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Autore: MaryFangirl    25/03/2021    3 recensioni
[Sequel di 'Una presenza così familiare']
Prosegue la vita familiare dei nostri adorati sweeper...
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Mentre Ryo si estirpava gradualmente dall'inaspettato sonno, notò con sorpresa che sua figlia lo aveva lasciato senza compagnia. In cucina, il suono dei suoi passi frettolosi gli raggiunse le orecchie, sullo sfondo della tenera voce della madre; lentamente si raddrizzò, sbadigliando e stiracchiandosi per tutta la sua lunghezza, dirigendosi verso di loro.
 
La bambina correva intorno al tavolo per posizionare gli utensili che sua madre le porgeva, le manine si sporgevano appena dal bordo e appoggiavano con cura i piatti dei vari occupanti. Ovviamente non le era permesso toccare alcun oggetto affilato che potesse ferirla; dopo aver posato il cesto di vimini, guardò suo padre che la fissava sorridendo. Accigliandosi e a passo svelto, fece il giro del tavolo e si piazzò di fronte a lui, con i pugni sui fianchi.
 
“Papà, hai dormito tanto!” borbottò, incrociando le braccia sul petto e battendo il piede.
 
Quell'espressione gli era parecchio familiare: la fronte corrugata e l'espressione arrabbiata gli ricordavano la madre in versione ridotta. Guardò teneramente Kaori che gli rivolse un sorriso raggiante.
 
“Non si può certo fraintendere su queste due...” sussurrò. “Se una certa bambina fosse stata più tranquilla, papà non sarebbe stato stanco e non si sarebbe addormentato” affermò sedendosi e fissandola.

“Non ho fatto nulla di male!” balbettò lei con un broncio lamentoso, tormentandosi le dita mentre abbassava la testa.
 
“Sì, diciamo così!” sospirò lui.
 
Un ampio sorriso illuminò il suo viso infantile e balzò tra le braccia di suo padre per baciarlo. La sua espressione cambiò improvvisamente e Ryo percepì una piccola fiamma birichina attraverso i suoi occhi.
 
“Dì, papà...potremmo andare al parco questo pomeriggio?” chiese, giocando con i suoi capelli. “La mamma ha detto di sì, quindi anche tu devi dire di sì.” disse, tenendo il viso di suo padre tra le mani in modo che lui la guardasse dritto negli occhi, per essere sicura di avere la sua totale attenzione.
 
Lui lanciò un'occhiata a Kaori che annuì per confermare le parole della bambina.
 
“Va bene!”

“Sì, sì!” gridò lei, battendo le mani e correndo da sua madre, tirandole il grembiule. “Andiamo tutti al parco più tardi” disse saltellando.
 
“Piano, Shan In, non tirarmi così il grembiule. Prima devi mangiare e poi fare il tuo pisolino...”

“Ma non sono stanca!” piagnucolò.
 
“Sei ancora piccola, devi riposarti prima di uscire” disse Ryo.
 
“Non sono più piccola!” borbottò lei.
 
“O così, altrimenti non andiamo al parco” disse Ryo con voce ferma.
 
“D'accordo!” sospirò la bambina, incespicando poi sul pavimento.
 
Il pranzo trascorse senza proteste da parte della bambina che si accontentò di consumare serenamente il suo pasto, sorridendo ai genitori che la guardavano teneramente.
 
“Ecco fatto!” esclamò. “Adesso vado a nanna! Puoi mettermi giù, mamma?” disse allungando le braccia verso di lei.
 
Kaori sollevò la bambina e la baciò.
 
“Quindi adesso vai a letto?”
 
“Sì!” disse, sottolineando la sua affermazione con un cenno del capo. “Ma voglio prendere il mio orsacchiotto”

“Dov'è?”

“Sta leggendo un libro laggiù!” disse indicando il divano.
 
