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Autore: ballerina 89    29/03/2021    1 recensioni
Prima di introdurvi questa storia voglio rassicurare tutti i miei lettori dicendo loro che a differenza di alcune storie scritte in precedenza e lasciate purtroppo incompiute, questa storia è stata già portata a termine prima di essere pubblicata. Ho già tutti i capitoli pronti, compreso l’epilogo finale e non aspettano altro che essere letti da voi. E’ per questo che sono sparita per un po’ ma sono pronta a tornare in carreggiata e darvi compagnia.
Bene... dopo questa piccola premessa ecco un piccolo anticipo di quello che stiamo per affrontare.
Emma Swan è una giovane ginnasta che sogna di prendere parte un giorno ai famosi giochi olimpici ma che aimè proprio ad un passo dalla realizzazione di tale sogno è costretta, cause di forza maggiore, a rinunciarvi. Riuscirà a raggirare l’infausto destino e a trovare la strada per il successo o il suo sogno rimarrà per sempre solo ed esclusivamente un sogno?
Scopriamolo insieme.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Zelena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Amore olimpico 
Capitolo 8

 

Sarei rimasta volentieri a farmi coccolare dal mio ragazzo ma avevo un coprifuoco da rispettare e un argomento importante da discutere con i miei genitori pertanto, anche se controvoglia,  dovetti farmi forza, salutarlo e incamminarmi verso casa. Erano giorni che volevo parlare con loro del mio desiderio di poter frequentare quella scuola prestigiosa ma per un motivo o per un altro avevo sempre preferito rimandare. In realtà avevo timore a parlare con loro perché sapevo i sacrifici che avevano fatto per me in quel periodo per permettermi di continuare a vivere a New York  e non volevo di conseguenza  infliggerli un nuovo peso. Conoscendoli non mi avrebbero di certo negato la cosa, avrebbero fatto tutto il possibile per far sì che il mio desiderio si realizzasse e forse è proprio per questo che ancora non avevo trovato il coraggio di parlare con loro: non volevo che facessero ulteriori sacrifici. Avevano venduto la casa di una vita, quella di cui erano totalmente innamorati, avevano allontanato le loro salde amicizie per seguirmi e di sicuro anche economicamente parlando, seppur solo momentanea, la situazione per via dei traslochi era sicuramente cambiata. Cercai di non pensarci o non avrei aperto bocca neanche quella sera e a passo svelto rientrai in casa dove mia madre aveva appena finito di apparecchiare. L’aiutai a preparare la cena e quando finalmente fu pronta aspettammo papà, che era nel suo studio e iniziammo a mangiare. Parlammo delle nostre rispettive giornate, non dissi ancora nulla dei miei allenamenti o di aver incontrato Regina, dei progetti lavorativi di papà e, totalmente insospettato, della possibilità di andare in vacanza nel mese di agosto prima dell’inizio della scuola. 

  • Ce lo siamo meritati direi! - esordi mio padre con aria serena - il brutto incidente, le innumerevoli fatiche per il trasloco e il doversi ambientare in un gruppo di lavoro differente! Abbiamo avuto tutti i nostri momenti critici ma ora siamo qui, insieme e non possiamo non festeggiare! 
  • Ohhh David! Sarebbe meraviglioso! Con gli impegni di Emma con la ginnastica non facciamo una vacanza tutti e tre insieme da quando? Sei anni??? Mi piacerebbe davvero molto. - rispose mia madre entusiasta della cosa. - Emma tu che ne pensi??? - eh... cosa ne pensavo??? Pensavo che quella vacanza aveva senza ombra di dubbio  un pessimo tempismo! Ero finalmente pronta a confidarmi con loro sulla mia scelta per il futuro ma a quanto pare ancora una volta avrei dovuto rivedere i miei piani. - tesoro ci stai ascoltando? - mi chiese mia madre vedendomi totalmente assorta dai miei pensieri.
  • Si sì vi stavo ascoltando scusami.... 
  • allora? cosa ne pensi dell’idea di papà? Ti piace?
  • Certo che mi piace scherzi???? Mi piacerebbe tantissimo venire in vacanza con voi! 
  • Allora è deciso! Domani mi fermerò in agenzia e prendero qialche depliant. Sarà una vacanza indimenticabile, non baderemo a spese! È il minimo dopo tutto quello che abbiamo passato. - tornarono a mangiare  ma a me passó completamente l’appetito e con la scusa di essere davvero molto stanca, non era poi propriamente una bugia, mi congedai in camera mia dove, in preda ad un raptus di rabbia, strappai tutti i volantini, programmi e moduli di iscrizione di quella che credevo fosse la mia seconda strada. Avevo fatto numerose ricerche ed erano tutte belle sistemare sulla mia scrivania. Mi correggo... erano, il loro nuovo posto fu dentro il cestino della spazzatura  sotto la mia scrivania. A quanto pare quello che stavo vivendo non era affatto il mio anno. Andai a dormire molto presto quella sera, senza vedere tv, ascoltare musica o chattare con Killian e i miei amici. Ero triste e pensierosa e pur di non pensare preferii mettermi a letto e chiudere gli occhi. Il mattino seguente quando mi svegliai vidi che Killian aveva provato numerose volte, tra sms e chiamate, a mettersi in contatto con me, voleva sapere come fosse andata la serata, ma aveva capito subito, vedendo che non rispondevo, che le cose non erano andare poi così bene e per tirarmi su il morale decise di aspettarmi sotto casa, sapeva che sarei uscita per delle commissioni, con tanto di colazione tra le mani. 
  • Buongiorno amore! Cosa ci fai qui?!! - dissi sorpresa di vederlo.
  • E me lo chiedi??? Sono passato per vedere se fossi ancora tutta intera! Sei sparita da ieri sera! 
  • Lo so scusami è che ero stanca. Sono caduta addormentata senza neanche rendermene conto. 
  • Mmmh.... stanca eh??? Non è che per caso centra un certo discorsetto che avresti dovuto intraprendere con i tuoi? - abbassai lo sguardo - lo sapevo! Vuoi parlarne?
  • Non... non dovresti essere a lavoro?  - conoscevo a memoria i suoi turni e gli orari di lezione universitaria ed ero fermamente convinta che quel giorno in quel preciso momento  avrebbe dovuto essere a lavoro.
  • Ho preso un’ora di permesso! - si giustificò - volevo assicurarmi che tutto fosse ok? Allora dimmi... è andata male vero? - annuii lasciandolo perplesso. - cosa??? Dici sul serio??? Hanno detto di no???? Ma come...
  • Non hanno detto di no! 
  • Sono confuso... se non hanno detto no perché dici che la chiacchierata sia andata male? Ti hanno forse detto che ci rifletteranno su??? - provò ad indovinare - non devi affatto preoccuparti in quel caso amore, magari vogliono solo assicurarsi che sia una buona scuola. Magari non la conoscono come la conosciamo noi e quindi vogliono informarsi. Tutto qua non devi assolutamente preoccuparti! Sono sicuro che...
  • Non hanno detto che ci penseranno... Killian io.... io non ho parlato con loro! - confessai.
  • Ah no??? È perché? Avevi detto...
  • So Cos’ho detto mah... beh mi sono bloccata quando hanno tirato fuori un argomento del tutto inaspettato. - non fece ulteriori domande, aspetto che io continuassi da sola. - non facciamo un viaggio di famiglia dall’anno prima che venissi convocata in nazionale così mio padre, visto che siamo tutti di nuovo sotto lo stesso tetto e visto che non ho più tutti gli impegni di un tempo ha avuto la brillante idea di proporre un viaggio di famiglia e mamma naturalmente ne è stata entusiasta. È quasi salirà sul tavolo per la gioia.
  • Beh??? È una cosa dolcissima non trovi? Vogliono passare del tempo con te! Sei fortunata. - prese una pausa - è per questo che non hai parlato della scuola? Avevi paura che troppe buone notizie avrebbero stravolto gli equilibri? - mi prese in giro per poi tornare subito serio - Emma.... perché non hai parlato con loro. - non riusciva a capirne il motivo.
  • “Non voglio badare a spese” ha detto mio padre. Partiremo per due settimane Dio solo sa dove. Investirá un capitale ne sono sicura quindi.... 
  • Ho capito! Non c’è bisogno che tu aggiunga altro. Di nuovo il senso di colpa di pesare economicamente su di loro? Emma ne abbiamo parlato centinai di volte, sono i tuoi genitori, ci tengono alla tua istruzione. E poi hai ancora 16 anni, è inevitabile che tu abbia bisogno economicamente di loro. 
  • Non ne avevo bisogno prima!  La ginnastica era un lavoro per me quindi adesso dover gravare su di loro mi pesa. - aprii il mio cuore 
  • Non hai mai dovuto spendere un dollaro però per vivere! La federazione pagava tutto.
  • Lo so, ma in caso contrario avrei avuto modo per permettermi molte cose. I risparmi che ho accumulato li ho su un conto personale che fin quando sarò minorenne sarà cointestato con i miei. Non mi permetterebbero mai di accedervi per  pagarmi la scuola. Me la pagherebbero loro. 
  • E tu non ti senti a tuo agio. 
  • No! - sospirai 
  • Cosa intendi fare a questo punto? 
  • Mi iscriverò in una scuola pubblica.  Ci sono moltissime buone scuole statali qui in zona. Ora come ora la scuola privata sarebbe solamente un lusso superfluo. 
  • Quindi hai deciso di mollare? - annui - lasciatelo dire amore: a te manca qualche rotella! Sicura di non aver riportato traumi anche  in testa per via della caduta? Sarebbe il caso di dare un’occhiata... 
  • Non scherzare! 
  • Non scherzo affatto! È un ragionamento stupido il tuo! Non puoi rinunciare a una cosa che ti piace e ti far star bene senza neanche provare a discuterne. Ti fai solo del male così.... e indirettamente lo fai anche a loro per non averli tenuti partecipi. 
  • Ho deciso ormai! Non puoi farmi cambiare idea! - dissi decisa. 
  • No, ma posso dirti ugualmente che stai facendo una cazzata e che non sono d’accordo. 
  • Ne prenderò atto! - risposi per poi guardare l’orologio - è tardi devo andare a fare il mio giro di commissioni adesso e tu... beh tu devi andare dritto a lavoro. 
  • Sei un caso senza speranza amore mio ma non finisce qui ok? - mi strinse a se e mi diede un bacio. - ci vediamo stasera agli allenamenti ok? 
  • Ok ma non mi allenerò io! Verro solo a vederti!
  • Cosa?!! E perché??? Non dirmi che hai cambiato idea? - la sua faccia era totalmente contrariata al solo pensiero.
  • No no tranquillo almeno in questo ho mantenuto fede ai miei desideri. È solo che Regina mi ha stipulato un calendario di allenamenti dettagliato e oggi è il mio giorno di riposto. - lo vidi tirare un sospiro di sollievo 
  • Ok... ho quasi pensato di portarti con me in ospedale a farti fare una risonanza al cervello! - mi prese in giro per poi darmi un altro bacio. - ti passo a prendere ai giardinetti per le 18:00 non farti beccare dai tuoi.  

