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Autore: Nemesy_    29/03/2021    3 recensioni
Dopo che Arcadia Bay è stata rasa al suolo, Max e Chloe fuggono dal tornado abbandonando per sempre la loro città natale per raggiungere i Caulfield a Seattle, ma la tempesta non ha ancora terminato con loro. L'unico modo per sopravvivere, sarà ricominciare da zero. Solo quando le nuvole saranno state spazzate via definitivamente, potranno essere certamente sicure che la tempesta sia davvero passata. Ha così inizio la loro nuova vita, che non risulta essere affatto semplice a causa delle grandi perdite, dei traumi subiti e dei forti sensi di colpa. Il percorso che le attende alla scoperta dei loro sentimenti, sarà pieno di ostacoli che metteranno a dura prova il loro rapporto di amicizia. Riusciranno le due ragazze a superare le difficoltà che si troveranno a dover affrontare? Torneranno a riappropriarsi delle loro vite e ricominciare di nuovo a vivere? Ma soprattutto, la loro unione, resterà per sempre una bella amicizia, diventerà un grande amore, o sarà destinata a perire esattamente come Arcadia Bay?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Chloe Price, Kate Marsh, Max Caulfield, Victoria Chase
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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“E se un giorno
me lo chiederanno,
risponderò che la
vita è bellissima
perché nonostante le
lacrime, e i brutti
momenti, i dolori e le
delusioni, ti dà sempre
l'opportunità di
ricominciare!”

                     (Dal web)



Capitolo 2
Segreti e gelosie



Sabato 26 ottobre 2013

Passarono due settimane dal giorno del tornado. La vita delle ragazze a casa Caulfield proseguiva come sempre. Finalmente Max chiamò i suoi amici per rassicurarli di stare bene e che presto si sarebbero rivisti. Vanessa aveva organizzato un pranzo tutti insieme per il giorno seguente. Gli incubi di Max continuavano, era raro che riuscisse a dormire senza brutte sorprese. Chloe aveva anche lei il suo bel da fare con i suoi incubi, ma nessuno ne era a conoscenza, nemmeno Max. Chloe non gliene aveva parlato e inoltre i suoi risvegli erano piuttosto silenziosi, quindi era difficile accorgersene. Quando la notte Max si svegliava di soprassalto dopo un incubo, la prima persona a raggiungere la sua stanza era Chloe. I genitori di Max rimanevano sempre un passo indietro, consapevoli del fatto che Chloe sembrava l'unica a riuscire a calmarla. Le loro giornate trascorrevano all'insegna della solita routine. Passando il tempo dal guardare un film a dormire il pomeriggio a causa delle notti insonni e turbolente. Uscivano ogni tanto nel cortile, ma non andavano mai oltre. A Ryan e Vanessa non andava giù questo loro volersi estraniare dal resto del mondo. Dovevano riprendere in mano le loro vite, perché restare rintanate in casa non era la soluzione. I genitori di Max non erano al lavoro per quel giorno, essendo sabato. Ryan lavorava presso la Fish&Fish. L' azienda si occupava di pesca industriale nel pacifico. A Wallmart, se compravi pesce era grazie a Ryan, che si occupava della distribuzione. Era stata quella la causa del loro trasferimento a Seattle e inevitabilmente, l'allontanamento delle due ragazze. Vanessa invece lavorava come segretaria in un ambulatorio privato, dove le sue capacità di organizzazione e il bisogno irrefrenabile di avere tutto sotto controllo, potevano esprimersi al meglio. Quel mattino Max era in camera sua e stava ascoltando della musica con le cuffie, mentre leggeva il suo diario stando sdraiata sul letto a pancia in giù. In quel momento suo padre bussò alla porta.

“Buongiorno Max. Max... Max mi senti?”

Vedendo che sua figlia non dava segno di averlo ascoltato, si avvicinò a lei appoggiandole una mano sulla spalla. Al tocco Max saltò dallo spavento chiudendo di scatto il diario.

“Papà... sei tu... mi hai fatto prendere un colpo”.

Suo padre rise. “Beh, ho bussato e provato a chiamarti, ma non mi hai sentito”.

“Scusa, avrò la musica troppo alta”.

“Si me ne sono accorto...”

“Allora papà, mi volevi dire qualcosa?”

“Ebbene sì Max, che ne diresti di fare un giro con il tuo vecchio?”

Max ridendo disse: “Non sei vecchio”.

“Ok, allora che ne dici di uscire con il tuo giovane papà?”

“Dove andiamo?”

“Mi dispiace Max, ma non posso dirtelo perché è una sorpresa. Se te lo dicessi che sorpresa sarebbe?!”

“Una sorpresa?! Non è il mio compleanno”.

“E da quando bisogna fare delle sorprese solo per il giorno del compleanno?”

“Uhm... ok, allora mi preparo e avviso Chloe”.

“A dire il vero pensavo di uscire solo noi due per questa volta”.

Max guardò suo padre sorpresa. “Ma papà, non voglio lasciare sola Chloe”.

“E non lo farai infatti. Tua madre è di sotto non sarà sola e poi non ci metteremo tanto tempo. Inoltre, ho bisogno di qualche dritta per poter fare una sorpresa anche a lei. Non pensare che sia chissà cosa, voglio solo migliorare la vostra permanenza in casa, visto che non vi decidete ancora a uscire. Giusto qualcosa che vi aiuti a distrarvi e rilassarvi. Anche se sono dell'idea che sia il caso che facciate un po' di vita mondana, non potete stare sempre rinchiuse in casa”.

“Si lo so questo” disse Max giocando con le maniche della sua felpa.

“Ok, dai preparati. Io ti aspetto di sotto”.

“Va bene papà, arrivo subito”.

 
Max bussò alla porta della stanza di Chloe, voleva avvisarla che sarebbe uscita per un po', ma che sarebbe tornata presto. Era sollevata di trovare Chloe ancora a dormire, perché così non si sarebbe nemmeno accorta della sua assenza. Finito di fare colazione Max uscì con Ryan. Salirono in macchina per raggiungere la loro destinazione che la ragazza non conosceva. Attraversando le strade di Seattle, Max guardò attraverso il finestrino la città che per anni era stata la sua nuova casa, anche se non l’aveva mai sentita veramente tale. La sua città natale era casa sua. Quella che era andata distrutta da un tornado causato da lei stessa. Ryan si accorse del silenzio di Max.

“Max, sei molto silenziosa, cosa c’è?”

“Niente, stavo solo pensando”.

Ryan si fermò a un semaforo in attesa che scattasse il verde. “Tornando al discorso di prima, tu e Chloe dovreste uscire di casa. Domani Fernando e Kristen verranno a pranzo, quindi potete organizzare qualche serata insieme, fare nuove amicizie. Si possono fare molte cose a Seattle, di certo non ci si annoia”.

Max rimase in silenzio. Quando erano quasi giunti a destinazione, trovarono un parcheggio. Fermarono l’auto e proseguirono a piedi, passeggiando per le strade di Seattle chiacchierando tra loro. A un certo punto Ryan si fermò guardando dall'altra parte della strada e disse: “Eccoci arrivati alla prima tappa”.

Max seguì lo sguardo di suo padre e si ritrovò a guardare un negozio di strumenti musicali, nel quale erano già stati in passato. Si voltò verso suo padre. “Papà, perché un negozio di strumenti?”

“Beh... mi manca sentirti strimpellare la tua chitarra. Sarà anche andata distrutta, ma sicuramente non hai perso la tua capacità di suonarla. Quindi eccoci qua. Adesso entriamo e scegli la tua nuova chitarra”.

Gli occhi di Max iniziarono a riempirsi di lacrime.

“Ehi Max... non piangere ok? Non era questa la mia intenzione” disse Ryan tenendo un braccio sulle spalle di sua figlia.

“Lo so papà...”

“Dai andiamo”.
 
Attraversarono la strada per entrare nel negozio. Dietro al bancone c’era il gran buono vecchio Ben, era un amante della buona musica e adorava suonare la chitarra. Da giovane provò a sfondare come musicista fallendo miseramente, ma nonostante le avversità, non si era dato per vinto e aveva fatto in modo che la sua vita avesse sempre a che fare con la sua grande passione. Aveva iniziato dando lezioni private a giovani ragazzi con il suo stesso interesse e infine decise di aprire un negozio di strumenti musicali. Per lui la musica era tutto. Ben diceva che la musica gli aveva salvato la vita. Certo, lo dicono un po’ tutti, ma nel suo caso era vero, anche se non amava entrare in particolari con nessuno.
 
“Ciao Ben” disse Ryan salutando il proprietario del negozio.

“Ehi Ryan, è un pezzo che non ci si vede, come stai?”

“Bene, tu piuttosto come va?”

“Oh Ryan, avrò anche la mia età, ma nel mio petto batte ancora un cuore da leone”.

“Ahahahah non avevo dubbi e mi fa piacere sentirtelo dire”.

Ben sorridendo spostò lo sguardo verso Max. “Ma tu sei Maxine. Oh... che bello rivederti di nuovo”.

“Ciao Ben” rispose Max con un accenno di sorriso.

“Ho saputo di quello che è successo ad Arcadia Bay, deve essere stato veramente orribile per te”.

“Già...” rispose Max abbassando lo sguardo, mentre suo padre le appoggiava una mano sulla spalla.

Ben notò la sua espressione piena di dolore. Si avvicinò a lei appoggiandole una mano sulla spalla. “Ragazza mia, quello che è successo è stata una vera disgrazia, ma è avvenuto anche un bel miracolo, perché adesso tu sei qui. Per quanto possa essere difficile d'accettare, adesso hai il dovere di vivere appieno la tua vita apprezzandola anche nelle piccole cose. Lo devi fare per tutti quelli che ti amano e per coloro che non hanno avuto il tuo stesso destino. Hai avuto una seconda possibilità, sfruttala fino in fondo. Sei sempre stata una brava ragazza Maxine e te lo meriti. Sono sicuro che farai grandi cose. Ricorda di affrontare la vita sempre con un sorriso e cerca di trovare la felicità, non dimenticando mai da dove sei venuta”.

“Grazie per le belle parole Ben” disse Ryan.

“Ora ditemi, cosa posso fare per voi?” chiese Ben.

“Siamo qui perché a causa di quello che è successo Max ha perso la sua chitarra. Vorremo prenderne un'altra” rispose Ryan.

“Questo è il giusto atteggiamento, tornare a vivere seguendo le proprie passioni” disse Ben facendo segno di seguirlo.

Seguendo Ben si trovarono a guardare vari strumenti. Sembravano essere aumentati dalla loro ultima visita.
C’erano sax, trombe, violini, chitarre elettriche, classiche e c’era addirittura un pianoforte. Alla fine Ben si fermò nella area riservata alle chitarre classiche. “Ecco, questo è il reparto chitarre acustiche, ce ne sono di vario tipo e colori”.

“Tocca a te scegliere Max” disse Ryan.

Max guardò tutte le chitarre mentre camminava. Non ci mise troppo tempo a scegliere. Infatti, a un tratto si fermò fissandone una in particolare. Il proprietario seguì il suo sguardo e sorrise.

“Quella che stai guardando è una eko ranger sei blue sunburst, molto particolare per il suo colore. Difficile non notarla in mezzo alle altre, salta subito all'occhio”.

Ryan si rivolse a Ben guardando sua figlia che sembrava ipnotizzata da quella chitarra. “Ho come l'impressione che abbia già fatto la sua scelta”.

“Aaaah... vero Ryan, gli occhi e il cuore non mentono mai ahahahah”.

“Allora Max, è lei?” chiese Ryan.

Max annuì sorridendo non riuscendo a staccare gli occhi dalla chitarra. “Si papà, è lei”.

“Ok, la prendiamo”.

“Ottima scelta” disse Ben prendendo la nuova chitarra della ragazza.
 
Quando finirono di pagare si salutarono e si diressero verso l'uscita. Il primo a uscire fu Ryan seguita da sua figlia. Non appena la ragazza stava per oltrepassare la soglia, Ben la fermò avvicinandosi e appoggiandole una mano su un braccio. Max si girò verso di lui sorpresa da quel gesto.

“Max, ricorda ciò che ti ho detto. Tu sai di essere una persona speciale. Hai il potere di rendere la tua vita migliore, devi solo desiderarlo per davvero. Non buttarti via”.
 
La ragazza rabbrividì nell'ascoltare quelle parole. Era rimasta paralizzata dalla paura e dalla confusione. Cosa voleva dire il vecchio? Sapeva qualcosa di quello che era davvero successo o stava solo diventando paranoica?
 
Ryan si girò verso di lei e la chiamo: “Max, ti sei incantata ora?”

“No papà, arrivo subito”.

L'anziano signore le lasciò andare il braccio, mentre Max gli dava un'ultima occhiata, prima di uscire definitivamente dal negozio.


Chloe si svegliò, ancora sfinita dopo l'ennesima notte insonne. Si alzò dal letto si vestì e andò in bagno guardandosi allo specchio. “Hai un aspetto di merda Chloe” disse sospirando.
 
Quando scese in cucina trovò la signora Caulfield. “Buongiorno Vanessa”.

“Oh Chloe, ben svegliata. Siediti a tavola così fai colazione”.

La ragazza dopo essersi seduta, si guardò intorno passandosi una mano sul viso. “Dov'è sono Max e Ryan?”

“Sono usciti poco fa per delle commissioni. Torneranno presto”.

“Oh... avrebbero potuto svegliarmi, forse volevano che andassi con loro”.

“Non preoccuparti, non è un dramma. Se la cavano anche da soli e poi si vede che sei ancora assonnata. Non sarebbe stato bello svegliarti e costringerti a uscire”.
 
“No Vanessa, nessuna costrizione. Mi fa piacere se posso essere utile in qualche modo”.

Vanessa si avvicinò sorridendole, appoggiando un piatto di waffle sul tavolo con del succo d'arancia. “Pensa a fare colazione e non sentirti in obbligo verso di noi”.

La ragazza annuì e iniziò a mangiare. Nel frattempo Vanessa andò di sopra nella stanza di Chloe per prendere il vaso vuoto dalla scrivania. Tornando di sotto avvisò la ragazza che andava un po' in garage. Quando Chloe finì la sua colazione tornò nella sua stanza per prendere una sigaretta. Prima di ridiscendere le scale, si tastò le tasche dei pantaloni e si accorse di non avere l'accendino con sé. “Ma dove cazzo ho messo l'accendino?!”

Ritornò nella sua stanza e lo cercò dappertutto ma non lo trovò. “Ma porco cazzo e adesso?!”

Quando uscì dalla sua stanza guardò verso la camera di Max, la porta era socchiusa. “Ma certo, lo avrò lasciato da lei”.

Così entrò nella camera per cercare l'accendino. Appena guardò in direzione della scrivania, vide un vaso con una pianta. Avvicinandosi trovò l'accendino accanto al computer. “Ah, eccoti qua maledetto”.

Quando prese l'accendino si accorse che uno dei cassetti era un po’ aperto. In automatico lo aprì di più e vide un diario, che il primo giorno a casa Caulfield non aveva visto. Aveva trovato solo una sua foto. Rimase lì a guardarlo per un po’. Si diede un'altra occhiata intorno, come per assicurarsi di essere davvero sola nella stanza. Poi prese il diario. Se lo rigirò tra le mani sorridendo. “Piccola hippie” disse riferendosi a Max. Mettendo l'accendino in tasca, andò a sedersi sul letto infilandosi la sigaretta tra le labbra.

“Vediamo un po’ quali segreti perversi ha la mia amica tanto riservata. Cazzo no, non dovrei farlo. Questa è violazione della privacy e io non sono David, quindi non posso”.

Si alzò di nuovo per rimetterlo a posto. Quando si ritrovò davanti alla scrivania, rimase ferma a guardare il diario tra le sue mani. “Che sarà mai, non ci saranno di certo segreti di stato. E poi sono o non sono la sua migliore amica? Non dovrebbe avere segreti con me. Ma si, gli darò una breve occhiata”.

Iniziò a sfogliare le prime pagine. Nel frattempo…


“Allora Max, ora ho bisogno del tuo aiuto qui” disse Ryan.

“Di cosa si tratta papà”?

“Beh, si tratta di Chloe. Tu sei mia figlia e so cosa ti piace e cosa no, o almeno credo di saperlo. Su Chloe invece non so molto di più di quello che le piaceva da piccola. Adesso è cambiata molto e forse anche i suoi interessi lo sono. Quindi chiedo a te che sei sua amica e hai passato del tempo con lei. Cosa potrei prenderle per farla sentire a suo agio a casa? Non lo so, ha qualche hobby? C'è qualcosa che le piace particolarmente?”

 
Pff... sì certo papà. Adora bere birra, fumare, fare uso di droghe per sballarsi, imbrattare i muri delle strade, le piace mettersi perennemente nei guai e imparare nuove parolacce per aggiornare il suo vocabolario. Ah, che sbadata, quasi dimenticavo. Le piace tanto maneggiare delle armi possibilmente cariche. Adesso scegli tu papà.

 
“Max! Max! Maaaax, ma mi stai ascoltando?!”

“Mmh?! Ah... sì certo papà, ti stavo ascoltando. Stavo solo riflettendo su cosa potrebbe piacerle”.


Oh mio Dio e adesso che gli dico? Forse tra tutte le cose che ho pensato, l'unica opzione meno dannosa è imbrattare le strade con i suoi pennarelli. Uhm... forse potrebbe andare. Qualcosa dovrò pur dire, mio padre non tornerà a casa a mani vuote senza avere qualcosa anche per lei.

 
“Allora?!” insistette Ryan.

“Papà, credo che a Chloe piaccia disegnare”. 

Ryan era rimasto sorpreso da quella notizia. “Sul serio? Chloe disegna?”

“Ehm... beh sì… più o meno. Diciamo che per lei vale come scarabocchiare, mentre è al telefono con qualcuno”.

Ryan guardò sua figlia confuso. Dopo un po' scoppiò a ridere. “Ok Max... ahahahah... va bene allora. Vada per album e pennarelli”.


Non voglio nemmeno immaginare la faccia che farà Chloe.

 
Chloe continuava a sfogliare e leggere il diario. Voleva dare solo una sbirciatina, ma da una pagina si ritrovò a leggerne due e poi tre e così via. Ovviamente saltava parecchia roba, ma non poteva leggerlo tutto, Max sarebbe potuta tornare da un momento all’altro.
 

Dal momento che è arrivata alla Blackwell, ha iniziato a scrivere tutto quello che le succedeva. Quindi ci sono anche cose che riguardano me in questo diario.


Martedì 8 ottobre.

Ho incontrato Warren, vorrei tanto potergli parlare del mio potere di riavvolgere lo spazio-tempo, ma non posso e poi vorrebbe sposarmi subito per avere una macchina del tempo tutta per se.

 
Ci credo che avrebbe voluto sposarti, si vedeva lontano un miglio che ti moriva dietro e non mi piaceva affatto. Ma che diavolo vado a pensare... lui ormai non c’è più. Faccio veramente schifo...
...Ho accettato il suo invito al drive-in. Spero che non ci provi con me... non che Io farebbe, calmiamo l’ego. Io e Warren abbiamo molto in comune, ma lo considero come un fratello...


Warren non ha mai avuto nessuna possibilità con lei, quindi mi sono sentita minacciata per niente. Non mi avrebbe portato via la mia miglior amica. Nessuno avrebbe mai potuto visto quello che è successo.


Si è pure incazzata con me perché ho osato rispondere a una chiamata di Kate. Non mi piace il lato stizzoso di Chloe. Ha cercato di farmi sentire in colpa, ma al diavolo. Chloe deve capire che posso avere due amiche...


Si certo, ma ha dimenticato un piccolo dettaglio, ne aveva degli altri a Seattle. Kristen e Ferdinando o come diavolo si chiama lui. Di loro non mi ha mai raccontato un cazzo di niente, perché? Chissà se ne salterà fuori qualcun altro dal cilindro magico. Alla faccia della timida Max Caulfield. Beh... non dovrebbe sorprendersi tanto della mia reazione. Per anni sono stata io la sua unica vera amica e poi tutto a un tratto ritorna e c’è la fila. Cosa cazzo si aspettava, che avrei fatto i salti di gioia? Io avevo la precedenza su tutti dopo che mi ha mollata. Ok... non è stata colpa sua, ma avrebbe dovuto rimanere almeno in contatto. Lo avevi promesso Max...


Dopo la nostra avventura mattutina, Chloe mi ha riportata al campus. È stata dolcissima e mi ha detto che questa è stata la settimana migliore della sua vita... nonostante tutto. Ero STRAFELICE! Chloe pensa davvero che cambieremo il mondo...

Chloe sorrise.

