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Autore: ballerina 89    30/03/2021    1 recensioni
Prima di introdurvi questa storia voglio rassicurare tutti i miei lettori dicendo loro che a differenza di alcune storie scritte in precedenza e lasciate purtroppo incompiute, questa storia è stata già portata a termine prima di essere pubblicata. Ho già tutti i capitoli pronti, compreso l’epilogo finale e non aspettano altro che essere letti da voi. E’ per questo che sono sparita per un po’ ma sono pronta a tornare in carreggiata e darvi compagnia.
Bene... dopo questa piccola premessa ecco un piccolo anticipo di quello che stiamo per affrontare.
Emma Swan è una giovane ginnasta che sogna di prendere parte un giorno ai famosi giochi olimpici ma che aimè proprio ad un passo dalla realizzazione di tale sogno è costretta, cause di forza maggiore, a rinunciarvi. Riuscirà a raggirare l’infausto destino e a trovare la strada per il successo o il suo sogno rimarrà per sempre solo ed esclusivamente un sogno?
Scopriamolo insieme.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Zelena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Amore olimpico
Capitolo 9

 

Pov Killian 

Nonostante la settimana infernale fosse ormai terminata, in ospedale ero ancora sommerso da una mole lavoro davvero spaventosa. Tra i vari casi che avevo già mi era stato affidato anche un vecchietto capriccioso al quale era stata applicata una protesi all’anca, niente che non avessi già fatto un milione di volte, ma metterlo in piedi si rivelò più complicato che aiutare la mia Emma a camminare di nuovo. Non mi sono mai lamentato del mio lavoro, amo quello che faccio e amo aiutare gli alti  ma quello che stavo vivendo era un periodo talmente particolare della mia vita che non avevo alcuna  intenzione di perdere tempo con pazienti poco collaborativi. A breve mi sarei laureato, avevo ancora un ultimo  esame da sostenere prima di discutere la mia tesi ma se per la discussione ero su per giù tranquillo, l’ultimo esame mi spaventava alquanto e la colpa era proprio delle troppe ore di tirocinio  che mi tenevano occupato più tempo del dovuto.  Ero un perfezionista, lo sono sempre stato in realtà  e temevo che a causa del troppo lavoro non sarei  riuscito a sostenere il mio ultimo esame al meglio. Passavo ore e ore di solito a ripassare per un esame, era una routine ormai per me e il sapere di non avere lo stesso tempo a disposizione anche per quest’ultimo esame mi rendeva parecchio agitato e nervoso. Il tirocinio mi stava metaforicamente uccidendo ma al tempo stesso la settimana precedente mi aveva anche graziando... perché? Beh perché durante le mie ore in ospedale non avevo avuto modo di pensare alla mia Emma, al fatto che fosse in vacanza e quando tornavo a casa dovevo per forza di cose mettermi a studiare. Certo, le videochiamate con la mia bella non mancarono di certo, ma erano di sera, quando ormai per entrambi la giornata si era bene o male conclusa. 

Ora che era tornata un nuovo stress però si era aggiunto: il non poterla vedere più del dovuto a causa dei miei tremila impegni. A lei non sembrò dispiacere, sapeva quanto tenessi alla mia media “scolastica” e quanto tenessi a laurearmi con il massimo dei voti, ma a me mancava comunque il non poterla stringerla a me e passare le nostre giornate in maniera del tutto spensierata. 

Immerso nei miei pensieri non mi accorsi subito che il mio telefono aveva appena ricevuto un sms, fu il mio paziente ad avvisarmi... mi allontanai quindi un minuto, giusto il tempo di controllare chi fosse, aspettavo delle notizie dall’Università e mi resi conto con mia gran sorpresa che fosse Emma. Non era solita scrivermi mentre ero a lavoro il che la cosa mi mise curiosità. Lessi attentamente cosa avesse da dirmi, mi stava chiedendo di vederci durante la mia pausa. 

Le mie pause ultimamente erano riservate solo ed esclusivamente allo studio ma per la mia Emma feci volentieri un’eccezione, in fondo per una volta non sarebbe di certo morto nessuno se avessi ritardato qualche ora ad aprire i libri... 

 

“ considerami già li! A dopo amore” ... e senza indugio tornai al mio lavoro. 

 

Quando arrivai nel luogo stabilito del nostro incontro, con ben dieci minuti di ritardo, rimasi sorpreso di non trovarla ad aspettarmi. Emma è la persona più puntuale che conosca, se da un orario di solito si presenta anche dieci minuti prima pur di rispettarlo quindi era alquanto strano che non fosse già arrivata. Controllai il mio telefono nel caso in cui mi avesse scritto ma nulla... nessun sms così mi misi in un angolo ad aspettare che arrivasse. Passarono cinque, dieci minuti... ma niente. Iniziai a preoccuparmi ma prima che potessi anche solo pensare di andare a cercarla ecco che davanti all’entrata del locale apparve lei... la persona che proprio non avevo voglia di vedere: mia madre. Avevo tollerato la sua presenza la sera prima solo ed esclusivamente per far felice la mia donna ma niente era cambiato tra noi. Uscire da lì equivaleva in qualche modo a doverle passare accanto e di conseguenza mi sarei dovuto fermare a salutarla, sono pur sempre una persona educata,  quindi decisi di rimanermene li, in disparte sperando non mi notasse, a cercare un altro modo per rintracciare Emma.  Decisi di mandargli un sms e con la scusa mi misi a smanettare il cellulare in modo che i nostri sguardi non si incrociassero neanche per sbaglio. Aveva dell’incredibile, di tanti locali esistenti a New York in quale doveva presentarsi mia madre? Proprio nello stesso in cui ero anche io...

Controllai là chat di Emma più di una volta in attesa di risposta ma niente... sembrava essersi dissolta nel nulla. Forse chiamarla sarebbe stata la soluzione migliore, mi ritrovai a pensare e senza indulgiate ancora composi il suo numero e.... e niente! Non riuscii a chiamarla perché la donna che avevo cercato di evitare per tutto il tempo venne proprio nella mia direzione in cerca di informazioni.

  • Killian... - disse freddamente 
  • Mamma... - risposi con lo stesso tono.
  • Piccolo il mondo vero???
  • Minuscolo... 
  • non ti farò perdere troppo tempo, volevo solamente sapere se sapessi dove posso trovare Emma? 
  • Perché lo chiedi a me?? 
  • Lo chiederei a lei ma non risponde al cellulare e quindi sto chiedendo a te! tu sei il suo... ragazzo dopotutto, dovresti sapere dove sia no? - perché cercava Emma? 
  • Non so dove sia, la stavo provando a contattare anche io! - mi limitai a dire. 
  • Mmh... molto strano, avevano appuntamento per un aperitivo! - per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. Avevano cosa? 
  • Dovevate vedervi? - chiesi totalmente sconvolto dalla cosa. 
  • Si! Più o meno un quarto d’ora fa ma ho fatto ritardo. Che sia andata via?  - la vidi prendere il telefono per provare a ricontattarla.
  • Non è andata via! Sono qui da più tempo di te e credimi... Emma non è passata da queste parti. 
  • Mmh... che abbia sbagliato locale? Non credo... non è questo il bar della piazza vicino casa sua??? - aveva un aperitivo con mia madre alla stessa ora e nello stesso posto dove aveva invitato me. Molto strano no??? E ancora più strano era il fatto che non si fosse presentata. Doveva esserci un’altra spiegazione ma l’unica che mi venne in mente non mi piacque affatto. 
  • Emma non verrà! - Dissi improvvisamente con quella nuova consapevolezza. 
  • Cosa? E perché mai? Mi ha chiamato lei! 
  • Per lo stesso motivo per cui ha chiamato me, per un aperitivo, e non si è presentata...
  • Cosa... cosa stai cercando di dire Killian? 
  • Che la mia fidanzata ci ha attirati in una trappola. - gli feci leggere l’sms che avevo ricevuto, molto simile a quello che a quanto pare aveva ricevuto lei. - Non verrà oggi, era una scusa per farci incontrare. Tze... è perfida come te quando vuole ma mi sentirá se ho visto giusto. - nel mentre pronunciavo quelle parole aprii là chat con Emma e le inviai un messaggio.

 

“Sei nei guai signorina”

 

Ero più che convinto che come le volte precedenti non avrebbe risposto neanche a quello di messaggio ma mi sbagliavo, neanche un minuto dopo ecco quella furfante farsi viva. 

“Sapevo ancor prima di elaborare il piano di finire nei guai, ma non mi importa! Tengo troppo a voi per continuare a vedervi farvi del male. Non lo ammettereste mai lo so, ma dentro di voi sapete anche meglio di me che è così. Molto probabilmente le vostre incomprensioni non si risolveranno ma perché non provarci? Vi prego... non sprecate questo momento, un giorno potreste pentirvene....” 

 

Passai il telefono senza tanti convenevoli a mia madre e le feci leggere le parole della sua pupilla... rimase spiazzata nel credere che lo avesse fatto sul serio ma per quanto riguarda me... beh ripensandoci bene non ero poi affatto stupido. Non era la prima volta che tentava di persuadermi nel chiarire con Regina quindi avrei dovuto aspettarmelo. 

 

  • Dunque che si fa?!?! Ci mettiamo d’accordo su cosa raccontarle per farla felice e andiamo via suppongo... - propose mamma e inizialmente fui tentato di assecondare la sua idea, non avevo assolutamente voglia di parlare con lei dopo tutto quello che mi aveva fatto ma poi pensai ad Emma e per quanto avesse sbagliato a mettersi in mezzo e a tirarci in inganno non meritava di essere presa in giro. Non avevo alcuna voglia di  mentirle, non volevo che la nostra relazione prendesse una piega sbagliata basata sulle menzogne, per cui occorreva trovare un’altra soluzione. 
  • Non se ne parla! Non mentirò mai ad Emma! - risposi deciso.
  • Allora cosa proponi di fare? Vuoi parlare? Seriamente killian? Vuoi davvero riprendere in mano il passato? - era stupita, non credeva che un ragazzo orgoglioso come me potesse guardarsi nuovamente alle spalle rivendicando il passato e in effetti non aveva poi tutti i torti: non ero assolutamente intenzionato a rimettere in tavola argomenti già messi in ballo anni e anni prima.
  • Il passato è passato... non sarà di certo una chiacchierata a farlo cambiare. Lo sai.., io rimarrò sempre della mia opinione e tu della tu della tua  quindi....  Emma non ci ha detto di cosa dobbiamo parlare, ha solo detto di farlo. Possiamo benissimo sederci a tavolino una mezz’ora e chiacchierare del più e del meno. 
  • Vuoi parlare del clima quindi? - rise - per me non ci sono problemi, ormai sono venuta fin qui tanto vale sgranocchiare e bere qualcosa. 