Andai a fare le mie commissioni e in più, avendo finito prima del previsto, decisi di fare un salto  in due scuole statali lì in zona. Non mi entusiasmarono affatto ma poco importava: occorreva prendere una decisone alla svelta. Le iscrizioni ci sarebbero state intorno ai primi di agosto quindi avevo solamente un paio di settimane per decidere il da farsi e presto, molto presto, i miei mi avrebbero di sicuro chiesto cosa avessi deciso... non potevo farmi trovare impreparata. 

Tornai a casa intorno all’ora di pranzo e loro era già li, con i loro sorrisi smaglianti a sfogliare cataloghi infiniti per decidere la meta perfetta delle nostre vacanze. Coinvolsero anche me nella ricerca e pur di non far capire loro che non ero proprio dell’umore adatto per intraprendere quella conversazione mi sforzai di essere il più entusiasta possibile sperando che la cosa finisse al più presto. Purtroppo per me la decisione della meta perfetta durò una’intera settimana  e nonostante cercassi modo e maniera di tenermi occupata, tra uscire e chiudermi in camera facendo  finta di avere da fare, riuscirono comunque ad incastrarmi. La decisione finale cadde su una fantastica meravigliosa e costosissima crociera che ci avrebbe visto protagonisti nelle ultime due settimane del mese di agosto. Nonostante fossi amareggiata per via della scuola ero comunque felicissima  di intraprendere un viaggio con i miei genitori ma purtroppo questo entusiasmo faticava ad uscire fuori e presto, molto presto, quell’alone di tristezza che mi stava  perseguitando da giorni fu causa di una riunione familiare. Ero appena tornata dall’allenamento con Regina, avevano fatto potenziamento muscolare il che significava aver sputato sangue, di conseguenza l’unica cosa che avrei voluto fare una volta a casa era mettermi sotto le coperte e dormire come minimo per dieci ore di fila. Non avevo neanche fame a dire il vero ma pur di non preoccupare i miei mi sedetti a tavola con loro e cercai di mangiucchiare qualcosa. Si accorsero immediatamente che c’era qualcosa che non andava, in teoria lo sospettavano da molto giorni  in realtà e così prendendo la palla al balzo nel vedermi giocherellare con il cibo mi chiesero delucidazioni. 

  • tesoro tutto ok? Sembri sfinita. - fu mamma a prendere l’iniziativa, era lei quella che entrava prima nel panico tra i due. 
  • Sono un po’ stanca a dire il vero ma sto bene non preoccuparti. - forzai un sorriso e lei fece finta di crederci.
  • Bene perché volevamo parlarti di una cosa ma se vuoi possiamo rimandare a domani. 
  • Sono nei guai? - fu la prima cosa che mi venne in mente. Che mi avessero beccata con Killian in macchina? Il mio cuore iniziò a battere alla velocità della luce.
  • Perché pensi di essere nei guai? - rise  non arrivando a pensare che forse le stavo nascondendo sul serio qualcosa. - no tesoro, nessun rimprovero! Io e papà ci stavamo chiedendo solo se avessi già scelto quale scuola frequentare a settembre. Ci sono le iscrizioni da poco. - oh no! Forse era meglio che mi avessero beccata in macchina con Killian. Ero preparata al fatto che prima o poi questa conversazione sarebbe arrivata ma avrei preferito aspettare ancora un po’. 
  • Emh... si! Ho preso una decisione proprio ieri a dire il vero. È stato difficile ma poi la scelta è ricaduta sulla scuola statale qui vicino. Ho letto i vari programmi, i corsi che ci sono e sembra tutto così... perfetto. - monotono avrei voluto dire. - Credo proprio che sia la scelta giusta. - vidi i miei genitori guardarsi a vicenda con aria fin troppo seria e la cosa mi destabilizzò. Mi ero immaginata che avrebbero semplicemente annuito o sorriso dicendo che avrebbero chiamato il rettore quando prima ma non mi ero immaginata tutto quel silenzio. 
  • Sicura tesoro che sia quello che vuoi? 
  • Si perché me lo domandi? È solo una scuola dopotutto. - mi limitai a rispondere come se l’argomento non avesse poi tanta importanza. 
  • Detto da una ragazza con una media altissima a cui piace studiare mette i brividi. - prese la parola papà. - hai valutato bene i pro e i contro? Magari è vicino a casa ma ha un programma inferiore rispetto ad altri istituti.
  • Sono convinta della decisione credimi ma se a voi non piace possiamo rivalutare la cosa. Davvero a me non importa. - li vidi guardarsi ancora con quello sguardo e li iniziai a capire che stavano tramando qualcosa. Mia madre si allontanò giusto un paio di minuti e quando tornò mi mise un foglio tutto stropicciato davanti. Conoscevo benissimo quel foglio: era il modulo d’iscrizione della scuola privata che avrei voluto seriamente frequentare.
  • Che mi dici di questa? - feci finta di dare una letta veloce al modulo anche se in realtà lo conoscevo a memoria. 
  • Non so... non mi dice nulla in realtà! Ci saranno di sicuro tutti figli di papà pieni di soldi che se la tirano lì dentro. Non credo sia la scuola adatta a me. 
  • Mmh... non ti piace è?
  • No, direi di no! 
  • Strano sai? Avrei giurato il contrario questa mattina dato che il modulo d’iscrizione che hai in mano l’ho trovato proprio nella tua camera. - mi fece notare mia madre. - stavo rassettando qua e là quando mi sono imbattuta in questa bella pallina di carta. - beccata! Ma forse... forse potevo ancora salvarmi. 
  • Era destinato alla spazzatura, avrò centrato male il bersaglio. 
  • Emma sii sincera per favore! - mi chiese guardandomi dritta negli occhi 
  • È la verità mamma! È carta straccia! Pensi che stropiccerei in quel modo un foglio che intendo utilizzare? Dai... mi conosci, sono una perfettina! - presi un respiro. - non starai per caso dubitando di me? Perché dovrei mentirti? 
  • Non lo so... dimmelo tu! 
  • Dici seriamente? Stai sul serio dubitando? - come poteva aver scoperto tutto solo tramite un foglio? Ne avevo centinaia in camera di vari istituti  ma a nessuno aveva rivolto tutta quella attenzione. - Non è il foglio in se che mi fa dubitare quanto l’intero raccoglitore dedicato a questa scuola. C’è di tutto: orari, corsi, programmi, pagamenti, lista di libri e chi più ne ha ne metta. Ci sono anche piccoli gadget e volantini pubblicitari. Se non ti interessa quella scuola perché tutto quel materiale ben riposto? - e ora???? Cosa avrei dovuto dire? 
  • Ben riposto?... se non sbaglio era nel cestino anche quello! Che c’è ti sei messa a spulciare tra le mie cose? - mi stavo leggermente alterando.
  • Non mi permetterei mai e lo sai! È stato un incidente. L’ho trovato nella spazzatura e pensando fosse caduto l’ho preso per rimetterlo a posto. L’ho aperto giusto per capire se avessi deciso di buttarlo intenzionalmente o no.
  • L’ho buttato intenzionalmente mamma! Ora possiamo smetterla?
  • Non ancora! Prima vorrei porti ancora una domanda. È chiaro che questa scuola è stata una delle fortunate ad avere la tua attenzione, come mai hai deciso di scartarla? Ho dato uno  sguardo al programma e mi sembra molto più dettagliato rispetto alla scuola che mi hai appena detto di voler frequentare. - non avevo motivazioni accidenti! Quella scuola era perfetta in tutte le sue sfaccettature, aveva solo un difetto: il prezzo esorbitante ed era l’unica cosa che non volevo far sapere ai miei. 
  • Le materie che mi interessano sono anche nella scuola qui accanto ecco perché l’ho scelta! Ho trovato più pratico il fatto di poter andar a piedi piuttosto che  dover prendere un milione di mezzi per arrivare nell’altra scuola e poi...  beh di sicuro qui ci saranno persone più umane e meno snob.  Tutto qua! -  sperai con tutto il cuore che se la bevessero entrambi.
  • Quando hai deciso ufficialmente? 
  • Una settimana fa più o meno! 
  • Mmmh... è una strana coincidenza allora se tuo padre nella cronologia del pc di tutta questa settimana ha trovato ricerche  inerenti alla scuola che dici di non voler frequentare. Carino il sito per ordinare le divise e carine molto anche le divise non trovi? 
  • Avete sbirciato il mio computer? - senza accorgermene mi ritrovai ad alzarmi in piedi ancora più alterata di prima! - ma siete diventati matti?????
  • Calmati prima di tutto! Siamo i tuoi genitori non i tuoi amici e poi non abbiamo sbirciato il tuo computer. A tuo padre serviva una parte della ricerca per lavoro fatta giorni addietro che nella fretta la volta precedente non ha stampato. È stata una coincidenza se si è imbattuto nelle tue ricerche personali. 
  • Erano cose private! 
  • Se erano private perché hai utilizzato il pc di famiglia e non il tuo??? Ah già era rotto! Beh comunque avresti potuto cancellare la cronologia se non volevi che qualcuno vedesse. - avevano ragione era stata una mia dimenticanza cancellare la cronologia ma il fatto è che non avevo mai dovuto nascondere nulla ai miei genitori. - ora per piacere possiamo smetterla di inventare scuse su scuse e parlare seriamente? Sappiamo che vuoi andare lì, Un uccellino ci ha spifferato la cosa, ma spiegaci il motivo per cui ci stai rinunciando! 
  • Un uccellino vi ha.... - solo una persona sapeva di questa mia decisione e questa persona stava per passare un bruttissimo quarto d’ora. - Killian!!!! È stato lui a... che stronzo! - dissi non rendendomi conto di aver appena dato sfogo ai miei pensieri a voce alta.
  • Modera i termini! Voleva solo aiutarti comunque e poi... beh ha parlato con tuo padre e non ha avuto altra scelta se non confessare! Sai... 
  • l’ho minacciato di non fartelo più  vedere se non avesse parlato quindi...
  • Cosa.... lo hai... - mi interruppe 
  • Ora parla avanti! E sii sincera. - ormai non avevo altra scelta. - perché hai scartato l’idea di iscriverti in questo istituto? 
  • Perché è una scuola privata ed è molto, molto cara! Ecco perché! 
  • E allora??? Non vedo dove sia il problema. Da che mondo è mondo le scuole di lustro si pagano.
  • È una cifra esorbitante però e non credo di poter accedervi tramite borsa di studio. Avete appena traslocato, comprato una casa e organizzato una vacanza.... avete già speso molti soldi quest’anno per me io non... ecco io... non voglio continuare pesare sulla vostra situazione economica. Vi ho già fatto spendere molti soldi e fatto fare sacrifici.... non posso continuare a chiedere ancora. - ci di un momento di silenzio e poi eccoli iniziare a ridere. - cosa...mah... state ridendo di me? 
  • Non crederai che siamo al verde spero! - prese la parola papà! - le nostre finanze non hanno subito nessun trauma posso assicurartelo, giusto un pochino prima di vedere la vecchia casa ma ora è tutto sistemato;  e poi anche se così fosse stato, un modo per pagare i tuoi studi lo avremmo sicuramente trovato. Per te faremmo di tutto lo sai.
  • Appunto perché lo so ho preferito evitare! So che fareste sacrifici enormi per me, li avete già fatti lasciando tutta quella che era la vostra vita, le vostre amicizie... io non volevo portarvi a fare ulteriori  sacrifici. Avevo paura che avreste addirittura rinunciato alla vacanza per potervi permettere di pagare la scuola.
  • Ooooh tesoro mio! Per l’amor del cielo... abbiamo lasciato degli amici a cui eravamo molto affezionati è vero ma la nostra vita non l’abbiamo di certo lasciata a Storybrooke anzi... l’abbiamo raggiunta: la nostra vita sei tu Emma! Sei tutto il nostro modo e noi faremmo di tutto per renderti felice. Lo abbiamo fatto in passato lasciandoti partire a soli 11 anni e lo continueremo a fare all’infinito  quindi accendi il pc e vai a stampare un nuovo documento d’iscrizione, questo è impresentabile ormai, tu andrai in quella scuola! 
  • Mah...
  • Niente ma! Siamo tutti d’accordo! Andrai lì e ci renderai ancora una volta  orgogliosi di te! 

