e il libro sotto l'altro, si alzava per scavalcare la barriera dei cuscini del divano. A cavallo sulla coscia di suo padre e appoggiandosi al suo petto, riprese la sua posizione iniziale per continuare a leggere.
 
In quella cornice tranquilla, l'uno contro l'altro, Kaori li trovò, mentre la piccola raccontava la storia a memoria invece di leggerla. Kaori esitò alcuni istanti.
 
“A-Shan, vuoi venire ad aiutarmi?” chiese con voce dolce.
 
Shan In chiuse frettolosamente il suo libro e buttò senza tante cerimonie il povero orsacchiotto sul divano, poi corse incontro a sua madre. All'improvviso smise di correre a pochi metri di distanza dalla madre, per voltarsi e prendere il libro che porse al padre.
 
“Non ho finito di leggerti la storia! Puoi leggere da solo se vuoi!”

Prese il suo orsacchiotto e lo mise in braccio al padre, poi tornò da Kaori. Con occhi spalancati, Ryo si ritrovò tra le mani un orsacchiotto e un libro illustrato; se qualcuno lo avesse visto così, la sua reputazione di sweeper numero uno del Giappone e di stallone di Shinjuku sarebbe finita.*
 
Appoggiò il suo compagno improvvisato sul divano, poi mise via il libro sullo scaffale per raggiungere le due in cucina.
 
“Mentre voi preparate questa famosa torta, io vado alla lavagna, poi passo a trovare Miki e Falcon!” aggiunse.
 
Così, con le mani nelle tasche, lo sweeper si mise a camminare per le strade di Shinjuku verso la stazione; il buon umore sembrava essere di casa in quel giorno speciale.
 
Ma la sua tranquillità si dissipò quando arrivò all'ingresso della stazione dove un flusso di persone si aggirava per le gallerie. La stazione affollata di inizio settimana poteva dissuadere qualsiasi visitatore dall'entrare, ma lo sweeper era determinato e sgomitò per spremersi tra la folla al fine di raggiungere la lavagna.
 
Dopo alcuni minuti di lotta, trionfante, osservò sull'ardesia e il suo sorriso vittorioso si trasformò in una brutta smorfia; tutta quella battaglia per niente...non c'era nessun messaggio.
 
Con le spalle curve, prese la strada opposta, venendo urtato dai viaggiatori frettolosi che scomparvero in una scia nera di persone.
 
Di nuovo in strada, si diresse quindi al Cat's Eye per una visitina. Mentre il tintinnio della porta d'ingresso riecheggiava nel piccolo caffè, un oggetto volante ben identificabile si diresse pericolosamente verso la barista dalle braccia cariche di piatti, che lo fissò con occhi larghi incapace di intervenire per non rompere tutto quanto.
 
“Miki, amore mioooooo!” gridò, mostrando un sorriso libidinoso.
 
Ma un'imponente figura apparve all'improvviso dal retro, per assestargli un monumentale colpo in faccia.
 
“Quando il gatto non c'è i topi ballano” borbottò.
 
“Anch'io sono felice di vederti, Umi-chan!” rise Ryo stupidamente.
 
Il fracasso attirò l'attenzione del ragazzino, che stava tranquillamente disegnando seduto a un tavolo del locale deserto. Sbattendo gli occhi per lo stupore, si soffermò a guardare la figura accasciata che giaceva sul pavimento del caffè; con cautela si avvicinò e si accovacciò con aria sospettosa al suo fianco. Con un dito toccò più volte il viso dello zio che improvvisamente si raddrizzò, facendo scappare il bambino sotto la gonna di sua madre. Ryo posò i suoi occhi scuri su Shin Hon, che stringeva la gamba della madre, la quale gli aveva appoggiato una mano sulla testa per rassicurarlo. Il bambino fulminò Ryo, a causa sua si era spaventato, poi improvvisamente scomparve al piano di sopra.
 
“Vi va sempre bene venire da noi per le 15?” chiese Ryo bevendo il caffè che Miki gli aveva servito.
 
