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Autore: MarcieMame    01/04/2021    0 recensioni
"George!" disse Neville, entusiasta, andandogli incontro.
"Proprio tu!" esclamò Hermione, livida, travolgendo il coinquilino nel tentativo di avventarsi sul nuovo venuto "spiegati! Cosa diamine è questo pandemonio? Oh, George, speravo davvero che avessi superato questo genere di cose!"
"Dì un po', di che diamine sta parlando?" domandò a Neville il nuovo venuto, a mani alzate "e tu, non sventolarmi contro quella bacchetta, so bene che cosa può combinare"
Hermione abbassò prontamente la sua arma, ma incrociò le braccia con fare belluino.
"Hermione è convinta che tu e Fred abbiate cospirato per far credere ai tuoi genitore che io lei stiamo per sposarci. C'è anche una torta" spiegò Neville, serafico.
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Hermione, dopo una disastro sentimentale di portata epica, si è rifugiata nel piccolo cottagge di Neville a leccarsi le ferite, e ha finito per rimanervi molto più del previsto.
Nuovi equilibri hanno finito per nascere insieme a una moltitudine di relazioni complicate, e quando un matrimonio bussa alle porte con tanto di invitati, wedding planner, enormi torte violette e canapè, ci sarà ben poco tempo per sbrogliare questo guazzabuglio medioevale...
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Hermione Granger, Neville Paciock
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Prologo - Il cottage



Il piccolo cottage sorgeva poco prima della metà di una soleggiata collina circondata dal verde, sulla quale arrancavano una coppia di maghi di mezza età, strizzando gli occhi nel tentativo di scorgere meglio il punto di arrivo. Avevano con loro grosse valige dall’aria molto pesante, che fluttuavano docili alle loro spalle, accompagnandoli per la salita.

Alla destra della collina un piccolo bosco di faggi offriva alla casa un riparo sicuro dalla valle sottostante, e una fila di grandi pioppi, lecci e carrubi ombreggiava e copriva da occhi indiscreti le indaffarate attività dei suoi abitanti.

L’appezzamento di terreno recintato era piccolo e ricoperto di arbusti, dal mirto all’alloro, dall’erica al brugo, e tutta una serie di strani cespugli che frusciavano, schioccavano, ondeggiavano e producevano bizzarri tintinnii.

La casa in sé era modesta, piccola, e il tetto spiovente e affossato, color ardesia, aveva visto tempi migliori. Le mura erano ricoperte di edera, glicine e vite americana, in un tale groviglio multicolore che a stento si riusciva a scorgere l’intonaco bianco sottostante.

Dal giardino, tendendo appena l’orecchio, si intuiva il costante gorgogliare del ruscello che scorreva appena alla sinistra dell’abitazione, quasi completamente nascosto dal muschio e dall’ombra del giardino.

In quel momento, però, nessuno si curava del dolce fruscio del vento tra gli alberi, né del timido cinguettio proveniente dal bosco, o tantomeno questi suoni sarebbero stati udibili al di sopra del furioso tramestio che proveniva dalla finestra aperta proprio sopra al ruscello.

Due voci si facevano udire al di sopra di quel frastuono ed echeggiavano appena tra gli alberi, senza ulteriore pubblico.

“Hermione, ti prego… non è davvero necessario…”

“A questo punto credo proprio che lo sia, Neville”

“Sei un’ospite... non posso lasciarti pulire i miei piatti”

Un sospiro così profondo da suonare come una locomotiva in partenza fu la risposta a quest’affermazione. Chiunque conoscesse la proprietaria avrebbe tranquillamente potuto immaginare la ruga profonda tra le sue sopracciglia.

“E ti ringrazio infinitamente per la tua ospitalità, davvero, non sai quanto l’ho apprezzata”

“Non stavo cercando di dire questo! Sai che questa è casa tua per tutto il tempo che vuoi”

“E allora lasciami lavare i piatti! Insomma, Neville, non possiamo continuare in questo modo”

“In quale modo?”

Un lungo silenzio seguì quella domanda, e non è difficile supporre che fosse accompagnato da un lungo sguardo contemplativo.

“Beh… mi rendo conto che non è proprio ordinato”

“C’è un germoglio di mandragola nella teiera, Neville.”

“Oh, ha germogliato!”

“Non è questo il punto!”

“S-sì, scusa”

Un nuovo, sonoro sospiro. La voce di Neville si addolcì un po’, sfumata di scuse.

“Mi spiace per tutto il disordine, Hermione… so di non essere la persona più ordinata del mondo”

“Non scusarti, ma per piacere, lasciami dare una sistemata. Come favore personale?”

Una lieve risatina fu la risposta.

“Va bene. E comprerò una nuova teiera.”

Gli abitanti del cottage non lo sapevano, ma quella piccola discussione sarebbe stata l’ultimo momento di pace che avrebbero condiviso per un bel po’.

E infatti il mago e la strega avevano finalmente finito la lenta risalita su per la collina, e si approcciavano alla casa, osservando il giardino con qualche parola di allegra approvazione.

Superarono i fruscianti cespugli farfallini, che la donna indicò con un sospiro garrulo, ricordando quelli che aveva piantato di fronte alla sua porta anni prima, in una simile occasione. L’uomo si aggiustò gli occhiali cerchiati di corno, osservando con entusiasmo una grossa, antiquata bicicletta che riposava, un po’ arrugginita, appoggiata ad un grosso pioppo, i cui rami erano saturi di enormi fiocchi bianchi, pronti a iniziare la loro discesa.

E quando infine arrivarono al piccolo, discreto portoncino bianco un po’ scrostato, senza ulteriori preamboli, bussarono.




A Ela, senza cui non ci sarebbe questa storia, non sarebbe neanche un'idea, non ci sarebbero splendide serate di romcom e follia, e non ci sarebbe una marea di affetto. Grazie per tutto <3 e andiamo avanti!

  
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