Mi fecero commuovere ma cercai di non darlo a vedere correndo ad abbracciarli. Avevo i genitori più in gamba del mondo, l’ho sempre saputo ma ancora una volta si sono dimostrati di essere all’altezza di una figlia sognatrice e pazza come me. Stampai il modulo la stessa sera, lo compilammo tutti e tre insieme ma prima di spedirlo papà, il mattino seguente, fece una telefonata al rettore chiedendogli, per sicurezza, se era possibile accedervi anche se negli anni precedenti avevo frequentato un’altra  scuola. Di solito questi istituti sono molto rigidi e molto di loro non accettano persone che si trasferiscono da una scuola ad un’altra. Fortunatamente non fu il mio cAso ma il rettore volle comunque conoscermi e capire meglio i motivo del mio trasferimento per capire come comportarsi così ci diede appuntamento per il mattino seguente nel suo ufficio. Avevo il cuore che mi scoppiava nel petto, ero terrorizzata, riuscii a mangiare qualcosina a colazione a malapena, ma allo stesso tempo ero felice ed emozionata. Varcammo quegli enormi cancelli e subito fummo accolti da una signora anziana che dopo aver registrato i nostri nomi ci condusse direttamente nell’ufficio del rettore. Stavo sudando freddo, l’ultima volta che ebbi questo tipo di sensazione di quando ero in attesa di sapere se fossi stata selezionata per i campionati mondiali. 

  • Dunque, dunque, dunque... chi abbiamo qui?? - disse il rettore sorridendo e facendoci accomodare su un maestoso divano e offrendoci tre tazze di The fumante - ti chiami Emma giusto?
  • Si signore! - risposi leggermente agitata neanche stesso per entrare nell’esercito. 
  • Bene Emma... allora, dimmi: cosa ti porta a cambiare scuola proprio all’inizio del terzo anno? È un anno molto complicato questo e iniziare da zero, in una scuola completamente nuova,  delle volte potrebbe risultare difficile. 
  • cause di forza maggiore a dire il vero signore. Non posso più continuare a sostenere le lezioni nella mia vecchia... “scuola”. 
  • Posso capire! Immagino che deve essere difficile vivere a New York e continuare ad andare a scuola storybrooke. - rise per la sua battuta. Credeva che il motivo per cui stavo provando ad entrare lì era perché mi ero trasferita. - in che scuola studiavi a Storybrooke? Statale o privata? So che è un paesino delizioso ma non sono molto informato sulle scuole che ci sono li. 
  • A dire il vero io vivo a New York da moltissimi anni ormai! Sono i miei genitori che si sono trasferiti da poco in città. - ci guardò non capendo. 
  • Vede... Emma all’età di 11 anni è stata presa nella federazione nazionale di ginnastica artistica, è per questo motivo ha dovuto trasferisi da giovanissima. - spiegó mio padre.
  • Uuu quindi abbiamo qui una ginnasta professionista qui! - sorrise iniziando a scrivere su un blocchetto di appunti. -  Non che non mi faccia piacere averti qui Emma, è un vero onore conoscere una ragazza che rappresenta la nostra nazione nello sport,  ma di solito voi atleti non studiate con un personale addetto messo a disposizione della federazione stessa? - wow era informato - come mai stai facendo domanda presso la nostra scuola? - oh no... sapevo che mi avrebbe fatto domande ma sperai seriamente che non saremmo arrivati a questo! Dannazione. 
  • Purtroppo ho avuto un incidente che ha compromesso la mia permanenza in federazione e di conseguenza non ho più diritto a quel tipo di istruzione. - abbassai lo sguardo evitando il suo sguardo compassionevole.
  • Mi dispiace, non deve essere semplice... - non risposi, la risposta era scontata - però! Deve essere stata prorpio un’annataccia per noi americani. Qualche mese fa ho letto un articolo che parlava prorpio di un argomento simile. Una ragazza, il punto centrale della squadra America  di non ricordo quale sport, si è giocata la carriera per uno stupido esercizio ad un passo delle Olimpiadi.  Che sfortuna poverina. Non vorrei essere nei suoi panni. - di male in peggio. - forse saprai anche di chi stiamo parlando visto che sei del campo. Non vi conoscete un po’ tutti ? 
  • Certamente... parliamo di me! Sono io la ragazza dell’articolo. - dissi lasciandolo a bocca aperta. potrei giurare anche di averlo visto sbiancare. 
  • Non... non immaginavo che alla tua età.... si insomma.... ad ogni modo - decise, e gliene fui grata, di cambiare argomento e di lasciare da parte i convenevoli per entrare nel vivo della questione - hai portato per caso le valutazioni dei tuoi professori ricevute in questo ultimo anno?! Vorrei dare un’occhiata al tuo rendimento e ai tuoi voti. - annui ed estrapolai dalla borsa la mia ultima pagella. La scrutò attentamente e lesse ogni singolo giudizio senza neanche tralasciare una riga. - quante ore complessivamente ti allenavi durante la giornata? 
  • Sei ore di norma ma arrivamo tranquillamente anche a otto in fase pregara. - risposi non capendo il senso della domanda.
  • Beh... avere tutte queste A+ e allenarti tutto questo tempo ti deve essere costato parecchio, apprezzo molto uno studente che non fa dello sport la sua unica ragione di vita. - era il caso di dirgli che io ero proprio quel tipo di persona??? Andare bene a scuola non era difficile per me ma non era di certo una ragione di vita. - se sarai ammessa nel nostro istituto non credo avrai enormi problemi a stare al passo con il programma ma a proposito di questo vorrei aggiungere una piccola cosa: per i giovani del primo anno per entrare basta la loro media scolastica del loro precedente anno di studi e la domanda di ammissione ma per chi si inserisce, come nel tuo caso, in classi superiori occorre sostenere anche un esame per vedere se le nozioni base dell’anno precendete siano state apprese e assimilate in modo corretto. Non vorremmo mai che uno studente inizi l’anno non avendo studiato parte del programma fatto l’anno proma, avrebbe serie lacune e non riuscirebbe a stare al passo. - spiegó. - nel tuo caso non dovrebbero esserci grossi problemi, vedo che hai trattato più o meno i nostri stessi argomenti e poi, ti consiglio caldamente di farlo, potresti provare a richiedere una borsa di studio. Sarebbe di grande aiuto se entrassi. 
  • Il fatto che non stia facendo sport in questo momento potrebbe essere invalidante per la richiesta di questa domanda? - chiese mio padre 
  • No, non quest’anno almeno. Per le borse di studio ci basiamo sulle valutazioni scolastiche e sugli impegni extra scolastici dell’anno precedente. Ad oggi poterebbe richiederne una sia per media scolastica molto alta sia per essere stata un’atleta agonistica. L’esame naturalmente andrà sostenuto ugualmente ma in caso di ammissione sarà agevolata parecchio. Il prossimo anno invece, qualora venga accettata, potrebbe concorrere semplicemente anche solo per quella di merito se lo sport è bandito. - si prese un minutino - abbiamo un’ottimo corso di nuoto comunque, non credo che il nuoto sia invalidante sai? Potresti provare, le assicuro che di agonistico abbiamo bene poco quindi può star tranquilla. sarebbe semplicemente un modo per ottenere ancora una volta la possibilità di richiedere due domande di borsa di studio.
  • Io e il nuoto non simpatizziamo molto ma... ecco vede, mi sta dicendo che lo sport non deve necessariamente agonistico? 
  • Sarebbe meglio ma non necessario. 
  • Glielo domando perché in realtà non ho prorpio smesso con la ginnastica. Sto iniziando a riprende a fare qualcosina ma dubito che tornerò ai miei livelli, lo dico anche i miei medici. - vidi i miei genitori guardarmi increduli e sorridenti allo stesso tempo. Non era cosi che avrei dovuto dirglielo ma non era comunque  giusto tenerli ancora allo scuro. 

Con la promessa di rivederci il giorno 10 di settembre per l’esame di ammissione uscimmo dell’edificio e ci recammo in un ristorantino li vicino. Non avevamo in programma di pranzare fuori ma i miei volevano festeggiare il mio rientro nel mondo della ginnastica per ciò facemmo una piccola deviazione. Per l’occasione papà mi diede la possibilità di chiamare anche Killian ad unirsi con noi e io non me lo feci ripetere due volte e corsi fuori il locale a chiamarlo tutta felice. Mi raggiunse in cinque minuti ma non sembrava affatto felice di vedermi anzi... il mio sorriso spari di colpo pensando fosse successo qualcosa ma poi non appena apri bocca tornai a sorridere felice.

  • Te lo giuro emma, devi credermi, io non volevo assolutamente spifferare il tuo segreto si tuoi! - ecco il perché di tutta quella serietà, aveva paura che io fossi arrabbiata con lui. - Ho fatto finta di non sapere devi credermi ma poi tuo padre mi ha messo alle strette e.... non potevo permettere che ci dividesse. Perdonami ti prego, non essere in collera con me. - rimasi seria a guardarlo per tutto il tempo del suo monologo, avrei voluto continuare anche oltre per farlo sudare un po’ ma il suo sguardo da cucciolo bastonato mi fece tenerezza e inizia a ridere senza nessun controllo lasciandolo perplesso.
  • Ma quanto sei cretino! Pensavi seriamente che fossi arrabbiata con te? Non mi conosci allora... se fossi stata arrabbiata ti avrei chiamato sbraitando nello stesso momento in cui ho saputo tutto. - lo abbracciai per poi baciarlo. I miei erano all’interno del locale, potevo permettermi un bacio degno di chiamarsi tale.
  • Non... non sei in collera con me? - continuava a ripetermi incredulo.
  • No. Affatto! So cosa ti ha detto papà e sono felice che hai scelto di volermi continuare a vedere! - sorrisi
  • Non sai che sollievo sentirtelo dire amore! - fu lui a stringermi a se e a baciarmi questa volta. - che ti dicevo??? Avevo ragione o no? I tuoi ti amano.
  • Non iniziare ti prego.... - alzai gli occhi al cielo! - guarda che poi mi arrabbio sul serio! - scherzavo naturalmente.
  • D’accordo ok ok! - alzó le mani! - non dico più nulla! Almeno mi è concesso sapere come è andato l’incontro? 
  • Vieni dentro e lo scoprirai. 