“Sì, ci saremo per il compleanno della cucciola” disse la donna con tono allegro.
 
Ryo sorrise per quel dolce nomignolo, poi i passi del bambino si udirono di nuovo. Armato fino ai denti con il suo finto bazooka, apparve e mirò allo sweeper. Sorridendo, lui si voltò per affrontarlo.
 
“Allora è così, mi sfidi!” disse con voce da cattivo. “Sei davvero suscettibile come tuo padre” rise guardando l'uomo il cui brontolio divenne un ringhio.
 
Mentre Ryo era distratto, Shin Hon era sul punto di premere il grilletto della sua arma, ma il grande Saeba, rapido come un fulmine, lo afferrò per la parte inferiore dei pantaloni e lo sollevò da terra.
 
“Non si sfida impunemente il numero uno del Giappone!” dichiarò orgoglioso.
 
Ma la faccia del bambino si mise a sorridere in modo strano e puntò l'arma sul viso del suo 'aggressore', poi sparò. Del denso fumo nero coprì i lineamenti confusi dell'uomo.
 
“Lasciate giocare vostro figlio con un affare del genere!” esclamò, adagiando il fiero ragazzino per poi pulirsi il viso con un tovagliolo recuperato dal bancone.
 
“Non ti conviene scherzare con lui!” disse Falcon, sollevando suo figlio da terra per abbracciarlo.
 
Entrambi offrirono un sorriso orgoglioso rivelando i bei denti bianchi dei due complici; con un sorrisetto, Ryo si alzò e si diresse verso l'uscita, poi diede un'ultima occhiata ai due furbacchioni.
 
“Allora ci vediamo oggi pomeriggio!”
 
Con un cenno, scomparve dietro il suono del campanello; rapidamente tornò al suo edificio di mattoni rossi.
 
Dal primo piano si avvertiva un profumo invitante di dolce; la voce dello stomaco gli parcò, salì le scale freneticamente per raggiungere finalmente l'appartamento. L'aroma zuccherato si fece più intenso; come fluttuando nell'aria, si lasciò guidare da quel profumo ammaliante. Sulla soglia, sorrise quando vide A-Shan con il faccino pieno di farina, mentre leccava coscienziosamente il cucchiaio di legno ricoperto di cioccolato mentre Kaori puliva diligentemente il piano di lavoro per mettersi al lavoro con i tanti piatti.
 
Nel forno, due enormi torte al cioccolato stavano cuocendo lentamente.
 
“Papà!” esclamò la bambina, balzando dalla sua postazione per dirigersi verso l'uomo rimasto in silenzio. “Io e la mamma abbiamo fatto due GRANDISSIME torte al cioccolato” fece con entusiasmo, gesticolando in modo sproporzionato rispetto alle dimensioni dei dolci.
 
Con l'indice lui le pulì il nasino dalla goccia di cioccolato per portarsela alla bocca.
 
“In effetti sembra deliziosa” sorrise teneramente. Quando mise giù la piccola, aggiunse: “Nessun nuovo cliente per oggi”

“Tanto meglio!” disse Kaori allegramente. “Così avremo tutto il tempo per dedicarci a nostra figlia”

“Mamma, ho finito” disse la bambina porgendole il cucchiaio ben ripulito.
 
“Grazie tesoro” le sorrise, prendendo l'utensile e immergendolo nell'acqua dei piatti. “Ryo, puoi lavare questa golosona mentre finisco di pulire e preparo il pranzo?”

“Ai suoi ordini, chef!” disse lui raddrizzandosi come per salutare un superiore militare. “Forza, ragazzina, in bagno!” disse, dandole una piccola pacca sul sederino per farle accelerare il passo.
 
I due corsero verso il bagno, mentre Kaori riponeva nello sgocciolatoio gli ultimi utensili da cucina. Dal frigorifero prese le verdure, la carne e altri ingredienti per preparare il pranzo.
 