Kaori prese la direzione indicata e, con sua grande sorpresa, trovò l'orsacchiotto con un libro illustrato tra le zampe. L'orsacchiotto le era stato regalato dal suo padrino, il signor Li, durante la visita in clinica durante i primi giorni di vita della bambina. Il peluche conteneva l'amore ferito dell'uomo per la figlia che aveva perso ma ritrovato sotto le spoglie di un'adorabile figlioccia. Shan In era particolarmente affezionata a quel compagno di giochi e lo portava in giro per tutta la casa, lasciandolo preziosamente in un angolo quando usciva per non perderlo.
 
“A volte non si comporta bene! Allora prende il suo libro e non dice più niente. Pff...” sospirò. “I bambini, fanno i monelli”

A quella riflessione Kaori sorrise.
 
“Proprio come alcune bambine!” disse fingendo una voce mascolina.
 
“Ehi, mamma, io sono brava!” disse la bambina mentre Kaori la rimetteva a terra.
 
“A volte sei un diavoletto!” sorrise la donna.
 
La piccola, alzando le spalle, recuperò il suo orsacchiotto e allungò le braccia al padre per baciarlo prima di andare a letto, poi afferrò la mano della madre per salire lentamente le scale che portavano alle camere da letto. I sussurri della loro conversazione raggiunsero le orecchie dello sweeper che sorrise mentre si sedeva sul divano; poco dopo, Kaori tornò giù.
 
“Per qualcuno che non voleva dormire, non ci ha messo molto!” disse dirigendosi in cucina, ricomparendo poi con due tazze di caffè fumante.
 
“Grazie” disse Ryo prendendo la tazza. “Penso che sarei andato a letto anch'io...” aggiunse sorridendo, bevendo un sorso.
 
“Ma non credo che avresti dormito, a differenza di nostra figlia” aggiunse lei, sorridendo a sua volta e dandogli un'occhiata di traverso.
 
Appoggiando la tazza, si avvicinò a Kaori e le prese la sua dalle mani.
 
“Ora che siamo un po' da soli, potremmo occuparci di noi” disse baciandole il lobo dell'orecchio e mettendo una mano sulla sua coscia.
 
“Non penserai...e se si svegliasse!” provò a dire lei, spingendolo via delicatamente.
 
“Non preoccuparti, la sentiremo” sussurrò andando con la mano a sfiorarle lo stomaco.
 
Sentendo i piaceri della carne, lei avvertì il desiderio percorrerla, poi alzò lo sguardo preoccupato al piano superiore.
 
“Forse hai ragione” concluse.
 
Appena concluse la frase, lui l'attirò e la fece stendere su di sé mentre si sdraiava sul divano; le loro labbra finalmente si incontrarono per un bacio avido. Mentre una delle mani di lui accarezzava dolcemente la schiena della donna, l'altra le teneva la nuca per baciarla più insistentemente. Le mani esili ma vogliose di Kaori gli accarezzarono l'inguine mentre lui sospirava; il suo respiro si fece più evidente mentre lei insisteva, massaggiando con impazienza l'erezione crescente.
 
“Mi fai impazzire!” sussurrò lui in un soffio rauco.
 
Le dita di lei abbassarono la cerniera e si infilarono per poi entrare, senza esitazione, oltre i boxer in una carezza più sensuale. Lui rabbrividì in un gemito strascicato mentre lei prolungava il contatto, lasciando un leggero bacio sul suo collo. Nel corso degli anni Kaori era diventata sempre più fiduciosa, per la gioia di Ryo; amava poter, a sua volta, dare a lui il piacere che lui sapeva prodigarle da tanto tempo. I suoi occhi nocciola scintillavano di desiderio mentre fissava la smorfia sul viso del suo compagno che sospirava di piacere sotto quella carezza; aprì gli occhi e incrociò lo sguardo lussurioso di lei.
 
Al culmine dell'eccitazione, lui la fece girare, dominandola focosamente e facendo proseguire le loro effusioni sul pavimento. Un grido di sorpresa si mescolò ai sospiri ansimanti mentre atterravano bruscamente sul pavimento; senza interrompersi, lui continuò a baciare insaziabilmente le dolci labbra della donna che gemeva.
 