Durante il pranzo parlammo della mattinata, aggiornando Killian e naturalmente della mia ripresa in palestra. I miei erano entusiasti di questa mia iniziativa, forse un tantino preoccupati all’inizio e non fecero altro che farmi domande su domande. Dissi loro che avevo iniziato senza nessuno stimo solo  perché Killian mi aveva spronato con un suo discorso e che poi avevo iniziato piano piano ad appassionarmi ancora una volta. Raccontai loro che avevo deciso di allenarmi da sola, senza essere seguita da nessun allenatore ma che poi ancora una volta Killian mi aveva sorpreso chiamando Regina. Rimasero spiazzati quanto me di sapere che lui fosse suo figlio ma sapendo quando lui odia prendere questo argomento cercai di sviare comunicando loro le ultime novità. Nenache Killian ne era al corrente anzi... fino a un’ora prima anche io non ne sapevo nulla. Quali erano le ultime novità? Beh... riflettendo sulla mole di lavoro che avrei dovuto sostenere in quel mese e mezzo per via degli esami, la vacanza imminente e un’alta  piccola cosetta che avrei poi detto a Killian ma che i miei non avrebbero ancora dovuto sapere nulla, avevo mandato un sms a Regina dicendo di interrompere i nostri incontri e riprenderli direttamente dal mese di settembre, subito dopo l’esame di ammissione.

  • vuoi farti nemica mia madre swan? - se ne uscì Killian immaginando che Regina non fosse per nulla d’accordo con la decisione presa.
  • Non ci crederai mai ma mi ha dato ragione! - in effetti ero rimasta sorpresa anche io della cosa ma poi capii, anche se non me lo disse chiaramente, che era impegnatissima in federazione e che in questo mese trovare un orario per allenarmi sarebbe stato faticoso se non addirittura impossibile. Avevamo fatto solo un paio di allenamenti fortunatamente prima di di aggiornarci a data da destinarsi , nulla di che solo potenziamento e questo fu un bene perche in caso contrario avrei perso ancora una volta tutto l’allenamento fatto.  Terminato di mangiare Killian si alzò da tavola scusandosi che doveva andare a lavoro,battibeccò mio padre per chi dovesse pagare il conto del ristorante, vinse mio padre naturalmente e poi dopo avermi salutato con un misero bacio sulla guancia prese la direzione dell’uscita. Gli corsi dietro ricevendo uno sguardo di disapprovazione da parte di  papà ma prima che potesse dirmi qualcosa o fermarmi  mamma lo aveva già distratto con uno dei suoi interminabili discorsi  per permettermi di andare dal mio fidanzato. Immaginava che volessi salutarlo come si deve, ed effettivamente non aveva tutti i torti,  ma non era solo per quello che stavo correndo da lui. 
  • Killian aspetta un secondo! - dissi appena in tempo, stava già salendo sulla sua auto
  • Amore! Pensavo che tuo padre non ti avrebbe fatto uscire! - rise per poi alzare gli occhi pensando alla gelosia di david - vuoi darmi un bel bacio vero? - richiuse la portiera e si avvicinò stringendomi a lui. - sono tutto tuo. 
  • Non centra il bacio... non solo almeno.... in realtà vorrei chiederti un favore enorme. - rimase a guardarmi interrogativo.
  • Prima un bel bacio però! - e senza aver tempo di replicare mi ritrovai le sue labbra e la sua lingua a stretto contratto la mia bocca. Non fu un bacio eccessivamente lungo, c’era gente e poi avevamo paura che mio padre prima o poi spuntasse fuori per reclamarmi, ma di sicuro fu un bacio davvero passionale. - sono orgoglioso di te piccola! Farai un figurone all’esame! -tornammo a parlare della scuola. 
  • Lo spero... ho studiato in questi mesi mah non so... Ci sono molte cose che non capisco poi molto... la biologia ad esempio... la odio! 
  • Ti aiuto io! Faccio biologia da secoli e con il lavoro che faccio... beh credo di saperti aiutare. 
  • Lo faresti davvero? - avevo glia gli occhi a cuoricino pensando alle possibili giornate passate a studiare.
  • Certo che sì ma voglio un bel bacio ad ogni nozione appresa. 
  • Affare fatto! E questo... - lo baciai sorprendendolo - è un anticipo. 
  • Ti amo immensamente amore mio! E ora dimmi: di che favore hai bisogno? 
  • Sei amico del figlio del proprietario della palestra vero? 
  • Si, hai un debole per lui? - mi prese in giro guardandomi contrariato 
  • Scemo! Non ti bacio più! - feci la finta offesa.
  • Ok ok ok scusami! Avanti dimmi: sono tutto orecchie 
  • Potresti chiedergli se ha bisogno di una segretaria per questo mese? Ho bisogno di un lavoretto.
  • Hai bisogno di cosa??? - gli venne da ridere - Emma stai delirando! 
  • Non sto delirando! Mi serve! 
  • A cosa esattamente! A diventare matta? No perché è quello che succederà visto che devi studiare.
  • Puoi semplicemente chiedere senza dare domande?
  • No! Voglio sapere cosa passa nella tua testolina.
  • I miei genitori si sono comportati come dei gran signori ancora una volta e io voglio sdebitarmi con loro. Vorrei fargli un regalo e come ben sai i miei soldi sono nel conto contestato quindi....
  • Se devi fare una regalo te lo presto io non devi mica ucciderti con il lavoro.
  • Farei la segretaria, non vado mica per i campi a coltivare! E poi no, non voglio che mi presti nulla. Ho una cosa in mente che vorrei fare per loro e ho bisogno di un lavoretto. - lo guardai seria - allora, puoi aiutarmi? Altrimenti vado da sola a chiedere. 
  • Quando ti metti una cosa in testa è impossibile farti cambiare idea vero? La sua era più una domanda retorica che una vera e propria domanda. 
  • Esatto! 
  • D’accordo chiederò. 
  • Chiedi e basta, senza dirgli la tua versione dei fatti, non mi prenderebbe mai altrimenti. 
  • Fidati di me ok? Vuoi quel lavoro? Ti farò ottenere quel lavoro! E ora baciami o non se ne farà nulla. 

Lo lasciai andare al suo lavoro anche se con qualche difficoltà, odiavo doverlo salutare e tornai dai miei genitori che mi stavano aspettando, pur di non uscire fuori e fare i guardoni, seduti a sorseggiare un caffè. 

  • un saluto un po’ troppo lungo non trovi? - disse mio padre beccandosi una gomitata da mamma 
  • Scusami, stavamo parlando di una cosa. Riguarda la palestra. - non sapevo ancora se avrei ottenuto il lavoro o meno ma nel caso in cui lo avessi ottenuto avrei dovuto giustificare la mia assenza ai miei genitori pertanto mi sembró giusto inventare un piccolo alibi. - Regina mi riprenderà sotto la sua ala a settembre ma pensavo, anche per scaricare lo stress da studio, di andare a fare comunque potenziamento. Ho chiesto a Killian di parlare con il proprietario della struttura e chiedergli se la sala è libera in questo mese e se posso usufruirne. 
  • Mi sembra un’ottima idea, scaricare lo stress fa bene! Tu David che ne pensi? - lo vidi pensarci su 
  • Se non toglierai  troppa attenzione allo studio ok, ma che sia allenamento Emma! Se vuoi uscire con Killian fai prima ad essere chiara. Non ho intenzione di impedirtelo lo sai, ma non voglio che tu mi menta... intesi?
  • Hai la mia parola papà! Killian non c’entra nulla. Andrò in palestra! - in fondo non era poi una bugia no? Prendemmo le nostre cose e dopo aver fatto un giretto per la città a contemplare vetrine tornammo a casa. Mi misi subito al pc, scaricai l’intero programma per l’esame e iniziai subito a buttare giù una piccola tabella di marcia su come gestirmi la mole di lavoro. Non sapendo se avrei dovuto lavorare o meno ne feci due. In una mi occupavo  con lo studio solo metà della giornata con l’altra invece ci andai giù pesante tanto che non ero poi così tanto convinta di riuscire a resistere oltre il terzo giorno. Fortunatamente Killian mi contattò prima di quanto pensassi, chiamò il suo amico direttamente da lavoro e mi comunicò il verdetto finale.

 

“Premetto che sono geloso! Il mio amico ha detto che va bene per il lavoretto anzi... cito sue testuali parole ( una ragazza sexy come lei mi riempirà la palestra di gente! Falla venire senza problemi). Ho messo già le cose in chiaro con lui, deve stare a oltre dieci metri di distanza da te, ma se si avvicina devi dirmelo subito ok? Potrei impazzire!  Puoi iniziare già da domani pomeriggio. Ho chiesto io di farti questo turno! Ho pensato che fosse la cosa migliore, di mattina si studia meglio, ma se preferisci cambiare basta dirlo che risolvo. Ti amo!”

 

Sorrisi per più di un quarto d’ora nel leggere il suo messaggio ma solamente in un secondo momento mi resi conto che avevo effettivamente un lavoro. Ringraziai Killian con un sms e siccome a causa dei suoi allenamenti quella sera non ci saremmo potuti vedere, mi misi a studiare qualcosina in modo da portarmi avanti. Il mattino seguente comunicai ai miei che i pomeriggi difficilmente sarei stata a casa, volevo allenarmi ma anche godermi un po’ l’estate e i miei amici e killian prima della partenza. Non obiettarono, cosa di cui mi meravigliai molto, “è estate per tutti” disse mia madre ma poi mi fecero comunque un bel discorsetto sulle responsabilità. Non avevo mai dato loro motivo per cui preoccuparsi, sopratutto con lo studio, ma  da bravi genitori non poterono trattenersi dal ricordarmi le mie mansioni: Lo studio prima di tutto!  Dopo questa lezione di vita credevo che mi avrebbero causato qualche problemino con la questione lavoro, in fondo loro non ne sapevano nulla di questa, erano convinti che fossi in giro a divertirmi, ma non fu così: mi diedero tutta la libertà possibile immaginabile e il in cambio dimostrai loro di essere in grado di gesterire il tutto, scuola e amici, senza nessun problema. Mi alzavo presto e studiavo fino all’ora di pranzo, poi uscivo per andare a lavoro e la sera quando verso le nove e mezza tornavo, mi rimettevo nuovamente sui libri per un’altro paio d’ore. Non avevo mai studiato così tanto in vita mia ma a farmi lavorare ancora di più fu Killian che decise di venirmi a trovare tutti i gironi durante il mio turno, il suo amico sapeva e approvava, per aiutarmi con la materia che poi odiavo in assoluto. Lo ammetto ero stata io ad accettare il suo aiuto ma credevo che scherzasse nel volermi aiutare. Pensavo più che altro che avremmo passato il tempo a scherzare e a flertare e invece mi ritrovai a spulciare i suoi vecchi schemi e a cercare di memorizzare cose per me impossibili. Ammetto che preferivo di gran lunga studiare con lui che da sola, sapeva come coinvolgermi ma un po’ di tempo da soli a tu per tu senza libri mi mancava.

