Anime & Manga > Ranma
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Autore: Magica Emy    31/03/2021    4 recensioni
Provare a baciarla? Ranma? No. Proprio no. Non certo con gli appellativi con cui amava sempre apostrofarla e che, in un modo o nell'altro, oltre a farla arrabbiare, finivano sempre col ferirla.
"Rozza, violenta e per niente carina!" e "Vita larga!" erano sempre i più gettonati e ogni volta, anche se si sforzava di non darlo a vedere, suonavano come un violento colpo al cuore che la faceva capitolare, rendendola facile preda di tristi emozioni. Era così che aveva perso fiducia in se stessa, finendo per vedersi come la vedeva lui. Lui che non la considerava nemmeno una donna ma un maschiaccio privo di sex appeal di cui mai si sarebbe potuto innamorare...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Shinnosuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Guardò l'orologio, allungandosi pigramente per qualche secondo prima di decidere di fare una pausa fuori da quelle mura soffocanti. Era rimasto chiuso in palestra per troppo tempo. A dire il vero, ormai, era diventata quasi un'abitudine per lui. Scuola, allenamento, studio e poi di nuovo allenamento, a volte anche fino a tarda notte. Tutto, pur di non essere costretto a incontrarlo. La sua permanenza in quella casa si stava decisamente prolungando più del previsto e questo non gli andava giù, specialmente quando lo vedeva giocare alla coppia felice con Akane. Accidenti a lui e a quello stupido sorrisetto sardonico che gli avrebbe volentieri cancellato dalla faccia a suon di pugni, fin quando non fosse stramazzato al suolo. Con la scusa di essere venuto a trovare Akane non faceva che starle appiccicato tutto il giorno e, quel che era peggio, lei non ne sembrava affatto infastidita. 

"Ti va se facciamo strada insieme fino a scuola, Akane?" 

"Ti aiuto a fare i compiti, Akane." 

"Vuoi che ti accompagni a fare la spesa, Akane?" 

Qualunque cosa le chiedesse la vedeva annuire timidamente con un sorriso compiaciuto da un orecchio all'altro, come se essere tampinata da quell'imbecille senza arte né parte fosse la cosa più naturale del mondo per lei. Giustappunto, eccoli di ritorno dal mini market. Sembravano felici, rilassati e… ridevano! 

Si sentì assalire da una rabbia incontrollabile così provo` a spostare l'attenzione sul suo respiro irregolare, placandolo lentamente per sforzarsi di riprendere il controllo di sé. Oltre alle furiose liti che avevano sempre contraddistinto il loro turbolento rapporto, Ranma si rese conto di condividere con l'ormai ex fidanzata anche dei gioiosi e bellissimi momenti di complicità che ormai, però, non erano altro che ricordi. Ricordi che avrebbe per sempre custodito gelosamente nel cuore, anche se era sicuro di non averla mai vista tanto allegra come quel giorno. Perché rideva alle sue battute, cos'avevano di tanto speciale? Persino quell'impedito di suo padre sarebbe riuscito a fare di meglio. No, non aveva voglia di incontrarli. A volte saltava persino i pasti pur di non essere costretto a farlo, quindi per quale strano motivo il suo corpo aveva improvvisamente smesso di collaborare, rifiutandosi di lasciare il portico di casa Tendo per tornare a rifugiarsi in palestra, nascondendosi da loro il più in fretta possibile? Distolse allora lo sguardo, sperando in un'opzione meno dolorosa possibile mentre fingeva un'indifferenza che era ben lontano dal provare. Li vide avvicinarsi sempre di più, chiacchierando amabilmente con le buste della spesa tra le mani, sollevando il viso verso di lei solo quando la sentì pronunciare il suo nome. 

 

-Allora Ranma, mio padre ti ha finalmente trovato una fidanzata? 

Il tono sarcastico appena usato lo ferì più di quanto fosse disposto ad ammettere, toccando un nervo scoperto che lo spinse a reagire in malo modo. 

-Non mi serve nessuna fidanzata. Non l'ho mai richiesta neppure prima, quando mio padre mi ha obbligato a mettermi con una come te che non mi ha procurato altro che rogne, figuriamoci adesso! 