Lei era sempre più bella e inebriante, il colore roseo del suo viso nasceva dal suo desiderio in aumento, lasciando un alito di piacere in ogni parte del suo corpo; non si tratteneva più a mostrare la sua femminilità ben definita, compiacendo il suo uomo che non poteva resisterle. Quel vestitino arancione che le arrivava a metà coscia lasciava intravedere, sotto il tessuto colorato, il fascino generoso del suo corpo.
 
Con maggiore impazienza, lui si intrufolò tra le sue cosce per scostare le mutandine e penetrarla con un movimento selvaggio mentre lei emetteva un gemito di piacere che la bocca del suo amore catturò riprendendo le sue labbra imploranti. In un flusso gradualmente più veloce, il corpo della donna si agitava al ritmo cadenzato mentre il suo amante la baciava sul generoso décolleté che lo provocava sempre di più. Divorando fugacemente di baci quella porzione di pelle, cominciò a tendersi mentre le emozioni di Kaori si univano alle sue traducendosi in una goduriosa osmosi.
 
Si stese su di lei, il cui respiro caldo accarezzava il collo del suo amante; lei passò la mano tra i suoi capelli morbidi in una lenta carezza. Lui si raddrizzò leggermente per immergere il suo sguardo scuri negli occhi nocciola di lei brillanti di emozione.
 
“Ti amo tanto” soffiò, lasciando un bacio delicato sulle labbra della giovane donna sorridente.
 
Si alzò e si sistemò rapidamente, per poi tendere la mano a Kaori e aiutarla a sedersi, sorridendole amorevolmente; l'attirò a sé per baciarla di nuovo, tuffando il suo sguardo scuro nell'oceano di amore infinito che si rifletteva nelle pupille della giovane donna.
 
Abbracciati, guardarono il telegiornale, poi sentirono i passi cauti della bambina che scendeva le scale. Aggrappandosi al corrimano e stropicciandosi gli occhi assonnati, Shan In avanzava lentamente e trascinava con sé il povero orsacchiotto che sbatteva inavvertitamente a ogni suo passo sulle scale. In silenzio, si avvicinò ai genitori e salì sul divano per prendere posto tra loro e rannicchiarsi tra le loro braccia, succhiandosi il pollice e stringendo il peluche al petto.
 
Quel quadretto familiare era avvolto da una dolce atmosfera che respirava solo attraverso il loro amore.
 
Ma la calma non durò a lungo quando la bambina balzò in piedi dal divano.
 
“Ho mangiato e dormito...adesso andiamo al parco!” disse con impazienza.
 
Kaori si alzò per prima.
 
“Ci andiamo, piccola, ma prima la mamma deve rinfrescarsi” disse sorridendo fissando intanto il bel tenebroso che la guardava amorevolmente.
 
Le due scomparvero dalla soglia e Ryo ne approfittò per andare in cucina e rinfrescarsi a sua volta, spruzzandosi dell'acqua fredda sul viso.
 
Mentre era ancora piegato sul lavandino, perso nei suoi pensieri, Shan In lo tirò per la maglietta. Nell'altra mano aveva preparato il secchiello, la paletta e aspettava solo il segnale per partire.
 
“Papà, sei pronto, noi abbiamo finito!” disse con espressione gioiosa.
 
Lui la prese teneramente tra le braccia e la baciò dolcemente sulla guancia.
 
“Anch'io sono pronto, possiamo andare!”

La bambina indossava pantaloni di jeans e una giacca abbinata, i capelli scuri erano nascosti sotto un cappellino bianco che lei si ostinava a mettere di traverso; un vero maschiaccio. L'uomo non poté fare a meno di sorridere al pensiero, poi uscirono dalla cucina chiacchierando, specialmente A-Shan...i bambini avevano sempre qualcosa di cui parlare.
 
Kaori, tenendo tra le mani la giacca del suo uomo, li aspettò pazientemente, appoggiata allo schienale del divano; al loro arrivo, sorrise loro, poi aiutò il compagno a infilare la giacca e afferrò il braccio che lui le offriva.
 
