…Tanti
anni prima…
“Il
paziente necessita di un trapianto e
questo richiederà tempo!” – dice un uomo
sulla cinquantina, con il camice
bianco, ad una coppia benestante, seduta alla sua scrivania, in attesa
di
notizie importanti.
“Abbiamo
denaro in abbondanza per permetterle
di scavalcare gli altri in lista” – precisa il
marito.
“Non
è nostra abitudine cedere a tali
richieste, siamo un ospedale serio”
“A
noi importa solo di salvargli la vita!” –
la voce tremante della donna, furiosa di fronte ad una
realtà che non le piace
– “Ci siamo rivolti a quest’ospedale
appositamente per la fama che vi precede”
“E
allora dovreste sapere che non ci facciamo
corrompere” – ribadisce il medico.
“Ma
in questo modo nostro figlio morirà!” –
tuona
il signore alzandosi dalla sedia, battendo con forza il pugno sul
tavolo.
La
disperazione è leggibile sui volti dei
coniugi, così come è percepibile la loro rabbia.
“Faremo
il possibile” – si limita a dire
l’esperto, invitando i due ad uscire dal suo studio.
“Vi
rovineremo la reputazione se non farete
quello che vi abbiamo richiesto” – li minaccia
l’uomo, prima di afferrare il
braccio della moglie e dirigersi verso la porta.
Una
giovanissima Alicia Sierra è seduta in
sala d’attesa, dopo il ricovero della sorella più
piccola.
E’
persa nei suoi pensieri e nelle sue paure
quando le passano davanti agli occhi i due consorti, intenti a
polemizzare su
quanto accaduto.
“Io
li distruggo”
“Calmati,
Samuel”
“Non
mi calmo, Teresa! Uccideranno nostro
figlio così”
Le
loro voci distraggono Alicia dalla sua
ansia, e l’adolescente, volendo o non, si ritrova ad
ascoltare la discussione.
In
quel frangente, la futura ispettrice di
polizia posa gli occhi su un ragazzino che percorre, zoppicando, il
corridoio, diretto
probabilmente alla sua stanza.
La
scena che Sierra osserva ha del
paradossale: trovatosi nel posto sbagliato al momento sbagliato, viene
fisicamente spinto a terra dalla furia incontenibile di un capofamiglia
che ha
appena saputo che suo figlio non sarà salvato.
“Togliti
di mezzo” – s’infuria l’uomo,
vedendo il giovane sulla sua strada.
Seguito
dalla moglie, raggiunge l’uscita
dall’ospedale. Nessuno dei due si scusa per
l’irruenza, piuttosto lo guardano
con disprezzo.
Nel
frattempo il povero paziente della
clinica tenta di rialzarsi.
Alicia
gli corre incontro e gli porge una mano
per aiutarlo a sollevarsi dal pavimento.
Trovandosi
faccia a faccia, i due si
sorridono senza aggiungere parole.
“Certa
gente non sa cos è il rispetto!” –
commenta poi la ragazzina.
Il
giovane sconosciuto non risponde, si
limita ad annuire.
“Signorino
Marquina, cosa ci fa qui in
piedi?” – una voce alle spalle dei due, irrompe
all’improvviso. È un’infermiera
che, trovando il paziente fuori dalla stanza, lo rimprovera,.
portandolo
via con poca delicatezza.
Sierra,
esterrefatta, guarda la scena promettendosi
un giorno di difendere gli altri da persone di quel basso livello. Non
avrebbe
mai immaginato che la persona appena incontrata e verso la quale ha
nutrito
compassione e dispiacere, diventerà il suo nemico numero
uno: il Professore.
In
quei minuti, l’adolescente torna ai suoi
pensieri, focalizzando l’attenzione sulla porta di una camera.
“Sorellina,
ti ho portato il tuo caffè
macchiato” – compare alle sue spalle una fanciulla
molto somigliante ad Alicia,
con i capelli rossi, e i lineamenti dolci.
“Grazie,
Tati!” – la ringrazia l’altra.
“Che
si sa? Ancora nulla?”
“Niente,
sono chiusi in quella stanza con il
dottore. Speriamo ci diano notizie positive…”
Il tempo scorre rapido, e il silenzio fa da sottofondo ad un dolore che
le due
sorelle Sierra condividono, mano nella mano.
“Eccoli”
– sobbalza la maggiore, alzandosi in
piedi, riconoscendo i genitori assieme al medico.
“Raccontateci
tutto” – domanda ansiosa
Tatiana.
Il
capofamiglia, da sempre risoluto e freddo,
si lascia andare ad un improvviso pianto.
Stringe
a se le sue figlie più grandi, per
poi comunicare loro – “Salveremo la piccola
Anita!”
