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Autore: smartiess    29/03/2021    2 recensioni
Ambientata dopo il finale della serie tv Supernatural;
Il Paradiso è infinitamente bello, proprio come Dean se lo aspettava e, avendo ingoiato l'ingiustizia di quello che gli è accaduto sulla Terra, accetta la realtà in cui si trova: ora, si dice, può essere felice.
Cerca Castiel, lo chiama, lo prega di raggiungerlo perché ci sono delle parole che sostano da fin troppo tempo nell'oscurità del suo cuore e che spingono per uscire, per rivelarsi, per cessare di nascondersi.
Ma quando Castiel non arriva e Dean apprende il motivo, stringe i pugni e sospira.
È l'ultima guerra che deve combattere e questa volta
è una battaglia intima e profonda contro il bisogno di urlargli quelle parole e la consapevolezza di non poterlo fare perché, solo parlando, condannerebbe l'angelo al buio eterno.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Famiglia Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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Erano muti, senza parole, l'uno vicino all'altra,

come le querce e i grandi pini che hanno radici nei monti,

e stanno, senza vento, vicini ed immobili,

ma poi sotto il soffio del vento si agitano

e sussurrano senza fine: così a quel modo 

stavano per parlare a lungo, ispirati da Amore.

 

                                                                                                                         (Argonautiche, Apollonio Rodio) 

 

 

 

 

Camminare in quel luogo è il rinascere ad ogni passo. 

 

Tutto ciò che i suoi  sensi incontrano è infinitamente dolce, tanto che,  qualunque  suono sente lontanamente , qualunque  odore e visione  abbracci il suo corpo, Dean si sente un po' più libero: non è più un cacciatore, un mero strumento nella mani di suo padre, un giocattolo per un Dio che altro non ha fatto se non   scaraventarlo da un'impresa all'altra, facendogli rilegare una cicatrice dopo l'altra. È solo, finalmente, un uomo come tanti.

 

Si attacca a quella concezione di se stesso con forza, cercando di allontanare quella leggera sensazione di  tristezza e amarezza che lo pervade di tanto in tanto. "Sei libero" mormora quindi  mentre la sua macchina, nera e scintillante come non mai,  sfreccia sulla strada deserta con gli alberi, alti e folti, che la cingono.  "Avrei voluto vivere" gli replica, sussurrando,  la voce nella sua testa, viscida e fastidiosa. Ed è a quel punto che Dean abbassa il capo, stringe le mani al volante e chiude gli occhi, solo per un attimo. 

 

La sua vita era stata ingiusta, acida e straziante e quando aveva finalmente avuto la possibilità di riscattarsi, di possedere una vita che fosse veramente sua- non di suo padre, non di Dio, non degli angeli o dei demoni e delle loro insulse guerre civili-  questa gli era volata via dalle mani  come risucchiata  dal vento in un turbine d'aria , tanto che non aveva nemmeno fatto in  tempo ad accarezzarla che  questa gli era già stata sottratta per sempre.  

 

 

 

 

"Sei libero" ripete a se stesso  di nuovo. Stavolta accade mentre Sam lo avvolge  in un lungo abbraccio e Dean rilascia  un sospiro che non sapeva di star trattenendo. Vedere Sam è un immergersi in acqua dopo una giornata fin troppo calda:  annega  nel suo abbraccio con un sorriso sul volto. Suo fratello aveva avuto una bella vita e Dean, gli occhi verdi e lucidi ed il sole che gli illumina  le lentiggini sul viso, tenta  ,per quell'attimo in cui i loro volti  si incontrano,  di prendersi  un po' di quella vita che vede ritratta nel suo sguardo e che non aveva potuto vivere. 

 

Aveva avvertito la vita dal  viso del fratello , dal sorriso soddisfatto di qualcuno che abbandona l'esistenza mortale con un saluto. Aveva  sentito la vita sulla propria pelle- i peli del braccio che si drizzavano impercettibilmente- assieme alla consapevolezza che lui non ne aveva mai avuto la possibilità. Quella stessa vita  che aveva sognato a lungo nelle notti in cui dormire sembrava impossibile; Notti in cui l'unico pensiero in grado di calmarlo era la speranza che prima o poi avrebbe smesso di stringere con forza la fredda  pistola  sotto il proprio cuscino, pronto ad un eventuale scontro; Un giorno, si diceva,  quella pistola non ci sarebbe proprio stata sotto il cuscino.  E ripeteva il pensiero nella mente quasi fosse un mantra- "Un giorno, un giorno, un giorno"- finchè la cadenza della sua voce non lo cullava nella notte. 

