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Autore: DonutGladiator    29/03/2021    0 recensioni
Raccolta di flashfic sull'universo di Fate
1. Ilya e Shirou alle prese con i videogame
2. La routine di Sakura Matou
3. Gilgamesh non beve solo vino
4. Rin chiede aiuto per imparare a cucinare
5. Soichiro e il suo piacevole sbaglio
6. Un regalo di compleanno per Rin
7. Il traguardo di Kirei dopo la sua prima guerra
8. Taiga e la sua famiglia
9. Shirou e il suo più grande desiderio
10. Il riposo per Lancelot
11. Il sogno di Kariya
Genere: Commedia, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Emiya Shirou, Gilgamesh, Illyasviel Von Einzbern, Toshaka Rin
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al COWT11
M4: Inferno e paradiso



Sin da che potesse ricordare l'avevano sempre definita come una ragazza cattiva.
Quando da piccola, al minimo errore che faceva sua madre le diceva che non sarebbe andata lontano, che era una cattiva bambina a perseverare nei suoi sbagli e che nessun uomo l'avrebbe mai voluta sposare se avesse continuato con un simile comportamento.
Quando era cresciuta, tutte le altre ragazze, invidiose per la sua bellezza, le parlavano dietro, dicendole che il suo aspetto esteriore doveva compensare una bruttezza d'animo e che non avrebbe mai potuto andare troppo lontano.
Quando, prima di potersi congiungere in matrimonio, era stata violata da un dio nel tempio di Atena e punita per qualcosa che non avrebbe mai voluto che accadesse, tutti al suo villaggio le avevano urlato di quanto maligna e sacrilega fosse stata e di come meritasse quella punizione.
Era una cattiva ragazza.
Quando era uscita fuori dal tempio, ancora ignara del destino maligno che gli dei le avevano inferto, gli occhi pieni di lacrime e i capelli di serpenti che spiravano con violenza, li aveva guardati uno a uno e solo in quel momento aveva capito di essere veramente la cattiva ragazza che tutti dicevano.
No, non era una ragazza cattiva... era un mostro.
Senza che potesse impedirlo, aveva trasformato tutte quelle persone in fredda pietra, semplicemente con un'occhiata.
Disperata, si era quindi rintanata in una grotta, fuggendo dal male che avrebbe potuto compiere e aveva atteso che un eroe la venisse a salvare da quel terribile maleficio.
Sperava che qualcuno potesse liberarla da quella sofferenza e farla tornare di nuovo una ragazza normale.
Ma non arrivò nessuno a salvarla.
Altri vennero per lei, per ucciderla, ma sebbene tentasse di spiegare la situazione, alla fine si trovava sempre costretta nel lanciare uno sguardo assassino e distruggere le possibilità che le venisse tolta la vita.
Attese per molti anni che qualcuno di quei suddetti eroi fosse diverso dai precedenti.
Ma nessuno la salvò dal suo destino.
Al contrario, mentre aspettava solo di essere liberata dal suo fato, qualcuno venne, ma invece di liberarla, la assalì nel sonno, privandola dell'unica cosa che le era rimasta, la sua stessa vita.
Che destino triste il suo, uccisa per il capriccio di una dea, per un crimine che qualcun altro aveva commesso nei suoi confronti e per il dispetto di un re verso un altro.
Quando le era stata offerta la possibilità di poter avere un'altra occasione, di esprimere un desiderio per se stessa, aveva accettato, sperando di poter cambiare il suo infelice destino.
Capì che era passata alla storia come un antieroe, qualcuno che, in fin dei conti, non era altro che una persona cattiva.
Aveva odiato Perseo con tutta se stessa, nel buio dell'attesa che l'avrebbe infine fatta partecipare alla guerra per il Graal.
E alla fine aveva risposto alla sua chiamata.
Una ragazza poco più giovane di lei l'aveva evocata ed era diventata la sua master, legandola a sé con le magie di comando.
-Servant Rider, per servirti master.-
-Benvenuta, Rider.-
Le avevano tolto il suo controllo per capriccio ma era rimasta legata a lei ugualmente.
La sentiva uno spirito affine. Credeva che in qualche modo dovesse salvarla da quella situazione in cui si trovava in quella famiglia, che chiaramente non la meritava.
Aveva capito in breve tempo che Sakura credesse di essere cattiva, forse a causa di come veniva trattata dalla sua famiglia, o semplicemente una percezione sbagliata delle sue potenzialità.
Medusa non credeva che lo fosse, anzi. Sakura era la ragazza più buona e gentile che avesse mai incontrato in tutta la sua vita.
Sarebbe sicuramente finita all'inferno per ciò che aveva fatto, ma avrebbe fatto di tutto per salvare l'anima di quella ragazza, non avrebbe fatto la sua stessa fine.
   
 
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