 

Ci sedemmo ad un tavolino proprio al centro della sala per non rimare troppo isolati e dopo aver preso le nostre ordinazioni aspettammo che il cameriere arrivasse con quanto ordinato senza degnarci neanche di uno sguardo. Il silenzio regnava sovrano e la tensione si tagliava con il coltello... non so quanto avrei resistito ma dovevo sforzarmi di farlo il più possibile: non volevo deludere Emma. 

  • allora... - iniziò lei - Stai studiando per diventare fisioterapista quindi....
  • Vuoi sul serio intraprendere questo sentiero? - non avevamo detto di limitarci solo ad argomenti di circostanza? 
  • Non sto prendendo un sentiero pericoloso, dobbiamo conversare no? Tranquillo non ho intenzione neanche io di ritrovarmi in brutti ricordi. - sospirai.
  • Mmh... si! Sto studiando fisioterapia, sto per laurearmi in realtà, mi manca solo un esame... 
  • un esame??? Hai solo 20 anni... - mi fece notare.
  • un esame alla laurea triennale... poi dovrò affrontare la specialistica. 
  • Capito! - si limitò a dire. 
  • Tu invece? Hai ripreso ad insegnare so...
  • Non ho ripreso, diciamo che non ho mai smesso. Cioè... avevo smesso di occuparmi sono di un atleta, aiutavo i miei colleghi a formare giovani  talenti più che altro. Poi però in federazione è arrivata Emma e tutto è cambiato. Si è presentata nel suo body giallo canarino e in cinque minuti mi ha fatto capire di essere una stella vincente. È con lei che ho ripreso con gli allenamenti individuali, finalmente dopo anni una nuova stella si affacciava al mondo della ginnastica. 
  • Era un portento lo so... stento ancora a credere che la sua carriera sia finita... 
  • sono i rischi del mestiere... delle volte si è “costretti” ad abbandonare il proprio sogno. - tuchè... voleva forse rinfrescarmi la memoria ricordandomi di aver mollato senza quello che lei riteneva un motivo apparente? Cercai di ignorare la cosa e far finta di nulla. - so che invece tu hai ripreso... hai fatto bene, avere un hobby oggigiorno aiuta. 
  • Ho ripreso si, ma non per hobby! Affatto... ho ripreso seriamente! - risposi convinto. 
  • Ah... beh... buon per te ma... si ecco... credi di riuscire a portare avanti tutto nel migliore dei modi? - che accidenti voleva dire con quella domanda. - la scherma è uno sport impegnativo e come ogni sport che si rispetti devi dedicarvi anima e corpo se vuoi essere ricordato. 
  • Non capisco dove tu voglia andare a parare e francamente non credo che mi interessi. 
  • Non voglio andare a parare da nessuna parte, ti sto solo dando un consiglio... da mamma! - questa di che era una battuta divertente... “da mamma” ... non avevo una madre da qualche anno ormai. - non prendere impegni che non manterrai... stai studiando per ottenere un titolo professionale e ti sei rimesso in carreggiata per la scherma. Non pensi di esagerare? Ti ho sempre insegnato che devi mettere anima e corpo in quello che fai e che sopratutto devi portare a termine nel migliore dei modi ciò che hai iniziato... avere due strade da seguire contemporaneamente non è un bene, prima o poi una delle due strade si inclinerà. 
  • Non ho bisogno dei tuoi consigli, so cavarmela benissimo da solo! - la conversazione stava prendendo una piega a dir poco inaspettata. Volente o nolente il passato stava tornando a galla così come la sua aria da maestrina. 
  • Mi sembra di averla già sentita questa frase... non è finita che avevo ragione io? Non hai mollato tutto perché non riuscivi a gestire lavoro e interessi personali? Vuoi ripetere i tuoi stessi errori? Accomodati pure, ma non dirmi che non ti avevo avvisato. 
  • Tu non sai un bel niente di me e di quello che ho passato, non te ne sei mai interessata quindi non vedo perché tu debba interessartene adesso. Avrò anche fatto i miei errori come dici tu, ma questo non significa che io non abbia tratto insegnamento da questi errori. Sto per laurearmi in perfetto orario con la tabella di marcia, non ho mai dovuto ripetere un esame nonostante in contemporanea con lo studio ho dovuto lavorare e ho ripreso con la scherma intenzionato ad ottenere obiettivi molto alti. Riesco a fare tutto senza tralasciare nulla quindi...
  • Beh... non metto in dubbio che tu ti stia laureando per tempo, il punto è: come? In che modo? Tutti possono laurearsi in tre anni, basta accettare qualsiasi voto, anche un misero 18... Puoi riuscire a fare anche tre cose contemporaneamente ma non riuscirai mai ad eccellere in tutte e tre e poi... beh c’è anche Emma nella tua vita adesso. Sicuro che non rinuncerai a tutto ancora una volta per amore? 
  • ora mi hai davvero scocciato! Sapevo che sarebbe stata una pessima idea trattenermi con te ma un lato di me ha voluto tentare ugualmente... e non solo per Emma. - la guardai dritta negli occhi. - per un attimo ho sperato che le cose potessero cambiare tra di noi ma sbagliavo... tu mi considererai sempre un idiota fallito incapace di fare qualcosa nella vita. Che imbecille che sono... avrei dovuto capirlo subito: gli stronzi  non cambiano. - presi il portafoglio e lasciai sul tavolo la somma corrispondente a pagare entrambi i nostri aperitivi. - Stammi bene ma per favore... non farti vedere mai più! - e senza aggiungere altro a passo sostenuto andai via. 

 

 

Pov Emma

 Rimasi tutto il pomeriggio in apprensione in attesa di notizie le quali non arrivarono... possibile che alle sette di sera manma e figlio fossero ancora in giro a chiacchierare? Sarebbe stata una cosa magnifica ma aimè dubitavo fortemente che fosse accaduto veramente. Probabilmente il motivo per cui Killian non si era ancora fatto sentire era perché era in collera con me per averlo ingannato. Come biasimarlo, deduco che non sia una cosa estremamente piacere ritrovarsi davanti ad una persona, della la quale non vuoi spartire più nulla, non per coincidenza ma perché qualcuno ha tramato alle tue spalle. Io stessa mi arrabbierei se solo qualcuno si azzardasse a rimettermi in contatto con zelina, figuriamoci nella situazione di Killian... ma cos’altro avrei potuto fare? Lo vedevo soffrire ogni qual volta si parlava di Regina e non potevo sopportare l’idea che mi vedesse costruire nuovamente un rapporto con lei mentre a lui questo, per orgoglio o altro, era proibito. Avevo voluto  aiutarlo così come lui aveva aiutato me, sperai solo che quel mio gesto non si ripercuotesse sulla nostra relazione. 

Quella sera uscii dalla mia stanza solo per andare a cena, non avevo per niente fame, il mio stomaco era in sciopero ma presenziai comunque a tavola onde far sospettare ai miei che ci fosse qualcosa che non andava. Mangiai velocemente e con la scusa di dover finire di studiare, che poi proprio una scusa non era, mi ritirai in camera. Ci provai sul serio a concentrarmi su quello che stavo leggendo ma ogni minuto il mio sguardo cadeva sul telefono per controllare se ci fossero nuovi sms. Ormai stavo perdendo ogni speranza, killian non avrebbe chiamato, ma proprio quando meno me lo aspettai, erano ormai le undici di sera, eccolo videochiamarmi. 

  • Killian.... - accettai subito la chiamata.
  • amore ciao! - rispose lui regalandomi un sorriso.
  • Amore ciao?????  Amore ciao un corno! Che accidenti di fine hai fatto! pensavo che....
  • Lo so lo so.... mi dispiace non averti chiamata prima ma ho  approfittato che mio padre fosse fuori per studiare. Volevo chiamarti prima di cena ma poi ho perso la cognizione del tempo... 
  • sei un cretino! Mi hai fatto prendere un colpo! Pensavo fossi arrabbiato con me! - misi il broncio e lui alzo un sopracciglio. 
  • Arrabbiato no, so che hai agito in buona fede ma di sicuro la pagherai per quello che hai fatto signorina. Non si inganna così il proprio fidanzato... 
  • Tu lo hai fatto con me quando mi hai portato in quella palestra.... - mi giustificai 
  • No, quella era una scommessa e tu l’hai persa, sapevi che sarebbe potuto succedere quindi... non hai scusanti e dovrai ricevere una punizione. 
  • Si sì ok come vuoi ma dimmi: come è andata? Vi siete chiariti? - il suo sorriso scomparve.
  • È andata, abbiamo parlato del più e del meno mah... no Emma, non abbiamo chiarito e credo non accadrà mai. Rassegnati, tra me e mia madre c’è un muro inespugnabile da anni ormai.- non appena iniziò a parlare di lei il suo sguardo cambió e improvvisamente divenne triste. Provai a chiedergli ancora una volta di parlarmi della giornata ma lui si rifiutò categoricamente chiudendo ad un certo punto anche la videochiamata con la scusa di dover finire di studiare. Un comportamento davvero strano per Killian, non interrompe mai lo studio, sopratutto prima degli esami, quindi se mi aveva cercata era perché aveva già concluso. La scusa di dover tornare sui libri non reggeva ma anche se lo avevo sgamato decisi di non dire nulla e concedergli i suoi spazi senza pressarlo ulteriormente, avrei ricevuto risposte soddisfacenti molto probabilmente il mattino seguente quando sarei andata a parlare con Regina per quanto riguarda i nostri futuri allenamenti. 

Ero molto agitata all’idea di dover rimettere piede  in federazione, era lì che mi aveva dato appuntamento, ma bastó varcare la soglia per sentirmi ancora una volta a casa. Le ragazze della reception mi presero in ostaggio per qualche minuto chiedendomi del più e del meno dopodiche senza nenache ricordarmi come, passai nelle mani dei miei ex compagni e compagne di squadra. C’erano proprio tutti, tutti tranne zelina. Avevo chiesto a Regina, visto che era diventata la sua allenatrice, di darmi appuntamento in un giorno in cui lei non ci sarebbe stata e fortunatamente aveva deciso di accontentarmi. 