Ed ero sincera. Chi si sarebbe mai aspettato di rivederla ancora? Ormai da tempo non ci contavo più, anche se ancora mi capitava di pensare a lei. Certo, il nostro incontro è stato a dir poco bizzarro, per poco non la investivo con la mia auto. Ma non dimenticherò mai quando i nostri sguardi si sono incrociati dopo cinque lunghissimi anni.

 
Mercoledì 9 ottobre.

Chloe mi ha chiesto di sgattaiolare fuori dopo il coprifuoco e di incontrarla di fronte all'edificio principale nel cuore della notte.
Nonostante pensassi di essere completamente invisibile, Chloe è riuscita a spaventarmi a morte. Mi ha fatta incazzare, considerato quello che avevo passato. A volte è così insensibile.
 

Ma che diavolo... questa è bella. Lei mi ignora per cinque maledettissimi anni e io sarei quella insensibile. Beh cazzo... adesso le ho sentite proprio tutte. E poi cosa c’entro io se lei è una fifona. Si spaventa davvero con poco.

 
Chloe è terribile, voleva prendere cinquemila dollari dal fondo per disabili. Non credo ci sia un modo peggiore per finire all’inferno, ma avrebbe potuto saldare il suo debito con Frank...

 
I soldi, il mio chiodo fisso. Lei non ha idea che li ho qui con me e cosa conto di farci. Li avrà completamente dimenticati. Del resto, come potrebbe ricordarsene con tutto quello che sta passando a causa mia.

 
Salvare una vita è la priorità. Come è mia abitudine con Chloe. Non importa in che modo, ma i nostri destini sembrano legati insieme, nel bene e nel male.

 
Chloe ripensò al faro e alla sua richiesta di tornare indietro nel bagno dove Nathan le aveva sparato. Lasciandola morire, avrebbe potuto evitare il tornado e salvare tutti. Ma non lo aveva fatto. Le sue parole risuonavano nella mente di Chloe, come se fossero state appena pronunciate. “Non se ne parla! Adesso sei la mia priorità assoluta. Sei tutto ciò a cui tengo” aveva risposto Max alla sua richiesta.
 

Alla luce di com’è finita Max, pensi ancora che salvare “una vita” sia la priorità? Dopo la morte di tante persone innocenti, come farai a sopportare il peso di una scelta simile?

 
Anche se mi sentivo come se mi fossi lavata col cloro, è stato troppo bello dormire in camera di Chloe per la prima volta in cinque anni e svegliarsi accanto a lei, come quando eravamo delle ragazzine.

Alla fine mi sono messa i vestiti di Rachel Amber visto che i miei erano in una pozza di cloro. Camicia a quadri e jeans strappati. Non ho ancora trovato il mio stile, quindi perché non provare? A proposito di esperimenti, Chloe mi ha sfidato a baciarla...
E l’ho fatto. Probabilmente pensava che mi sarei tirata indietro. Perché? Non era una gran cosa. Mi ha fatto sorridere il modo in cui si è imbarazzata...
 

Non è stato un grosso problema?! Ma com'è possibile?! Siamo sicuri che questo diario l'ha scritto la stessa Max che conosco?! Tzè... Io vergognata?! Ma non è vero, io non mi sono vergognata. Beh... forse sì... giusto un po’, ma non me lo aspettavo. Chi lo avrebbe mai detto che Max fosse così audace...

 
Spostò la sigaretta dalla bocca, mettendosela sull'orecchio e chiuse bene la porta della camera. Andò a sdraiarsi sul letto e continuò a leggere.


Inoltre, credo che Chloe veda un futuro con Rachel Amber. Quando sono scesa per fare colazione, Joyce mi ha chiamato “Rachel”. Assurdo, lei è così bella io sono così... normale, insipida.


Si sentiva inferiore a Rachel?! Per quale motivo?! Lei è assolutamente fuori dal normale, ha la capacità di viaggiare nel tempo, chi altro potrebbe farlo?! E poi non è affatto insipida. Non a caso è la mia migliore amica. I ricordi più belli che ho, sono inevitabilmente legati a lei. Dovrebbe imparare a essere più sicura di sé stessa.

 
Devo aver innescato la “modalità nostalgia” di Joyce, visto che ha tirato fuori un vecchio album di fotografie. L'immagine più toccante è stata l'ultima foto scattata da William Price: io e Chloe prepariamo i pancake in cucina. A Joyce manca quella ragazza allegra e gioiosa so che è ancora lì... l’ho vista, quando Chloe mi ha sorriso stamattina.


“Mamma...”  bisbigliò Chloe con una lacrima che le scendeva lentamente sul viso.

 
Quanto tempo ho passato a incazzarmi con te, a odiarti e a ritenerti anche un po' responsabile per la morte di papà.
Hai cercato in tutti i modi di aiutarmi e invece io non ho fatto altro che darti un’infinità di problemi. Mi dispiace così tanto mamma. Quanto vorrei che fossi qui con me. Sarebbe tutto più semplice.


Nonostante le prove di David e il braccialetto, Chloe si è rifiutata di credere che Rachel avesse una storia con Frank. Questo è un lato di Chloe che non mi piace, diventa dannatamente irritabile se le cose non vanno a modo suo. O se sente qualcosa che non le piace. Quindi mi sono arresa e ho suggerito di dare un’occhiata al camper di Frank.
Abbiamo cercato dappertutto e abbiamo trovato quello che Chloe non avrebbe voluto trovare...
Mi dispiace che Chloe abbia dovuto vedere le foto che Rachel ha fatto per Frank, anche se ci teneva davvero a lui. Per lei, questo è solo un altro tradimento, solo un'altra persona cara che l’abbandona. In un modo o nell’altro ha perso tutti quelli che amava. Solo io sono tornata dal suo passato... ma per cosa? Per peggiorare le cose?


No Max, mi hai dato un motivo per essere felice, ma il prezzo che stai pagando è troppo alto. Rachel e Frank invece, mi hanno solo deluso. Li consideravo degli amici e hanno tradito la mia fiducia. La cosa più assurda è che non posso nemmeno prendermela con loro.


Giovedì 10 ottobre.

Quando ha scoperto che Rachel aveva una relazione con Frank Bowers, Chloe è letteralmente esplosa. Non posso mai parlarle quando è in quello stato e sono stanca di dover camminare in punta di piedi vicino a lei. Continua ancora a dare la colpa a William per averle incasinato la vita, anche se sa bene che non è giusto.

Tornata nella mia stanza, guardando l’ultima foto scattata da William, mi sono improvvisamente ritrovata a quando avevo 13 anni. Nella cucina di Chloe nel 2008, in compagnia di lei e suo padre William. Ho nascosto le chiavi dell’auto di William finché non ha avuto altra scelta che prendere l’autobus.

Ero così felice di essere riuscita a salvare William. Non pensavo che qualcosa sarebbe potuto andare storto...

Sapevo di essere nella merda quando, dopo il super riavvolgimento, ho visto Victoria Chase... mi trattava come fossi sua AMICA. Ed ero un MEMBRO del Vortex Club. Allucinante.


Allucinante è dir poco... Victoria Chase... o per meglio dire, Bitchtoria. Cosa potrebbe esserci di peggio? La bulletta della Blackwell. Non dimenticherò mai quando ha cercato di mettere Rachel fuori gioco, per prendere il suo posto nella recita scolastica. Per non parlare di quello che ha fatto alla povera Kate. Quella ragazza era sopportabile come una spina infilata su per il culo. Nonostante questo, Max pensa che quello che mostrava, era solo una facciata. Che ci fosse del buono in lei. A quanto pare, non lo sapremo mai per certo. Victoria se ne è andata come tutti gli altri... spazzata via da un tornado.


Sapevo di aver fatto un casino. E sono rabbrividita al pensiero di cosa potesse essere cambiato per Chloe... corsi a casa sua. Così quando William ha aperto la porta, mi sono preparata al peggio...

È in quel momento che Chloe è arrivata su una sedia a rotelle. Paralizzata dal collo in giù.

E poi Chloe mi ha chiesto di aiutarla a morire...

L'incidente le aveva danneggiato gravemente il corpo. I suoi polmoni avevano smesso di funzionare correttamente. Stava morendo lentamente e dolorosamente. Ma non potevo aiutare la mia migliore amica a morire. Ero io la responsabile delle sue condizioni, ma come potevo imbottirla di morfina e vederla andarsene?


Non riesco nemmeno a immaginare come si sia sentita dopo la mia richiesta. Come non riesco nemmeno a immaginare di chiederle una cosa del genere, anche se in un certo senso l’ho già fatto al faro...


Sono ritornata nel futuro...

Non sono mai stata così felice di vedere Chloe in tutta la mia vita. Non appena ho visto i suoi capelli blu e quella bellissima faccia incazzata, volevo baciarla di nuovo.


“Cosa?! Voleva baciarmi di nuovo?!”

Chloe non poteva fare a meno di pensare a quel giorno, quando Max di punto in bianco l’aveva abbracciata. Era rimasta sorpresa da quel gesto, visto che erano state tutta la notte a indagare sugli indizi che avevano a disposizione per trovare Rachel. Ma era ovvio essere confusa. Max a quel tempo non le aveva ancora raccontato nulla del suo tentativo di salvare suo padre. Ricordava cosa le aveva detto, scherzandoci su.

“Wow! Calma Max. Un solo bacio e ora mi salti addosso”.

“Sono solo contentissima che tu sia qui” aveva risposto Max guardandola mentre le sorrideva felice.

Chloe la guardò stranita e disse: “Sembri fatta, ma grazie per la palpatina mattutina”.

Chloe scosse la testa sorridendo a quel ricordo.


Forse il suo desiderio di baciarmi di nuovo, era solo dovuto al senso di colpa per aver tentato invano di aiutarmi, facendomi finire paralizzata in un letto pregandola di mettere fine alla mia vita.

 
Abbiamo trovato un posto fuori città che può condurci dritte da Rachel Amber. Ma non ero pronta per la “Camera Oscura”. Non riuscivo a guardare l’espressione di Chloe mentre sfogliava le foto del suo angelo seviziato.
Alla fine abbiamo finalmente trovato Rachel Amber. Morta e sepolta.

Una fitta di dolore l’avvolse ripensando al ritrovamento del corpo senza vita della sua Rachel. La Rachel che spesso le faceva visita di notte nei suoi sogni a ricordarle che l’aveva persa per sempre.


Venerdì 11 ottobre.

Ho visto morire Chloe un’altra volta. Uccisa dal mio insegnante preferito. Perché?

Siamo ritornate nella discarica e siamo cadute nella sua trappola. Quell’ago... lo sento ancora sulla pelle. Grazie a Dio non ricordo la maggior parte delle pose nelle quali lo psicopatico mi ha fotografata.

Pensa a tutte le altre ragazze che hanno dovuto subire lo stesso orrore... come Rachel e Kate... è questo che mi ha dato la forza di uscire da quella stanza, per fermarlo e salvare Chloe. Ho dovuto mettere a fuoco così tante foto che sono andata nel panico.
 
Chloe pensò all'attacco di Max nei suoi confronti, la prima notte a Seattle.
 

Oddio Max, è su di lui che hai degli incubi. Vorrei avere il potere di viaggiare nel tempo. Tornerei indietro e spaccherei il culo a quel figlio di puttana. Avrei dovuto essere lì con te Max. Avrei dovuto difenderti da quel mostro privo di umanità. Come ho potuto permettere che succedesse tutto questo? Avrei potuto perdere Max esattamente come ho perso Rachel.


Non mi sarei mai immaginata di finire in quello studio fotografico con Jefferson che si comportava in quel modo... era tutto perfettamente ordinato e pulito, ma mi sembrava di essere nel posto più schifoso del mondo.

...Sono riuscita a fuggire. Non dimenticherò mai lo sguardo di Jefferson... così gelido e cattivo... Ha sparato in testa a Chloe. Come se niente fosse. Figlio di puttana.

La tempesta si abbatterà comunque su Arcadia Bay, il che vuol dire che la vita di Chloe è ancora in pericolo. E per me lei conta molto più di un qualsiasi premio e di qualsiasi mostra. Userò la foto per un motivo davvero importante...

Ce l’ho fatta. Rieccomi in camera, pronta a cancellare l’ennesima realtà... o forse quella realtà continuerà ad esistere anche senza di me? Se continuo così, mi esplode la testa. Le perdite di sangue dal naso sono un cattivo segnale.


I continui viaggi nel tempo hanno messo a rischio la tua stessa vita. Hai passato tutto questo per me. E dove ero io quando avevi più bisogno di me? Dove ero io quando Jefferson faceva di te quello che voleva?


Con le cose assurde che sono successe questa settimana, baciare prima Chloe e poi Warren, non mi è sembrato così strano.
Era come se entrambe le volte, stessimo mandando a quel paese l’universo crudele... e se dovevo morire, volevo prima ricevere un bacio da due persone a cui tenevo davvero.

“Ha baciato anche Warren?!”


Allora aveva cambiato idea su di lui. Non lo vedeva più come un semplice fratello. Le piaceva davvero Warren. E adesso lui è morto, ma se è così, perché non ha sacrificato me?


La cosa importante era che avevo la foto di Warren e di conseguenza avrei potuto salvare Chloe un'ultima volta.
L’onestà è la qualità che Chloe apprezza di più, quindi le ho raccontato tutto: dell’incidente che l’ha paralizzata, della camera oscura e di San Francisco.

Chloe strinse forte il diario al pensiero di Max nelle mani di Jefferson. Arrivò a leggere le battute finali del diario.

Chloe è tornata! Non mi fregava nemmeno che fosse veramente la fine del mondo, era fin troppo bello riabbracciarla dopo tutto quello che abbiamo passato. Ho pensato a tutte le realtà che ho vissuto per lei e quanto lei abbia sempre significato molto per me... Le nostre vite sono sempre state intrecciate.

Come poteva tutto questo non essere un qualche destino? Anche se siamo diverse in molte cose, allo stesso tempo siamo molto simili. Nello spirito, saremo sempre piratesse che vogliono conquistare il mondo... sembra stupido dire che è la mia eroina, ma se non lei, chi? A volte io e Chloe sembriamo come lo yin e lo yang. Chissà, forse esistiamo per darci forza l’un l’altra... qualcosa in più forse.

Non c'è niente come il senso di sollievo dopo essersi svegliati da un incubo intenso. Nonostante tutte le cose terribili che sono successe questa settimana, mi sono sentita libera e piena di speranza quando finalmente mi sono finalmente svegliata.
Il mio incubo era così ovvio... tutte le mie paure sull'essere un’artista, potere di riavvolgere il tempo e, ovviamente, la mia partner criminale e temporale, Chloe Price.

Ne abbiamo passate così tante assieme, e potremmo passarne molte altre, a seconda di come andrà a finire… all’inferno o in paradiso…

Chloe è più della mia migliore amica, ma chissà lei cosa prova davvero... mi ha sfidato a baciarla, ma è sembrata sorpresa quando l’ho fatto. Lo ero anch'io, ma non me ne sono pentita neanche per un secondo.

Forse è per questo che ho detestato vedere Chloe essere così crudele nel mio incubo: mi insultava e flirtava con tutte quelle persone... è stato come sentire una fitta al cuore, non me lo aspettavo. È questo il potere dell'amicizia... o dell'amore? Credo che tu stia per scoprirlo, Max Caulfield.

 
“Ma che cosa...”

Rilesse ancora l’ultima parte fino a imprimerla bene nella mente. “Che cazzo significa?! C-cosa voleva dire?! Amore o amicizia?! Ma...”

Iniziò a deglutire con gli occhi spalancati. Si alzò dal letto continuando a fissare il diario. A un tratto la porta della camera si aprì e Chloe mise subito il diario dietro la schiena con le mani e si andò ad appoggiare di spalle alla scrivania. Nel movimento che fece, chiuse senza volerlo il cassetto, così da impedirle di rimettere al posto il diario.

“Cazzo...” bisbigliò Chloe.

Max era entrata in camera e la guardava confusa. Chloe sperava che non si fosse accorta del brusco movimento che aveva fatto per nascondere il diario.

“Chloe... cosa ci fai qui?”

Chloe appoggiò lentamente il diario sul ripiano della scrivania. “Ehm... sono qui perché... ecco... ero entrata per cercare qualcosa... i-il fuoco...”

“Il fuoco?” chiese Max ancora più confusa di prima. Aveva notato subito il nervosismo della sua amica.

“Mmh?! Ah sì... cioè volevo dire l-l'accendino... ehm… l'ho lasciato qui ieri sera... si...”

“Ah...ok”.

Max stava per avvicinarsi alla sua posizione per guardare meglio l’intrusa sulla sua scrivania, cioè la pianta. Chloe terrorizzata dall'idea di essere scoperta, l’abbracciò facendola voltare con le spalle verso la scrivania in modo che non potesse accorgersi del diario.

“Mi sei mancata tanto Max” disse Chloe tenendola stretta mentre guardava il diario.

“Chloe... ma stai bene?” chiese Max guardando preoccupata la sua amica.

“Mmh?! Certo che sto bene, perché? Mai stata meglio. Cosa c'è, non posso più sentire la mancanza della mia amica?" disse Chloe allontanando l’amica dall’abbraccio ma continuando a tenerla per le braccia.

“No, non è questo. Sembra quasi che sia stata via per giorni…” disse Max mentre stava per voltarsi di nuovo verso la scrivania.

Chloe l'attirò di nuovo verso di sé mettendole un braccio sulla spalla e trascinandola fuori dalla stanza. “Andiamo di sotto e raccontami tutto. Dimmi cosa avete fatto e dove siete stati tu e Ryan”.

A Max non rimase altra scelta che seguirla. Si ritrovarono così al piano di sotto in salotto, per la felicità di Chloe.

“Oh, eccoti qua Chloe. Siediti, ho qualcosa per te” disse Ryan.

“Per me?! Ehm... cosa?! Mi devo preoccupare?!”

“Ma no Chloe. Ho pensato a voi due che passate fin troppo tempo in casa e quindi ho deciso di regalarvi qualcosa che vi possa aiutare a distrarvi. Qualcosa che vi aiuti a rilassarvi”.  

Chloe guardò verso Max che era seduta a suo fianco. “Ah... figo...”

Ryan diede una scatola a Chloe che la prese con timore. “Non preoccuparti non morde” disse Ryan sorridendo.

“Ok, allora lo apro... spero solo che non sia una testa di cavallo come nel film del padrino o magari qualche pezzo di orecchio o dita mozzate mandatami da uno psicopatico che chiede il riscatto”.

Ryan rise alla battuta leggermente macabra della ragazza, mentre Vanessa aveva gli occhi spalancati e fece una risatina nervosa. Quando Chloe tolse il coperchio dalla scatola, vide un album e pennarelli, sembravano professionali. Spalancò la bocca dalla sorpresa, non capendo bene il motivo di quel regalo. Alzò lo sguardo verso Ryan e poi guardò Max. “Ah... ehm... wow questa roba è semplicemente... wow...”

“Max mi ha detto che ti piace disegnare e quindi ho optato per album e pennarelli”. 

Chloe cercò di trattenersi dal ridere mentre guardava la ragazza al suo fianco. “Ah... ora capisco. Max, tu si che mi conosci davvero bene, mi leggi dentro. Per te sono come un libro aperto”.

Max roteò gli occhi è disse sibilando: “Smettila, dopo ne parliamo”.

“Ah, non vedo l'ora Max”.

Vanessa intervenne. “E tu Max, qual è il tuo?”

“Per lei c'è la musica” disse Ryan prendendo la custodia della chitarra di Max e aprendola. “Ed ecco qui la nuova chitarra di Max”.

Vanessa e Chloe guardarono lo strumento. “È molto diversa da quella che avevi prima” disse la madre.

“Cazzo se è bella, è davvero figo il colore”. Solo dopo aver parlato, Chloe si accorse del linguaggio colorito. “Ehm... scusate, mi sono lasciata prendere la mano. Uhm... certo che non è da te scegliere un colore del genere Max” disse Chloe sorridendo.

“Ah davvero?! E quale sarebbe il mio tipo di colore?!”

“Uhm... non lo so, uno più classico, diciamo hipster?” disse Chloe ridendo.

Max le lanciò uno sguardo non troppo amichevole che sembrava dire “poi facciamo i conti”.

“Stavo solo scherzando Max. É davvero un bel colore, mi piace molto”. 

“Posso capire che ti possa piacere il colore Chloe, è stravagante esattamente come i tuoi capelli” disse Ryan ridendo.
A quella frase il sorriso dal viso di Chloe svanì dalle sue labbra. Un tarlo si insinuò nella sua mente. Guardò prima la sua amica e poi la chitarra.

 
Possibile che abbia scelto quel colore per qualche attinenza a me?
 

A un tratto si ricordò di una cosa molto importante. Il diario che era rimasto fuori dalla scrivania. “Ehm... scusate devo andare un attimo in bagno”.