Replicò infatti, ma non fece quasi in tempo a finire la frase che si ritrovò a respirare a fatica contro una delle piccole buste che Akane gli aveva praticamente spiaccicato con violenza sulla faccia, facendolo annaspare. 

-Una come me, eh? Mi dispiace di averti arrecato fastidio, se solo lo avessi saputo prima ti avrei già liberato volentieri dell'incomodo, e da un bel pezzo anche! 

Aveva urlato prima di rincasare, richiudendosi la porta alle spalle con un sordo tonfo che fece trasalire i due giovani. 

-Scusa, amico - aggiunse a quel punto Shinnosuke, ridacchiando divertito e staccando via dalle sue guance ormai paonazze ciò che restava della cena - ma il tofu sta sicuramente meglio a tavola che sulla tua faccia da schiaffi. Accidenti, vedo che in fatto di donne hai ancora molto da imparare. Non mi meraviglia affatto che Akane ti abbia mollato. 

Ranma si spolvero` velocemente la casacca, ravviandosi i capelli con le dita per rimettersi in sesto. 

-Nessuno ha chiesto il tuo parere, perciò ti consiglio vivamente di restare fuori da questa faccenda. 

Disse, aggrottando le sopracciglia per fissarlo con aria molto seria. 

-Altrimenti? Me la farai pagare con un pugno nello stomaco? 

Rispose l'altro, sprezzante, per nulla intimidito dalla sua espressione ostile. 

-Ne sarei molto tentato, credimi. 

-Ma certo, è ovvio. Del resto, per risolvere le cose non sai far altro se non ricorrere alla violenza. Sei proprio un animale. Per fortuna le cose sono destinate a cambiare qui, e ho idea che lo faranno molto presto. Qualche giorno fa ho chiesto ad Akane di diventare la mia fidanzata. 

Seguì un lungo momento di silenzio, durante il quale il ragazzo col codino lasciò che quelle parole gli sedimentassero dentro fino a scavare una profonda voragine in lui, che per un attimo lo fece quasi capitolare. 

-Che c'è, non vuoi conoscere la sua risposta? 

Lo provocò il rivale, provando un sottile piacere all'eventuale idea di continuare a infastidirlo. 

-Quel che fa Akane non mi interessa affatto - disse finalmente, cercando di imprimere convinzione alla sua voce - per quanto mi riguarda è libera di decidere tutto ciò che vuole ormai, così come lo sono io. 

Shinnosuke fece un passo avanti. 

-Già, libero di offenderla o trattarla male ogni volta che ne hai voglia, vero? Libero di minare la sua autostima, distruggendola lentamente fino a farle perdere fiducia in se stessa? 

 

-Non parlare di cose che non sai. Ti avverto Shinnosuke, adesso stai seriamente cominciando a stancarmi con le tue patetiche… 

-Non sei altro che uno scherzo della natura - lo interruppe, rincarando la dose - un ridicolo mezzo uomo che non merita di certo una ragazza buona e altruista come Akane, e, sai? Sono felice che lei abbia aperto gli occhi in tempo, perché la sua vita sarebbe stata sicuramente un vero inferno con un mostro come te al suo fianco. Non mi fai altro che ribrezzo, non vali nulla e neppure volendo saresti in grado di darle ciò di cui ha bisogno. 

Ranma sorrise con disprezzo. 

-Ma guarda, e tu invece sì? 

L'altro sospirò, mettendosi le mani in tasca con disinvoltura senza smettere di sfidarlo con lo sguardo. 

-Non so se sarò mai alla sua altezza - considerò - ma almeno non mi sognerei mai di mancarle di rispetto. 