 

                                         ****

 

 

Dean cammina e cammina e cammina. Aspetta un segno, qualcosa che gli dica che si deve fermare, che, se appoggia il piede su quel masso poco lontano da dove si trova, se guarda in quella direzione dove un'ape si sta  posando su un fiore rosa, se si volta a sentire  il leggero camminare degli scoiattoli sull'albero alla sua destra,  Castiel comparirà al suo fianco. 

 

Sospira ed alza gli occhi verso l'alto. Si passa una mano sulla bocca e, poi, quando le voci di Sam e Bobby, ormai lontani, gli appaiono indistinte e le figure sono troppo distanti per essere intraviste, le sue labbra tremano e con un sussurro si decide a parlare.

 

«Cas» sussurra. Dean sente un nodo stringergli il petto. Il desiderio di vederlo e la leggera ansia  che ne deriva si accavallano fra di loro, sfidandosi nel suo animo e lasciando il resto della frase sospeso nella bocca dell'uomo.

 

 Deglutisce. «Sono Dean..» dice e aspetta.

 

« Credo tu già sappia perchè sono arrivato qui»

 

Il vento soffia e le piante si muovono e il cielo si adombra:  Dean ha ancora gli occhi chiusi, il sospiro spezzato in gola ed i pugni delle mani  che si stringono e si rilasciano su se stessi attorno ai fianchi. 

 

« Io vorrei parlarti, Cas. Devo ... dirti tante cose, ma non so come trovarti» continua, sbuffando una piccola, nervosa risata  « Questo posto è infinito, amico*, e credo sia più facile che sia tu a trovarmi»

 

Apre un occhio, come a voler sbirciare, e si guarda attorno. Non c'è nessuno. 

 

Dean sospira. Ancora.

 

« Allora... io ti aspetto qui  » conclude, deglutendo e mettendo le mani nelle tasche della giacca blu, incerto. 

 

Poi, un fruscio di vento, più forte del precedente e un battito di ali:  Dean avverte la presenza dietro di lui. La sua bocca si contrae in un sorriso accennato e si gira, le labbra aperte a pronunciare il suo nome. 

 

"Cas" sembra voler dire, ma le parole gli muoiono in gola.

 

«Dean» 

 

«Jack...» sospira Dean. Uccide la delusione che sente bollirgli in gola e sorride. Nessuna ferita copre il volto o il corpo del ragazzo, avvolto dal giacchetto beige.  Un  grande sorriso è  stampato sul suo  viso ed  alcuni dei  suoi capelli biondi gli  ricadono sulla fronte: sta bene.

 

  Jack- leggermente più alto dell'ultima volta che lo aveva visto-  si avvicina ed avvolge Dean in un abbraccio. Dean gli sussurra con una risata  che gli sembra cresciuto, mentre Jack replica che "Non ti aspettavamo così presto" e la sua voce è tenera e docile come sempre mentre pronuncia quelle parole, ma Dean ne avverte comunque la tristezza.

 

« Già bè... sono stati dei mesi difficili» replica, accennando una risata.

 

Jack annuisce nell'abbraccio e poi lascia andare il corpo di Dean, che si accinge a parlare. 

 

« Non dovresti essere sulla Terra o... non so da qualche parte a comandare  gli angeli.. giudicare quelli che arrivano?» chiede con le sopracciglia inarcate , gesticolando distrattamente con la mano.

 

«Dean, non mi permetterei mai di giudicare qualcuno »

 

«Jack»

 

«Si?»

 

«Sei Dio»

 

Jack sorride di sfuggita ed alza le spalle. Poi, con un cenno del capo, lo invita a camminare con lui. 

