Chloé e il suo maggiordomo aspettavano impazienti fuori l'ufficio del sindaco. La ragazza non poteva più aspettare: doveva partire! Quando il signor Bourgeois li accolse, tentò ancora disperatamente di convincere sua figlia a rimanere a Parigi con lui, ma non ci fu verso. Chloé era irremovibile. Intanto Jean-Yves stringeva nervosamente le sue mani dietro la schiena, pregando che quel momento passasse in fretta. Poi improvvisamente il sindaco acquisì un'espressione decisa, e con voce ferma, disse: -"Chloé cara, potrai andare da tua madre...", al suono di quelle parole, Jean-Yves tirò un sospiro di sollievo. -"Ma...",ecco la fregatura, -"visto che sua madre sarà impegnata e la sua amica Sabrina non ci sarà, voglio che tu, Jean-Yves, vada con lei, e che tu la segua ovunque. Sarai come la sua guardia del corpo." Il viso di Chloé si colorò di un'espressione contrariata. -"Ma papà! Sono abbastanza adulta da poter viaggiare da sola!"-"Naturalmente", continuò lui, -"Ma sei anche la figlia del sindaco di Parigi, e sai, tesoro, che New York è piena di pericoli, e ho saputo da Ladybug che presto ci saranno nuovi attacchi, anche lontano da Parigi, e io non permetterei mai che accadesse qualcosa a mia figlia!"Jean-Yves rimase impietrito. Era sempre stato solo un maggiordomo e un cameriere, e ogni volta che si era imbattuto in persone akumizzate era rimasto coinvolto pericolosamente, addirittura era stato lui stesso akumizzato più volte! Confidava ovviamente nell'aiuto di Ladybug, ma se ci fossero stati degli intralci? Infatti proprio l'eroina aveva consegnato a lui il libro su Queen Bee, e questo significava che solo lui avrebbe potuto aiutare Chloé, dandole il libro e proteggendola. Ma se lei si fosse rifiutata di trasformarsi nuovamente in Queen Bee? E se avesse perso di nuovo il controllo? Cosa sarebbe successo? Non c'era altra soluzione: doveva partire con lei! Si promise di occuparsi di lei come aveva sempre fatto, e di proteggerla. Così abbassò il capo davanti al sindaco in segno di obbedienza, e riaccompagnò Chloé nelle sue stanze. La ragazza rifletteva: era delusa perchè avrebbe voluto la sua indipendenza, ma pensò che la presenza del suo maggiordomo fosse conveniente, in quanto sarebbe stato al suo più completo servizio, e avrebbe soddisfatto ogni sua richiesta! Nonostante tutto si incupì nuovamente: era rimasta sola, senza Sabrina, e lì a New York non conosceva nessuno. Jean-Yves si avvicinò a lei preoccupato: conosceva il carattere di mademoiselle e tutte le sue difficoltà. Così, tentò un'ultima volta di farla ragionare: forse se fossero rimasti a Parigi avrebbero gestito la situazione del pericolo in maniera più semplice, e le disse :-"Mademoiselle, è sicura? Lascerebbe qui anche la sua amica Sabrina..."-"Sì, Jean-Patric, sono sicura! Sabrina è impegnata col suo ragazzo. E' un poliziotto, non può allontanarsi da Parigi!"rispose lei categorica. Così l'uomo capì che era meglio finire il discorso lì.
Durante i preparativi per la partenza, i colori del tramonto si fecero sempre più visibili, e Chloé si affacciò alla finestra. Ripensava a quello che era successo con Ladybug, e si rabbuiò. Jean-Yves percepì i sentimenti della ragazza e si fermò a guardarla con interesse. Ci fu una cosa, però, che gli saltò all'occhio mentre prendeva tutte le cose di mademoiselle per preparare le valigie: il piccolo cofanetto del miraculous dell'ape che Ladybug le aveva lasciato sulla scrivania! Così approfittò della distrazione di Chloé, e lo prese. Si diresse poi nella stanza dove egli si preparava. Guardò la sua valigia aperta, e il libro che gli aveva dato Ladybug. Sospirò. Così, in modo risoluto, ripose nella sua valigia sia il libro sia il cofanetto, e chiuse tutto. Stava per incominciare una nuova avventura con mademoiselle, e non sarebbe stato facile. Ma Jean-Yves era sicuro di sè. Dopotutto, seguire quella giovane era il suo lavoro!
La mattina seguente il loro elicottero personale li attendeva fuori. Chloé si dirigeva sicura verso di esso, portando con sè una sola borsa, ovviamente firmata, e il suo maggiordomo la seguiva carico di bagagli! Non era solo, però! Li avevano accompagnati anche gli altri camerieri e il sindaco in persona! Dopo aver salutato il padre, che era ansioso e preoccupato, Chloé potè sedersi all'interno del velivolo. Finalmente poteva rilassarsi: aveva ottenuto quello che voleva! Durante il viaggio, Jean-Yves sistemò il seggiolino di mademoiselle e le porse il suo Mr. Cuddly. -"Jean-Marc, dammi il mio giubbino, ho freddo!" disse Chloé, forse a causa dell'aria condizionata. Jean-Yves glielo prese subito, e lei lo infilò, poi si abbassò gli occhiali da sole sul naso. Dopo un po', non la sentì più parlare, e si accorse che si era addormentata. A guardarla dormire, con la testa appoggiata al finestrino, mentre stringeva Mr. Cuddly tra le braccia, avvolta dall'aria condizionata, Jean-Yves provò una certa tenerezza, e con molta delicatezza la coprì con una copertina. Un raggiolino di sole sbucante dal finestrino le illuminò i capelli biondissimi, raccolti in una coda. Di certo mademoiselle Chloé Bourgeois manteneva la sua eleganza e il suo stile unico anche quando dormiva, ed era tranquilla solo quando dormiva, pensò Jean-Yves! Ma quel momento di tranquillità durò poco: quando l'elicottero atterrò, e si aprì lo sportello, si aprirono anche gli occhi di Chloé.