Il pasto fu silenzioso per una volta perché la bambina sapeva benissimo di dover star tranquilla per assicurarsi un pomeriggio molto speciale; una volta terminato di mangiare, A-Shan non fece il suo abituale capriccio per andare a dormire perché le ore che la separavano dalla sua festa di compleanno sarebbero passate molto più velocemente se si fosse addormentata.
 
Assicurandosi il pisolino de l'enfant terrible, i genitori si guardarono per poi precipitarsi sulla scatola di cartone dove giacevano le varie ghirlande, palloncini e altre decorazioni per una festa di compleanno di successo.
 
Qualche ora dopo, ornamenti festivi coloravano di giallo, rosso, verde e blu la stanza principale.
 
“Abbiamo fatto un buon lavoro!” disse Kaori con orgoglio, mettendosi le mani sui fianchi.
 
“Sì, mi sono meritato una ricompensa” aggiunse lui attirandola a sé per baciarla appassionatamente.
 
Sorridendo, lei si separò da lui e si diresse nella camera della bambina per svegliarla, dormiva da più di un'ora.
 
“Tesoro! Tesoro, svegliati” insistette con voce dolce. “È quasi ora della festa”

A quelle parole, lei si alzò in fretta per correre lungo il corridoio, poi si bloccò e spalancò gli occhi per ammirare i colori che decoravano le pareti dell'appartamento.
 
“Benvenuta alla tua festa di compleanno, mia principessa” disse Ryo con tono solenne.
 
A-Shan corse giù per le scale e saltò tra le braccia di suo padre; i suoi occhietti scintillanti scrutarono ogni angolo della sala per ammirare il lavoro dei suoi genitori. Kaori li raggiunse.
 
“Allora, ti piace?”

“Sì!” fece Shan In euforica.
 
Allungò le braccia verso Kaori, poi le mise intorno al collo di entrambi i genitori e li coprì di baci. Cominciarono a suonare alla porta.
 
“Vado ad aprire” esclamò Kaori affrettandosi a dirigersi all'ingresso.
 
A-Shan, in piedi accanto a suo padre, non gli aveva lasciato la mano. Appena la porta si socchiuse, una figura piccola si intrufolò nella stanza alla ricerca della sua compagna di giochi; quando lei vide il bambino apparire all'improvviso, si precipitò verso di lui senza esitazione.
 
Miki, Falcon, Doc e Shin Hon furono i primi ad arrivare per la festicciola; mentre i genitori si salutavano, i due bambini stavano già iniziando a rincorrersi per l'appartamento, fiondandosi poi verso i genitori e passando attraverso le loro gambe. Ryo intercettò la bambina e la sollevò da terra.
 
“Saluta i tuoi ospiti prima di continuare con tutto questo trambusto”

La piccola obbedì senza lamentarsi e lasciò un bacio anche al gigante sulla guancia; nonostante l'aspetto impressionante che inizialmente le aveva fatto pensare, la prima volta, alla figura dell'orco dei suoi racconti, voleva bene a quell'uomo che sapeva essere gentile con lei e le offriva il suo fantastico gelato al cioccolato quando con i suoi genitori si fermava al suo caffè.
 
Un vivo rossore accese i lineamenti di Falcon che mise giù la bambina, la quale attendeva il suo compagno di giochi. Shin Hon fece lo stesso baciando teneramente la sua madrina e, con sospetto, il 'rivale' di quel mattino che si divertì nel vedere il viso del bambino, ma Shin Hon lo baciò dolcemente ugualmente con un sorriso angelico. Quindi i due bambini ripresero la loro corsa.
 
Un secondo gruppo di ospiti bussò alla porta, Mick fece la sua apparizione improvvisa per cercare di rubare un bacio alla dolce Kaori, ma non prese in considerazione la velocità di azione della sua compagna che brandì un imponente martello con cui abbatté la sua rabbiosa sentenza.
 
Un faccino pieno di ricci biondi apparve timidamente seguendo i suoi genitori, abbracciando la bambola preferita che il padrino le aveva regalato per il suo precedente compleanno. Di fronte alla timidezza della piccola, Ryo si inginocchiò e spalancò le braccia per accogliere la biondina che gli si avvicinò di corsa ridendo; baciò poi tutti gli adulti ma riservò maggiore apprensione al gigante con gli occhi nascosti dagli occhiali da sole.
 