  • pulce sei in gran forma! - esordi Lucas, uno dei ragazzi che in passato ci provò con me! 
  • È il dottorino che le fa questo effetto! - mi prese in giro Abby. Non perdeva mai occasione per farlo! - e a proposito del dottorino.... hai sperimentato i benefici della riappacificazione? - ammiccò con lo sguardo e io divenni improvvisamente rossa. Ancora con quella storia - è un si vero???? O mio Dioooooo!!!! Devi raccontarmi tuttoooooo. - fece per portarmi via. 
  • Abby, Abby calmati! No! Certo che no! Non ho fatto niente di quello che pensi tu! - mi affrettai a rettificare, si era già fatta un film tutto suo. 
  • sei senza speranza! - mi disse scuotendo la testa.
  • Lasciala in pace! Non siamo mica tutti come te! - prese le mie difese Lucas capendo perfettamente che il discordo si fosse spostato su un argomento abbastanza privato e delicato. 
  • Lucas io ti adoro lo sai! Se non ci fossi tu a difendermi da questa qui non so cosa farei. 
  • Lui ti difende solo perché ha sempre avuto un debole per te quindi.... ma parliamo di cose serie.... allora pulce raccontaci... come mai qui? Rientri? 
  • No, purtroppo no. Ma proverò ad allenarmi ancora. cercavo Regina proprio per questo, dobbiamo discutere di alcuni dettagli. 
  • È in sala grande! Sta compilando dei moduli - mi informò Sarah che fino a quel momento  era rimasta in silenzio - ma è di pessimo umore credimi. 
  • Già! Ieri zelina non si è presentata alle prove e non ha avvisato... ti ho detto tutto! - Abby come al suo solito non perse tempo a spettegolare sulle ultime vicissitudini. 
  • Quella è proprio un’idiota! E noi dovremmo partire con lei per darle il nostro sostegno??? Roba da pazzi. - Non era negli intenti di lucas ferirmi ma mi incupii ripensando alle olimpiadi bruciare e lui, capendo di aver esagerato, provò a rimediare tornando a parlare di regina. - Puoi provare a portarle un caffè! Magari la rilassa. Oltre a zelina in realtà credo che ci sia altro sotto per cui è nervosa.
  • Mmh.., credo di saperlo! Vado da lei! Ci vediamo dopo. - ascoltai il loro consiglio: presi un caffè alla macchinetta e mi avviai verso quella che un tempo era la mia sala d’allenamento. Ebbi un colpo al cuore non appena varcai la soglia ma cercai comunque di ignorare la cosa e di guardarmi intorno il meno possibile.
  • Ah Emma! Sei tu! Vieni entra. - mi invitò ad entrare Regina non appena mi vide far capolino. Era intenta a compilare non so che cosa ma sembrava distratta. - siediti - mi indicó una sedia proprio difronte a lei. - scusa se ti ho ricevuta proprio in questa ala della palestra ma il mio studio è sommerso di operai che tentano di aggiustare il pc quindi non avevo scelta.
  • Ah ok... Quindi non è stato un piano architettato per provare a convincermi a tornare ad allenarmi qui!!!
  • Sarebbe servito a farti cambiare idea? - Scossi la testa - immaginavo. - nel mentre mi passò un foglio. - dai uno sguardo a  questo, è il programma che ho pensato per te!  Non sono molte ore di allenamento lo so  ma stai per iniziare una nuova scuola e che hai anche altre priorità quindi...
  • Sarà strano allenarmi così poco ma ci abituerò! Non devo tornare a gareggiare dopotutto mah... ma vorrei quantomeno tornare quella di un tempo... - riflettei - credi sia possibile? Fisicamente intento....
  • Il medico disse che avresti potuto riprendere a fare qualcosa a livello non agonistico quindi deduco che tu possa tornare a saltellare come un tempo ma....
  • Lo so.... non servirà saltellare come un tempo per poter tornare in pista. 
  • Non sei in grado di reggere un lavoro come quello passato, il massimo che tu possa aspirare credo sia un allenamento di un paio d’ore a giorni alterni, niente a che vedere con la tua mole di lavoro precedente, ma non significa che tu non possa trarre beneficio anche da questo.
  • Me lo farò andare bene tanto.... non credo di avere altre alternative suppongo... 
  • Hai provato a vedere altri specialisti? Magari ascoltare più di un parere potrebbe...
  • Già fatto! I miei attraverso Killian e le sue conoscenze hanno fatto anche l’impossibile credimi ma la risposta è la seguente... Troppo allenamento potrebbe portare il femore ad indebolirsi e se questo dovesse accadere potrebbe  rompersi di nuovo e allora si che sarebbero guai seri....
  • Non ci voleva! Mi sento ancora in colpa sai?
  • Non devi... non è stata colpa tua, non è stata colpa di nessuno! Il destino ha voluto così....
  • Mi sento in colpa ugualmente... dovresti essere in collera con me, il programma che hai presentato a quella stupida gara era troppo per una ragazza giovane come te! 
  • Te lo ripeto, non è colpa tua, il programma non c’entra nulla! sarei potuta cadere anche con una stupidissima verticale ma se prorpio ti senti così in colpa e vorresti recuperare io un modo ce l’avrei. - ammiccai. 
  • Che ti serve? - mi conosceva fin troppo bene. 
  • Vorrei che mi raccontassi di ieri, dell’incontro con... - la vidi sussultare e successivamente guardare l’orologio 
  • Emma ne riparliamo un’altra volta ok? Scusami ma ho dimenticato di aver un incontro a breve. - le avrei anche creduto se solo il suo comportamento non divenne improvvisamente così nevrotico... non aveva nessun incontro, stava semplicemente fuggendo dal raccontarmi la verità, il che significava solamente una cosa: era successo qualcosa tra di loro, qualcosa di non piacevole. 
  • Regina...
  • Emma per favore! ne parliamo un altro giorno ok??? - sospirai per nulla contenta e rassegnata a rimanere allo scuro di tutto salutai e mi recai verso la porta. 
  • Emh... Emma aspetta! - mi bloccò. - potresti dare questo a... Killian? - tirò fuori dalla sua borsa il suo libretto universitario. Cosa ci faceva quel libretto in mano a Regina? Prima che potessi chiedere fu lei a darmi una spiegazione. - gli è caduto ieri dal portafoglio. 
  • E non glielo hai restituito? - la vidi abbassare la testa. - Regina per favore parla! Lo so che non hai impegni e che quello di prima era semplicemente una scusante per non parlare quindi smettila di nasconderti e raccontami cos’è successo. Non so perché ma ho come l’impressione che non sia andata esattamente come speravo.
  • È stato un disastro! Non era per nulla felice di vedermi e la cosa inizialmente era reciproca ma poi abbiamo iniziato a parlare del più e del meno, ci siamo aggiornati sulle nostre rispettive vite senza tirare mai fuori il passato invece.... 
  • invece?!?! 
  • Invece il passato in un modo o nell’altro è tornato fuori ugualmente e... beh, nel mezzo del nostro battibeccare Killian si è alzato e se ne è andato via! È lì che gli è caduto questo.
  • avete discusso? Ancora???? 
  • Emma per favore non dire nulla! Io ci provo suo serio ma poi.... lascia stare dai, non capiresti. 
  • Non capirei???? Regina parli sul serio?
  • Non capiresti Emma! Non sei una mamma ancora... 
  • una mamma dovrebbe perdonare suo figlio, aiutarlo, essere fiera dei suoi progressi! - gli aprii il suo libretto d’esame - lo hai visto questo???? Chi mamma non sarebbe orgogliosa è???? È un perfezionista Regina, ha tutti trenta. Mette anima e corpo in quello che fa e se ha fatto un errore in passo chi se ne frega! Nessuno è perfetto e tutti sbagliamo! 
  • Io....
  • Non so cosa tu gli abbia detto per farlo alterare ma credo che tu debba rimediare. Lui ci tiene a te e so che anche tu tieni a lui! 
  • Certo che ci tengo! È mio figlio ma non posso restare a guardare mentre sbaglia.
  • Ora non sta sbagliando prorpio nulla! Studia, lavora e ha ripreso la sua passione. Svolge tutte queste cose in maniera impeccabile e riesce a trovare il tempo per me! È un ragazzo raro Regina... - la vidi sull’orlo delle lacrime ma riuscì a trattenerle - il 3 agosto si laurea, vieni anche tu! Sarebbe felicissimo.
  • Non credo, non è stato felice di vedermi ieri perché dovrebbe essere diverso ora?
  • Forse non è stato felice inizialmente, fingeva secondo me di non esserlo, ma poi avete provato a comunicare. Avete fatto un passo avanti finalmente anche se  poi ne avete fatti due indietro. È qui che sbagliate sai... tu sopratutto: non puoi pretendere che tutto si risolva in un giorno. Avresti dovuto dirgli qualsiasi cosa tu gli abbia detto in un secondo momento, non subito. Capisci cosa inrendo?  - annui - bene! Fidati di me allora: presentati alla sua laurea e non fare nulla, congratulati e al massimo e sorridi. Vedrai che se camminerai piano piano il vostro rapporto si ricucirà. - scosse la testa - pensaci almeno ok?  
  • Ci penserò mah.... non credo che verro! 
  • Fa come vuoi!  - e senza aggiungere altro , o l’avrei presa a male parole per il suo comportamento, uscii raggiungendo casa. 