“Chloe non dimentichi qualcosa?” disse Ryan indicando il suo regalo.

“Ah giusto, si vero... ehm... grazie tante Ryan, prometto che ne farò buon uso. Soprattutto dei pennarelli” disse facendo un occhiolino alla sua amica.

Max si portò una mano alla fronte pensando alla città di Seattle, che avrebbe conosciuto la sua arte nel peggiore dei modi. Chloe prese il suo regalo e sali le scale di corsa. Entrò in camera di Max e rimise il diario al suo posto nel cassetto dove lo aveva trovato. Uscì dalla stanza portando il regalo “strano” in camera sua. Uscendo dalla sua camera vide Max salire le scale, quindi finse di andare in bagno, anche se non ne aveva nessun bisogno. Dopo essere entrata si appoggiò con le spalle alla porta.

“Cazzo... c’è mancato veramente poco”.

Si avvicinò al lavello sciacquandosi il viso pensando a cosa doveva fare con Max.
 

Ok Chloe stai calma e pensa. Come puoi tirar fuori qualche informazione da Max? Eh… bella domanda, non posso certo chiederle “Ehi Max, hai poi scoperto se per te sono solo un’amica o qualcosa di più? Scoprirebbe che ho letto il suo diario senza il suo permesso. Non voglio farla arrabbiare, il nostro rapporto è già abbastanza complicato così com’è. Devo fare domande personali e farlo sembrare un gioco. Si certo può andare e se non riesco, pazienza. Questa storia è assurda, molto probabilmente ho frainteso. Eppure era così chiara quella frase. Non avrei mai dovuto leggere quel cazzo di diario. Merda...
 

Quando uscì dal bagno vide Ryan uscire dalla camera da letto. “Ah Chloe, possiamo andare un attimo nella tua stanza?”

“Certo…” disse Chloe rientrando nella sua stanza.

Ryan la seguì chiudendo la porta dietro di sé. Tirò fuori dalle sue tasche due pacchi di sigarette.

“Ti dico subito che vorrei che smettessi di fumare, solo perché mi sta a cuore la tua salute, non per altro. So bene che per te può essere difficile riuscire a smettere di fumare in un momento come quello che stai vivendo e non voglio farti pressioni. Quindi per adesso ti vengo incontro, avrai due pacchi di sigarette a settimana, non di più. Dovrai fartele bastare, anzi dovresti cercare anche di diminuire la nicotina che assumi giornalmente. Così che ti sarà semplice smettere più in là. Però tutto questo ad alcune condizioni”.

Chloe guardava Ryan sorpresa.

“Le condizioni sono queste, non si fuma in casa per nessuna ragione. Dovrai uscire fuori per farlo. Dovrai dare una mano in casa e non vale solo per te, ma anche per Max. Dovete cercare di riprendere una vita normale e iniziare a uscire, non potete stare sempre chiuse nelle vostre stanze. A questo proposito come sai, domani gli amici di Max verranno a pranzo, quindi potrebbe essere una buona occasione per iniziare a uscire dal vostro guscio. Potreste organizzare qualcosa da fare tutti insieme. Ne ho parlato prima anche con Max. Ma ho come la vaga sensazione che non ne sia tanto convinta, almeno a vedere la faccia che ha fatto. Allora Chloe, siamo d’accordo?”

“Se non accetto qualcuna delle condizioni cosa succede?”

“Queste sigarette ritorneranno nelle mie tasche”.

 
Ok, quanto può essere difficile uscire con gli amici di Max? Non li conosco nemmeno, magari sono simpatici. Per delle sigarette potrei dare loro qualche possibilità. In questo modo non dovrei nemmeno attingere al mio gruzzoletto e magari potrei permettermi di prendere un po' d'erba. Devo trovare solo qualche buon affare fuori di qui, ma per farlo mi tocca uscire. Bene, quindi esco con loro trovo la fonte della felicità ed è fatta. Chloe, oggi è il tuo giorno fortunato.

 
 “Ehm... ok Ryan, affare fatto”.

“Mi dai la tua parola?”

“Certo Ryan”.

“Bene” disse Ryan passando le sigarette a Chloe.

“Mi raccomando Chloe, non farmene pentire”. Detto questo uscì dalla sua stanza.

“Cazzo è successo per davvero?! Ahahahah...” disse mentre si stendeva sul letto.
 
Nel frattempo Vanessa raggiunse la stanza di sua figlia. "Maxine, che ne dici? Ti piace la pianta che ti ho comprato?"

"Mamma... sei sicura che l'hai comprata per me? Lo sai che io, non ci sono portata per queste cose”.

"Non ha nessuna importanza e comunque si, l'ho presa per te".

"È un aloe?"

"Vedi? Non ci sei portata ma l'hai riconosciuta. Ho pensato di dare un tocco in più alla tua stanza. Ovviamente dovrai prenderti cura di Zoe".

"Zoe?!Mamma devo proprio?!"

"Si devi farlo. Però non preoccuparti. In inverno è sufficiente annaffiarla una volta al mese, in primavera e in autunno due volte al mese, in estate una volta alla settimana. Non mi sembra uno sforzo sovrumano. Se poi non riesci a ricordarti quando annaffiarla, basta semplicemente toccare la terra. Se la senti umida vuol dire che non necessita di acqua, se invece è secca devi annaffiarla. Puoi tenerla anche sul davanzale della finestra, ma non azzardarti a portarla fuori. Non può stare a contatto diretto con la luce".
 
Vanessa vide l'espressione di Max non molto entusiasta e si sedette accanto a lei sul letto. "Non fare quella faccia Maxine. Vuoi sapere perché ho preso quella pianta?" chiese Vanessa con tono triste.

Max alzò le spalle.

"Perché pensavo potesse esserti di aiuto in questo momento".

"Perché utile?"

"L'aloe combatte l'insonnia e migliora la qualità generale del sonno".

Max si girò a guardare sua madre. "Mi dispiace darti tante preoccupazioni mamma".

"Ehi, sono tua madre ed è giusto che mi preoccupi per te. E poi non è colpa tua quello che è successo".

 
Certo che è colpa mia mamma, ma tu non lo saprai mai per tua fortuna.

 
"Grazie mamma" disse Max abbracciando sua madre guardando la pianta.


Se bastasse una pianta per rimuovere gli incubi sarei disposta a far diventare la mia stanza una giungla, con tanto di liane, scimmie e Tarzan.


Vanessa si staccò dall'abbraccio di sua figlia. "Bene, adesso vado da Chloe".

"Per fare cosa?!"

"Beh, ne ho presa una anche per lei".

"Mamma, stai scherzando vero?!"

"No, ho pensato anche a lei”.

Max non osava nemmeno immaginare la reazione di Chloe al regalo di sua madre.
 
Vanessa bussò alla porta della stanza di Chloe.

"Avanti" disse la ragazza mettendosi seduta sul letto.

"Ti ho portato una cosa Chloe".

Chloe vide Vanessa appoggiare sulla scrivania un vaso con una pianta. "Una pianta?!"

"Si, non la trovi stupenda? È una Sansevieria".

"Wow, che bellezza..." disse guardando la pianta.

 
Ma che diamine è quella cosa?! E soprattutto che dovrei farci?!

 
"Sentivo che mancava qualcosa nella tua stanza. Così ho pensato a una pianta".

"Si... davvero una bellissima idea" rispose Chloe anche se pensava tutto il contrario.

"Però ti dovrei occupare tu di Sharon. Devi annaffiarla ogni cinque o sette giorni in estate. In inverno ogni due settimane. Non metterci troppa acqua, devi solo tenere il terreno umido. Ah dimenticavo, ogni tanto devi togliere la polvere dalle foglie. Usa un panno leggermente inumidito. Tutto chiaro?"

Chloe aveva ascoltato le parole della donna con un'espressione confusa e sbalordita. Alla fine trovò la forza per farle una semplice domanda che le passava per la testa in quel momento.  "Chi è Sharon?!"

"Oh, la pianta. Sono solita dare dei nomi alle piante di casa".

L'espressione di Chloe non cambiò di molto. "Oh, grazie per il pensiero Vanessa. È davvero... figo!"

"Bene, mi fa piacere che ti piaccia. Ora ti lascio alle tue cose e vado a preparare il pranzo. A dopo Chloe".

Vanessa uscì dalla stanza mentre Chloe fissava la pianta. "Piacere Sharon, spero proprio che riuscirai a vivere tra le mie mani. Di solito qualsiasi cosa io abbia intorno muore".

Chloe decise di andare da Max con la pianta. La lasciò a terra e bussò alla sua porta.

“Avanti”.

Chloe si affacciò con la testa oltre la porta e le arrivò un cuscino in faccia, che afferrò prima che finisse a terra. “Ehi, è questo per cos’è?!”
“Per le frecciatine che mi hai lanciato prima”.

“Quindi se io ti lancio frecciatine tu mi lanci cuscini, non mi sembra equo. Allora... ehm... posso entrare e venire in pace o devo girare i tacchi e andarmene?”

“Certo che puoi entrare”.

“Ah, bene”. Chloe riconsegnò il cuscino alla ragazza e chiese: "Posso far entrare anche la mia coinquilina?"

"La tua cosa?!"

"La mia coinquilina".

"Ma di che diavolo stai parlando?!"

"Posso sì o no?"

"Si..."

Chloe uscì dalla stanza per prendere la pianta e rientrò chiudendo la porta.

"Ti presento Sharon, la mia coinquilina sexy".

Max iniziò a ridere.

"Ehi, perché ridi?! Non farci caso Sharon, Max non conosce le buone maniere" disse Chloe guardando la pianta.

"Uuuh, guarda un po' chi c'è sulla scrivania. Chi sarà mai? Max chi è quella pollastra?"

"Lei è Zoe".

"Bene, allora facciamo le presentazioni come si deve".

Chloe si avvicinò alla scrivania mentre Max continuava a ridere.

"Ciao Zoe, piacere di conoscerti. Vorrei presentarti Sharon, la mia coinquilina sexy. Adesso vi lascio insieme così potete conoscervi meglio. E mi raccomando, tenete le vostre radici bene in vista e al proprio posto. Vi tengo d'occhio".

Dopo aver concluso il suo siparietto, Chloe raggiunse la sua amica sedendosi sul letto accanto a lei. Si guardarono continuando a ridere.

"Cazzo Max! Ti giuro che facevo fatica a credere che fosse tutto vero. Insomma... tua madre da dei nomi alle sue piante".

"Si lo so è mia madre. Quando sono andata ad Arcadia Bay... mi ha fatto portare una pianta di nome Lisa".

"Oh, non lo sapevo. Non sono mai entrata nella tua stanza del dormitorio. E com’era lei? Affascinante?”

Max le diede un pugno al braccio.

“Quindi anche lei è andata distrutta…”

"No, non ha dovuto assistere al tornado. È morta prima".

"In che modo?"

Max la guardò senza rispondere, ma con uno sguardo che diceva tutto.

"L'hai fatta morire?!"

"Non l'ho fatto di proposito. Io non sono brava a prendermi cura delle piante".

"Beh...se non sei capace tu, allora io non ho alcuna speranza".

"La mia devo annaffiarla poco".

"Anche la mia, solo che non ricordo più cosa ha detto tua madre".

Max ritornò a ridere.

"Non ridere delle disgrazie altrui. Controllo su internet" disse Chloe prendendo posto alla scrivania, ma non prima di aver rimproverato Zoe e Sharon. "Vi ho viste eh! rimettete le radici a posto. Vi lascio senz'acqua".

"Sei completamente fuori di testa".

"No, sono loro a essere delle pervertite. Ok, vediamo un po'.

Chloe iniziò a fare delle ricerche sulla sua pianta… Sharon.

"Non conosco la tua pianta, cos'è?" chiese Max.

"Tua madre l'ha chiamata sanvera, sansfera, una cosa del genere".

"Bene, non ricordi nemmeno il nome".

"Non posso farci niente se tua madre compra piante con nomi tanto complicati. Anzi, ora capisco perché dà dei nomi. Piuttosto, tu che fai tanto la saputella, la tua cos'è?"

"Un aloe e l'ho riconosciuta subito".

"Ah, aloha aloe" disse Chloe salutando la pianta.

Max rise di nuovo "Idiota".

"Eccola qui, trovata. Il suo nome è sansevieria".

"Che nome strano".

"Ora capisci perché non lo ricordavo. Senti qua cosa dice. Nei suoi paesi di origine e nella Guinea la Sanseveria è legata al significato “io ti stringo a me”, soprattutto perché, poco romanticamente, in queste zone si ricavano dalle fibre della pianta i lacci delle scarpe".

"Tutto questo è molto interessante" disse Max sarcastica.

"Ehi, senti anche questa. La sansevieria viene anche comunemente chiamata Sanseveria, lingua di suocera e snake plant".

Chloe si voltò verso Max.

"E allora?!" chiese Max non capendo.

"Lingua, suocera, serpente, lacci, ti stringo a me..." disse Chloe contando le parole con le dita. “...è chiaro, tua madre sta cercando di mandarmi un messaggio ".

"Quale?!"

"Che se mai un giorno noi due ci sposeremo e lei diventerà ufficialmente mia suocera, sputerà veleno contro di me con la sua lingua avvelenata. Infine mi strozzerà nel sonno con i lacci delle scarpe".

Max ricominciò a ridere di nuovo. "Ricordami perché sei diventata mia amica".

"Semplice, perché sono la migliore" disse Chloe ritornando a sedersi accanto a Max.

Chloe si schiarì la voce e disse: “Allora... ehm... il colore della tua chitarra è molto particolare, come mai lo hai scelto?”

Max sospirò dicendo: “Ci deve essere per forza una ragione?”

“Per una hipster come te si”.

Max le lanciò di nuovo il cuscino in faccia. “Ehi... di nuovo?! Allora vuoi la guerra. Bene, ci sto”.

Chloe afferrò il cuscino e iniziò a colpirla. “Così siamo pari”.

“Non direi proprio” disse Max prendendo un altro cuscino e ricambiando l'attacco.
 
Continuarono in questo modo finché non si stancarono. Alla fine si distesero sul letto sfinite.

“Sono contenta che sei qui Chloe”.

Chloe distolse lo sguardo da lei e disse: “Già...”

 
Giusto per non dimenticare che dovrei essere morta e sepolta...
 

“Ehm... che ne dici di suonarmi qualcosa con la tua nuova chitarra?”

“Veramente non ho voglia e poi suono sempre quando sono sola”.

Chloe la guardò confusa. “Cosa vorresti dire?! Non ti piace suonare in presenza di altre persone?!”

“Non mi piace stare al centro dell'attenzione, ecco tutto. E poi non sono così brava”.

“Hai sempre avuto il vizio di sminuirti. Sono sicura che sei bravissima”.

Max rimase in silenzio.

“Allora vorrà dire che ti suonerò io un pezzo. Ti mostro come si fa, ok?” disse Chloe afferrando la chitarra.

“Chloe, tu non sai come si suona una chitarra”.

“Non sfidarmi donna di poca fede”.

Max guardò Chloe mentre cercava inutilmente di posizionare le mani in maniera corretta sulla chitarra e incominciò a ridere.

“Perché ridi, ti stai prendendo gioco di me eh...?”

“Chloe non sai nemmeno come usarle quelle mani sulla chitarra”.

“Ah beh... ma le so usare per fare tante altre cose” disse Chloe guardando in modo malizioso Max.

“Oddio, sei la solita pervertita”.

“Si, ma sono la tua pervertita e poi cosa vai a pensare? Io non mi riferivo a niente del genere. Sei troppo prevenuta nei miei confronti. Mi sorprendono i tuoi pensieri sconci Max”.

La ragazza arrossì violentemente dicendo: “Smettila di prendermi in giro”.

Chloe nel frattempo rideva di gusto. “Aaaah Max, è tutto troppo semplice con te. Allora, parlami dell'album e dei pennarelli”.

Max la guardò e disse: “Pensavo fosse una buona idea. Sicuramente lo era rispetto alle altre possibilità”.

“Oh cazzo, c'erano altre opzioni? Erano peggio o meglio? Non era per davvero una testa di cavallo vero? Anche se a questo punto lo avrei preferito”.

“Chloe ti prego, cosa avrei dovuto dire a mio padre? Gli avrei dovuto consigliare di comprarti dell'erba oppure birra o...”

Chloe la interruppe: “O qualche giornaletto con delle donne nude, magari dei poster da appendere nella mia camera, giusto per personalizzarla un po’. Credi che ai tuoi potrebbe venire un infarto se appendessi poster del genere?”

Max la guardò con bocca spalancata.

Chloe scoppiò a ridere. “Dovresti vedere la tua faccia Max, comunque non preoccuparti. Non appenderò nulla... per ora, ma sai quando si è in crisi di astinenza...”

“Idiota” disse Max.

Chloe mise un braccio attorno alle spalle della ragazza. “Max mi piacciono i pennarelli, ma non immaginavo che tu mi considerassi Picasso. Li userò, ok?

“Si, è spero li userai sull'album”.

“Questo non posso garantirtelo Max”.

“Chloe per favore, cerca di stare lontano dai guai”.

“Va bene, vado a esprimere la mia arte in camera mia, così che potrai farlo anche tu senza occhi indiscreti. Ci rivediamo a pranzo hippie”.

Chloe usci dalla camera e andò nella sua stanza, aprendo l'album e prendendo un colore a caso. Sorrise e disse: “Aaaah... ma chi voglio prendere in giro”.

Mise via il tutto e si distese sul letto in attesa di un qualsiasi suono che provenisse dalla stanza di Max. Infatti, dopo poco tempo la ragazza iniziò a suonare la sua nuova chitarra.

“Tu sei la vera artista Max” disse chiudendo gli occhi godendosi il momento in santa pace, non smettendo di pensare alle battute finali del diario dell'amica.



Quando erano a pranzo Vanessa non perse tempo a ricordare l'impegno per il giorno seguente. “Allora Max, domani Fernando e Kristen verranno a pranzo, hai qualche idea su cosa potrei preparare?

“Ehm... Non saprei mamma”.

“Stavo pensando che potrei preparare una Cobb Salad e anche del salmone con limone al forno. Per dolce invece una torta di lime o una Peach pie”.

“Vanessa, credo che andrà bene qualsiasi cosa, non è la prima volta che vengono a pranzo da noi. Quindi non ti tormentare il cervello su cosa cucinare” disse Ryan.

“Si, hai ragione, solo che sarà un bel giorno per i ragazzi che finalmente si rincontreranno e voglio che sia tutto perfetto. Oh... a proposito questa sera andiamo a comprare tutto l’occorrente, vi serve qualcosa per caso? Potete venire anche voi se volete.

Chloe guardò in direzione di Ryan ricordando il patto tra loro. Ryan rispose al suo sguardo senza fare una piega. Max si era accorta di quello scambio e si chiedeva che cosa significasse. “Vanessa, non è necessario per questa sera, ci saranno molte altre occasioni. Vero ragazze?” chiese Ryan guardando solo Chloe.

“Si... è vero Ryan” rispose Chloe.

Max non riusciva a credere alle sue orecchie. C’era qualcosa sotto. Impossibile che Chloe avesse voglia di uscire.

Arrivò la sera e i genitori uscirono di casa per fare compere. Vanessa urlò dal piano di sotto verso le ragazze che erano ognuna nella propria stanza. “Ragazze, noi usciamo ci vediamo più tardi. Non staremo via a lungo. Ah... se vi viene fame ci sono dei toast in frigo, potete scaldarli e mangiarli”.

“Okay mamma a dopo” rispose Max urlando dalla sua stanza.
 
Chloe che aveva sentito tutto si decise a fare la sua mossa.
 

Forse è arrivato il momento di mettere in pratica il mio piano. Speriamo bene. E se non riesco ad arrivare a nulla? Ok Chloe, fai un respiro, fanne un altro e poi... e poi fanculo...


Uscì dalla sua stanza con l’album e un pennarello nero. Bussò alla porta di Max. “Posso entrare hippie o mi aspetta ancora qualche cuscino al varco?”

“Idiota entra” rispose Max.

“Le tue parole mi feriscono Maxine Caulfield” disse Chloe portandosi una mano al petto.

“Mai Maxine...”

“Va bene... Maxine”.

Max roteò gli occhi sospirando.

“Allora, visto che i tuoi sono andati a svuotare i negozi per l’abbuffata di domani e noi siamo qui senza nulla di meglio da fare. Ho pensato che sarebbe il caso di esprimere la nostra arte”.

Max la guardò senza capire.

“Tu vuoi che uso l’album e i pennarelli, io invece voglio che suoni la chitarra davanti a me. Sono disposta a disegnare qualcosa solo se tu mi suoni qualcosa”.

È un ricatto Chloe”.

“No, è un accordo tra di noi. Allora, ci stai?”