Non rimase però a lungo con gli adulti quando i suoi due amici l'afferrarono per mano per attirarla nel loro gioco.
 
Poco dopo, arrivò il signor Li e A-Shan gli balzò in braccio per baciarlo teneramente; ora che tutti erano presenti, si accomodarono a mangiare le magnifiche torte al cioccolato intonando la canzoncina di auguri.
 
Mezz'ora dopo, la bella Saeko arrivò e consegnò un pacchetto alla bambina che le saltò al collo per ringraziarla.
 
Mentre tutti si davano da fare con le torte, A-Shan aspettò con impazienza il segnale dei suoi genitori per aprire i regali disseminati sul tavolo del salotto. Di comune accordo, i due diedero il via libera alla ragazzina che si precipitò ad afferrare i pacchetti che la fissavano fin da quando erano comparsi.
 
Uno dopo l'altro strappò le carte, rivelando Action Man, il peluche Kiki**, un vestito per travestirsi da piccolo soldato, una granata, pistola a dardi, un bel binocolo e un paio di walkie-talkie.
 
Poi, con attenzione, la bambina scartò il pacchetto di Saeko; conteneva una piccola scatola colorata che aprì con cura. Era un bel set di trucchi ma la bambina si avvicinò a sua madre con un buffo broncio.
 
“Serve per colorare?”

Kaori scoppiò a ridere.
 
“Ma no tesoro, è per truccarsi. Guarda Saeko, Kazue e Miki, hanno dei bei colori sui loro visi, è per essere come loro. Ma non pensi di essere un po' piccola?***”
 
“No, sono grande adesso, ho quattro anni!” disse con orgoglio.
 
Con aria interrogativa, A-Shan fissò i trucchi; perché poteva metterseli in faccia quando alcuni mesi prima era stata rimproverata per aver disegnato dei baffi a Shin Hon con un pennarello nero per farlo assomigliare a suo padre?

“Allora posso giocare con i colori?” chiese incuriosita.
 
“Sì, tesoro, ma non usarli dappertutto, d'accordo?”

“Ti insegnerò anche a truccarti se vuoi” disse Saeko facendole l'occhiolino.
 
La bambina sorrise e andò a raggiungere i suoi amici; un'idea le era appena venuta in mente.
 
Mentre gli adulti chiacchieravano allegramente intorno al tavolo, i bambini salirono al piano di sopra con tutti i nuovi giocattoli di A-Shan per iniziare un nuovo gioco di ruolo che germogliava nella sua zucca. Mentre A-Shan disponeva tutti i suoi peluche sul letto con l'aiuto dei suoi amici, spiegò loro il nuovo gioco:
 
“Allora, tutti gli orsacchiotti sono i cattivi, e anche Action Man e Kiki!” disse con tono serio. “Ora devi darmi la tua bambola, Pai Lan”

“Perché vuoi la mia bambola?” balbettò l'altra.
 
“Tu sarai la mamma che ha bisogno di me e di Shin Hon per salvare tua figlia dai cattivi”

“Sì! È come fanno i nostri padri quando le persone hanno bisogno di aiuto”

Sebbene Shan In fosse di un anno più giovane degli altri due e quindi la più piccola del trio, era la leader indiscussa del gruppetto. Alle ultime parole, Pai Lan si ricordò di aver spesso visto suo padre e il suo padrino che parlavano:
 
'Cosa che i bambini non possono capire' dicevano sempre.
 
La piccola bionda iniziò a rimuginare su tutto e ciò e soprattutto all'esito favorevole di tutti i loro casi, dunque senza paura consegnò la sua bambola.
 
“Ma devi truccarti per essere come un'adulta!” esclamò A-Shan, aprendo la scatola dei trucchi.
 