Per strada, le diverse persone che passavano accanto alla coppia e alla loro bambina non potevano fare a meno di sorridere, come contagiati da quella beatitudine; Shan In, sulle spalle di suo padre, canticchiava mentre si muoveva al ritmo sostenuto dai suoi genitori. Ryo, una mano sulla gamba della bambina per sostenerla e l'altra che stringeva la sua donna, aveva un'aria allegra; Kaori invece irradiava felicità.
 
Quando si vide il parco, Shan In si chinò per sussurrare all'orecchio di suo padre:

“Papà, corri, andiamo”

Stringendo la mano di Kaori e mantenendo la bambina con maggior prudenza, lui si mise a correre; la giovane donna, con i tacchi, faticò a stare al passo.
 
“Rallenta!” si lamentò, trattenendo la borsetta.
 
Una volta entrati, Ryo lasciò la bambina che non vedeva l'ora di precipitarsi nella sabbiera; lo sweeper si rivolse a Kaori:

“Tutto bene?” le sorrise.
 
Lei annuì sorridendo; lentamente, come una carezza, lui la baciò sulle labbra. Anche se stavano indubbiamente insieme, gli slanci di tenerezza di Ryo riuscivano comunque a turbarla e a provocarle istantaneamente un rossore che le colorava gli zigomi, poi si diressero verso una panchina per vegliare sul diavoletto che stava già scavando una grande buca. Con il braccio sullo schienale della panchina, lui strinse le braccia della giovane donna che fissava affettuosamente la bambina che stava costruendo un muretto, appoggiandovi poi un pezzo di sabbia per costruire una fortezza.
 
Mentre Shan In giocava pacificamente con secchiello e paletta, il suo sguardo fu catturato da una coppia di giovani seduti sulla panchina di fronte che si tenevano per le spalle e si baciavano timidamente. Mentre li fissava, lasciò andare i suoi giocattoli per tornare lentamente indietro e appoggiare la mano sulla coscia di sua madre, mai staccando gli occhi da loro.
 
“Ehi, mamma!”

“Sì, tesoro?” le sorrise, accarezzandole i capelli.
 
“Anche loro sono mokkori?” chiese indicando la coppia di innamorati.
 
A quelle parole, una libellula cadde sulla testa di Ryo che si irrigidì e si allontanò discretamente dalla sua bella; con le guance rosse, la donna non sapeva come rispondere alla bambina.
 
“Chi ti ha parlato di questo, tesoro?” chiese imbarazzata.
 
“Papà” disse lei orgogliosa, sorridendo.
 
“Torna a giocare, amore. Ho bisogno di parlare con papà” disse, lanciando all'uomo un'occhiataccia.
 
Mentre la bambina correva per riprendere la sua attività, Ryo avvertì un brivido corrergli lungo la schiena.
 
“Tesoro, c'è qualcosa che devi chiedermi?” rise nervosamente.
 
“Che ti è saltato in mente di parlare di questo a nostra figlia?” si arrabbiò lei.
 
Riprendendo il controllo di sé, lui le rivolse un ampio sorriso e si avvicinò a Kaori, sussurrandole all'orecchio:

“Come volevi che spiegassi a una bambina di quattro anni che ci ha sorpreso in piena conversazione intima?” chiese con voce bassa, accarezzandole la nuca.
 
“Ma cosa le hai detto esattamente?” balbettò lei.
 
“Solo la verità!” fece lui orgoglioso.
 
Un dubbio improvviso la colse e i suoi occhi si sbarrarono, mentre lo fissava.
 
“Ma non fare quella faccia...” rise lui. “Le ho detto che il mokkori è quando suo padre, lo stallone di Shinjuku...”

Mentre iniziava la spiegazione, Kaori si mise una mano sulla fronte sospirando esasperata:

“...ama molto la sua mamma”

Lei si raddrizzò all'improvviso, con le guance rosse.
 
“Non è forse vero?” le chiese con un sorriso devastante, amplificando il suo gesto e facendola rabbrividire.
 