Max ci pensò un po' su e alla fine accettò. “E va bene hai vinto tu”.

“Vinco sempre io” disse Chloe ridendo.

Chloe prese la sedia dalla scrivania e l’avvicinò al letto sedendosi a cavalcioni appoggiando le braccia sulla spalliera.

“Che intenzioni hai? Non vorrai stare lì a guardami mentre suono?” chiese Max.

“E cosa dovrei fare scusa, mettermi a ballare?”

“No, però mentre io suono tu disegni. Era questa il patto”.

“Aaaah... e va bene, come vuoi tu” disse Chloe afferrando di nuovo l’album e il pennarello. Rimanendo seduta sulla sedia. “Sono pronta...”

“Chloe...”

“Che c’è ora?”

“Per disegnare devi togliere il tappo dal pennarello”.


Chloe biascicò qualcosa d'incomprensibile e tolse il tappo dal pennarello.


“Ora posso ascoltare qualcosa suonato da Max Caulfield o devo comprare prima il biglietto?”

“Non sei divertente Chloe”.

“Ah... dimenticavo... voglio sentirti cantare Max”.

“Cosa?! Avevi detto suonare non cantare”.

“Allora non disegno nulla. Tuo padre ci rimarrà male quando vedrà che non sto usando il suo regalo”.

“Sei pessima Chloe”.

“Lo so e mi adori per questo”.

Max sconfitta prese la sua chitarra e si andò a sedere al bordo del letto davanti a Chloe. “Questa te la faccio pagare Chloe”.

“Ah sì? In che modo, in natura?”

“Piantala”.

“E va bene, allora io inizio a disegnare”.

 

Cazzo... che diavolo dovrei disegnare adesso? Devo trovare un soggetto.

 
Guardò Max mentre accordava la chitarra.


Potrei provare a disegnare lei. Certo che se viene fuori un mostro, non sarà colpa mia. In quel caso sembrerà davvero un quadro di Picasso.

 
“Allora che cosa mi canti?”

“Ehm... non so se ti piacerà, ma non mi interessa. Comunque inizia a disegnare”.

“Certo...”

Così Max iniziò a suonare, mentre Chloe iniziava a disegnare. Suonando, la ragazza dava l'impressione di essere lontana da tutto e tutti. Lontana dalla sua stanza, da Chloe e da ciò che la circondava, incluso tutto il dolore e il terrore che l’accompagnavano dopo quello che era successo. Smettendo di disegnare, Chloe guardò la sua amica sorpresa di scoprire che oltre a saper suonare, era anche intonata. Amava la fotografia, era in grado di suonare la chitarra ed era capace anche di cantare. Possibile che l’unica a non accorgersi di quanto talento avesse, era proprio lei? Non si sentiva all’altezza in qualsiasi cosa facesse, mentre in realtà era la persona più in gamba che avesse mai conosciuto. Max Caulfield la sua migliore amica...

“Ho finito, sei contenta ora? Chloe... che hai?” disse Max dopo aver terminato la canzone.

“Merda, ma sei davvero SuperMax. Sai anche cantare, questo non me lo aspettavo”.

“Aaaah... finiscila”.

“Non sto scherzando Max, sei davvero in gamba”.

“Se lo dici tu...”

“Ehm... io non ho ancora finito di disegnare. Si può dire che non ho quasi nemmeno cominciato. Ero troppo distratta da te”.

“Chloe, non provarci nemmeno a cavartela così, voglio vedere il disegno”.

“Ok... magari nel frattempo potremmo chiacchierare un po' mentre ti eserciti con la chitarra”.

“Uhm... sì ci sto” rispose Max.

Chloe la guardò sorpresa. “Davvero, sei d’accordo con me? Wow... dimmi chi sei e cosa hai fatto alla vera Max”.

“Sono sempre io idiota. Inizio io facendoti una semplice domanda. Cosa è successo a pranzo? Ti ho visto mentre guardavi mio padre in modo strano, come se ti aspettassi qualcosa. Forse approvazione?” disse Max.

“Non so di cosa parli”.

“Stai mentendo Chloe”.

Chloe decise di raccontare la conversazione e il patto che aveva fatto con suo padre.

“Mio padre ti compra le sigarette e vuole che contribuisci a farmi uscire di casa?”

“Si, tra le altre cose, tipo dare una mano in casa. Comunque vuole che smetto di fumare”.

“Se lo scopre mamma non sarà d’accordo. A essere del tutto sincera non lo sono nemmeno io”.

“Vanessa non deve saperlo per forza... e tu beh… devi rassegnarti all’idea per ora” disse Chloe mentre continuava a guardare Max.

“Si può sapere cosa stai disegnando?”

“Non avere fretta Max...”

Max continuò a suonare la chitarra mentre Chloe disegnava. Ok Sherlock, è ora di indagare, pensò Chloe.

“Ooook... parliamo di altro ora. Facciamo una domanda ciascuno a turno”.

“Ho già fatto una domanda Chloe. Adesso tocca a te”.

“No, quella non c’entra”.

“E allora, che tipo di domande?”

“Non lo so, la prima cosa che ci viene in mente, è solo un modo per chiacchierare”.

“Ho come la vaga sensazione che me ne pentirò”.

“Max, sei solo una fifona”.

“Non sono fifona, è solo che non mi fido di te”.

“Ok, prima domanda. Hai mai fatto sesso?”

“Ecco, lo sapevo che finiva così. Chloe, è abbastanza evidente che non l'ho fatto. Non ho un ragazzo e forse non hai ben chiaro com’è stata la mia vita qui a Seattle” disse Max non sapendo dove nascondere la faccia.

“Whoa Whoa... rilassati Mad Max, era solo una domanda come tante”.

“Si certo, come no”.

“Per la cronaca, apprezzo che non l’hai fatto ancora. Voglio dire, spero che lo farai, ma con la persona giusta per te. Ora tocca a te”.

“Ok, allora visto che siamo in argomento, con quanti ragazzi sei stata?”

Chloe smise di disegnare. “Ehm... non li ho contati, ma qualcuno”.

“Non è una risposta”.

“Certo che è una risposta, ho avuto alcuni ragazzi”.

“Ma avevi una storia seria con loro o era solo...”

Chloe ridendo disse: “Non riesci nemmeno a pronunciare la parola. Si dice sesso Max. E comunque guarda che mi hai posto due domande e non una. Starai ferma per un turno”.

“Cosa?!”

“Mi hai chiesto prima con quanti ragazzi sono stata. Poi volevi sapere se erano storie serie o solo sesso. Quindi due domande. Comunque, era solo una fase ed era ovviamente solo sesso”.

Max sospirò e continuo a strimpellare la sua chitarra.

“Altra domanda. Uhm... il tuo primo bacio quando è stato?”

“Mi stai prendendo in giro Chloe?”

“No, perché dovrei”.

“Non ho un ragazzo. Quindi non ho baciato nessuno”.

“Ehm, non vorrei contraddirti Max, ma si può baciare qualcuno anche senza avere necessariamente un ragazzo. Capisci? Senza nessun impegno...”

“Giusto, visto che sei stata con dei ragazzi solo per sesso, questo può valere anche per tutto il resto. Che stupida, perché non ci ho pensato prima”.

“Noto un certo sarcasmo nella tua voce o è solo una mia impressione?”

“Che perspicace che sei Chloe”.

“Ah ah... molto divertente. Allora?”


Avanti Max dillo. Hai baciato Warren, perché negarlo. E hai baciato anche me... aspetta un attimo... ha baciato prima me e poi Warren, quindi questo mi posiziona in pole position... no, non può essere... forse c’è anche qualcun altro. Si, deve essere così...
 

“Il tuo primo bacio Max...” insistette Chloe.

“Beh... il mio primo bacio è stato ad Arcadia Bay”.

A Chloe cascò il pennarello dalle mani.
 

Non può essere... ci deve essere qualcun altro, magari in qualche altra linea temporale? Mi accontenterei anche di quello per disperazione.
 

Raccolse il pennarello da terra e continuò a disegnare cercando di non dare segni di agitazione.

“Beh... chi è stato il fortunato?”

Max alzò lo sguardo verso di lei e disse: “Il mio primo bacio l’ho dato alla mia migliore amica”.

Chloe si bloccò del tutto guardando la sua amica. Rimasero ferme lì a guardarsi per un po', senza dire nemmeno una parola.

“Max… mi stai dicendo che il tuo primo bacio lo hai dato a me?”

“Dipende, sei la mia migliore amica?”

“Oh cazzo! Questo non è possibile!” disse Chloe agitandosi.

“Invece è così”.

“Quindi ho rovinato il tuo primo bacio...”

Max guardò Chloe confusa. “Che vorresti dire?”

“Il tuo primo bacio lo hai dato a me perché io ti ho sfidata a farlo. Non era nemmeno un vero bacio”.

“Chloe, non sarò un'esperta del settore ma quello era un bacio”.

“Si, ma non lo era. Cioè, nel senso... io mi sono anche tirata indietro, perché non me lo aspettavo. Non ho nemmeno risposto al bacio Max”.

“Chloe...”

“Magari avresti voluto baciare qualcun altro, tipo Warren. Lui sicuramente avrebbe risposto al bacio. In quel caso si che sarebbe stato davvero un bacio. Insomma, ho fatto un cazzo di casino come sempre”.

“Chloe, non hai fatto nessun casino, sono stata io a decidere di farlo! Non mi hai costretta contro la mia volontà!"

“Sarà stato orribile! Voglio dire, non ti sarebbe mai venuto in mente di farlo se non fosse per la mia stupida sfida che ti ho lanciato! Non doveva andare così! Non è una cosa piacevole!"

“Chloe, ti vuoi fermare un attimo?!”

“Mi dispiace Max, davvero! Sono un’idiota!"

“Chloe per favore smettila…”

“Doveva essere una cosa bella il tuo primo bacio, qualcosa di piacevole e invece io...”

“CHLOE, MA CHI TI DICE CHE NON MI SIA PIACIUTO?!” Max si accorse troppo tardi di quello che aveva appena detto e a Chloe non era sfuggito.
 
Erano così prese dalla conversazione che non si erano accorte dell’arrivo dei genitori di Max. In quel momento Ryan bussò alla porta della stanza ed entrò.

“Ehi... siamo ritornati. Non c’era tanta gente e abbiamo fatto presto a...”

Ryan si fermò dal parlare quando vide le due ragazze che si guardavano mentre erano sedute una davanti all’altra. “Ehm... ho interrotto qualcosa? State bene?”

“Si papà, è tutto ok” disse Max con un filo di voce.

Ryan guardò il disegno sull’album. “Chloe, hai disegnato Max? Beh... le somiglia molto. Forse ci sei davvero portata per il disegno. A quanto pare Max aveva ragione, sei in gamba”.

“Ah... sì certo, grazie Ryan” disse Chloe.

“Io vado di sotto, venite anche voi così ceniamo tutti insieme” disse Ryan uscendo dalla stanza.

Chloe si alzò dalla sedia riportandola davanti alla scrivania, mentre Max continuava a stare seduta sul letto con la testa bassa.

Chloe si schiarì la voce. “Allora, forse è il caso di andare di sotto”.

Si stava dirigendo verso la porta, ma si fermò staccando la pagina del suo disegno dall’album. “Sono una persona di parola, quindi ecco qua”.

Appoggiò il foglio sul letto. “Ci vediamo di sotto” aggiunse prima di uscire dalla stanza.


Max prese il foglio e lo osservò attentamente. Aveva usato lei come soggetto. Non era male il disegno, considerando che non era davvero Picasso. Lasciò il foglio sospirando, stendendosi sul letto e coprendosi il viso con le mani.


Sono la solita stupida, ma come mi è saltato in mente di dire una cosa del genere? Adesso lei cosa penserà? Ha fatto una faccia strana, perché? Complimenti Max, sei davvero un asso a metterti in situazioni del genere. Non dovevo assecondarla in questa specie di terzo grado. Come al solito non riesco mai a dirle di no. Ha detto che era solo una stupida sfida. Mi ha sfidata solo perché sapeva che non l'avrei mai fatto. Si è tirata indietro per una ragione molto semplice, non voleva quel bacio. Cosa diavolo mi ha fatto anche solo pensare che potesse esserci qualcosa di più dietro quella sfida. Con che coraggio la guarderò di nuovo in faccia? Vorrei sprofondare o riavvolgere tutto, ma non posso. Fanculo Max.


Si alzò dal letto trascinandosi verso la porta per andare al piano di sotto per la cena. Nel frattempo Chloe era andata nella sua stanza per lasciare l’album. Si concesse un attimo per sedersi sul letto e per tirare le somme di tutta quella situazione.


Dunque... alla fine posso giungere alla conclusione che come al solito, sono una completa idiota. Per prima cosa non sono riuscita a capire come mi vede lei. Poi, salta fuori che il suo primo bacio lo ha dato a me. Non mi sono mai sentita così ladra come in questo momento. E pensare che ho rubato cinquemila dollari dal fondo per disabili, quindi questo dovrebbe essere niente al confronto. Ho fatto tutto questo casino per nulla. Le ho rovinato il suo primo bacio per una stupida sfida del cazzo. Quanto avrei voluto non leggere quel maledetto diario.
Quasi vorrei che riavvolgesse tutto, però ha ammesso che le è piaciuto baciarmi. Non ha detto nulla su Warren, ma del resto io ho specificato primo bacio. Quindi adesso cosa faccio? Semplice, non fai un cazzo Chloe, hai fatto già abbastanza per un giorno solo. Fai finta di nulla, come se non fosse successo niente.


Quando la cena terminò, le ragazze raggiunsero il piano di sopra, si diedero la buonanotte ed entrarono nelle loro rispettive stanze. Continuarono a rigirarsi nel letto senza riuscire a dormire, ma alla fine il sonno ebbe la meglio su di loro e si addormentarono. Come quasi ogni notte, il loro appuntamento con l’oscurità non tardò ad arrivare...


Max stava dormendo tranquillamente nel suo letto o almeno era quello che credeva. Sentiva delle strane vibrazioni sotto di sé, come se ci fosse qualcosa in movimento, ma non riusciva a capire di cosa si trattasse. Lentamente iniziò ad aprire gli occhi voltando la testa verso sinistra, da dove proveniva la luce del giorno. Possibile che fosse già mattino? Guardò fuori dal finestrino e lesse: “Pac West Airlines”. L'aereo che la portò a San Francisco per la mostra, dopo aver vinto il concorso “Eroi di tutti i giorni”.

“Io non ho più vinto quel premio! Ho strappato la mia foto! Non sono più in quella linea temporale, questo è impossibile!"

A un tratto si ricordò che in quel volo era stata accompagnata dal preside Wells. Si voltò di scatto alla sua destra e vide che le era seduto accanto il professor Jefferson.

“Buongiorno Max, finalmente ti sei svegliata”.

No…”

“Sai, incominciavo a sentirmi davvero solo”.

Max lo guardava spaventata, con il respiro che iniziava a farsi pesante per l’agitazione. Fece per alzarsi, ma si accorse di non poterlo fare. Ancora una volta aveva mani e caviglie legate con del nastro adesivo. Solo che questa volte era sul sedile dell’aereo.

“Ahahahah... Max non agitarti su, siamo solo all’inizio di questa splendida giornata, non fare la guastafeste”.

Max cercò di liberarsi dal nastro adesivo senza riuscirci. A quel punto Jefferson appoggiò con forza una mano sulla sua, guardandola con severità. “Non credo che sia un’ottima idea. Allora Max, sai dove stiamo andando vero? San Francisco, la città più tollerante al mondo. Quella che non ti giudica, ma che ti accoglie e ti invita a scegliere la tua strada. A essere te stessa e seguire le tue passioni, qualunque esse siano. A dire il vero non so se apprezzeranno davvero la tua arte. Comunque lo scopriremo molto presto visto che stiamo andando alla tua mostra. Oh avanti Max, non fare quella faccia, dovresti essere felice di essere qui con me”.

“Questo non è reale. Tu non sei reale. È solo un incubo, Io non ho vinto nessun concorso” disse la ragazza guardando davanti a sé per evitare lo sguardo del professore.

“Come puoi dire una cosa del genere? Dovresti essermi grata per tutto quello che ho fatto per te. Per tutto quello che ti ho insegnato e per quello che dovrai ancora imparare grazie a me” disse Jefferson sibilando a un passo dal viso di Max. “Sei solo un’ingrata Max! Ma stai tranquilla, imparerai molto presto il rispetto, ci puoi giurare!”

“Chloe...” disse Max con un filo di voce.

Jefferson roteo gli occhi e guardò Max con disappunto. “Santo cielo! Hai un’ossessione per quella sfigata lo sai?! Avresti dovuto lasciarla marcire in quel bagno, almeno avrebbe fatto qualcosa di utile diventando cibo per i vermi!”

“Non ti permetto di parlare così di lei” rispose Max con voce tremante.

“Ahahahah... altrimenti cosa farai Max?! Eh?! Ammiro la tua determinazione nel difendere la causa di tutti i tuoi problemi, ma non sei in grado di fare nulla!”

Max abbassò lo sguardo e vide solo in quel momento un giornale del “The Intepented” sull’appoggio del sedile dinanzi a lei.
Jefferson seguì il suo sguardo. “Oh, quasi dimenticavo, sei sulla bocca di tutti ormai. Tutte le testate giornalistiche non fanno altro che parlare di te. Hai raggiunto il successo Max. Vuoi che legga il giornale al posto tuo? Sai, in questo momento hai le mani impegnate...” disse Il professore ridendo.

Jefferson prese il giornale e lesse il titolo in prima pagina.

Giovane ragazza distrugge Arcadia Bay. Troppo monotono come titolo, non descrive a sufficienza quello che è stato. Vuoi sapere cosa dice l’articolo o no? Certo che lo vuoi sapere, te lo leggo negli occhi. Una ragazza di nome Maxine Caulfield uccide volontariamente migliaia di persone creando un tornado di dimensioni bibliche. Wow... questo si che ha un grande effetto, ti fa sembrare quasi Dio”.

Max iniziò a piangere silenziosamente stringendo le mani attorno ai braccioli del sedile.

“Oh Max, ti stai commuovendo dinanzi alla tua opera? Non hai ancora visto nulla. Il meglio deve ancora venire. Beh... il meglio o il peggio, dipende molto dai punti di vista”.

Il professore tornò a leggere ancora l’articolo. La giovane non ha voluto spiegare i motivi che l'hanno spinta a compiere il folle gesto. Ora è accusata di omicidio di massa e...”

Jefferson si bloccò guardando di nuovo verso Max, che iniziava a iperventilare. “Max cerca di non morirmi proprio ora prima dello spettacolo”.

Jefferson continuò a guardare la ragazza con severità. “SMETTILA DI RESPIRARE COSÌ MAX, SEI FASTIDIOSA!” urlò Jefferson sbattendo un pugno su un bracciolo. Max sussultò fermando il suo respiro in gola.

“Con te bisogna usare le maniere forti, altrimenti non capisci. Dicevamo? Ah sì... La giovane non ha voluto spiegare i motivi che l'hanno spinta a compiere il folle gesto...”

Detto questo guardò di nuovo verso la ragazza. “Dai Max, spiegamelo a parole tue. Come mai hai distrutto Arcadia Bay? E non rispondere solo per salvare Chloe. Non mi basta come risposta. Sai bene quanto me che c’è molto di più di questo. Non dici nulla? Pensi che la risposta può farti sentire ancora più egoista di quello che sei?” chiese Jefferson restando in attesa.

Max teneva lo sguardo basso in silenzio. Dall’interfono dell’aereo dopo il classico ‘ding’ giunse una voce. “Inizieremo la discesa tra qualche minuto. Siete pregati di allacciare le cinture di sicurezza e riporre i dispositivi elettronici finché l’aereo non sarà atterrato al gate. Grazie”.

L’aereo iniziò a sussultare. “A quanto pare siamo in dirittura d’arrivo. Sei pronta per il grande spettacolo Max?” Detto ciò Jefferson prese il suo telefono e lo accese.

“No! Cosa stai facendo?” chiese Max spaventata.

“Semplice Max, trasgredisco alle regole come sei solita fare con la tua grande amica Chloe. Rendo il tutto più interessante” rispose Il professore ridendo.

A un tratto ci fu come uno schianto e poi solo oscurità. Si svegliò ritrovandosi a faccia in giù sul pavimento della Zeitgeist Gallery. Alzandosi lentamente da terra si accorse che c’erano varie persone intente a osservare le foto appese alle pareti della galleria. Si girò intorno temendo di ritrovarsi di nuovo in compagnia del professore, ma lui non c’era. Iniziò a camminare per dirigersi verso l’uscita, ma non appena attraversava le porte, si ritrovava di nuovo dentro la galleria. Tentò più volte senza riuscire a sfuggire da quella gabbia. Decise così di proseguire all’interno per trovare un’altra via d’uscita. Dopo aver controllato a pianoterra senza alcun risultato, scese alla sala espositiva al piano inferiore. Notò che il piano era completamente isolato. Guardandosi intorno vide che alle pareti c’erano foto completamente scure e prive d'immagini.