 

La prima cosa che feci una volta arrivata   fu chiamare Killian per informarlo di avere il suo libretto universitario ma il suo cellulare purtroppo squillò a vuoto. Pensai fosse momentaneamente impegnato così aspettai un pochino prima di chiamarlo nuovamente ma anche le volte successive il risultato delle mie chiamate fu nullo. Pensai di mandargli un sms, sia per la questione libretto ma anche per capire se fosse tutto ok, cosa che iniziavo a dubitare, ma lui mi anticipò scrivendomi due semplici parole “sto studiando”. Non era da Killian essere così freddo, non lo era quando battibeccavano figuriamoci ora che tra di noi andava tutto bene. Doveva essergli successo qualcosa e non so perché ma ero fermamente convinta che centrasse la discussione avvenuta con Regina. Il suo sguardo in videochat mi aveva messo la pulce nell’orecchio che fosse successo qualcosa, Regina me lo aveva confermato anche se non era scesa nei dettagli e adesso il suo isolarsi.... Dovevo andare in fondo alla situazione, dovevo capire cosa fosse successo realmente così uscii di casa con la scusa di vedere una mia amica, non mi avrebbero mai dato il permesso i miei se avessero saputo il vero motivo per cui stavo uscendo e mi recai a casa di Killian. Fu suo padre ad aprirmi il che mi mise in imbarazzo la cosa, non avevo ancora avuto modo di conoscerlo, non sapevo neanche se sapesse della mia esistenza e ora ero davanti la porta di casa sua faccia a faccia con lui.

  • Buonasera signor Jones, sono Emma, la... - come avrei dovuto presentarmi? - un’amica di Killian, suo figlio é in casa?
  • Emma hai detto?
  • Si signore...
  • Wow non posso crederci!  Finalmente conosco questa famigerata Emma! Mio figlio non fa che parlare di te e di quanto sei perfetta. Bionda, capelli lunghi, occhi verdi, bella da togliere il fiato... Pensavo ti avesse inventata, che fossi frutto di qualche sogno e invece eccoti qua: bella esattamente come ti ha descritto. Accomodati pure, Io sono Brennan e per rispondere alla tua precedente domanda si! Killian è in casa. È in camera sua, penso tu conosca la strada. - mi fece l’occhiolino. Cosa? Pensava seriamente che fossi stata già in quell’appartamento? - mentre voi “parlate”io vado a... - lo vidi pensarci su - fare la spesa. Starò via un bel po credo. - avevo capito bene???? Ci stava lasciando casa libera? oh mamma!!! 
  • Signor Jones la prego resti, sono venuta semplicemente per restituire questo a a Killian - mostrai lui il suo libretto universitario - non c’è assolutamente bisogno che vada via. - credo che il mio viso stesse riassumendo in un unico colore tutte le sfumature di rosso possibile immaginabili. 
  • Seriamente? - Annuii - Vorrà dire che guarderò la partita allora! Questa sera gioca la mia squadra. - sorrise. - ma non voglio trattenerti oltre, va pure da Killian, sará felice di vederti, sono un paio di giorni che è di pessimo umore. - Bene... fantastico! lo aveva notato anche suo padre. 
  • Potrebbe gentilmente indicarmi la strada per la sua camera? È la prima volta Che entro in questa casa.
  • ma certo, scusami! Avevo dato per scontato che sapessi orientarti! Sali le scale e prosegui lungo il corridoio: seconda porta a sinistra, non puoi sbagliare. - ringraziai Brennan per la sua cordialità e a passo svelto raggiunsi il piano di sopra. Attesi una manciata di secondi davanti la porta che mi separava da Killian dopodiché mi feci coraggio e bussai.  
  • Ti ho detto che non voglio essere disturbato papà! Lasciami in pace. - esclamò infastidito. Forse stava seriamente studiando, forse non voleva essere disturbato per paura di perdere la concentrazione. Avevo dato per scontato che ci fosse qualcosa che non andava in lui, ma se fosse soltanto stress pre esame? Che accidenti avrei dovuto fare? Entrare e molto probabilmente distrarlo dai suoi doveri o tornare a casa e abbandonare questa stramba follia? La seconda ipotesi era la più sensata in quel momento ma qualcosa mi spinse a restare... e poi avevo il suo libretto d’esame, dovevo quantomeno restituirglielo. Presi un profondo respiro e lentamente aprii la porta. Lo trovai sdraiato sul suo letto a contemplare il soffitto con un’espressione mai vista prima. Gli ingranaggi all’interno del  suo cervello stavano lavorando senza sosta ed erano talmente forti i suoi pensieri che neanche si accorse della presenza di una persona nella sua stanza. 
  • Spero che tu stia pensando a me! - decisi di annunciarmi così e lui sentendo una voce estranea a quella casa, sobbalzó voltandosi verso di me. 
  • Emma che... che ci fai qui? Io...
  • Venivo a vedere fino a che punto mi stessi mentendo. - lo guardai come a dire “non la dai di certo a bere a me!”
  • Mentendo??? No... Sto seriamente studiando molto.
  • Oh... vedo vedo. - gli indicai la sua figura stesa su un letto senza neanche uno straccio di libro in mano.
  • Che centra ora sono in pausa...
  • Killian, tesoro, ascolta... - mi andai a sedere sul suo letto - Sono preoccupata per te, so che c’è qualcosa che ti turba e vorrei provare ad aiutarti.  è tutta colpa mia se stai così... ho forzato un po’ troppo la mano e quindi...
  • Emma... è solo lo studio che mi rende un po’ distante credimi! Io sto benissimo, mai stato meglio. 
  • Bugiardo. Regina mi ha accennato alla vostra discussione.... - lo vidi cambiare nuovamente espressione. Questa volta il suo sguardo divenne più duro. - mi ha detto che la serata di ieri non è finita affatto bene...
  • Quella donna non dorme la notte per fare gossip? Roba da pazzi!!! E tu gli dai anche corda??? 
  • Non gli do corda!
  • Tze... Immagino ti abbia chiamato appositamente per parlare di me e del mio essere un disastro della natura vero? 
  • No, certo che no! Mi ha chiamato per l’allenamento, per il calendario che aveva pensato appositamente per me. 
  • E come è uscito fuori il mio nome allora? 
  • Vuoi la verità? Beh... Inizialmente sono stata io la prima a chiedergli di te. Si insomma tu mi avevi accennato nulla del vostro incontro ed era evidente che fosse successo qualcosa così....
  • Così avete parlato di me! 
  • No... Regina si è rifiutata di farlo. Inizialmente almeno, poi... ecco tieni - gli consegnai il suo libretto universitario - mi ha dato questo! Ti è caduto ieri dal portafoglio e da lì si è lasciata un po’ andare. Non ha detto nulla di male nei tuoi confronti, solo che ha combinato un gran casino. 
  • Beh... almeno lo ha ammesso... - sospiró
  • Si lo ha ammesso, anche se è orgogliosissima ha ammesso di aver commesso un grave errore. Io ora non so cosa sia successo ma è dispiaciuta, tanto dispiaciuta.
  • Non mi interessa! Poteva pensarci prima di dire quello che ha detto! - disse serrando la mascella - Con me ha chiuso definitivamente quella donna!
  • Ma perché?!?!  Cos’è successo ieri! Spiegamelo no? Perché non vuoi parlare neanche con me? Sono la tua fidanzata Killian. - domandai seriamente dispiaciuta che non risucisse a confidarsi con me. 
  • Perché non voglio arrabbiarmi di nuovo! Mi viene il sangue al cervello solo a nominarla quindi.... - lascio cadere l’argomento. - senti... grazie di avermi riportato questo ma ora è meglio che tu vada. Vorrei restare da solo. 
  • No! Non me ne vado e non me ne andrò fin quando non avremo parlato. Non sono venuta fin qui, in casa tua, solo per farmi mettere in imbarazzo da tuo padre che pensava chissà che cosa ero venuta a fare qui con te. No mio caro, adesso tu mi racconti tutto intesi? 
  • Cosa??? Papà ti ha messa innimbarazzo? - gli venne da ridere, evidentemente conosceva il soggetto. 
  • Lasciamo stare...
  • No ,no non lasciamo stare... avanti dimmi! 
  • Perché dovrei? Tu non mi dici mai nulla.... 
  • andiamo non fare l’offesa, raccontami! - ci pensai su 
  • D’accordo però Prima  tu! O parli e ti sfogli con me di quello che è successo la scorsa sera o non saprai mai nulla.
  • Sei una ricattatrice nata lo sai si??? 
  • Lo so! E tu non puoi farci nulla! - gli feci la linguaccia - avanti racconta e non tralasciare nulla. 

Iniziò a raccontarmi dettagliatamente tutto a partire dall’sms ricevuto quella mattina. Mi raccontò che non vedeva l’ora di vedermi, che aveva atteso l’ora dell’incontro con impazienza, che si era preoccupato non vedendomi arrivare e che alla fine aveva scoperto che lo avessi ingannato. Fin li tutto bene, sembrava tranquillo ma poi, man mano che il racconto si faceva più intenso, il suo equilibrio iniziò a vacillare. Si tormentava le mani nervosamente e i suoi occhi iniziarono a diventare lucidi. Avrei voluto interromperlo e dirgli che andava bene così, che non c’era bisogno di continuare oltre ma decisi, dopo un’attenta analisi, di non dire nulla e di lasciarlo sfogare completamente. Se lo avessi interrotto non avrebbe affrontato la cosa, si sarebbe nascosto ancora una volta in se stesso e non volevo che questo accadesse. Lo lasciai parlare fin quando non buttò fuori tutto è solo allora decisi di intervenire.