“Sì!” sussurrò lei.
 
Un grido seguito da un pianto li fecero uscire dal loro momento di intimità e lo sguardo dello sweeper cadde su sua figlia che piangeva calde lacrime; le si avvicinò inginocchiandosi accanto a lei, che si appese al suo collo piangendo ancora di più.
 
“Che succede, tesoro?” chiese con voce dolce.
 
Kaori li raggiunse e accarezzò i capelli di Shan In le cui spalle tremavano.
 
“Il mio castello è rotto...” disse tirando su col naso, indicando il tumulo di sabbia. “È cattivo!” disse ripartendo a piangere.
 
“Chi è cattivo, tesoro?” chiese Kaori scrutando i dintorni.
 
“Lui, là!” disse puntando il dito contro il fuggitivo.
 
Il bambino con i pantaloncini corti era scappato dopo aver compiuto il misfatto; mentre Ryo si alzava per andargli dietro, Kaori gli posò una mano sulla spalla e, scuotendo il capo, sorrise:
 
“Basta piangere, tesoro mio, ti va di mangiare un gelato da zia Miki e zio Falcon?” chiese Kaori.
 
Mentre Shan In si asciugava gli occhi arrossati, un sorriso apparve sul suo visino:

“Vedremo Shin Hon?”

“Credo di sì!”

Ryo la prese tra le sue braccia.
 
“Allora bisogna smettere di piangere!”

Rapidamente, con il dorso della mano, lei asciugò le poche lacrime che cadevano.
 
“Ecco, non piango più!”
 
Kaori raccolse i giocattoli e tutti e tre si diressero verso il Cat's Eye.
 
Camminando lungo la vetrina del caffè, videro un bambino con un costume da nativo americano che correva per il locale, urlando; sua madre stava cercando disperatamente di afferrarlo per pulirgli la faccia ricoperta di gelato alla fragola. Quando il campanello suonò, il ragazzino interruppe la sua corsa per fissare i nuovi arrivati e suo padre ne approfittò per prenderlo per le bretelle della salopette.
 
“Non si corre nel bar, te l'ho già detto!” ringhiò.
 
A due metri da terra, il bambino cercava pazzamente di liberarsi dalla stretta del gigante, poi il ragazzino dai capelli castani e gli occhi marroni fece una smorfia mentre sua madre lo puliva e suo padre lo rimetteva a terra.
 
“Grazie mio caro, non ci sarei mai riuscita da sola!” aggiunse alzandosi in punta di piedi per baciarlo.
 
Con grande imbarazzo, Falcon arrossì e tornò dietro il bancone per asciugare le sue stoviglie.
 
“Scusateci per l'attesa!” sorrise Miki baciando prima Kaori sulla guancia, poi Ryo, finendo con la sua figlioccia che prese teneramente in braccio.
 
“Se avessi saputo che un giorno mi avresti baciato, avrei fatto un figlio con Kaori molto tempo fa” farfugliò Ryo mostrando un'espressione libidinosa e ridendo scioccamente.
 
Gli sguardi delle due donne gli lanciarono saette mentre la bambina lo osservava con stupore; Kaori si accomodò al suo solito posto mentre Miki restituiva con cura la figlia allo sweeper, tornando al bancone. Timidamente, il bambino andò ad aggrapparsi alla gamba di Kaori per poi tenderle le braccia.
 
“Oh mio caro, scusami!” disse lei prendendolo in braccio.
 
Shin Hon si rannicchiò contro la sua madrina succhiandosi il pollice tranquillamente mentre la donna gli accarezzava lentamente i capelli; sorridendo, Ryo appoggiò sua figlia sullo sgabello.
 
“Vorremmo un grosso gelato...”

“Al cioccolato!” gridò Shan In, gli occhi luminosi di gioia.
 
“Allora al cioccolato, Miki, per favore”

La barista sorrise nel notare la complicità che univa l'uomo a quella piccolina.
 
“Perfetto!” disse facendo l'occhiolino alla bambina.
 