 

  • brava! Hai indovinato anche questo! Ti sei meritata un bel bacio! - disse sorridendo un pomeriggio mentre mi stava interrogando su un argomento che proprio credevo di non riuscire a memorizzare. I baci erano la sua ricompensa, credeva che mi stimolassero ad andare avanti, ma non era affatto così. Cioè... inizialmente fu divertente ma poi a lungo andare divenne una routine e per quanto mi piacesse baciarlo notavo che la cosa non mi regalava più emozioni. Mi spiego meglio: baciarlo ad ogni argomento indovinato sembrava quasi meccanico, scontato... e non era di certo questo che volevo. Mi mancava il mio vecchio killian, le nostre serate, le nostre chiacchierate, i nostri baci appassionati. anche le nostre piccole discussioni mi mancavano terribilmente ma avevo sempre avuto timore a dirglielo perché sapevo che lui stava facendo tutto questo per me. Quel pomeriggio però, non so come, attraverso quel bacio che ci scambiammo capì che qualcosa in me non andava e come a volermi liberare da un peso gli vomitai addosso tutto quello che avevo accumulato in quelle settimane. - tesoro che c’è che non va? 
  • Noi! - risposi senza rendermene conto. 
  • Noi??? Cosa intendi amore? - chiese serio e perplesso allo stesso momento non aspettandosi minimamente quella risposta.
  • Questo Killian! - presi un libro - questo!!!!! Mi sono stufata di dover perdere tempo così! Abbiamo avuto la possibilità di stare insieme per sei ore ogni santo giorno  e non abbiamo fatto altro che studiare, studiare e ancora studiare. 
  • Emma mah....
  • Lo so che ho accettato di buon grado la tua proposta e che lo stai facendo per me ma credevo che sarebbe stata una cosa un po’ piu... si insomma, come dire.... intima! Se sapevo che fosse stato come essere a scuola ti avrei di sicuro detto di no! Ho avuto la possibilità di passare con il mio fidanzato più tempo si quanto di solito mi è concesso ma non abbiamo mai sfruttato la cosa e questo mi dispiace... tanto.
  • Emma amore non dobbiamo studiare per forza se non ti va! Io credevo di farti felice, che ti risultasse più semplice... 
  • lo so e inizialmente è stato così ma ora...guardaci! Sembriamo il professore e la sua allieva. - lo vidi sorridere e poi ammiccare 
  • Il professore e l’allieva è un po’ come il dottore e la paziente.... possiamo...
  • KILLIANNNNN!!!!! Sei un maiale! - arrossii come un peperone, era la prima volta che lo sentivo uscirsene frasi di questo genere e mi sentii improvvisamente come un pesce fuor d’acqua. 
  • Tranquilla amore scherzavo... - rise nel vedermi così in imbarazzo - senti - tornó ad essere serio -  mi dispiace averti resa infelice ma pensavo davvero che volessi studiare... 
  • è così ma volevo anche passare del tempo di qualità con te! Tra una settimana partirò e starò fuori 15 giorni... volevo portare con me qualche ricordo speciale di noi e non solo lo studio. 
  • Non lo avevo capito....
  • Lascia stare , sono io che ho troppa fantasia. Mi sono immaginata la cosa come nelle scene dei film, hai presente? Peccato che non siamo in un film... 
  • Non dire così, la colpa è più mia che tua in realtà. Delle volte dimentico che hai solo 16 anni. - che voleva dire con questo? 
  • Non sei poi tanto più grande di me ! - gli feci notare che avevamo solo quattro anni di differenza. 
  • C’è differenza però... e molta. Credimi! Quando esci dalla fase adolescenziale le cose cambiano, si acquista una maturità differente, si ragiona diversamente. Prendi nel nostro caso lo studio. Tu hai ancora una visione da giovane ragazza liceale, studiare in gruppo, chiacchierare e scherzare al posto di studiare e perché no... usare la scusa dello studio per flirtare con il proprio ragazzo. Io invece la vedo diversamente la cosa, non so cosa sia, se l’università, il lavoro...non lo so spiegare con precisione, so solo che quando io studio non penso ad altro che a quello che sto facendo. Attenzione però! non sto dicendo che la mia visione è giusta e la tua non lo è, ho solo dato per scontato che anche per te fosse lo stesso... mi dispiace, mi dispiace davvero ma possiamo provare a rimediare se propio ti va. Possiamo rendere la cosa più divertente e se non ne vuoi proprio sapere di studiare possiamo tranquillamente lasciare stare stare e fare altro. - sembrava come volesse darmi un contentino, impressione mia naturalmente, di sicuro non era così ma io ero troppo nervosa in quel momento e la cosa non mi piacque affatto.
  • Lascia stare, va bene così... ora se non ti dispiace devo catalogare delle cose che mi hanno chiesto di fare. - avevo svolto quella mansione il giorno precedente mentre Killian si stava allenando, lo feci proprio per avere più tempo a disposizione da poter passare con lui ma a quanto pare non era servito a nulla. Lui capì subito che ci ero rimasta male per qualcosa che aveva detto e provò immediatamente a rimediare. Peccato che quando io mi arrabbio, almeno per un paio d’ore, metto solo muri davanti a me. 
  • Emma per favore... - rimasi in silenzio senza neanche degnarlo di uno sguardo. La frase “possiamo rimediare se proprio ti va” mi rimbombava ancora nel cervello. - non fate così, guardami! Ti prego amore... 
  • ho da fare adesso! - risposi brusca rimettendo i libri a posto e prendendo un fascicolo da sotto la scrivania.
  • Posso almeno restare qui con te a farti compagnia? - chiese seriamente dispiaciuto 
  • Fa come ti pare. 

Rimase lì per tutta la giornata fino a quando non fu ora del suo allenamento, non si schiodò da quella sedia per neanche mezzo secondo e lo ammetto: mi fece tenerezza. Fui tentata più di una volta a cedere ma non lo feci. Quelle parole, anche se non dette con quel senso, mi avevano ferita e volevo che  capisse. Era una bambinata probabilmente, ai suoi occhi di sicuro stavo passando come una bambina viziata, ma per me era importante. Terminato il suo allenamento si avvicinò alla reception solo per chiedermi se volevo un fino a casa. Gli dissi di no e lui senza replicare mi salutò con un bacio sulla guancia inaspettato e uscì. Combattei con l’impulso di piangere fino a termine del mio turno di lavoro dopodiche una volta uscita da lì mi lasciai andare ad un pianto liberatorio mentre a passo lento tentai di raggiungere la metro più vicina. 

  • Ehi straniera! Salta su! - riconobbi subito quella voce: era una delle mie migliori amiche.
  • Ehi Abby ciao! Come mai da queste parti? - cercai di far finta che tutto andasse bene anche se sapevo che sarebbe stato inutile. La mia faccia parlava da sola. 
  • Sali in macchina e ne parliamo. 
  • Sto andando a casa in realtà! È abbastanza tardi! Non ho più la libertà di una volta ormai... ho un coprifuoco da rispettare. - le dissi ricordandogli che ormai c’erano i miei a cui tener conto. 
  • Con la macchina facciamo prima però! Andiamo, salta su! a che serve un’amica maggiorenne se non la si sfrutta? - ci pensai un secondo ma poi mi lasciai convincere e salii sulla sua auto  sperando che due chiacchiere in amicizia mi avrebbero aiutata a di dimenticare almeno per il tragitto verso casa tutta la vicenda con Killian ma aimè... sbagliavo di grosso. La mia amica non era lì per una semplice coincidenza... era stata mandata dal “nemico” ma quando me ne resi conto ormai era troppo tardi. - Allora dimmi pulce... - così mi avevano soprannominata in federazione visto che ero la più piccolina - cosa ti ha fatto il dottorino per ridurti così? - chiese a bruciapelo.
  • Come scusa??? Di cosa stai parlando? - feci finta di non capire.
  • Andiamo... mi ha chiamata chiedendomi il favore di venirti a prendere e poi ti trovo in questo stato pietoso. È evidente che qualcosa tra di voi non va.  Ha forse fatto il passo più lungo della gamba? Se è così vado a picchiarlo seduta stante. 
  • Non è successo niente davvero! È tutto ok! 
  • Ora inizi anche a dirmi le bugie? Che fine ha fatto la mia amica? Quella che non ha segreti... quella che sa che puo dirmi qualsiasi cosa. - se fino al secondo prima  avevo impiegato tutta me stessa per non piangere, in quel momento non riuscii più a contenermi ed esplosi in un secondo pianto liberatorio. Vedendomi in quello stato pietoso non si preoccupó minimamente del mio coprifuoco: accostò l’auto e mi abbracció.  - va tutto bene pulce, va tutto bene.... 
  • s... sono una stupida! - dissi tra i singhiozzi. 
  • no... no che non lo sei! 
  • Si invece... sono una stupida ragazzina viziata. 
  • Emma ma che cosa dici è?!?! Non sei mai stata una ragazzina viziata e lo sai anche tu. Sei cresciuta prima del tempo e che non si sappia in giro: sei più matura tu di tutti noi del gruppo. Shhhhhh non dirlo a nessuno - si mise l’indice sulle labbra facendomi leggermente sorridere. Non durò a lungo però, tornai a rattristarmi l’attimo successivo. - ti va di raccontarmi che cosa è successo? - annuii e iniziai a raccontarle tutto dal principio non appena mi riuscii a calmare un pochino.
  • Tutto qui... gli ho aperto il mio cuore pensando che gli facesse piacere sapere che volevo passare con lui del tempo di qualità e lui mi risponde con un “possiamo ancora rimediare se proprio ti va” ma che cosa significa se prorpio ti va?!!! Perché a te non va? E poi questa storia che io sono più piccola e che quindi ho una versione più ingenua della vita proprio non mi è andata giù. Cioè...  a 20 anni il desiderio di passare qualche ora in più  del solito in compagnia della propria ragazza a scambiarvi qualche coccola svanisce?  Improvvisamente si diventa eligi al dovere e il resto non conta più nulla???? - non potevo ancora crederci...
  • Io credo semplicemente che non vi siate capiti. Emma credimi, mi sarei aspettata più il contrario,  che fosse Killian quello che voleva “disertare” lo studio per fare altro. Ti sbava letteralmente dietro quell’uomo, ti presta le maggiori attenzioni di questo mondo  e per essere un uomo con letteralmente gli ormoni a palla sa essere davvero paziente credimi... - uuuu ancora con questa storia. - non credo che con quelle parole volesse darti un contentino... 
  • a no?
  • No... credo che volesse provare a rimendiare ma non sapeva come fare... cioè, buttare i libri e mettervi ad amoreggiare così su due piedi poteva sembrare quasi meccanico no? 
  • Non avrei di certo protestato.  
  • oh io credo prorpio di sì. Gli avresti detto che era facile agire dopo aver avuto un suggerimento. O sbaglio?! - colpita e affondata. 
  • in effetti.... comunque quella frase poteva risparmiarsela ugualmente. 
  • Vogliamo condannarlo per una stupida frase detta lì sul momento senza neanche pensare a cosa stava dicendo? Lo hai preso alla sprovvista Emma, si è sentito spaesato.... tutto qua. 
  • Non lo so... è che io non voglio sembrare piccola e stupida ai suoi occhi... non voglio che faccia le cose solo per farmi contenta. 
  • A me lo hai detto gia! Devi dirlo a lui adesso.... - scossi la testa. - come no?? andiamo Emma, non puoi avercela con lui in eterno.
  • Non è solo questo. Mi ha fatto innervosire è vero ma ce l’ho anche con me stessa. Come posso presentarmi da lui dopo la scenata che ho fatto. 
  • Per come l’ho sentito abbattuto per telefono secondo me sta aspettando impazientemente una tua telefonata. Non pensare ai se e hai ma, chiamalo e fare pace. Credimi... far pace con il proprio fidanzato è la cosa migliore che esista. Delle volte si litiga apposta solo per fare pace... 
  • è da pazzi! 
  • c’è lo sapremo dire più in là. 
  • Comunque non me la sento di chiamarlo adesso, mi vergogno... e poi è lui l’uomo no? Dovrebbe essere lui a richiamare. 
  • Si ma sei tu quella che ha messo un muro. Se è rispettoso la metà di quello che penso aspetterà un tuo segnale. 