  • capisci???? Capisci quanto è grave? Mi considera una nullità! Un fallito - mi disse ormai in preda alle lacrime - per quanto io possa impegnarmi per ottenere la sua fiducia e rigare dritto lei non vedrà mai oltre il mio passato è questo mi fa male! - sentirlo dire che stava cercando di fare le cose per bene non solo per se stesso ma anche per sua madre mi fece male. Voleva renderla orgogliosa di lui, falle capire che aveva imparato dai prorpi errori e perché no, magari in segreto aspirava ad una rappacificazione... mi si strinse il cuore nel vederlo così abbattuto, stava soffrendo povero amore mio e io non avevo la ben che minima idea di come tirarlo su di morale. - Ho sbagliato ok, lo ammetto questo e lei ha ragione a dire che sono stato immaturo e idiota  ma sono cambiato da allora... ho capito i miei sbagli... non... non merito questo. - lo abbracciai stringendolo a me con quanta più forza avessi. Non era il mio abbraccio che lo avrebbe voluto ricevere in quel momento, a lui mancava sua madre, ma cercai comunque di essere d’aiuto. 
  • Oh tesoro.... ma certo che non meriti questo e fidati Regina lo sa. Ha sbagliato lei questa volta, non tu, lo ha anche ammesso. Non pensava quelle cose di te, nessuno le pensa. Ha capito che sei cambiato e anche se è molto orgogliosa sappi che è molto fiera di te. 
  • Non alleggerire la pillola.... lei le pensa eccome queste cose.... non farti incantare dalle sue doti da incantatrice: qualsiasi cosa abbia detto, che ha sbagliato o che non lo pensava, sappi che sono tutte balle:  voleva solamente farsi bella davanti ai tuoi occhi. Tiene a te in una maniera smisurata e non si metterebbe mai in cattiva luce davanti la sua protetta. Deve farsi bella o tu potresti vederla per quello che è veramente e voltarle le spalle. Non lo sopporterebbe.... che tu ci creda o no considera figlia più te che me. - non era di certo geloso di me ma con quelle parole mi fece capire che invidiava il mio rapporto con lei. 
  • Amore io credo che tu non pensi lucidamente in questo momento. Tua madre ha sbagliato alla grande in passato nel chiuderti tutte le porte ma questa volta ha capito... ha capito che persona sei diventato e a chiesto a me personalmente di raccontargli qualcosa di te. - non sembrava volerci credere - te lo giuro, è a pezzi per quello che ti ha detto l’altro giorno, non lo pensava. Lei voleva solamente spronarti a non commettere gli stessi errori. 
  • Dicendomi che non riesco a portare mai le cose a termine? Che se mi sto laureando per tempo è solo perché accetto anche il viso più scarso? È così che vuole spronarmi? No Emma! Chi ti parla così lo fa perché vuole solo asfaltarti. 
  • Ha usato parole pesanti mah....
  • Lascia stare ti prego! Apprezzo lo sforzo ma questo non cambierà nulla. Non sei tu che devi venire a darmi spiegazioni, non spetta a te provare a farmi vedere la sua redenzione, cosa a cui non credo minimamente, spetta a lei ma ancora una volta si è dimostrata quello che è.... 
  • pensa che tu non voglia vederla, che sia inutile ormai parlarne.... ho provato a dirle che si sbaglia mah...
  • Non sbaglia emma! Ormai è tardi. 
  • Killian non è così e lo sai anche tu.
  • Oh si che lo è! Se lei mi avesse chiamato subito dopo la scenata fatta al bar dicendomi di aver sbagliato, di aver agito in quel modo  solo per paura che  io potessi ricadere nei miei errori forse avrei potuto anche perdonarla, ma non l’ha fatto...  se teneva a me lo avrebbe fatto a prescindere dal non avere il coraggio. Una madre per suo figlio il coraggio lo trova. - si asciugò frettolosamente le lacrime - ora basta parlare di me, ti ho detto tutto, tocca a te adesso. -mi sorrise. 
  • Killian non abbiamo finito.
  • Oh si invece! Ti ho spiegato cos’è successo, ti ho detto tutto quello che volevi sapere, non c’è altro da aggiungere. 
  • Io vorrei aiutarti a rimediare. Sono stata io a farvi incontrare.... non pensavo che...si insomma... mi dispiace che abbiate litigato così... io - ero un fiume in piena.
  • Ehi...Tu non hai fatto nulla di male Emma, non devi sentirti in colpa , anzi... hai fatto una cosa che apprezzo molto, hai cercato di ricostruire la mia famiglia, hai cercato di ridarmi una madre. 
  • Ma ti ho causato dolore.... - era una cosa che non riuscivo proprio a mandare giù. 
  • Non me ne hai causato tu, tu hai agito a fin di bene e lo apprezzo, davvero... anche se non sembra è così. Non sono in collera con te per quello che è successo, sono arrabbiato e triste allo stesso tempo perché ho preso atto che le cose non cambieranno mai. - stavo per replicare ma lui mi anticipo - è adulta, avrebbe dovuto essere lei ad organizzare il nostro incontro, era lei che avrebbe dovuto cercare un modo per rappacificarci, era lei che sarebbe dovuta presentarsi oggi qui a casa a riportarmi il libretto e a chiedermi scusa. Non l’ha fatto, ha mandato te e questo a me basta per chiudere definitivamente i ponti. Ci sto male, mentirei nel dire il contrario, non ho aperto libro da quando è successo tutto, molto probabilmente starò male ancora per un bel po ma poi mi passerà, imparerò a convivere con questo. - mi sorrise appena - grazie per quello che hai provato a fare Emma, ti amo infinitamente e ringrazio ogni giorno la mia buona stella per averti portato nella mia vita. Sei la mia luce nei momenti più bui, sei la mia forza nei momenti dove vorrei mollare.... sei il centro del mio universo Emma swan, tu sei il mio tutto! - e avvicinandosi piano mi baciò con una dolcezza infinita che questa volta fui io a farmi sopraffare dalle emozioni e commuovermi. - non pensare nenache un solo secondo di essere la responsabile delle lacrime che mi hai visto versare, sentivo di doverlo fare da tempo.... mi servivano per... voltare pagina.
  • Vorrei poter fare di più! 
  • Fidati... fai anche troppo per me. - mi baciò ancora - ora però devi assolutamente raccontarmi cosa è successo con papà! - rise al solo immaginare.
  • Aspetta! Prima di farlo... - mi misi a frugare nel mio zaino - Ecco, apri! - gli consegnai un enorme contenitore. 
  • Cos’è?!?
  • Una cosa che credo servirà ad entrambi. - avevo portato il tiramisù, il suo dolce preferito e quello mi sembró il momento perfetto per aprirlo. Aveva bisogno di tirarsi su il morale e io... beh io avevo bisogno di un po’ di carica per raccontargli della figuraccia fatta al piano di sotto. 
  • Sei da sposare Emma lo sai si?!?! - mi disse non appena vide il contenuto della scatola. - aspettami qui, vado a prendere dei piatti e delle posate.
  • Non serve! Ho portato due cucchiaini... possiamo mangiarcelo direttamente da qui se vuoi.... - dissi timidamente.
  • Wow... una cosa da perfetti fidanzatini innamorati... mi piace ma ci imbocchiamo a vicenda! - prese un cucchiaio e dopo averlo immerso nel tiramisù lo avvicinó alle mie labbra per farmelo mangiare. Feci la stessa cosa con lui e alla fine ci ritrovammo ad usare un unico cucchiaino. - avanti racconta... sono tutto orecchie. 
  • Non c’è nulla da dire in realtà... tuo padre vedendomi qui ha pensato che.... si insomma.... credeva che sapessi già dove fosse la tua camera e.... - mi metteva in imbarazzo ripetere cosa fosse successo al piano di sotto - mi ha detto che sarebbe uscito a fare la spesa per.... beh hai capito! - tagliai a corto facendolo ridere sia per la mia reazione ma anche per ciò che gli avevo appena raccontato. 
  • Mio padre non si regola! Pensava che noi... che tu fossi venuta qui a casa per fare l’a....
  • non... non dirlo per favore! - lo interrompi arrossendo e facendolo sorridere per quel mio imbarazzo.
  • Che c’è ti metto in imbarazzo forze? - mi guardò maliziosamente facendomi  arrossire ancora di più. Non ero abituata a parlare con lui di certe cose. A dire il vero non ero abituata e basta. Per una manciata di secondi mi sentii un pesce fuor d’acqua tanto che non riuscii nenache a sostenere il suo sguardo  ma fortunatamente lui capì subito che la cosa mi metteva vergogna e chiuse definitivamente l’argomento. Tornammo a mangiare il nostro tiramisù chiacchierando del più e del meno ma dopo poco, dopo avermi scrutata con lo sguardo più e più volte, preso da un attacco di romanticismo improvviso, immerse il dito indice nel dolce per poi accarezzarmi il naso e impiastricciarmi tutta. 
  • Mah... cosa....
  • Shhhhh.... - mi zitti spostando il dito sulle labbra e baciandomi contemporaneamente sul naso ripulendomi dal tiramisù. Anche quel gesto mi mise leggermente in imbarazzo ma non dissi nulla anzi... lo lasciai fare. Ripetè il gesto tre o quattro volte, non ricordo precisamente il numero esatto, una volta prese di mira il naso, poi il lobo dell’orecchio, le labbra e per infine il collo.... Non gli diedi il tempo di farlo ancora che iniziai io questa volta a ricambiare le attenzioni e senza rendercene contro ci ritrovammo sdraiati sul letto, io sotto di lui, ad amoreggiare incuranti della teglia di tiramisù finita a terra da qualche parte della stanza.

Non mi ero mai spinta così tanto con un ragazzo, non mi ero mai trovata in una camera da letto con il mio fidanzato, stesa su un letto, a scambiarmi effusioni eppure non mi dispiaceva affatto il trattamento che mi stava riservando. Provai a godermi il momento e nonostante mi imbarazzasse sapere che non fossimo i soli in quella casa ricambiai a mia volta le attenzioni verso di Killian accarezzandogli la schiena, le braccia muscolose, il petto... mi sentivo bene, tranquilla... ma poi improvvisamente qualcosa cambiò. Aveva preso ad accarezzarmi insistentemente  da sopra la maglia per poi arrivare ad alzarla leggermente, lasciandomi il ventre scoperto e continuare a vagare sotto di essa fino a raggiungere i miei seni. Lo lasciai fare, non volevano di certo ripetere l’esperienza vissuta sull’empire state quando lo rifiutai ma poi quando prosegui la sua corsa lo sentii arrivare al bottone dei miei jeans che provò a sbottonare. Sussultai visibilmente tanto da farlo fermare di colpo. 