“Devo uscire immediatamente di qui prima che Jefferson mi ritrovi...”

Giusto il tempo di dirlo e Max sentì un braccio appoggiarsi sulle sue spalle. Era il professore. “Ti piace farti desiderare vero? Ti ho cercata dappertutto. Ora che siamo di nuovo insieme vorrei mostrarti le tue opere d’arte Max. Vedrai, sarai orgogliosa di te stessa”.

Tenendole ancora un braccio sulle spalle la spinse con sé in direzione delle scale per raggiungere la sala espositiva del terzo e ultimo piano della galleria. Anche quel piano era isolato con foto scure appese ai muri. Si fermarono davanti a una foto.
Max non capendo che cosa dire rimase in silenzio a guardare verso la parete. A un tratto si sentì osservata. Alzò lo gli occhi verso il professore, notando che la fissava con uno sguardo diabolico.

“Sei pronta Max? Sei pronta a vedere la tua arte?”

“Lasciami andare…”

“Lo sai che non posso Max, ma ora basta parlare...”

Jefferson si girò verso la foto e Max fece lo stesso. La foto che prima era solo uno sfondo nero, iniziò a prendere colore lentamente iniziando a mostrare un’immagine. Man mano che la foto prendeva colore, l’immagine diventava sempre più chiara, fino a mostrare il risultato finale. Risultato, che Max non avrebbe mai voluto vedere.


“Noooo!” gridò Max iniziando a piangere.

L’immagine rappresentata nella foto, vedeva una Joyce morta, pallida in viso con un’espressione contorta di dolore e shock. Aveva l’addome completamente sporco di sangue, perforato da una colonna di legno massiccio.

“Avanti Max, non essere tanto melodrammatica. Uhm... devo ammettere che questa foto è molto splatter, non trovi? Se presti ben attenzione, riesci anche a notare qualche parte d'interiora uscire dal corpo di quella povera donna. Devo ammetterlo, non è male come inizio. Anche se sarebbe il caso di guardare questa roba lontano dai pasti. Vogliamo proseguire?” chiese il professore facendole strada.

Arrivarono alla foto seguente e si fermarono di nuovo. “Sei pronta per la prossima Max? Chiedo, ma in realtà non mi importa un fico secco se sei pronta o meno. Voglio dire, hai ammazzato tutti, perché dovrei preoccuparmi dei tuoi sentimenti...”

Max alzò lo sguardo lentamente verso la nuova immagine terrorizzata da quello che avrebbe visto. La nuova immagine non tardò a materializzarsi davanti ai suoi occhi. Questa volta era Warren...

“Noooo... Warren... mi dispiace... non volevo...” disse Max mentre piangeva.

La foto rappresentava Warren o per meglio dire, quello che ne era rimasto di lui, visto che l'unico modo per riconoscerlo era attraverso i suoi vestiti. Il suo viso era completamente schiacciato da lastre di ferro. Si poteva intravedere un occhio fuori dall’orbita e pezzi di cervello sparsi tutti intorno.

“Quanto spreco di materia grigia. Era un ragazzo intelligente. Peccato che la sua intelligenza non lo ha aiutato a capire che lo avresti fottuto così. Oh beh... forse è il termine meno appropriato. Credo che gli sarebbe piaciuto essere fottuto da te. Aaaah Warren... se solo avessi usato il tuo cervello invece di pensare ai tuoi bisogni fisiologici, avresti strappato quella maledetta foto e ora saresti vivo”.

Max lentamente si inginocchiò a terra con le mani che le coprivano il viso mentre singhiozzava.

“Ora lo riesci a sentire Max? Riesci a sentire il peso delle tue azioni?”

“Perché... perché mi fai questo?”

Jefferson si inginocchiò vicino a lei e con voce dolce disse: “Oh Max... faccio questo perché voglio aiutarti”.

Max lo guardò incredula.

“A dire il vero non me ne frega nulla” disse Il professore ridendo.

“Voglio solo farti capire che non è colpa tua se sei un’egoista. Ti sei fatta trasportare dal corso degli eventi e ti sei lasciata condizionare dalla tua amica. Vedi Max, in tutta questa storia ci deve essere un responsabile. Sono morte tante persone e qualcuno ne deve pur rispondere. Se tu non sei colpevole, chi altri potrebbe mai essere? Riflettici attentamente, se al posto di Chloe ci fosse stato qualcun altro, avresti preso la stessa decisione?” chiese Jefferson con malizia.

Max rimase in silenzio.

“AL DIAVOLO MAX, NON CAPISCI PROPRIO NULLA! SEI TROPPO STUPIDA PER CERTI RAGIONAMENTI!” disse Jefferson prendendola di forza e trascinandola verso la foto successiva. Quando si fermarono Max abbassò la testa per evitare di guardare l’ennesimo orrore causato dalla sua scelta. Jefferson se ne accorse e l’afferrò il mento alzandole il viso e trascinandola con la testa davanti alla foto. Allora Max chiuse gli occhi.

“NO MAX, APRI GLI OCCHI! È ORA CHE GUARDI IN FACCIA ALLA REALTÀ! GUARDA COSA HAI FATTO PER SALVARE CHLOE! GUARDA!”

Max aprì gli occhi e vide il corpo in stato di decomposizione di Victoria. Era seppellita nella stessa fossa di Rachel Amber.
“È QUESTO L’AIUTO CHE VOLEVI DARLE?! QUESTO È IL TUO MODO PER SALVAGUARDARE LA VITA DEGLI ALTRI?!”

La trascinò ancora verso la foto successiva. Questa volta era la povera Kate, con in mano il suo inseparabile crocifisso. “Guarda, nemmeno la sua fede l’ha salvata. Tu credi in Dio Max? Se esiste, gli hai rovinato i piani di prendersi Chloe. Non glielo hai permesso. Hai giocato a essere Dio. Con che risultato?”

Jefferson continuò a trascinarla verso tutte le foto, passandole in rassegna una per una. Ogni immagine rappresentava una vittima del tornado. C’era Frank, Dana, Alyssa, Taylor, Samuel...

Alla fine Max cadde a terra priva di forze e con gli occhi pieni di lacrime.

“Tutto questo per una persona sola Max!” disse Jefferson guardandola con aria sorpresa.

“Oh-oh Max... hai del sangue dal naso... non ci starai riprovando vero?”

Max ebbe un brivido lungo la schiena, d’istinto si tocco il naso con una mano e quando l’allontano dal viso vide che era ricoperta di sangue.

“Ritornerai al faro Max? Cambierai di nuovo le cose? Farai la scelta giusta questa volta? La lascerai morire?”

“NO, NON LO FARÒ MAI!”

“Perché no Max... perché non lo farai? Avanti dillo!”

“P-Perché...”

“Dillo Max!”

“Io…”

A un tratto una voce sopraggiunse alle sue spalle. Quella voce l’avrebbe riconosciuta fra mille altre. "Max..."

“Chloe...” disse Max girandosi per guardare la ragazza. Ma proprio in quel momento partì un colpo di pistola. Jefferson aveva sparato Chloe colpendola dritta al cuore facendola morire sul colpo.

“Tempo scaduto Max” disse Jefferson ridendo. Max corse verso la sua amica ormai a terra esanime. Cercò di svegliarla chiamandola ripetutamente, ma come aveva precisato il professore, era ormai troppo tardi.


Max si svegliò di soprassalto gridando ancora una volta il nome di Chloe. La ragazza con i riflessi pronti balzò dal letto precipitandosi verso la stanza della sua amica. Chloe ormai aveva il sonno così leggero che anche la caduta di uno spillo l’avrebbe svegliata. Spalancò la porta della stanza e si avvicinò a Max abbracciandola sussurrandole in un orecchio. “Sono qui Max... sono qui...”

Sopraggiunsero anche Ryan e Vanessa, che come al solito portava con sé dell’acqua. Quella situazione era ormai diventata quasi un rito. Se solo bere dell’acqua avesse potuto spazzare via quegli incubi, come il tornado aveva fatto con Arcadia Bay. Dopo Che Max si fu calmata, i genitori tornarono nella loro camera da letto senza riuscire a chiudere occhio. Chloe rimase ancora un po' nella stanza della sua amica. Quando finalmente Max si addormentò, Chloe decise di tornare in camera sua. Si sdraiò sul letto in attesa di addormentarsi. Ma il sonno non arrivò presto al pensiero di cosa stava passando la sua amica.


Se solo mi avesse lasciata andare a quest’ora non vivrebbe quest’incubo senza fine. Da una parte sono felice che mi abbia salvato, perché dimostra quanto ci tiene davvero a me. Dall’altra parte però mi sento uno schifo, io non dovrei essere qui. Non merito di avere una seconda possibilità. Tutta quella gente non meritava di morire a causa mia. Sicuramente c’è chi lo merita più di me di appartenere a questo mondo. Lei non merita di stare così male.

 
Con questi pensieri nella mente cadde in un sonno profondo. Come di consueto, qualcuno era già in attesa di lei.


Aprì gli occhi ritrovandosi seduta, con la testa appoggiata sulle braccia incrociate su di un banco... di scuola? Alzando lentamente la testa guardando davanti a sé, vide Rachel che era seduta sulla cattedra con le braccia appoggiate all’indietro e le gambe incrociate.

“Ce ne hai messo di tempo eh…”

Chloe si girò intorno e vide che era davvero in un’aula della scuola, per la precisione alla Blackweel Academy School. Rachel sembrava molto diversa dal loro ultimo incontro nel mondo dei sogni. Indossava la sua solita camicia di flanella a quadri e pantaloni strappati, ma gli indumenti erano sporchi di qualcosa di non ben definito. Considerando l’odore che c’era nell’aria, iniziò a capire a cosa era dovuto quello sporco. Liquame cadaverico? Il suo viso era privo di colore e aveva occhi cerchiati di nero.

“Ancora tu? Cazzo Rachel, non hai un bel aspetto oggi”.


“Disse la donna con gli occhi da panda che si specchia ogni giorno nel bagno” rispose Rachel.

“Almeno io sono viva...”

“Pensi che io non lo sia? Perché?”

“Beh... perché una persona viva non potrebbe mai puzzare fino a questo punto”.

“Wow... che galante che sei, vedo che non hai perso il tuo tocco”.

“Tocco?! Credimi in questo momento non ti toccherei nemmeno fossi l’ultima donna sulla faccia della terra!”

“Si certo, come vuoi tu. Adesso la pensi così, ma fino a qualche tempo fa amavi tutto questo” disse Rachel passandosi le mani sulla sua silhouette. Nel movimento che fece, uno strato di camicia e pelle cedette finendo a terra.

“Merda!”

“Ecco appunto!” rispose Chloe.

“Non sei carina Chloe”.

“Infatti non è mia intenzione esserlo! Cosa ci faccio qui Rachel?!”

Rachel balzò giù dalla scrivania e si avvicinò leggermente a Chloe. “Dimmelo tu cosa ci fai qui, dopotutto il sogno è tuo. A proposito, come prosegue la tua permanenza in casa Caulfield?”

“Non c’è niente da dire...”

“Io non direi...”

Chloe rimase in silenzio fissando la ragazza.

“Ok, allora dimmi come vanno le cose con Max. Finalmente ti sei ricongiunta con lei”.

“Va benissimo...” disse Chloe con un filo di voce abbassando lo sguardo.

“Oh avanti Chloe, non sei brava a mentire e poi lo sai che riconosco le bugie a un miglio di distanza”.

“Pff, certo Rachel. Hai perfettamente ragione, tu sei un’esperta sull’argomento. Voglio dire, sei riuscita a farmela sotto il naso con Frank, Jefferson e con chissà chi altri. Che idiota che sono stata!”

“Ancora con questa storia?! Te la sei legata al dito ormai! Sei così ripetitiva e prevedibile che diventi insopportabile!”

“Cazzo Rachel, dovrei far finta di nulla?! Mi hai tradita, come diavolo pensi che dovrei comportarmi?! Devo esserne felice?! Mi hai tenuto nascosto le tue scappatelle, quando io sono stata sempre sincera con te!”

“Non ti è mai passato per la testa che non ti ho detto nulla per una buona ragione?!”

“Si, non mi hai detto nulla per poter continuare a scoparti chiunque respirasse senza ripercussioni!”

“Per te deve essere sempre tutto bianco o nero. Anzi no, mi correggo! Per te è solo nero!” disse Rachel spazientita.

“Si hai ragione, per me è tutto nero e sai perché?! Perché sono circondata da persone finte che mentono e pensano solo ai cazzi loro! Non è colpa mia se fate tutti schifo!” disse Chloe alzandosi dalla sedia facendola cadere e iniziando a camminare avanti indietro per il nervosismo.

“Ecco vedi?! Sei sempre la solita! Tu sei la vittima e gli altri dei carnefici! Se qualcosa va storto nella tua vita è sempre colpa di qualcun altro! Non ti prendi mai delle responsabilità!”

“Fanculo Rachel!” disse Chloe puntandole un dito contro.

“Ho pensato che se ti avessi detto la verità te la saresti presa esattamente come stai facendo ora! Avremmo litigato e ti avrei persa! Ti avrebbe distrutto e io non volevo farti del male!”

“Cazzo Rachel, ma ti ascolti quando parli?! Non volevi farmi del male?!” disse Chloe mostrandosi scioccata.

“E dimmi, questo l’hai pensato prima o dopo esserti scopato Frank?!”


“Ho commesso un errore e non c’è stato un giorno in cui non mi sono sentita in colpa verso di te! Se potessi tornare indietro cambierei le cose, ma non posso farlo! Posso solo dirti che mi dispiace!”

“Oh, grazie Rachel, ora mi sento decisamente meglio” disse Chloe con sarcasmo.

Rachel la guardò scuotendo la testa e disse sottovoce: “Spero che a Max riserverai un atteggiamento migliore, anche se ne dubito fortemente”.

Chloe che fino a quel momento camminava avanti e indietro, si fermò di colpo alle sue parole e chiese: “Che cosa hai detto?!”

“Hai sentito benissimo!”

Ricominciò a camminare avanti e indietro. “Non osare tirarla in mezzo!” 

“Hai già iniziato a comportarti da stronza! Lei si preoccupa per te e tu scatti come una molla! Sei tesa come una corda di violino e basta niente per farti uscire fuori di testa! Dimmi Chloe, lei lo sa che intenzioni hai?! Gliene hai parlato?!”

Chloe non rispose continuando a camminare senza guardare Rachel.

“Hai idea di cosa cazzo ha fatto per salvarti il culo?! Ha distrutto una città intera! Ha ucciso delle persone solo per te! Tu invece cosa hai fatto per lei?! Cosa cazzo hai mai fatto per gli altri in generale?! Più che lamentarti non ricordo altri eventi degni di nota! Povera Chloe, abbandonata dalla sua migliore amica! Aveva tredici anni, come cazzo credevi sarebbe potuta rimanere con te?! Te la sei presa addirittura con suo padre, per aver agito nell'interesse di sua figlia!”

“Lei è comunque responsabile per non essere rimasta in contatto con me”.

“Ma davvero Chloe?! Lo pensi davvero?! E tu cosa hai fatto per ridurre le distanze tra voi?! Sei andata a trovarla?! Le hai scritto delle lettere?! Ah già, dimenticavo che le hai scritto delle lettere senza mai mandargliele!”

“Lei mi ignorava quando le inviavo dei messaggi, cosa ti fa pensare che avrebbe risposto a delle lettere?!”

“Max ha la sua parte di responsabilità per non averti risposto, di non essere rimasta in contatto con te, ma sai bene che non ha avuto vita facile a Seattle! Non eri l'unica a soffrire! E comunque tu non hai fatto davvero nulla per cambiare le cose. Hai solo assunto un atteggiamento da vittima come fai sempre continuando a lamentarti. Dici che ti ho mentito, che ti ho tenuto nascosta la verità, ma tu non sei da meno. Stai facendo lo stesso con Max. Perché non le dici dei soldi rubati dall'ufficio del preside Wells?! Lo sa cosa hai in mente di farci?! Lo sa che hai letto il suo diario di nascosto?! Hai violato la sua privacy come ha fatto David in casa tua. Quindi fammi capire bene Chloe, finché sei tu a commettere degli errori va tutto bene, ma se sono gli altri a sbagliare sono tutti dei gran bastardi giusto?!”

Chloe di colpo si fermò afferrando una sedia e lanciandola verso una finestra mandando il vetro in frantumi. “SMETTILA!”

“La verità fa male vero Chloe?! È per questo che non vuoi dirle nulla. Non vuoi farle del male come io non volevo farne a te. La tua rabbia e tutto il dolore che provi ora non andrà via tanto facilmente, non riversarlo su di lei”.

A un tratto si sentì un rumore provenire fuori dall’aula. “Cos’è stato?” chiese Chloe.

Rachel si avvicinò alla porta dell’aula, rimanendo in ascolto.

“Che c’è? Per caso Chris Redfield ti sta cercando per farti fuori?” disse Chloe con sarcastica.

Rachel la guardò con aria preoccupata. “Adesso devo andare Chloe, non posso restare oltre”.

“Cosa?! Ma di cosa parli?! Chi c’è lì fuori?!” chiese Chloe confusa.

“Chloe devo andare ed è ora che tu ti svegli!” Rachel uscì di corsa dall’aula senza voltarsi. Chloe cercò di seguirla ma nel pavimento si aprì una voragine e cadde all’interno.

Chloe si svegliò di soprassalto, pensando al sogno assurdo che aveva appena fatto. Si passò le mani sul viso sospirando, quando a un tratto si accorse che la porta della sua camera era per metà aperta. Rimase a fissarla per un po' fino a quando non ebbe il coraggio di alzarsi per controllare. Aprì del tutto la porta lentamente e chiamò con un sussurro Rachel. Non ricevette nessuna risposta, così uscì dalla stanza e si guardò intorno. La porta della camera da letto dei Caulfield e quella della stanza di Max erano chiuse. Era buio pesto, ma notò una luce provenire dal bagno. La porta era semiaperta. Si avvicinò lentamente e spinse la porta con una mano, rimanendo fuori e guardando all’interno. Non c’era nessuno, così entrò dentro e andò al lavello per sciacquarsi la faccia, ma in quel preciso istante la porta si chiuse di colpo. Chloe si voltò di scatto verso la porta e quando vide chi aveva di fronte, cadde a terra trascinandosi all’indietro senza staccare gli occhi da lei. Arrivò fino ad appiattirsi contro la vasca da bagno alle sue spalle.

“No, non è possibile...” disse Chloe.

“Ciao Chloe, cosa non è possibile?”

“Non sei reale!”

“Oh, certo che lo sono. Lo sono quanto te Chloe”.

Chloe restò in silenzio mentre guardava davanti a sé una ragazza, forse di qualche anno più grande di lei che aveva le sue stesse fattezze. Qualcosa di diverso era l'aspetto. Era vestita con pantaloni e giacca in pelle nero. Si riuscivano a intravedere dei tatuaggi lungo il collo. Aveva le orecchie tempestate di orecchini di ogni tipo, piercing al naso, labbro inferiore e su di un sopracciglio. I suoi capelli erano completamente neri e più lunghi, legati dietro con una piccola coda alta. Aveva gli occhi arrossati, puzzava d'alcool e sembrava essere sotto effetto di qualche droga. La sua espressione non faceva presagire nulla di buono.

“Tu... non sei me...”

“È qui che ti sbagli. Mi presento. Sono Chloe Elizabeth Price e non sono altro che il risultato delle tue scelte. Avanti Chloe non essere così sorpresa.

Lo sai bene che le tue scelte di vita non sono mai state... come dire... sagge? Però devo ammetterlo, ce la spassiamo alla grande eh...” disse ridendo.

“Dov’è finita quella puttana di Rachel? Mi è sfuggita ancora ma la troverò. Dovresti smetterla d’incontrarla e soprattutto di ascoltarla, vuole farti solo il lavaggio del cervello. Del resto è brava in queste cose, sa bene quali tasti toccare. Non è vero Chloe?” disse in modo malizioso.

“C-che scelta ho fatto?”

“Lo sai bene cosa hai scelto. Guardati intorno, questa non è la tua vita, non ti appartiene. Insomma Chloe parliamoci chiaro, non dovresti nemmeno essere qui. Sei fuori posto. Tu sei uno spirito libero, hai bisogno di vivere sul filo del rasoio per vivere davvero. Ed è per questo che io esisto”.

“Non capisco...” disse Chloe con un filo di voce.