Pensai molto alle parole della mia amica e nonostante non mi sentissi a mio agio nell’essere la prima a contattarlo dopo quello che era successo, mi feci coraggio e il giorno successivo, verso sera visto che non aveva allenamenti e che quindi non ci saremmo di sicuro incontrati, provai a contattarlo. Rispose la segreteria telefonica e involontariamente un sospiro di sollievo uscì dalla mia bocca. Non ero pronta a quel passo, mi sentivo in imbarazzo e forse aspettare ancora un po’ mi avrebbe dato la sicurezza giusta per affrontare meglio la cosa. Riprovai un altro paio di volte nelle ore successive ma il risultato fu sempre lo stesso... “poco male” mi ritrovai a pensare, “ riceverà i messaggi delle mie chiamate e se gli interessa mi richiamerà lui”. Seguirono quattro giorni di inferno, diventai un tutt’uno con il mio cellulare ma Killian non si degno neanche mezza volta di chiamarmi. Come se non bastasse non si presentò neanche in palestra per i suoi consueti allenamenti... era chiaro come il sole che fosse arrabbiato a morte con me, forse non ne voleva più sapere di noi due come coppia e per quanto la cosa mi facesse male, per un’intera settimana pensate che non toccai cibo facendo preoccupare tutti, quello che più mi preoccupava è che avesse mollato ancora una volta la sua passione. Era già successo una volta che si annullasse per via di una storia d’amore, non volevo che ripetesse lo stesso errore anche con me, non avrei sopportato di essere la causa del suo ritiro definitivo dalla scherma. Feci un ultimo tentativo ma questa volta gli inviai un sms.

 

“Non mi interessa nulla se non vuoi più  vedermi - era palesemente una bugia quella, il mio cuore da quando non ci sentivamo più si stava giorno dopo giorno lacerando sempre di più  - ma non fare il coglione! Non ripetere i tuoi errori passati! Torna in palestra. Se il problema sono io, se hai problemi nel dovermi incontrare sappi che da domani non lavorerò più li. Hai campo libero.” Mancavano ancora tre giorni alla fine del mio contratto mensile ma avevo parlato con il suo amico, il quale neanche lui aveva notizie di Killian e avevo deciso di ritirarmi prima del previsto proprio per dare a quel testone modo di non dover rinunciare alla sua passione. Era di sicuro per causa mia che non si stava presentando e anche se mancava poco e poi avrei comunque lasciato la mia sedia da segretaria avevo deciso di sgombrare prima il campo. 

Non ci fu risposta a quell’sms, ma seppi con certezza, grazie al suo amico, che non si presentò in palestra neanche dopo la mia dipartita. Iniziai seriamente a preoccuparmi, un conto era non volere più avere niente a che fare con me, lo aveva già fatto in passato quando credeva che avesse esagerato nel tentare un approccio diretto, ma un conto era sparire letteralmente dalla circolazione non facendosi vivo con nessuno. l’indomani sarei partita per le vacanze estive con la mia famiglia e questo pensiero di non sapere che fine avesse fatto mi metteva una tale angoscia che di sicuro avrei rovinato la vacanza anche ai miei. Per l’intera settimana li vidi starmi accanto preoccupati per il mio improvviso cambio d’umore, avevano capito subito che si trattasse di Killian, ma quel giorno, forse l’euforia del viaggio che stavamo per intraprendere li portava ad essere decisamente più rilassati e spensierati. Mia madre era particolarmente sorridente mentre mi parlava e la cosa mi lasciava assai perplessa perché fino al giorno prima non faceva altro che provare a rincuorarmi, con sguardo assai affranto, dicendomi che le cose con il tempo sarebbero migliorate. Cercai di non badare molto alla sua felicità o sarei sbottata entro sera, terminai la valigia, diedi una ripassata alle materie studiare il giorno prima dopodiché verso le otto e trenta, subito dopo aver cenato andai a coricarmi sperando che Morfeo mi rapisse quanto prima e mi impedisse di pensare.

  • Già in pigiama sei? - esordi mia madre entrando e scuotendo la testa contrariata.
  • È forse un reato? - risposi in toni leggermente arroganti e saccenti. 
  • Vestiti! Stanno per arrivare gli zii, non vorrai mica farti trovare in pigiama! 
  • Gli zii?? - annui sorridendo sempre di più - gli zii stanno venendo qui? Gli zii?? - continuai a ripetere credendo di aver capito male.
  • Si, mi hanno chiamato poco fa, ci stanno venendo a salutare prima della partenza. 
  • No aspetta un attimo, mi stai dicendo che sono partiti da storibrooke per venirci a salutare? Mi prendi in giro forse? - mi sembrava una cosa a dir poco assurda.
  • Non sono venuti  a New York appositamente per salutarci, non sono mica pazzi. Sono in modalità turisti, si stanno facendo una piccola vacanza culturale  e hanno pensato bene, sapendo che stiamo per partire, e visto che non ti vedono da tanto, di venirci a salutare. 
  • Ah ok... - dissi con poco entusiasmo. Non che non fossi felice, volevo un gran bene ai miei zii ma non ero dell’umore adatto per ricevere visite.
  • Sai dire solo ah ok??? - il suo tono era polemico.
  • Se ti rende felice posso mettermi a saltare sul letto! - risposi a tono
  • Senti... lo so che stai soffrendo ma fidati se ti dico che tutto si risolverà ok? Killian...
  • Non ne voglio parlare! - la zittii prima che potesse iniziare uno dei suoi soliti monologhi sulla speranza. 
  • Mah.. Emma! 
  • NON NE VOGLIO PARLARE HO DETTO!!!! - alzai il tono della voce. Rare volte nella mia vita avevo alzato la voce con mia madre, se ero arrivata a quel punto era solo perché ero stufa di sentirmi dire tutte quelle inutili frasi di circostanza. “ tutto si risolverà”... tze... tutte stronzate! 
  • Fa come ti pare ma vestiti, non è carino accogliere ospiti in queste condizioni. 
  • Io faccio quello che voglio! E poi che gliene frega a loro se sto in pigiama? È casa mia questa  e in casa mia faccio quello che mi pare e piace. - dissi decisa più che mai a chiudere la discussione.
  • D’accordo! -alzò le mani in segno di resa - Fa come ti pare! 
  • Grazie tante! - la vidi uscire scuotendo la testa e sbuffai rumorosamente in risposta con tutto l’intento di farmi sentire. Odiavo la gente che si autoinvitava così, senza preavviso, anche se a farlo erano i miei zii. Fui seriamente tentata, in segno di protesta, a presentarmi loro in pigiama ma poi, presa da un attimo di lucidità, constatai che forse sarebbe stato meglio mettersi qualcosa di più appropriato addosso. Optai per un jeans e per un top corto color rosa incrociato sul davanti. Misi le mie adorate scarpe da ginnastica e per concludere il tutto mi sciolsi i capelli e applicai giusto un filo di trucco. Se dovevo cambiarmi tanto valeva presentarsi al meglio. Non impiegarono molto ad arrivare, all’incirca una mezz’oretta dopo essermi sistemata ecco che il campanello suonò. Rimasi in camera convinta che andasse mia madre ad aprire ma eccola prontamente gridare dalla cucina, per farsi sentire, dicendo che aveva le mani occupate e se gentilmente potessi andare ad aprire io. Mi ritrovai ancora una volta a sbuffare ma feci come mi venne chiesto. Scesi le scale, l’interruttore per aprire elettronicamente la porta d’ingresso era momentaneamente rotto e andai ad accogliere gli ospiti. Per poco non mi prese un colpo quando vidi chi c’era in realtà dall’altro lato della porta. Aspettavo di ritrovarmi davanti i miei zii, al massimo i miei cugini ma non lui... Killian.
  • Visto che ignori i miei messaggi non posso far altro che presentarmi sotto casa tua. - esordi così il suo discorso e se fino ad un secondo prima ero in apprensione per lui scervellandomi su dove potesse essere finito adesso  tutta quella preoccupazione si trasformò in un’improvvisa scarica di rabbia.
  • Io ignoro cosa???? Non ho ben capito... ignoro i tuoi messaggi???? Ma brutto idiota che non sei altro, mi prendi anche in giro adesso? Sei sparito per una settimana, una settimana Killiann!!!! non una telefonata, un sms...niente di niente e ora ti presenti qui come se niente fosse??? Faresti bene a tornare da dove sei venuto! 
  • Ti ho scritto Emma...
  • No! Io ti ho scritto Killian! Iooooo!!!! E tu mi hai risposto??? No, certo che no! Sarebbe stato troppo sforzo farlo. - mi guardò confuso per una frazione di secondo dopodiche lo vidi rilassarsi e sorridere. Non so cosa mi trattenne: avrei tanto voluto prenderlo a schiaffi. 
  • Forse non hai letto il mio messaggio  perché ti è arrivato da un numero sconosciuto ed è sicuramente per questo che non ho ricevuto i tuoi sms. Ho rotto il telefono Emma, rotto nel vero senso della parola! 
  • E io dovrei crederci??? - lo guardai Dalla testa ai piedi - Hai un lavoro ben retribuito e una macchina perfettamente funzionante, non sei riuscito a comprarti uno stupidissimo telefono??? - telefono rotto.. tze... scusa peggiore non poteva raccontarla.
  • Ho dovuto fare doppio turno a lavoro più qualche ora di straordinario per coprire un collega che si è assentato, non ho avuto tempo neanche per respirare credimi! Non sono andato in palestra ad allenarmi, non sono andato a lezione in università e ho slittato il mio ultimo esame di un paio di settimane per mancanza di tempo per ripassare. - lo vidi cercare qualcosa nella sua tracolla ed estrapolare pochi attimi dopo un cellulare del dopoguerra. - ho trovato questo a casa, un rottame lo so ma piu o meno funzionante. Non ha internet, social, né tanto meno la possibilità di inserire la mia scheda telefonica. In questo ci vanno ancora le vecchie sim. - specificò - ho utilizzato un mio vecchio numero per scriverti... ecco: guarda. - e senza che potessi far nulla mi ritrovai il sul cellulare da battaglia tra le mani:

“Ciao love! Sono Killian... so che non vuoi parlare con me, so che sei arrabbiata e per quanto mi dispiaccia la cosa, vorrei venire da te in questo preciso istante, ho deciso di lasciarti i tuoi spazi. Mi ero ripromesso di non disturbarti neanche telefonicamente ma non posso fare altrimenti: mi hanno chiamato dall’ospedale e mi hanno raddoppiato i turni. Sarò impegnato per tutta la settimana e volevo fartelo presente per non farti preoccupare inutilmente. credo di non poter neanche venire ad allenarmi. Avvisa tu in palestra ok? Mi mancherai da morire, spero di avere modo e tempo per chiarire la nostra situazione prima che tu parta. Ti amo. 

Ps. Il mio cellulare è caduto e si è frantumato, ecco il perché di questo numero sconosciuto.” 

 

Rimasi come un’ebete a fissare lo schermo di quella sottospecie di telefono mentre tutte le mie certezze sull’accaduto crollarono rendendomi improvvisamente fragile. Non era in collera con me, era stato impegnato con il lavoro e come se non bastasse aveva provato a contattarmi per non farmi spaventare. Un bel gesto lo ammetto ma come era possibile che quell’sms non fosse mai giunto a destinazione. Nessun numero sconosciuto mi aveva contattata in quella settimana. Osservai a lungo il messaggio ma poi notai in alto a destra un piccolo, impercettibile, punto esclamativo. Con i tasti provai a premere la voce info, quel telefono non aveva neanche il tach e mi resi conto che lo stato del messaggio diceva “invio non riuscito” ecco spiegato il mistero. 

  • Sei unidiota... la prossima volta assicurati che il messaggio venga inviato correttamente! - gli feci notare quel piccolo dettaglio appena scoperto.
  • Ops... - rispose in imbarazzo grattandosi la nuca. Mi venne da sorridere, era buffo vederlo in imbarazzo,  ma poco dopo, senza neanche renderne conto, la risata si trasformò in pianto. Avevo accumulato troppo in quei giorni: teistezza,nervoso e sopratutto preoccupazione.  ora che era tutto finito ed ero consapevole che  lui stesse bene potevo finalmente rilassarmi. Mi attirò immediatamente a se e mi strinse in un caloroso abbraccio facendomi sentire immediatamente al sicuro. 
  • Shhhh... va tutto bene, è tutto ok adesso! - mi rassicurò baciandomi sulla cima della testa. 
  • Mi... mi sono preoccupata... 
  • Lo capisco e ti chiedo scusa, non era assolutamente mia intenzione. 
  • A proposito di scuse.... - dovetti ricorrere a tutto l’impegno possibile per riuscire a sopprime i singhiozzi e parlare senza dovermi inevitabilmente fermare per prendere fiato - anche io devo scusarmi con te per... beh sai di cosa sto p...
  • No no no no no! Non parliamone ora, adesso devi semplicemente venire con me in un posto! avanti andiamo! - mi prese per mano e provò ad allontanarmi dalla soglia del portone principale di casa. Voleva che lo seguissi? Ma dove? 
  • Killian aspetta un secondo... non... non posso venire! 
  • Oh si che puoi! - mi rispose di rimando.
  • No invece! Sono le dieci di sera e mio padre è in casa... non ho il permesso di uscire a quest’ora.
  • In via del tutto eccezionale questa sera ce l’hai! - cosa?? - ho fatto una chiamata questa mattina ai tuoi chiedendo loro se fosse un problema venirti a prendere per portarti in un posto. Ho dovuto esporre loro tutto il programma e raccontargli anche del nostro piccolo battibecco, cosa che a quanto pare sospettavano già e.... beh ho ottenuto il loro benessere. - mostrò il suo sorriso perfetto.
  • Hai parlato loro della nostra discussione? - rimasi sconcertata a tale rivelazione, aveva forse detto a mio padre i veri motivi per cui avevamo discusso???
  • Ho solo accennato loro che avevamo discusso, non sono sceso nei dettagli tranquilla. - feci un sospiro di sollievo. 
  • E ti hanno dato il consenso a farmi uscire? Seriamente? - non potevo credere alle mie orecchie 
  • Si! Hai la mia parola. Ora andiamo però, non voglio fare tardi. 
  • Aspetta prendo le mie cose! 
  • No, non ti serve nulla credimi!
  • Almeno la giacca? 
  • Hai lasciato il tuo maglioncino bianco in macchina mia andrà benissimo vedrai. 

Ancora un po’ frastornata per  tutto quello che in dieci minuti era accaduto, mi misi in macchina e lasciai che Killian mi conducesse in un posto a me del tutto sconosciuto. Mi aveva bendata non appena eravamo saliti in auto e a parte la playlist con le sue canzoni preferite che risuonavano nelle mie orecchie  per il resto non avevo idea di cosa stesse succedendo attorno a me. 

Non impiegammo molto ad arrivare ma a giudicare dal rumore delle auto che sfrecciavano senza sosta eravamo sicuramente in pieno centro. Camminammo un cinque minuti giù di lì dopodiche lo sentii armeggiare con qualcosa di tecnologico, sentii come il suono di un interruttore e nenache mezzo secondo dopo un senso di vuoto mi pervalse portandomi a stringermi a lui con forza.