  • Mi dispiace... non volevo! mi sono lasciato andare un po’ troppo. - si giustificò allontanandosi prontamente da me come se avesse commesso chissà quale crimine. 
  • No scusa tu Killian, sono io che... si insomma.... ti ho dato il via libera, ho provato a lasciarmi andare mah... non... non mi sento ancora pronta per... si beh... per questo! - ma che razza di problemi avevo? Chiunque al mio posto non si sarebbe fatto sfuggire l’occasione. Ero una stupida, una stupida ragazzina paurosa. 
  • Dovevo capirlo da solo che non fosse questo il momento giusto! È colpa mia Emma, mi dispiace sul serio, mi sono lasciato sopraffare da tutte le emozioni della giornata. - prese un respiro
  • Non è successo nulla, davvero! - i suoi occhi erano preoccupati, avevano paura di aver rovinato tutto. - va tutto bene.
  • L’ultima cosa che voglio è metterti fretta, voglio che tu non abbia alcun dubbio su questo. Ti amo e ti desidero più di qualsiasi cosa al mondo, sarei un buffone a dire il contrario, ma questo non cambia il fatto che sono disposto ad aspettarti . Non dovrai mai sentirti costretta a fare nulla che tu non voglia Emma, io aspetterò che sarai pronta anche se dovessero volerci anni. Ti amo troppo per farti del male e il solo pensiero che tu possa pensare che....
  • Io non penso nulla amore! Guardami! - ero in imbarazzo ad affrontare quell’argomento con lui ma non potevo fare altrimenti, doveva togliersi dalla testa tutte quelle paranoie. - non hai fatto nulla di male, sono stata io ad assecondarti, tu non hai fatto altro che rispondere ai miei gesti. 
  • Mah...
  • niente mah! È così! E ora per favore prima che io evapori dall’imbarazzo per questa situazione smettiamola di parlare di questo ok??? - annui - bene! Parlami piuttosto della tua laurea! Come ti senti? Pronto a mettere la toga? 
  • Tze... sarei anche pronto mah... beh ho l’ultimo esame da sostenere prima. non è per nulla facile come esame e come se non bastasse non ho avuto modo di prepararmi come inveceavrei voluto. Andrà sicuramente male.... 
  • Io non penso! Sei un piccolo genio, andrà benone.
  • Non accetterò nessun voto al di sotto del 30 Quindi.... 
  • Questo perché sei malato! - lo presi in giro - avanti forza, ti aiuto io! - andai a prendere il libro che aveva, aperto, sulla sua scrivania - sarò spietata sappilo quindi concentrati ok? 
  • Ok ma prima di iniziare guardami negli occhi e dimmi che è tutto ok! Dimmi che prima non....
  • Ancora Killian??? Sto bene e... beh... mi è anche piaciuto quindi...
  • Davvero???? - sorride felice e per la prima volta non lo vidi guardarmi con il suo solito sguardo maliziosetta.
  • Davvero! Ma ora parlami di un argomento a piacere..... 

Per l’intera settimana lo aiutai con lo studio nonostante non ne avesse minimamente bisogno e finalmente, dopo tanta agonia e angoscia sostenne il tanto atteso esame. Andò alla grande come sempre e per giunta prese anche la lode. Stentava a credere che fosse successo davvero, si era lasciato quell’esame per ultimo prorpio perché era quello più complesso secondo lui insostenibile. Aveva paura di rovinare la sua media eccellente ma ancora una volta aveva dimostrato a tutti chi era per davvero. Ero orgogliosissima di lui ma sapevo che l’emozione provata quel giorno quando mi scrisse di aver passato l’ultimo esame era nulla in confronto a quello che avrei provato il giorno in cui lo avrei visto ricevere la laurea. Ero più agitata di lui quella mattina, mi ero svegliata due ore prima che suonasse la sveglia e incapace di rimanere nel mio letto e provare a dormire ancora un po’ mi alzai e mi iniziai a preparare per la grande giornata. Avrebbe sostenuto la discussione in mattinata, intorno alle 11:30 più o meno, dopodiche dalle tre del pomeriggio ci sarebbe stata la consegna dei diplomi con tanto di toga. Optai per un vestito decisamente più elegante rispetto al mio solito guardaroba, comprato appositamente per l’occasione e per delle scarpe con il tacco. Odiavo i tacchi, erano davvero rari i momenti in cui li indossavo ma per Killian avevo deciso di fare una piccola eccezione. Volevo essere bella per lui. Arricchii il mio outfit con un’acconciatura, una coda di cavallo e del trucco, non troppo pesante, dopodiché mi recai in facoltà. Fui la prima ad arrivare, dopo Killian naturalmente ma pochi minuti dopo arrivarono anche altri nostri amici. Killian non si aspettava di vederci li, alla discussione avrebbe preso parte solamente suo padre. Tutto noi eravamo a conoscenza di questo suo desidero, ma fu comunque felice di vederci li, pronti a sostenerlo anche se a distanza. 

  • sei agitato? - gli chiesi prendendolo da parte vedendolo camminare avanti e indietro con fare nevrotico.
  • Fino a ieri ti avrei detto di no ma ora...  beh lo confesso: me la sto facendo letteralmente addosso! - rise grattandosi la nuca.
  • Andrai benissimo ne sono più che sicura. Li stenderai! 
  • Se tu prima non stenderai me! Sei bellissima con questo vestito. Mi verrebbe voglia di rapirti e fuggire da qualche parte  lontano da tutto e da tutti. - riecco uscire fuori  il suo sguardo malizioso. Incredibile, riusciva ad essere così giocoso anche nei momenti in cui l’ansia lo stava divorando. 
  • Non scapperò con te fin quando non avrai una laurea in mano mio caro quindi... 
  • Quindi fuggiremo subito dopo! - mi fece l’occhiolino. 
  • Dopo la cerimonia forse... se non sarò  troppo impegnata a mangiare tutti i dolci che ci saranno al buffet. Sai... a breve riprenderò i miei allenamenti e dubito che potrò ancora mangiare schifezze all’ordine del giorno.
  • Non devi sostenere gare, potrai rimpinzarti ogni volta che ne avrai voglia quindi dopo la cerimonia scapperai con me! - avrei voluto rettificare dicendo “lo dici tu a tua madre?” ma evitai di nominarla, farlo di sicuro non avrebbe portato a nulla di buono. Continuammo a parlare del più e del meno cercando di ridurre l’ansia al minimo fino a quando la porta dell’aula dove avrebbe dovuto sostenere la sua discussione si apri.
  • Signor jones... prego tocca a lei! - disse una donna vestita in maniera impeccabile facendogli cenno di accomodarsi.
  • In bocca al lupo! - gli sussurrai mentre si avvicinava alla donna e lui mi sorrise strizzandomi l’occhio subito dopo. 
  • C’è qualcuno che vorrebbe far entrare con se? - domandò la donna e Killian ancora una volta mi stupì
  • Si, mio padre e... la mia fidanzata. - mi guardò facendomi cenno di avvicinarmi a lui. Cosa??? Mi voleva con se? Ma come??? Era stato chiaro fin dagli inizi.
  • Killian mah.... 
  • lo so! So cosa avevo detto mah.... ho cambiato idea. Voglio che ci sia anche tu Emma! Mi sei stata vicina per tutto questo periodo senza mai pensare una sola volta che ti stessi trascurando. Ti sei fatta in quattro per me, allontanandoti anche da i tuoi impegni, il tuo di esame d’ammissione... ti sono grado per tutto amore e quindi voglio  che ci sia anche tu in aula con me. - mi limitai semplicementei ad annuire e con il cuore pieno di Gioia per quelle meravigliose parole mi andai ad accomodare accanto a Brennan. 

Fu una discussione a dir poco fantastica, Killian fu a dir poco impeccabile nell’esporre la sua tesi e nonostante dalla commissione gli vennero fatte molte domande, entrando nello specifico di ogni argomento, lui se la cavò alla grande meritandosi i complimenti di tutti i presenti. La valutazione finale purtroppo sarebbe stata annunciata durante la cerimonia del pomeriggio, c’era ancora un po’ da aspettare,  ma non avevo dubbi nel pensare che avesse presso il massimo. Attendemmo la cerimonia con ansia, nonostante si fosse liberato del peso della discussione non sembrava ancora essere tranquillo ma riuscì comunque a divertirsi un po’ con me e i suoi amici prima di dover raggiungere gli altri laureandi del giorno per andare ad indossare la tanto attesa toga. 

Andai a sedermi insieme al resto degli invitati cercando di prendere il posto migliore per fare qualche foto e solamente dopo averlo trovato mi permisi di rilassarmi un pochino. Continuavo ad essere agitata per lui nonostante ormai non ce ne fosse più bisogno. Provai ad ingannare l’attesa che precedeva la cerimonia giocherellando con il cellulare e fu lì che ricordai un piccolo dettaglio... Regina. Stavo sfogliando le varie chat quando mi imbattei nella sua. Leggere il suo nome mi riportò alla discussione delle settimane precedenti e mi ricordai di averla invitata ad assistere alla cerimonia di laurea di suo figlio. Mi diede un no categorico come risposta il che significava che non sarebbe di certo venuta, Regina non cambia mai idea, ma nonostante ciò continuai a sperare. Tra di loro non scorreva affatto buon sangue ma ero sicura che presentarsi in una circostanza per Killian così importante avrebbe portato i due se non a sotterrare lascia di guerra almeno a provarci. Mi misi a fissare il cancello d’ingresso con insistenza sperando nel suo arrivo fino a quando la voce del rettore universitario non catturò la mia attenzione facendomi capire che la cerimonia stava per avere inizio. Come sospettavo Regina non aveva cambiato idea...

Con un piccolo dispiacere nel cuore, più per Killian che per me, tornai a prestare attenzione alla cerimonia : ascoltai le parole del rettore dopodiche assistii all’ingresso di tutti i laureandi che in fila indiana andarono a posizionarsi ai loro posti pronti per essere chiamati uno alla volta sul palco e ricevere la loro tanto sudata laurea. 