Una parte di lui sapeva quanto Shinnosuke avesse ragione. Quelle insolenti parole non rappresentavano altro che la verità, ecco perché le aveva incassate senza battere ciglio. In quel momento però la cosa più importante era un'altra: capire le reali intenzioni di Akane. Aveva accettato la proposta di Shinnosuke oppure no? C'era un unico modo per scoprirlo, chiederglielo direttamente. Ed è ciò che avrebbe fatto subito. Se Akane desiderava stare con quella specie di mentecatto voleva sentirlo direttamente da lei. Quando raggiunse la sua camera, però, un rumore insistente e delle voci concitate provenienti dall'interno bloccarono la sua mano sulla maniglia, rendendolo indeciso sul da farsi. Non era certo sua intenzione origliare ma l'orecchio si era incollato alla porta prima ancora che avesse il tempo di operare una scelta, quindi si acquatto`, trattenendo il respiro. 

-Stupido! Brutto… stupido… idiota! 

Era la voce di Akane. 

-Calmati, per favore. Se continui a prendere a calci l'armadio finirai per romperlo! 

A quanto pare, non era sola. C'era Kasumi con lei. 

-Adesso basta, ne ho fin sopra i capelli delle sue offese! Ha detto che per tutto questo tempo gli ho procurato solo fastidi, te ne rendi conto? 

La sua voce tremava, sembrava quasi sul punto di piangere. Questo lo fece di colpo sentire un verme. Stava imprecando contro di lui, era evidente. Aveva comunque tutte le ragioni per essere arrabbiata, visto il modo in cui l'aveva trattata prima. Si maledisse per l'ennesima volta. Per quale motivo non gli riusciva mai di tenere la bocca chiusa? Perché finiva sempre per maltrattarla, anche quando farlo non era sua intenzione? 

 

-Oh andiamo, sono sicura che Ranma non intendeva… 

-Certo che sì, invece! Non fa che insultarmi in ogni modo possibile, e io… io credo di non riuscire più a sopportarlo. Accidenti a lui, lo odio! Lo odio e se Shinnosuke non fosse stato presente lo avrei di certo strangolato con le mie mani, poco ma sicuro! 

Ora però stava esagerando come al solito. 

-Beh, è stata una vera fortuna che quel ragazzo fosse con te, allora. Sembra così simpatico e a modo. 

-Lo è. Sai, mi ha fatto una proposta qualche giorno fa. 

Quel fragore persistente era cessato e il tono di Akane sembrava più calmo, adesso. Ranma tese l'orecchio, stringendo forte i pugni fino a farsi sbiancare le nocche. 

-Che tipo di proposta? 

-Si è dichiarato, chiedendomi di diventare la sua fidanzata. 

-Sul serio? E tu cosa gli hai risposto? 

Deglutì nervosamente, in trepida attesa. Eccolo. Il momento che aspettava. 

-Ecco… vedi… 

Akane stava esitando, era un buon segno? Non lo era? Non ci capiva più niente. La sua mente assomigliava a un ammasso di lana infeltrito di cui, per quanti sforzi facesse, non riusciva proprio a trovare il bandolo. 

-Shinnosuke è davvero fantastico. Tanto per cominciare, a differenza di quello stupido di Ranma, è sempre tanto gentile e premuroso. Lui è dolce, comprensivo e discreto, mi lascia i miei spazi e dimostra di avere molto rispetto per me… 

Si rialzò di scatto, staccando l'orecchio dalla porta mentre sentiva il cuore andare a fondo come una pietra. Non ebbe bisogno di sentire altro. Aveva ascoltato abbastanza da comprendere quanto le reali intenzioni di Akane fossero ormai chiare come il sole e, forse, era meglio così. Del resto cosa poteva sperare di offrirgli, lui che non era nient'altro che un mezzo uomo? Si mosse come un automa, accelerando sempre più il passo fino a trovarsi, in un attimo, lontano da casa Tendo. Se si fosse attardato lì dietro, se solo fosse rimasto ancora un po' avrebbe certamente compreso il tormento di Akane. Un grosso "ma" aggiunto alla fine di quel bel discorso volto a tessere le lodi del giovane straniero, apriva ora una nuova strada su un quesito tanto delicato quanto ancora irrisolto. Fu proprio su quel "ma" intriso di dolore che la piccola parve incepparsi a lungo, almeno finché la sorella, intuendone la profonda pena, non le venne in aiuto. 

