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Autore: Fiore del deserto    30/03/2021    2 recensioni
A causa della sconfitta subita da Sarah diversi anni prima, il regno di Jareth rischia di andare incontro ad un pericoloso scioglimento di alleanze con il famigerato regno di Dullahan, dominato da un sovrano crudele e senza scrupoli. Quest'ultimo, tuttavia, è disposto a chiudere un occhio se Jareth sposerà la principessa Laryna, figlia del re di Dullahan. Non esattamente una storia romantica, Sarah si vedrà coinvolta nuovamente ad affrontare un' altra avventura nell'Underground... senza non incorrere in diversi pericoli.
Genere: Avventura, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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ABOVERGROUND
 
Come richiesto da Sarah, Hoggle si è apprestato immediatamente a far sì che tutti loro venissero catapultati nel mondo dell’amica. A differenza degli abitanti dell’Aboverground, per coloro che abitano nell’Underground è molto più facile potersi spostare da una dimensione all’altra. È bastato, infatti, che Hoggle prendesse una porta di legno e la attaccasse ad una parete, aprirla e trovarvi la soglia che conducesse alla camera di Sarah. Nel suo mondo.
Va ricordato, infatti, che i suoi amici erano soliti farle visita nel suo mondo, nella sua camera e tutti si rendono conto che Sarah ha avuto una bella idea. In quel luogo, lontani da tutti, hanno modo per poter trovare una soluzione.
«Dobbiamo, fare in fretta.» la avverte Hoggle «Il tempo trascorso qui è molto diverso da quello dell’Underground.»
Sarah, purtroppo, aveva quasi trascurato questo dettaglio riguardo la differenza del tempo e realizza di dover trovare una soluzione più in fretta che può, ma come “premio di consolazione” c’è il fatto di trovarsi lontani da orecchie nemiche. Si siedono tutti, trovando un posto adatto nella camera di Sarah e cercano di raggruppare le idee per trovare una soluzione di fronte a questo gigantesco problema. Il regno di Goblin, così come Jareth, Rastaban e tutti gli abitanti, è in pericolo. Troppo c’è in gioco.
Il destino del Regno di Goblin.
Il destino di Jareth.
Il destino del Labirinto.
 
UNDERGROUND
 
«Jareth? Jareth? Svegliati, adesso.»
Jareth si sveglia di colpo e si accorge di essersi addormentato per troppo tempo all’ombra di un albero dei giardini del castello. C’è Sarah che lo sta guardando, è stata lei a svegliarlo.
È stato solo un incubo, è il primo pensiero che nasce nella mente di Jareth. Si alza a sedere e si massaggia la tempia, scongiurando una forte emicrania.
Sarah gli poggia un bacio sulla guancia, con fare tenero ma non sdolcinato.
«Sembravi agitato,» gli spiega «devi aver fatto un brutto sogno.»
«Così sembra,» dice Jareth smettendo di massaggiarsi la tempia, consolandosi che ormai sia tutto passato. Quando inizia a raccontarle cosa abbia sognato, di come l’avesse bandita dal suo regno, di aver preferito Laryna a lei e che quest’ultima gli abbia soffiato il trono, Sarah non sa se ridere o se prendersela.
«Devi aver perduto la testa.» è la risposta di Sarah, ammettendo a sé stessa di quanto possa essere sciocco offendersi per delle immagini oniriche «Beh, ormai è passato.»
Jareth le sorride appena e riflette sulle sue ultime parole. È passato. Eppure, sembrava tutto così vero. Decide di non prestare troppa importanza a quell’incubo e si concentra su Sarah.
È bello ritrovarsi in pace nel verde del naturale giardino del castello, tempestato di ricchezze che l’ambiente ha da offrire, rappacificando i sensi con i profumi dei fiori e del fruscio delle foglie che danzano con il piacevole vento. E poi, non meno importante, c’è Sarah con lui.
Come per “ringraziarla” della sua presenza e per farle intuire quanto egli sia grato a lei per averlo risvegliato dall’incubo, Jareth compie un’azione che mai si sarebbe aspettato di compiere. Approfittando della posa seduta di lei, Jareth si sdraia e appoggia la testa sul grembo di Sarah. Non dice una parola, rimane fermo in quel modo. Si sta rilassando. Sarah gli sfiora i lunghi capelli dorati, illuminati dai raggi del sole. Jareth ne sente la delicatezza del tatto e chiude gli occhi per impregnare dentro sé tutte le sensazioni positive, le energie piacevoli che il tempo, che Sarah, gli sta dedicando in quel momento.
Si abbandona alla piacevole sensazione del calore del grembo di Sarah, quando sente la mano di lei afferrargli i capelli con dolorosa energia, procurandogli un forte dolore. Emette un urlo soffocato e tenta di protestare, non ce la fa. Riesce solo a strizzare gli occhi per il dolore, per poi riaprirli di colpo.
 