  • non aver paura mi disse, ho solo voluto evitare di farti fare le scale. - eravamo in ascensore quindi? Non domandai, per una volta decisi di affidarmi completamente a lui. Sentii un secondo suono, probabilmente l’ascensore aveva terminato la sua cora e tornammo a camminare. Sentii una porta aprirsi e una leggera brezza colpirmi in pieno scompigliandomi i capelli. Eravamo all’aperto? Non riuscivo ad orientarmi senza il dono della vista. 
  • manca ancora molto? - chiesi più curiosa che mai, impaziente di scoprire dove mi avesse portata.
  • Siamo arrivati, fai ancora un paio di passi, così brava, un altro ancora... ok perfetto, ferma così! ci siamo. 
  • Posso togliermi la benda quindi? - e senza ricevere risposta portai le mani dietro la nuca per scioglierla.
  • Lascia, faccio io. - si posizionò alle mie spalle e con una lentezza inaudita la sciolse mettendomi davanti al fatto compiuto. Rimasi letteralmente senza parole per la vista che mi si presentò davanti, era il posto più bello in cui qualcuno mi avesse mai portato... eravamo  niente di meno che sulla terrazza in cima all’empire state building.  
  • Allora, che mi dici??? Ti piace? 
  • Se mi piace mi stai chiedendo? Killian è... è meraviglioso! - non riuscivo ancora a credere a ciò che i miei occhi stavano vedendo. 
  • Tu sei meravigliosa - mi sussurrò nell’orecchio abbracciandomi da dietro. - abbiano avuto una settimana un po’ turbolenta Io e te... volevo che almeno questo giorno, prima della tua partenza, fosse perfetto. Non avrei mai permesso di farti partire senza averti prima salutato, Senza aver prima cercato di farti capire quanto ti amo. 
  • Killian io...
  • Shhhh fammi finire. Non intendevo minimamente farti soffrire quel giorno, non credevo che quelle parole ti avrebbero colpita a tal punto... non intendevo neanche dire quello che ho detto... mi sono ritrovato spiazzato nel costatare cosa in teoria tu volessi. Per l’intero mese di studio, mentre ti ammiravo concentrata sui libri  mi sono ripetuto a mente la stessa identica frase “concentrati e non fare l’idiota” credevo volessi seriamente studiare, se avessi capito il contrario avrei fatto modo e maniera  di unire utile a dilettevole. Avrei dovuto pensarci... in fondo io alla tua età avrei avuto lo stesso identico pensiero: studiare e divertirmi... scusami se non l’ho capito ok? - mi era bastato vederlo sotto casa per smettere di essere in collera con lui ma visto che aveva preso il discorso tanto valeva affrontarlo una volta per tutte e perché no scusarmi a mia volta... alla fine avevo più colpe io che lui. 
  • Non potevi saperlo, non ti ho dato modo di capirlo.... non devi scusarti, non hai fatto nulla di male, ti sei solo preso cura di me come sempre. Sono io che mi devo scusare per la scenata... adoro studiare con te Killian, ho iniziato ad appassionarmi alla biologia, cosa davvero assurda conoscendomi, da quando sei tu a spiegarmela... se sono esplosa è solo perché ho pensato che mancasse poco alla partenza e che quindi ci restava pochissimo tempo a disposizione. Ho iniziato a pensare che non ci saremmo visti per giorni, non ci saremmo parlati faccia a faccia, non ci saremmo baciati... coccolati. Questo mi ha portato a pensare che in quel mese abbiamo solo “ perso tempo” passami il termine... tutto qua. Sono stata una stupida, spero che non mi ricorderai sempre come quella pazza che pretendeva troppo dal suo ragazzo.
  • Pretendere troppo??? Emma ma cosa dici, è stata solo un incomprensione tranquilla, acqua passata per me, siamo insieme adesso, senza libri e con questo bel panorama a disposione.... vogliamo continuare a parlarne o vogliamo approfittarne? - ammiccò con lo sguardo e senza darmi modo di rispondere  mi attirò tra le sue braccia e mi baciò con ardente passione. Era una settimana e due giorni che le nostre labbra non si toccavano ma era come se non si fossero mai allontanate. Il bacio si fece man mano sempre piu caldo e passionale e senza rendermene conto mi ritrovai le mani del mio lui sotto il maglioncino bianco  che mi aveva fatto indossare in auto,  previdente che qui in alto facesse freschetto. Transalii a quel nuovo tipo di contatto, pelle a pelle, e lui, spaventato di aver esagerato, ritrasse le mani e tornò ad abbracciarmi “innocentemente” - scusa, mi sono lasciato prendere dal momento... - si giustificò quando per riprendere fiato fummo costretti a separarci.
  • Non.. non scusarti... è che non me lo aspettavo, tutto qua mah... beh... è stato... piacevole. - arrossii più in imbarazzo che mai. Ma come me ne ero uscita? Mi meravigliai di tanta spavalderia. 
  • Adoro vederti arrossire! Sei bellissima amore mio... - e ancora una volta si avvicinò catturando le mie labbra tra le sue. Quel bacio ne portò con se un altro, un altro e un’altro ancora, non avevamo alcuna intenzione di separarci ma poi mi resi conto che eravamo in un luogo pubblico, sarebbe potuto arrivare chiunque da un momento all’altro e per quanto non dovessi nascondermi, non stavamo facendo nulla di male, decisi di interrompere quel meraviglioso bacio. 
  • Potrebbe arrivare qualcuno, potrebbero vederci... non voglio dare spettacolo. - eravamo nel centro del terrazzo, non saremmo di certo passato inosservati.
  • Rilassati, non verrà nessuno. 
  • È uno dei posti più in di New York, dubito che rimarremo soli a lungo.
  • Sbagli amore, non verrà nessuno! - sorrise - ho dato direttive precise: per un paio d’ore non ci disturberà nessuno. 
  • Hai... hai riservato la terrazza per noi??? - chiesi incredula e lui annui - come???
  • Una piccola mancia... - spiegó come se fosse la cosa più normale di questo mondo. “Piccola” mancia.... stavamo parlando dell’empire state...  Non era stata di certo tanto piccola.
  • Killian non... non dovevi! Ti avranno spillato una barca di soldi!!!! 
  • Shhh.... non ci pensare - lo vidi trafficare con una borsa - guarda Cos’ho qui?!?! - mi mostrò una coperta matrimoniale di pile - fa freschetto no? Che ne diresti di stringerti a me, avvolgerci in questa coperta e ammirare le stelle e la città da questo piccolo angolo di paradiso? - credevo di stare sognando, quello poteva essere solo un sogno ripetevo tra me e me ma non era affatto così: era la realtà. Passammo tutta la nostra serata abbracciati a scambiarci effusioni e ad ammirare le stelle, non parlammo quasi mai ma i nostri sguardi la dicevano lunga. Avrei voluto restare lì per sempre ma dopo un tempo non ben definito la magia si ruppe. - è l’una! Anche se non mi va per niente devo riportarti a casa... - mi disse tenendomi ancora stretta a lui. Avevo la testa poggiata sul suo petto, mi rilassavo sotto il battito regolare del suo core, l’unica cosa che volevo era andare via.
  • Non voglio tornare a casa! - dissi in tutta onestà  stringendomi maggiormente a lui.
  • Non abbiamo altra scelta, ho giurato a tuo padre di riportarti a casa ento l’una, se non rispetterò la parola data credo che non vedrò il sorgere di un nuovo giorno domani... e poi tu domani devi partire e devi alzarti presto...
  • Non voglio partire, so già che mi mancherai tantissimo.... voglio restare qui con te!
  • Piacerebbe anche a me ma non si può purtroppo.- mi baciò dolcemente - e poi vedrai che sentirai la mia mancanza solamente il primo giorno, già da dopodomani tra piscine, solarium, mare e chi più ne ha ne metta, ti dimenticherai anche che esito. 
  • Non succederà mai questo! Ti penserò in ogni momento di ogni singolo giorno! E ti chiamerò ogni volta che mi sarà possibile. 
  • Aspetterò le tue chiamate impaziente allora ma per fare le cose per bene, se prorpio hai paura di non riuscire a resistere a tanta bellezza - indicó la sua stessa figura - potremmo videochiamatci. - suggerì.
  • Mi piacerebbe, mi piacerebbe davvero ma sarà difficile... il mio telefono si scarica facilmente, non resisterebbe ad una videochat senza essere collegato ad un caricatore e di sicuro quando sarà in carica ci saranno i miei in camera quindi...
  • potrei avere una soluzione! Tieni prendi - mi portate un pacchetto regalo - questo pomeriggio sono finalmente riuscito ad andare in un centro commerciale per comprare finalmente un nuovo telefono e ho preso la palla al balzo.
  • La palla al balzo per cosa?
  • Apri e vedrai. - scartai il pacchetto cercando di capire cosa potesse esserci al suo interno. Aldilà di ogni immaginazione mi ritrovai tra le mani un iPad ultimo modello. 
  • Killian... cosa.... che... che significa. - non poteva avermi seriamente regalato quell’iPad.
  • Sono in debito con te di un tablet ricordi? Ho rotto  il tuo durante una seduta di fisioterapia quando eri ancora ricoverata.... - ricordavo quel giorno come se fosse accaduto solamente ieri. - l’ho visto e ho pensato “devo rimediare.” Scusa se ho impiegato più del dovuto.
  • Killian scherzi vero??? Non posso accettare, è... è troppo! 
  • Accettalo! Voglio che lo abbia tu e poi vedrai... con questo non avrai problemi a metterti in contatto con me! - rimasi senza parole, bel vero senso della parola ma poi mi ricordai che con lui non avevo affatto bisogno di parole e prendendolo per la giacca lo baciai ringraziandolo con i fatti. Rimanemmo abbracciati ancora due minuti ma poi fummo costretti a rincasare. 
  • Buon viaggio piccola mia! Divertiti...
  • Mi mancherai! 
  • Tu mi mancherai di più! - un ultimo bacio, poi sceso dall’auto e tornai in casa. 

Partimmo il giorno seguente alle cinque del mattino, ero triste anche se non lo davo a vedere, non volevo di certo rovinare la vacanza ai miei, ma come aveva detto Killian già dal mattino seguente alla mia partenza le cose andarono molto meglio. Non solo per le numerose attività che in crociera vi erano da fare ma anche perché tra sms, chiamate e videochiamate Killian mi rimase accanto per tutta la vacanza e i quindici giorni separata da lui non furono affatto tragici da gestire. Certo, mio padre un paio di volte aveva sbuffato nel vedermi spesse volte con l’iPad e le cuffie alle orecchie intenta a parlare con il mio fidanzato piuttosto che godermi la vacanza ma alla fine se lo fece andar bene. Quando tornammo a New York organizzammo una cenetta a base di cibo d’asporto, ordinammo di tutto: cinese, giapponese, messicano, pizza a volontà e chi più ne ha ne metta. Ebbi il permesso di invitare anche Killian che come immaginavo non se lo fece ripetere due volte. Con la scusa di attendere fuori il fattorino con il nostro ordine avemmo tempo per salutarci a modo nostro e finalmente riassaporai il gusto delle sue labbra che mi era mancato terribilmente. Dimenticai addirittura di avere fame presa a dare attenzioni a lui e a riceverne, ma sfortunatamente il cibo arrivò in perfetto orario e onde far insospettire i miei su cosa stavamo realmente facendo, di sicuro immaginavano, tornammo in casa e dammo il via alla cena. Tutto andò per il migliore dei modi, raccontammo a Killian il nostro viaggio, vedemmo insieme le foto scattate e i video girati, una serata a dir poco perfetta, almeno fino a quando non squilló il mio cellulare. Era un sms ed era da parte di Regina. 

 

“Ho visto la vostra auto parcheggiata al solito posto. Deduco che siate  appena rientrati a New York. Tutto bene il viaggio? Ti scrivo perché sono di passaggio e mi chiedevo se non fosse tardi per spillarti un caffè!” 

 

  • Tutto bene Tesoro? Chi è? - mi chiese Killian vedendo l’espressione del mio viso cambiare radicalmente. - c’è qualche problema?
  • N...no è che... - e ora cosa avrei dovuto fare? Rispondere a Regina in maniera negativa mi sembrava scortese ma anche farla venire sapendo chi avessi come ospite lo era. Non volevo che Killian si ritrovasse faccia a faccia con sua madre senza aver modo di prepararsi e non volevo neanche che la serata si rovinasse ma cosa potevo fare???- era tua m... Regina! - decisi di essere onesta e parlare chiaramente. - vorrebbe passare per un caffè. Vorrebbe salutarci.
  • Oh si ci fa piacere! Dille di venire Emma! Vado a mettere su il caffè. - mia madre come al suo solito era felicissima di avere gente in casa, peccato che non si rendesse conto dell’intera situazione.
  • Emh.. no mamma aspetta... aspetta un secondo. Io... beh non so se sia il caso di....
  • Emma dille di venire, non è un problema! - intervenne Killian. - davvero... chiamala.
  • Tu non andrai via però vero? Se viene lei resti anche tu?
  • Certo! Sta tranquilla, non c’è nessun problema! Avanti chiamala. 

Un po’ titubante feci come mi venne suggerito ma sapevo già che non sarebbe stata una buona idea. Non appena Regina arrivò la tensione in casa arrivò alle stelle nonostante si sforzarono entrambi di non fare niente di stupido. Non si rivolsero la parola neanche mezza volta e a malapena si guardavano in faccia. Odiavo vedere Killian in quello stato di agitazione mista a nervosismo e odiavo vedere anche la mia allenatrice in difficoltà. Erano due pilastri importantissimi della mia vita quei due e non sopportavo l’idea di dovermi dividere tra l’uno e l’altro solo perché tra di loro non correva più buon sangue. Dovevano fare pace costi quel che costi... ma come? L’idea geniale mi venne in mente solamente un paio di giorni dopo: bisognava farli incontrare, un appuntamento, solo loro due. Non sarebbe stato facile lo so, si sarebbero fatti torturare piuttosto che accettare di incontrarsi ma avevo con me un piccolo asso nella manica e per quanto fossi a conoscenza che la cosa sarebbe potuta trasformarsi in un vero disastro, portandoli ad avercela a morte con me, decidi di provarci. Presi il mio cellulare è inviai due sms distinti: il primo per Killian, il secondo per Regina. 

 

“ Amore ciao! So che sei a lavoro adesso ma mi chiedevo se questa sera ti andrebbe di vederci. Siamo stati separati troppo tempo e voglio assolutamente rimediare. Non si accettano risposte negative. Ci vediamo  18;30 nel bar vicino la piazza.” 

 

Il primo messaggio era stato inviato e ottenne risposta positiva, ora toccava però al secondo. 

 

“ Regina scusa se ti disturbo... avrei urgente bisogno di parlare con te per quanto riguarda la questione allenamenti. Ti chiamerei ma preferisco farlo di persona quindi se per te va bene che ne diresti di incontrarci nel baretto vicino la piazza di casa mia per le 18:30? Il martedì se non ricordo male è il tuo giorno libero... fammi sapere” 

 

Anche la risposta a questo secondo sms fu positiva... ce l’avevo fatta, li avevo appena incastrati... ora bisognava solamente attendere che si incontrassero. Mi avrebbero di sicuro odiata non appena si fossero accorti che avevo organizzato tutto di proposito ma non potevo più continuare a vederli soffrire. Dovevano parlare e risolvere i loro problemi una volta per tutte.

 
 
  
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