Gli
specialisti sono stati chiari. Per la
situazione della giovanissima paziente, affetta da leucemia,
è necessario ed
urgente un trapianto di midollo. Ed ora hanno un donatore.
Nessuno
immagina cosa accadrà da lì a poche
ore.
Quella
stessa notte, i Sierra vengono
chiamati d’urgenza in ospedale.
Sergio
è nel suo letto, intento a leggere un
libro, prestatogli dal compagno di camera. Ha appena notato che un
bambino è
stato condotto in sala operatoria e giurerebbe di aver riconosciuto due
persone
che erano assieme a lui e gli tenevano la mano.
“E’
il tipo che mi ha spintonato” – riflette
ad alta voce, alzandosi e zoppicando fino alla porta, appoggiandosi ad
essa
come supporto.
Ed
è in quel momento che la situazione
precipita. Rumori e spostamenti sospetti di medici ed infermieri
provenienti da
una camera in particolare, poco distante dalla sua, lo preoccupano.
Sarà
quello il momento in cui tutto nella
vita di Alicia e dei suoi parenti cambierà radicalmente.
“Cosa
sta succedendo?” – chiede, in pena,
all’infermiera
di turno.
“Torna
a dormire” – gli tuona contro la
donna, costringendolo ad indietreggiare verso il letto. Poi gli chiude
bruscamente la porta in faccia non permettendogli di guardare quello
che
sarebbe diventato il segreto più oscuro della Clinica.
La
notizia della morte improvvisa di Anita
Sierra scuote tutti, Sergio incluso.
Lui
conosceva quella bambina con cui più
volte chiacchierò.
Contrariamente
a quanto ci si aspettava,
ovvero la sua salvezza, la piccola perse la vita…a detta dei
dottori “per una
leucemia fulminante che impedì loro di agire
tempestivamente”
Tutto cambiò dopo quella dannata notte: Alicia non fu
più la stessa. La sua
mente cadde vittima di un dolore dal quale non si guarisce mai. E
ciò che
accadrà da lì in poi è
storia…
Se
Tatiana diventerà una ladra, la sorella maggiore
entra nella Polizia. Nella mente di quest’ultima, la follia e
la
sofferenza trasformarono
la visione dei
fatti. La sua pazzia la portò a distorcere la
realtà. Fu questo il motivo per
il quale ad oggi, l’ispettrice
è certa
al cento per cento che il “colpevole” è
Sergio Marquina.
Lei
immaginò cose mai accadute, comprese le
parole di Anita riguardanti questo amico con un tic particolare, quello
degli
occhiali. Così, una volta vedendolo al matrimonio di
Tatiana, la sua follia si
tramutò in rabbia ceca, in vendetta…e ha
modificato i ricordi.
Il
giorno seguente, i Sierra vennero a
conoscenza della salvezza di un certo Arturo, figlio di una famiglia
che
possedeva tanti diamanti. Ai parenti della giovane vittima
bastò poco per
intuire che forse quei ricconi sborsarono denaro per la vita del loro
ragazzo,
causando però la scomparsa prematura della loro bambina, non
operata
tempestivamente.
E
basandosi su quell’idea, denunciarono
l’ospedale, ma non vennero mai creduti. Tatiana, in nome di
sua sorella, orchestrò
proprio contro di loro la sua prima rapina, volendoli privare delle
loro
ricchezze.
Alicia,
invece, preda della disperazione e di
una depressione mai superata, non immagina assolutamente che ha
addossato la
colpa del suo dolore ad un uomo estraneo alla vicenda, colpevole di
trovarsi
nello stesso ospedale e di averla conosciuta casualmente. .
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OGGI….
Sergio
teme di essere stato scoperto. La
Polizia è giunta fin lì ed è prossima
a catturarlo, ne convinto!
In
quel frangente, sentendosi in pericolo,
prova a correre quanto più veloce possibile, però
è un'altra automobile ad irrompere
in quella direzione e a tagliargli
la strada.
“Ehi,
fermati” – gli ordina la voce alle sue
spalle.
Istintivamente,
Marquina alza le mani in
segno di resa.
Buffo,
pensa il Prof, quella voce sembra fin
troppo familiare.
Due
uomini, nel frattempo, scesi dal veicolo,
lo circondano.
Così
il Professore si volta lentamente verso
la persona alle sue spalle, trovandosi di fronte una donna
incappucciata.
“Dove
è mia sorella?” – gli domanda lei.
“Chi?”
– esclama, spiazzato, l’uomo, tentando
di capire chi potesse essere la tipa.
In
tale istante, la sconosciuta si libera del
cappuccio e degli occhiali da sole che le coprivano parte del volto.
“Non
ci credo! Sei davvero tu?” – esclama il
fratello di Berlino, scioccato.
“Finalmente
ci si rivede…. Cognatino!”