Goffamente, la moretta le applicò il rossetto, facendolo traboccare ampiamente dalla bocca, poi passò all'ombretto. Soddisfatta del suo lavoro, sorrise orgogliosa mentre Shin Hon le guardava con una smorfia.
 
“Sei sicura che si faccia così?”
 
“Sì!” esclamò con fermezza. “Ora tocca a te!”
 
“Ma io non sono una ragazza!” protestò lui.
 
“Ti faccio la stessa maschera di Action Man!”
 
“Ok!” rispose lui allegramente.
 
Una volta terminato, il bambino sembrava più un clown che un mercenario. In un bosco, non sarebbe passato inosservato.
 
A sua volta, Shin Hon prese i trucchi e la pasticciò; i tre, con i volti dipinti, si lasciarono coinvolgere nei loro ruoli.
 
Pai Lan interpretava la donna addolorata che chiedeva aiuto ai due sweeper per salvare la sua bambina dalle grinfie degli orsacchiotti, di Kiki e Action Man.
 
Nelle loro menti infantili, Leena, la bambola di Pai Lan, era tenuta in ostaggio su una montagna; er questo motivo avevano ammucchiato pile di cuscini per dare tale illusione. Strisciando per terra, l'uno armato di una pistola a dardi e l'altra di un arco, comunicavano tramite walkie-talkie per passarsi reciprocamente le informazioni sulla situazione.
 
“Ci sono molti nemici, dobbiamo stare attenti!” gridò A-Shan guardando attraverso il binocolo.
 
“Capito, capo!”
 
“Passa da dietro per ucciderli!”

I due circondarono il cumulo di orsacchiotti e di altri personaggi sotto lo sguardo preoccupato della piccola bionda.
 
“Andiamo!” gridò Shan In.
 
Uno dopo l'altro, abbatterono i giocattoli che cadevano da dove erano appoggiati o cacciando un urlo o lasciando che si sentisse un rumore sordo, dato il materiale di cui erano fatti. Correvano avanti e indietro per la stanza per raccogliere le munizioni e riarmare la pistola e l'arco. Dopo la carneficina, erano rimasti solo Leena e Action Man, il capo dei cattivi.
 
“Me ne occuperò io!” esclamò Shan In.
 
Come una vera professionista, mirò al brigante ma mancò il bersaglio e il dardo si attaccò alla fronte della bambola. Le lacrime si formarono negli occhi di Pai Lan.
 
“Hai ucciso la mia bambola!” gridò di colpo.
 
Con gli occhi sbarrati, i due sweeper in erba si fissarono; avevano fallito la missione.
 
Prendendo la sua bambola, Pai Lan scese al piano di sotto in lacrime; mentre spiegava le disgrazie che avevano colpito Leena, Mick e Ryo scoppiarono a ridere vedendo il viso della bambina imbrattato di trucco, le donne invece cercavano di farli calmare, cercando a loro volta di trattenere le risate. Giunsero gli altri due bambini e ci furono esplosioni di risate incontrollate e di pianti che riecheggiarono nella stanza.
 
“Shan In ha ucciso Leena!” singhiozzò Pai Lan, indicando la bambola con il dardo a ventosa in mezzo alla fronte.
 
Mentre Shan In si avvicinava, chinando la testa verso sua madre, balbettò:
 
“Stavamo giocando e io volevo salvare la sua bambina dai cattivi, ma ho sparato sulla bambola di Pai Lan. Non l'ho fatto apposta” disse con un filo di voce.
 
“Abbiamo ucciso tutti ma è stata colpa di Action Man perché non è morto con gli altri” aggiunse Shin Hon per difendere la sua amica.
 
Con un 'pop', Kazue tolse il dardo dalla fronte della bambola.
 
“Guarda tesoro, la tua piccola non ha più niente!” disse con voce dolce.
 
Mentre la bambina si asciugava le lacrime, vide che nessuna traccia era rimasta sulla fronte della sua bambola.
 
“Non le fa male?” chiese.
 
“No, amore!”
 
A-Shan scomparve improvvisamente, riapparendo con un cerotto colorato che piazzò sulla fronte della bambola.
 