«Allora? Ti sei addormentato?» grida una guardia, mentre gli scuote violentemente la testa, stringendogli con forza i capelli come per strapparglieli.
Jareth si accorge che deve fare i conti con la dura verità. Si era addormentato o, meglio, era svenuto e la sua mente gli aveva giocato un triste scherzo. Sente il corpo bruciargli, come se martoriato da fuochi roventi che gli mortificano la carne della schiena, delle braccia. Capisce di essere stato frustato dalle guardie così a lungo, con tanta violenza, al punto da portarlo allo svenimento. Si domanda dove sia Laryna, perché non sia presente. Eppure, ricorda bene che sia stata lei ad ordinare alle due guardie di dargli una lezione facendogli assaggiare l’amaro gusto della pesante frusta. Si ricorda, finalmente, che se ne sia andata da un pezzo. Aveva lasciato ai due sidhe di “divertirsi” con l’ex re di Goblin e di ridurlo in modo tale da fargli pentire amaramente di aver osato andare contro la volontà della nuova regina con tanta arroganza.
Si ricorda dei colpi incassati, ma non ricorda con esattezza quando abbia effettivamente perduto i sensi. Sa solo che il suo corpo è febbricitante dal dolore e, anche se non può sanguinare, sente comunque la lacerante sensazione dei pezzi della propria carne apertasi a causa dei violenti colpi della frusta agitata dalle guardie con notevole ferocia.
I due sidhe sembrano essere affaticati, come se fossero stati loro ad aver subito una tale tortura e respirano affannosamente. Si sentono dei passi e un colpo di chiave alla porta. Sta rientrando la regina. I due sidhe lasciano perdere per il momento Jareth e si inchinano di fronte a Laryna. Freme dalla curiosità nel vedere il lavoro compiuto, vuole assistere agli effetti della tortura di Jareth.
«Allora?» chiede con tono smorfioso, come quello di una ricca bambinetta lagnosa che non ha ancora ricevuto la sua giornaliera dose di capricci.
Jareth, per quanto sia distrutto, non perde comunque la sua dignità né il suo insaziabile desiderio di provocarla. Con incredibile sforzo, alza la testa verso Laryna e la guarda dritta negli occhi, come per dirle “non mi avete fatto niente”, gonfia il petto e raddrizza la schiena per tenere ben salda la sua reputazione di re. Come si aspettava, gli occhiacci di Laryna si spalancano dallo stupore.
«Che cos’è questa storia?» si agita lei, inveendo contro le guardie «Perché questo miserabile riesce a reggersi in piedi?»
«Maestà,» tenta di giustificarsi una delle guardie «non è colpa nostra. Non abbiamo mai visto una resistenza come la sua...»
«Silenzio!» sbraita «Lo sapevo, voi abitanti di Goblin siete solo dei molluschi. Non valete proprio un bel niente.»
«Vostra Maestà, se poss...» la seconda guardia non fa in tempo a trovare una giustificazione, in quanto viene fermato da un fortissimo ceffone in pieno viso da parte di Laryna. Lo schiaffo risuona all’interno della cella, la guardia si strofina delicatamente la zona colpita con tanta forza dalla mano della regina.
«Chi ti ha detto che potevi parlare, lurido pezzente?» lo assale lei, come se avesse subito un torto molto grave. L’eccessiva forza della sua mano è senza dubbio dovuta alla rabbia di fronte all’incrollabile arroganza di Jareth.
Lui continua a guardarla con sfida, dimostrandole largamente di non provare nessuna sensazione di timore di fronte a lei, né di fronte a nessun tipo di tortura.
«La mia volontà» dice Jareth alternando i respiri profondi «è forte come la tua... e il mio regno...»
Laryna tenta di farlo tacere, facendogli assaporare un sonoro schiaffo ben più forte di quello sferrato poco prima ad una delle guardie.
«...e il mio regno altrettanto grande...» continua Jareth senza scomporsi minimamente e regalandole un nuovo sguardo colmo di provocazione.
Laryna lo percuote ancora una volta, con molta più violenta energia, ma Jareth non demorde.
«Tu non hai alcun potere su di me.» completa il sovrano del Labirinto.
Offesa nell’orgoglio, Laryna dapprima digrigna i denti e successivamente emette un urlo isterico, per poi sferrargli un ultimo schiaffo con una forza tale che Jareth lotta con tutto sé stesso per non darle la soddisfazione di aver sentito un inimmaginabile dolore.
«Con te,» Laryna gli punta minacciosamente contro il dito della mano destra «ci vogliono le maniere molto più forti.» gli afferra malamente una ciocca di capelli, ma Jareth non si azzarda ad emettere un solo lamento «Vedrai come i miei servitori, la gente mia e di mio padre, riusciranno a rovinarti quella faccia da verme che ti ritrovi.»
Lascia andare la presa e, stizzita più che mai, si avvia verso la porta della cella. Tuttavia, ha un nuovo ordine da dare alle due guardie.
«Voi abitanti di Goblin non siete altro che degli incapaci.» si ricompone come può «Evidentemente, vi ho solo sopravvalutato, ma da domani le cose cambieranno. Comunque,» indica Jareth «niente cibo né acqua fino a che non avrà imparato le “buone maniere”.»
Le guardie eseguono un inchino rispettoso non appena la regina si instrada nella direzione della porta. La precedono e chiudono la cella a chiave, lasciando Jareth da solo con il suo corpo che manifesta la febbre della sofferenza.  
Solo adesso, finalmente, Jareth può permettersi di abbassare lo sguardo. Lo fa solo per potersi concedere un meritato riposo.
 