Mentre Miki riempiva una scodella con perfette palline di gelato al cioccolato, gli occhi di Shan In brillarono per la golosità; sorridendo, Miki le porse il gelato e A-Shan tuffò il cucchiaio per inghiottire un dolce boccone; rabbrividì al freddo contatto, ma immediatamente ci si immerse nuovamente per divorare il suo freddo dessert. Lentamente, mentre la scodella si svuotava, il suo visino si tingeva di marrone; Shin Hon la guardò divorare il suo dolce.
 
“Vieni, giochiamo!” disse lui incrociando le braccia al petto, mostrando inequivocabilmente la sua impazienza.
 
“Sì!”

Posò il cucchiaio e Ryo le pulì per bene il viso per poi lasciarla sul pavimento.
 
“Papà, puoi finire il mio gelato...non ne voglio più!” disse correndo per unirsi al suo compagno di giochi.
 
Lui non se lo fece ripetere due volte e spazzolò avidamente il gelato; tale padre, tale figlia, con il viso imbrattato di cioccolato si leccò il muso per pulirsi.
 
“Non mangi meglio di tua figlia che ha quasi quattro anni” sospirò Umibozu.
 
“Nessuno ti ha chiesto niente!” borbottò il golosone.
 
Mentre le due donne ridevano, i due uomini bisticciavano; Miki e Falcon li invitarono per cena. I due sweeper accettarono con gioia e la cena trascorse nel buon umore, sullo sfondo di allegre grida di bambini.
 
Con il passare delle ore, l'atmosfera si era fatta più calma; i due diavoletti, rannicchiati insieme, si erano addormentati sulle panche. Con cautela, Miki si alzò per prendere il bambino, ma Falcon la precedette e gentilmente prese suo figlio tra le sue forti braccia. Quell'atipico ritratto di padre e figlio faceva una strana impressione, ma la dolcezza emanata dai suoi gesti addolciva quella sagoma imponente.
 
Allo stesso modo, Ryo sollevò sua figlia che si mosse leggermente per rannicchiarsi di più contro di lui. Si salutarono, poi Ryo e Kaori si avviarono verso casa.
 
Il fresco della sera differiva dal caldo della bella giornata di sole; lentamente, con la giacca lui avvolse le spalle della figlia, poi strinse gentilmente Kaori per proteggerla col suo rassicurante calore. Rivolgendogli un sorriso dolce, lei appoggiò la testa sulla sua spalla e proseguirono con il loro tragitto.
 
Sulla soglia, Kaori li superò per preparare il letto della bambina dove l'orsacchiotto, che l'aspettava pazientemente, era seduto sulle coperte. Kaori prese il pigiama e lentamente svestì A-Shan, che emise piccoli gemiti lamentosi. Con gesti calmi, Ryo la adagiò con cura sotto le lenzuola, poi Kaori fece scivolare l'orsacchiotto vicino a lei e la baciò sulla fronte.
 
“Dormi bene, tesoro mio” sussurrò.
 
Ryo, inginocchiandosi accanto al letto, scostò una ciocca scura dalla sua fronte.
 
“Come cresci in fretta...” sospirò. “Domani avrai quattro anni!” sorrise.
 
A sua volta la baciò delicatamente sulla guancia, raggiungendo poi Kaori in camera da letto; in camicia da notte, lei piegò con cura i suoi vestiti sulla sedia e lui le si avvicinò per abbracciarla amorevolmente. Stringendosi maggiormente al suo petto, lei spostò le mani andando istintivamente a sfiorargli gli avambracci.
 
“Sono così felice” le sussurrò lui all'orecchio.
 
Non interrompendo il contatto, lei si voltò a guardarlo; la felicità e l'amore si leggevano sui volti di entrambi.
 
“Anche io sono felice” disse baciandolo dolcemente.
 
Lui strinse il suo abbraccio, sospirando soddisfatto; l'uno tra le braccia dell'altra, si addormentarono pochi istanti dopo.
 
Una giornata importante li attendeva l'indomani...il compleanno della loro bambina.
  
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