  • è libero questo posto? - disse una voce alle mie spalle.
  • Sì certo! - mi limitai a rispondere mentre contemporaneamente tentavo di fare qualche foto  al mio ragazzo. Avevo lasciato quel posto appositamente per Regina ma tanto valeva dare la possibilità a qualcun’altro di sedersi viste le circostante. 
  • Grazie.... Emma! - mi girai di scatto verso la persona accanto a me, sorpresa dal fatto che mi conoscesse e la vidi... Regina. Regina mill era seduta accanto a me. Regina mills era seduta accanto a me durante la cerimonia di laurea di suo figlio. Stento ancora oggi a crederci. Le rivolsi un sorriso sincero facendole capire quanto apprezzassi lo sforzo che aveva fatto e senza aggiungere altro ci concentrammo entrambe sulla cerimonia. Erano molti i laureandi quel giorno perciò decisero per organizzare bene io tutto di chiamarli in base alla facoltà di appartenenza. Partirono con ingegneria, lettere, giurisprudenza e a seguire medicina e tutti i rami ad esso collegati. Per ogni facoltà vi erano un minimo di dieci o quindici laureandi tranne che per il settore di medicina. In tutto loro, compresi fisioterapisti, locopedisti ecc, erano solamente in sei. Mi sembrò di aspettare un’eternità ma alla fine ecco che il gruppo di Killian di alzó dalle proprie sedie per mettersi in fila a bordo palco. Li chiamarono in ordine alfabetico e non essendo il primo della lista ebbi modo di ascoltare le valutazioni dei suoi compagni di corso. Tutte le valutazioni annunciate erano di gran lunga al di sotto del voto massimo e questo, associato allo sguardo preoccupato di Killian nell’ascontare il rettore giudicare il lavoro altrui in maniera così rigida mi peroccupò un po’. Nelle rare volte che avevamo parlato delle valutazioni finali mi aveva accennato che solamente lui e  un altro ragazzo erano i canditati papabili per ottenere il massimo ma a quanto pare il ragazzo in questione, nonché un suo carissimo amico e compagno di nottate di studio, venne chiamato sul palco e proclamato dottore con una valutazione decisamente inferiore a quella che si aspettava. Sapevo bene che Killian non avrebbe mai e poi mai digerito il fatto di prendere un voto al di sotto del 100 considerava la cosa un vero fallimento e iniziai a preoccuparmi non solo per la sua reazione, in caso questo fosse successo, ma anche per il fatto che ad assistere a quella sua probabile sconfitta ci fosse anche sua madre. Se c’era una minima possibilità che mi perdonasse per averla chiamata, con un voto anche solo leggermente piu basso sul suo percorso di studi di sicuro non lo avrebbe fatto. Avevo il cuore che mi scoppiava nel petto e incapace di fare qualsiasi cosa consegnai la macchina fotografica ai miei amici e chiesi loro di fare foto e video. Nello stato d’ansia in cui versavo dovuto fortemente che sarei riuscita a fare qualcosa. 

Dopo interminabili minuti di attesa anche Killian venne chiamato sul palco. Ad oggi posso dirvi che era davvero un gran bel vedere vestito in quel modo, la toga gli donava molto e gli risaltava gli occhi, ma quel giorno non riuscii a pensare ad altro se non alla proclamazione del voto. Il rettore rispetto alle volte precedenti iniziò a parlare di Killian, del fatto che fosse uno studente modello, che in quei tre anni si era distinto dalla  massa per il suo rendimento impeccabile e che secondo lui aveva sbagliato settore di studi perché era sprecato come fisioterapista. Secondo il suo punto di vista Killian sarebbe dovuto diventare un chilurgo. Fu davvero un gran bel discorso ma ad essere onesta mi aspettavo un però... di solito quando si parla bene di una persona c’è sempre una cosa “negativa” che va aggiunta: “ha ottime capacità ma non si applica” “è un bravo ragazzo ma ha amicizie sbagliate” “sarei tentato di darle una promozione ma voglio vedere prima come se la cava con il prossimo incarico”. C’è sempre un “ma” o un “però”che accompagna questi discorsi, sopratutto nel settore del lavoro e dello studio, ma quel giorno non ci fu nessun ma e Killian venne proclamato dottore con il massimo dei voti più la lode. Ci alzammo tutti in piedi per applaudirlo e a differenza mia, che fui moto pacata nel farlo, i nostri amici iniziarono a lanciare gridi di approvazione alzando in aria, neanche fossero allo stadio, gli striscioni che avevano preparato. Credevo fossero per il dopo proclamazione ma a quanto pare sbagliavo, se i nostri amici non si facevano riconoscere non erano loro. Dopo aver preso la pergamena e stretto la mano al rettore Killian  si voltò verso di noi con aria vittoriosa ma il suo sguardo cambio in men che non si dica Facendomi gelare il sangue nelle vene: aveva appena visto sua madre tra i presenti. Guardò subito me come a voler capire se fossi immischiata con questa faccenda e prontamente, anche non volevo, abbassai lo sguardo dandogli la conferma. Credevo seriamente  che mi avrebbe lasciata, che mi avrebbe preso da parte e urlato contro di non immischiarmi mai più nella sua vita ma non fece nulla di tutto ciò. “Me la farà pagare sicuramente a fine serata” mi ritrovai a pensare e il fatto che dopo la proclamazione non venne subito da me ma si trattenne con i suoi compagni di corso mi diede la conferma che a breve la tempesta si sarebbe scagliata su di noi. Cercai di non pensarci, anche se fu davvero difficile farlo e mi misi a conversare con Brennan il quale si era avvicinato a me e alla sua ex moglie incredulo di vederla lì. 

  • stento a credere ai miei occhi! - disse Brennan squadrandola da capo a piedi 
  • È bello anche per me vederti! - rispose di rimando lei piccata per quella sottospecie di battuta.
  • Come mai sei venuta? Non ti aspettavo, a dire il vero non sapevo neanche che fossi stata messa al corrente di questo evento. 
  • Emh... signor Jones sono stata io ad informare Regina, lei è la mia allenatrice e di recente ho scoperto che è la madre di Killian. Pensavo gli avrebbe fatto piacere vedere sua madre alla sua laurea. - mi sentii in vena di giustificarmi sperando che almeno Brennan mi tranquillizzasse: avevo paura di aver combinato un vero disastro. Brennan però si limitò ad annuire dopodiche torno a parlare con sua moglie.
  • E io che pensavo che un minimo di istinto materno ti fosse rimasto! Tze... dovevo immaginarlo che questo atto di buona fede non fosse farina del tuo sacco. 
  • Brennan.... 
  • no Regina! Non puoi pensare che ti veda qui, spinta da terze persone tra l’altro, e far finta di nulla: non ci riesco. Sono stato zitto fino ad oggi, mi sono sempre fatto i fatti miei riguardo le vostre questioni ma ora basta.  Killian ha sofferto come un cane per te, quindi vedi quello che devi fare: se sei venuta qui per provare a riallacciare i rapporti con lui bene, puoi restare... altrimenti vattene prima che ti veda. Non vorrei che il dolore provato anni fa si ripresenti proprio nel suo gran giorno.  

Vidi Regina pronta a replicare ma prima che potesse farlo la voce di Killian attirò la nostra attenzione. 

  • Emma vieni un attimo per favore. - il suo tono di voce non trasmetteva nulla, né gioia ne rabbia, niente di niente e questo mi mise ancora di più in agitazione. Mi congedai ai suoi genitori e a testa china lo raggiunsi. - allora??? Non mi dici niente? - mi chiese. 
  • Mi... mi dispiace... - fu l’unica cosa che riuscii a dire. 
  • Ti dispiace? Sono uscito con il massimo dei voti, sono stato l’unico a prendere la lode e a te dispiace? - mi sorrise. 
  • Non... non parlavi di... - non riuscivo neanche a dirlo.
  • di mia madre?? Si, inizialmente stavo parlando di lei ma il tuo visetto triste e mortificato ha impietosito il mio povero cuore... va bene così Emma, non preoccuparti.
  • Sul serio? Non sei arrabbiato con me??? - lo guardai come a volergli dire “sei serio?” 
  • Ti sei meritata una bella punizione questo si ma no, non sono arrabbiato! Forza andiamo, vieni a farti la foto con il tuo personale fisioterapista. - mi prese per mano e senza aggiungere altro mi portò dal fotografo il quale ci immortalo come minimo in venti pose diverse. 
  • Congratulazioni dottore! Sono davvero fiera di te! 
  • Ah si??? Aspetta e vedrai allora perché sto per farti essere ancora più orgogliosa. - senza aggiungere altro si allontanò di qualche metro ma riuscii comunque a vederlo, si era appena recato da suo padre per chiedere anche a lui di fare qualche foto insieme. Brennan accetto con il sorriso sulle labbra, più orgoglioso che mai di vedere suo figlio felice di aver coronato uno dei suoi sogni ma presto il suo sorriso si trasformò in vera e propria emozione quando senti pronunciare delle parole che ne io e ne lui, in realtà nenache Killian credo, pensavamo avrebbe mai pronunciato.
  • Mamma vuoi... vuoi venire anche tu a fare una foto con noi? -  rimasi a guardarlo completamente scioccata e suo padre e la stessa Regina fecero esattamente la stessa cosa. - allora??? Il fotografo non ha tutto questo tempo. - sorride leggermente e questo piccolo, inpercettibile, gesto convinse Regina a farsi avanti e raggiungerlo per la foto di famiglia. Scattai anche io, a loro insaputa, una foto, erano davvero adorabili tutti e tre insieme e lo sguardo di Killian urlava gioia da tutti i pori, non potevo non immortalare la scena. Nonostante la foto che feci loro rimasi comunque in disparte, non volevo rovinare il loro momento, ma non mi sfuggi la conversazione che segui subito dopo. 
  • Ora devo prorpio andare, il lavoro chiama! - esordi Regina per poi consegnarli una busta - ecco tieni, prima che vada vorrei darti questo! è un piccolo pensiero per te, spero ti piaccia. - Killian prese il regalo incredulo, la sua presenza per lui era già un vero e proprio regalo, non doveva disturbarsi tanto. Con mano tremante scartò il pacco e All’intento di esso vi trovò una borsa da medico professionale, color nero, con sopra le sue iniziali. K.J. - spero possa esserti utile. 
  • È... è meravigliosa mamma.... grazie! 
  • Grazie a te... - prese un respiro - lo so che è tardi per rimediare ai miei errori e che forse non riusciremo mai a ricostruire un rapporto ma sappi che oggi mi hai reso davvero orgogliosa di te Killian. In bocca al lupo per tutto, sono sicura che avrai una splendida carriera. - senza aggiungere altro regalò loro un ultimo sorriso e si avviò verso l’uscita.
  • Mamma aspetta! - la bloccò Killian prima che potesse raggiungere il cancello - grazie per essere venuta, è stato molto importante per me.... - la donna annuì sorridendo e tornò sui suoi passi. - Ah... ancora una cosa! - la trattenne una seconda volta. - pensavo che... si ecco insomma.... pensavo che magari, se ti va, potremmo prenderci un aperitivo uno di questi giorni e parlare un po’. 
  • Mi farebbe davvero piacere. 
  • Allora ti chiamerò per metterci d’accordo.
  • Non vedo l’ora. - la guardammo allontanarsi e solamente dopo che fu andata via mi permisi di raggiungere Killian. Era voltato di spalle, stava ancora osservando il cancello d’ingresso, ormai vuoto, immerso totalmente nei suoi pensieri. Gli strinsi la mano come a volerlo informare della mia presenza e lui prontamente si voltò.
  • Sono orgogliosa di te! Per tutto...
  • Grazie a te! È tutto merito tuo. 
  • Ah si??? Quindi non sono più in punizione?
  • Ooooh certo che lo sei, solo che mi risparmierò il diritto di castigarti in un secondo momento. La vendetta è un piatto che va servito freddo mia cara. - provò a fare il serio per sembrare convincente ma non ci riuscì e subito dopo aver terminato la sua frase scoppio a ridere non trattenendo più le risate. 