 

« Le cose sono cambiate da quando ho preso questo incarico. Mi piace pensare alle persone come esseri più... liberi, diciamo. Non mi occupo delle loro faccende terrene, ma tento di aiutarli quando posso»

 

« Mi dispiace che tu.. si, insomma che tu sia dovuto diventare il nuovo Dio, Jack» 

 

« Non nego sia una grande responsabilità. Ma, mi piace ... posso fare del bene»

 

Dean annuisce, silenzioso. La conversazione si protrae con altre domande su quello che Jack fa o non fa e Dean ascolta ogni riposta con un sorriso sul volto. Non ha ancora, nonostante i mesi, dimenticato quello che è successo, ma gli mancava quel ragazzo. Poi, mentre Jack si appresta a elencare  le persone in Paradiso di sua conoscenza, Dean si decide a parlare e lo interrompe « Jack, hai visto Cas di recente, per caso?»

 

Dean odia il modo in cui il volto di Jack si contrae, in cui la sua mandibola si stringe in una dura morsa, come cosciente che la domanda sarebbe inevitabilmente arrivata; Odia il modo in cui inclina leggermente il capo da un lato- un atteggiamento che Dean ha visto fare così tante volte a Castiel che ne ha perso il conto- ed in cui, infine volta da un'altra parte  lo sguardo, incerto.

 

Rimane in silenzio. Uno, due secondi e Dean pronuncia nuovamente il suo nome. 

 

Dean odia il modo in cui gli occhi verdi di Jack lo guardano, il modo in cui scuote la testa nella  sua direzione, in cui il suo giacchetto gli si stringe con più forza sul corpo, mosso da una brezza che Dean è certo ora non vi sia. È tutto immobile , stabile. Il mondo è fermo e Dean con lui ed odia, ancora,  il modo in cui  Jack lo sta guardando, timido e fragile, quasi gli stia chiedendo scusa senza pronunciare una parola. E quando Dean diventa insistente e le domande risuonano nell'aria calda, odia le risposte che ne conseguono e desidera non averle mai fatte, quelle domande.  

 

                                        ****

 

Il vuoto si accosta al corpo di Dean in ogni luogo, freddo e potente come qualsiasi organismo primordiale. È tutto nero, profondamente oscuro. Il chiudere gli occhi o tenerli aperti non implica alcuna differenza : tutto ciò che Dean incontra è il buio. Le sue mani si stringono in duri pugni e sospira camminando a vuoto e nel Vuoto. 

 

«Cas» urla e si sente così stanco. È ingiusto che dopo tutto quello che ha passato, dopo tutto quello che hanno passato, Dean debba ancora essere lì-  il nulla che lo circonda e lo avvolge e lo soffoca, le occhiaie segnate sotto il verde degli occhi spenti, la dura linea in cui la bocca si conforma- a gridare, ad urlare, a sentire le sue membra stringersi mentre la rabbia e l'amarezza lo invadono. L'arrivo in Paradiso era stato complicato, difficile da accettare, ma il pensiero che finalmente tutto il male era finito lo aveva tenuto in piedi. Ora, invece, il male sembrava essere ritornato come se non se ne fosse mai andato. O meglio, come se gli avesse lasciato qualche ora per respirare, per abituarsi ad un'illusione e  poi, una volta che si era adattato, gliela avesse strappata via, di nuovo, ancora. 

 

« Cas» ripete.

 

Dean sente la presenza del Vuoto prima di vederla. C'è un'aria indolente, quasi gelida che attraversa il corpo di Dean e lo fa rabbrividire. Poi, quando si volta è la figura di una donna, Meg**,  che gli appare dinanzi,  in quello stato di buio freddo e perpetuo.

 

«Winchester» inizia allora. La  sua voce percorre il corpo di Dean con un brivido «Com'è che si dice? Chi non muore si rivede»

 

 «Anche chi muore, a quanto pare» replica Dean con un sorriso scaltro ed ignora il modo in cui le parole gli si stringono alla gola prima di uscire. Un secondo di sorpresa attraversa il volto del Vuoto, prima di essere sostituito da un ghigno sottile.

 

Il cacciatore aspetta che quell'essere parli, ma quello  si limita a voltare per un attimo lo sguardo prima di tornare nuovamente  con gli occhi su Dean ed osservarlo quasi ad ispezionarlo.

 

Dean si schiarisce la gola e le sue dita  accarezzano d'istinto la lama angelica contratta nella sua mano. «Dove è l'angelo?» 