-Ma non è Ranma. 

Considerò infatti, completando la frase per lei mentre le copriva una mano con la sua. Akane sospirò con forza. 

-Cara, se pensi ancora a lui per quale motivo hai deciso di rompere il fidanzamento? 

-Ho dovuto farlo, Ranma non prova niente per me. Non mi ama. 

L'amara consapevolezza nascosta in quelle ultime parole la colpì come una lama affilata molto più a fondo di prima, ora che lo aveva detto ad alta voce. 

-E tu come lo sai, è per caso stato lui a dirtelo? 

Chiese Kasumi, cauta. La vide scuotere la testa con decisione. 

-Non era necessario, l'ho capito e basta. 

-Sorellina - riprese, guardandola con infinita tenerezza - se non glielo chiedi direttamente non potrai mai esserne sicura. E poi, credimi, è impossibile che Ranma non nutra dei sentimenti per te. Dico, hai visto come ti guarda? Bisognerebbe essere ciechi per non accorgersi di quanto tu gli piaccia. 

-Ti sbagli - insistette l'altra - lui mi odia. Mi odiano tutti adesso, soprattutto papà. Io l'ho… deluso. 

-Akane, non dire sciocchezze. Nostro padre ti adora e per lui la tua felicità è la cosa più importante, perciò per una volta sii sincera con te stessa e con gli altri. Che cosa provi veramente, cos'è che desideri? Guarda in fondo al tuo cuore e saprai la risposta. Anche se sono convinta che tu la conosca già. 

Sì, certo che la conosceva. Kasumi aveva ragione. Era arrivato il momento di essere completamente sincera, prima di tutto con Shinnosuke. Anche lui aveva bisogno di una risposta. 


-Mi dispiace. 

Disse, stringendogli le mani fra le proprie quando incrocio` i suoi occhi colmi di tristezza. Dopo la lunga chiacchierata con l'amico si sentì come se, dopo tanto tempo, fosse tornata a respirare. Era consapevole di averlo ferito ammettendo finalmente la verità, ma lo aveva anche liberato dalle catene di quell'amore disperato a cui per tanto tempo era rimasto aggrappato. Un amore che, ormai lo sapeva, non sarebbe mai stata capace di ricambiare. Lo vide esibirsi in un timido sorriso mentre scuoteva lentamente la testa. 

-Non dire mai che ti dispiace, non se sei innamorata. Sai, credo che dovresti andare da lui, adesso. 

Akane abbassò lo sguardo, lasciando di colpo le sue mani. 

-Non è così semplice. 

Disse in un soffio e Shinnosuke le si fece più vicino, posandole una mano sulla spalla per provare a darle sostegno. 

-Non importa quanto e se lo sia, buttati e basta. Io l'ho fatto con te e anche se è andata come è andata, almeno ci ho provato. Per questo non ho alcun rimpianto. 

La naturalezza con cui lo disse le fece venir voglia di credergli. 

-Sei così saggio. 

Considerò sinceramente. 

-E tu incredibilmente bella. 

Si rese conto troppo tardi di quanto quell'affermazione apparisse ormai come totalmente inopportuna, arrossendo di vergogna. Dopotutto, Akane era stata molto chiara con lui. 

-Scusami, io non avevo intenzione di… 

-Ehi, va tutto bene. Non hai detto nulla di male. 

Lo rassicuro` la giovane. Shinnosuke si allungò pigramente un paio di volte prima di rialzarsi in piedi, sollevando lo sguardo verso il cielo che grosse e minacciose nubi avevano già coperto per metà, sostituendo ben presto i timidi raggi del sole che fino a quel momento li avevano scaldati sotto il portico. 

-Coraggio, vai a cercarlo - disse dopo un breve momento di silenzio. Non poteva immaginare quanto gli costasse pronunciare quelle parole. Stava davvero per spingerla tra le braccia di un altro? - voi due avete molte cose di cui parlare. E portati un ombrello se esci, penso proprio stia per piovere. 

Ancora una volta era così premuroso con lei. Chissà se lo meritava davvero. 