“Così la tua bambina è guarita! La mia mamma fa così, vero mamma?”
 
“Sì tesoro” sorrise Kaori.
 
“Grazie A-Shan” disse Pai Lan, baciandola sulla guancia.
 
“Forza ragazzi, è ora di tornare a casa” esclamarono le rispettive madri.
 
“Non ancora!” dissero in coro, mettendo il broncio.
 
Kaori si avvicinò al gruppetto.
 
“Si sta facendo tardi e dovete anche lavarvi la faccia. Vi rivedrete un altro giorno!”
 
Soddisfatti, i bimbi si baciarono tra loro ma stranamente gli adulti si limitarono a scompigliare loro i capelli o ad accarezzarli teneramente, sempre scrutando i loro volti colorati.
 
Quando tornò il silenzio, Kaori si rivolse a Ryo.
 
“Mentre mi occupo di Shan In, potresti iniziare a mettere un po' in ordine?” chiese Kaori prendendo la figlia in braccio.
 
“Nessun problema”
 
“Sei un amore!” disse baciandolo sulle labbra.
 
“Sei un amore!” ripeté la bambina baciando il padre sulla guancia, dove lasciò l'impronta colorata della sua bocca.
 
Lui sorrise, poi si mise al lavoro intanto che Kaori saliva le scale; poco dopo era tornato l'ordine, Kaori era seduta su uno sgabello e rimuoveva meticolosamente le tracce di trucco dal viso della bambina. Ryo le raggiunse al piano di sopra quando sentì la conversazione tra le sue due donne.
 
“Mamma, pensi che un giorno sarò forte come papà?”

Sorpresa, Kaori si interruppe.
 
“Perché mi chiedi questo?” chiese preoccupata.
 
“So che papà fa un lavoro pericoloso, a volte torna a casa tardi e ho paura che un giorno non rientrerà a casa” disse con una vocina. “Quindi voglio saper fare come lui...voglio sapere come proteggere il mio papà e la mia mamma se i cattivi vengono in casa” singhiozzò.
 
Kaori la strinse a sé.
 
“Non avere paura piccola mia, ci saremo sempre per proteggerti dai cattivi”

A sua volta Ryo entrò e si inginocchiò accanto a loro.
 
“Ci sarò sempre per proteggere te e la mamma. Saprò sempre dove trovarvi se ci fosse un pericolo!”
 
“Promesso?” chiese A-Shan, con tono tremante.
 
“Te lo giuro!”
 
Nel calore del dolce abbraccio dei suoi genitori, Shan In trovò conforto; i due si scambiarono uno sguardo inquieto per quella bizzarra paura.
 
Perché diamine lei pensava a cose simili?
 
Qualche ora dopo, a cena terminata, Ryo e Kaori misero a letto la bambina, che si addormentò presto dopo le peripezie durante il suo compleanno.
 
In salotto, mentre Kaori si rannicchiava tra le braccia del suo amato, fu colta nuovamente da confusione.
 
“Perché nostra figlia ha tanta paura?” si preoccupò, allontanandosi un po' da lui per osservare la reazione dei suoi occhi scuri.
 
“Sinceramente non lo so”
 
Nessuno dei due poté purtroppo spiegare la strana reazione della loro bambina; ma quello di cui erano sicuri era che avrebbero fatto di tutto per proteggerla, qualunque cosa fosse successa.
 
 
 
 
*direi che la reputazione dello Stallone si è estinta da un po' se posso dire la mia ^^;;

**non ho idea di cosa sia, cercando online ho trovato questo e penso corrisponda: https://www.coup-de-vieux.fr/wp-content/uploads/2011/12/kiki_peluche.jpg
 
***esattamente quello che ho pensato io xD non voglio fare la matusa, ma regalare dei trucchi a una bambina di 4 anni lo trovo inappropriato...poi beh, il resto dei giochi ovviamente arriva da sweeper ed ex mercenari, quindi non si possono dare troppi giudizi XD
  
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