 

«Tesoro, questo è il cimitero di quei graziosi esseri piumati» dice annoiata, strascicando le parole come se la lingua le pungesse «Dovrai essere più specifico»

 

Dean si avvicina pericolosamente a quella con uno scatto. Il suo respiro è pesante « Smettila con questi giochetti. So che sai di chi sto parlando»

 

«Oh, povero piccolo » dice, e le sue labbra si stringono in una linea maliziosa. La sua mano si tende per accarezzargli la guancia. Dean si ritrae  «Ti manca il tuo ragazzo?»

 

Il suo respiro si blocca per un attimo. Le sue ciglia si chiudono sui suoi occhi lentamente, quasi tentando di riprendere fiato con tutto il suo corpo.

 

Poi, il Vuoto sorride. «Oh giusto, che sbadata» dice e la sua mano si ferma per un attimo sulla tempia in un gesto fin troppo umano « Dimenticavo che la tua codardia non ti  ha mai permesso di dirgli quello che davvero provavi per  lui»

 

La mano di Dean è lesta nel avvicinarsi al suo volto ma sa che non può ucciderla. Non davvero. 

 

Ricorda le parole di Jack: "Il Vuoto è una forza primordiale quanto Dio stesso e in quanto tale non risponde a nessuna legge di natura, se non alla propria"

 

Dean, l'anima che gli si lacerava nel petto, aveva boccheggiato che Bobby gli aveva detto che Castiel aveva aiutato Jack nella costruzione del Paradiso e Jack, con il cuore pesante gli aveva riferito che Castiel non era mai uscito dal Vuoto. Aveva aiutato perché era grazie a lui se un Paradiso del genere poteva esistere, era grazie a lui se Jack era ancora vivo, se Jack aveva potuto ridimensionare quel luogo a suo piacimento. 

 

Quel Paradiso - Il paradiso-  gridava il nome di Castiel in ogni foglia, in ogni fiore, in ogni angolo che Dean aveva guardato, ma Castiel, in quel posto, non c'era mai stato.

 

Dean avrebbe voluto collassare, scaraventarsi a terra e colpire il pavimento finchè questo non si fosse aperto sotto i suoi piedi, lasciandolo sprofondare di nuovo, magari sulla Terra, magari all'Inferno, perché, tanto, che differenza faceva?

 

Ed invece era rimasto in piedi e mentre un grido gli moriva nel petto, aveva sospirato, guardato Jack e ordinato che lo mandasse nel Vuoto. E Jack aveva provato a dirgli che non sarebbe cambiato niente, che Castiel sarebbe rimasto lì, ma  Dean aveva continuato ad ordinarglielo finchè il ragazzo non aveva ceduto e Dean era stato sommerso dal buio più oscuro.

 

« Tu» dice, guardando il Vuoto negli occhi « Tu non sai niente»

 

«So abbastanza per poter dire che è troppo tardi per cambiare le cose»

 

E Dean crolla. La mente gli si annebbia completamente. Sente di star perdendo contatto, per un attimo, con la realtà. Tutto quello che lo circonda è nero, ma Dean crede di non vedere più nemmeno quello.

 

Poi, chiude per un attimo gli occhi ed  un suono stringato lascia la sua gola. Ed è patetico, gracile e vulnerabile, ma a Dean davvero non importa « Lascialo andare, ti prego» 

 

«Commovente, davvero, ma un patto è un patto, Winchester»

 

« Fanculo» urla  Dean- la sua voce roca e arrabbiata-  più a se stesso che ad altri.« Fanculo, fanculo, fanculo»

 

Si volta nuovamente verso quell'essere, detestandone ogni parte «Prendi me. Lui non se lo merita» dice « Prendi me al suo posto.»

 

Ma quell'essere scuote la testa e gli dice che non è cosi che funziona perché Castiel è un angelo e Dean solo un umano  e Dean sente di non riuscire più a parlare. Ha perso Castiel, ancora. 

 

"Ero la sua felicità" sente la sua stessa mente dire  in un sussurro e le parole che vorticano incessantemente nella sua mente sono troppo pesanti da sopportare.