“Lo capirai molto presto. Stai rimandando l’inevitabile Chloe. Non potrai sottrarti ancora a lungo al tuo destino. Prima che tu te ne possa rendere conto ti ritroverai a percorrere la strada che ti porterà a questo” disse l’altra Chloe indicando sé stessa. “Non male vero?”

Chloe continuava a fissarla spaventata con il cuore che le martellava nel petto. Com’era possibile che la persona che aveva davanti fosse lei? L’altra Chloe si abbassò davanti a lei guardandola dritta negli occhi. “Chloe, quando arriverà quel momento e credimi arriverà, io sarò lì ad attenderti. Non sarai da sola”.

Si rialzò voltandosi per uscire dal bagno aprendo la porta, ma si fermò. “Ah... a proposito, Max non è poi così male. All’inizio ha fatto un po' di storie, ma credimi una volta che le fai capire bene chi è che comanda, diventa un cagnolino. È disposta a fare qualsiasi cosa tu voglia” disse facendo un occhiolino a Chloe.

“C-cosa vuoi dire?! Che le è successo?! Che cosa le hai fatto?! RISPONDI CAZZO?!”

“Cosa le ho fatto?! Cosa le abbiamo fatto vorrai dire... ahahahah... ci si vede Chloe Price... ci vedremo molto presto...” uscì dal bagno chiudendo la porta. Chloe si alzò immediatamente cercando di seguirla per chiedere spiegazioni, ma la porta sembrava bloccata. Iniziò a battere i pugni sulla porta gridando.

“Maledetta stronza cosa le hai fatto? Fanculo... Lasciala stare, non toccarla...”


Chloe continuò a urlare dopo essersi svegliata nel proprio letto. Per quella notte i genitori di Max balzarono dal letto una seconda volta.
Solo che questa volta la destinazione non era la stanza di Max. Ryan entrò nella stanza avvicinandosi alla ragazza. “Chloe, che succede? Chloe guardami? Ti senti male?”

La ragazza faceva fatica a parlare per via del pianto. Vanessa era pietrificata da quella scena. Sua figlia non era più la sola ad avere degli incubi. Arrivò anche Max di corsa entrando nella stanza e trovò Chloe in lacrime. Si avvicinò a lei. “Chloe che succede?”

Chloe alzò lo sguardo su di lei e l'afferrò per le spalle. “Max... stai bene?! Io... io non ti ho fatto del male vero?! Non ti ho ferita?!”

“Chloe, ma che dici?!”

Ryan era confuso. "Max, ma di cosa sta parlando?”

“Non lo so papà. Chloe è tutto ok, va bene? Io sto benissimo”.

Chloe iniziò a calmarsi allentando la presa sull'amica. Tornò a sdraiarsi e in poco tempo si addormentò. Tornarono tutti nelle loro stanze, con una preoccupazione in più. Non riuscendo a dormire, Max scese al piano di sotto per prendere un bicchiere di latte. Rimase nel salotto, seduta al buio a pensare a Chloe e a quello che era successo. Possibile che anche lei soffrisse dei suoi stessi incubi? Cosa aveva sognato? Perché ha chiesto se le aveva fatto del male? A cosa si riferiva?

“Non riesci a dormire neanche tu?” disse Ryan facendo saltare dallo spavento Max che non si era accorta della sua presenza.

“Papà, mi hai spaventata!”

“Scusami, non era mia intenzione” disse Ryan sedendosi sull’altra poltrona. “Vuoi parlarne?”

“Non penso ci sia molto da dire in proposito. Adesso anche Chloe ha degli incubi. Non ne ha mai avuti da quando siamo qui a Seattle. Che sta succedendo?!”

“Beh, anche lei ha vissuto qualcosa di terribile, non ci trovo nulla di strano. Anzi, mi chiedo come mai non ne abbia avuti già prima”.
Max guardò suo padre riflettendo sulle sue parole.


E se ne avesse già avuti? Questo vorrebbe dire che non me ne ha parlato di proposito. Forse non voleva farmi preoccupare, ma avevamo deciso di dirci tutto, perché allora non parlarmene?
Che ipocrita che sono, non le ho nemmeno detto di Jefferson, come posso pretendere che si apra con me quando io sono la prima a non farlo.


“Max! Max, mi senti?”

“Eh?!”

“Dicevo, forse è il caso di andare a dormire. Domani vi aspetta una lunga giornata”.

Max guardò suo padre confusa. “Max, non avrai già dimenticato il pranzo con i tuoi compagni vero?”

“Ah... giusto. Tu vai pure papà, finisco di bere il latte e vado a dormire anche io”.

“Ok”.

Ryan alzandosi diede un bacio sulla fronte di sua figlia augurandole una buonanotte. O almeno, quello che ne rimaneva. Max finì di bere e prima di tornare nella sua stanza si assicurò che Chloe stesse riposando. Non dormì per il resto della notte.



Domenica 27 ottobre 2013

Il mattino seguente Max si alzò presto dal letto visto che non era riuscita più a dormire. Era andata a farsi una doccia, e dopo aver fatto colazione, aveva deciso di dare una mano a sua madre nei preparativi per il pranzo. Chloe invece non accennava ad alzarsi, rimanendo a letto a fissare il soffitto e ripensando alla notte passata.


Quella era davvero io? Davvero potrei finire così? Beh... in passato ho avuto problemi con droghe e alcool. Il tatuaggio ce l’ho per davvero, piercing e orecchini anche. Al diavolo non sono quelle le che cose che mi hanno spaventato. Qualcosa negli occhi dell'altra me, mi ha spaventato. Cazzo, non ho nessuna voglia di alzarmi. Vorrei soltanto fumarmi una sigaretta in stanza e rimettermi a dormire. Tanto per cambiare, oggi verranno gli amici di Max a pranzo. Fanculo, che tempismo del cazzo. Si, sono proprio dell’umore adatto per fare conversazione. Ok Chloe, fatti forza e ricorda il patto con Ryan.


Così decise di alzarsi dal letto e andò in bagno per fare una doccia. Appena fu davanti alla porta del bagno si fermò. Ryan stava salendo le scale e la vide. “Buongiorno Chloe”.

Chloe si girò e rispose al saluto. “Buongiorno Ryan, ti serve il bagno?”

“No Chloe, devo prendere una cosa in camera da letto. Se ti serve il bagno va pure. Dovresti prepararti, gli amici di Max arriveranno prima dell’ora di pranzo”.

 
Wow, ma questo è grandioso, spero che dalla mia espressione si noti quanto sono felice.

 
Continuò a guardare la porta senza fare nemmeno un passo. Quando Ryan uscì dalla sua camera da letto trovò la ragazza ancora davanti alla porta.

“Ehm... Chloe, sei ancora qui?”

“Mmh?! Si... io stavo solo... assicurandomi che... ehm...”

“Assicurarti che la porta si mantenga da sola al suo posto?” chiese Ryan con un sorriso.

“Eheheh... questa era davvero bella Ryan... davvero...” disse Chloe cercando di far finta di nulla.

“Dai sbrigati, non vorrai metterci l’intera giornata spero”.

“Oh no, certo che no... allora vado”.

La ragazza dopo essere entrata nel bagno, si girò intorno quasi aspettandosi di veder comparire l’altra Chloe. Si avvicinò al lavello guardandosi allo specchio.


Aveva ragione Rachel. Sembro proprio un panda, ma almeno non ho gli occhi dell’altra me, non ancora almeno. Ma cosa cazzo vado a pensare?! Era solo un sogno.


Fece una doccia veloce si vestì indossando una maglietta nera con sopra una camicia a quadri grigia e dei jeans strappati come di consueto. Nella loro escursione alla ricerca di vestiti, Chloe aveva cercato rimanere il più possibile vicino al suo solito stile. Quando Vanessa aveva visto gli abiti non disse nulla, ma era chiaro ed evidente che non si aspettasse dei buchi in ogni dove. Entrò in cucina temendo che le chiedessero cosa avesse sognato durante la notte. Con sua grande soddisfazione nessuno le chiese nulla al riguardo, nemmeno Max. Anche se ogni tanto le lanciava un’occhiata che non la faceva sentire a proprio agio.
Nonostante non le chiesero nulla dei suoi sogni, cercarono di capire almeno se stesse bene e se fosse riuscita a riposare. Dal suo aspetto si vedeva chiaramente quanto fosse sfinita per non essere riuscita a dormire bene.

“Buongiorno Chloe. Spero che tu sei riuscita a dormire. Stanotte eri davvero stravolta e spaventata” disse Vanessa.

Chloe guardò Max ricordando che le aveva chiesto se le avesse fatto del male. Distolse lo sguardo cercando un modo per liberarsi da quella situazione insopportabile. Mentre tutti la guardavano lei disse: "Effettivamente ho avuto qualche problema a dormire stanotte. Ero molto preoccupata, perché aveva un po' d'influenza. Sono rimasta accanto a lei a vegliare fino a quando finalmente si è addormentata. Ma poi si è messa a russare per il resto della notte, non dandomi pace".

I Caulfield guardarono verso Max che era molto più confusa di loro. Alla fine Vanessa chiese: "Chloe, chi aveva l'influenza e russava?"
"Oh beh... Sharon. Chi altro poteva essere?!"

Ryan portò una mano a pugno davanti alla bocca cercando di trattenersi dal ridere. Anche Max cercò di nascondere la risata voltandosi da un'altra parte. Vanessa guardò entrambi e poi Chloe "Non siete divertenti".

“Ehm... scusate se ho fatto tardi ad alzarmi” disse Chloe tornando seria.

“Oh, non essere sciocca, non c’è nessun problema. Vuoi fare colazione? Anche se così potresti rovinarti l’appetito per dopo” disse Vanessa.

“Mamma, non credo che Chloe abbia dei problemi in quel senso”.

“Bella battuta Max” disse Chloe.

“Non era una battuta” rispose Max sorridendo.

“Ehi, questo mi ferisce nel profondo della mia fame” disse mettendosi una mano sulla pancia.

Ryan e Vanessa scoppiarono a ridere. “Vedo che certe cose non cambiano con il passare degli anni” disse Ryan.

“Vero Ryan, da piccole hanno sempre avuto dibattiti del genere. Eravate due pesti” disse Vanessa rivolgendosi alle ragazze.
Max e Chloe si guardarono sorridendo, ma distolsero subito lo sguardo.

“Allora Chloe, vuoi qualcosa?”

“Uhm... prenderò solo del caffè, ho intenzione di lasciarvi a bocca asciutta a pranzo”.

“Staremo a vedere” disse Ryan con aria di sfida.

Dopo aver bevuto il suo caffè decise di andare a fumare una sigaretta fuori, ma Ryan la fermò.

“Chloe, dove vai? Non avevi detto di voler aiutare in cucina?”

“Ah! Ehm... giusto, m-ma certo... l’avevo dimentico... che sbadata che sono”.

“Davvero Chloe?! È davvero carino da parte tua. Allora potresti aiutare Max a tagliare le verdure” disse Vanessa.

“Ma certo, consideralo già fatto” disse Chloe guardando Ryan mentre si arrotolava le maniche della camicia tirandole su. Ryan stava ridendo cercando di nasconderlo, ma a Chloe non sfuggì nulla e fece una smorfia di disappunto.

Chloe si posizionò di fianco a Max mentre Vanessa le passava un coltello. “Mi raccomando state attente a non tagliarvi”.

“Grazie per la fiducia Vanessa” disse sottovoce Chloe mentre Vanessa si allontanava.

“Chloe!” disse Max guardandola.

“Ooook, ricevuto il messaggio” rispose Chloe mentre sorridendo guardava il coltello che aveva tra le mani. Si voltò verso la sua amica con sguardo strano. Impugnando il coltello come per sferrare una pugnalata, iniziò a canticchiare la colonna sonora di Psyco avvicinandosi di più a Max.

Max scoppiò a ridere. “Sei la solita idiota”.

“Ehi, non ridere. Dovresti entrare di più nella parte”.

“Piantala!

Mentre Max tagliava le verdure fece una risatina. Chloe si girò verso di lei mentre continuava ad affettare. “Perché stai ridendo?”

“Niente, stavo solo pensando ai nostri esperimenti in cucina, quando eravamo piccole”.

“Da fare invidia a Master Chef o Master Cess".

“Ahahahah... ricordi quella volta che abbiamo cercato di preparare dei biscotti?” chiese Max.

“E come potrei dimenticarlo. Eravamo così imbiancate di farina. Per fortuna nessuno ci ha viste altrimenti avrebbero chiamato la polizia. Saremmo potute finire in manette. Ci avrebbero arrestate per possesso e spaccio di stupefacenti”.

“Sarebbe stata colpa tua in quel caso”.

“Perché?”

“Sei stata tu a lanciarmi la farina per prima”.

“Ma non è vero”.

“Si invece”.

Chloe ci pensò un attimo e sorrise. “Si, ho iniziato io. Si vede che te lo meritavi”.

“Si certo, come no”.

“E quella volta che abbiamo cercato di preparare una semplice insalata per i miei e invece del sale abbiamo messo lo zucchero?” disse Chloe ridendo.

Max scoppiò a ridere. “Ok, lo ammetto. Quella volta è stata colpa mia. Ma a mia discolpa posso dire che il sale e lo zucchero sono praticamente identici. Difficile distinguerli”.

“Max, non dire cazzate! Bastava guardare i barattoli!"

“Chloe, i barattoli erano uguali!"

Chloe fermandosi dal tagliare le verdure, guardò l’amica. “Ma davvero?! No perché sai, io ricordo bene che su un barattolo c’era scritto zucchero e su l’altro sale!”

“Ah…” disse Max non sapendo più come controbattere.

“Deve essere stato davvero difficile per te. Voglio dire, condire un’insalata e leggere nello stesso tempo non è da tutti” disse Chloe ridendo.

“Idiota!" disse Max dando un pugno sul braccio dell’amica.

“Ahia!”


Continuarono a guardarsi ridendo e poi a un tratto le loro risate scomparvero. Perché era così sbagliato divertirsi insieme? Come poteva essere così difficile lasciarsi andare a momenti spensierati come quello? Come poteva il senso di colpa insinuarsi con prepotenza nelle loro menti e nei loro cuori? Dopo qualche minuto di silenzio Chloe riprese a parlare.
 
“Di quel giorno ricordo bene quando sono tornati a casa mamma e papà. Erano felici e preoccupati allo stesso tempo per quell’insalata. E ne avevano tutte le ragioni” disse Chloe con un sorriso triste, perdendosi nel ricordo dei suoi genitori.

“E Joyce che dopo il primo boccone è corsa a sputare tutto nel lavandino” continuò Max con un'espressione triste.

“Già... e papà invece faceva finta di nulla, sforzandosi di mangiare ancora quello schifo. Continuava a dire che era buono solo per farci contente, ma si vedeva che si stava trattenendo dal vomitare”.

A un tratto Chloe sentendo singhiozzare si voltò verso la sua amica. La vide con le mani sul volto che piangeva. Chloe si affrettò ad afferrarla per le spalle, facendola girare verso di lei. “Ehi Max, ti prego non piangere. Scusami, non avrei dovuto dire queste cose”.

“Chloe, non dovresti essere tu a scusarti” disse Max tenendo ancora le mani sul viso.

Chloe le afferrò le mani e gliele abbassò. “Allora smettiamola entrambe di scusarci”.

Max abbassò lo sguardo e Chloe le prese il viso tra le mani asciugandole le lacrime. In quel momento tornò Vanessa in cucina. Guardando sua figlia inizio a preoccuparsi. “Max, perché piangi?”

Intervenne Chloe sforzandosi di ridere: “Maledetta cipolla, riesce sempre a farla commuovere”.

Detto ciò rimase in attesa per vedere se la donna avesse abboccato al suo tentativo di nascondere il perché di quelle lacrime. Vanessa si rilassò ridacchiando. “Ok ragazze, lasciate fare pure a me, finisco io con le verdure”.

“NO!” disse Chloe temendo di essere scoperta dall'aver mentito a Vanessa a proposito delle lacrime di Max. Le cipolle erano ancora intatte sul ripiano della cucina. Vanessa la guardò stranita.

“Cioè, abbiamo deciso di aiutarti. Quindi finiamo noi. Vogliamo fare la nostra parte. Vero Max?”

Max annuì guardando prima Chloe e poi sia madre.

“Ok, va bene. Allora continuate pure”.

Quando Vanessa si allontanò, Chloe torno al suo posto prendendo il coltello e ricominciando a tagliare le verdure. “C'è mancato poco...”

“Già...” rispose Max prendendo anche lei il coltello e rimettendosi a lavoro.

Chloe vide le cipolle. “Sai qual è la parte più divertente di tutto questo?” chiese Chloe.

“Non lo so, ma ho la strana sensazione che me lo dirai”. 

“Le cipolle! Dobbiamo tagliarle davvero cazzo. Hai mai visto un panda che piange Max?”

“No” rispose Max con un sospiro.

“Bene, preparati perché stai per vederne uno” disse Chloe indicando le sue occhiaie.

Max rise. Chloe la osservò mentre rideva e disse: “Vorrei vederti sempre così”.

Max la guardò e Chloe si ritrovò a pensare al diario. Così distolse lo sguardo e disse: “Prima di tagliare le cipolle, ho assolutamente bisogno di fumare. Ti dispiace iniziare da sola?”

“Vai pure, tanto lo so che vuoi evitarle”.

 
No Max, non è questo. Voglio solo evitare il senso di colpa che mi attanaglia il cuore ogni volta che ti guardo. Il senso di colpa per non aver avuto il coraggio di costringerti a sacrificarmi. Il senso di colpa per tutto quello che ti nascondo. Il senso di colpa di essere felice quando sto con te e poi ripensare a mia madre, al fatto che non c'è più e sentire di non meritarmi di essere ancora qui. Si può essere felici e tristi allo stesso tempo? Vorrei tanto poterti dire tutto questo, ma non posso senza rischiare di farti del male.


“Già, mi conosci troppo bene Max. Vado a fumare e torno. Promesso...” rispose Chloe.


Chloe uscì nel cortile a fumare sedendosi sui soliti gradini. Ryan ne approfittò e segui la ragazza per concedersi anche lui una sigaretta.

“Spero che tu abbia finito di tagliare le verdure”.

“Pff... non preoccuparti, dopo questa torno dentro”.

Ryan notò il cambio d'umore della ragazza. Sedendosi vicino a lei si accese una sigaretta. “È successo qualcosa?”

Chloe scosse la testa.

“A giudicare dalla tua espressione non si direbbe. Allora, sei curiosa di conoscere gli amici di Max?”

“Dovrei?”

“Non lo so. Io sarei curioso”.

Chloe fece alzò le spalle. Seguì un lungo momento di silenzio, mentre entrambi fumavano. Ryan spezzo quel momento. “Chloe...”

“Mmh?”

“Da quando fai incubi?”

A quella domanda la ragazza si voltò di scatto verso di lui. Si sentiva come una ladra beccata sul fatto. Abbassò lo sguardo senza dire nulla.

“Dovresti parlarne e non tenere tutto dentro e la stessa cosa vale anche per mia figlia. Non dico che dovete parlarne con me e Vanessa, ma tra di voi. Altrimenti la conversazione che avete avuto tempo fa è del tutto inutile. Insomma, non state facendo un buon lavoro”.

Chloe capì a cosa si stava riferendo. “Ci hai spiato?! Hai origliato la nostra conversazione?!”

“Non lo definirei proprio così e poi comunque viviamo sotto lo stesso tetto”.

Ryan proseguì. “Il telefono prima o poi dovrai riaccenderlo Chloe”.

Chloe spense la sigaretta schiacciandola a terra con il piede e iniziò a torcersi le mani per il nervosismo. Ryan non riuscì a ottenere altro dalla ragazza. “Va bene, ne riparleremo”. Ryan si alzò dirigendosi verso la porta per rientrare in casa.

Chloe lo fermò. “Ryan...”

Mmh?”

“Max... sospetta qualcosa?” chiese Chloe riferendosi agli incubi di cui soffriva.

“Dopo questa notte? Tu cosa ne pensi Chloe? So che stai cercando di proteggerla e lo apprezzo tanto, ma forse questo non è il modo giusto di farlo”.

Ryan rientrò in casa lasciando Chloe ai suoi pensieri.

Ormai era quasi tutto pronto. Chloe era nella sua stanza e si stava per addormentare mentre Max era in bagno. Il campanello di casa Caulfield suonò. Gli amici di Max erano arrivati. Ryan aprì la porta accogliendoli. Nel frattempo Chloe di sopra, si era accorta dai rumori l'arrivo dei due ragazzi. Uscì dalla sua stanza sedendosi sulle scale del pianerottolo e rimanendo in ascolto della loro conversazione.

“Salve Ryan” dissero in coro i ragazzi.

“Ehi ragazzi, ne è passato di tempo, ma prego accomodatevi”.