Da quel giorno la faida familiare tra Regina Mills e il mio uomo subì una retrocessione e entrambi provarono, ognuno a modo proprio, a sistemare il loro  rapporto. Il passato non poteva cambiare purtroppo, non si poteva avvolgere il nastro e tornare indietro come se nulla fosse, ma poteva farlo il loro futuro ed entrambi erano disposti ad andare fino in fondo per far sì che questo accadesse. Iniziarono con il frequentarsi più spesso: qualche aperitivo, chiamare quotidiane fino ad arrivare ad una cena a settimana. È già... Killian molto presto prese l’abitudine di passare  a casa di Regina una sera a settimana. Fu un vero e proprio traguardo quello ma la strada ormai, una volta rotto il ghiaccio, sembrò essere  in discesa. Monitorai l‘evolversi della situazione da lontano giorno dopo giorno, toccava a loro adesso... per i miei gusti mi ero già intromessa troppo e senza rendermene conto passarono due settimane. Eravamo vicini alla fine della prima decade di settembre e questo voleva dire solo una cosa: era ora anche per me di affrontare le mie paure. Con l’arrivare di settembre due erano le cose che avrei dovuto provare a superare: l’esame d’ammissione nella scuola privata e provare a riprendere in maniera un po’ più concreta, e non solo con esercizi di potenziamento, la ginnasta. Erano entrambe cose che desideravo ma tutte e due mi facevano enormemente paura. Non era affrontare la cosa di per se il problema, il mio ostacolo più grande era la paura del fallimento. Avevo già fallito una volta nella mia vita, l’idea che sarebbe potuto succedere ancora mi terrorizzava letteralmente. I due giorni prima dell’esame di ammissione fui intrattabile e inavvicinabile con tutti ma passò tutto nell’esatto momento in cui consegnai il test. Non sapevo ancora se lo avessi svolto in maniera corretta o meno ma riuscii comunque ad essere calma. Per due gironi più o meno, poi l’ansia di non aver ancora ricevuto una risposta, la scuola sarebbe iniziata a breve, tornò ad impossessarmi di me fino a quando mia madre una sera a cena, era stato invitato anche Killian, mi consegnó un pacchetto regalo. 

  • ho forse dimenticato qualcosa? - chiesi pensando di aver dimenticato qualche ricorrenza particolare. Mia madre era solita festeggiare ogni sorta di avvenimenti, onomastico e chi più ne ha ne metta. 
  • No...
  • E allora questo? - le indicai la busta che mi aveva messo davanti.
  • Una mamma è un papà non possono fare un regalo alla propria figlia di tanto in tanto? Avanti apri! - ancora dubbiosa sul motivo di quel regalo così inaspettato aprii il pacchetto e al suo interno trovai niente meno che la divisa della scuola. Non capii affatto cosa volesse significare quel gesto e subito vidi il lato negativo della cosa ovvero che mia madre avesse dato per scontato che sarei stata ammessa. Feci il diavolo a quattro credetemi, arrabbiata come non mai per quel gesto ma allo stesso tempo in colpa per aver deluso le loro aspettative. 
  • Emma calmati non...
  • No che non mi calmo mamma! Non puoi dare sempre le cose per scontate. Non ho ancora ricevuto nessuna lettera da parte della scuola e questo significa che con ogni probabilità tra un paio di giorni mi ritroverò in una squallidissima zona in periferia. Non puoi presentarsi qui, oggi, con questo pacchetto quando anche dentro di te sai la verità! Non sono stata ammessa, punto! Puoi anche riportarla indietro.
  • Mi fai davvero così superficiale tesoro??? Non ho mai avuto dubbi sul fatto che non potessero ammetterti, chi non ammetterebbe una studentessa modello come te, ma non per questo ho fatto il passo più lungo della gamba.
  • A me sembra di sì! 
  • Sbagli tesoro! La lettera non é arrivata è vero ma in compenso è arrivata una chiamata. Hanno avuto problemi nel correggere i vostri test e quindi i risultati sono stati pronti solamente questa mattina. Spedire una lettera con una risposta in così poco tempo prima degli inizi delle lezioni sarebbe stato inutile così hanno deciso di chiamare ogni genitore e comunicare il responso. Congratulazioni amore mio! Sei stata ammessa con successo. Hai svolto un test impeccabile e viste anche le valutazioni del precedente anno scolastico hanno deciso di assegnarti una borsa di studio per merito al 100%. - mia madre era in lacrime tanto era la gioia nel comunicarmi ma notizia mentre io non battei ciglio. Non che non fossi felice, lo ero... eccome se lo ero, solo che non me l’aspettavo. Fissai i presenti a tavola i quali stavano già festeggiando tra di loro mentre papà prendeva lo spumante dal frigorifero e a poco a poco la consapevolezza di quanto detto iniziò a farsi spazio in me. Ero stata ammessa.... ci ero riuscita: ero appena stata ammessa nella migliore scuola di tutta l’America. 

Se per l’ammissione a scuola non ci furono impedimenti o grossi ostacoli da superare per il mio secondo blocco, ovvero quello della ginnastica, le cose furono un tantino differenti. Come concordato in precedenza ripresi non appena ebbe inizio anche la scuola e da subito iniziarono i soliti allenamenti strong di Regina. Partimmo con il potenziamento, niente attrezzi per il primo mese e mezzo, ma già li fu assai complicato stare al suo passo. Avevo perso l’allenamento, il tono muscolare... tutto! Qualsiasi cosa mi chiedesse di fare a me risultava difficile ma nonostante ciò non mi lamentai e provai a superare con tutta me stessa le mie difficoltà. Tornavo a casa distrutta dopo solo due ore di allenamento, ero abituata a ben altro credetemi, ma nonostante ciò, anche se l’unica cosa che avrei voluto fare ogni volta era soccombere nel mio letto, ogni volta che uscivo da quella sala mi sentivo viva. Raggiunto il primo step, ovvero il recupero parziale del tono muscolare, sopratutto quello della gamba incriminata, arrivò il momento di integrare al potenziamento la parte più divertente per ogni atleta di ginnastica: gli attrezzi. Ero del tutto ignara che Regina avesse deciso di anticipare di un paio di settimane questa seconda fase per cui quel  pomeriggio arrivai in palestra convinta di dover fare il mio solito allenamento quotidiano. Mi misi la tuta, avevo ancora quella della federazione e senza che mi dicesse cosa dovessi fare, ormai sapevo il programma a memoria, iniziai a fare  per riscaldamento i miei soliti cinquanta giri di campo. 

  • hai il body in borsa? - mi chiese Regina dopo neanche i primi dieci giri. 
  • Si... certo! - risposi continuando a correre. 
  • Bene! Allora dimezza la corsa a venticinque giri e vai a cambiarti. - da quando avevo ripreso ad allenarmi non avevo ancora mai indossato il body, non avevo bisogno di farlo per il tipo di allenamento che stavo seguendo ma non mi meravigliai della richiesta. Anche nel potenziamento ci sono esercizi che sarebbe meglio svolgere con il minor intralcio di vestiti possibile. 

Corsi a cambiarmi non appena terminai la corsa e una volta tornata in sala mi chiese di fare una nuova serie di esercizi tra cui stretching, camminate in verticale, rovesciate avanti e indietro e interminabili salite e discese dalla corda con il solo aiuto delle mani. erano tutti esercizi preparatori, che di solito si fanno prima di iniziare un lavoro dal carico più pesante ma io non avevo ancora  la minima idea di che tipo di lavoro stava per presentarsi. 

  • bene.... iniziamo a fare sul serio che ne dici???? Mettiamo da parte il lavoro monotono, almeno per oggi e iniziamo a divertirci un po’. - mi sorrise credendo che avessi capito e che la cosa mi facesse piacere - allora Swan? do a te la scelta su cosa iniziare: trave, trampolino, parallele o corpo libero? - al solo sentire quella domanda mi si congelo il sangue nelle vene. Era seria?  Voleva che iniziassi il lavoro con gli attrezzi? 
  • C... cosa? Gli attrezzi? Di gia? Mah... Regina il... il programma non è ancora finito! - le feci notare. 
  • La tua massa muscolare è in pieno aumento ormai, gli esercizi di potenziamento ci hanno portato al punto di essere fisicamente pronti a fare qualcosa di un po’ più complesso quindi... - lascio la frase in sospeso per poi riformulanti la domanda più convinta che mai a procedere. - da dove vuoi partire? Io visto ciò che è successo in passato ti consiglierei di riprendere subito con le pa...
  • Corpo libero!! - l’anticipai prima che potesse finire la frase. - voglio iniziare con il corpo libero. 
  • Corpo libero? Sicura??? Ma come... io credevo che morissi dalla voglia di tornare a....
  • Corpo libero Regina! - insistetti con voce più dura del solito interrompendola ancora. - ti... ti prego. - mi scrutò negli occhi con intensità come a volermi leggere dentro. 
  • D’accordo, come vuoi, va bene mah... Emma dimmi la verità: c’è qualche problema per caso? 
  • Problema? No affatto... perché??? - ero già sulla difensiva.
  • Sei particolarmente tesa. Se c’è qualcosa che non va, se non...
  • Ho detto che sto bene ok?!?! Possiamo lavorare adesso? Non sono qui per perdere tempo. - in tutta la mia vita non avevo mai risposto in maniera così scorbutica a Regina e questo la mise ancora di più in allarme sul fatto che le stessi nascondendo qualcosa. In effetti non aveva poi tutti i torti, c’era qualcosa che le stavo nascondendo ma non ero ancora pronta a dirlo ad alta voce.’
  • Certo come vuoi, iniziamo ma... beh sappi che non me la racconti giusta signorona e che prima o poi cara mia Emma io ne verrò a capo. Puoi starne certa.

 
  
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