 

«Amare te è stata la sua felicità» risponde il Vuoto. Dean si chiede se quello abbia l'abilità di leggere nella sua mente o se sia stato lui stesso a pronunciare quella frase ad alta voce. Si rende conto che non ne ha idea ed alza il viso mentre sente il Vuoto continuare a parlare.  «Non interamente differente da quanto hai detto tu, ma di sicuro più tragico se la vedi sotto questo punto di vista»

 

Dean non riesce a fare altro se non recuperare il respiro. La sua mascella è serrata, i suoi pugni chiusi e duri, la sua lama trema nella mano, ma non riesce a trovare la forza di avanzare, di scagliarsi contro all'essere. 

 

«L'amore è ciò che lo ha ucciso, infine» 

 

Dean vuole replicare che non è stato l'amore ad ucciderlo, ma il patto che ha accettato dal Vuoto. È colpa di quell'essere spregevole che sputa parole e frasi fatte su Dean se Castiel è eternamente rinchiuso in quel posto. Ma poi una vaga, timida possibilità si affaccia nella sua mente.

 

« Cosa succederebbe se Castiel non si ricordasse di me. Se non avesse trovato in me la sua felicità? Sarebbe libero dal patto, giusto?»

 

Il Vuoto lo schernisce con un sorriso infastidito «L'avrebbe trovata in qualcos'altro»

 

«Probabile, ma Castiel-- Lui entrerebbe a contatto con le stesse cose che ha sempre vissuto e queste non sono state mai abbastanza forti da renderlo felice. Non del tutto, almeno»

 

Perchè quelle cose non sono me.

 

«Dolcezza, stai proponendo una scappatoia al mio stesso patto?» chiede solo per metà  retoricamente « Sono io che  l'ho stipulato , perché mai dovrei sottrarmene?»

 

« Non vuoi davvero tenerlo qua»

 

« Magari voglio»

 

Dean sospira e aguzza gli occhi nella sua direzione « Non me ne andrò via. Se non lo lasci andare rimarrò qua, giorno e notte. Io... ti impedirò di dormire»

 

Ricorda le parole di Jack e l'impossibilità del Vuoto di addormentarsi in presenza di una qualsiasi intrusione.

 

« Credi davvero, ragazzino,  che io non sia capace di scaraventarti fuori di qui con uno schiocco di dita?»

 

« Lo avresti potuto fare immediatamente- Gesù, mi sembrano ore che parliamo- ma non lo hai fatto. E ho la protezione di Ja..- di Dio... sai di non poterlo davvero fare»

 

Sono momenti di silenzio che si strascicano all'infinito, dove l'unico suono percepibile è il sospiro di Dean. Le sue sopracciglia sono inarcate, e la rabbia gli ribbollisce nelle vene mentre la stanchezza lo ferma dal compiere qualsiasi gesto azzardato.

 

Poi, il Vuoto parla « Cosa vuoi?» chiede

 

«Castiel» 

 

Il Vuoto lo fissa in silenzio e Dean non allontana mai lo sguardo mentre quella pausa si protrae per fin troppi attimi. 

 

E poi: « Ritornerà in Paradiso, odio queste visite continue ... ma stammi a sentire Winchester» dichiara e gli si avvicina pericolosamente al viso « Il primo gesto sbagliato, il primo barlume di pura, vera  felicità come quello nel bunker e Castiel ritorna qui, stavolta per sempre»

 

Il respiro gli si spezza nuovamente in gola e Dean annuisce impercettibilmente; il petto che si alza ed abbassa velocemente. 

 

« Sarà divertente» afferma poi « Non ricorderà nulla di te, non il tuo nome, non la tua storia, non alcun sentimento che avrà mai provato nei tuoi confronti. Tutti, tranne te.  Ricordagli di essere la sua felicità, e Castiel è un angelo  morto»

 

E, dette queste parole, un turbine nero risucchia Dean mentre il Vuoto scompare, dissolvendosi nel buio, sotto i suoi occhi attenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* Uso il termine "amico" per mancanza di una traduzione inglese  più fedele all'originale della parola "man" che Dean utilizza spesso come intercalare quando parla :3

 

**Quando parlo del vuoto uso sia il genere maschile che femminile dato che è incarnato nel personaggio di Meg

   
 
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