-Non cambiare mai, Shinnosuke. 

Mormorò. Lo abbracciò con slancio, cogliendolo di sorpresa. 

-Nemmeno tu, dolce Akane. Resta sempre come sei. E ricorda, questo non è un addio ma solo un arrivederci. Tornerò a trovarti e, quel giorno, voglio saperti felice. Ora va'. 

Akane non sapeva se sarebbe mai stata felice, ma prendere il coraggio a quattro mani e dichiarare a Ranma ciò che sentiva per lui era l'unica opzione possibile ormai, tanto peggio di così non poteva andare. Sapeva bene che tenergli ancora nascosti i suoi sentimenti, soffocandoli dentro al cuore con tutta quella forza sarebbe stato deleterio per lei, inoltre non avrebbe portato da nessuna parte. Ragion per cui, anche a costo di dover soffrire molto di più per un suo possibile rifiuto, doveva almeno provarci. 

 

Ranma non era in casa, così si preparò per uscire a cercarlo. Non importava che non avesse la minima idea di dove cominciare a farlo, poiché non voleva attendere un minuto in più per parlargli. Quando le prime gocce di pioggia la sorpresero aveva già percorso in lungo e in largo praticamente mezza città, senza alcun risultato. Dove poteva essere andato? Ukyo? Shampoo? Poco probabile, vista l'aria che tirava. Sospirò, affranta, rifugiandosi sotto il piccolo ombrello che aveva portato con sé. Fu allora che un'idea le attraversò la mente come uno sparo, facendosi prepotentemente largo tra mille pensieri per illuminare d'un tratto quel grigio pomeriggio autunnale. Ma certo, che stupida. Come aveva fatto a non pensarci prima? Ora sapeva esattamente dove andare. 

La casa di Nodoka era circondata da un grazioso giardino e appariva minuscola e colorata come quella delle bambole vista dall'esterno, Akane non poté fare a meno di notarlo mentre raccoglieva tutto il suo coraggio per prepararsi a suonare il campanello, sicura di trovarlo lì. Quella donna in fondo era sua madre, quindi… perché no? Capitava spesso, infatti, che lui andasse a trovarla e senza neppure fare tanta strada dato che, da quando si era trasferita a Nerima, la simpatica signora aveva deciso di abitare a pochi isolati dai Tendo, declinando la gentile offerta del padrone di casa di restare a vivere anche lei insieme a loro. Poco dopo venne accolta da un caloroso sorriso. 

-Che piacere vederti, mia cara. Cosa posso fare per te? 

La sentì dire con l'amabile gentilezza che la contraddistingueva, ricambiando quindi il suo sorriso con aria imbarazzata. 

"Forza Akane, dillo e basta." 

-Buonasera, signora Nodoka - cominciò, abbassando gli occhi verso la punta delle sue scarpe e maledicendosi milioni di volte, perché il suo tono pareva assomigliare più a un ridicolo squittio che alla voce di un essere umano - perdoni il disturbo ma mi chiedevo se, ecco… se R… Ranma fosse in casa. 

"Maledizione, perché diavolo ti sei messa a balbettare, ora?" 

-Mi dispiace, ma di qui non è passato. Va tutto bene, tesoro? Sembri così pallida. 

Azzardo`, notando che il suo bel viso aveva mutato espressione, facendosi via via più angosciato. 

-Sì. Tutto bene, grazie. 

Furono le sue ultime parole prima di voltarle le spalle per incamminarsi sconsolata lungo il vialetto lastricato, stringendo più forte il manico dell'ombrello che teneva aperto sopra la testa, allontanandosi di nuovo sotto la pioggia scrosciante. 

-Salutami tanto tuo padre! 

Le gridò dietro Nodoka, anche se dubito` fortemente che la ragazza potesse ancora sentirla. Era già lontana. A quel punto richiuse la porta, voltandosi con la fronte aggrottata verso la figura che, in piedi davanti a lei, si lasciava andare a un lungo sospiro di sollievo. 

-Ok Ranma, adesso vuoi dirmi cosa sta succedendo? 

   
 
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