“Grazie Ryan” dissero entrambi i ragazzi.

Vanessa si precipitò da loro mentre Ryan li salutava. “Oooh ragazzi, quanto tempo che non ci vediamo, non siete cambiati per niente, siete sempre stupendi”.

“Anche tu Vanessa” disse Fernando.

Chloe fece un gesto con due dita nella bocca per come per stimolare il vomito con la lingua di fuori dicendo bleah.

“Aaaah... ho la mia età Fernando e si vede tutta” rispose Vanessa.

“Appunto Ferdinando, potrebbe essere tua madre quindi blocca gli ormoni” disse Chloe tra sé e sé ridendo.

Fernando a un certo punto consegnò qualcosa a Ryan. “Questo è da parte mio padre”.

“Oh, ma non doveva disturbarsi”.

“Ma no Ryan nessun disturbo, anzi”.

“Beh... ringrazia tuo padre da parte mia. Uhm... devo ammettere che tuo padre ha avuto sempre buon gusto per i vini” disse Ryan osservando la bottiglia.

“Vino? Hai capito a Ferdinando, vuole far ubriacare Ryan per approfittare di Vanessa. Ingegnoso il ragazzo” disse Chloe.

Anche Kristen consegnò qualcosa a Vanessa. “Wow Kristen, ma questo dolcetti sembrano davvero deliziosi”.

Questi sono da parte di mia madre, è una sua nuova ricetta”.

“Oooh, ringraziala tanto da parte nostra. Sono sicura che saranno buonissimi, non vedo l'ora di assaggiarli”.

“Whoa whoa, fermi tutti! Una nuova ricetta e vuole farla assaggiare a noi?! Per caso ci vuole usare come cavie per vedere se è commestibile?!”

Max che era uscita dal bagno già da un po’, aveva ascoltato le parole dell'amica. “Vedo che ti stai già divertendo”.

“Max!” disse Chloe sorpresa alzandosi subito. “Stavo aspettando che uscissi dalla tua camera? Ma dov'eri?”

“In bagno, tu invece cosa stavi facendo? Stavi affinando le tue arti?”

“Uhm... potrebbe essere un bel modo di definirlo” disse sorridendo Chloe.

Max sospirò. “Chloe ascolta, potresti cercare di... di...” disse Max cercando di trovare le parole adatte.

“Di...? Di fare cosa? Saltare in un cerchio di fuoco? Lasciarvi qualcosa per pranzo? Di non mangiare con le mani davanti ai tuoi compagni? Di non provarci con nessuno dei due? Oppure...”

“Chloe no! Vorrei solo che per oggi tu fossi meno... meno te ecco”.

“È questo cosa cazzo dovrebbe significare?” chiese riflettendoci un po’ su. Poi sorrise. “Ah, ora ho capito. Aspettami qui torno subito”.

“Ma dove stai andando?” chiese Max vedendola dirigersi in camera sua.

“Vado a prendere l'altra mia personalità”.

“Oddio Chloe” disse Max afferrandola per un braccio e tirandola, per scendere le scale.

“Wow Max, come hai fatto a indovinare cosa mi dicono gli altri quando sono a letto con me?”

Max si fermò di colpo scioccata, arrossendo davanti alla sfacciataggine della sua amica.

“Beh... ti serviva un po’ di colore Max, adesso sei perfetta”.

Max la colpì con una gomitata. “Ehi, oggi sei proprio manesca, mi piace”.

“Chloe, basta ti prego”.

Chloe la guardò tornando seria. “Ok, va bene Max. Tranquilla, non rovinerò la vostra rimpatriata”.

A un tratto dal salotto Ryan chiamò le ragazze. Chloe e Max si guardarono di nuovo. “Prego, vai avanti tu” disse Chloe con un gesto.


Porco cazzo e adesso? Ok Chloe ce la puoi fare, guarda il lato positivo... cioè le sigarette. Finirà questa giornata in men che non si dica... spero.

 
Arrivarono al piano di sotto, Max avanti e Chloe qualche passo indietro. Quando Max e i ragazzi si guardarono, rimasero fermi un po’ troppo a lungo in silenzio. A un tratto i due ragazzi si fiondarono su Max abbracciandola piangendo. Anche Max e Vanessa iniziarono a piangere.

“Max eravamo così preoccupati per te. Non hai idea di quanto abbiamo pregato affinché stessi bene” disse Fernando.


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“Pensavamo che ti fosse successo qualcosa e che non ti avremmo più rivista. È così bello poterti rivedere” disse Kristen.

È bello anche per me rivedervi” rispose Max.

Alla fine si staccarono dall'abbraccio asciugandosi le lacrime. “Ok, è il caso che prenda dei fazzoletti per tutti” disse Vanessa.
“Oh cielo, quelli sono capelli veri?” chiese Kristen guardando Chloe con sguardo riverente.


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Tutti si voltarono verso Chloe. “Ehm... s-si... se sono attaccati alla testa presumo siano veri”.

I genitori di Max sorrisero.

“Fernando, Kristen lei è Chloe” disse Max presentandola.

“Oh, piacere di conoscerti Chloe” dissero i ragazzi.

“Piacere mio” rispose Chloe.

“Bene, ora che le presentazioni sono finite, accomodatevi pure, vi porto subito qualcosa da bare. Nel frattempo fate come se foste casa vostra” disse Ryan allontanandosi.

“Come stanno i vostri genitori?” chiese Vanessa ai ragazzi mentre prendevano posto sul divano.

“Oh, i miei sono come al solito indaffarati con il lavoro, sono un po’ stressati, ma tutto sommato stanno bene”.

“I miei invece stanno cercando di tornare insieme e spero sinceramente che lo facciano. È un po’ stressante continuare a fare da pallina da ping pong tra loro.”

“Oh cara, mi dispiace così tanto, ti auguro davvero con tutto il cuore che tornino insieme. Sono entrambi delle brave persone e meritano di essere felici e lo meriti anche tu”.

“Grazie Vanessa è molto gentile da parte tua”.

“Ok, adesso torno in cucina a finire di preparare”.

“Ha bisogno di una mano Vanessa?”

“Oh no, ma grazie per il pensiero” disse Vanessa tornando in cucina.


Max e Chloe erano sedute sulle poltrone davanti al divano. Fernando stava per aprire bocca, ma venne interrotto dall’arrivo di Ryan che portava con sé un vassoio con dei drink analcolici per i ragazzi. Inutile dire che Chloe pensò a una bella birra ghiacciata, invece di una bevanda alla frutta.

“Ok, eccoci qua. Dissetatevi pure e se avete bisogno di qualcos’altro non esitate a chiedere” disse Ryan appoggiando il vassoio al centro del tavolo.

“Grazie Ryan” dissero i ragazzi.

Ryan si allontanò tornando in cucina da sua moglie. I ragazzi presero i loro drink sorseggiando.

Fernando guardò Max. “Allora, so che è una domanda stupida, ma come stai?”

Chloe guardò l’amica che stringeva un po’ troppo forte il suo bicchiere.

“Ehm... beh... s-sto bene... cioè potrei stare meglio, ma credo che ci vorrà del tempo”.

“Si hai ragione Max. Quello che hai vissuto deve essere stato davvero difficile. Il tempo guarisce tutte le ferite”.


Si, peccato che sono stati proprio i miei viaggi nel “tempo” a causare il tornado.


“Comunque non dovremmo parlare di questo, finalmente siamo di nuovo tutti insieme ed è questo l’importante” disse Kristen con voce tremante forse accorgendosi delle difficoltà di Max.

“Si, hai ragione Kristen” rispose Fernando.

Fernando guardò in direzione di Chloe mentre beveva un altro sorso dal suo drink. “Allora Chloe, parlaci un po' di te, chi sei e come conosci Max”.

Intervenne Max. “Lei è la mia amica d’infanzia, ci conosciamo da quando eravamo piccole. Praticamente siamo cresciute insieme”.

“Ah, siete come sorelle allora” disse Kristen un po’ sorpresa.

“Strano, non mi ricordo di quando ci hai parlato di lei” disse Fernando rivolgendosi a Max.

“È normale che non ricordi, non ce ne ha mai parlato” rispose Kristen.

Chloe si irrigidì riflettendo sull’informazione appena ricevuta.


E così loro non sanno un bel niente di me. Non mi hanno mai sentita nemmeno nominare. Beh... cazzo, per essere considerata la sua mia migliore amica, mi aspettavo qualcosa di diverso. Possibile che non ha mai fatto nemmeno un minimo accenno a me? Eppure io ho parlato di lei a Rachel. Ok... meglio non pensarci. Non è questo il momento di andare fuori di testa e questa è la giornata di Max con i suoi amici, non posso rovinargliela.


“La conosci com’è fatta Max. È chiusa, riservata, timida e così via. Devi sapere che quando è arrivata alla nostra scuola era estremamente silenziosa. Non è stato facile rompere il ghiaccio con lei” disse Kristen a Chloe.

“Vi prego ragazzi, ne dobbiamo parlare per forza?” chiese Max disperatamente in imbarazzo.

“Io ricordo il primo giorno che le ho rivolto la parola. Mi sono praticamente innamorato della sua mitica maglietta di Zelda. Abbiamo scoperto così di avere una passione in comune. Da quel giorno in poi, abbiamo iniziato a stare sempre insieme a mensa e siamo diventati molto amici. Poi le ho presentato Kristen”.

“Si e non puoi immaginare quando fossi contenta di avere finalmente una ragazza come amica” disse Kristen guardando Chloe. “Fernando non ti offendere, sai che ti voglio molto bene. Ma sai anche di quanto ne avevo un assoluto bisogno”.

“Sei solo un’ingrata, non sai quante ragazze farebbero carte false pur di essere mie amiche” rispose Fernando fingendosi offeso.
Alla fine scoppiarono tutti a ridere, inclusa Chloe. “Ok, ma ora stiamo tergiversando. Parlaci un po’ di te Chloe. Ad esempio come mai sei qui?” chiese Kristen.

Max sussultò sul posto. Chloe se ne accorse, ma decise comunque di rispondere in anticipo prima che Max intervenisse. “Sono di Arcadia Bay, la città è andata completamente distrutta dal tornado. Così, siamo scappate venendo qui a Seattle”.

Un silenzio assordante calò nella stanza.

“M-mi dispiace Chloe... io non avevo capito che tu...” disse Fernando.

“No Kristen, va bene. Non potevi sapere”.

Chloe guardò Max che era con il capo chino e si vedeva chiaramente stesse soffrendo.

“Comunque per rispondere alla tua domanda...” disse Chloe guardando Kristen. “Mi chiamo Chloe Elizabeth Price, ho diciannove anni, mi piace la musica punk rock, e anche io adoro i videogame”.

“Aspetta, hai diciannove anni? Sei più grande di noi allora”.

“Si, e vi conviene portarmi rispetto altrimenti vi sculaccio”.

“Wow, questa è musica per le mie orecchie” disse Fernando guardando Chloe con adorazione.

“Ehm... Fernando... cosa è musica per le tue orecchie? Le sculacciate?” chiese Kristen, mentre Max portandosi una mano alla fronte pensando a cosa aveva causato Chloe.

“Ma noooo... mi riferivo al fatto che le piacciono i videogame, questo è super mega galattico”.

“Super cosa?” chiese Chloe ridendo.

“Ah... meno male, iniziavo a pensare che ti fosse andato di volta il cervello. Comunque... Chloe io... io devo chiedertelo. Lo so che ti sembrerà una richiesta strana, ma ti prego, ti scongiuro, fammi toccare i tuoi capelli”.

Chloe spalancò la bocca guardando prima Max che rideva e poi Kristen. “Perché vuoi toccarli?”

“Perché sono fantastici. Ti prego, ti prego, ti prego... posso?”

“E poi io sarei quello fuori di testa” disse Fernando.

“O-ok, se proprio vuoi farlo, va bene?”

Kristen si alzò velocemente dal divano e si avvicinò a lei passando una mano tra i suoi capelli. “Wow... sono proprio veri”.

“Ehm... avevi qualche dubbio?” chiese Chloe un po’ in imbarazzo.

“Chloe, abituati a lei è fatta così. Può sembrare ubriaca ma non lo è credimi”.

“Senti chi parla. Forse dovrei raccontarle di quando siamo andati a vedere il ‘Fremont Troll’. Ti ricordi di quella giornata Max?”

“Certo che me la ricordo” disse Max ridendo.

“E tu Fernando, ti ricordi? Ah no scusa, è impossibile che ricordi visto che eri completamente andato”.

“A dire il vero lo eravate entrambi. Se non fosse stato per me non saremmo più potuti tornare a casa” disse Max continuando a ridere.

“Oh bene, grazie tanto per la solidarietà femminile Max. Comunque io ero solo leggermente brilla. Fernando invece non riusciva nemmeno più a distinguere la mano destra da quella sinistra”.

Mentre tutti ridevano, Chloe guardò Max e le chiese: “E tu Max, non hai bevuto proprio nulla?”

“E meno male” disse Fernando continuando a ridere.

“No, non ho bevuto. Qualcuno doveva essere responsabile” rispose Max sorridendo trionfante, scioccando i suoi amici.

“Noooo, davvero hai detto una cosa del genere Max?” chiese Fernando.

“Max, ci hai appena dato degli irresponsabili, non ci posso credere” disse Kristen.

“Beh... ragazzi non sentitevi inferiori a lei, perché se ci fossi stata io sarebbe finita diversamente. Vero Max?” chiese Chloe in modo malizioso.

“Aspetta, mi stai dicendo che la qui presente Max Caulfield ha qualche scheletro nell’armadio? Ora voglio sapere, sono tutta orecchie” disse incuriosita Kristen.

“Io non ho nulla da nascondere. Non ho mai fatto nulla d’irresponsabile” disse guardando Chloe.

“Tu dici? Allora non ti dispiacerà se racconto la nostra degustazione di vini?”

“Degustazione di vini eh...” disse Fernando ridendo mentre guardava Max.

“Ferdinando, devi sapere che...”

“Aspetta, come mi hai chiamato?”

Chloe si bloccò riflettendo. “Ferdinando?!”

“Sbagliato, il mio nome è Fernando”.

“Ah... ok”.

“Oooh... avanti Fernando, non fare il bambino” disse Kristen.

“Ma ha sbagliato il mio nome”.

“E allora? Anche tu sbagli sempre a trovare la porta del bagno, quando vieni a casa mia, ma non te ne faccio una colpa”.

“Ehm... ok allora dicevo... Dovete sapere che Max qui non è così santa come vuol far credere. Pensate che quando eravamo piccole era già interessata al buon vino”.

Kristen non riusciva a smettere di ridere pensando a Max alle prese con del vino.

“Chloe, sei stata tu a insistere nel provare a berlo”.

“Si hai ragione, ma ricordo bene che non ti sei opposta tanto alla mia idea”.

“Si, perché alla fine bisognava fare sempre quello che dicevi tu”.

“Allora, le ho chiesto di bere per prima, ma lei si è rifiutata. Forse perché pensava che stavo cercando di fregarla”.

“E non sarebbe stata la prima volta” rispose immediatamente Max.

“Così, decido di bere io per prima. Subito dopo aver bevuto lei rivuole indietro la bottiglia, ma io mi rifiuto di dargliela. Dopotutto lei si è rifiutata di bere per prima. A un certo punto prova a strapparmi di mano la bottiglia, ma io non glielo permetto. E mentre continuiamo a contenderci la bottiglia, cade a terra sul pavimento macchiando il tappeto. E non è finita qui, alla fine rientrano a casa i miei genitori e ci beccano sul fatto. Morale della favola, se volete non essere scoperti sulle vostre bravate, non invitate lei a partecipare”.

Max rimase in silenzio aggrottando le sopracciglia. “Ma alla fine io non ho bevuto” disse Max soddisfatta.

“Certo, perché non te l’ho permesso, altrimenti ti saresti scolata tutta la bottiglia”.

“A giudicare da come hai cercato di riprenderti la bottiglia da Chloe, si vede che avevi molta sete Max” disse Fernando.

 I ragazzi scoppiarono a ridere.

“Ok Chloe, prima ci hanno interrotto. Voglio assolutamente sapere a quali videogame hai giocato” disse Fernando.

“Uhm... vediamo... Resident Evil, Silent Hill, ma anche Megamen, Super Mario e beh... non posso elencarteli tutti”.

“Questo è super figo, piacciono un casino anche a me Megamen e Super Mario”.

“Allora ti piaceranno anche i giochi da tavola” disse Kristen.

“Ehm... preferisco i videogame, ma mi è capitato di giocare anche con quelli da tavola”.

“Ad esempio?” chiese Kristen.

Intervenne Fernando. “Conosci Dungeons and Dragons?”

“Si, a dire il vero è stato l’unico gioco del genere a cui ho partecipato”.

“Straordinario, io sono un esperto di quel gioco. Tu te la cavi?”

“Diciamo di sì, anche se Mikey e Steph erano sicuramente più in gamba di me”.

Al sentir pronunciare quei nomi Max si voltò verso di lei. “Chi sono Mikey e Steph?”

“Erano due compagni di scuola”.

“Non me ne hai parlato”.

“Come tu non mi hai parlato dei tuoi”.

Rimasero a guardarsi in silenzio.

“Io credo che dovremmo organizzare qualche partita tutti insieme, che ne dite?” disse Fernando.

“Io dico solo che ho una fame da lupi. Se Vanessa non ci chiama subito per il pranzo sento che potrei iniziare a mangiare i piedi del tavolo” rispose Kristen.

Ricominciarono a ridere di nuovo tutti insieme. Ryan che si trovava a passare di lì, li guardò sorridendo. Quella sembrava una giornata completamente diversa dalle altre. Certo, l’inizio non è stato uno dei più piacevoli, ma poi si è aggiustato tutto. Addirittura Chloe sembrava serena, o forse era solo una sua impressione? Tornò in cucina da sua moglie, che aveva sentito le risate dei ragazzi.

“Ryan, cosa sta succedendo di là, non avrai messo dell’alcool nei loro bicchieri vero?”

Ryan ridendo si avvicinò a sua moglie abbracciandola e baciandola.

“Wow... questo per cosa?”

“Ti ho mai detto quanto ti amo?”

“Si, credo di ricordare vagamente i tempi in cui lo dicevi più spesso. Comunque fa sempre piacere sentirselo dire” rispose Vanessa ricambiando l’abbraccio.

“La tua idea di invitare gli amici di Max a pranzo sta funzionando. Si stanno divertendo, sembrano spensierate. Non ricordo nemmeno quando è stata l’ultima volta che ho visto Max ridere così”.

“È vero, spero solo che ci siano più momenti così e che riescano a superare tutto quello che ho successo”.

“Speriamo bene, ma dopotutto sono Max e Chloe. Finché resteranno insieme andrà tutto per il meglio”.

Si staccarono dall’abbraccio. “Per la cronaca, lo so che le mie idee sono sempre migliori delle tue, non capisco perché ne sembri tanto sorpreso” disse Vanessa.

Ryan rise scuotendo la testa. “Cerca di rimanere con i piedi per terra”.

 
Finalmente era tutto pronto in tavola e Ryan chiamò i ragazzi. Li fece accomodare in sala da pranzo. Chloe prese posto accanto a Max, Kristen affianco a Fernando dinanzi alle due ragazze e i genitori ai due lati della tavola. Il pranzo proseguì in maniera molto serena chiacchierando del più e del meno.

“Oooh... credo di stare per scoppiare” disse Fernando poggiandosi una mano sulla pancia piena.

Kristen si aggregò. “Complimenti Vanessa, era tutto davvero molto buono come sempre. Era tutto talmente buono che voglio assolutamente il bis della tua torta al lime”.

“Ma certamente Kristen” rispose Vanessa servendo un altro pezzo di torta. Poi guardando Chloe chiese: “Ne vuoi un altro pezzo anche tu Chloe?”

“Non devi nemmeno chiederlo Vanessa e poi qualcuno deve tener compagnia a Kristen”.

“Sei un pozzo senza fondo Kristen, dovresti pensare di più alla tua linea altrimenti non troverai mai il tuo principe azzurro” disse Fernando prendendola in giro.

“Pensa alla tua di pancia che alla mia ci penso io. E poi sono molto fiera del mio fisico. Semmai un giorno troverò il principe azzurro, dovrà essere un cuoco, altrimenti non se ne fa niente” rispose Kristen suscitando le risate di tutti.

Vanessa rispose: “Oooh dai, siete ancora così giovani, avete tempo per trovare la persona adatta a voi e comunque siete dei bellissimi ragazzi”.

“A proposito, come proseguono gli studi al college?” chiese Ryan ai ragazzi.

“Beh, non è proprio una passeggiata. Però penso che tutto sommato va bene” rispose Fernando.