ABOVERGROUND
 
Niente.
Per tutto quel tempo, non erano riusciti a trovare nessuna soluzione. Solo Didymus si fa finalmente avanti, anche se sa che la sua idea potrà sembrare poco “valorosa”.
«Mi duole annunziare quanto io giudichi inservibile girandolare tra utopie riguardo all’astrusa circostanza creatasi negli ultimi minuti.» si toglie il cappello come per dare una triste notizia «Per cui, preconizzo che a parer mio, l’unica conclusione a cui dobbiam prender parte è quello di aiutare il re di Goblin a dileguarsi.»
«Sì, come no.» sbraita Hoggle «E tu credi che Jareth sia disposto a vivere il resto dei suoi giorni in esilio come un criminale?»
«Non oso accusare il re di Goblin come un ignavo.» si difende Didymys «Giacché ti mostri tanto dotto, mio stolido amico, perché non provi ad incantarci favellando qualche idea prodotta da quella tua lisa cocuzza?»
Sarah li ferma subito. Ci mancano solo i litigi a complicare la situazione.
«Non facciamoci trascinare dal nervosismo, per favore.» chiede lei gentilmente.
Fa bene a pensare che non c’è spazio per i litigi, sa perfettamente che ogni secondo può essere significativa per Jareth e per tutti quanti gli abitanti del regno di Goblin.
 
UNDERGROUND
 
Che sia passato un giorno o due, questo Jareth non lo sa. Forse è passata qualche ora, ma nessuno che sta appeso a dei ganci, con il corpo dolorante testimone di tanta crudeltà, è in grado di riconoscere il vero scorrere del tempo.
Sa solamente che sente dei passi farsi sempre più vicini, ma non sono causati solo da due piedi. Le sue domande trovano risposta quando sente la porta cigolare all’apertura. Alza lo sguardo, anche se a fatica, trovandosi davanti Laryna insieme ad Onyx e due guardie. Queste ultime hanno entrambi i capelli rossi, ognuna di tonalità diversa rispetto all’altra, chiaro segnale per Jareth che appartengano al regno di Dullahan. Si sforza per non vacillare, anche se sa perfettamente a cosa sta per andare incontro.
Laryna è stata di parola.
«È incredibile, non è vero.» ridacchia lei, rivolgendosi alle sue guardie «Questo essere strisciante era destinato ad essere il mio sposo, puah! Per fortuna, le cose cambiano.» afferra una mano di Onyx, come per evidenziare la fierezza di avere lui al suo fianco. Quest’ultimo ricambia il sorriso e le bacia la mano decorata da preziosissimi anelli ingemmati da pietre di ogni forma, colore e lussuoso valore degne di una regina.
«Tuttavia,» continua Laryna con un timbro vocale disgustato, come se le avessero offerto una pietanza stomachevole «gli abitanti di questo regno non si sono dimostrati all’altezza del lavoro che avevo ordinato di portare a termine.» volge lo sguardo ai suoi fedelissimi sidhe «So, comunque, che con voi sarà ben diverso. Dopotutto, i sudditi di Dullahan hanno una reputazione.» ottiene una risatina malevola e complice da parte delle guardie.
Jareth conferma il suo timore. Sa perfettamente che gli abitanti di Dullahan sono famosi per il loro diletto riguardo la violenza, un diletto al quale non sono secondi a nessuno. Deve resistere anche questa volta, ripete a sé stesso. A qualunque costo.
«Onyx,» dice il sovrano del Labirinto con voce quasi malinconica «per tutto questo tempo, hai nascosto una natura così forte. Avresti potuto lavorare al mio fianco, distinguerti per il tuo valore. Sarebbe stato un vero onore, per me, averti come braccio destro.»
Onyx si avvicina al cugino e gli riserva un pugno in pieno volto.
«Come osi rivolgerti così al tuo re?» gli ringhia contro.
Laryna lo ferma e gli fa cenno di “no” con l’indice.
«No, amore mio. Questo è un compito riservato alle guardie.» asserisce lei sarcasticamente, sorridendo con tutto il veleno che scorre acidamente dentro la sua anima.
  
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