“Non lamentarti, dovresti sentirti fortunato che frequentiamo lo stesso college, posso aiutarti io se hai bisogno di aiuto”.

Non ho bisogno del tuo aiuto, sono molto in gamba sai?” rispose Fernando. Poi rivolgendosi a Max. “Tu, cosa farai adesso che la scuola è andata distr...”

Intervenne Ryan. “Non c’è problema, ho intenzione di andare a parlare con il preside della vecchia scuola di Max qui a Seattle. Tecnicamente Max ha completato gli anni di liceo. Stava facendo solo un anno in più per poter frequentare il corso di fotografia del professor Jefferson. Penso che una volta spiegata la situazione di quello che è successo, Max non avrà problemi ad accedere a un college”.
 
Quando Ryan pronunciò il nome di Jefferson, Max quasi si sentì mancare torturandosi le mani in grembo. Chloe al suo fianco se ne accorse e le prese una mano senza voltarsi verso di lei, per non dare nell’occhio.

“Chloe, suppongo che tu abbia già finito il liceo, giusto?” chiese Fernando.

“Ehm... non proprio... ho avuto un po’ di problemi a scuola”.

“Sei stata rimandata, bocciata o cosa?”

“Diciamo che più che rimandata, mi hanno rimandata proprio a casa in modo permanente”.

Ryan e Vanessa rimasero sorpresi da quella notizia, la stessa cosa Fernando e Kristen che aveva lasciato la forchetta con l’ultimo pezzo della sua torta a mezz’aria.

Ryan si schiarì la voce. “Oh! Beh, puoi riprendere gli studi. E se proprio non vuoi frequentare la scuola, puoi sempre ottenere il GED superando il test. Potresti studiare direttamente da casa, inoltre ci sono anche dei corsi online che possono fare al caso tuo”.

Chloe guardava Ryan come se lo vedesse per la prima volta in vita sua. Non riusciva a credere alle sue parole. Davvero le stava dicendo di riprendere gli studi? La ragazza non si aspettava niente del genere.

“Ehm... i-io dovrei riprendere gli studi?!”

“Credo di si Chloe, è importante che tu sia diplomata, ti serve per il futuro. Se non vuoi andare al college va bene, ma ti devi almeno diplomare”.

“Io andare al college?!”

“Se vuoi si, potrai andare al college”.

Chloe lasciò andare la mano di Max, la quale iniziò a preoccuparsi per la sua reazione. Anche Vanessa si era accorta della situazione e cercò di riportare l’attenzione su altro.

“Allora, qualcun altro vuole un pezzo di torta?”
 
Tutto tornò alla normalità, almeno così sembrava. La giornata volgeva ormai al termine. Era sera e per i due ospiti era giunto il momento di tornare a casa.

“Ryan e Vanessa, vi ringraziamo per l’ospitalità, siamo stati davvero molto bene e il pranzo è stato divino” disse Kristen.

“Ragazzi, il piacere è stato tutto nostro ad avervi ospiti, è stata davvero una giornata piacevole. Dobbiamo ripeterlo al più presto” rispose Vanessa.

“Sono completamente d’accordo. Quando volete vedere Max ricordate che la porta è sempre aperta per voi. Tornate ogni volta che volete” disse Ryan”.

“Lo faremo Ryan, contaci” disse Fernando.

I ragazzi vennero accompagnati alla porta da Max e Chloe. “Vieni qua fatti abbracciare” disse Kristen avvicinandosi a Max.

“Mi ha fatto tanto piacere rivedervi” rispose Max ricambiando l’abbraccio.

Fu il turno di Fernando di salutarla, mentre Kristen si avvicinò a Chloe abbracciandola un po' troppo stretta. “Mi ha fatto davvero tanto piacere conoscerti Chloe”.

“Ah... ehm... o-ok” rispose Chloe in imbarazzo, dandole un paio di semplici pacche sulle spalle, mentre Kristen la stritolava nel suo abbraccio.

Fu il turno di Fernando di salutarla. Si avvicinò a lei alzando una mano aperta aspettandosi un cinque. Chloe all’inizio non capì cosa voleva che facesse. Poi ci arrivò.

“Oh certo” disse Chloe dandogli il cinque.

“Sei in gamba Chloe” disse Fernando unendosi a Kristen per dirigersi verso l’auto.

“Anche tu Ferdy”.

“Come mi hai chiamato?!”

“Oh santo cielo” disse Kristen afferrando il suo amico per un braccio e trascinandolo verso la sua auto. Mentre si allontanava disse: “Max ti chiamo in settimana, così magari andiamo da qualche parte”.

“Va bene Kristen, ciao” disse Max

“Hai sentito come mi ha chiamato?”  

“Oddio Fernando, ma quando cresci?”

Quando si allontanarono con l’auto Max e Chloe si guardarono ridendo e poi entrarono in casa.

“Non so tu, ma io sono stanca. Credo che me ne andrò in camera a dormire” disse Chloe.

“Si, credo che farò anche io lo stesso” rispose Max.

Augurarono la buonanotte a Ryan e Vanessa prima di andare di sopra. Mentre stavano per entrare nelle loro stanze, Max chiamò l’amica. “Chloe...”

“Mmh?”

“Come ti sembrano Kristen e Fernando?”

“Non sono così male. Li trovo simpatici”.

“Mi fa piacere”.

“Beh... buonanotte Max”.

“Buonanotte Chloe”.

La notte trascorse tranquilla senza incubi.

 
Lunedì 28 ottobre 2013

Il mattino seguente Ryan insistette affinché uscissero per fare due passi. Entrambe le ragazze non ne erano molto felici, ma conoscendo le intenzioni di Ryan e Vanessa di farle uscire dal loro guscio, accettarono senza fare tante storie. Raggiunsero con l’auto il Kerry Park, un piccolo parco pubblico situato a sud della Queen Anne Hill, uno dei quartieri ricchi di Seattle.  Quando arrivarono giusto al centro del parco, trovarono una scultura in acciaio alta circa quattro metri. Era praticamente vuota con dei buchi enormi che coprivano tutta la grandezza della struttura.

“E questo che diavolo è?! Voglio dire, cosa dovrebbe rappresentare?” chiese Chloe girando intorno alla scultura. “Cazzo, sembra che non avessero a disposizione altro materiale, e meno male che siamo in uno dei quartieri più ricchi”.

Passò dall’altra parte della struttura guardando Max attraverso il buco enorme. “Credo che qui la vera opera d’arte si possa vedere solo attraverso la scultura” disse Chloe sorridendo.

“Piantala” rispose Max arrossendo. “Questa scultura viene usata spesso dai bambini per giocarci. Ma viene usata anche come inquadratura per i fotografi”.

Chloe la guardò sorpresa. “Davvero?! Hai mai scattato qualche foto qui?!”

“Qualcuna si”.

“Hai la macchina fotografica con te?”

“No” disse Max mentendo.

“Allora sarà per la prossima volta. Sai... stavo pensando che non hai più scattato foto dopo...”

“Ci sediamo su una panchina?” interrompendola di proposito per evitare il discorso.

“Oh... ok” rispose Chloe sospettosa.

Dopo aver preso posto sulla panchina Chloe tirò fuori una sigaretta e l’accendino. Max la osservò infastidita. “Devi proprio?”

“Si Max, devo proprio”.

“Non so come fai a fumare quella roba” disse Max infastidita.

Chloe si alzò di nuovo dalla panchina. “Ok Max, mi allontano un po’ per fumare e poi torno. Così va meglio?”

“Non metterci troppo”.

“Si... tranquilla” rispose Chloe accendendosi la sigaretta cominciando a camminare per il parco.
 

Qualcosa non va in Max. Prima ha cercato di cambiare discorso. Non scatta più foto da quando siamo qui a Seattle, eppure lei ama la fotografia. La rende felice. Dov’è finito il suo sogno di diventare una grande fotografa?
 

Max la vide allontanarsi mentre toccava la sua borsa alzandosi dalla panchina. Andò a sedersi sotto un albero poco più in là. Aprendo la borsa prese la sua macchina fotografica. La rigirò tra le mani guardandola con timore.

Mentre Chloe camminava presa dai suoi pensieri, qualcosa attirò la sua attenzione. Un cane stava correndo verso di lei. Si voltò un attimo per vedere se stava puntando altro, ma no... era proprio lei il suo obbiettivo. Il cane le balzò addosso atterrandola, mentre iniziava a leccarle la faccia.

“Oh mio Dio. Elvis! Elvis torna qui immediatamente”.

“Whoa... bello calmati...” disse ridendo Chloe mentre cercava di alzarsi da terra.

“Maledizione, sei sempre il solito! Mi dispiace, scusami tanto. Cerco continuamente di insegnarli a stare al suo posto, ma non ne vuole proprio sapere. Salta sempre addosso a tutti. Prima o poi finirà per mettersi nei guai e io con lui. Fermo, sta buono” disse la ragazza che stava cercando di tenere fermo il suo cane.

 
Chloe ha ragione, non scatto più foto ormai. Non ci ho mai nemmeno provato. Ogni volta che mi passa per la mente di farlo, ho una sensazione strana. Ho paura, ma di cosa esattamente? Forse è semplicemente il ricordo di quel figlio di puttana di Jefferson. Chloe non deve sapere la verità, si preoccuperebbe.


Max rimise la macchina fotografica al suo posto in borsa. Sospirando si appoggiò con le spalle all’albero.
Voltandosi in direzione della sua amica vide che era in compagnia di una ragazza, che stava cercando di tener fermo un cane. Guardò l’animale con più attenzione. No, non poteva essere lui. Era morto insieme a Frank, Warren, Joyce e tutti gli altri.

“Non preoccuparti e tutto ok, mi piacciono gli animali” disse Chloe alla ragazza, mentre si alzava da terra. Non immaginava nemmeno che Max le stesse osservando.

“Ne hai anche tu?” chiese la ragazza.

“Ehm... no ma una volta avevo un gatto”.

“Ah, sei più tipa da gatti eh”.

“Si, direi di sì, ma mi piacciono molto anche i cani”.

“Cosa è successo al tuo gatto?”

“È finito sotto un'auto”.

“Oh... mi dispiace tanto. Come si chiamava?”

“Bongo”.

“Bongo?! Beh... carino come nome per un gatto” disse sorridendo la ragazza.

“E il tuo cane come lo hai chiamato? Mi sembra di averti sentito dire Elvis”.

“Si, il suo nome è Elvis”.

“Perché lo hai chiamato così?”


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“Ora te lo spiego. Un giorno io e mio padre eravamo in giro in macchina, a un tratto è saltato fuori questo cucciolo e ci è mancato davvero poco che lo investissimo. Fortunatamente mio padre ha frenato in tempo. Non volevamo lasciarlo lì perché niente gli avrebbe impedito di finire sotto un'altra auto, quindi lo abbiamo portato a casa e da quel momento è stato difficile separarcene”.
 
“Capito, ma non mi hai ancora spiegato perché lo hai chiamato Elvis”.

“Ah vero, scusami, chissà dove ho la testa. Mio padre è un amante di Elvis Presley e ogni volta che sale in macchina ascolta le sue canzoni cantando a squarciagola. Il punto è che anche al nostro cane sembra piacere Elvis. Non appena mio padre accende lo stereo il cane inizia a ululare neanche fosse un lupo. Ora, non so se lo fa per lamentarsi della musica o perché l'adora. Però una cosa è certa, è molto più intonato di mio padre. Dovresti ascoltarlo”.

“Chi, tuo padre?” chiese Chloe ironica.

Scoppiarono a ridere entrambe. Quando Max le vide ridere insieme provò una sorta di fastidio.

“No per carità non ti farei mai una cosa del genere, mi riferisco a Elvis. Vero Elvis?”

Il cane abbaiò nella sua direzione. Chloe guardò Elvis e un ricordo triste si fece strada dentro di lei.

“Ok, ho parlato anche troppo. Comunque io mi chiamo Jennifer e tu sei...”?

“Io mi chiamo Chloe”.

“Piacere di conoscerti Chloe” disse la ragazza stringendole la mano.

Il fastidio di Max finì per aumentare ulteriormente.

“Piacere mio”.

“Seattle è grande come città, ma non posso fare a meno di pensare che non hai una faccia familiare. Non credo di averti mai vista da queste parti. Sei di qui?”

“Ehm... no, infatti non lo sono. Vengo da... da un'altra città e mi sono trasferita qui da poco”.
“Ah... cambiato aria?”

“Già...”

“Sei qui da sola?”

“Oh no, sono qui con la mia amica, lei è... ma dove diavolo è finita?” disse Chloe voltandosi nella direzione della panchina dove aveva lasciato Max. Si girò intorno fino a quando non la vide seduta appoggiata contro un albero.
“Ah... eccola lì”.

Il telefono di Jennifer emise un suono. “Oh cavoli è Lucas, me ne ero completamente dimenticata. Se non mi sbrigo mi ammazzerà. Chloe, adesso devo proprio andare. Mi ha fatto davvero molto piacere conoscerti e spero che ci rincontreremo ancora”.

“Si, certo... magari senza essere stesa a terra” disse Chloe ironica.

“Ahahahah... beh, allora ci vediamo in giro. Forza Elvis andiamo e smettila di trascinarmi”.

“Ciao Jennifer...”

Max le tenne d’occhio fino alla fine e quando vide che Chloe tornava indietro, si appoggiò di nuovo all’albero.

Chloe tornò da Max, sedendosi accanto a lei incrociando le braccia dietro la testa e appoggiandosi all'albero. “Per caso la panchina era troppo scomoda?”

“Vedo che hai fatto amicizia. Chi era quella?”

“Mmh?!”

Chloe guardò in direzione della ragazza che si allontanava con il suo cane. “Ehm... vediamo... a giudicare dal fatto che ha due gambe e due braccia, direi che è un essere umano come te e me. Le coincidenze della vita...” disse appoggiandosi all'albero chiudendo gli occhi.

“Ah ah, molto divertente Chloe”.

“Si me lo dicono tutti”.

“E allora?! Che voleva?!”

“Oh cazzo Max... niente. Si è semplicemente scusata perché il suo cane che mi è saltato addosso”.

“Ha usato delle scuse piuttosto lunghe, ci hai messo tanto a tornare”.

Chloe aprì leggermente gli occhi dando un'occhiata sorridendo alla sua amica di fianco.

“Accidenti Max, se non ti conoscessi penserei che sei gelosa”.

“Pff... sì certo... nei tuoi sogni”.

“Veramente nei miei sogni siamo a letto insieme a fare ses...”

Chloe non finì la frase, ma ormai era troppo tardi.

Max si voltò di scatto verso di lei. “Che cosa vuoi dire con...”

“Aaaah... lascia perdere Max, era solo una battuta”.

 
Complimenti Chloe per l’ennesima battuta del cazzo. Dovrei tenere a freno la mia lingua ogni tanto.
 

“Con te sono sempre scherzi o sfide...”

Chloe guardò l’amica sorpresa da quello che aveva appena detto e soprattutto dal tono che usato. C’era forse una punta di rammarico?
In quel momento Max si alzò da terra. “Andiamo a casa, sono stanca”.

“Ok...” rispose Chloe.


Durante il tragitto in macchina, nessuna delle due proferì parola. Ogni tanto Chloe le lanciava un’occhiata. Riusciva a leggere la tristezza nel suo volto. Alla fine decise di chiedere spiegazioni.

“Ho fatto qualcosa di sbagliato Max? Perché a un tratto sei così giù?”

Max rimase in silenzio per un po’, ma poi rispose. “Il cane... sembrava... Pompidou. Non era lui vero?”

Chloe si voltò verso la sua amica confusa e spaventata. Vide che erano in prossimità di un parcheggio e si diresse lì per fermare l’auto.
“Perché ti sei fermata qui?” chiese Max.

Chloe ignorò la domanda della ragazza. “Ho notato anche io la somiglianza di quel cane con Pompidou, ma non è lui. Come ti è venuto in mente di chiedermi se era lui? Sai che non è possibile”.

“È solo che... sembrava davvero lui... e poi Ben ha detto cose strane...”

“Ben?! Chi cazzo è Ben?! Max, ma che stai dicendo?!”

“...e poi il sangue dal naso...”

Chloe si sentì mancare il respiro ascoltando le ultime parole dell’amica. “Max... quale sangue?! Hai perso altro sangue dal naso?! Ti prego, dimmi che non hai riavvolto. Max...?!”

Max si ricordò che si, aveva perso del sangue dal naso, ma era successo nel suo incubo. Stava facendo confusione. “No, mi sono solo confusa. Non ho riavvolto. Non ho perso sangue dal naso”.

“Sei sicura?”

“Si, scusami... non volevo spaventarti”.

“Chi è Ben?”

Max racconto del suo incontro con Ben, il proprietario del negozio di strumenti dove aveva acquistato la sua nuova chitarra.

“Max, non c’è nulla di strano in quello che ha detto il vecchio. Hai semplicemente frainteso. Ok?”

“Si, hai ragione. Scusa”.

“Non scusarti. Vieni qui” disse Chloe avvicinandosi a Max abbracciandola.


Merda cosa cazzo sta succedendo? Sta andando fuori testa? Porca puttana no, questo non deve succedere, le conseguenze potrebbero essere disastrose. Oddio Max, cosa ti ho fatto?
 

Nel frattempo Ryan stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro. Prima di prendere la strada per il vialetto di casa si sentì chiamare. Si voltò vedendo il suo vicino di casa, Charlie Rogers.

“Ehi Ryan”.

“Ehi Charlie, come va? Tutto ok?”

“Alti e bassi come sempre ma non mi lamento, altrimenti chi la sente mia moglie”.

Risero entrambi, ma a un certo punto il sorriso scomparì dal volto di Charlie.

“Tu piuttosto, non oso immaginare quanto sia difficile per te. Prima il tornado e poi anche la faccenda del professore. Giuro che mi viene una gran voglia di andare a prenderlo a calci nel culo fino a vederlo stramazzare a terra! Gran figlio di puttana! Santo cielo... povere ragazze”.
 
Ryan ascoltava senza capire di cosa stesse parlando. Aveva perso l'abitudine di leggere il giornale e ascoltare i notiziari per via della presenza delle ragazze in casa. Era abbonato a ricevere il giornale, così ogni mattino lo prendeva dal cassetto della posta e senza dargli nemmeno un'occhiata lo andava ad accantonare insieme agli altri nel suo studio. Quindi non era aggiornato sugli eventi di Arcadia Bay. Tutti conoscevano le vicende del tornado e del professore, ma in pochi sapevano che Max frequentava la Blackwell Accademy School. Quelli che ne erano a conoscenza, non erano stati così sfacciati da chiedergli qualcosa, forse capendo la difficile situazione in cui si trovava. Questo però non valeva per Charlie. Ryan fece finta di niente, con l'intenzione di andare a recuperare i giornali nel suo studio.

“Già, lo farei anche io se potessi. Adesso scusami ma devo entrare in casa, aspetto una telefonata importante” tagliò corto Ryan.

“Oh... ma certo Ryan, stammi bene”.

“Anche tu Charlie”.

Entrò in casa e dopo aver salutato sua moglie, si riempì un bicchiere di vino e andò nel suo ufficio. Tra i vari giornali ne trovò uno che parlava di Mark Jefferson, così iniziò a leggere l'articolo in prima pagina. Vanessa trafficava ancora in cucina. A un tratto sentì un rumore di vetro andare in pezzi. Spaventata dal rumore, corse nello studio di suo marito. Lo trovò in piedi con il giornale in mano e il bicchiere di vino in frantumi sul pavimento. Vanessa preoccupata si avvicinò a suo marito.

“Ryan, cosa c’è?! Stai bene?!”

Lui non rispose, continuando a fissare l’articolo in prima pagina. Vanessa prese il giornale dalle sue mani e gli diede un’occhiata. Alla lettura del titolo della notizia sbiancò all’istante. Lesse l’articolo.


Arrestato Mark Jefferson professore di fotografia dell’Accademy Blackwell School.

Grazie alle indagini di David Madsen (capo della sicurezza dell'Accademia Blackwell).
Gli agenti della polizia hanno scoperto una camera sotterranea sospetta, che secondo quanto riportato, sarebbe stata usata dal professore Mark Jefferson e da un suo studente, Nathan Prescott, per drogare, rapire e fotografare una serie di ragazze. Nonostante non ci siano prove di violenza fisica o sessuale sulle vittime, la sconvolgente scoperta ha lasciato tutti sotto shock. Anche Sean Prescott, l'uomo d'affari più potente della città, è sotto inchiesta, in quanto proprietario del fienile all'interno del quale è stata scoperta la “camera oscura” super tecnologica.

Vanessa si portò una mano sulla bocca dallo shock. Si guardarono entrambi negli occhi, con il dubbio che iniziava a serpeggiare nelle loro menti.


                                                                                                                                                          Continua…

                                                   
   
 
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